Il primo massaggio completo

Posted by admin under Incontri Erotici on mercoledì Feb 15, 2023

Il massaggio è una pratica che ci fa stare bene. Essere massaggiati ci rilassa, ci rasserena e spesso ci eccita. Farsi massaggiare è sentirsi coccolati, sentirsi importanti. Chi di noi non si è sentito il centro del mondo per quei minuti in cui il nostro partner ci ha massaggiato, o quando da piccoli le coccole della mamma erano i massaggini sulla schiena.

Sono cresciuto con l’idea che il massaggio sia una delle forme più belle di cura per una persona. Così dopo anni di studio e pratica divento un massaggiatore professionista. La ricerca di lavoro non è facile, ma sono assunto in un centro massaggi nella mia città. Il posto molto pulito ed elegante, le colleghe e i colleghi molto gentili e accoglienti. E vengo subito ragguagliato sul fatto che in quel centro avrei dovuto fare anche dei massaggi particolari, quelli che vengono fatturati come “massaggi completi”.  Oggi voglio raccontarvi proprio del mio primo massaggio completo.

Quella mattina entro in negozio come al solito, saluto tutti, scherzo con la mia capa e prendo un caffè con Nadia una mia collega molto avvenente e a cui credo di piacere. Raggiungo la sala dove di solito lavoro, ma vengo fermato da Jessica, la direttrice del centro.

         «Dario, stamattina lavorerai in un’altra stanza.».

         «Come mai?».

         «Sei stato richiesto per un massaggio completo. Una delle tue clienti abituali ha una lista dei desideri e paga bene. So che hai firmato un contratto che ti vincola ad eseguire anche questi tipi di prestazione, ma se hai problemi…».

         «Nessun problema. È lavoro anche questo.».

         «Lo dici solo perché le tue clienti sono belle donne!».

         «Può essere… Ahahah».   

Mi sorride.

         «Ti aspetta nella stanza Iris. Ecco la lista delle sue richieste, lì troverai tutto il necessario. Buon lavoro!».

Mentre mi dirigo alla camera leggo cosa prevede il programma per il massaggio e in realtà non è molto dettagliato. Quello che però è chiaro sono due concetti: immersione totale nell’esperienza e controllo totale da parte mia. Ho in mente qualcosa che ho provato tempo fa con una ragazza con cui uscivo, quindi so cosa fare nonostante la poca chiarezza delle indicazioni.

         «Buongiorno, Anna.».

         «Dario…».

         «Come stiamo oggi?».

         «Molto bene e spero ancora meglio. Sai mi vergogno un po’, è la prima volta che faccio una richiesta del genere, ma…».

         «Non si preoccupi! Non c’è nulla di cui vergognarsi!».

         «Sei sempre così gentile ed educato. Dammi pure del tu!».

         «Bene, Anna. Iniziamo! Mi hai prenotato per due ore, quindi abbiamo tutto il tempo del mondo. Ora preparo le cose che userò così tu puoi sentirti più tranquilla. Intanto facciamo quattro chiacchiere. Mi dicevi che sei sposata, giusto?».

         «Sì, da quasi vent’anni. Mio marito lavora tutto il giorno e la sera è sempre abbastanza nervoso. Ho seguito il consiglio di un’amica e sono venuta qui per prendermi un po’ di tempo per me. Io sono un’insegnante e ogni tanto ho del tempo libero da dedicare a me.».

         «E come mai hai scelto il massaggio completo con me?».

Anna diventa rossa.

         «Ecco… mi trovo bene con te. Ho 40 anni e credo di essere una bella donna eppure mio marito non mi degna di attenzioni. Tu mi hai dedicato il tuo tempo, sei stato gentile e mi hai fatto stare bene. So che sono solo massaggi e che sei pagato per farlo, ma…».

         «Ti sei sentita importante e che qualcuno aveva interesse a prendersi cura di te.».

         «Esatto! Non ho mai fatto un massaggio completo, né mai tradito mio marito. Però ecco, voglio stare ancora meglio e dato che ti sei preso cura di me fino ad ora…».

         «Non dire altro. Sono qui per te. E credo davvero che sia incredibile come qualcuno possa non dedicarsi a una donna così bella.».

Arrossisce ancora di più.

         «Grazie, sei gentile a farmi i complimenti.».

