Formazione della zoccola nuova

Posted by admin under Incontri Erotici on giovedì Gen 12, 2023

Pamela
Mi chiamo Pamela, ho ventidue anni e sono sposata con Luca. Sono alta m.1,70, capelli lunghi e neri, occhi scuri, seno una terza abbondante e un bel culetto alto e sodo, gambe lunghe e labbra carnose. Sono la figlia unica di una famiglia dalle idee molto libertine. Mio padre, un gran porco, ha sposato Elisa, mia madre, che aveva diciassette anni, dopo che lei era rimasta incinta. Questa situazione particolare ha, in qualche modo, determinato un cambiamento totale nella vita di mia madre. Non tanto perché era diventata madre, ma perché questo ha determinato una grande complicità con mia nonna Maria. Lei, all’epoca, era già titolare di una tabaccheria, dove, in vetrina, c’era un cartello che riportava uno slogan alquanto particolare: QUI SI VENDONO SIGARETTE E BOCCHINI! Naturalmente, davanti al cartello, c’erano alcuni pacchetti di sigarette e piccoli dispositivi utilizzati per filtrare la nicotina: appunto i bocchini. In realtà, come ho poi scoperto dopo, la nonna i bocchini li faceva a gogò e se li faceva anche pagare profumatamente. L’inserimento di mia madre nell’azienda di famiglia aveva subito determinato un incremento delle entrate e, ben presto, anche lei ha cominciato a succhiare il cazzo ai clienti molto affezionati, incrementando al massimo i suoi guadagni. Il fatto che mia nonna e mia madre fossero due zoccole, rendeva mio padre molto felice e la loro complicità era veramente qualcosa di speciale. Volutamente le faceva indossare abiti molto succinti, dove erano ben in evidenza le sue grazie, costituite da un seno molto rigoglioso, due splendide cosce e un bel culo tondo, che veniva ancor più valorizzato dal fatto che lei indossava sempre scarpe con tacchi molto alti. Fra lui e mia madre c’era una complicità totale, durata fino a quando mio padre non è morto d’infarto, una notte nel sonno, quando io avevo solo 12 anni. Crescevo allegra e felice, ovviamente all’oscuro di tutto ciò che avveniva nel retro della tabaccheria, dove spesso mia madre, o mia nonna, si recavano a succhiare il cazzo al cliente di turno. Dopo la morte di mio padre, questa cosa è andata alquanto sminuendo soprattutto per quanto riguardava mia madre, mentre invece mia nonna continuava a succhiare allegramente tutte le mazze che gli si paravano davanti al viso. A 16 anni ero già alquanto sviluppata. Il mio seno era già cresciuto abbastanza e anche il mio corpo era divenuto più formoso, al punto che i vestiti mi erano subito piccoli, le gonne un po’ troppo corte. La cosa però che mi dava fastidio in modo particolare, era il ciclo mestruale. Arrivava all’improvviso e, nei primi quattro o cinque giorni, era devastante. Avevo dolori così forti da piegarmi in due e perdite di sangue così abbondanti che ero costretta a cambiarmi l’assorbente in continuazione. Fu, però, grazie a questo fastidio, che scoprii cosa avveniva nel retro della tabaccheria. Ero appena entrata in tabaccheria, quando ho sentito l’assoluta necessità di cambiare l’assorbente, perciò mi son recata nel bagno posto nel retro del locale. Mentre ero chiusa in bagno, ho sentito mia nonna entrare dalla porta posteriore insieme ad un tizio; lei si è seduta nel piccolo ufficio, posto proprio di fronte alla porta del bagno, ed io, Incuriosita dal fatto che fosse entrata dal retro, ho guardato attraverso il buco della serratura ed ho potuto subito constatare che il tizio era in piedi, davanti a mia nonna seduta, ed aveva sfoderato una bella mazza. Non è che ne avessi già viste tante, forse due o tre, ma quella era particolarmente lunga ed ho visto con quanta disinvoltura mia nonna se la infilava giù, tutta in gola. Ero sbalordita dalla facilità con cui aveva ingoiato quella verga e, soprattutto, non riuscivo a capire come, con quel palo piantato in gola, riuscisse a tirar fuori la lingua e lambire, con la punta, le palle del porco, che, ovviamente, ansimava di piacere da vero maiale.

«Che meravigliosa succhiacazzi! Dai, succhialo bene che ti voglio sborrare direttamente in gola!»

Nel vedere quello spettacolo, ho portato un dito in bocca e ho provato ad imitare ciò che stava facendo mia nonna, ma subito ho avuto dei conati di vomito e questo mi ha stupito ancora di più, perché, se con un solo dito a me veniva da vomitare, proprio non riuscivo a capire come la nonna potesse infilarsi in gola quella verga, che sarà stata lunga quasi una ventina di cm. Ha continuato per un po’ a succhiare, facendolo scorrere dentro/fuori dalla bocca, fin quando il tizio non le ha appoggiato una mano sulla testa ed ha preso a scoparla con più violenza. Alla fine, con un grugnito da vero porco, è rimasto immobile con metà del cazzo infilato nella bocca di nonna ed ha cominciato a sborrare. Lei ha serrato le labbra e mentre lui le riversava in gola la sua sborra, ho visto lei ingoiare ripetutamente, senza perderne neanche una goccia. L’uomo si è complimentato con lei e poi ha rimesso il cazzo nei pantaloni, ha estratto una banconota dalla tasca e l’ha data alla nonna, complimentandosi con lei.

«Maria, sei veramente una gran succhiacazzi! Anche Elisa, tua nuora, è molto brava, ma tu sei veramente unica!»

Ero basita nel sentire che anche mia madre fosse una succhiacazzi, anche se, dentro di me, mentre vedevo la scena di mia nonna che ingoiava quella verga, ho sentito uno strano brivido percorrere il mio corpo, fino a raggiungere la mia patatina, che ho sentito bagnarsi immediatamente. Ho avuto l’impressione che il mio ciclo mestruale fosse diventato ancor più abbondante e, di conseguenza, ho sostituito di nuovo l’assorbente. Però, ho notato che il colore del sangue era meno rosso del solito, anzi, direi rosa, e questo mi ha un po’ incuriosito. Mentre cercavo di pulirmi la fica, prima di mettere un nuovo assorbente, appena ho sfiorato il mio bottoncino, ho sentito la stessa identica sensazione provata mentre guardavo mia nonna succhiare quel cazzo e il mio corpo è stato scosso dallo stesso brivido: la mia mano si è immediatamente riempita di liquido rossastro. Era la prima volta che avevo un orgasmo così intenso, molto più forte di quello che provavo ogniqualvolta mi accarezzavo la patatina. Quando sono uscita dal bagno, son tornata nel negozio e vi ho trovato mia madre che, vedendomi alquanto sconvolta, si è subito preoccupata.

«Amore mio, che c’è? Non stai bene? Mi sembri distrutta!»

Ero un po’ in imbarazzo perché avrei voluto chiederle tante cose, ma la mia timidezza non me lo permetteva. Le ho solo spiegato che il ciclo mestruale mi stava devastando.

«Accidenti! Ho dolori dappertutto! Vorrei riuscire a capire perché si deve soffrire così tanto! Farei qualunque cosa pur di non aver più questi dolori!»

Mia madre mi ha abbracciato e sorriso, poi mi ha guardato negli occhi e, con voce pacata mi ha spiegato che era ora di porre fine alle mie sofferenze. Dopo una decina di giorni, mi ha accompagnato a fare un esame del sangue e, avuti gli esiti, siamo andate insieme da Paolo, il suo ginecologo. Ero decisamente in imbarazzo quando mi sono trovata davanti un maschio veramente bello! Alto, spalle larghe, occhi neri e profondi, mani belle e ben curate, con dita lunghe e sottili. Ha salutato subito molto cordialmente mia madre, stringendola in un abbraccio che andava al di là del professionale.

