Twister

Posted by admin under Incontri Erotici on sabato Gen 14, 2023

Marco è andato ad addormentare i bambini, mentre noi siamo ancora a tavola a chiacchierare.
“Buono davvero questo liquore”
“Lo fa mio zio, ricetta segreta di famiglia!” poi Anna si alza ed inizia a sistemare la confusione lasciata dai
bambini.
“Ti diamo una mano!?” ti alzi e mi guardi con uno sguardo significativo, ok sbuffo ed aiuto anche io a
raccogliere i giocattoli sparsi ovunque per la sala, fino in cucina sono arrivati qui due diavoletti.
Abbiamo quasi finito, resta solo il tappeto di twister in mezzo alla sala, voi due siete ai due lati e vi guardate
come due pistoleri che aspettano lo scoccare delle campane per il duello.
“Ti ricordi!?”
“Certo, vincevo sempre io”
“Che bugiarda”
Ti siedi sul divano e ti sfili gli stivali, le tue gambe bellissime sono velate da delle autoreggenti nere, che
scompaiono sotto il vestito di lana, ti rialzi e ti posizioni.
“E’ una sfida?!” Anna si sfila le ciabatte e si posiziona.
Io vi guardo stupito, volete giocare!?
“Gira la ruota!” è un ordine secco.
“Fate davvero!?” mi guardate malissimo tutte e due, io alzo le mani e prendo la ruota con la freccetta che
gira.
“Piede destro rosso!” vi posizionate veloci.
“Mano sinistra verde!” giù le mani.
“Che succede qui!?”
“Sfida all’ultimo sangue!” Marco si riempie un bicchierino di liquore e si siede sulla poltrona divertito.
La sfida va avanti.
Mi rendo conto che il vestito di mia moglie non è proprio adatto a questo gioco, è un po’ troppo stretto, per
fare un movimento è costretta ad alzarlo parecchio, Marco per poco non si strozza con il liquore. Mi viene
in mente cos’ha sotto quel vestito e immagino cosa possa aver visto.
Davanti ai miei occhi mi rendo conto di avere il culo di Anna fasciato dai leggings, teso e duro rivolto verso
l’alto, mentre il largo maglione che indossa gli è sceso in avanti, dalla mia posizione riesco a vedere
l’attaccatura dei seni, che realizzo essere nudi sotto la lana.

Mi scatta un’eccitazione incredibile, devo sistemarmi prima di far girare nuovamente la ruota, poi alzo lo sguardo e vedo Marco, i nostri sguardi si incrociano, sappiamo entrambi cosa vedono i nostri occhi, sappiamo entrambi che siamo eccitati alla vista delle nostre mogli aggrovigliate in quel gioco. Il gioco continua, ora mia moglie è a culo di in su, le gambe divaricate, il vestito oltre la vita, le gambe autoreggenti che arrivano a metà coscia, il culo bianco coperto da un minuscolo perizoma di pizzo, giro veloce la ruota. Anna è tutta intrecciata su se stessa, i leggings tesi allo spasimo, quasi trasparenti, si vedono i contorni di un tanga nascosto tra le chiappe, il maglione risalito, la schiena nuda, liscia bellissima. Giro ancora la ruota e ancora e ancora. Siete bravissime a questo gioco, mentre noi siamo sempre più eccitati, ed è impossibile che non ve ne siate accorte. Impossibile che Anna non si sia accorta di averci mostrato il seno in varie occasioni, impossibile che tu non ti sia accorta di averci sbattuto il culo e non solo in faccia più e più volte Giro ancora, Anna è di fronte a me, gambe larghe, culo in su, leggings tirati al massimo, mani in basso, il maglione gli scivola lentamente verso il basso, cala sempre di più, si ferma un attimo al bordo del seno, poi scende del tutto, ho davanti a me due seni stupendi, il maglione si è fermato al collo, sotto c’è il suo viso contornato da una casca di capelli dorati, al centro due occhi enormi puntati nei miei. C’è un silenzio irreale, ti guardo, stai facendo il ponte, gambe larghe verso di lui, braccia indietro, gli stai mostrando tutte le tue grazie e lo sai, mi guardi, guardi Anna, guardi Marco, sei affannata, come Anna, come lo sono io, come lo è Marco. Metto via la ruota e a gattoni mi avvicino a voi, devo accarezzare quel seno che vedo pendere davanti a me. Anna mi guarda avvicinare, guarda la mia mano allungarsi lentamente, guarda le mie dita accarezzarla. Ti sento sospirare, Marco è accovacciato tra le tue gambe, ti sta accarezzando le cosce. Accarezzo questo culo fantastico che ho di fronte, completamente aperto, esposto alle mie carezze, Anna si agita ma non si muove, si morde le labbra. Improvvisamente tu cadi distesa sul tappetino, con un lamento, un sospiro languido, vedo la testa di Marco tra le tue gambe. Sono eccitato non sono geloso, affondo la faccia tra questi due globi perfetti, aspiro questo odore inebriante, mentre sento delle mani armeggiare con la mia cintura. Le mani sono le sue, sono le tue, febbrili mi slacciate i pantaloni, mi sento esplorare e finalmente me lo tirate fuori. Prendo il bordo di questi leggings e cerco di abbassarli, Anna mi aiuta sollevandosi e chiudendo le gambe, sculetta mentre glieli abbasso, poi si leva anche il maglione e si mostra nella totale nudità, è bellissima davvero. Ti guarda con uno sguardo quasi languido, guarda la faccia di suo marito tra le tue gambe, guarda il tuo viso teso nel piacere, poi si china su i te ed inizia a sollevarti il vestito. Ti lasci spogliare dalla tua amica mentre io faccio da me.

