Io, il bull Fabio e mio marito

Posted by admin under Incontri Erotici on venerdì Mar 3, 2023

Torno a casa arrabbiata, mi butto sotto la doccia e urlo forte per sfogarmi perché mi sono sentita una marionetta nelle mani di quei due stronzi.

Sono ancora nera quando torna mio marito, che invece è contento e mi dice che farà festa per una settimana.

Mi dico tra me e me che è meglio così, così non vedrò quei due, anzi mando a entrambi un messaggio per dirgli che il coniuge è per una settimana a casa e di conseguenza non posso vederli.

Mi dico che è stato un errore inviarglielo perché penseranno che mi è passata l’arrabbiatura e che voglio fare ancora sesso con loro.

D’altronde, ho ancora un desiderio esagerato, mi sento una maiala come ha detto Orlando.

Mio marito mi parla, mi dice che ha pensato molto a quello che gli ho detto l’altro giorno dopo che si era fatto sesso.

Mi dice che non è in grado di darmi quello che voglio e ha pensato che potrei soddisfarmi, con lui presente, con un comune amico, che è noto per essere un gran donnaiolo.

Gli dico che non mi va di andare un uomo promiscuo, ma che bisognerebbe cercare un bull che si dedicasse solo a me.

Mio marito mi chiede cosa sia un bull e gli dico che è un uomo che fotte la moglie del marito cuckold ossia un marito che prova piacere nel vedere la moglie godere con un altro uomo.

Mio marito dice che va bene e che aveva proposto il l’amico comune perché non fosse una persona sconosciuta.

Gli dico che conosco un sito dove potremmo cercare una persona del genere, glielo faccio vedere e lui vede video di mogli con il bull.

Mi dice che sono molto eccitanti e che non vede l’ora di vedermi all’opera.

Io metto sul sito l’annuncio che voglio un bull sano, pulito, ben dotato che si dedichi a me e che abbia al max cinquant’anni anni.

Mi rispondono in molti, che mi mandano video dei loro cazzi e non so chi scegliere.

Si propongono anche giovanissimi, ma preferirei una persona su per giù della mia età ossia sui cinquant’anni.

Faccio una scrematura in base all’età e in base alla dimensione dei cazzi e rimangono in tre.

Alla fine, io scelgo un bull che abita nella nostra stessa provincia per agevolare i nostri spostamenti.

Lo contatto, mi dice che si chiama Fabio, si fa vedere in faccia, è un uomo molto attraente e gli chiedo

se abbia mai fatto il bull.

Lui mi risponde che l’ha fatto per una sua amica, ma che è finita in quanto il marito non era davvero un cuckold.

Io gli dico che noi siamo alla prima esperienza e spero che mio marito sia un vero cuckold.

Ci diamo appuntamento per il sabato successivo a casa sua perché è una villetta isolata nel verde.

Durante la settimana restiamo in contatto, mandandoci video in cui ci masturbiamo.

Faccio vedere a mio marito dei video di Fabio, lo vedo che è geloso del suo cazzo e del suo essere un bell’uomo.

Dico a mio marito che possiamo sempre tirarci indietro, ma sabato Fabio farà il mio bull e lui il mio marito cuckold.

Mi compro un completino sexy, anche se Fabio mi ha detto che preferisce il nudo totale.

Ha visto anche il mio seno e lo trova bellissimo.

Il venerdì sono in fibrillazione, mi masturbo come una forsennata, non vedo l’ora di essere al giorno seguente.

E’ il sabato, finalmente andiamo da Fabio.

Ci fa accomodare sul divano, ci dà un drink, parliamo del più e del meno, ma io ho tanta voglia, tanto che Fabio mi dice: “Azzurra sei una troia che ha voglia di cazzo.”

Mio marito è ammutolito che lui usi il termine troia, non avendo ancora iniziato a fare sesso.

Io invece mi eccito, metto una mano sul cazzo di Fabio, gli dico che lo voglio vedere.

Lui mi dice che debbo spogliarmi completamente, lo faccio, tiro fuori il cazzo dalla zip e Fabio mi dice: “Troia succhiamelo ben bene.”

Io gli rispondo: “Non vedevo l’ora, ieri mi sono masturbata come non mai pensando al tuo cazzo e rivedendo i video.”

Allora glielo prendo in bocca, la sua cappella è molto grossa ed è già violacea, il resto del cazzo ha vene in rilievo come piace a me.

Lui mi scosta dal cazzo, si mette in piedi e dice: “Troia mettiti in ginocchio e succhia.”

Io lo faccio, non sono contrariata, ma molto eccitata.

Mio marito, lo vedo con la coda dell’occhio che ci guarda eccitato, anche se non si è ancora tirato fuori il cazzo.

Io continuo a succhiare e mugolo dal piacere, Fabio mi ordina: “Troia non devi mugolare dal piacere. L’unico che deve godere sono io. Troia non ti avvertirò quando verrò e dovrai ingoiare tutto, senza perdere una sola goccia del mio prezioso seme.”

Io gli rispondo: “Si Fabio.”

Lui mi dice: ”Non è la risposta corretta, pensaci.”

Io dico: “Sì padrone.”

Lui mi dice che la risposta è troppo corta e che debbo aggiungere: “Al servizio del tuo piacere.”

Io allora dico: “Si padrone, sono qui al servizio del tuo piacere.”

Fabio mi risponde: “Brava troia, sei proprio brava a succhiare.”

Io rispondo: “Grazie padrone.”

Io continuo a succhiare, sento che il suo cazzo si ingrandisce sempre di più finché mi sborra tutto dentro.

La sborra è troppa e mi cola un po’ sul viso.

Lui mi dice: “Troia, lecca la sborra che hai sul viso, immediatamente.”

Io rispondo: “Si padrone, scusami.”

Lui dice: “Niente scuse e fai quello che ti ho detto, troia.”

Lo faccio, ho ingoiato e leccato tutta la sborra.

Fabio mi dice: “Brava troia. Ora alzati in piedi e spogliami.”

Io lo faccio, rimane nudo davanti a me, io sono imbarazzata, mi sento brutta rispetto a lui che ha un fisico perfetto.

Lui mi dice: “Troia, non devi guardarmi negli occhi, devi stare a occhi bassi.”

Io rispondo: “Scusa padrone”.

Mi afferra e mi porta in camera da letto.

Mi dice. “Troia mettiti a pecorina.”

Io lo faccio, lui si mette ad accarezzarmi il culo e dice: “Troia, hai un culo bellissimo. Hai mai fatto l’anale?”

Io gli rispondo: “No padrone. Il mio culo è arrivato vergine per te.”

Lui mi dice: “Troia, è difficile trovare un culo vergine, non vedo l’ora di infilare il mio cazzo dentro.”

Io dico: “Padrone ho paura che tu mi faccia male.”

Lui mi dice che prima mi metterà dentro un piccolo dildo anale per allargarmi il buchino e poi procederà quando sarò al culmine dell’eccitazione.

Io gli rispondo: “Padrone non vedo l’ora.”

Lui mi dice: “Brava troia. Sei proprio una brava sub.”

Io gli dico: “Non voglio essere chiamata sub.”