«Elisa, sei sempre uno splendore! Presumo che questa splendida ragazza sia tua figlia Pamela.»
Mia madre gli ha spiegato quale era il mio problema; lui mi ha guardato dritto negli occhi e mi ha invitato a spogliarmi nuda. Io ho guardato mia madre, mentre le mie guance erano diventate rosse come due pomodori maturi. Mia madre, con calma, mi ha abbracciato e mi ha spiegato la situazione.

«Figlia mia, non devi affatto arrossire davanti a Paolo, perché è una persona di cui mi fido ciecamente, molto competente e, soprattutto, la persona giusta che, in qualche modo, riuscirà ad alleviare i tuoi dolori mestruali. Se non ricordo male hai detto che saresti stata disposta a fare qualunque cosa pur di non sentirli più, quindi, ora spogliati e fai tutto quello che lui ti dirà.»

Un po’ titubante, mi son denudata sotto lo sguardo di loro due, ma soprattutto quello di lui, che mi ammirava compiaciuto. Mi ha fatto sdraiare su di un lettino e sollevare le gambe su degli appositi sostegni; mi son ritrovata con la fica aperta ed esposta. Lui si è seduto fra le mie cosce e, con un la mano fasciata da un guanto, ha esplorato la mia intimità. Ho avuto subito uno scatto e lui mi ha subito tranquillizzata.

«Pamela, rilassati! Non ti devi preoccupare di nulla, perché non intendo farti alcun male. Non ti preoccupare se senti piacere, anzi spero che tu ne senta tanto, perché questo è indice di un perfetto funzionamento di tutto il tuo corpo. Rilassati e lasciami ispezionare la tua intimità.»

Ho sentito le sue dita indugiare lungo le labbra della mia ostrica, che ha cominciato a secernere umori in continuazione e lui se ne è molto compiaciuto.

«Bravissima! Ti stai bagnando in maniera stupenda! Inoltre vedo con piacere, che sei ancora vergine e questo, in qualche modo, è una cosa che mi spinge a farti godere ancora di più.»

Ha sollevato lo sguardo e, dopo avermi guardato un attimo mentre io eludevo il suo sguardo ed arrossivo fino alla cima dei capelli, lui si è girato verso mia madre e l’ha guardata dritta negli occhi.

«Non capita molto spesso di avere tra le mani una giovane fica così bella e vergine: vorrei farle provare qualche brivido in più, se tu sei d’accordo!»

Ho visto mia madre che gli ha sorriso ed ha annuito; allora lui, dopo aver introdotto nella mia vagina alcuni tamponi per prendere dei campioni, ad un tratto ha avvicinato la sua faccia alla mia fica e la sua lingua calda ha preso a lambire le pieghe della mia intimità. Anche in questo caso ho avuto un fremito che mi ha fatto fremere, ma lui mi ha esortato ancora a restare calma e cercare di assaporare al massimo il piacere che quell’azione mi avrebbe provocato. È stato semplicemente fantastico! Ho sentito la sua lingua muoversi lungo tutto lo spacco della mia fica, indugiando sul bottoncino e procurandomi un piacere mai provato prima. Già da tempo mi masturbavo, ma le sensazioni che stavo provando con lui erano qualcosa di veramente sconvolgente! Ad un tratto il mio corpo è stato percorso da una scarica elettrica che, dalla testa, ha attraversato tutto il corpo facendolo tendere in ogni singolo muscolo, inarcare il mio corpo ed infine esplodere nella sua bocca. Un gemito alquanto soffocato per la vergogna che, in quel momento, stavo provando nel godere nella sua bocca, ha indicato ad entrambi che stavo veramente godendo. Lui ha incollato la sua bocca alla mia fica ed ha leccato tutto quello che da essa sgorgava. Soddisfatto si è girato verso mia madre, complimentandosi sia con me che con lei.

«Meravigliosa! Una delle più belle leccate di fica che abbia mai fatto! Una fica vergine ha un sapore veramente unico! Dovresti assaporarlo un po’ anche tu. Dai, inginocchiati qui davanti e continua a leccarla, mentre io voglio che lei assapori anche un altro piacere.»

Immediatamente mia madre ha preso il suo posto e subito ho sentito la sua lingua indugiare con la stessa intensità e bravura di Paolo. Lui, intanto, si è alzato in piedi e si è posto di lato a me e, dopo avermi fatto girare la testa verso di lui, ha aperto la patta dei pantaloni e mi ha presentato un bel cazzo di ottime proporzioni. La sua splendida cappella rossa era lì ad un passo dalla mia bocca e lui, delicatamente, mi ha invitato a succhiarla.

«Apri la bocca, lecca e succhia.»

Con un po’ di incertezza ho iniziato a fare quanto mi veniva richiesto, mentre il mio corpo veniva scosso da un intenso orgasmo provocatomi da mia madre. Ho preso a gemere a bocca piena, mentre lei continuava a leccare tutto ciò che sgorgava dalla mia fica, fin quando si è alzata ed è venuta vicino a me, soddisfatta del risultato.

«Paolo avevi ragione! La sua fica vergine ha un sapore veramente unico! E adesso voglio che tu, figlia mia, impari a fare un perfetto pompino!»

Immediatamente si è abbassata ed ha iniziato ad elargire consigli ed istruzioni su come realizzare un perfetto pompino. Mi sono sentita molto eccitata da questa strana situazione e, ben presto, ho cominciato a leccare a succhiare quel cazzo sempre meglio, inducendo lui a farmi dei complimenti.

«Bravissima! Elisa, tua figlia è veramente brava! Con la dovuta esperienza diventerà una meravigliosa succhiacazzi come te! Adesso è giunta l’ora di farle assaggiare la mia crema!»

Mia madre mi ha detto che fra poco mi avrebbe riempito la bocca di sborra, che avrebbe avuto un sapore un po’ acidula, una specie di yogurt, di cui io sono ghiotta. Ho serrato le labbra e lui ha cominciato muovere il bacino avanti indietro sempre più velocemente fin quando, ad un tratto, è rimasto immobile e subito la mia bocca si è riempita di crema densa e calda. Ho strabuzzato un po’ gli occhi per la sorpresa, ma, dietro consiglio di mia madre, ho ingoiato velocemente e subito mentre la mia bocca si riempiva ancora. Ho ingoiato anche questa seconda dose e poi ho continuato a leccare e spremere massaggiando le sue grosse palle, sempre sotto lo sguardo attento di mia madre, che continuava ad elargire consigli. Alla fine, quando l’ha tolto dalla bocca, era ben pulito e lucido e questo ha costituito motivo d’orgoglio anche per lei.

«Bravissima, amor mio; hai eseguito il tuo primo pompino in maniera davvero perfetta! Col tempo diventerai anche tu una adorabile succhia cazzi come me!»

Poi mi son rivestita e lui ci ha dato appuntamento per due sere dopo, per prescrivere la pillola. Quando è stato il momento di tornare da lui, mia madre mi ha invitato ad andare tranquillamente da sola ed io ero alquanto felice, perché speravo di ripetere l’esperienza vissuta. Per l’occasione, dietro consiglio di mia madre, ho indossato una T-shirt con sotto un reggiseno molto sottile ed un piccolo perizoma subito scomparso sotto una mini gonna molto corta e, poiché da tempo adoravo già indossare i tacchi alti, ne ho indossati un paio veramente spettacolari che mi hanno inarcato il culo rendendolo veramente spettacolare. Giunta nel suo ambulatorio, mi ha fatto accomodare e, poiché era l’ultima paziente, ha chiuso la porta dietro di noi così da non correre il rischio di esser disturbati. Mi son seduta davanti alla sua scrivania ed ho accavallato le gambe, suscitando subito un suo sorriso di compiacimento. Lui si è alzato e, dopo aver aperto una vetrina, ha preso una confezione e si è appoggiato alla scrivania davanti a me.

