Il mio piacere più forte

Posted by admin under Incontri Erotici on martedì Feb 7, 2023

“Ma dai, ma hanno guardato tutto il tempo?” chiedo, in un misto tra l’imbarazzo e lo stupore. Dentro di me sono sempre stata un bel po’ esibizionista, mi ha sempre divertito essere guardata e desiderata, ma non mi era mai capitato di essere al centro delle attenzioni di più di due persone. E là fuori di sagome ce n’erano diverse. 

“Ah guarda, qui funziona così, è lo spirito del club!” mi risponde Fabio, seduto sul materasso nudo come un verme, con il pisello moscio che gli lacrima su una coscia.

Esther invece non sembra affatto scossa.

Rivolta verso i vetri si passa le mani, ancora sporche della sborra di Christian, sulle guance fino a scendere sui suoi grossi seni. Se li palpa, li stringe, si pizzica i capezzoli mostrandosi al pubblico. “Vi piace, eh, porconi…” mormora. Loro non possono certo sentirla. 

Christian e Fabio sono seduti vicini, ora, defilati rispetto ad Esther che sta facendo il suo personale spettacolino.

Io sono in ginocchio accanto a lei e credo che se non faccio qualcosa sembrerò la scema della situazione.

Così, avvicino il mio corpicino candido a quello della mia amica. Il contrasto tra la sua pelle nera come la notte e la mia è cromaticamente perfetto. Anche i nostri corpi sono molto diversi. Io, piccola, magrolina, con pochissimo seno. Lei più morbida, non grossa, ma con tanta carne nei punti giusti. Io biondina e con la codina alta dietro la testa, lei con una pettinatura afro adornata da una bandana azzurra che spicca tra i ricci crespi. 

Passo una mano sul suo ventre, risalendo tra i suoi seni fino ad arrivare al mento. Le muovo il viso verso il mio e la bacio. Soltanto adesso giro i miei occhioni verso i vetri. Con la punta della lingua accarezzo le labbra carnose della mia coinquilina, che le schiude per accoglierla. Mi avvolge la lingua ed inizia a succhiarla, come se stesse facendomi un pompino alla lingua. Dopo qualche secondo così si stacca e lascia cadere sul suo seno un rivolo di saliva, che io mi affretto a raccogliere con la lingua. 

Torno a baciarla, ora entrambe lo facciamo in modo più spinto, più erotico. Le nostre lingue danzano mentre le nostre bocche schioccano. 

Esther scivola giù sul mio collo. Mi bacia morbida, mentre con le mani mi accarezza i fianchi, la schiena e il culetto. 

Mi morde i lobi, regalandomi un brivido che accompagno ad un sorriso.

Continuo a guardare i miei misteriosi spettatori, sperando di raggiungere i loro occhi. Mi mordicchio le labbra, mentre Esther è già sui miei seni. 

Gira la testa verso di loro e muove la lingua a leccare i miei capezzolini, piccoli e turgidi come punte di spillo.

“Madonna, così li fate morire!” dice divertito Christian. “Si… devono impazzire…” risponde Esther, visibilmente eccitata. Gioca con quel pubblico senza volto come un gatto col topo. 

Mi prende in un abbraccio e mentre mi bacia ancora mi invita a distendermi. 

Si solleva, mi passa le unghie sulla pelle dei seni, scendendo giù lenta fino alla mia pancia, poi sempre più giù fino all’inguine. 

Io sospiro e chiudo gli occhi.

Mi afferra entrambe le cosce e me le spalanca mostrando il mio sesso a tutto il club. Sento le sue dita che mi accarezzano la patatina glabra, schiudendo le grandi labbra con un dito. “Mmmmh…” mugolo, godendomi quel trattamento.

Le dita di Esther mi massaggiano il sesso che probabilmente non ha mai smesso di lubrificarsi. Mi sento bagnatissima e quelle dita che scivolano leggere tra le mie gambe me lo confermano.

Esther si china su di me, ma facendo bene attenzione a non coprire lo spettacolo. Si mette perpendicolare a me, come a formare una L. Le sue labbra mi baciano l’inguine e il monte di Venere con movimenti leggeri, mentre le sue dita ora mi stuzzicano il clitoride.

Il mio respiro inizia a farsi più pesante. Volto il capo verso Christian e Fabio e sorrido al mio ragazzo, che ricambia. Vedo Fabio di nuovo eccitato che si sta segando. 

Mi mordicchio le labbra. Sono stata un po’ trascurata, prima, e ora ho una fame di cazzo infinita. 

Esther prende a baciarmi e a leccarmi il clitoride. Ogni tocco della sua lingua mi provoca un brivido. Sento la sua lingua scendere per tutta la lunghezza del mio sesso e tornare poi a giocare col mio clitoride con movimenti concentrici. Mi lecca, succhia, accarezza. Io inizio ad ansimare mentre mi titillo i capezzolini.

Con un dito la mia amica mi penetra, mentre non smette di leccarmi. Io accompagno quel movimento con il corpo, eccitata sia da quello che Esther mi sta facendo che dall’idea che là fuori ci sono uomini e donne che si stanno godendo lo spettacolo come sta facendo Fabio, che si sta masturbando senza ritegno ad un passo da noi, senza intervenire in quel gioco saffico. 