Marco è ora l’unico vestito, ancora intento a darti piacere con la lingua. Anna è attratta dal tuo seno, così più grande del suo, così morbido, un po’ cadente, si avvicina, lo accarezza, lo massaggia, io faccio lo stesso con il suo corpo, più muscoloso, scolpito, duro, forte. Anna sembra apprezzare il mio trattamento, accoglie le mie dita dentro di lei con un sospiro, mentre assaggia il tuo seno con un morso, una tua mano inizia a segarmi con forza, ho l’uccello durissimo, me lo sbatti sulle sue tette. Voglio di più, mi sposto dietro di lei, lo appoggio alle sue labbra e aspetto, è Anna a venire in dietro verso di me, mi prende tutto lentamente fino in fondo, si sistema, poi fa un po’ avanti e indietro, inizio a spingere. Mi incita, mi viene incontro, spingo più forte, la sbatto con forza, si lascia cadere su di te, la spingo, scivola su di te, fino ad arrivare a Marco. Si baciano, passionali, mentre io la stantufo da dietro, mentre ti sento sotto di lei che la accarezzi, mentre sento la tua lingua tra di noi. Marco si alza e si spoglia frenetico, mentre la lingua di Anna ha preso il posto di quella di suo marito, ti tiene le gambe larghe, te le allarga più che puoi, mentre vedo la sua testa bionda agitarsi su di te. Marco ricompare, completamente nudo, un uccello di tutto rispetto, forse più stretto del mio ma sicuro più lungo, lo sbatte sul viso di sua moglie, che eccitata lo prende in bocca, lo ingoia, più che può, poi lo prende e lo fa entrare dentro di te. Ti sento sospirare mentre inizia a muoversi, mi accarezzi le cosce, le chiappe, mi spingi contro di lei, mentre sento la tua lingua che la lecca, che mi solletica le palle. Sto scopando la tua migliore amica, mentre tu mi lecchi le palle. Il marito della tua migliore amica ti sta scopando vanti ai miei occhi mentre lei ti lecca il clitoride. Assurdo, impensabile, fantastico. Neppure nelle mie più torbide fantasie… Marco cambia ritmo, inizia ad uscire completamente da te, Anna gli lecca la cappella, poi la direziona e lui lentamente torna dentro di te, poi di nuovo fuori, poi dentro, con calma, a godersi ogni momento. Ho rallentato anche io e mi sto godendo la vista di questo splendido culo, quando improvvisamente mi pianti le unghie nelle chiappe e mi costringi a fermarmi, vedo Anna intenta e leccarti e a tenerti le gambe allargate al massimo, mentre Marco spinge lentamente, inesorabilmente, dentro di te, ci metto qualche secondo a realizzare quello che sta succedendo. Solo dopo che il suo uccello è sparito completamente nel tuo culo ti rilassi un pochino e sfili le unghie dalle mie chiappe, me le accarezzi come per chiedere scusa, ma quando Marco inizia a fare avanti e indietro le ripianti con forza, mentre si sente un ruggito provenire da sotto. Inizio a pompare Anna con forza eccitato sopra ogni limite, le mie palle che sbattono sul tuo viso, spingo più che posso aggrappato a questi fianchi stupendi. Anna inizia a mugolare, a godere, mentre Marco ti sta sfondando il culo senza pietà.

Anna solleva il culo, lo spinge contro di me, viene in contro tempo, si agita poi viene attraversata da una scossa, mugugna qualcosa mordendosi le labbra ed esplode letteralmente su di te, ti spruzza in faccia tutto il suo piacere, mentre ti sento agitare sotto di lei, perdo il controllo, mi sfilo ed esplodo, due tre quattro cinque grossi fiotti bianchi su di lei, su di te, sulla sua figa, sul tuo viso distrutto dal piacere, la bocca aperta in un urlo muto, mentre il tuo corpo è scosso da brividi di piacere. Alzo lo sguardo e vedo Marco sfilarsi da te, un grosso filo bianco pende dal suo uccello, cola dal tuo culo. Restiamo qualche secondo fermi a prende fiato poi uno alla volta andiamo in bagno a lavarci e ci rivestiamo. Siamo in silenzio, impacciati, gli sguardi tutti un po’ bassi…

“Comunque ho vinto io!”

“Che bugiarda!”

“Tu sei caduta prima di me!”

“Ma se è stato Marco a farmi cadere!”

“Anche tuo marito ci ha provato ma io non sono caduta!”

“Non vale così! Voglio la rivincita!”

Io e Marco siamo stravaccati sul divano a guardarvi discutere, ci viene da ridere “Facciamo la prossima volta?”

“Noi siamo stanchi!”.

Vi scambiate uno sguardo furbo, di complicità.

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Zitto e lecca!

Posted by admin under Incontri Erotici on giovedì Gen 12, 2023

È come se fossi stato travolto da un tir. Forse sto sognando tutto. Due maschioni si sono trapanati Lucia davanti ai miei occhi e l’unica cosa che ho voluto fare è stata smanettarmi. E probabilmente è stato l’orgasmo più forte che abbia mai provato in vita mia. Mentre sono sdraiato sul divano, loro sono in camera nostra a porte chiuse. Forse sarebbe meglio cercare di addormentarsi e sperare che domani sia tutto sparito, ma no. A questo punto non si torna indietro. Con il mio pisellino in tiro mi avvicino al buco della serratura, come un ragazzino arrapato, ma appena mi appoggio alla porta si apre e cado a terra. I due uomini mi attendono in piedi con le loro stanghe sull’attenti, mentre Lucia, sdraiata come una regina, ricoperta di sborra, guarda e ride. 
“Finalmente ti sei deciso ad entrare, guarda che casino!”
Rimango lì con la faccia da pesce lesso, credo di aver capito cosa intenda, ma non sono sicuro che sia quello che voglio…
Vengo colpito da uno scappellotto sulla nuca, è Alberto.
“E pulisci daai”
Non so come mi ritrovo a leccare la sua cappella imbrattata di sperma e umori della mia compagna, mentre il suo assistente Carlos mi tiene ferma la testa. Non avevo mai fatto particolari fantasie sugli uomini, ma ora che sono in questa strana situazione ubbidire mi sembra la cosa più naturale di questo mondo. Dopo aver finito con il glande procedo a leccare tutta l’asta, tra i commenti e le risate dei tre.
“Lascialo libero Carlos, non vedi che è una troietta nata?”
“L’ho sempre saputo che mio marito è nato per essere un Cuck, grazie Alberto per avermi aperto gli occhi..”
“E non solo “
E sbatte il suo arnese in faccia a Lucia, appena tirato a lucido dalla lingua del sottoscritto. Mentre riservo lo stesso trattamento a Carlos mi chiedo come facciano a essere sempre così attivi, incrocio lo sguardo di mia moglie che sembra avermi letto nel pensiero…
“Semplice, loro sono maschi alpha, nati per scopare e dominare. Tu invece sei un beta, esisti solo per ubbidire ai miei ord…”
“Ma stai zitta!”
Alberto la prende per i capelli e inizia a scoparle la bocca con forza, mentre la mia è occupata dalle palle del suo socio. Non riesco a staccare lo sguardo da mia moglie che lacrima, sbava, grugnisce e neanche la lingua dai testicoli da toro che ho in bocca.
“Basta frocetto, levati!”
Carlos si stacca e mi spinge su Lucia, nel frattempo Alberto si scarica nella sua bocca, ma lei non ingoia, trattiene tutto con le guance gonfie, si gira verso di me e lo sputa sulla mia faccia. L’unica cosa che riesco a fare e masturbarmi furiosamente tra le lacrime mentre sono deriso da due estranei e quella che dovrebbe essere l’amore della mia vita. Dopo essermi tristemente schizzato sul palmo della mano inizio diligentemente a pulire mia moglie dalla testa ai piedi sotto lo sguardo divertito dei due stalloni e i mugolii della mia compagna.
“Oh guarda come gli si sta aprendo il buco del culo, che dici dovremmo sfondarglielo?”
“Bleah Alberto, lo sai che non mi piacciono ste’ cose, se vuoi fallo tu mentre io mi inculo quella vacca di sua moglie…”
Probabilmente la prossima sarà la puntata conclusiva, quindi scegliete attentamente 🙂