«Ti ho prescritto questa serie di pillole, perché sono il perfetto dosaggio per la tua giovane età. Se non sbaglio fra pochi giorni compirai il 17 anni e questo farmaco è perfetto per regolarizzare il tuo ciclo mestruale e farti vivere la vita in maniera serena senza nessun tipo di problema. Inoltre questa confezione, come vedi, ha le prime sette pillole in questo spazio rosso, che sta a significare che queste le devi prendere a partire dal primo giorno che avrai il ciclo mestruale. È importante iniziare esattamente come indica la confezione, così sarai perfettamente protetta. Due giorni dopo aver finito di prendere le pillole nello spazio rosso, torni da me.»

Appena finito di parlare, lui era in piedi davanti a me e all’altezza del mio viso c’era il suo pacco già gonfio sotto la stoffa dei pantaloni. Senza nessuna esitazione ho alzato la mano e sono andata ad accarezzarlo attraverso la stoffa; subito lui mi ha sorriso, mi ha preso per mano e insieme siamo entrati in un piccolo locale adiacente allo studio, dove c’era un letto non molto grande, ma sicuramente molto comodo. Mi ha invitato a spogliarmi nuda, mentre lui ha fatto lo stesso.
«Oggi voglio insegnarti un’altra cosa: ti voglio far godere mentre mi succhi il cazzo! Sai cos’è un 69?»
Ho scosso il capo perché ignoravo di cosa stesse parlando e lui, una volta nuda, mi ha fatto distendere su quel letto e, giratami al contrario, si è messo a leccarmi la fica, mentre io mi son trovata, davanti alla faccia, la sua splendida mazza che subito ho preso a leccare. Sentivo ondate di piacere percorrere il mio corpo e questo mi faceva impegnare sempre di più a succhiare quella meraviglia, che sembrava diventare sempre più grossa nella mia bocca. Ho avuto un violento orgasmo, che lui ha succhiato tutto con la bocca e poi mi ha incitato a spinger il suo cazzo ancor più in fondo nella mia gola.

«Prova ad affondarlo ancora di più e vedrai che la sensazione di vomito sparisce nel trattenerlo sempre più in bocca.»

Mentre lui riprendeva a leccarmi la fica, portandomi di nuovo a godere, io ho seguito il suo insegnamento e, ben presto, son riuscita a prenderlo tutto in gola. Mi son sentita molto fiera di tutto questo e lui, come ricompensa, mi ha fatto di nuovo tremare con un altro orgasmo molto forte. Mentre mi leccava la fica, con un dito è andato a titillare le crespe del mio culo. Per un attimo ho avuto un leggero irrigidimento, ma lui mi ha subito incitato a restare calma.

«Rilassati e goditi il piacere che stai provando. Anche con questo buco si può godere moltissimo e mi piacerebbe molto farti vivere questa esperienza.»

L’ho guardato, sostenendo che, da quanto già sapevo sul rapporto anale, mi risultava che era un qualcosa di particolarmente doloroso.

«È doloroso se e quando viene fatto in maniera impropria e frettolosa. Se, invece, viene eseguita per bene, ti posso assicurare che il piacere è sconvolgente.»

Ho annuito e son tornata a succhiargli il cazzo, mentre lui, lentamente, dopo averlo lubrificato con i miei stessi umori, ha iniziato a infilarmi un dito nel culo. Ho preso a gemere per l’insolita introduzione, che mi dava una strana sensazione. Quando lui si è reso conto che ero già ben disposta, si è alzato in piedi, è andato di corsa nello studio ed è tornato con in mano un piccolo tubetto di crema, con una lunga cannula. Ha spalmato la crema sopra il mio orifizio e, delicatamente, con un dito ha iniziato a farla scivolare dentro. Ha ripetuto più volte la stessa operazione, mentre io cominciavo ad abituarmi al piacere di quell’intrusione, fin quando, ad un tratto, non ha inserito delicatamente la cannula tutta dentro il mio culo: ho sentito qualcosa di fresco che, lentamente, pervadeva le mie viscere. Quando ha sfilato la cannula dal culo, ha lubrificato ancora di più la rosetta e, con un dito, ne ha spalmato ancora sul foro, ha spinto delicatamente il dito dentro, che è scivolato senza nessun problema. Ha anche lubrificato la punta del suo cazzo, poi mi ha esortato a mettere il viso sul cuscino e, con le mani, tenere le chiappe ben aperte.

«Quando sentirai la punta del mio cazzo forzare la tua rosetta, non ti irrigidire. Resta rilassata e spingi come se volessi evacuare, questa operazione servirà a far rilassare i muscoli anali e, solo all’inizio, sentirai un po’ di fastidio, ma, quando entrerò dentro di te, la sensazione sarà molto più bella. Appena senti il mio cazzo entrare, con una mano, masturbati, così il piacere sarà completo!»

Continuava a muovere il dito ancora un po’ dentro e fuori, poi ho sentito la sua cappella premere fra le crespe del mio culo. Mi ne ha spinto un po’ dentro poi si è sfilato, io ho cominciato a masturbarmi velocemente, mentre lui ripeteva il gioco dentro fuori, spingendone sempre di più all’interno. Sentivo il piacere della masturbazione che, in qualche modo, leniva il fastidio che provavo nel sentirmi il culo pieno da quella grossa verga. Poi, lentamente, quando la punta è entrata e uscita liberamente, ha preso a scorrere sempre più in profondità, fin quando ho avvertito che ce l’avevo tutto nel culo.

«Cazzo, ti sento! Mi stai slargando il culo! Fa un po’ male, ma non tantissimo!»
È rimasto immobile e la sua mano destra è venuta a sostituire la mia sulla fica; subito ha preso a masturbarmi velocemente, mentre, contemporaneamente, ha preso a sfilare la verga dal culo, per poi infilarla di nuovo dentro, iniziando un lento va e vieni che, unito alla masturbazione, ben presto mi ha portato a superare il fastidio della sua presenza nel culo. Ho cominciato a sentire uno strano piacere, molto diverso da tutto ciò che avevo provato fino a quel momento: più lo sentivo muovere e più questa sensazione era bella. Ad un tratto, ho avuto un orgasmo perché il mio corpo è stato percorso dalla testa ai piedi da un’ondata di piacere che mi ha letteralmente sconvolto.
«Oddio, vengo! Vengo! VENGO!»

Ho preso a tremare in maniera incontrollata, mentre lui ora mi pompava il culo sempre più velocemente. Ad un tratto, mi ha afferrato i seni e mi ha costretto a mettermi inginocchio davanti a lui, mentre continuava a sfondarmi il culo sempre più forte. Era un piacere sconvolgente, unico e fantastico! Lui, con la mano destra, mi masturbava e, ad un tratto, ha messo due dita della mano sinistra dentro la mia bocca, ha appoggiato la sua guancia alla mia e le sue parole mi hanno sconvolto!

«Chiudi gli occhi! Chiudi gli occhi e immagina che, mentre ti fai sfondare il culo, hai un altro cazzo in bocca da succhiare!»