I movimenti della lingua di Esther si fanno più accentuati, e ora le dita che mi scopano sono due. Le sento arpionarmi dentro, fino in fondo al mio sesso. Mi sta facendo provare un piacere mai provato, né con altri uomini né con altre donne. Spalanco gli occhi mentre il mio ansimare è diventato quasi un urlo. La mano di Esther aumenta il ritmo, premendo coi polpastrelli dentro di me e continuando a torturarmi il clitoride con la lingua. 

Sto impazzendo di piacere.

Ho una strana sensazione che mi pervade. Da un lato è un piacere forte che cresce a dismisura, dall’altro uno stimolo quasi fisiologico. Non sto capendo più nulla.

“Oddio… oddio sì… sì…” urlo mentre tremo forte. Esther estrae le sue dita dal mio sesso ed inizia a strusciarle forte e veloce sulla mia patata fradicia ed io mi lascio andare.

Il mio orgasmo esplode dentro di me, ma lo sento sciogliersi nella mia figa. Sembra come se io debba fare pipì, ma non riesco a trattenermi. Ed eccolo.

Inizio a spruzzare umori sul materasso e sui seni neri della mia amica. Urlo di piacere, tremo e il mio corpo ha sussulti che non riesco a controllare. Sento solo Christian e Fabio stupiti dire “wooooo!”

Ho squirtato. Per la prima volta nella mia vita. I miei umori brillano come diamantini sul corpo nero di Esther che ride. Il pubblico ha gradito e applaude e sbatte le mani sui vetri. Io sono sfatta. Squassata dagli spasmi, ma divertita e tremendamente eccitata. 

Esther si mette ora in ginocchio e si avvicina alle pareti della stanza. Infila una mano in uno dei buchi del gloryhole e schiocca le dita. Dall’altro lato della parete si sentono voci.

Uno dice “ooohh sì…”, una donna dice ad un uomo “vai, vai, mettilo dentro!” Mi volto verso Christian con gli occhi spalancati. Lui ride come un pazzo e mi fa il pollice in su.

Esther si volta verso di me, sfila la mano dal buco e tira dentro un cazzo eretto, come se avesse pescato.

“Ti vuoi divertire?” mi dice. La guardo. 

Sorrido. 

Sarà una lunga notte, mi sa.

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La mia prima volta al Club Privé

Posted by admin under Incontri Erotici on venerdì Feb 3, 2023

Come ho già avuto modo di raccontarvi, vivo da fuorisede in una casa in condivisione con altre persone. Siamo più o meno tutti coetanei, tutte coppie e tutti dalla mentalità meravigliosamente aperta. 

È stata sicuramente una buona dose di fortuna, quella che ci ha fatti incontrare, ma anche alcune conoscenze comuni hanno fatto la loro parte.

Martina condivide la stanza con il suo ragazzo Marko. Lei è una trevigiana di un metro e ottanta, un fisico decisamente da top model, ex atleta, dai lineamenti perfetti. Lunghi dreadlocks castani adornati di perline colorate, braccia tatuate e piercing ovunque. Fa la social media manager nella stessa agenzia dove io faccio part-time ed è una delle tipe più toste e sexy che io abbia mai conosciuto. Marko viene dalla Repubblica Ceca, fa il programmatore, a guardarlo sembra non avere nulla a che fare con lei. Armadio a tre ante di un metro e novanta, biondo, viso slavo ma delicato. 

Un tipo divertente, nonostante l’umorismo ceco non sia particolarmente famoso.

In un’altra stanza vive Esther, ragazza congolese di ventotto anni dal fascino un po’ nerd. È poco più alta di me, sarà sul metro e settanta, fisico morbido, pelle d’ebano e in questo periodo porta con orgoglio la sua capigliatura afro. 

Sta facendo praticantato in uno studio legale ed ha una cultura straordinaria. Le ho sentito raccontare cose sulla storia dell’antica Roma, con date e dettagli che nemmeno Alberto Angela.

Si dichiara poliamorosa, e da quando sono qui l’ho vista condividere il letto con ragazze e ragazzi. Una che si diverte come piace a me. In questo periodo ha una storia con Angelica, una ragazza della provincia milanese, minuta e carina, di quelle che potrebbero passare inosservate ma che ti svoltano l’umore anche nelle giornate più nere. Ma anche con Fabio, un cinquantenne divorziato, un artista dai capelli brizzolati e la barbetta incolta che davvero non so come cacchio abbiano fatto ad incontrarsi.

Venerdì scorso, in uno di quei frequenti momenti conviviali in cui in un modo o nell’altro riusciamo a cenare tutti insieme, tra una chiacchiera e un’altra, è stato proprio Fabio a parlarci di un club privé dove di tanto in tanto gli era capitato di andare. È probabilmente uno dei più conosciuti di Milano, ma nonostante questo non ci ero mai stata.

L’idea ci ha stuzzicato e ci abbiamo messo davvero poco a convincerci che avremmo potuto provare.

Tralasciando i dettagli di come ci siamo organizzati logisticamente, arriviamo lì tutti e sei, giusto il tempo di fare la tessera, pagare l’ingresso e via.

La ragazza alla reception ci fornisce asciugamani, accappatoi, ciabattine monouso e le chiavi dell’armadietto, spiegandoci che l’unica area del club in cui era consentito essere vestiti era il bar, ma non era obbligatorio. Per il resto si trattava di un club naturista.

Peccato. Avevo scelto un outfit da lolita che è stato vanificato in un secondo.