Lui mi dice: “Va bene, anche se non vedo perché tu debba prendertela, visto che ti stai comportando da sub e eccitando da morire a quanto vedo, visto che hai la fica molto bagnata. Comunque va bene, ti chiamerò solo troia.”

Io rispondo: “Grazie padrone.”

Fabio si alza e trova nel cassetto del comodino un piccolo dildo anale e un unguento per ammorbidire l’ano.

Lui me lo mette, è fresco e a me scappa: “Ahhhh”

Fabio mi dice: “Accidenti che troia che sei, non te l’ho ancora messo dentro.”

Io non dico nulla, sono molto imbarazzata.

Fabio mi dice: “Non ti imbarazzare troia, vedrai che ti farò godere da morire.”

Lui lascia asciugare l’unguento, inizia a mettermi un dito dentro e chiede: “Ti piace troia?”

A me scappa un gemito e lui mi dice: “Sei una gran troia che ha tanto bisogno del suo bull.”

Mi mette un altro dito dentro e dice: “Troia, sei elastica, per avere l’ano vergine.”

Mette un altro dito, sento dolore e strillo.

Lui mi dice: “Troia, non devi urlare, sennò ti inculerò di brutto e e allora sì sentirai molto dolore.”

Io rispondo: “Padrone, mi hai fatto male, che ci posso fare?”

Fabio risponde: “Non devi urlare, devi trattenere l’urlo, perché dopo il dolore sentirai il piacere, te lo garantisco.”

Io rispondo: “Si padrone.”

Lui mi avverte: “Troia, ti infilo lentamente il cazzo dentro, non urlare promettilo.”

Io rispondo: “Padrone, lo prometto.”

Sento dolore e dopo inaspettatamente delle ondate di piacere e inizio a gemere forte.

Fabio dice: “Sì godi troia. Lo vedi come riesce a farti godere il tuo padrone?”

Io rispondo infoiata: “Sì padrone, grazie padrone.”

Lui mi fa godere come non mai e glielo dico.

Lui risponde: “Troia sono contento, temevo che all’ultimo momento ti saresti tirata indietro non solo tu, ma anche tuo marito.”

Mio marito si sta segando e risponde: “Sì, non ero sicuro di riuscire a vedere Azzurra con un bull, ma ora sono eccitatissimo come non mai.”

Ci fa vedere la sua abbondante sborra e Fabio gli ordina: “La devi ingoiare, schiavo.”

Mio marito dice: “Schiavo io? Io sono qui solo per osservare.”

Fabio dice: “Tu hai sborrato grazie a me e devi fare quello che ti dico sennò me ne vado e tua moglie non godrà come merita.”

Io imploro mio marito con gli occhi di fare quello che gli ha detto Fabio.

Mio marito lo fa, anche se è un po’ schifato, poi chiede a Fabio se può andare in bagno per finire di pulirsi con la carta igienica e Fabio glielo concede.

Fabio toglie il suo cazzo improvvisamente dal mio culo e sento insieme piacere e dolore.

Mi dice: “Te l’ho sverginato per bene il culo e non vedo l’ora di scoparlo ancora, ma non oggi, ma quando ci rivedremo perché è certo che ci rivedremo troia.”

Rispondo: “Sì padrone, al servizio del tuo piacere.”

Ci sdraiamo nel letto e facciamo un breve sonnellino, poi mi ordina di masturbarmi e lo faccio e vedo il miracolo del suo cazzo che si erge.

E’ meraviglioso da vedere e glielo dico.

Lui risponde: “Grazie troia. E’ lo strumento con cui hai provato molto piacere, non è vero, troia?”

Io rispondo: “Si padrone. Grazie padrone.”

Lui si mette in ginocchio e dice a mio marito: “Succhiamelo schiavo.”

Mio marito non vuole, ma Fabio dice: “Me ne vado e troverò un’altra coppia. Lo devi succhiare, schiavo.”

Mio marito lo fa, e mugola dal piacere, ma Fabio gli ordina: “Stai zitto, cornuto.”

Poi gli scosta la testa e vedo il suo cazzo che è grossissimo.

Mi prende e me lo infila nella fica con spinte vigorose. Godo come non mai e grido.

Lui dice: “Godi troia.”

A mio marito dice: “Guarda cornuto, come gode la grandissima troia di tua moglie.”

Mio marito dice: “Non sono cornuto, sono cuckold è diverso, sennò non sarei qui.”
Fabio gli dice: “Scusami, ma mi eccita chiamarti cornuto. Non ti piace essere chiamare cornuto, schiavo?”

Poi dice a me: “Troia, a te eccita che lo chiami cornuto?”

Io rispondo: “Si padrone, mi eccita molto, anche se razionalmente so che non dovrei.”

Lui ribatte: “Non devi pensare, ma solo eccitarti e godere.”

Io gli rispondo: “ Godo moltissimo padrone, come non ho mai goduto in vita mia.”

Continua a pomparmi, finché dice a mio marito che si sta segando: “Vieni e sborra dentro la gran troia di tua moglie.”

Mio marito viene e sborra tantissimo, come non ha mai fatto in vita sua.

A questo punto, Fabio lecca la sborra di mio marito e dice: “E’ buona la sborra del cornuto.”

Io non so che dire e allora lui: “Non sei contenta che mi piaccia la sborra di tuo marito?”

Io rispondo: “Si padrone. Grazie padrone.”

Lui dice: “Sei una grandissima troia. Una troia di primo livello, come non ho mai incontrato in vita mia. Sono contento di averti trovata. Troia, sei contenta del tuo padrone?”

Io rispondo: “Sì, sono molto contenta.”

Lui dice: “Ora riposiamoci un po’ e continueremo a fare sesso più tardi.”

Io rispondo: “Sì padrone.”

Dopo continuiamo, la cosa si fa sempre più porca, più godereccia, tant’è che Fabio chiede a mio marito: “Te la senti di fare la doppia penetrazione con me?”

Mio marito è ammutolito. Io gli dico: “Amore lo desidero moltissimo, dai fallo per me.”

Lui mi risponde infoiato: “ Va bene e ti voglio scopare il culo.”

Fabio risponde: “No, il culo lo scopo solo io, oggi. Cornuto, lo scoperai la prossima volta.”

Ci alziamo dal letto, ci mettiamo sul divano, mio marito a sedere, io gli sono sopra, la mia fica ha dentro il suo cazzo e dietro parzialmente in piedi c’è Fabio che mi incula, senza avvertirmi.

Io gli dico: “Ahi, che male.”

Lui mi dice: “Troia non devi dire ahi, sennò sentirai moltissimo dolore.”

Io rispondo: “Scusa, padrone.”

Lui non dice nulla, si limita a scoparmi il culo, mentre io mi nuovo sopra mio marito che è passivo, ma poi mi chiede: “Ti piace tutto questo?”

Io rispondo: “Sto godendo da matti.”

Fabio ribadisce: “Se non l’hai capito, tua moglie è una troia e ha bisogno di godere come una grandissima troia sennò si intristisce e poi si masturba vedendo video porno. Ha bisogno di essere scopata e tu la prendevi in giro per questo.”