Nello stesso istante in cui ho chiuso gli occhi ed ho immaginato ciò che mi veniva suggerito, ho avuto immediatamente un altro orgasmo. Ho preso a tremare e a gemere a bocca piena, mentre lui ora mi pompava il culo sempre più forte. Ha continuato a limarmi il culo, facendomi godere ancora un’altra volta, poi mi ha avvertito che mi avrebbe inondato il culo di sborra e che, una volta finito, avrei dovuto infilarmi il cazzo in bocca e leccare fino all’ultima goccia. Ero in delirio.

«Sì! Dai, sborrami nel culo! Voglio sentirla tutta dentro la tua sborra! Dai, che vengo! Oddio, vengo!»

Un orgasmo incredibile ha scosso tutto il mio corpo, mentre lui ha preso a riversare nel mio intestino tutta la sua sborra. Sentivo ondate di calore riempire il mio retto, mentre lui con colpi violenti si svuotava dentro di me.

«Tieni, puttanella! Prendilo tutto nel culo, meravigliosa zoccoletta! Ti sborro in culo! Sei una puttanella magnifica. Farò di te la mia sgualdrina.»

Ho sentito tutte le contrazioni del suo cazzo mentre mi schizzava nel culo e poi, ad un tratto, mi ha spinto via da sé ed io, nel sentirmi sfilare il cazzo dal culo, mi son girata e l’ho preso in bocca. Era ricoperto di tutto: dai miei umori alla sua sborra. Ho leccato fino all’ultima goccia e lui mi ha osservato compiaciuto.

«Sei fantastica! Per esser così giovane e inesperta, sei semplicemente fantastica! Una sgualdrina stupenda! Farò di te una grande zoccola!»

Siamo rimasti distesi per un po’ di tempo: ero sdraiata sul suo petto e, ad un tratto, lui mi ha preso il viso e mi ha guardato negli occhi.

«Ti è piaciuto? Spero proprio di sì, perché voglio far di te la mia troietta personale. Tua madre mi aveva avvertito che saresti venuta da sola, e lei stessa mi ha sollecitato di iniziarti al piacere della sodomia. Ti ho prescritto la pillola, ma non voglio che tu vada in giro a farti scopare da chiunque, e nemmeno a farti inculare, questi due buchi saranno solo ed esclusivamente miei. Succhia tutti i cazzi che vuoi, ma non mi deludere: fica e culo sono miei! Ricordati quello che sto per dirti: tu per me sei una persona speciale!»

Gli ho sorriso e gli ho garantito che avrei fatto esattamente come lui mi ha detto, anche se ero curiosa di capire per quale motivo fossi per lui così speciale. Quando son tornata a casa, mia madre mi ha abbracciato e mi ha chiesto come mi era sembrata quell’esperienza; io l’ho guardata e le ho risposto che era stata davvero magnifica.

«Amore mio, ne ero certa! Paolo è una persona veramente speciale, lo era anche per tuo padre, che era suo amico dalle elementari. Sì, Paolo è proprio una persona speciale!»

L’ho guardata cercando di capire perché anche per lei era speciale e così ho chiesto ulteriori spiegazioni. Lei ha abbassato lo sguardo e la sua voce era carica di malinconia, mentre raccontava:

 
«Quando ho conosciuto tuo padre, Paolo era il suo migliore amico e, fra noi, è nata subito una splendida amicizia. All’epoca, Paolo studiava ancora per diventare medico ed aveva dato un importante esame che di fatto completava una lunga serie. Eravamo così allegri e felici quella sera, a casa sua, che, tra un brindisi e l’altro, siamo finiti tutti e tre insieme a letto. Mi hanno scopato insieme, anzi, tuo padre mi ha sverginato quella sera e Paolo si è preso la mia verginità anale. Mi hanno scopato insieme a lungo, in doppia, sborrando entrambi ripetutamente dentro di me, senza preoccuparsi minimamente del fatto che avrei potuto restare incinta. Infatti, quando è successo e ne abbiamo preso atto, tuo padre non ha avuto un attimo di esitazione a sposarmi e Paolo ha sempre seguito tutta la gravidanza, continuando a scopare con me con tuo padre presente, senza nessun problema. Potrei azzardare a dire che, forse, potresti esser anche figlia sua.»

In quel momento, mi è stato chiaro tutto quello che c’era da capire. Son tornata a trovare Paolo come mi aveva detto lui e constatato che prendere la pillola non mi aveva creato nessun problema, mi son fatta inculare ancora godendo tantissimo. Dopo di allora, ci son tornata altre due volte, sempre facendo in modo che lui avesse modo di sfondarmi il culo, mentre invece mia madre aveva preso a frequentare Edoardo, un bel ragazzo di quarant’anni che, periodicamente, veniva nella tabaccheria, in quanto era un rappresentante di articoli da fumo. Fra di loro era nata una bella relazione e, una sera, ne abbiamo parlato tutte e tre insieme. Mia madre ha spiegato che lui avrebbe voluto che lei andasse a vivere con lui, ma l’unico inconveniente stava nel fatto che lui abitava in un’altra città. Stranamente, è stata mia nonna a spingere mia madre ad accettare questo cambiamento totale della sua vita.

«Figlia mia, hai 35 anni, una figlia di 17 e, quindi, hai tutto il diritto di rifarti una vita. Io sono stanca, quindi, possiamo vendere la tabaccheria e voi due potete andare a vivere in un’altra città, avendo già nelle mani un bel gruzzoletto.»

Ha chiesto anche il mio parere, che è stato subito favorevole, con una sola piccola eccezione: poiché ero al quarto anno delle superiori, ho chiesto di poter finire i rimanenti tre mesi di scuola in città, poi, mi sarei trasferita con lei nella nuova destinazione. Lei ha accettato subito e così abbiamo messo in vendita la tabaccheria, che trovandosi in una zona molto strategica ed avendo un ottimo fatturato, ci ha messo in condizione di ricavarne un ingente profitto, soddisfacendo le aspettative di tutti. Io mi sono trasferita a casa di mia nonna e, da quel momento, anche la mia vita è diventata veramente speciale. Mi son divertita a succhiare tutti i cazzi che mi son venuti a tiro, soprattutto con la complicità di mia nonna, che aveva già un suo giro di persone fidate che, periodicamente, si facevano succhiare il cazzo da lei, ma ora erano molto più contenti di poterlo infilare nella mia bocca. Negli ultimi tre mesi, ne ho presi davvero tanti di cazzi, soprattutto perché, una sera, sono stata invitata da una classe del quinto superiori, alla cena degli ultimi 100 giorni, dove eravamo solo una decina di ragazze in compagnia di non so quanti ragazzi: a giro, ci hanno fatto succhiare tanti di quei cazzi, che credo di aver ingoiato una quantità industriale di sborra. Mi son anche tolta qualche sfizio. Mi son succhiata il professore di ginnastica, che, appena me l’ha messo in bocca, è subito schizzato. Anche il professore di matematica è passato fra le mie labbra e, il suo, è stato il cazzo più piccolo che abbia mai visto in vita mia. Mi son fatta anche il bidello del nostro piano, un vero porco con un cazzo corto, ma di grosso spessore, che ha apprezzato così tanto il mio lavoro di bocca che ha sborrato due volte. Mi son fatta anche il vicepreside, che sembrava quello più inarrivabile, mentre il porco per eccellenza è stato il preside, che mi ha scopato la bocca a lungo e, quando ha sborrato, me lo ha spinto tutto in gola. Naturalmente gli ultimi tre mesi che ho passato in questa città, mi sono fatta inculare ripetutamente da Paolo e, due giorni prima di trasferirmi, ho passato un intero pomeriggio in sua compagnia, durante il quale, per cinque ore, mi ha sfondato fica e culo, facendo diventare entrambi i buchi delle vere voragini, godendo moltissimo nel sentire il suo seme inondare il mio ventre. Poi mi sono trasferita e, per tutta l’estate, ho passato le mie vacanze in compagnia di mia madre e del suo giovane amore che, però, ha cominciato a rivolgere delle attenzioni anche verso di me e questo ha irritato molto sia me che mia madre. Infatti io, quando me ne sono accorta, ho riferito subito a lei che, immediatamente, ne ha discusso con lui. Il bastardo, però, ha cercato di negare, dicendo che ero io che lo provocavo, così un giorno gli abbiamo teso una trappola: con mia madre nascosta in casa ed io intenta a prendere il sole in terrazza. Lui è arrivato ed ha cercato in tutti modi di far sesso con me, finché mia madre è uscita dal suo nascondiglio e lo ha cacciato di casa.