         «Solo la verità! Bene, ora iniziamo. Da adesso esegui i miei ordini e vedrai che starai bene. Ti metto questa mascherina paraocchi. La terrai sugli occhi per tutto il tempo del massaggio e vedrai che ogni sensazione sarà più intensa.».

         «Va bene.».

È bendata. Non vede più nulla. Inizia a tremare leggermente. È in un po’ agitata. Le prendo la mano e mi avvicino al suo orecchio e sussurro:

         «Stai calma. So che fa un po’ paura ed è normale essere agitati, ma quello che accadrà sarà solo piacevole. Ti fidi di me?».

Fa cenno di sì con la testa.

La porta è chiusa e la stanza è completamente insonorizzata. Resto in silenzio e mi metto davanti a lei. Si sentono solo i miei passi e il respiro agitato di Anna. Sono davanti a lei e inizio piano piano a sbottonarle la camicetta e gliela tolgo. Ha un reggiseno nero di pizzo che copre una splendida quarta di seno. È magra e il suo petto è coperto da una collana di lentiggini. La sua carnagione è abbronzata. Ha un piercing all’ombelico, molto carino. Lo sfioro mentre faccio scendere le mani verso la zip dei pantaloni. La abbasso e le tolgo i pantaloni. Resta con degli slip di pizzo neri, abbinati al reggiseno. Ha delle belle gambe snelle e un bel culo sodo. Si vede che fa attività fisica e si prende cura di sé. Indossa dei tacchi che le levo. Ha messo uno smalto rosso fuoco sulle unghie dei piedi e delle mani. Si è fatta bella per me. Mi porto dietro di lei, facendo più silenzio possibile. Le slaccio il reggiseno e lo faccio cadere a terra, liberando la sua quarta e i suoi capezzoli già turgidi. Scendo lungo la schiena, sfiorandola con le dita. Ha i brividi e la pelle d’oca. Trema un po’. Le abbasso gli slip e noto un ciuffo di pelo rosso, come i suoi capelli, sul monte di venere. Il resto è depilato. Si è preparata anche lì sotto per me.

Mi avvicino all’orecchio e dopo aver soffiato per avvisarla le sussurro.

         «Sei completamente nuda. Sei bellissima e ora inizierà il vero massaggio. Non parlare a meno che tu non abbia realmente necessità. Come hai provato ora bendata e in silenzio puoi apprezzare completamente la sensazione del tatto sulla tua pelle.».

La accompagno sul lettino. La faccio stendere sulla pancia. Verso l’olio per massaggi sulla sua schiena e inizio a spalmarlo sulla sua pelle morbida. Le massaggio le spalle, le braccia, i fianchi. Salto i glutei. Vado ai piedi, sembra apprezzare. Risalgo prima sui polpacci, poi le cosce. Arrivo finalmente al suo culo sodo. Lo cospargo con molto olio e le allargo leggermente le gambe. Rigoli di olio scendono sulla sua figa rossa. È visibilmente eccitata. Inizio a massaggiare i glutei, sempre con più forza e poi faccio scendere le mani verso l’interno coscia. Struscio le mie dita sulle sue labbra esterne. Ha dei brividi di piacere e il suo respiro si fa più affannoso. Inizio a strusciare la mano dalla fessurina fin su sopra l’ano. Ad occhio non è mai stato penetrato.

         «Volevi che fossi in controllo totale, giusto Anna?».

Fa cenno di sì con la testa.

         «Ora ti immobilizzerò le braccia dietro la schiena e le gambe aperte con dei bracciali di cuoio.».

Un volta legate le sue braccia dietro la schiena, le alzo il bacino e le infilo sotto un cuscino in modo da avere il suo fondoschiena bello alzato. Le gambe sono belle aperte e le lego le caviglie ai piedi del lettino.

         «Ora mi dedicherò esclusivamente a massaggiarti in mezzo le gambe. Per i prossimi 30 minuti, la mia attenzione sarà al tue bel tempio del piacere.».

