Come ho già avuto modo di raccontarvi, vivo da fuorisede in una casa in condivisione con altre persone. Siamo più o meno tutti coetanei, tutte coppie e tutti dalla mentalità meravigliosamente aperta.
È stata sicuramente una buona dose di fortuna, quella che ci ha fatti incontrare, ma anche alcune conoscenze comuni hanno fatto la loro parte.
Martina condivide la stanza con il suo ragazzo Marko. Lei è una trevigiana di un metro e ottanta, un fisico decisamente da top model, ex atleta, dai lineamenti perfetti. Lunghi dreadlocks castani adornati di perline colorate, braccia tatuate e piercing ovunque. Fa la social media manager nella stessa agenzia dove io faccio part-time ed è una delle tipe più toste e sexy che io abbia mai conosciuto. Marko viene dalla Repubblica Ceca, fa il programmatore, a guardarlo sembra non avere nulla a che fare con lei. Armadio a tre ante di un metro e novanta, biondo, viso slavo ma delicato.
Un tipo divertente, nonostante l’umorismo ceco non sia particolarmente famoso.
In un’altra stanza vive Esther, ragazza congolese di ventotto anni dal fascino un po’ nerd. È poco più alta di me, sarà sul metro e settanta, fisico morbido, pelle d’ebano e in questo periodo porta con orgoglio la sua capigliatura afro.
Sta facendo praticantato in uno studio legale ed ha una cultura straordinaria. Le ho sentito raccontare cose sulla storia dell’antica Roma, con date e dettagli che nemmeno Alberto Angela.
Si dichiara poliamorosa, e da quando sono qui l’ho vista condividere il letto con ragazze e ragazzi. Una che si diverte come piace a me. In questo periodo ha una storia con Angelica, una ragazza della provincia milanese, minuta e carina, di quelle che potrebbero passare inosservate ma che ti svoltano l’umore anche nelle giornate più nere. Ma anche con Fabio, un cinquantenne divorziato, un artista dai capelli brizzolati e la barbetta incolta che davvero non so come cacchio abbiano fatto ad incontrarsi.
Venerdì scorso, in uno di quei frequenti momenti conviviali in cui in un modo o nell’altro riusciamo a cenare tutti insieme, tra una chiacchiera e un’altra, è stato proprio Fabio a parlarci di un club privé dove di tanto in tanto gli era capitato di andare. È probabilmente uno dei più conosciuti di Milano, ma nonostante questo non ci ero mai stata.
L’idea ci ha stuzzicato e ci abbiamo messo davvero poco a convincerci che avremmo potuto provare.
Tralasciando i dettagli di come ci siamo organizzati logisticamente, arriviamo lì tutti e sei, giusto il tempo di fare la tessera, pagare l’ingresso e via.
La ragazza alla reception ci fornisce asciugamani, accappatoi, ciabattine monouso e le chiavi dell’armadietto, spiegandoci che l’unica area del club in cui era consentito essere vestiti era il bar, ma non era obbligatorio. Per il resto si trattava di un club naturista.
Peccato. Avevo scelto un outfit da lolita che è stato vanificato in un secondo.
Io, il mio ragazzo Christian ed Esther iniziamo ad esplorare l’ambiente circostante. Fabio chiacchiera con i ragazzi della reception mentre Marko e Martina dopo un secondo sono già immersi in una vasca idromassaggio.
Le sale sono abbastanza buie, illuminate lievemente da luci al neon rosa e blu.
Non sapevo esattamente cosa aspettarmi, ma non immaginavo di trovarci coppie di ogni età.
Veniamo praticamente mangiate con gli occhi, ce ne accorgiamo perché gli sguardi dei mariti (ma anche delle mogli) sono languidi. Certo, Esther è così scura di pelle che se non fosse per le luci rosa sembrerebbe un accappatoio che svolazza da solo, ma forse il motivo di quegli sguardi non è dovuto a quello.
Decidiamo di prenderci un drink al bar mentre osserviamo quello che succede attorno a noi.