Cosa dovrebbe fare il nostro protagonista?
– Mettersi solo ad osservare e pulire
– Reagire scopando Lucia da vero maschio alpha
– Scappare
– Ubbidire
– Supplicare di farsi inculare

Come al solito aspetto le vostre scelte sul sondaggio Telegram o qui nei commenti, alla prossima puntata!

Darkside87

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Formazione della zoccola nuova

Posted by admin under Incontri Erotici on giovedì Gen 12, 2023

Pamela
Mi chiamo Pamela, ho ventidue anni e sono sposata con Luca. Sono alta m.1,70, capelli lunghi e neri, occhi scuri, seno una terza abbondante e un bel culetto alto e sodo, gambe lunghe e labbra carnose. Sono la figlia unica di una famiglia dalle idee molto libertine. Mio padre, un gran porco, ha sposato Elisa, mia madre, che aveva diciassette anni, dopo che lei era rimasta incinta. Questa situazione particolare ha, in qualche modo, determinato un cambiamento totale nella vita di mia madre. Non tanto perché era diventata madre, ma perché questo ha determinato una grande complicità con mia nonna Maria. Lei, all’epoca, era già titolare di una tabaccheria, dove, in vetrina, c’era un cartello che riportava uno slogan alquanto particolare: QUI SI VENDONO SIGARETTE E BOCCHINI! Naturalmente, davanti al cartello, c’erano alcuni pacchetti di sigarette e piccoli dispositivi utilizzati per filtrare la nicotina: appunto i bocchini. In realtà, come ho poi scoperto dopo, la nonna i bocchini li faceva a gogò e se li faceva anche pagare profumatamente. L’inserimento di mia madre nell’azienda di famiglia aveva subito determinato un incremento delle entrate e, ben presto, anche lei ha cominciato a succhiare il cazzo ai clienti molto affezionati, incrementando al massimo i suoi guadagni. Il fatto che mia nonna e mia madre fossero due zoccole, rendeva mio padre molto felice e la loro complicità era veramente qualcosa di speciale. Volutamente le faceva indossare abiti molto succinti, dove erano ben in evidenza le sue grazie, costituite da un seno molto rigoglioso, due splendide cosce e un bel culo tondo, che veniva ancor più valorizzato dal fatto che lei indossava sempre scarpe con tacchi molto alti. Fra lui e mia madre c’era una complicità totale, durata fino a quando mio padre non è morto d’infarto, una notte nel sonno, quando io avevo solo 12 anni. Crescevo allegra e felice, ovviamente all’oscuro di tutto ciò che avveniva nel retro della tabaccheria, dove spesso mia madre, o mia nonna, si recavano a succhiare il cazzo al cliente di turno. Dopo la morte di mio padre, questa cosa è andata alquanto sminuendo soprattutto per quanto riguardava mia madre, mentre invece mia nonna continuava a succhiare allegramente tutte le mazze che gli si paravano davanti al viso. A 16 anni ero già alquanto sviluppata. Il mio seno era già cresciuto abbastanza e anche il mio corpo era divenuto più formoso, al punto che i vestiti mi erano subito piccoli, le gonne un po’ troppo corte. La cosa però che mi dava fastidio in modo particolare, era il ciclo mestruale. Arrivava all’improvviso e, nei primi quattro o cinque giorni, era devastante. Avevo dolori così forti da piegarmi in due e perdite di sangue così abbondanti che ero costretta a cambiarmi l’assorbente in continuazione. Fu, però, grazie a questo fastidio, che scoprii cosa avveniva nel retro della tabaccheria. Ero appena entrata in tabaccheria, quando ho sentito l’assoluta necessità di cambiare l’assorbente, perciò mi son recata nel bagno posto nel retro del locale. Mentre ero chiusa in bagno, ho sentito mia nonna entrare dalla porta posteriore insieme ad un tizio; lei si è seduta nel piccolo ufficio, posto proprio di fronte alla porta del bagno, ed io, Incuriosita dal fatto che fosse entrata dal retro, ho guardato attraverso il buco della serratura ed ho potuto subito constatare che il tizio era in piedi, davanti a mia nonna seduta, ed aveva sfoderato una bella mazza. Non è che ne avessi già viste tante, forse due o tre, ma quella era particolarmente lunga ed ho visto con quanta disinvoltura mia nonna se la infilava giù, tutta in gola. Ero sbalordita dalla facilità con cui aveva ingoiato quella verga e, soprattutto, non riuscivo a capire come, con quel palo piantato in gola, riuscisse a tirar fuori la lingua e lambire, con la punta, le palle del porco, che, ovviamente, ansimava di piacere da vero maiale.

«Che meravigliosa succhiacazzi! Dai, succhialo bene che ti voglio sborrare direttamente in gola!»

Nel vedere quello spettacolo, ho portato un dito in bocca e ho provato ad imitare ciò che stava facendo mia nonna, ma subito ho avuto dei conati di vomito e questo mi ha stupito ancora di più, perché, se con un solo dito a me veniva da vomitare, proprio non riuscivo a capire come la nonna potesse infilarsi in gola quella verga, che sarà stata lunga quasi una ventina di cm. Ha continuato per un po’ a succhiare, facendolo scorrere dentro/fuori dalla bocca, fin quando il tizio non le ha appoggiato una mano sulla testa ed ha preso a scoparla con più violenza. Alla fine, con un grugnito da vero porco, è rimasto immobile con metà del cazzo infilato nella bocca di nonna ed ha cominciato a sborrare. Lei ha serrato le labbra e mentre lui le riversava in gola la sua sborra, ho visto lei ingoiare ripetutamente, senza perderne neanche una goccia. L’uomo si è complimentato con lei e poi ha rimesso il cazzo nei pantaloni, ha estratto una banconota dalla tasca e l’ha data alla nonna, complimentandosi con lei.