Mio marito risponde: “E’ vero, ho sbagliato, padrone, me ne rendo conto solo adesso. Non avevo mai sentito Azzurra godere come oggi”.

Fabio risponde: “Tua moglie è solo all’inizio, le prossime volte, proverà ancora più piacere.”

Fabio dice: “Lo sai che tua moglie ha fatto sesso con una donna, poi con le sue amiche e che le è piaciuto moltissimo?”

Mio marito perfidamente risponde: “Non sapevo che Azzurra fosse anche lesbica.”

Fabio arrabbiato gli dice: “Tua moglie non è lesbica, ma bisessuale, è perfettamente normale. E le donne che negano di non aver mai pensato a fare sesso con altre donne, sono delle ipocrite.”

Fabio dice una cosa clamorosa: “Io sono un uomo, ma con una mia amica con cui avevo una profonda intesa sessuale, mi sono fatto scopare il culo mentre lei indossava lo strap-on.”

Mio marito non sa cosa sia, io glielo spiego perché l’ho visto in un video porno, in cui una fidanzata scopava il culo del suo uomo e lui godeva e sborrava.

Lui risponde: “Azzurra e Fabio, credo che questa strada sia troppo hard per me. Io volevo solo vedere lei a letto con te, non fare delle porcate.”
Fabio si arrabbia e dice: “ Le porcate sono il sale della vita. Tua moglie, se non lo sai, scrive racconti erotici in cui descrive porcate che non ha mai fatto perché alla fantasia non c’è limite. La realtà è un’altra e magari attuare tali fantasie potrebbe fare male emotivamente.”

Mio marito dice che vorrebbe leggere qualcuno di questi racconti e io gli rispondo che gli indicherò il sito in cui si trovano.

Io dico: “Voglio finire di godere, ho ancora voglia.”

Mio marito dice: “A me, è completamente passata.”

Fabio dice: “Ci penso io a soddisfare tua moglie. Tu schiavo guarda come un bull soddisfi una moglie profondamente insoddisfatta.”

Mi fa mettere a pecorina e mi incula in maniera sempre più forte, mentre io gemo dal piacere, raggiungendo orgasmi acutissimi.

Mio marito vedo con la coda dell’occhio, che si sega, anche se aveva detto che non aveva più voglia.

Fabio mi sborra dentro, mi dice: “Vai a farti il bidet, che io parlo un attimo con tuo marito.”

Vado nel bagno al piano di sopra e quando torno, mio marito non c’è più.

💥 CONTINUA A LEGGERE 💥

ADD COMMENTS | Tags : , , ,

Sono un cornuto!

Posted by admin under Incontri Erotici on martedì Feb 21, 2023

Mi chiamo Marco, ho 35 anni e da tre sono sposato con Milena. Sono di media statura, capelli neri, occhi marroni; lavoro come consulente finanziario in una banca. Milena ha la mia stessa età, è una bella donna alta 1,70, bionda, occhi chiari, seno una buona terza piena, cosce lunghe, ed un bel culo tondo e sodo. Da quando siamo sposati, ho iniziato a sospettare sulla sua fedeltà. Non ci sono stati fatti specifici, ma avevo notato, qua e là, indizi significativi: uscite la sera con amiche che non conoscevo, oppure qualche chiamata, cui non aveva risposto, dopo aver fatto squillare a lungo il telefono, insolite distrazioni, un tono distratto in certe nostre conversazioni telefoniche, come se stesse con qualcuno. Infine la svolta qualche giorno più tardi. Quella mattina l’ho chiamata dal lavoro e quella sensazione che potesse essere con qualcuno si è ancor più rafforzata. Qualche frase spezzata, un’esclamazione inspiegabile, insomma segnali che portavano ad un’unica conclusione: non era sola! Ho interrotto la comunicazione, avvertendo che al lavoro sarei stato impegnato fino al pomeriggio, così da non farle sospettare che io potessi interrompere quello che stava facendo. Ho lasciato l’ufficio con un pretesto: in piena estate, c’era poco lavoro e poca gente, quindi la mia assenza non sarebbe stata notata. Son corso a casa che non dista molto dal mio posto di lavoro: solo circa 15 minuti d’auto. Era necessario arrivare velocemente, per scoprire cosa stava succedendo. Il mio cuore batteva forte, in un misto di angoscia ed eccitazione. Quando son arrivato a destinazione, ho lasciato la vettura nel parcheggio sotterraneo e questo mi ha permesso di raggiungere direttamente il nostro appartamento, senza esser visto da nessuno e, senza indugio, sono entrato silenziosamente in casa. Sono andato verso la nostra camera, ho aperto la porta e lì l’ho travata, sul nostro letto matrimoniale, tutta presa a gustarsi i suoi giochi erotici. La prima cosa che ho visto, è stato un culo peloso rivolto verso di me, che si muoveva ritmicamente, su e giù, su e giù. Ero paralizzato. Non è che non me lo aspettassi, ovviamente, ma constatare che i miei sospetti erano brutalmente confermati, era qualcosa di troppo forte. La mia irruzione non è passata inosservata, nonostante il detentore del culo peloso e la mia Milena, sotto di lui, se la stessero godendo alla grande. Milena mi guardò con un misto tra sorpresa e shock. Non se lo aspettava, era ovvio, e avrebbe preferito non farsi trovare in quella posizione, anche questo era evidente. Io ero senza parole ed anche Milena. Mentre il “culo peloso”, si tolse da Milena e, appoggiatosi accanto, sul gomito destro, mi guardò con un’espressione tra il sorpreso ed il malizioso.
Ruppe il silenzio, chiedendo:

 «Chi sei?»

Che sfacciato! Non ho potuto rispondere a nulla, ma la cagna ha recuperato la calma ed ha risposto per me:

«È Marco, mio marito.»

E, come se ci trovassimo nella più innocente delle situazioni, ha completato la presentazione dicendomi:

«Questo è Massimo… Un mio amico.»

Tanta sfrontatezza aumentò il mio stupore, inibendomi di proferir parola. Un senso di dolore ed umiliazione mi aveva paralizzato, ma, da qualche altra parte, nel mio intimo, quella scena mi aveva eccitato al massimo. A poco a poco sono stato in grado di realizzare la situazione che avevo davanti agli occhi. Erano entrambi completamente nudi. Il corpo bello ed esuberante di Milena era sdraiato sulla schiena, con le gambe divaricate e le grandi tette che le svettavano sul petto. L’uomo che se la godeva era un individuo alto, magro, piuttosto peloso, che mi guardava con curiosità e un cenno soddisfatto. Sicuramente si godeva il fatto che io ero il cornuto e lui era colui che me le aveva appena fatte. Il suo cazzo era ancora teso, proprio come l’aveva tirato fuori dalla fica di Milena quando ero entrato. Ho notato subito che aveva un arnese di generose dimensioni, più grande del mio in spessore e in lunghezza. Visto che ancora non pronunciavo parola, Milena ha ripreso:

«Non so cosa vorresti fare: potremmo continuare a stare insieme o potremmo divorziare, ma, in ogni caso, io non smetterei di andare a letto con Massimo.»

Il fatto che abbia messo le cose in modo così chiaro, mi ha aiutato a superare la mia perplessità e dire quello cui facevo fatica a credere che fosse uscito dalla mia bocca.