Io, il mio ragazzo Christian ed Esther iniziamo ad esplorare l’ambiente circostante. Fabio chiacchiera con i ragazzi della reception mentre Marko e Martina dopo un secondo sono già immersi in una vasca idromassaggio. 

Le sale sono abbastanza buie, illuminate lievemente da luci al neon rosa e blu. 

Non sapevo esattamente cosa aspettarmi, ma non immaginavo di trovarci coppie di ogni età. 

Veniamo praticamente mangiate con gli occhi, ce ne accorgiamo perché gli sguardi dei mariti (ma anche delle mogli) sono languidi. Certo, Esther è così scura di pelle che se non fosse per le luci rosa sembrerebbe un accappatoio che svolazza da solo, ma forse il motivo di quegli sguardi non è dovuto a quello.

Decidiamo di prenderci un drink al bar mentre osserviamo quello che succede attorno a noi.

Ci sono coppie che chiacchierano, si sentono coiti consumarsi in alcune salette nascoste, una donna sulla sessantina seduta su un divanetto ci sorride mentre un uomo (probabilmente il suo uomo) ed un ragazzo decisamente più giovane di loro le mangiano il seno prosperoso.

È un ambiente senza freni, senza pensieri, libero e senza inibizioni.

Ci sediamo anche noi tre su dei divanetti, non diciamo nulla ma continuiamo a bere e a guardare ciò che succede.

Martina è a cavalcioni di Marko, nell’idromassaggio. Si stanno baciando in maniera molto passionale. Lei si muove su di lui e i suoi dread sembrano serpenti che le scivolano sulla schiena. Non si capisce cosa succede sotto l’acqua, ma accanto a loro una coppia sembra volerli imitare. La donna sembra avere i capelli rossicci, corti, fisico magro. Lui brizzolato, panzetta, petto villoso. Non entrano in acqua, si siedono sul bordo vasca, incredibilmente vicini ai miei amici. La donna inizia a cavalcare il suo uomo senza ritegno. 

Mentre noi sembriamo incantati da quel film porno in real life che si sta sviluppando davanti ai nostri occhi ecco sbucare dall’ombra Fabio.

“Vi va se vi faccio vedere una stanza? Il proprietario è un mio amico e la apre per noi!” dice tutto contento.

Ci alziamo e lo seguiamo. Chissà dove ci porterà questo privilegio. 

Dopo un paio di corridoi in cui riecheggiano risate, ma anche urla di piacere e scene di porno random dai televisorini posti qua d là, entriamo in una stanza grande, con un enorme materasso centrale. Tutto attorno tende nere lasciano scoperti dei vetri a specchio. Dal nostro lato sono specchi. Evidentemente dall’esterno no.

Ci sediamo sul materassone ed Esther si accorge di quei buchi sul muro. “Ma questi?” chiede. “Eh aspetta e vedrai…” dice Fabio ridacchiando con Christian. “Oddio ma è un gloryhole??” dico io, ridendo. Non ne avevo mai visti dal vivo. 

Comunque fatto sta, che forse a causa del clima saturo di sesso, ci lasciamo tutti un po’ trasportare. 

La situazione in quella stanza parte abbastanza tranquilla, con me e Christian da un lato del letto, lui che mi bacia il collo e mi titilla i capezzolini, e dall’altro lato Esther che sta facendo una sega al suo uomo mentre ci guardano. 

Fabio sembra in effetti parecchio eccitato dalla cosa, e io non faccio nulla per distogliere la sua curiosità. Mentre le mani di Christian si muovono sul mio corpo io allargo le gambe mostrando la mia passerina al compagno della mia amica.

Anche lei sembra essere divertita, e mentre si sistema gli occhiali sul naso, si china per avvolgere con le labbra il cazzo del suo Fabio. Lui continua a guardare me, però, mentre affonda una mano nel cespuglio di capelli di Esther e le spinge la testa fino a farle ingoiare tutto il suo sesso. Intanto Christian si alza in piedi, offrendo alla mia bocca il sul membro eccitato.

Sento Esther emettere versi gutturali al ritmo dei colpi di bacino di Fabio che le sta letteralmente scopando la bocca. E lui lo fa in un modo quasi violento, brutale, mentre continua a guardare me. Io sono inginocchiata a gambe aperte, completamente rivolta verso di lui. Il mio accappatoio è caduto dietro le mie spalle e il mio corpo dalla pelle candida, quasi luminosa, rispetto alla notte della pelle di Esther, è a disposizione dei suoi occhi. 

Con la mancina tengo teso il cazzo di Christian, per spompinarlo devo girare il capo di profilo rispetto al mio corpo. Adoro sentire quella cappella tra le labbra che scivola sulla mia lingua. Mi piace avvertire il suo sapore e sollevare gli occhi per cercare il suo sguardo di approvazione.

Solo che anche Christian, mi accorgo, è concentrato su quel pompino che la mia coinquilina sta facendo al suo uomo.

È un gioco di sguardi, ma questi sguardi sono inviti neanche troppo impliciti. Tutti e quattro desideriamo evidentemente diventare giocattolo degli altri. 

E allora facciamolo. 

Mi stacco dal cazzo del mio compagno, ma continuando a tenerlo ben saldo nella mia mano cammino con le ginocchia verso la coppia di amici dall’altro capo del letto.