Posiziono il pollice sinistro sul suo ano. Premo in modo che senta la pressione, ma non la penetro. La pressione tiene ferma la pelle delle labbra, mentre con la mano destra prendo tra pollice e indice il suo clitoride bagnato con l’olio. Inizio a stimolarlo muovendolo tra le dita. Poi alternando piccoli strizzi a massaggi più dolci di varie intensità. Dopo il clitoride mi dedico alle labbra. Le prendo a pinza tra indice e medio e le struscio. I gemiti che Anna emette sono un chiaro segno di quanto le stia piacendo. Finito con la parte esterna, mi dedico all’interno. Inizio a farle un ditalino con due dita, poi con tre. Non resiste a lungo e viene sul lettino. Sento le sue pareti contrarsi attorno alle mie dita. Una sensazione bellissima.

La slego. La faccio girate supina. Le lego di nuovo i polsi sopra la testa e le gambe divaricate alle gambe del lettino. Cospargo d’olio la sua pancia piatta e inizio a massaggiarla. Mi dedico con piacere alla sua quarta. Parto dalla base del suo seno e salgo stringendolo tra le mani su fino ai capezzoli duri. Stimolo i suoi bottoncini duri con il pollice da sopra. Li prendo tre pollice e indice e li giro come fossero le manopole della radio. Premo sopra a spingerli verso il basso. Anna è un gemito unico. Ha di nuovo un orgasmo. Infine cospargo il suo monte di venere di olio per massaggi. Non servirebbe perché è già bagnatissima di suo, ma voglio che la sensazione sia al massimo, soprattutto quella uditiva.

         «Ora concentrati sul mio tatto e sul suono.».

Inizio a massaggiarle la figa a mano aperta. Prendo tutto. Strofino la mia mano, premendola sulle sue zone erogene. Metto la mano a coppa e inizio a penetrarla molto velocemente. Nella stanza echeggiano i suoi gemiti e il ciaf ciaf della sua figa. Non resiste più e squirta come una fontanella in un lungo orgasmo, l’ennesimo. Tutti i suoi umori sono sul lettino e colano sul pavimento.

         «E’ stato bellissimo!».

Dice con il fiatone.

         «Anna, abbiamo ancora mezz’oretta a disposizione.».

         «Vuoi farmi venire ancora?».

Mi avvicino al suo orecchio e sussurro.

         «Sì, ancora. Ma che ne dici se questa volta mi dedicassi al tuo buchetto posteriore?».

         «Hai tu il potere. Quello che decidi lo accetto.».

Sorride.

         «Bene! Ora ti giro di nuovo a pancia in giù!».

Verso l’olio sul suo ano rivolto verso di me e senza troppi indugi infilo lentamente l’indice nel suo buchetto. All’inizio fa resistenza, ma presto entra senza troppi problemi. Inizio a masturbare la sua figa mentre con l’indice le penetro il culo. Quando le pareti del suo ano sono belle rilassate, abituate alla presenza del mio dito, inserisco anche il medio. Questa volta inizia a gemere di piacere e bastano pochi affondi nel suo culo per farla venire di nuovo.

La faccio alzare dal lettino dopo averle tolto le cavigliere e i bracciali di cuoio.

È in piedi davanti a me, sudata, oleata e con il fiatone per gli orgasmi appena avuti.

         «Soddisfatta?».

         «Tantissimo!».

         «Apri leggermente la bocca!».

Esegue. Mi avvicino lentamente e la bacio. Le nostre lingue si attorcigliano in uno scambio che sembra infinito.

         «E’ contro il regolamento. Non dirlo a nessuno o mi licenziano!» le sussurro all’orecchio.

         «Sarà il nostro segreto. A te è piaciuto?».

         «Farò un’altra cosa contro il regolamento.».

Le prendo la mano e la porto in mezzo alle mie gambe. Lei stringe nella sua mano il cazzo durissimo da sotto i pantaloni bianchi della divisa.

         «Peccato non poter andare oltre qui!» le dico.

         «Qui no, ma a casa?».

         «Mi stai invitando a fare sesso a casa tua, Anna?».

         «Può essere. Però, ecco, preferirei pagarti anche per quello. Non voglio approfittare di te.».

         «Va bene. Ci guadagno due volte. Soldi e la possibilità di stare con una donna stupenda!».

         «Mi fai arrossire.».

Mi stacco da lei.