«No, Milena. Non voglio divorziare. Voglio continuare ad esser tuo marito e mi farò una ragione se hai bisogno di qualcun altro per esser chiavata in maniera così energica ed appagante.»

Il bull si è fatto una risata piena di soddisfazione. Milena mi guardò attonita e, come se quella soluzione fosse la più bella del mondo, si voltò verso di lui e lo baciò appassionatamente sulla bocca. Hanno limonato per alcuni minuti, mentre io guardavo sempre più ferito ed umiliato, ma, nello stesso tempo, sempre più eccitato, come dimostrato dal gonfiore nei miei pantaloni. Quando finalmente decisero di separare le loro bocche, Milena mi guardò di nuovo con lui davvero incuriosito. Di nuovo, il suono delle mie stesse parole mi sorprese, perché io stesso facevo fatica a credere a quello che dicevo.

«Non voglio perderti. Voglio stare con te, anche se devo abituarmi a vederti scopare con un altro.»

Era una totale soggezione alla libertà di decidere della vita sua e mia, senza limiti e/o condizioni.

«Chiudi la porta e goditi lo spettacolo!»

Molto lentamente si chinò sull’uomo, abbassò la testa e cominciò a baciargli il membro duro. Fece scorrere la lingua su e giù sul tronco, leccò delicatamente il glande, scese con le labbra e la lingua lungo il palo rigido, si dedicò a baciare, leccare e succhiare le palle dure e piene, risalì il tronco fino a ingoiarlo tutto con gioia. Massimo giaceva supino, con chiara espressione di soddisfazione, ed emetteva eloquenti gemiti di piacere, senza esimersi dal sottolineare:

«Brava, zoccola! Fa vedere al cornuto come si succhia e lecca un bel cazzo come questo! Dai, continua. che ti voglio inondare la gola di sborra. Dai, troia, succhia!»

Milena proseguì in quel compito, mentre io ero ben consapevole della sua maestria nel portare a termine quel gioco, finché lui le chiese di farlo sborrare:

«Dai, vacca, succhia che sborro!»

Un suo grido, da vero porco, rese evidente il momento in cui, a seguito del succhiare di lei, le stava riversando in gola tutta la sua sborra. Milena ha proseguito nella sua azione, fino a spremere tutto il succo che poteva ottenere e, solo allora, ebbe a lasciare il grosso randello con la lentezza di chi abbandona qualcosa che in realtà avrebbe voluto ancora tenere per sé. Poi si alzò sul letto, mi guardò di nuovo e mi disse con fermezza:

«Se vuoi vedere quanto son troia e come ti faccio cornuto, devi farne parte. Vieni a baciarmi!»

Mi avvicinai a lei e premetti la mia bocca contro la sua. Le ho fatto scorrere la lingua dentro, avvertendo subito il sapore acre di sperma e succhi vaginali di cui era inzuppato quel cazzo, prima che lei lo pulisse con il pompino. Quando ha ritenuto che avessi già assaporato abbastanza i sapori del sesso nella sua bocca, si è staccata e mi ha inflitto un nuovo ordine:
«Ora leccami e succhiami la figa, quella dove, fino a poco fa, ha scopato un altro! Me l’ha farcita bene già una volta e, quindi, la trovi ben ricca di crema!»

Ancora una volta ho obbedito, senza chiedermi perché mi stavo sottoponendo a questa ulteriore umiliazione. Mi inginocchiai accanto al letto, affondai la testa tra le sue gambe e presi a leccarla a fondo. Il mio stato d’animo era ridotto ad uno straccio, mi sentivo umiliato, deriso, ma la situazione mi eccitava terribilmente. Senza muover le gambe, affinché continuassi a succhiare, lei avvicinò il busto al corpo di Massimo e prese a baciarlo sulla bocca, sul collo, dietro le orecchie e sul petto peloso. Dalla mia posizione li sentivo parlare appassionatamente. Lui non smetteva a prodigarle lodi e complimenti.

«Sei la mia femmina, la mia vacca da letto, la mia puttana dolce e succhiacazzi, che voglio sfondare tutta!»

Lei mugolava e gongolava compiaciuta, ricambiando.

«Tu sei il mio toro, un maschio fantastico, una vera fonte di sborra calda!»

Si baciavano con passione e piacere con tutto il trasporto possibile. Alla fine la mano di Massimo mi separò dal sesso di mia moglie.

«Togliti, cornuto, che la voglio scopare ancora!»

Le salì di nuovo addosso e, dalla mia posizione più bassa, ho notato che il suo cazzo era di dimensioni davvero notevoli e, con un affondo deciso, le sprofondò di nuovo in quella grotta che, almeno finora, avevo considerato solo mia, mentre lei, gemendo di piacere, tornò a circondandogli la vita con le sue gambe.

«Dai, sfondami! Sei un toro meraviglioso! Guarda, cornuto, come mi sfonda!»

Mi son seduto per terra a guardare come scopavano. E devo ammettere che è stato un vero spettacolo. Subito le sue grida ed i gemiti di piacere di Milena hanno riempito la stanza, fin quando, dopo diversi minuti che scopavano intensamente, sono venuti insieme. Lui si è svuotato di nuovo dentro mia moglie, e ancora io ho avuto il compito di pulirle la fica da ogni traccia della sborrata, mentre la bocca di Milena faceva lo stesso con il cazzo del suo amante.
Massimo mi ha toccato scherzosamente la fronte, chiamandomi cornuto in tutte le varianti che gli venivano in mente. Quando Milena ha finito il suo lavoro di pulizia, ha voluto che io l’ascoltassi attentamente.
«Sia ben chiaro che, d’ora in poi, continuerò a scopare con Massimo. Lo sai vero? Ho deciso che gli affido, in maniera incondizionata, figa, bocca e culo, e, per quel che ti riguarda, potrai vederci quando scopiamo, a condizione che tu esegua quanto ti chiediamo. Se sarai bravo ed ubbidiente, poi continuare ad esser mio marito e scopare con me, quando Massimo è lontano, altrimenti me ne vado con lui.»

L’ho guardata, cercando di capire.

«Ma… come siamo arrivati a tutto questo? E perché hai deciso così?»

Lei mi ha sorriso in maniera ironica.

«E me lo chiedi? Al matrimonio di tua cugina, c’era un vecchio che, per tutto il giorno, non ha fatto altro che sbirciare fra le mie cosce e tu, che hai fatto, quando mi ha toccato ripetutamente il culo? Mi hai detto che le mie recriminazioni erano esagerate, perché lui era solo un po’ sbronzo! Io, però, ho notato come ti eri eccitato, né più e né meno come ti è successo ora! Ma guardati! Hai il cazzo duro pure ora che mi hai visto chiavata da questo toro stupendo!»

Effettivamente tutti abbiamo abbassato lo sguardo per dare un’occhiata al famigerato rigonfiamento dei miei pantaloni. La sua voce ha risuonato molto dura.

«Per questa volta, ti puoi fare una sega, ma appena torni in ufficio, non qui; però, in futuro, te la devi meritare! Inoltre fammi un piacere: Prima di tornare al lavoro, scendi in farmacia e prendimi del lubrificante, perché lui mi vuole sfondare anche il culo e me lo voglio godere per bene, senza aver dolore.»