Esther riemerge da quel pompino e finalmente sembra riprendere fiato. Sotto gli occhiali i suoi occhi sono rossi, lucidi, gonfi di lacrime. La sua faccia è fradicia di saliva che sbava e le ricade su quei bei seni sodi e prosperosi. Mi sorride “oh ma ciao!” dice mettendosi in ginocchio davanti a me.

Fabio si alza in piedi e come un bambino davanti ad una fetta di torta viene verso di me neanche fosse attratto tipo calamita. Alla fine credo che tutti e quattro abbiamo capito a che gioco vogliamo giocare. E allora giochiamo.

Il cazzo di Fabio è completamente bagnato dalla saliva di Esther. Parlando di dimensioni, è più corto rispetto a quello di Christian, non piccolo, ma meno lungo. Però è tozzo, grosso, a malapena riesco a cingerlo in un pugno. Inizio a segarlo facendo scivolare la mia mano sulla saliva della mia amica, che intanto fa lo stesso col cazzo del mio uomo. 

Esther mi guarda e sorride ancora, di fronte a me “va bene facciamo cambio…questo cazzo mi piace un sacco…” mormora avvicinando il suo viso al mio. “Mmmh va bene…ma io non so se riuscirò a prenderlo tutto in bocca…è troppo grosso…” le rispondo.

Facciamo le troie perché gli uomini si galvanizzano, li eccitiamo. Ma in fondo un po’ troie lo siamo davvero.

Le labbra grosse e carnose di Ester iniziano a baciarmi, ed io accolgo la sua lingua nella mia bocca. Ci baciamo languidamente in un modo così eccitante che sento la mia figa gocciolare sulle mie cosce. Le nostre mani libere accarezzano rispettivamente i nostri visi. 

Ci stacchiamo da quel bacio che avrei fatto durare ore e decidiamo di dare piacere ai nostri uomini. 

Iniziamo a spompinarli nello stesso momento. Non vedo bene cosa Esther stia facendo al cazzo del mio uomo, ma sento nitidamente il suono della sua bocca che schiocca saliva, della sua gola che cerca di prenderlo tutto, il suo mugolare di piacere.

Io, dal canto mio, cerco di non essere da meno. Il cazzo di Fabio è effettivamente grosso al punto che faccio fatica a prenderlo tutto in bocca. Lui è arrapato da morire e i suoi occhi sono fissi sui miei che lo guardano mentre provo a succhiarglielo. “Oh siii… che troia…che troia…” dice sussurrando. Sembra aspettasse quel momento da sempre. 

I movimenti della mia bocca e della mia lingua proseguono. Riesco a prendere tra le labbra tutta la cappella e buona parte dell’asta cicciona, ma non tutto. Nonostante lui provi a spingermelo fino in fondo spingendomi la testa verso di lui.

Mi usa come un oggetto sessuale e la cosa un po’ mi piace. Con la destra gli massaggio le palle turgide e con la mancina scivolo tra le mie gambe per toccarmi un po’. Ma la mano di Esther è più rapida ed arriva ad aprirmi le grandi labbra e a stuzzicarmi il clitoride in meno di un secondo.

Ansimo e chiudo gli occhi per godermi il momento senza smettere di succhiare il cazzo a quel cinquantenne arrapato che vorrebbe spingermelo in gola fino ad uccidermi.

Mi scosto, lo sego un po’, guardo Christian in estasi. Mi piace quello che vedo.

“Dai basta giocare… voglio scopare!” dico perentoria. Fabio non se lo fa ripetere e si stende a pancia in su, vincendo il turno. 

Mi metto a cavalcioni su di lui dandogli la schiena. Gli tengo il cazzo dalla base e me lo spingo dentro senza fare complimenti.

Le sue dimensioni mi lasciano un secondo senza fiato. Sento la mia figa aprirsi e la parte più grossa di quel cazzo farsi strada dentro di me. Ansimo, mentre piano inizio cavalcarlo.

Esther si avvicina a me, mi schiocca un bacio sulle labbra, scende sui miei seni e li mordicchia. È a quattro zampe e dandosi uno schiaffo sulla chiappona soda invita Christian a penetrarla. 

Il mio uomo mi guarda mentre in un attimo lascia scivolare il suo cazzo dentro la mia coinquilina congolese. Gli sorrido mentre non riesco a dire nulla se non “oh Dio… Ohh Dio…”.

Anche Esther inizia il suo concerto. Conosco molto bene la sua voce quando gode, credo la conosca tutto il nostro palazzo. Ha una volume alto e non si frena. Soprattutto perché Christian non si fa pregare e la scopa come un toro arrapato. 

Ho le mani di Fabio sui fianchi che praticamente mi muove a suo piacimento.

Decide la velocità della cavalcata e io non posso far altro che assecondarlo e godere. Ho la passerina in fiamme. 

Ma ad un tratto mi solleva, sfilandosi da me. 

È completamente succube della sua stessa eccitazione. 

Prima si pone in ginocchio davanti alla faccia della mia amica e spinge il cazzo nella sua bocca, poi, dopo averle nuovamente scopato la gola come un forsennato per qualche minuto, fa un cenno a Christian e lo invita a distendersi.

Il mio ragazzo obbedisce. Esther sembra conoscere il copione e sale a cavalcioni sul cazzo del mio uomo distendendosi col petto sul suo. Fabio intanto le va dietro, si sega, si sputa sul cazzo e senza bussare spinge il suo cazzo nel culo della mia amica.