Ci sono coppie che chiacchierano, si sentono coiti consumarsi in alcune salette nascoste, una donna sulla sessantina seduta su un divanetto ci sorride mentre un uomo (probabilmente il suo uomo) ed un ragazzo decisamente più giovane di loro le mangiano il seno prosperoso.
È un ambiente senza freni, senza pensieri, libero e senza inibizioni.
Ci sediamo anche noi tre su dei divanetti, non diciamo nulla ma continuiamo a bere e a guardare ciò che succede.
Martina è a cavalcioni di Marko, nell’idromassaggio. Si stanno baciando in maniera molto passionale. Lei si muove su di lui e i suoi dread sembrano serpenti che le scivolano sulla schiena. Non si capisce cosa succede sotto l’acqua, ma accanto a loro una coppia sembra volerli imitare. La donna sembra avere i capelli rossicci, corti, fisico magro. Lui brizzolato, panzetta, petto villoso. Non entrano in acqua, si siedono sul bordo vasca, incredibilmente vicini ai miei amici. La donna inizia a cavalcare il suo uomo senza ritegno.
Mentre noi sembriamo incantati da quel film porno in real life che si sta sviluppando davanti ai nostri occhi ecco sbucare dall’ombra Fabio.
“Vi va se vi faccio vedere una stanza? Il proprietario è un mio amico e la apre per noi!” dice tutto contento.
Ci alziamo e lo seguiamo. Chissà dove ci porterà questo privilegio.
Dopo un paio di corridoi in cui riecheggiano risate, ma anche urla di piacere e scene di porno random dai televisorini posti qua d là, entriamo in una stanza grande, con un enorme materasso centrale. Tutto attorno tende nere lasciano scoperti dei vetri a specchio. Dal nostro lato sono specchi. Evidentemente dall’esterno no.
Ci sediamo sul materassone ed Esther si accorge di quei buchi sul muro. “Ma questi?” chiede. “Eh aspetta e vedrai…” dice Fabio ridacchiando con Christian. “Oddio ma è un gloryhole??” dico io, ridendo. Non ne avevo mai visti dal vivo.
Comunque fatto sta, che forse a causa del clima saturo di sesso, ci lasciamo tutti un po’ trasportare.
La situazione in quella stanza parte abbastanza tranquilla, con me e Christian da un lato del letto, lui che mi bacia il collo e mi titilla i capezzolini, e dall’altro lato Esther che sta facendo una sega al suo uomo mentre ci guardano.
Fabio sembra in effetti parecchio eccitato dalla cosa, e io non faccio nulla per distogliere la sua curiosità. Mentre le mani di Christian si muovono sul mio corpo io allargo le gambe mostrando la mia passerina al compagno della mia amica.
Anche lei sembra essere divertita, e mentre si sistema gli occhiali sul naso, si china per avvolgere con le labbra il cazzo del suo Fabio. Lui continua a guardare me, però, mentre affonda una mano nel cespuglio di capelli di Esther e le spinge la testa fino a farle ingoiare tutto il suo sesso. Intanto Christian si alza in piedi, offrendo alla mia bocca il sul membro eccitato.
Sento Esther emettere versi gutturali al ritmo dei colpi di bacino di Fabio che le sta letteralmente scopando la bocca. E lui lo fa in un modo quasi violento, brutale, mentre continua a guardare me. Io sono inginocchiata a gambe aperte, completamente rivolta verso di lui. Il mio accappatoio è caduto dietro le mie spalle e il mio corpo dalla pelle candida, quasi luminosa, rispetto alla notte della pelle di Esther, è a disposizione dei suoi occhi.
Con la mancina tengo teso il cazzo di Christian, per spompinarlo devo girare il capo di profilo rispetto al mio corpo. Adoro sentire quella cappella tra le labbra che scivola sulla mia lingua. Mi piace avvertire il suo sapore e sollevare gli occhi per cercare il suo sguardo di approvazione.