«Maria, sei veramente una gran succhiacazzi! Anche Elisa, tua nuora, è molto brava, ma tu sei veramente unica!»

Ero basita nel sentire che anche mia madre fosse una succhiacazzi, anche se, dentro di me, mentre vedevo la scena di mia nonna che ingoiava quella verga, ho sentito uno strano brivido percorrere il mio corpo, fino a raggiungere la mia patatina, che ho sentito bagnarsi immediatamente. Ho avuto l’impressione che il mio ciclo mestruale fosse diventato ancor più abbondante e, di conseguenza, ho sostituito di nuovo l’assorbente. Però, ho notato che il colore del sangue era meno rosso del solito, anzi, direi rosa, e questo mi ha un po’ incuriosito. Mentre cercavo di pulirmi la fica, prima di mettere un nuovo assorbente, appena ho sfiorato il mio bottoncino, ho sentito la stessa identica sensazione provata mentre guardavo mia nonna succhiare quel cazzo e il mio corpo è stato scosso dallo stesso brivido: la mia mano si è immediatamente riempita di liquido rossastro. Era la prima volta che avevo un orgasmo così intenso, molto più forte di quello che provavo ogniqualvolta mi accarezzavo la patatina. Quando sono uscita dal bagno, son tornata nel negozio e vi ho trovato mia madre che, vedendomi alquanto sconvolta, si è subito preoccupata.

«Amore mio, che c’è? Non stai bene? Mi sembri distrutta!»

Ero un po’ in imbarazzo perché avrei voluto chiederle tante cose, ma la mia timidezza non me lo permetteva. Le ho solo spiegato che il ciclo mestruale mi stava devastando.

«Accidenti! Ho dolori dappertutto! Vorrei riuscire a capire perché si deve soffrire così tanto! Farei qualunque cosa pur di non aver più questi dolori!»

Mia madre mi ha abbracciato e sorriso, poi mi ha guardato negli occhi e, con voce pacata mi ha spiegato che era ora di porre fine alle mie sofferenze. Dopo una decina di giorni, mi ha accompagnato a fare un esame del sangue e, avuti gli esiti, siamo andate insieme da Paolo, il suo ginecologo. Ero decisamente in imbarazzo quando mi sono trovata davanti un maschio veramente bello! Alto, spalle larghe, occhi neri e profondi, mani belle e ben curate, con dita lunghe e sottili. Ha salutato subito molto cordialmente mia madre, stringendola in un abbraccio che andava al di là del professionale.

«Elisa, sei sempre uno splendore! Presumo che questa splendida ragazza sia tua figlia Pamela.»
Mia madre gli ha spiegato quale era il mio problema; lui mi ha guardato dritto negli occhi e mi ha invitato a spogliarmi nuda. Io ho guardato mia madre, mentre le mie guance erano diventate rosse come due pomodori maturi. Mia madre, con calma, mi ha abbracciato e mi ha spiegato la situazione.

«Figlia mia, non devi affatto arrossire davanti a Paolo, perché è una persona di cui mi fido ciecamente, molto competente e, soprattutto, la persona giusta che, in qualche modo, riuscirà ad alleviare i tuoi dolori mestruali. Se non ricordo male hai detto che saresti stata disposta a fare qualunque cosa pur di non sentirli più, quindi, ora spogliati e fai tutto quello che lui ti dirà.»

Un po’ titubante, mi son denudata sotto lo sguardo di loro due, ma soprattutto quello di lui, che mi ammirava compiaciuto. Mi ha fatto sdraiare su di un lettino e sollevare le gambe su degli appositi sostegni; mi son ritrovata con la fica aperta ed esposta. Lui si è seduto fra le mie cosce e, con un la mano fasciata da un guanto, ha esplorato la mia intimità. Ho avuto subito uno scatto e lui mi ha subito tranquillizzata.

«Pamela, rilassati! Non ti devi preoccupare di nulla, perché non intendo farti alcun male. Non ti preoccupare se senti piacere, anzi spero che tu ne senta tanto, perché questo è indice di un perfetto funzionamento di tutto il tuo corpo. Rilassati e lasciami ispezionare la tua intimità.»

Ho sentito le sue dita indugiare lungo le labbra della mia ostrica, che ha cominciato a secernere umori in continuazione e lui se ne è molto compiaciuto.

«Bravissima! Ti stai bagnando in maniera stupenda! Inoltre vedo con piacere, che sei ancora vergine e questo, in qualche modo, è una cosa che mi spinge a farti godere ancora di più.»

Ha sollevato lo sguardo e, dopo avermi guardato un attimo mentre io eludevo il suo sguardo ed arrossivo fino alla cima dei capelli, lui si è girato verso mia madre e l’ha guardata dritta negli occhi.

«Non capita molto spesso di avere tra le mani una giovane fica così bella e vergine: vorrei farle provare qualche brivido in più, se tu sei d’accordo!»

Ho visto mia madre che gli ha sorriso ed ha annuito; allora lui, dopo aver introdotto nella mia vagina alcuni tamponi per prendere dei campioni, ad un tratto ha avvicinato la sua faccia alla mia fica e la sua lingua calda ha preso a lambire le pieghe della mia intimità. Anche in questo caso ho avuto un fremito che mi ha fatto fremere, ma lui mi ha esortato ancora a restare calma e cercare di assaporare al massimo il piacere che quell’azione mi avrebbe provocato. È stato semplicemente fantastico! Ho sentito la sua lingua muoversi lungo tutto lo spacco della mia fica, indugiando sul bottoncino e procurandomi un piacere mai provato prima. Già da tempo mi masturbavo, ma le sensazioni che stavo provando con lui erano qualcosa di veramente sconvolgente! Ad un tratto il mio corpo è stato percorso da una scarica elettrica che, dalla testa, ha attraversato tutto il corpo facendolo tendere in ogni singolo muscolo, inarcare il mio corpo ed infine esplodere nella sua bocca. Un gemito alquanto soffocato per la vergogna che, in quel momento, stavo provando nel godere nella sua bocca, ha indicato ad entrambi che stavo veramente godendo. Lui ha incollato la sua bocca alla mia fica ed ha leccato tutto quello che da essa sgorgava. Soddisfatto si è girato verso mia madre, complimentandosi sia con me che con lei.