Esther è in estasi. Ammetto che vorrei essere al suo posto. Sono stata di fatto abbandonata a me stessa con la mia voglia. Mi sgrilletto, distendendomi di fianco a quell’intreccio di corpi. 

Mi infilo una, due, tre dita nella figa e mi do piacere, raggiungendo l’orgasmo da sola, liberando il mio piacere in un urlo.

Fabio sembra essere ancora più eccitato da questo e dopo qualche colpo rantola, scaricando la sua cartuccia di sperma nel culo di Esther. Si calma, si sfila da lei e detta i tempi, come fosse un regista “dai, adesso fate godere lui, dai…”

Esther obbedisce come una geisha nera. Smette di scoparsi il mio uomo e scende col viso verso il suo cazzo. La raggiungo. Guardiamo entrambi gli uomini mentre contemporaneamente spompiniamo e lecchiamo il cazzo di Christian, fradicio del sapore dolciastro della mia amica color ebano. Le nostre lingue si incrociano di tanto in tanto, mentre ci godiamo quell’asta di carne turgida passando spesso dal leccargli le palle a succhiargli la cappella. 

Ci mette poco, a godere. I fiotti di sborra zampillano e schizzano un po’ ovunque sul suo petto e sul materasso mentre noi ci divertiamo a segarlo con le nostre mani unite “Riiingoooo!” diciamo contemporaneamente scoppiando entrambe a ridere.

Ci baciamo, io le accarezzo le tettone nere e pizzico quei capezzoloni mentre lei si aggrappa alle mie chiappette. Entrambe abbiamo la sborra di Christian tra le dita, ma non ce ne curiamo.

Fabio, intanto, ci fa notare che dagli specchi alle pareti si vedono le sagome di un po’ di persone. Pare ci siano stati degli spettatori. 

Io non sono ancora del tutto soddisfatta. Potrei quasi pensare di fare un regalo a quei guardoni…

Note finali:

[avrei bisogno di parlare con gli admin per inserire in una raccolta due racconti già pubblicati. Come posso fare? Grazie!]

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Bentornata

Posted by admin under Incontri Erotici on lunedì Gen 23, 2023

Le vacanze di Natale nel mio paesino pugliese sono finite subito dopo l’Epifania, che come si sa, “tutte le feste porta via”.

Sono sempre combattuta tra due stati d’animo, quando vado via: se da un lato sono triste di lasciare amici e famiglia, dall’altro non vedo l’ora di tornare ai miei spazi, ai miei ritmi, alle mie cose.

Anche se questo vuol dire doversi sparare circa 12 ore di FlixBus.

Non potendo permettermi un volo o un treno, troppo costosi nel periodo natalizio, ho quantomeno preteso di poter godere di due posti su quel pullman verde. 

Così, al secondo piano, sul posto davanti, mi sono goduta il viaggio in santa pace.

Tutto sommato dodici ore scorrono via piuttosto facilmente, quando hai un telefono, il wifi e tre o quattro ragazzi che ti scrivono porcate su Whatsapp. 

Il sexting è da sempre una delle mie più grandi passioni.

Questo scambio di messaggi con il mio ragazzo e contemporaneamente con tre tipi praticamente sconosciuti, non hanno fatto altro che tenermi bella calda lì sotto. 

Ammetto di essermi anche toccata un po’, in alcuni momenti, sotto la giacca che copriva le mie pudenda. Chissà se il tizio nella fila accanto, che mi guardava di continuo, si è accorto di qualcosa.

Al mio arrivo nella piovosa Milano, intorno alle 19, Christian era già lì ad aspettarmi.

Non lo vedevo da due settimane, e le videochiamate (anche zozze, ma non solo) iniziavano a non bastare più. 

Scesa dall’autobus gli salto al collo e lo bacio, racchiudendo tra labbra e lingua tutti quei baci che in quasi venti giorni non ho potuto dargli.

Carichiamo il mio bagaglio e saliamo in macchina, sono esausta, ma siamo entrambi molto felici di rivederci.

O è così oppure ha un pennarello in tasca.

Poggio la testa sulla sua spalla mentre lui guida nel traffico. Le luci delle auto e dei lampioni creano una romantica atmosfera. 

Le sue mani, la sinistra sul volante e la destra che stringe il pomello del cambio, vorrei fossero gia impegnate su di me, ma dovrò aspettare.

Le mie però sono libere, e per fargli capire quanto mi sia mancato decido di slacciargli i jeans e di tastare quel “pennarello”.

Lo bacio sulla guancia, mentre inizio a segarlo piano. “Mi siete mancati un sacco…” gli sussurro. “…lui soprattutto…” mentre mi abbasso, incurante della città, a prenderglielo in bocca.

Non succhio con avidità, non voglio già farlo esplodere, non c’è cosa che desideri di più in quel momento che sentire il suo seme finirmi in gola, ma devo pazientare. 

Quindi lecco l’asta in tutta la sua lunghezza, gli massaggio i testicoli gonfi, succhio la cappella turgida, giusto qualche minuto, poi mi fermo. Rivesto quel tesoro di carne e torno a schioccargli un bacio sulla guancia. 

Ora so che quando saremo a casa farà fede a tutto quello che mi ha promesso nei messaggi. E la mia passerina non vede l’ora, già umida e bollente.