Sono sceso e risalito velocemente e, dopo avergli consegnato il flacone di lubrificante, lei mi ha imposto di tornare al lavoro, tanto al resto avrebbe pensato lui. Mentre me ne andavo, Milena mi ha dato un bacio e ha detto una cosa che mi ha davvero fatto eccitare tantissimo:

«Ho deciso che condurrò la mia vita con te in questo modo, perché è così che mi piace, quindi fa la tua parte ed aiutami a godermela. Sei un buon cornuto e, per questo, ti amo di più. Non preoccuparti, Massimo non sarà il solo, ce ne saranno altri che semineranno nel mio giardino, in modo tale che tu possa godere di corna sempre ben fresche e lucide.»

Non sono riuscito ad arrivare in ufficio; appena in auto, mi son segato ed ho schizzato immediatamente. Cazzo, sono un cornuto e mi sento soddisfatto.

💥 CONTINUA A LEGGERE 💥

ADD COMMENTS | Tags : , , ,

Il primo massaggio completo

Posted by admin under Incontri Erotici on mercoledì Feb 15, 2023

Il massaggio è una pratica che ci fa stare bene. Essere massaggiati ci rilassa, ci rasserena e spesso ci eccita. Farsi massaggiare è sentirsi coccolati, sentirsi importanti. Chi di noi non si è sentito il centro del mondo per quei minuti in cui il nostro partner ci ha massaggiato, o quando da piccoli le coccole della mamma erano i massaggini sulla schiena.

Sono cresciuto con l’idea che il massaggio sia una delle forme più belle di cura per una persona. Così dopo anni di studio e pratica divento un massaggiatore professionista. La ricerca di lavoro non è facile, ma sono assunto in un centro massaggi nella mia città. Il posto molto pulito ed elegante, le colleghe e i colleghi molto gentili e accoglienti. E vengo subito ragguagliato sul fatto che in quel centro avrei dovuto fare anche dei massaggi particolari, quelli che vengono fatturati come “massaggi completi”.  Oggi voglio raccontarvi proprio del mio primo massaggio completo.

Quella mattina entro in negozio come al solito, saluto tutti, scherzo con la mia capa e prendo un caffè con Nadia una mia collega molto avvenente e a cui credo di piacere. Raggiungo la sala dove di solito lavoro, ma vengo fermato da Jessica, la direttrice del centro.

         «Dario, stamattina lavorerai in un’altra stanza.».

         «Come mai?».

         «Sei stato richiesto per un massaggio completo. Una delle tue clienti abituali ha una lista dei desideri e paga bene. So che hai firmato un contratto che ti vincola ad eseguire anche questi tipi di prestazione, ma se hai problemi…».

         «Nessun problema. È lavoro anche questo.».

         «Lo dici solo perché le tue clienti sono belle donne!».

         «Può essere… Ahahah».   

Mi sorride.

         «Ti aspetta nella stanza Iris. Ecco la lista delle sue richieste, lì troverai tutto il necessario. Buon lavoro!».

Mentre mi dirigo alla camera leggo cosa prevede il programma per il massaggio e in realtà non è molto dettagliato. Quello che però è chiaro sono due concetti: immersione totale nell’esperienza e controllo totale da parte mia. Ho in mente qualcosa che ho provato tempo fa con una ragazza con cui uscivo, quindi so cosa fare nonostante la poca chiarezza delle indicazioni.

         «Buongiorno, Anna.».

         «Dario…».

         «Come stiamo oggi?».

         «Molto bene e spero ancora meglio. Sai mi vergogno un po’, è la prima volta che faccio una richiesta del genere, ma…».

         «Non si preoccupi! Non c’è nulla di cui vergognarsi!».

         «Sei sempre così gentile ed educato. Dammi pure del tu!».

         «Bene, Anna. Iniziamo! Mi hai prenotato per due ore, quindi abbiamo tutto il tempo del mondo. Ora preparo le cose che userò così tu puoi sentirti più tranquilla. Intanto facciamo quattro chiacchiere. Mi dicevi che sei sposata, giusto?».

         «Sì, da quasi vent’anni. Mio marito lavora tutto il giorno e la sera è sempre abbastanza nervoso. Ho seguito il consiglio di un’amica e sono venuta qui per prendermi un po’ di tempo per me. Io sono un’insegnante e ogni tanto ho del tempo libero da dedicare a me.».

         «E come mai hai scelto il massaggio completo con me?».

Anna diventa rossa.

         «Ecco… mi trovo bene con te. Ho 40 anni e credo di essere una bella donna eppure mio marito non mi degna di attenzioni. Tu mi hai dedicato il tuo tempo, sei stato gentile e mi hai fatto stare bene. So che sono solo massaggi e che sei pagato per farlo, ma…».

         «Ti sei sentita importante e che qualcuno aveva interesse a prendersi cura di te.».

         «Esatto! Non ho mai fatto un massaggio completo, né mai tradito mio marito. Però ecco, voglio stare ancora meglio e dato che ti sei preso cura di me fino ad ora…».

         «Non dire altro. Sono qui per te. E credo davvero che sia incredibile come qualcuno possa non dedicarsi a una donna così bella.».

Arrossisce ancora di più.

         «Grazie, sei gentile a farmi i complimenti.».

         «Solo la verità! Bene, ora iniziamo. Da adesso esegui i miei ordini e vedrai che starai bene. Ti metto questa mascherina paraocchi. La terrai sugli occhi per tutto il tempo del massaggio e vedrai che ogni sensazione sarà più intensa.».

         «Va bene.».

È bendata. Non vede più nulla. Inizia a tremare leggermente. È in un po’ agitata. Le prendo la mano e mi avvicino al suo orecchio e sussurro:

         «Stai calma. So che fa un po’ paura ed è normale essere agitati, ma quello che accadrà sarà solo piacevole. Ti fidi di me?».

Fa cenno di sì con la testa.

La porta è chiusa e la stanza è completamente insonorizzata. Resto in silenzio e mi metto davanti a lei. Si sentono solo i miei passi e il respiro agitato di Anna. Sono davanti a lei e inizio piano piano a sbottonarle la camicetta e gliela tolgo. Ha un reggiseno nero di pizzo che copre una splendida quarta di seno. È magra e il suo petto è coperto da una collana di lentiggini. La sua carnagione è abbronzata. Ha un piercing all’ombelico, molto carino. Lo sfioro mentre faccio scendere le mani verso la zip dei pantaloni. La abbasso e le tolgo i pantaloni. Resta con degli slip di pizzo neri, abbinati al reggiseno. Ha delle belle gambe snelle e un bel culo sodo. Si vede che fa attività fisica e si prende cura di sé. Indossa dei tacchi che le levo. Ha messo uno smalto rosso fuoco sulle unghie dei piedi e delle mani. Si è fatta bella per me. Mi porto dietro di lei, facendo più silenzio possibile. Le slaccio il reggiseno e lo faccio cadere a terra, liberando la sua quarta e i suoi capezzoli già turgidi. Scendo lungo la schiena, sfiorandola con le dita. Ha i brividi e la pelle d’oca. Trema un po’. Le abbasso gli slip e noto un ciuffo di pelo rosso, come i suoi capelli, sul monte di venere. Il resto è depilato. Si è preparata anche lì sotto per me.