«Meravigliosa! Una delle più belle leccate di fica che abbia mai fatto! Una fica vergine ha un sapore veramente unico! Dovresti assaporarlo un po’ anche tu. Dai, inginocchiati qui davanti e continua a leccarla, mentre io voglio che lei assapori anche un altro piacere.»

Immediatamente mia madre ha preso il suo posto e subito ho sentito la sua lingua indugiare con la stessa intensità e bravura di Paolo. Lui, intanto, si è alzato in piedi e si è posto di lato a me e, dopo avermi fatto girare la testa verso di lui, ha aperto la patta dei pantaloni e mi ha presentato un bel cazzo di ottime proporzioni. La sua splendida cappella rossa era lì ad un passo dalla mia bocca e lui, delicatamente, mi ha invitato a succhiarla.

«Apri la bocca, lecca e succhia.»

Con un po’ di incertezza ho iniziato a fare quanto mi veniva richiesto, mentre il mio corpo veniva scosso da un intenso orgasmo provocatomi da mia madre. Ho preso a gemere a bocca piena, mentre lei continuava a leccare tutto ciò che sgorgava dalla mia fica, fin quando si è alzata ed è venuta vicino a me, soddisfatta del risultato.

«Paolo avevi ragione! La sua fica vergine ha un sapore veramente unico! E adesso voglio che tu, figlia mia, impari a fare un perfetto pompino!»

Immediatamente si è abbassata ed ha iniziato ad elargire consigli ed istruzioni su come realizzare un perfetto pompino. Mi sono sentita molto eccitata da questa strana situazione e, ben presto, ho cominciato a leccare a succhiare quel cazzo sempre meglio, inducendo lui a farmi dei complimenti.

«Bravissima! Elisa, tua figlia è veramente brava! Con la dovuta esperienza diventerà una meravigliosa succhiacazzi come te! Adesso è giunta l’ora di farle assaggiare la mia crema!»

Mia madre mi ha detto che fra poco mi avrebbe riempito la bocca di sborra, che avrebbe avuto un sapore un po’ acidula, una specie di yogurt, di cui io sono ghiotta. Ho serrato le labbra e lui ha cominciato muovere il bacino avanti indietro sempre più velocemente fin quando, ad un tratto, è rimasto immobile e subito la mia bocca si è riempita di crema densa e calda. Ho strabuzzato un po’ gli occhi per la sorpresa, ma, dietro consiglio di mia madre, ho ingoiato velocemente e subito mentre la mia bocca si riempiva ancora. Ho ingoiato anche questa seconda dose e poi ho continuato a leccare e spremere massaggiando le sue grosse palle, sempre sotto lo sguardo attento di mia madre, che continuava ad elargire consigli. Alla fine, quando l’ha tolto dalla bocca, era ben pulito e lucido e questo ha costituito motivo d’orgoglio anche per lei.

«Bravissima, amor mio; hai eseguito il tuo primo pompino in maniera davvero perfetta! Col tempo diventerai anche tu una adorabile succhia cazzi come me!»

Poi mi son rivestita e lui ci ha dato appuntamento per due sere dopo, per prescrivere la pillola. Quando è stato il momento di tornare da lui, mia madre mi ha invitato ad andare tranquillamente da sola ed io ero alquanto felice, perché speravo di ripetere l’esperienza vissuta. Per l’occasione, dietro consiglio di mia madre, ho indossato una T-shirt con sotto un reggiseno molto sottile ed un piccolo perizoma subito scomparso sotto una mini gonna molto corta e, poiché da tempo adoravo già indossare i tacchi alti, ne ho indossati un paio veramente spettacolari che mi hanno inarcato il culo rendendolo veramente spettacolare. Giunta nel suo ambulatorio, mi ha fatto accomodare e, poiché era l’ultima paziente, ha chiuso la porta dietro di noi così da non correre il rischio di esser disturbati. Mi son seduta davanti alla sua scrivania ed ho accavallato le gambe, suscitando subito un suo sorriso di compiacimento. Lui si è alzato e, dopo aver aperto una vetrina, ha preso una confezione e si è appoggiato alla scrivania davanti a me.

«Ti ho prescritto questa serie di pillole, perché sono il perfetto dosaggio per la tua giovane età. Se non sbaglio fra pochi giorni compirai il 17 anni e questo farmaco è perfetto per regolarizzare il tuo ciclo mestruale e farti vivere la vita in maniera serena senza nessun tipo di problema. Inoltre questa confezione, come vedi, ha le prime sette pillole in questo spazio rosso, che sta a significare che queste le devi prendere a partire dal primo giorno che avrai il ciclo mestruale. È importante iniziare esattamente come indica la confezione, così sarai perfettamente protetta. Due giorni dopo aver finito di prendere le pillole nello spazio rosso, torni da me.»

Appena finito di parlare, lui era in piedi davanti a me e all’altezza del mio viso c’era il suo pacco già gonfio sotto la stoffa dei pantaloni. Senza nessuna esitazione ho alzato la mano e sono andata ad accarezzarlo attraverso la stoffa; subito lui mi ha sorriso, mi ha preso per mano e insieme siamo entrati in un piccolo locale adiacente allo studio, dove c’era un letto non molto grande, ma sicuramente molto comodo. Mi ha invitato a spogliarmi nuda, mentre lui ha fatto lo stesso.
«Oggi voglio insegnarti un’altra cosa: ti voglio far godere mentre mi succhi il cazzo! Sai cos’è un 69?»
Ho scosso il capo perché ignoravo di cosa stesse parlando e lui, una volta nuda, mi ha fatto distendere su quel letto e, giratami al contrario, si è messo a leccarmi la fica, mentre io mi son trovata, davanti alla faccia, la sua splendida mazza che subito ho preso a leccare. Sentivo ondate di piacere percorrere il mio corpo e questo mi faceva impegnare sempre di più a succhiare quella meraviglia, che sembrava diventare sempre più grossa nella mia bocca. Ho avuto un violento orgasmo, che lui ha succhiato tutto con la bocca e poi mi ha incitato a spinger il suo cazzo ancor più in fondo nella mia gola.