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Le Frequenze della Perversione

Posted by admin under Incontri Erotici on mercoledì Gen 11, 2023

La cosa stupenda del mio rapporto col mio ragazzo è di essere perfettamente sintonizzati sulle stesse frequenze della perversione. Mi ritrovo spesso, infatti, a fare pensieri sconci su Christian.
È più forte di me. Non so cosa ci succede, ma quando stiamo insieme siamo due maiali, se siamo separati lo siamo di più.

Ho riscoperto con lui il piacere di sperimentare perversioni sempre nuove e sempre più “estreme”, di quelle che vengono così, senza un motivo, ma che la sola idea ti eccita al punto dal volerla provare.
Vi è mai capitato? Tipo di guardare un porno, ad esempio, e pensare “Oddio, voglio farlo anche io…” e di ritornare alla triste realtà perché consci del fatto che il/la vostro/a partner non potrebbe mai acconsentire?

Ecco, a noi capita di farci venire queste voglie e di metterle sempre in pratica. Tutte.

Siamo andati avanti così sin dal primo momento che ci siamo conosciuti.
Il sesso è sempre stato fantastico e più si andava avanti, più i cancelli delle inibizioni cadevano. Abbiamo giocato con sex toys, abbiamo aperto la coppia ad altre persone, ad altre coppie, ci piace eccitarci via messaggi, raccontandoci tutti i dettagli se, quando siamo lontani, ci capita di scopare con altre persone. Ma non solo.

Ricordo ancora con una certa soddisfazione quella volta che decisi di farlo eccitare solo con lo sguardo. Immaginate se può esistere una cosa più difficile di questa… Ma l’ho fatto.

Christian era arrapato come un adolescente davanti alla prima donna nuda della sua vita, e io ero semplicemente sdraiata sulle sue gambe mentre eravamo in macchina, parcheggiati sotto casa di mia madre, subito dopo una serata in un club.

Decisi che in quel momento avrebbe dovuto masturbarsi, senza che nessuna parte di me lo sfiorasse. 

Non mi importava di rischiare di essere visti da qualcuno. 

Lui, un po’ incredulo e sempre più bisognoso di un qualsiasi aiutino, obbedì. Si segò semplicemente guardandomi. E io ero felice di avere questo potere su di lui. 

Quando dovette schizzare gli sussurrai che avrebbe dovuto farlo lì, sul mio viso, che non mi sarei spostata di un millimetro. E lui lo fece. Mi esplose in viso, sulle guance, sui capelli, sulle labbra.

Sorrisi, senza dire nulla. Mi ripulii con la sua maglietta, lo salutai e salii in casa.

Un’altra volta, invece, durante una ricerca in rete, trovai una ricetta un po’ particolare: i ghiaccioli allo sperma.

Pensai bene quindi di comprare le formine per i ghiaccioli dal supermercato e di provare.

Sperma, acqua e un po’ di zucchero. 

Quando ci vedemmo ero tutta felice e saltellante, impaziente di provare. Lo feci sedere sul tavolo della cucina, io mi sedetti ad una sedia tra le sue gambe e dopo averglielo tirato fuori iniziai a succhiarlo così avidamente che se non ci fosse stata tutta quella saliva avrebbe preso fuoco. 

Ci mise davvero poco a raggiungere l’orgasmo. Presi la formina e lasciai che tutta la sua sborra colasse lì dentro. 

Mi alzai, seguii il resto della ricetta e lo misi in congelatore.

Qualche ora dopo lo mangiai, e anche con un certo gusto, tanto che poi ripetemmo l’esperienza più di qualche volta.

Sì. Se ve lo state chiedendo, l’ha assaggiato anche lui.

In realtà ho usato lo sperma (e non solo quello di Christian) come topping e condimento su diversi cibi… Dal gelato al budino… una volta anche con le patatine del Mac. Direttamente sotto i tavoli del Mac.

Ma tra le mille perversioni che ci sono venute in mente, alcune realizzate, altre in fase di progettazione, ha trovato spazio anche la “golden shower”.

Venne fuori un po’ così, durante una sessione di sexting.

Ho sempre immaginato mi potesse piacere, che un uomo (ma non chiunque, però) mi pisciasse addosso, così glielo confidai.

Mi rivelò che aveva anche lui la stessa fantasia, così alla prima occasione provammo.

Eravamo nella vasca da bagno dei miei a goderci l’idromassaggio mentre erano in montagna, quando la voglia di toccarci, che in realtà non ci manca mai, è tornata prepotente.

Abbiamo iniziato dapprima a sfiorarci con le dita dei piedi, sotto l’acqua, poi a toccarci in maniera sempre più convinta.
L’acqua era calda e in quella serata invernale era piacevole, restare immersi completamente.

Ho quindi avvolto le mie labbra attorno al cazzo del mio amante dai capelli biondi ed ho iniziato a succhiare, a leccare piano. Lo sentivo ansimare e cercava di tenere su il bacino il più possibile per non farmi succhiare anche l’acqua della vasca.

Gli leccavo la cappella cercando il suo sguardo, e sorridendogli lasciavo cadere su di essa un abbondante rivolo di saliva. Dopo qualche minuto di “coccole speciali” ha richiesto anche lui qualcosa per placare la sete. Così mi sono alzata e gli ho offerto il mio sesso, avvicinandomi alle sue labbra e concedendomi alla sua lingua.

Mi reggevo al muro, ansimante, mentre la sua lingua lottava con il mio clitoride o la faceva entrare dentro di me. E mi tremavano le gambe per l’eccitazione.

Si stava masturbando come un maiale, mentre io ero quasi a cavalcioni sulla sua faccia. Lo vedevo bello, duro e pronto per me, così senza pensarci su troppo, mi sono spostata, mettendomi a quattro zampe, sempre nella vasca.

Ho lasciato che la punta della sua cappella mi stuzzicasse un pochino, prima che me la spingesse piano dentro. Era talmente arrapato che i suoi colpi erano violenti, sempre più decisi e profondi.

Lo sentivo godere, mentre usava la mia gola e i miei capelli come maniglie per le mani. L’acqua nella vasca schizzava un po’ ovunque.

Le vasche da bagno non sono il massimo della comodità.

Abbiamo anche provato a farlo con me sopra, ma non era semplicissimo, perciò, pur di cambiare posizione e dare un minimo di varietà al tutto, abbiamo anche provato a farlo in piedi.

Mentre mi prendeva in piedi stando dietro di me, ho avuto un orgasmo che mi ha fatto tremare tutta.

“Oh sì… godo anche io” mi ha detto grugnendo.

Così mi sono staccata da lui, inginocchiandomi davanti a quel bellissimo cazzo eretto e luccicante dei miei umori.