Mi avvicino all’orecchio e dopo aver soffiato per avvisarla le sussurro.

         «Sei completamente nuda. Sei bellissima e ora inizierà il vero massaggio. Non parlare a meno che tu non abbia realmente necessità. Come hai provato ora bendata e in silenzio puoi apprezzare completamente la sensazione del tatto sulla tua pelle.».

La accompagno sul lettino. La faccio stendere sulla pancia. Verso l’olio per massaggi sulla sua schiena e inizio a spalmarlo sulla sua pelle morbida. Le massaggio le spalle, le braccia, i fianchi. Salto i glutei. Vado ai piedi, sembra apprezzare. Risalgo prima sui polpacci, poi le cosce. Arrivo finalmente al suo culo sodo. Lo cospargo con molto olio e le allargo leggermente le gambe. Rigoli di olio scendono sulla sua figa rossa. È visibilmente eccitata. Inizio a massaggiare i glutei, sempre con più forza e poi faccio scendere le mani verso l’interno coscia. Struscio le mie dita sulle sue labbra esterne. Ha dei brividi di piacere e il suo respiro si fa più affannoso. Inizio a strusciare la mano dalla fessurina fin su sopra l’ano. Ad occhio non è mai stato penetrato.

         «Volevi che fossi in controllo totale, giusto Anna?».

Fa cenno di sì con la testa.

         «Ora ti immobilizzerò le braccia dietro la schiena e le gambe aperte con dei bracciali di cuoio.».

Un volta legate le sue braccia dietro la schiena, le alzo il bacino e le infilo sotto un cuscino in modo da avere il suo fondoschiena bello alzato. Le gambe sono belle aperte e le lego le caviglie ai piedi del lettino.

         «Ora mi dedicherò esclusivamente a massaggiarti in mezzo le gambe. Per i prossimi 30 minuti, la mia attenzione sarà al tue bel tempio del piacere.».

Posiziono il pollice sinistro sul suo ano. Premo in modo che senta la pressione, ma non la penetro. La pressione tiene ferma la pelle delle labbra, mentre con la mano destra prendo tra pollice e indice il suo clitoride bagnato con l’olio. Inizio a stimolarlo muovendolo tra le dita. Poi alternando piccoli strizzi a massaggi più dolci di varie intensità. Dopo il clitoride mi dedico alle labbra. Le prendo a pinza tra indice e medio e le struscio. I gemiti che Anna emette sono un chiaro segno di quanto le stia piacendo. Finito con la parte esterna, mi dedico all’interno. Inizio a farle un ditalino con due dita, poi con tre. Non resiste a lungo e viene sul lettino. Sento le sue pareti contrarsi attorno alle mie dita. Una sensazione bellissima.

La slego. La faccio girate supina. Le lego di nuovo i polsi sopra la testa e le gambe divaricate alle gambe del lettino. Cospargo d’olio la sua pancia piatta e inizio a massaggiarla. Mi dedico con piacere alla sua quarta. Parto dalla base del suo seno e salgo stringendolo tra le mani su fino ai capezzoli duri. Stimolo i suoi bottoncini duri con il pollice da sopra. Li prendo tre pollice e indice e li giro come fossero le manopole della radio. Premo sopra a spingerli verso il basso. Anna è un gemito unico. Ha di nuovo un orgasmo. Infine cospargo il suo monte di venere di olio per massaggi. Non servirebbe perché è già bagnatissima di suo, ma voglio che la sensazione sia al massimo, soprattutto quella uditiva.

         «Ora concentrati sul mio tatto e sul suono.».

Inizio a massaggiarle la figa a mano aperta. Prendo tutto. Strofino la mia mano, premendola sulle sue zone erogene. Metto la mano a coppa e inizio a penetrarla molto velocemente. Nella stanza echeggiano i suoi gemiti e il ciaf ciaf della sua figa. Non resiste più e squirta come una fontanella in un lungo orgasmo, l’ennesimo. Tutti i suoi umori sono sul lettino e colano sul pavimento.

         «E’ stato bellissimo!».

Dice con il fiatone.

         «Anna, abbiamo ancora mezz’oretta a disposizione.».

         «Vuoi farmi venire ancora?».

Mi avvicino al suo orecchio e sussurro.

         «Sì, ancora. Ma che ne dici se questa volta mi dedicassi al tuo buchetto posteriore?».

         «Hai tu il potere. Quello che decidi lo accetto.».

Sorride.

         «Bene! Ora ti giro di nuovo a pancia in giù!».

Verso l’olio sul suo ano rivolto verso di me e senza troppi indugi infilo lentamente l’indice nel suo buchetto. All’inizio fa resistenza, ma presto entra senza troppi problemi. Inizio a masturbare la sua figa mentre con l’indice le penetro il culo. Quando le pareti del suo ano sono belle rilassate, abituate alla presenza del mio dito, inserisco anche il medio. Questa volta inizia a gemere di piacere e bastano pochi affondi nel suo culo per farla venire di nuovo.

La faccio alzare dal lettino dopo averle tolto le cavigliere e i bracciali di cuoio.

È in piedi davanti a me, sudata, oleata e con il fiatone per gli orgasmi appena avuti.

         «Soddisfatta?».

         «Tantissimo!».

         «Apri leggermente la bocca!».

Esegue. Mi avvicino lentamente e la bacio. Le nostre lingue si attorcigliano in uno scambio che sembra infinito.

         «E’ contro il regolamento. Non dirlo a nessuno o mi licenziano!» le sussurro all’orecchio.

         «Sarà il nostro segreto. A te è piaciuto?».

         «Farò un’altra cosa contro il regolamento.».

Le prendo la mano e la porto in mezzo alle mie gambe. Lei stringe nella sua mano il cazzo durissimo da sotto i pantaloni bianchi della divisa.

         «Peccato non poter andare oltre qui!» le dico.

         «Qui no, ma a casa?».

         «Mi stai invitando a fare sesso a casa tua, Anna?».

         «Può essere. Però, ecco, preferirei pagarti anche per quello. Non voglio approfittare di te.».

         «Va bene. Ci guadagno due volte. Soldi e la possibilità di stare con una donna stupenda!».

         «Mi fai arrossire.».

Mi stacco da lei.

         «Ti ho messo il mio biglietto con il numero di cellulare del lavoro. Chiamami lì per metterci d’accordo. Qua nella stanza c’è lo spogliatoio privato in cui puoi sistemarti. Da quando te lo dico io conta fino a 20 e poi togli la maschera dagli occhi e poggiala sul lettino, poi sistemati. Per oggi abbiamo finito.».

         «Grazie di tutto!».

«Grazie a te. Ora conta!».

Esco dalla stanza e incontro Jessica.

         «Allora com’è andata?».

Mi fissa il pacco duro.

         «Direi bene. Ma ora è talmente duro che mi fa male. Devo sfogarmi!».

         «Ci penso io. Sono o non sono l’addetta al personale?».