«Prova ad affondarlo ancora di più e vedrai che la sensazione di vomito sparisce nel trattenerlo sempre più in bocca.»

Mentre lui riprendeva a leccarmi la fica, portandomi di nuovo a godere, io ho seguito il suo insegnamento e, ben presto, son riuscita a prenderlo tutto in gola. Mi son sentita molto fiera di tutto questo e lui, come ricompensa, mi ha fatto di nuovo tremare con un altro orgasmo molto forte. Mentre mi leccava la fica, con un dito è andato a titillare le crespe del mio culo. Per un attimo ho avuto un leggero irrigidimento, ma lui mi ha subito incitato a restare calma.

«Rilassati e goditi il piacere che stai provando. Anche con questo buco si può godere moltissimo e mi piacerebbe molto farti vivere questa esperienza.»

L’ho guardato, sostenendo che, da quanto già sapevo sul rapporto anale, mi risultava che era un qualcosa di particolarmente doloroso.

«È doloroso se e quando viene fatto in maniera impropria e frettolosa. Se, invece, viene eseguita per bene, ti posso assicurare che il piacere è sconvolgente.»

Ho annuito e son tornata a succhiargli il cazzo, mentre lui, lentamente, dopo averlo lubrificato con i miei stessi umori, ha iniziato a infilarmi un dito nel culo. Ho preso a gemere per l’insolita introduzione, che mi dava una strana sensazione. Quando lui si è reso conto che ero già ben disposta, si è alzato in piedi, è andato di corsa nello studio ed è tornato con in mano un piccolo tubetto di crema, con una lunga cannula. Ha spalmato la crema sopra il mio orifizio e, delicatamente, con un dito ha iniziato a farla scivolare dentro. Ha ripetuto più volte la stessa operazione, mentre io cominciavo ad abituarmi al piacere di quell’intrusione, fin quando, ad un tratto, non ha inserito delicatamente la cannula tutta dentro il mio culo: ho sentito qualcosa di fresco che, lentamente, pervadeva le mie viscere. Quando ha sfilato la cannula dal culo, ha lubrificato ancora di più la rosetta e, con un dito, ne ha spalmato ancora sul foro, ha spinto delicatamente il dito dentro, che è scivolato senza nessun problema. Ha anche lubrificato la punta del suo cazzo, poi mi ha esortato a mettere il viso sul cuscino e, con le mani, tenere le chiappe ben aperte.

«Quando sentirai la punta del mio cazzo forzare la tua rosetta, non ti irrigidire. Resta rilassata e spingi come se volessi evacuare, questa operazione servirà a far rilassare i muscoli anali e, solo all’inizio, sentirai un po’ di fastidio, ma, quando entrerò dentro di te, la sensazione sarà molto più bella. Appena senti il mio cazzo entrare, con una mano, masturbati, così il piacere sarà completo!»

Continuava a muovere il dito ancora un po’ dentro e fuori, poi ho sentito la sua cappella premere fra le crespe del mio culo. Mi ne ha spinto un po’ dentro poi si è sfilato, io ho cominciato a masturbarmi velocemente, mentre lui ripeteva il gioco dentro fuori, spingendone sempre di più all’interno. Sentivo il piacere della masturbazione che, in qualche modo, leniva il fastidio che provavo nel sentirmi il culo pieno da quella grossa verga. Poi, lentamente, quando la punta è entrata e uscita liberamente, ha preso a scorrere sempre più in profondità, fin quando ho avvertito che ce l’avevo tutto nel culo.

«Cazzo, ti sento! Mi stai slargando il culo! Fa un po’ male, ma non tantissimo!»
È rimasto immobile e la sua mano destra è venuta a sostituire la mia sulla fica; subito ha preso a masturbarmi velocemente, mentre, contemporaneamente, ha preso a sfilare la verga dal culo, per poi infilarla di nuovo dentro, iniziando un lento va e vieni che, unito alla masturbazione, ben presto mi ha portato a superare il fastidio della sua presenza nel culo. Ho cominciato a sentire uno strano piacere, molto diverso da tutto ciò che avevo provato fino a quel momento: più lo sentivo muovere e più questa sensazione era bella. Ad un tratto, ho avuto un orgasmo perché il mio corpo è stato percorso dalla testa ai piedi da un’ondata di piacere che mi ha letteralmente sconvolto.
«Oddio, vengo! Vengo! VENGO!»

Ho preso a tremare in maniera incontrollata, mentre lui ora mi pompava il culo sempre più velocemente. Ad un tratto, mi ha afferrato i seni e mi ha costretto a mettermi inginocchio davanti a lui, mentre continuava a sfondarmi il culo sempre più forte. Era un piacere sconvolgente, unico e fantastico! Lui, con la mano destra, mi masturbava e, ad un tratto, ha messo due dita della mano sinistra dentro la mia bocca, ha appoggiato la sua guancia alla mia e le sue parole mi hanno sconvolto!

«Chiudi gli occhi! Chiudi gli occhi e immagina che, mentre ti fai sfondare il culo, hai un altro cazzo in bocca da succhiare!»

Nello stesso istante in cui ho chiuso gli occhi ed ho immaginato ciò che mi veniva suggerito, ho avuto immediatamente un altro orgasmo. Ho preso a tremare e a gemere a bocca piena, mentre lui ora mi pompava il culo sempre più forte. Ha continuato a limarmi il culo, facendomi godere ancora un’altra volta, poi mi ha avvertito che mi avrebbe inondato il culo di sborra e che, una volta finito, avrei dovuto infilarmi il cazzo in bocca e leccare fino all’ultima goccia. Ero in delirio.

«Sì! Dai, sborrami nel culo! Voglio sentirla tutta dentro la tua sborra! Dai, che vengo! Oddio, vengo!»

Un orgasmo incredibile ha scosso tutto il mio corpo, mentre lui ha preso a riversare nel mio intestino tutta la sua sborra. Sentivo ondate di calore riempire il mio retto, mentre lui con colpi violenti si svuotava dentro di me.

«Tieni, puttanella! Prendilo tutto nel culo, meravigliosa zoccoletta! Ti sborro in culo! Sei una puttanella magnifica. Farò di te la mia sgualdrina.»

Ho sentito tutte le contrazioni del suo cazzo mentre mi schizzava nel culo e poi, ad un tratto, mi ha spinto via da sé ed io, nel sentirmi sfilare il cazzo dal culo, mi son girata e l’ho preso in bocca. Era ricoperto di tutto: dai miei umori alla sua sborra. Ho leccato fino all’ultima goccia e lui mi ha osservato compiaciuto.