Solo che anche Christian, mi accorgo, è concentrato su quel pompino che la mia coinquilina sta facendo al suo uomo.
È un gioco di sguardi, ma questi sguardi sono inviti neanche troppo impliciti. Tutti e quattro desideriamo evidentemente diventare giocattolo degli altri.
E allora facciamolo.
Mi stacco dal cazzo del mio compagno, ma continuando a tenerlo ben saldo nella mia mano cammino con le ginocchia verso la coppia di amici dall’altro capo del letto.
Esther riemerge da quel pompino e finalmente sembra riprendere fiato. Sotto gli occhiali i suoi occhi sono rossi, lucidi, gonfi di lacrime. La sua faccia è fradicia di saliva che sbava e le ricade su quei bei seni sodi e prosperosi. Mi sorride “oh ma ciao!” dice mettendosi in ginocchio davanti a me.
Fabio si alza in piedi e come un bambino davanti ad una fetta di torta viene verso di me neanche fosse attratto tipo calamita. Alla fine credo che tutti e quattro abbiamo capito a che gioco vogliamo giocare. E allora giochiamo.
Il cazzo di Fabio è completamente bagnato dalla saliva di Esther. Parlando di dimensioni, è più corto rispetto a quello di Christian, non piccolo, ma meno lungo. Però è tozzo, grosso, a malapena riesco a cingerlo in un pugno. Inizio a segarlo facendo scivolare la mia mano sulla saliva della mia amica, che intanto fa lo stesso col cazzo del mio uomo.
Esther mi guarda e sorride ancora, di fronte a me “va bene facciamo cambio…questo cazzo mi piace un sacco…” mormora avvicinando il suo viso al mio. “Mmmh va bene…ma io non so se riuscirò a prenderlo tutto in bocca…è troppo grosso…” le rispondo.
Facciamo le troie perché gli uomini si galvanizzano, li eccitiamo. Ma in fondo un po’ troie lo siamo davvero.
Le labbra grosse e carnose di Ester iniziano a baciarmi, ed io accolgo la sua lingua nella mia bocca. Ci baciamo languidamente in un modo così eccitante che sento la mia figa gocciolare sulle mie cosce. Le nostre mani libere accarezzano rispettivamente i nostri visi.
Ci stacchiamo da quel bacio che avrei fatto durare ore e decidiamo di dare piacere ai nostri uomini.
Iniziamo a spompinarli nello stesso momento. Non vedo bene cosa Esther stia facendo al cazzo del mio uomo, ma sento nitidamente il suono della sua bocca che schiocca saliva, della sua gola che cerca di prenderlo tutto, il suo mugolare di piacere.
Io, dal canto mio, cerco di non essere da meno. Il cazzo di Fabio è effettivamente grosso al punto che faccio fatica a prenderlo tutto in bocca. Lui è arrapato da morire e i suoi occhi sono fissi sui miei che lo guardano mentre provo a succhiarglielo. “Oh siii… che troia…che troia…” dice sussurrando. Sembra aspettasse quel momento da sempre.
I movimenti della mia bocca e della mia lingua proseguono. Riesco a prendere tra le labbra tutta la cappella e buona parte dell’asta cicciona, ma non tutto. Nonostante lui provi a spingermelo fino in fondo spingendomi la testa verso di lui.
Mi usa come un oggetto sessuale e la cosa un po’ mi piace. Con la destra gli massaggio le palle turgide e con la mancina scivolo tra le mie gambe per toccarmi un po’. Ma la mano di Esther è più rapida ed arriva ad aprirmi le grandi labbra e a stuzzicarmi il clitoride in meno di un secondo.
Ansimo e chiudo gli occhi per godermi il momento senza smettere di succhiare il cazzo a quel cinquantenne arrapato che vorrebbe spingermelo in gola fino ad uccidermi.
Mi scosto, lo sego un po’, guardo Christian in estasi. Mi piace quello che vedo.
“Dai basta giocare… voglio scopare!” dico perentoria. Fabio non se lo fa ripetere e si stende a pancia in su, vincendo il turno.