La casa dove abitiamo l’abbiamo soprannominata “Hotel Trainspotting”. Tre stanze da letto, due bagni, una cucina. Sei persone, un cane, due gatti, più le teche con i serpenti di uno dei coinquilini.

La fortuna è che siamo tutte coppie e tutti abbastanza accondiscendenti e amichevoli. E libertini. Ma questa è un’altra storia.

Appena tornati saluto tutti e mollo zaino e trolley nella mia stanza. Sono davvero sfinita dal viaggio, ma non andrò a dormire senza prima aver soddisfatto il mio appetito. E non quello dello stomaco.

Christian è in camera con me, si sta togliendo la giacca. Mi pongo davanti a lui, lo afferro per la felpa e sulla punta dei piedi cerco di raggiungere le sue labbra. Mentre mi bacia spingo il mio corpo contro il suo costringendolo ad arretrare fino al letto. 

Si siede sulle coperte e io mi metto a cavalcioni sulle sue gambe: “Avevi fatto una promessa…” gli dico. “Io mantengo sempre le promesse” risponde.

Abbasso così la zip della felpa e con un sorriso voglioso gli libero il petto tatuato. Gli bacio le labbra tenendo il suo viso tra le mani. Anche lui inizia a spogliarmi del cappotto e del maglioncino rosa. Mi solleva la magliettina sotto di esso e in un attimo le mie ciliegine dai capezzoli turgidi si offrono alla sua bocca. 

Mi lecca, succhia, morde i miei capezzoli donandomi piccole scosse elettriche di piacere. Mi accorgo che mi sto strusciando come una lurida sul suo pacco, già duro sotto i jeans. Non resisto. Lo spingo. Si stende sul letto. 

Mi alzo in piedi e mi tolgo i pantaloni, abbandonandoli insieme ai miei slip sul pavimento. Solo allora chiudo la porta, per evitare sguardi indiscreti (non che non mi abbiano mai vista nuda), e come una gattina vado verso di lui. 

Vedo il mio uomo, quello che da un annetto mi sono scelta come compagno di vita, di giochi e di porcate, liberarsi dei jeans e dei boxer, ora nudo e col cazzo perfettamente perpendicolare al suo corpo disteso in attesa di me.

Salgo in piedi sul letto e senza dire nulla mi metto a cavalcioni sul suo viso. Mi siedo sulla sua faccia e separandomi le grandi labbra offro la mia fighetta bagnata alla sua lingua. Lo sento leccare i miei umori, strusciarsi contro il mio sesso, lo sento torturarmi il clitoride e poi infilarmi la lingua dentro più che può, ed io ansimo, muovendo il bacino.

Afferro con entrambe le mani il mio cazzo preferito e con gli occhi chiusi dal piacere adagio il corpo sul suo. Inizio a succhiarlo, a baciarlo, come se tutto il mondo ora fosse ridotto in quel pezzo di carne dura. Mi schiaffeggio le guance e le labbra col suo cazzo, passo la lingua sulla cappella, raccolgo la mia stessa saliva che si mescola ai suoi umori, la guardo scivolare verso la base dell’asta e scomparire nello spazio tra le sue gambe e i suoi testicoli.

La sua lingua intanto mi fruga la passera come se stesse cercando un tesoro sepolto, mentre con le mani mi separa le chiappette e mi infila un dito nel sesso fradicio.

Mugolo, ansimo con la bocca piena. Ho una voglia assurda e più passano i minuti e più mi incendio. Mi sollevo, abbandonando quel cazzo solo temporaneamente, e mi rimetto seduta sul viso di Christian. Mi lascio andare a dei lamenti di piacere e mentre la sua lingua mi penetra, due delle sue dita, ben lubrificate dai miei stessi umori, si sono fatti strada nel mio buchino posteriore.

Mi masturbo il clitoride, mi muovo e godo, liberando un orgasmo che mi squassa proprio lì sul viso del mio uomo.

Com’è soddisfatto, lui, mentre io tremo e mi sollevo per stendermi accanto a lui. “E uno…” mi dice. Me ne aveva promessi diversi. Questo varrebbe due, ma non glielo dico. Sorrido e ricomincio a masturbarlo. La mia mano avvolge quel cazzo umido e lo sega piano. Mentre recupero le forze mi piego su di lui per spompinarlo ancora un pochino, lo sento ansimare. Poverino, crede che lo farò venire così. Mi fermo. Sono pronta.

Mi giro a cavalcioni e mi trafiggo la patata con quel cazzone. Non fa fatica alcuna, ad aprirmi le pareti della vagina, bagnata e vogliosa come sono. 

Inizio a cavalcarlo, le sue mani dapprima mi cingono i fianchi accompagnando i movimenti, poi una sale e mi afferra il collo. Mi stringe, di fatto concedendomi meno aria di quanto il mio ansimare necessiti. Sento le lacrime scivolare sul mio viso e sorrido, felice come una puttana eccitata. La sua puttana. Oggi solo sua.

Mi abbandono sul suo petto continuando a cavalcarlo e a farmi scopare, con dei movimenti che sembrano perfettamente coreografati. Lui mi rigira neanche fossi di pezza, mi viene sopra e mi penetra con foga. Sento quella musica splendida del suo corpo che schiaffeggia il mio, quel cazzo affondarmi dentro, i miei umori come pozzanghere calpestate dagli stivaletti dei bambini, le mie urla e i suoi rantoli da animale. 