         «Ti ho messo il mio biglietto con il numero di cellulare del lavoro. Chiamami lì per metterci d’accordo. Qua nella stanza c’è lo spogliatoio privato in cui puoi sistemarti. Da quando te lo dico io conta fino a 20 e poi togli la maschera dagli occhi e poggiala sul lettino, poi sistemati. Per oggi abbiamo finito.».

         «Grazie di tutto!».

«Grazie a te. Ora conta!».

Esco dalla stanza e incontro Jessica.

         «Allora com’è andata?».

Mi fissa il pacco duro.

         «Direi bene. Ma ora è talmente duro che mi fa male. Devo sfogarmi!».

         «Ci penso io. Sono o non sono l’addetta al personale?».

Sorride, mi prende la mano e mi trascina in una stanza che non ho mai visto prima.

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In ascensore con la vicina

Posted by admin under Incontri Erotici on lunedì Feb 13, 2023

Mi chiamo Denis e sono un ragazzo di 25 anni. Da qualche mese abito in un appartamento condominiale preso in affitto, per poter seguire le lezioni all’università. È qui che ho conosciuto Roberta, la mia vicina. Lei vive da sola, ha 38 anni e svolge la professione di agente immobiliare.
Roberta è una donna dalla statura un po’ bassa, arriva circa alle mie spalle ed è piuttosto formosa. Ha dei vivaci occhi marroni dallo sguardo magnetico e seducente. I suoi capelli neri e ricci scendono poco oltre le spalle e invitanti sono le sue labbra rosse e carnose. Sebbene non abbia l’aspetto di una ragazza atletica, si lascia ben apprezzare per le sue curve femminili. Il suo seno morbido e prosperoso ha alimentato spesso le mie fantasie. La linea prosegue sinuosa lungo i suoi fianchi evidenziando un sedere tondo e ben pronunciato e contorna armoniosamente le sue cosce calde.

Una domenica mattina, mentre esco per una corsa, mi imbatto in Roberta, anche lei che si appresta ad uscire.

Io: “Buongiorno Roberta!”
Roberta: “Ciao Denis! Ma stai uscendo a correre?”
Io: “Sì, visto che è una bella giornata di sole, pensavo di scaricare un po’ le energie”
Roberta: “Che invidia! Avessi anch’io la voglia che hai tu di allenarti. Sfogati per bene, che sei bello giovane!”
Io: “Faccio del mio meglio, grazie ahah”
Roberta: “Invece io oggi sono alle prese tutto il giorno con le pulizie in casa. Dio santo se penso a quanto devo fare ahah. Ora stavo per buttare la spazzatura, se mi aspetti un attimo prendiamo insieme l’ascensore”.
Io: “Certo! Volentieri”.

Mentre aspettiamo l’ascensore, la mia attenzione è catturata dall’abbigliamento casalingo di Roberta. Indossa dei leggins grigi attillati e una canotta blu che, oltre a lasciare scoperte le spalle, presenta un’ampia scollatura davanti. Le sue tette invitanti richiamano la mia attenzione e con mia sorpresa noto che sotto non indossa il reggiseno.
Squadrandola l’eccitazione prende il sopravvento su di me. Mi sento sull’orlo di una tempesta di ormoni e desiderio. Io indosso solo dei pantaloncini leggeri per la corsa e mi rendo conto che se avessi un’erezione in questo momento, questa sarà ben visibile a lei, complici le mie notevoli proporzioni. Mi sforzo di guardare e pensare ad altro per evitare una simile figuraccia.

Arrivato l’ascensore, Roberta fa: “Mi fai un favore, mi tieni aperta la porta dell’ascensore così sistemo dentro questi sacchi?”.
Io: “Certo nessun problema, tengo io”.