Mi metto a cavalcioni su di lui dandogli la schiena. Gli tengo il cazzo dalla base e me lo spingo dentro senza fare complimenti.
Le sue dimensioni mi lasciano un secondo senza fiato. Sento la mia figa aprirsi e la parte più grossa di quel cazzo farsi strada dentro di me. Ansimo, mentre piano inizio cavalcarlo.
Esther si avvicina a me, mi schiocca un bacio sulle labbra, scende sui miei seni e li mordicchia. È a quattro zampe e dandosi uno schiaffo sulla chiappona soda invita Christian a penetrarla.
Il mio uomo mi guarda mentre in un attimo lascia scivolare il suo cazzo dentro la mia coinquilina congolese. Gli sorrido mentre non riesco a dire nulla se non “oh Dio… Ohh Dio…”.
Anche Esther inizia il suo concerto. Conosco molto bene la sua voce quando gode, credo la conosca tutto il nostro palazzo. Ha una volume alto e non si frena. Soprattutto perché Christian non si fa pregare e la scopa come un toro arrapato.
Ho le mani di Fabio sui fianchi che praticamente mi muove a suo piacimento.
Decide la velocità della cavalcata e io non posso far altro che assecondarlo e godere. Ho la passerina in fiamme.
Ma ad un tratto mi solleva, sfilandosi da me.
È completamente succube della sua stessa eccitazione.
Prima si pone in ginocchio davanti alla faccia della mia amica e spinge il cazzo nella sua bocca, poi, dopo averle nuovamente scopato la gola come un forsennato per qualche minuto, fa un cenno a Christian e lo invita a distendersi.
Il mio ragazzo obbedisce. Esther sembra conoscere il copione e sale a cavalcioni sul cazzo del mio uomo distendendosi col petto sul suo. Fabio intanto le va dietro, si sega, si sputa sul cazzo e senza bussare spinge il suo cazzo nel culo della mia amica.
Esther è in estasi. Ammetto che vorrei essere al suo posto. Sono stata di fatto abbandonata a me stessa con la mia voglia. Mi sgrilletto, distendendomi di fianco a quell’intreccio di corpi.
Mi infilo una, due, tre dita nella figa e mi do piacere, raggiungendo l’orgasmo da sola, liberando il mio piacere in un urlo.
Fabio sembra essere ancora più eccitato da questo e dopo qualche colpo rantola, scaricando la sua cartuccia di sperma nel culo di Esther. Si calma, si sfila da lei e detta i tempi, come fosse un regista “dai, adesso fate godere lui, dai…”
Esther obbedisce come una geisha nera. Smette di scoparsi il mio uomo e scende col viso verso il suo cazzo. La raggiungo. Guardiamo entrambi gli uomini mentre contemporaneamente spompiniamo e lecchiamo il cazzo di Christian, fradicio del sapore dolciastro della mia amica color ebano. Le nostre lingue si incrociano di tanto in tanto, mentre ci godiamo quell’asta di carne turgida passando spesso dal leccargli le palle a succhiargli la cappella.
Ci mette poco, a godere. I fiotti di sborra zampillano e schizzano un po’ ovunque sul suo petto e sul materasso mentre noi ci divertiamo a segarlo con le nostre mani unite “Riiingoooo!” diciamo contemporaneamente scoppiando entrambe a ridere.
Ci baciamo, io le accarezzo le tettone nere e pizzico quei capezzoloni mentre lei si aggrappa alle mie chiappette. Entrambe abbiamo la sborra di Christian tra le dita, ma non ce ne curiamo.
Fabio, intanto, ci fa notare che dagli specchi alle pareti si vedono le sagome di un po’ di persone. Pare ci siano stati degli spettatori.
Io non sono ancora del tutto soddisfatta. Potrei quasi pensare di fare un regalo a quei guardoni…
Note finali:
[avrei bisogno di parlare con gli admin per inserire in una raccolta due racconti già pubblicati. Come posso fare? Grazie!]
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