Si stacca da me, con un gesto del braccio mi rivolta a pancia in giù e in un attimo è di nuovo dentro di me. Il mio culetto bianco come il latte si schiaccia contro il suo inguine mentre mi scopa. Ansimo e godo contro il cuscino, porto una mano sul clitoride che struscia contro la coperta e mi masturbo ancora. Vengo. Ora urlo. Non so quanto frenata dal cuscino, ma libero la mia voce mentre Christian non accenna a rallentare.

Ho le gambe che fremono, la fighetta ipersensibilizzata. Lui sembra percepirlo e piano si tira fuori. 

Con entrambe le mani mi solleva appena il bacino. Giro la testa verso di lui, lo guardo, mi sorride: “…due?” chiede. Non rispondo.

Sento una delle sue mani aprirmi le chiappe, uno sputo e la saliva che cola tra le natiche. La sua cappella bollente si affaccia alle porte del mio culetto e lentamente entra. 

Dolore e piacere si mescolano. Ogni volta è sempre così, con lui.

Scivola nel mio culetto finché può, resta immobile un attimo e ricomincia a pompare. 

Io lascio andare il mio piacere e stringo le coperte nei pugni. Lui mi scopa il culo e io godo forte. La mia mano è di nuovo sul mio sesso che mi accarezzo e mi penetro con indice e medio. Probabilmente ho un altro orgasmo. 

Lo sento aumentare il ritmo e ansimare sempre più forte. “Sì… sì… che bello…” gli dico. Vorrei essere più porca ma ho la testa svuotata dal piacere di quel momento.

Mi sbatte come se volesse smontarmi, sempre più forte. “Oh sì… oh sì, sto per venire…” mi dice una frazione di secondo prima che io senta l’ultimo colpo entrarmi tipo fino al cuore e il suo seme esplodermi dentro. Sento il suo sperma caldo inondarmi dentro e il suo corpo cadere sul mio. Sembriamo due cani che si ingroppano, luridi e felici. 

Si sfila dal mio buchetto che come un tortino ora lascia colare fuori tutto il suo sperma. 

Mi volto, scivolo sul suo cazzo e lo ripulisco, infilandomelo in bocca. 

Ci prendiamo un attimo di pausa restando stesi sul letto. Non diciamo nulla, facciamo parlare solo le nostre mani che si accarezzano.

“Avrei un po’ fame…” dico.

“Vado a prepararti qualcosa…” dice trasformandosi in un attimo nell’uomo perfetto.

“Sì, ma prima rivestiti, o finisce come l’altra sera…”

Ride. Si infila un paio di pantaloni della tuta che comunque mostrano il barzotto. Rido.

Esce dalla porta. 

Bentornata a casa, Mimì.

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Le Frequenze della Perversione

Posted by admin under Incontri Erotici on mercoledì Gen 11, 2023

La cosa stupenda del mio rapporto col mio ragazzo è di essere perfettamente sintonizzati sulle stesse frequenze della perversione. Mi ritrovo spesso, infatti, a fare pensieri sconci su Christian.
È più forte di me. Non so cosa ci succede, ma quando stiamo insieme siamo due maiali, se siamo separati lo siamo di più.

Ho riscoperto con lui il piacere di sperimentare perversioni sempre nuove e sempre più “estreme”, di quelle che vengono così, senza un motivo, ma che la sola idea ti eccita al punto dal volerla provare.
Vi è mai capitato? Tipo di guardare un porno, ad esempio, e pensare “Oddio, voglio farlo anche io…” e di ritornare alla triste realtà perché consci del fatto che il/la vostro/a partner non potrebbe mai acconsentire?

Ecco, a noi capita di farci venire queste voglie e di metterle sempre in pratica. Tutte.

Siamo andati avanti così sin dal primo momento che ci siamo conosciuti.
Il sesso è sempre stato fantastico e più si andava avanti, più i cancelli delle inibizioni cadevano. Abbiamo giocato con sex toys, abbiamo aperto la coppia ad altre persone, ad altre coppie, ci piace eccitarci via messaggi, raccontandoci tutti i dettagli se, quando siamo lontani, ci capita di scopare con altre persone. Ma non solo.

Ricordo ancora con una certa soddisfazione quella volta che decisi di farlo eccitare solo con lo sguardo. Immaginate se può esistere una cosa più difficile di questa… Ma l’ho fatto.

Christian era arrapato come un adolescente davanti alla prima donna nuda della sua vita, e io ero semplicemente sdraiata sulle sue gambe mentre eravamo in macchina, parcheggiati sotto casa di mia madre, subito dopo una serata in un club.

Decisi che in quel momento avrebbe dovuto masturbarsi, senza che nessuna parte di me lo sfiorasse. 

Non mi importava di rischiare di essere visti da qualcuno. 

Lui, un po’ incredulo e sempre più bisognoso di un qualsiasi aiutino, obbedì. Si segò semplicemente guardandomi. E io ero felice di avere questo potere su di lui. 

Quando dovette schizzare gli sussurrai che avrebbe dovuto farlo lì, sul mio viso, che non mi sarei spostata di un millimetro. E lui lo fece. Mi esplose in viso, sulle guance, sui capelli, sulle labbra.

Sorrisi, senza dire nulla. Mi ripulii con la sua maglietta, lo salutai e salii in casa.

Un’altra volta, invece, durante una ricerca in rete, trovai una ricetta un po’ particolare: i ghiaccioli allo sperma.