Con una mano l’ho segato quei pochi secondi necessari per portarlo a schizzare tutto il suo seme sulle mie tettine.

Ma sapevamo bene entrambi che il meglio doveva ancora venire.

“Adesso vorrei che mi facessi la pipì addosso…”
Gli ho detto, guardandolo dal basso, tutta sporca del suo sperma. 

Pare che per gli uomini non sia facile, farsi venire lo stimolo della pipì mentre hanno il cazzo in tiro, e per questo motivo immagino non sia stato facile nemmeno riuscire a direzionare nel migliore dei modi il getto di liquido caldo.

Ma la mia pioggia dorata di Christian mi ha lavato i seni, schizzando a tratti nella mia bocca quel sapore acre.

Ero felice… eccitata… candidamente perversa.

È stata la prima volta. Poi ce ne sono state altre. 

Mi è piaciuto molto quando abbiamo invertito i ruoli e ho potuto fargliela io, addosso. L’ho annaffiato sul suo petto. Ha provato anche a passarci su la lingua, ma non sembrava troppo convinto.

Pare che nei film porno quella pipì che le attrici bevono tranquille sia risultato di 24 ore di sola acqua, per questo nei film non è gialla come erano le nostre. 

Dovremo migliorare. 

Note finali:

Voi ci avete mai provato? Non avete mai avuto questo tipo di fantasie?

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Matteo con Marika e Orsetta

Posted by admin under Incontri Erotici on mercoledì Gen 11, 2023

La mattina dopo Marika dopo aver fatto sommariamente le faccende di casa andò da Orsetta, ma non la trovò sola.

Infatti, lei era con un uomo che Marika aveva visto qualche volta, ma che non credeva conoscesse Orsetta.

Quest’uomo era il marito della vicina di Orsetta, si chiamava Matteo era bellissimo e soprattutto più giovane di almeno dieci anni rispetto a lei.

I due erano stati disturbati mentre erano inequivocabilmente a letto e Marika si scusò e disse che avrebbe fatto bene a telefonare prima e se ne tornava a casa.

Matteo non le diede il tempo di andarsene che la baciò lì sulla porta di casa con il rischio che li vedessero tutti. Si mise a baciarla quasi a mangiarla e a palparla tutta con le mani.

Marika si sentiva come argilla sotto le mani di Matteo e non pensava a nulla neanche che probabilmente aveva “rubato” un’amante a Orsetta.

Orsetta però non sembrava scontenta anzi chiuse la porta e disse di andare in camera da letto per potersi divertire tutti e tre insieme.

Marika voleva dire qualcosa, ma Matteo la continuava a baciare con passione, sentiva la fica in fiamme e non vedeva l’ora di essere posseduta da lui.

Matteo non la fece aspettare molto, la fece mettere a pecorina, facendola godere moltissimo mentre di sotto si era messa Orsetta a succhiarle i seni.

Finalmente Marika poté domandare a Orsetta se non era gelosa di lei e Orsetta rispose che non lo era perché era infatuata di entrambi.

Le chiese da quanto andava avanti la storia con Matteo e lei disse che ne avrebbero parlato in un altro momento, che ora era il momento di godere alla grande, con il cazzo di Matteo.

Cazzo veramente notevole che aderiva perfettamente alla fica di Marika facendola godere come una porca, come piaceva a lei.

Una volta che Matteo finì con Marika, prese Orsetta per i capelli e le infilò il cazzo in bocca, scopandole la bocca.

Marika per un po’ stette a guardare, al tempo stesso intimorita dalla violenza di Matteo, ma dall’altro lato non vedeva l’ora che lo facesse con lei.

Poi Marika si stufò di guardare e basta e si mise a leccare la fica di Orsetta, ma Matteo in malo modo la levò di lì, dicendole che Orsetta doveva godere solo grazie al suo cazzo.

Matteo aveva un carattere piuttosto dominante e Marika chiese se si potesse masturbare e lui disse che sì poteva.

Marika si masturbava, guardava quello che succedeva finché Matteo sborrò nella bocca di Orsetta. Quest’ultima tentava di ingoiare tutto, ma non ce la faceva così Matteo ordinò a Marika di leccare tutto ciò che Orsetta non riusciva a buttare giù.

Marika lo fece, leccando così i capezzoli di Orsetta e la sua bocca, ma Matteo la scostò ancora malamente da Orsetta, dicendo che dovevano godere solo grazie a lui.

Marika gli fece notare che l’altro giorno aveva fatto sesso con Orsetta e che avevano goduto alla grande.

Matteo rispose che quando c’era lui, dovevano ubbidirgli e che non potevano fare sesso tra loro come quando erano da sole.

Marika rispose che non le andava bene e che se ne voleva andare, Matteo disse che era liberissima, ma in quel caso, non avrebbe più rivisto Orsetta e se l’avesse fatto, l’avrebbe detto a suo marito.

Marika allora rimase obbedendo in tutto e per tutto a Matteo. Era sconvolta perché sì godeva però era allo stesso tempo arrabbiata con lui.

Lui non se la prendeva perché era uno che non si interessava dei sentimenti degli altri.

Marika dovette ammettere che scopava veramente bene. Marika però amava moltissimo anche fare sesso con Orsetta e non vedeva l’ora di trovarla un giorno sola in casa.

Matteo le fece mettere in ginocchio entrambe così da succhiargli il cazzo con lui che metteva la mano sulla testa per imprimere loro il ritmo.

Lui mise tutto il suo cazzo comprese le palle in bocca a Marika che credeva di scoppiare finché finalmente non poté riprendere aria perché nel frattempo era Orsetta ad avere tutto il suo cazzo in bocca.

Ad un certo punto, Matteo si sdraiò fece mettere Marika con la fica sulla sua bocca e gliela cominciò a leccare mentre Orsetta lo cavalcava.

Quello fu il momento in cui le due donne godettero moltissimo e Matteo era meno dominante rispetto a prima.

Marika venne diverse volte così come Orsetta. Poi, le due donne si scambiarono di posizione e raggiunsero diverse volte l’apice del piacere.

Marika guardò per caso la sveglia e vide che doveva tornare a casa sennò il marito avrebbe pensato chissà cosa.

Matteo le diede il permesso di andarsene mentre fece mettere Orsetta a pecorina e la inculò mentre lei gridava selvaggiamente e lui continuò finché non le sborrò dentro, ma questo Marika lo seppe nel pomeriggio da whatsapp scambiati con Orsetta.

Marika disse che sì Matteo era un vero uomo, ma le trattava di schifo e Orsetta rispose che lo sapeva, ma che era l’unico uomo che aveva sottomano per fare sesso e non poteva fare troppo la schizzinosa.

Marika non rispose nulla, anche se pensava che se Orsetta si fosse curata di più, avrebbe avuto più di un uomo dietro.

Marika comunque le disse che preferiva quando loro due erano da sole, anche se questo non voleva dire che lei fosse lesbica.

Orsetta disse che lo stesso valeva per lei e si dettero l’appuntamento per l’indomani.