Sorride, mi prende la mano e mi trascina in una stanza che non ho mai visto prima.

💥 CONTINUA A LEGGERE 💥

ADD COMMENTS | Tags : , ,

Maratona Sanremo

Posted by admin under Incontri Erotici on martedì Feb 14, 2023

La “Settimana Santa” è iniziata, e nonostante tutti quelli che conosco (me compresa) sono pronti a giurare di non essere minimamente interessati alla kermesse musicale più importante d’Italia, alla fine ci si ritrova sempre davanti alla tv. 

L’appuntamento, a casa mia, è sul divano della cucina, davanti alla mega tv che i proprietari di casa ci hanno comprato un anno fa. 

Io sono seduta al centro, gambe allungate su una sedia, copertina di pile tattica a coprire il mio pigiama rosa con gli orsetti compratomi da mia mamma in un momento non ben definito degli ultimi 5 o 10 anni.

Non esattamente l’abbigliamento super sexy che ci si può aspettare da un racconto erotico, evidentemente.

Calzini di spugna (rigorosamente spaiati, perché ormai ci ho rinunciato), occhiali “da riposo”, capelli legati in un cipollone sulla testa. Immancabile sacchetto di patatine aperto per sopperire al languore.

Alla mia destra, incassata nell’angolo del divano, tra bracciolo e spalliera, c’è Martina, la mia coinquilina con i dread che i fedelissimi avranno già presente. 

Ventinove anni, sul metro e ottanta, lineamenti del viso perfetti come il suo fisico da ex atleta. Look decisamente alternativo, con dilatatori ai lobi e tattoo sulle braccia. 

Martina è una social media manager e non è per nulla la classifica “tipa da Sanremo”. Ma per lavoro è costretta a sorbirselo tutto e a twittare live per conto di un cliente della sua agenzia.

In casa siamo solo noi. Christian, il mio ragazzo, è alle prove con la band, Esther boh. Ah c’è Marko, il ragazzo di Martina, nella loro stanza che continua a ticchettare fastidiosamente chissà cosa sulla tastiera del suo Mac.

Parte la prima puntata, e con essa i nostri commenti a qualsiasi cosa. Dagli outfit della Ferragni ai capelli di Morandi, con conseguente puntuale riferimento alla leggenda metropolitana su una sua presunta quanto inverosimile passione per la coprofagia. Ma vabbè.

Deve ancora iniziare la gara e io quasi non ce la faccio più. Quando sale sul palco la prima cantante sembra essere entrato in casa un soffio d’aria fresca. E sulle prime note ecco sbucare quel gigante di Marko.

“Ah cominciato, finalmente…” dice con quel suo marcato accento ceco. E si siede tra me e Martina, di fatto costringendomi con la sua mole a migrare verso il lato sinistro del divano. Sembra molto più contento lui di noi.

“Eh Sanremo molto famoso in Czech Republic… musica italiana ahhh…perfetta!”

Mah. Finora non direi. 

Martina commenta acidamente qualsiasi cosa, forse va a bilanciare quei tweet pieni di entusiasmo che deve pubblicare per contratto. Io rido e rispondo ai commenti, Marko è felice.

La serata procede tutta abbastanza uguale fino più o meno a metà Festival. 

Marko cinge in un abbraccio una gamba di Martina che gli poggia sul ventre. Lui le accarezza il polpaccio con la mano sotto la stoffa dei larghi pantaloni del suo pigiama. 

Li guardo, completamente imbacuccata sotto la coperta, coccolarsi dolcemente. 

Ripenso all’avventura al privè di qualche sera fa, quando proprio quell’armadio slavo mi ha scopata a pecorina davanti alla mia coinquilina. Credo di aver toccato uno dei picchi della mia perversione, quella sera, in quella stanza del privè. Il ricordo è eccitante, le immagini così chiare nella mia mente che sento la mia patatina scaldarsi.

Noto il piedino nudo di Martina, furtivo, muoversi leggero all’altezza del pacco di Marko, che da buon nordeuropeo deve avere l’antigelo nel sangue. Indossa una felpa grigia con cappuccio e dei pantaloncini neri. 

Fingo di non accorgermi di nulla, ma di tanto in tanto con la coda dell’occhio torno a spiare quelle coccole.

Martina ha il viso piantato sul telefonino, scrive, invia, torna a guardare la tv, mentre il suo piede sembra essere un’entità a sé che si struscia sempre meno leggero sul sesso di lui. Con la coda dell’occhio intravedo un‘erezione, sotto quel piede. 

Mi sento un pochino eccitata e magari se con la mano inizio a sfiorarmi da sotto la coperta loro non se ne accorgeranno. 

Martina solleva l’altra gamba e poggia anche l’altro piede sul sesso del ragazzo. Io continuo a far finta di niente e guardo la tv, ma protetta da quello strato di pile le mie dita si fanno strada sotto l’elastico dei pantaloni del pigiama e delle mutandine per raggiungere la mia passerina. Mi basta far scivolare un pochino il medio tra le labbra perché si schiuda quel tanto che basta per sentirmi umida.

Il Festival dei Fiori continua con i suoi ritmi lentissimi, forse un po’ noiosi, e lenti sono anche i miei movimenti sotto la coperta. Le mie dita scivolano sul mio clitoride, cerco di mantenere regolare il respiro e tengo il viso il più fisso possibile sulla tv. 

I piedi di Martina, però, ora tengono il membro di Marko in una morsa tra dita di uno e dorso dell’altro mentre è ancora imprigionato sotto i suoi pantaloncini.

Muove i piedi lentamente mentre continua a scrivere sul suo smartphone. 

Riesco a posare gli occhi per qualche secondo su di loro. Le dita del piede destro di Martina accarezzano quel rigonfiamento negli shorts mentre l’altro piede lo sorregge da sotto. Io, invece, con indice e medio alterno le carezze concentriche sul mio clitoride a delle timide penetrazioni. Non voglio esagerare. Non voglio essere scoperta. 

E proprio mentre lo penso, che Marko tira verso di se un lembo della mia copertina, forse con l’intenzione di nascondere quello che succede. 

“Posso prendere?” chiede, ma sta già tirando la coperta verso di se. Io la trattengo più che posso con la mano sinistra, che tiene anche il sacchetto di patatine, che faccio un po’ cadere sul pavimento.

Non vengo scoperta e lui riesce a coprirsi quel tanto che basta.

Pericolo scampato. 

La mia mano riprende il suo lavoro sulla mia passerina, ora un pochino più bagnata. Il pericolo di essere scoperta mi ha sempre eccitata, sin da quando ero ragazzina.

Lui, con un movimento mal celato e un po’ goffo, si libera il cazzo dai pantaloncini per offrirlo ai piedi di Martina. Vedo la sua erezione comparire sulla copertina come fosse una tenda da campeggio montata sul divano, e quel movimento di piedi che diventa più convinto. 

Mi accorgo che ora mi sto sditalinando in un modo molto più indecente e incurante del fatto che possano vedermi. 

Poggio la schiena sul bracciolo del divano girandomi verso di loro. Una gamba è piegata contro la spalliera mentre l’altra resta sulla sedia. Mi masturbo la patata alternando i movimenti sul clitoride a degli affondi delle dita sempre più in profondità mentre mi mordo le labbra. Sono bagnata, ho la figa bollente, e più mi tocco più mi viene voglia.