Pensai bene quindi di comprare le formine per i ghiaccioli dal supermercato e di provare.

Sperma, acqua e un po’ di zucchero. 

Quando ci vedemmo ero tutta felice e saltellante, impaziente di provare. Lo feci sedere sul tavolo della cucina, io mi sedetti ad una sedia tra le sue gambe e dopo averglielo tirato fuori iniziai a succhiarlo così avidamente che se non ci fosse stata tutta quella saliva avrebbe preso fuoco. 

Ci mise davvero poco a raggiungere l’orgasmo. Presi la formina e lasciai che tutta la sua sborra colasse lì dentro. 

Mi alzai, seguii il resto della ricetta e lo misi in congelatore.

Qualche ora dopo lo mangiai, e anche con un certo gusto, tanto che poi ripetemmo l’esperienza più di qualche volta.

Sì. Se ve lo state chiedendo, l’ha assaggiato anche lui.

In realtà ho usato lo sperma (e non solo quello di Christian) come topping e condimento su diversi cibi… Dal gelato al budino… una volta anche con le patatine del Mac. Direttamente sotto i tavoli del Mac.

Ma tra le mille perversioni che ci sono venute in mente, alcune realizzate, altre in fase di progettazione, ha trovato spazio anche la “golden shower”.

Venne fuori un po’ così, durante una sessione di sexting.

Ho sempre immaginato mi potesse piacere, che un uomo (ma non chiunque, però) mi pisciasse addosso, così glielo confidai.

Mi rivelò che aveva anche lui la stessa fantasia, così alla prima occasione provammo.

Eravamo nella vasca da bagno dei miei a goderci l’idromassaggio mentre erano in montagna, quando la voglia di toccarci, che in realtà non ci manca mai, è tornata prepotente.

Abbiamo iniziato dapprima a sfiorarci con le dita dei piedi, sotto l’acqua, poi a toccarci in maniera sempre più convinta.
L’acqua era calda e in quella serata invernale era piacevole, restare immersi completamente.

Ho quindi avvolto le mie labbra attorno al cazzo del mio amante dai capelli biondi ed ho iniziato a succhiare, a leccare piano. Lo sentivo ansimare e cercava di tenere su il bacino il più possibile per non farmi succhiare anche l’acqua della vasca.

Gli leccavo la cappella cercando il suo sguardo, e sorridendogli lasciavo cadere su di essa un abbondante rivolo di saliva. Dopo qualche minuto di “coccole speciali” ha richiesto anche lui qualcosa per placare la sete. Così mi sono alzata e gli ho offerto il mio sesso, avvicinandomi alle sue labbra e concedendomi alla sua lingua.

Mi reggevo al muro, ansimante, mentre la sua lingua lottava con il mio clitoride o la faceva entrare dentro di me. E mi tremavano le gambe per l’eccitazione.

Si stava masturbando come un maiale, mentre io ero quasi a cavalcioni sulla sua faccia. Lo vedevo bello, duro e pronto per me, così senza pensarci su troppo, mi sono spostata, mettendomi a quattro zampe, sempre nella vasca.

Ho lasciato che la punta della sua cappella mi stuzzicasse un pochino, prima che me la spingesse piano dentro. Era talmente arrapato che i suoi colpi erano violenti, sempre più decisi e profondi.

Lo sentivo godere, mentre usava la mia gola e i miei capelli come maniglie per le mani. L’acqua nella vasca schizzava un po’ ovunque.

Le vasche da bagno non sono il massimo della comodità.

Abbiamo anche provato a farlo con me sopra, ma non era semplicissimo, perciò, pur di cambiare posizione e dare un minimo di varietà al tutto, abbiamo anche provato a farlo in piedi.

Mentre mi prendeva in piedi stando dietro di me, ho avuto un orgasmo che mi ha fatto tremare tutta.

“Oh sì… godo anche io” mi ha detto grugnendo.

Così mi sono staccata da lui, inginocchiandomi davanti a quel bellissimo cazzo eretto e luccicante dei miei umori.

Con una mano l’ho segato quei pochi secondi necessari per portarlo a schizzare tutto il suo seme sulle mie tettine.

Ma sapevamo bene entrambi che il meglio doveva ancora venire.

“Adesso vorrei che mi facessi la pipì addosso…”
Gli ho detto, guardandolo dal basso, tutta sporca del suo sperma. 

Pare che per gli uomini non sia facile, farsi venire lo stimolo della pipì mentre hanno il cazzo in tiro, e per questo motivo immagino non sia stato facile nemmeno riuscire a direzionare nel migliore dei modi il getto di liquido caldo.

Ma la mia pioggia dorata di Christian mi ha lavato i seni, schizzando a tratti nella mia bocca quel sapore acre.

Ero felice… eccitata… candidamente perversa.

È stata la prima volta. Poi ce ne sono state altre. 

Mi è piaciuto molto quando abbiamo invertito i ruoli e ho potuto fargliela io, addosso. L’ho annaffiato sul suo petto. Ha provato anche a passarci su la lingua, ma non sembrava troppo convinto.

Pare che nei film porno quella pipì che le attrici bevono tranquille sia risultato di 24 ore di sola acqua, per questo nei film non è gialla come erano le nostre. 

Dovremo migliorare. 

Note finali:

Voi ci avete mai provato? Non avete mai avuto questo tipo di fantasie?

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