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La nuora e la suocera

Posted by admin under Incontri Erotici on lunedì Gen 9, 2023

Che fra queste due categorie di donne ci siano spesso scintille, è un fatto acclarato. In genere, una suocera considera il figlio sempre il suo cucciolo, il suo bimbo che solo lei sa accudire e, quindi, il sopraggiungere della nuora va ad intaccare questa certezza. La nuora, dal canto suo, sa che combattere contro la suocera genera sempre il malcontento nella coppia e quindi le loro incomprensioni restano chiuse nel loro ambito, in maniera molto labile, senza coinvolgere l’ignaro coniuge, cui vengono profusi solo sorrisi e basta. Ma non è sempre così. Fra mia madre Giulia e mia moglie Pamela, vi è un rapporto magnifico, una quasi simbiosi che rasenta l’amore e sapete il motivo di questa fantastica amicizia? Entrambe sono due zoccole e, ad esse, va aggiunta anche mia sorella Luisa. Sì, mia madre è una zoccola come poche e mia moglie e mia sorella, non sono da meno. Ma badate bene, zoccole non ci si diventa, ce l’hai dentro, quell’esser zoccola ce l’hai nel DNA, e non perché ci si vuol diventare o perché tuo marito ti ci vuole far diventare, lo sei per natura, così, senza forzature. Esse sono zoccole, furbe e consapevoli di questa loro peculiarità. Fra loro non ci sono scontri o competizioni: tutte e tre sanno che, unite, sono davvero insuperabili e, per me e mio padre, esser cornuti è una condizione ed un dato di fatto così ovvio, che non ce ne facciamo certo un cruccio, anzi, spesso ne abbiamo pure usufruito e goduto anche noi. Mia madre, oggi, ha quarantasette anni: è una bella donna, la classica bellezza mediterranea, alta, mora e con un seno rigoglioso, una quarta piena, labbra carnose, gambe lunghe, confluenti in un culo da favola. Sposata con mio padre da ventotto anni, io ne ho ventidue e sono di due più grande di mia sorella Lucia, anche lei una grande zoccola, ma voglio che sia mia madre stessa a raccontarvi, come sia diventata così zoccola.

Giulia
Sono Giulia e son sposata con Carlo da ventotto anni. La descrizione fisica di me l’ha già fatta mio figlio Luca, ma ciò che voglio raccontarvi ora è come è successo che son diventata una grande zoccola. Da ragazza vivevo in una zona popolare della città e, insieme a tre amiche, di cui una più grande, ci divertivamo a far a gara a chi faceva più bocchini. All’epoca avevo diciassette anni e, ben presto, avevo scoperto che c’era gente disposta a pagare per farsi succhiare il cazzo e, se ci sborravano in bocca, il compenso era di gran lunga maggiore. Con questo sistema, in breve tempo, il mio gruzzolo era lievitato di molto. Ero considerata una vera professionista. Ne succhiavo anche sei o sette al giorno e, più mi pagavano, più lì accontentavo. Fu durante lo stesso anno che ricevetti, da parte di Giovanni, la proposta di farmi rompere il culo. Era un amico di famiglia, anzi, direi che fosse più amico di mia madre, al punto tale che, spesso, veniva in casa anche quando mio padre non c’era. Aveva scoperto la mia indole tesa a succhiare cazzi e, quando lo facevo con lui, mi infilava le mani fra i seni, già di quarta misura, e quelle carezze mi mandavano in estasi. Data l’opulenza dei miei seni, avevo già sperimentato la spagnola e, quando quella pratica la facevo a lui, si eccitava davvero tantissimo. Non lo aveva molto grosso, ma lungo e con una bella cappella a punta.
«Brava, così, lecca e stringi per bene il cazzo! Mi fai impazzire! Che seno stupendo! Dai, che sborro!»
Quando me lo mettevo fra i seni, lui sborrava tantissimo e, ovviamente, il regalo era sempre più consistente. Fu durante l’inizio dell’estate che mi chiese di scoparmi nel culo.

«Ti pago una bella somma e ti prometto che sarò delicato.»

Ero combattuta e incerta, così chiesi consiglio a mia madre. Le sue parole mi furono molto utili nel prendere la mia decisione.

«Figlia mia, nella vita di una donna capita sempre uno che, quando meno te lo aspetti, ti sfonda il culo e, in genere, ci va giù di brutto e senza nessuna delicatezza. Se decidi di fartelo rompere da Giovanni, son certa che lui farà un buon lavoro: è bravo, gentile, di lui mi fido. Avrai anche il culo rotto, ma ne avrai guadagnato una bella sommetta e, forse, ci godrai pure.»

Così mi lasciai convincere e una mattina di inizio giugno mia madre entrò in camera mia e mi portò in bagno, dove mi sottopose a due grossi clisteri. Sentire l’acqua tiepida entrare dentro il mio intestino, mi eccitò molto e poi lei aggiunse della crema che, in qualche modo, rese più morbido ed elastico il mio buchetto. Dopo di che, andò ad aprire la porta per andarsene e mi lasciò con Giovanni che, quando lei lo ha salutato, era sulla soglia di casa e gli ha raccomandato di usare dolcezza con me. Lui mi trovò vicino alla porta della mia cameretta, nuda e pronta. Mi prese per mano e, dopo avermi dato un bacio, mi portò vicino al letto e, dolcemente, mi fece distendere e cominciò ad accarezzarmi, portandomi subito ad un buon livello di eccitazione. Si mise disteso sul letto e mi fece allungare su di lui e, per la prima volta, sperimentai un bel 69. Da come glielo succhiavo, lui ne traeva tanto piacere che ricambiava leccandomi la fica, fino a farmi raggiungere un portentoso orgasmo. Tremavo scossa da quel forte piacere e mi concentrai su quel cazzo che avevo succhiato molte volte. Poi mi mise di lato.

«No, piccola! Non voglio sborrare nella tua bocca, anche se mi piace tanto; adesso ti preparo il culetto per poterlo aprire in maniera perfetta!»

Così si mise dietro di me e mi sollevò, facendomi appoggiare il viso sul materasso e cominciò a leccare e succhiare il mio fiorellino, che lentamente si rilassava. Lui, con un dito, lo riempiva di quella stessa crema che mamma aveva lasciato in camera mia e sentivo che, quando lo infilava dentro, scorreva bene senza provocarmi alcun dolore o fastidio. Dopo averlo lubrificato in abbondanza, appoggiò la cappella sul buchetto e si allungò su di me.

«Rilassati e fa un bel respiro; quando, contando, arrivo a tre, non ti irrigidire: sentirai solo un leggero dolore o fastidio, ma passerà presto e poi sarà solo piacere. Dai, comincio a contare. Uno…»

Non arrivò mai a tre, perché appena detto uno me lo spinse dentro tutto di colpo. Dopo un attimo di esitazione ed anche un po’ di paura, l’ho sentito scivolare agevolmente. Mi sentivo allargare e riempire l’intestino. Ho fatto un bel respiro e, dopo poco, avvertivo solo una certa pienezza, oltre un leggero fastidio al culo. Lui ha preso a scorrere dentro e fuori ed io mi rilassavo. Mi ha afferrato per i fianchi e, lentamente, ho incominciato a sentire un piacere diverso, intenso. Lui mi scopava sempre più forte, fin quando, improvvisamente, ho avuto il mio primo orgasmo. Ero sconvolta, non credevo potesse esser così bello. Ne avevo sentito parlare dalle compagne e tutte dicevano che nel culo faceva male, non si gode, mentre, al contrario, io stavo realmente godendo di culo.

«Cazzo! Mi piace! Dai, vengo!»

Lo sentivo scorrere liberamente e mi procurava una bellissima sensazione di pienezza, perciò lo assecondavo spingendo il mio corpo contro il suo cazzo, quando affondava dentro di me e lui, rendendosene conto, me lo spingeva con maggior forza e più velocemente.

«Che bella troietta che sei! Sei meravigliosa! Cazzo, lo prendi in culo come se lo avessi sempre fatto! Se continui così, diventi più zoccola di tua madre! Sì, ti sfondo!»