Martina mi guarda e poggia il telefono sul tavolo dietro di se. Guardo i suoi piedi muoversi sul cazzo del suo compagno ancora nascosti dalla coperta.

Marko si accorge dello sguardo che io e la sua ragazza ci scambiamo e si limita a scoprirsi quel tanto che basta a liberare il suo cazzone e i piedi di Martina.

“Ti piacciono le seghe coi piedi, maiale?” gli dice guardandolo. 

“Sì…” sussurra quasi, lui, rapito. 

“E l’altro giorno? Ti è piaciuto scoparti Mimì?” gli chiede subito, come in un interrogatorio.

Lui si volta verso di me, con un’espressione tra il piacere e la sofferenza. Mi guarda in viso, poi si sofferma in quel punto della coperta che si muove tra le mie gambe. Mi scopre. Mi guarda con la mano nei pantaloni del pigiama che mi masturbo ricambiando quello sguardo.

“Sì…” risponde. 

Martina mi guarda e mi fa un cenno con le sopracciglia. Fa spallucce e sorride, indicandomi il cazzo del suo uomo. Poi annuisce. Non dice nulla, ma i gesti sono chiari.

Mi alzo dal divano e mi sfilo i pantaloni e le mutandine in un colpo solo, lasciandoli sul pavimento. Mi volto verso di lui e mi piazzo a cavalcioni sulle sue gambe. Gli cingo il collo in un abbraccio ed inizio a muovere il bacino schiacciando il suo cazzone tra il mio sesso e il suo ventre. Lo guardo negli occhi. Ha ancora quell’espressione sofferente ed eccitata. 

Anche Martina si alza. Si sfila i pantaloni, le mutandine e la maglia restando nuda. Viene dietro di me e infila le sue mani sotto la mia maglia, a raccogliere nei palmi i miei piccoli seni. Gioca con i miei capezzolini ed entrambe guardiamo il suo uomo eccitato. I miei movimenti non accennano a diminuire. Lo sto masturbando masturbandomi, praticamente. Ho una voglia matta di sentirlo dentro. E probabilmente anche lui di scoparmi.

Martina inizia a baciarmi il collo e raggiunge il mio viso. È tutto un gioco di seduzione tra loro, io sono solo un mezzo. Perciò non prendo iniziative.

Quando Martina vuole raggiungere la mia bocca io la bacio. Chiudo gli occhi mentre lei invece continua a guardare lui in viso. 

Sento la mano di lei raggiungere il suo cazzo, lo sega per due o tre secondi e poi lo avvicina a me. 

È il segnale che aspettavo. E quello che tutti desideravamo. 

Mi sollevo e già completamente fradicia mi infilo quel cazzone dentro. Non lo lascio entrare tutto, ma inizio a muovermi lenta godendomi quella prima metà di pertica di carne dura. 

“Mmmh… oh sì…” mugolo appena. 

Cerco di respingere come posso i tentativi di lui di sbattermelo dentro, perché ho voglia di godermelo.

“Non ti permettere!” gli intima, Martina. “È lei che comanda, non tu!” 

E lui obbedisce. Si ferma sulla seduta e si gode quel movimento lento che io decido. 

Martina si rialza e sale in piedi sul divano. Si china col viso sulle labbra di lui. Con una mano gli afferra i capelli e gli porta la testa all’indietro.

“Ti piace, milačku?” che credo sia tipo “amore mio” in ceco. Glielo chiede mentre gli tira i capelli da dietro, con la faccia quasi attaccata alla sua.

“Sì…” dice lui con un filo di voce.

“E come si dice, a Mimì?”

“G-Grazie, Mimì…” mormora lui.

“Bene…” risponde lei. E gli sputa sulle labbra.

Io sono eccitata da quel rapporto. Lei così bella e dominante, lui così enorme e così remissivo. Ora voglio tutto quel cazzo. 

Così, lentamente, lo accolgo tutto dentro di me. Sgrano gli occhi, quando mi sento aprire dentro. “Oh cazzo…” dico.

Inizio a cavalcarlo, dapprima piano, poi con movimenti sempre più forti. Ed inizio ad ansimare e a godere. 

Martina, intanto si rialza e, dandogli le spalle, si siede letteralmente sulla sua faccia, piegata sulla parte alta della spalliera. Il suo sedere e il suo sesso sono praticamente sulla bocca di Marko, che sento affannato. Lui inizia a leccare, io continuo a scoparlo. Martina mi bacia.

Che bella, quella lingua. Ci baciamo con passione, mescolando le nostre salive. Le nostre mani scivolano sui nostri rispettivi corpi accarezzandoci. Lui intanto mugola.

“Che c’è amò? Vuoi già sborrare?” gli chiede sollevandosi. Il ragazzo è figo e ha un bel cazzone, ma forse deve lavorare sulla durata. “Mmmmh!” risponde, ancora con la bocca contro la figa di Martina. 

Lei si alza, e con un cenno mi invita a fare lo stesso. Prende per mano il suo compagno e lo fa alzare. Ora ci dirige tipo vigile urbano, e mi fa sedere sul divano. Una gamba tesa sulla sedia, l’altra più larga possibile. Si inginocchia davanti alla mia patata e si china su di me. Volta il capo verso il suo uomo “vai…” gli dice.

Lui senza farselo ripetere, dopo essersi finalmente liberato di quei pantaloncini, la penetra nella passera. “Ahhh sì…” dice lei chiudendo gli occhi un momento, come a volerselo godere. Poi scende sulla mia fighetta “tranquilla, a te ci penso io”, mi dice.

Inizia a leccarmi e a sgrillettarmi con quelle lunghe dita. Io mi sciolgo e ansimo forte, mentre mi stritolo da sola i capezzolini.

Mi lecca e ansima, lei, con dei “mmmh… mmmh…” al ritmo dei colpi sempre più frenetici di Marko. 

Io lo guardo. La stringe per i fianchi e la pompa con forza. Mi guarda, gli sorrido, e con un lamento rilascia un colpo più secco, esplodendo tutto dentro la mia amica, che si libera in un piccolo ma sonoro urlo di piacere, mentre ha la bocca spalancata sulla mia passerina.

Non accenna a rallentare e, con dei movimenti esperti della lingua misti a quelli delle dita, mi fa venire. 

Marko si toglie da quella pecorina improvvisata, completamente svuotato si abbandona sulla sedia accanto alla mia gamba. Martina si rialza e velocemente si rimette le mutandine, per evitare di far colare sul pavimento della cucina tutta la sborra che il suo ragazzo le ha svuotato dentro. 

Alla tv c’è uno che prende a calci delle rose. 

“Ci siamo persi il momento? Forse avrei dovuto twittare qualcosa…” dice Martina, sedendosi accanto a me. 

Ci rivestiamo entrambe e ci avvolgiamo nella copertina di pile fino al mento. Mi schiocca un bacio sulla guancia. 

Io questa casa non la lascio più.

💥 CONTINUA A LEGGERE 💥

ADD COMMENTS | Tags : , , ,