«Sei fantastica! Per esser così giovane e inesperta, sei semplicemente fantastica! Una sgualdrina stupenda! Farò di te una grande zoccola!»

Siamo rimasti distesi per un po’ di tempo: ero sdraiata sul suo petto e, ad un tratto, lui mi ha preso il viso e mi ha guardato negli occhi.

«Ti è piaciuto? Spero proprio di sì, perché voglio far di te la mia troietta personale. Tua madre mi aveva avvertito che saresti venuta da sola, e lei stessa mi ha sollecitato di iniziarti al piacere della sodomia. Ti ho prescritto la pillola, ma non voglio che tu vada in giro a farti scopare da chiunque, e nemmeno a farti inculare, questi due buchi saranno solo ed esclusivamente miei. Succhia tutti i cazzi che vuoi, ma non mi deludere: fica e culo sono miei! Ricordati quello che sto per dirti: tu per me sei una persona speciale!»

Gli ho sorriso e gli ho garantito che avrei fatto esattamente come lui mi ha detto, anche se ero curiosa di capire per quale motivo fossi per lui così speciale. Quando son tornata a casa, mia madre mi ha abbracciato e mi ha chiesto come mi era sembrata quell’esperienza; io l’ho guardata e le ho risposto che era stata davvero magnifica.

«Amore mio, ne ero certa! Paolo è una persona veramente speciale, lo era anche per tuo padre, che era suo amico dalle elementari. Sì, Paolo è proprio una persona speciale!»

L’ho guardata cercando di capire perché anche per lei era speciale e così ho chiesto ulteriori spiegazioni. Lei ha abbassato lo sguardo e la sua voce era carica di malinconia, mentre raccontava:

 
«Quando ho conosciuto tuo padre, Paolo era il suo migliore amico e, fra noi, è nata subito una splendida amicizia. All’epoca, Paolo studiava ancora per diventare medico ed aveva dato un importante esame che di fatto completava una lunga serie. Eravamo così allegri e felici quella sera, a casa sua, che, tra un brindisi e l’altro, siamo finiti tutti e tre insieme a letto. Mi hanno scopato insieme, anzi, tuo padre mi ha sverginato quella sera e Paolo si è preso la mia verginità anale. Mi hanno scopato insieme a lungo, in doppia, sborrando entrambi ripetutamente dentro di me, senza preoccuparsi minimamente del fatto che avrei potuto restare incinta. Infatti, quando è successo e ne abbiamo preso atto, tuo padre non ha avuto un attimo di esitazione a sposarmi e Paolo ha sempre seguito tutta la gravidanza, continuando a scopare con me con tuo padre presente, senza nessun problema. Potrei azzardare a dire che, forse, potresti esser anche figlia sua.»

In quel momento, mi è stato chiaro tutto quello che c’era da capire. Son tornata a trovare Paolo come mi aveva detto lui e constatato che prendere la pillola non mi aveva creato nessun problema, mi son fatta inculare ancora godendo tantissimo. Dopo di allora, ci son tornata altre due volte, sempre facendo in modo che lui avesse modo di sfondarmi il culo, mentre invece mia madre aveva preso a frequentare Edoardo, un bel ragazzo di quarant’anni che, periodicamente, veniva nella tabaccheria, in quanto era un rappresentante di articoli da fumo. Fra di loro era nata una bella relazione e, una sera, ne abbiamo parlato tutte e tre insieme. Mia madre ha spiegato che lui avrebbe voluto che lei andasse a vivere con lui, ma l’unico inconveniente stava nel fatto che lui abitava in un’altra città. Stranamente, è stata mia nonna a spingere mia madre ad accettare questo cambiamento totale della sua vita.

«Figlia mia, hai 35 anni, una figlia di 17 e, quindi, hai tutto il diritto di rifarti una vita. Io sono stanca, quindi, possiamo vendere la tabaccheria e voi due potete andare a vivere in un’altra città, avendo già nelle mani un bel gruzzoletto.»

Ha chiesto anche il mio parere, che è stato subito favorevole, con una sola piccola eccezione: poiché ero al quarto anno delle superiori, ho chiesto di poter finire i rimanenti tre mesi di scuola in città, poi, mi sarei trasferita con lei nella nuova destinazione. Lei ha accettato subito e così abbiamo messo in vendita la tabaccheria, che trovandosi in una zona molto strategica ed avendo un ottimo fatturato, ci ha messo in condizione di ricavarne un ingente profitto, soddisfacendo le aspettative di tutti. Io mi sono trasferita a casa di mia nonna e, da quel momento, anche la mia vita è diventata veramente speciale. Mi son divertita a succhiare tutti i cazzi che mi son venuti a tiro, soprattutto con la complicità di mia nonna, che aveva già un suo giro di persone fidate che, periodicamente, si facevano succhiare il cazzo da lei, ma ora erano molto più contenti di poterlo infilare nella mia bocca. Negli ultimi tre mesi, ne ho presi davvero tanti di cazzi, soprattutto perché, una sera, sono stata invitata da una classe del quinto superiori, alla cena degli ultimi 100 giorni, dove eravamo solo una decina di ragazze in compagnia di non so quanti ragazzi: a giro, ci hanno fatto succhiare tanti di quei cazzi, che credo di aver ingoiato una quantità industriale di sborra. Mi son anche tolta qualche sfizio. Mi son succhiata il professore di ginnastica, che, appena me l’ha messo in bocca, è subito schizzato. Anche il professore di matematica è passato fra le mie labbra e, il suo, è stato il cazzo più piccolo che abbia mai visto in vita mia. Mi son fatta anche il bidello del nostro piano, un vero porco con un cazzo corto, ma di grosso spessore, che ha apprezzato così tanto il mio lavoro di bocca che ha sborrato due volte. Mi son fatta anche il vicepreside, che sembrava quello più inarrivabile, mentre il porco per eccellenza è stato il preside, che mi ha scopato la bocca a lungo e, quando ha sborrato, me lo ha spinto tutto in gola. Naturalmente gli ultimi tre mesi che ho passato in questa città, mi sono fatta inculare ripetutamente da Paolo e, due giorni prima di trasferirmi, ho passato un intero pomeriggio in sua compagnia, durante il quale, per cinque ore, mi ha sfondato fica e culo, facendo diventare entrambi i buchi delle vere voragini, godendo moltissimo nel sentire il suo seme inondare il mio ventre. Poi mi sono trasferita e, per tutta l’estate, ho passato le mie vacanze in compagnia di mia madre e del suo giovane amore che, però, ha cominciato a rivolgere delle attenzioni anche verso di me e questo ha irritato molto sia me che mia madre. Infatti io, quando me ne sono accorta, ho riferito subito a lei che, immediatamente, ne ha discusso con lui. Il bastardo, però, ha cercato di negare, dicendo che ero io che lo provocavo, così un giorno gli abbiamo teso una trappola: con mia madre nascosta in casa ed io intenta a prendere il sole in terrazza. Lui è arrivato ed ha cercato in tutti modi di far sesso con me, finché mia madre è uscita dal suo nascondiglio e lo ha cacciato di casa.