Chinandosi per sistemare i sacchi, Roberta mette in mostra il suo culo meraviglioso verso di me. Non posso fare a meno di notare che i suoi leggins sono un po’ consumati dietro e quando si piega sul bacino in quel modo così provocante, la loro stoffa si distende facendo intravvedere, la pelle delle cosce e del culo di Roberta, quasi come nuda. Si intravvedono chiaramente anche le sue mutandine rosse tipo perizoma che, mentre si china, si infilano piacevolmente tra le sue chiappe. Davanti a questa visione, il mio cazzo non vuole saperne di trattenersi e cresce gradualmente di dimensioni premendo sempre più contro i miei pantaloncini. Un desiderio incontenibile di strapparle di dosso quei dannati leggins, di sfilare le sue mutandine e portarle al mio viso per godermi la travolgente femminilità di Roberta. Non so come riesco ad allentare l’impulso di infilare il mio cazzo, ormai bagnato di liquido preseminale, nella deliziosa figa di Roberta.
Uno dei sacchi dell’immondizia, quello della plastica, è piuttosto ingombrante così, una volta saliti in ascensore, io e Roberta ci troviamo a stare attaccati, uno di fronte all’altra. Siamo talmente stretti che le sue abbondanti tette premono in parte sul mio addome e in parte sul braccio. Sento i suoi capezzoli a contatto con la mia pelle, ricordandomi così che non porta il reggiseno, capezzoli i quali, per qualche motivo, devono essere diventati duri. Tentando di mettersi più comoda, Roberta si gira leggermente e finisce per sfiorare involontariamente il mio cazzo.

Roberta: “Oddio scusami stavo cercando di girarmi un po’”
Io: “Ah non ti preoccupare, tranquilla”. Non faccio in tempo a rassicurarla che lei abbassa lo sguardo per sincerarsi che sia tutto a posto e così si accorge finalmente della mia erezione. Mentre io non so che dire per la vergogna, lei si mette a ridere, portando la mano alla bocca per cercare di controllarsi.
Io: “Chiedo scusa…sono davvero imbarazzato”
Roberta scoppia in una risata più chiassosa e a momenti le lacrimano gli occhi.
Roberta: “No figurati ahahahah, solo non credevo che bastasse così poco per farti diventare duro ahahahah”.

Seguito un primo momento di imbarazzo da parte mia, ritrovo il contatto con gli occhi di Roberta e una risata più contenuta sfugge anche a me.
Ricomponendosi, le risa giocose di Roberta lasciano spazio piano piano a un sorriso malizioso mentre i nostri sguardi si incrociano più volte. Dopo qualche secondo di silenzio, sfiorandosi i capelli Roberta si volta, dandomi la schiena. Davanti a noi lo specchio dell’ascensore permette comunque di continuare a fissarci e la scarsa luce presente contribuisce all’atmosfera eccitante che si stava creando. A un tratto è lei a prendere l’iniziativa e, prese le mie mani, le porta lentamente sulle sue tette. Mi induce a palparle gentilmente e a massaggiarle con ampi movimenti circolari. Io inizialmente incredulo per quella situazione surreale, mi lascio guidare come ipnotizzato a soddisfare le sue voglie, i suoi capricci. Dopo qualche istante mi riprendo, la perversione si fa strada in me e mi trovo a infilare una mano sotto la sua maglietta. Porto a scoprire dalla canotta una delle tette di Roberta e mentre la stringo con più vigore rispetto a prima, stuzzico anche il capezzolo con le mie dita ruvide. Dall’espressione confusa e abbandonata alla lussuria di Roberta, capisco che è un buon momento per far scendere l’altra mia mano giù, passandola delicatamente sul suo ventre fino a raggiungere la sua figa. Al contatto e per la sorpresa lei tira indietro i fianchi, portando il suo culo morbido e caldo contro il mio cazzo. Comincio a massaggiare delicatamente la micia di Roberta al punto che inizia ad ansimare e le sue cosce fanno pressione sulla mia mano. Quasi immediatamente percepisco che a poco a poco la passerina di Roberta si sta bagnando sempre più e vani sono i suoi tentativi di trattenere con le cosce l’orgasmo di cui è preda. Il profumo dei capelli di Roberta si mescola con i suoi feromoni di donna in un alone inebriante che riaccende i miei istinti ormai incontrollabili. Scorro con la punta del naso sul suo collo, coprendola di baci e lei tira un sospiro che diventa un grido strozzato di piacere. Alza sensualmente un braccio, scoprendo l’ascella e con la mano mi stringe per i capelli. Mi avvicino all’orecchio e le dico: “Mi fai impazzire piccola”. Lei sorridendo: ” Mi sento una zoccola in questo momento”. E io con tono più brusco: “Bene, è così che ti devi sentire quando sei con me. Voglio che ti senta una troia”. Infine ricerco le sue labbra, le nostre lingue finiscono intrecciate in un bacio appassionato e così ci abbandoniamo al piacere più intenso.

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