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Matteo con Marika e Orsetta

Posted by admin under Incontri Erotici on mercoledì Gen 11, 2023

La mattina dopo Marika dopo aver fatto sommariamente le faccende di casa andò da Orsetta, ma non la trovò sola.

Infatti, lei era con un uomo che Marika aveva visto qualche volta, ma che non credeva conoscesse Orsetta.

Quest’uomo era il marito della vicina di Orsetta, si chiamava Matteo era bellissimo e soprattutto più giovane di almeno dieci anni rispetto a lei.

I due erano stati disturbati mentre erano inequivocabilmente a letto e Marika si scusò e disse che avrebbe fatto bene a telefonare prima e se ne tornava a casa.

Matteo non le diede il tempo di andarsene che la baciò lì sulla porta di casa con il rischio che li vedessero tutti. Si mise a baciarla quasi a mangiarla e a palparla tutta con le mani.

Marika si sentiva come argilla sotto le mani di Matteo e non pensava a nulla neanche che probabilmente aveva “rubato” un’amante a Orsetta.

Orsetta però non sembrava scontenta anzi chiuse la porta e disse di andare in camera da letto per potersi divertire tutti e tre insieme.

Marika voleva dire qualcosa, ma Matteo la continuava a baciare con passione, sentiva la fica in fiamme e non vedeva l’ora di essere posseduta da lui.

Matteo non la fece aspettare molto, la fece mettere a pecorina, facendola godere moltissimo mentre di sotto si era messa Orsetta a succhiarle i seni.

Finalmente Marika poté domandare a Orsetta se non era gelosa di lei e Orsetta rispose che non lo era perché era infatuata di entrambi.

Le chiese da quanto andava avanti la storia con Matteo e lei disse che ne avrebbero parlato in un altro momento, che ora era il momento di godere alla grande, con il cazzo di Matteo.

Cazzo veramente notevole che aderiva perfettamente alla fica di Marika facendola godere come una porca, come piaceva a lei.

Una volta che Matteo finì con Marika, prese Orsetta per i capelli e le infilò il cazzo in bocca, scopandole la bocca.

Marika per un po’ stette a guardare, al tempo stesso intimorita dalla violenza di Matteo, ma dall’altro lato non vedeva l’ora che lo facesse con lei.

Poi Marika si stufò di guardare e basta e si mise a leccare la fica di Orsetta, ma Matteo in malo modo la levò di lì, dicendole che Orsetta doveva godere solo grazie al suo cazzo.

Matteo aveva un carattere piuttosto dominante e Marika chiese se si potesse masturbare e lui disse che sì poteva.

Marika si masturbava, guardava quello che succedeva finché Matteo sborrò nella bocca di Orsetta. Quest’ultima tentava di ingoiare tutto, ma non ce la faceva così Matteo ordinò a Marika di leccare tutto ciò che Orsetta non riusciva a buttare giù.

Marika lo fece, leccando così i capezzoli di Orsetta e la sua bocca, ma Matteo la scostò ancora malamente da Orsetta, dicendo che dovevano godere solo grazie a lui.

Marika gli fece notare che l’altro giorno aveva fatto sesso con Orsetta e che avevano goduto alla grande.

Matteo rispose che quando c’era lui, dovevano ubbidirgli e che non potevano fare sesso tra loro come quando erano da sole.

Marika rispose che non le andava bene e che se ne voleva andare, Matteo disse che era liberissima, ma in quel caso, non avrebbe più rivisto Orsetta e se l’avesse fatto, l’avrebbe detto a suo marito.

Marika allora rimase obbedendo in tutto e per tutto a Matteo. Era sconvolta perché sì godeva però era allo stesso tempo arrabbiata con lui.

Lui non se la prendeva perché era uno che non si interessava dei sentimenti degli altri.

Marika dovette ammettere che scopava veramente bene. Marika però amava moltissimo anche fare sesso con Orsetta e non vedeva l’ora di trovarla un giorno sola in casa.

Matteo le fece mettere in ginocchio entrambe così da succhiargli il cazzo con lui che metteva la mano sulla testa per imprimere loro il ritmo.

Lui mise tutto il suo cazzo comprese le palle in bocca a Marika che credeva di scoppiare finché finalmente non poté riprendere aria perché nel frattempo era Orsetta ad avere tutto il suo cazzo in bocca.

Ad un certo punto, Matteo si sdraiò fece mettere Marika con la fica sulla sua bocca e gliela cominciò a leccare mentre Orsetta lo cavalcava.

Quello fu il momento in cui le due donne godettero moltissimo e Matteo era meno dominante rispetto a prima.

Marika venne diverse volte così come Orsetta. Poi, le due donne si scambiarono di posizione e raggiunsero diverse volte l’apice del piacere.

Marika guardò per caso la sveglia e vide che doveva tornare a casa sennò il marito avrebbe pensato chissà cosa.

Matteo le diede il permesso di andarsene mentre fece mettere Orsetta a pecorina e la inculò mentre lei gridava selvaggiamente e lui continuò finché non le sborrò dentro, ma questo Marika lo seppe nel pomeriggio da whatsapp scambiati con Orsetta.

Marika disse che sì Matteo era un vero uomo, ma le trattava di schifo e Orsetta rispose che lo sapeva, ma che era l’unico uomo che aveva sottomano per fare sesso e non poteva fare troppo la schizzinosa.

Marika non rispose nulla, anche se pensava che se Orsetta si fosse curata di più, avrebbe avuto più di un uomo dietro.

Marika comunque le disse che preferiva quando loro due erano da sole, anche se questo non voleva dire che lei fosse lesbica.

Orsetta disse che lo stesso valeva per lei e si dettero l’appuntamento per l’indomani.

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