Poi ha allungato le mani sul mio corpo, ha afferrato i miei seni e mi ha costretto a mettermi dritta. Adesso ero in ginocchio sul letto, con lui che mi impastava i seni e torturava magnificamente i capezzoli, mentre me lo spingeva sempre più forte nel culo.

«Dai, troietta, toccati la fica, che così godi di più!»

Ho aderito a quel suo suggerimento e, appena ho sfiorato il mio bottoncino, un violento orgasmo mi ha fatto fremere tutta.

«Vengo! SI’, VENGO! ORA!»

Mi ha scopato il culo a lungo ed abbiamo cambiato diverse posizioni: fin quando ero distesa di lato, con lui che mi inculava con violenza, mi teneva la gamba sul suo fianco, mentre, con la mano mi masturbava davanti. È così che ho avuto l’ennesimo orgasmo, che ha scatenato anche il suo.

«Cazzo! Mi fai venire di nuovo! Ora vengo ancora!»

Lui mi ha pompato ancora un po’, poi è esploso nel mio intestino. Ho sentito dilagare dentro di me il suo seme bollente. Ho provato la stessa sensazione di quando, poco prima, mia madre mi aveva fatto il clistere di acqua tiepida, solo che ora non era acqua, ma sborra e questo aumentava la mia libidine.

«Sì, monellina, eccomi, sborro, ti riempio il culo! Cazzo, che meraviglia!»

Ha continuato a muoversi dentro di me al punto da farmi sentire la sua sbroda schizzar fuori dal culetto ridotto ad un cratere, ogni volta che me lo spingeva dentro, poi ho avuto forte il desiderio di venerare quel cazzo che mia aveva fatto godere tanto e, dopo averlo sfilato dal mio martoriato buchetto, mi son rigirata velocemente e l’ho preso in bocca, lasciando Giovanni oltremodo sorpreso.

«Accidenti, che troia! Dai, vediamo se ti riesce di farmi sborrare di nuovo! Mi fai morire con la tua bocca! Sei una perfetta succhia cazzi!»

Inutile dire che ci ho messo l’anima in quel pompino. Volevo dimostrare che ero una zoccola di tutto rispetto e, dopo averlo succhiato e segato con la mano, lui ha preso a godere, finché non mi ha schizzato due bordate di sborra in bocca. Erano solo due, ma per me hanno rappresentato un vero premio.

«Dai, eccomi cazzo! Mi fai sborrare! Sei fantastica! Che troia! Nemmeno a tua madre riesce tutto questo, sei insuperabile e farò di te una vera zoccola, un capolavoro di troia!»
L’ho lasciato pulito e poi mi sono adagiata sul suo petto. Il suo respiro era affannato, ma io volevo delle spiegazioni che lui non ha esitato ad elargirmi, con dovizia di particolari.
«Che volevi intendere quando dicevi che sono più brava di mamma? Che ne sai tu di come succhia mia madre?»

Lui mi ha sollevato il viso e con un sorriso sereno, mi ha confermato ciò che, già da tempo, sospettavo, ma con un particolare in più, che mi ha stupito.

«Scopo tua madre da quando si è sposata con tuo padre, cui ho fatto da testimone. La prima notte di nozze, lui l’ha sverginata davanti ed io dietro. L’abbiamo scopata per tutto il viaggio di nozze e, dopo la prima volta, le abbiamo sborrato dentro insieme, tante di quelle volte, che è possibile che tu possa esser mia figlia. Da allora la scopo regolarmente, con grande soddisfazione di tuo padre, che impazzisce quando le sfondo il culo e poi le inondo la fica. Quando siam tornati dal viaggio di nozze, era già incinta di te. Da allora sono il suo toro fisso e, da alcuni anni, tuo padre nemmeno partecipa più alle nostre scopate, ma non si oppone se la faccio montare anche da due o tre amici fidati, che poi è quanto voglio fare anche con te. Chi credi mi abbia detto che eri diventata una brava succhia cazzi e mi ha consigliato di farti questo servizietto al culo, facendomi giurare che ti avrei lasciato intatta la fica? Secondo il suo volere, la devi dare solo alla persona che diventerà tuo marito, mentre il resto, bocca e culo, li puoi far assaggiare a chiunque ti paghi bene. Spero che un giorno, trovi un bravo ragazzo che sappia apprezzare la tua bravura a godere con un cazzo in bocca e, da adesso, anche in culo. Nel frattempo provvederò che tu ne goda al massimo, se lo vorrai.»

L’ho abbracciato e baciato con le lacrime agli occhi per la gioia. Poi sono andata in bagno per lavarmi, anche perché sentivo che mi colava tutto dal culo. Quando son tornata, lui si era rivestito e, sul comodino, c’era una cospicua somma di danaro, molto più di quanto stabilito. L’ho guardato incredula.

«Tranquilla, te li sei meritati tutti, con quel superbo pompino. Adesso me ne vado, ma ci sentiamo e ti farò provare ancora tanto piacere.»

Quando è tornata mia madre, mi ha chiesto di raccontarle tutto e poi mi ha ispezionato il martoriato culetto, constatando che era tutto a posto. Si è complimentata con me per il mio ingresso nel mondo delle zoccole, rotte in culo. Nei mesi a seguire, sono stata inculata da lui e, per tre volte, anche dai suoi amici, che mi hanno slargato a dovere e farcito bocca e culo a volontà, ma sempre nel rispetto del patto che la fica poteva esser leccata, masturbata, ma mai scopata. L’estate dell’anno dopo, avevo già diciotto anni, eravamo al mare e mia madre aveva subito fatto amicizia con Pietro, il nostro vicino di ombrellone, titolare di una bella impresa edile, con una ventina di operai, che aveva con sé, in vacanza, anche il figlio di nome Carlo, un bel ragazzo di vent’anni, molto timido, mentre invece lui era un gran porco. Al secondo giorno, già scopava con mia madre, con la benedizione di mio padre, che si consumava di seghe a guardare quanto fosse troia la sua dolce mogliettina. Mi son subito innamorata di Carlo e, il secondo giorno che stavamo insieme, gli ho fatto un pompino che lo ha, di fatto, legato a me, in maniera definitiva. La sera stessa, mi son fatta inculare, appoggiata ad una roccia. Lui ha spinto dentro il suo cazzo, di buone proporzioni fra le mie chiappe e poi, con un bell’affondo è entrato tutto dentro. Certo non era come quelli che avevo già preso, ma lui non se ne è reso conto, perché mi ha afferrato per i fianchi ed ha preso a stantuffarmi velocemente, sborrando poco dopo con un gemito di puro piacere, mentre io mi ero solo appena eccitata. Il giorno dopo, avevamo noleggiato un pattino per andare a fare il bagno nudi al largo e, dopo un bel tuffo, mi sono distesa e lui mi è venuto sopra: ho imboccato il suo cazzo fra le labbra della mia fica e l’ho lasciato fare perché avevo deciso che era giunto il momento tanto atteso di sentirlo anche davanti. L’ho solo pregato di esser dolce.

«Ti prego, fa piano, sono vergine.»

Ho letto lo stupore sul suo viso.

«Ma come, succhi l’uccello meglio di una puttana e lo prendi in culo divinamente, e sei ancora vergine?»

Ho annuito e lui, con molta delicatezza, mi ha spinto dentro il suo cazzo durissimo, che mi ha provocato un po’ di dolore solo nell’attimo in cui mi ha sverginato, poi ha preso a scoparmi velocemente e, in breve, quando io non ero ancora venuta, mi ha sborrato dentro tutto il suo piacere.

«Adesso sborro! È bellissimo!»

Ho sentito il suo sperma invadermi l’utero ed io ci sono rimasta un po’ male. Ero abituata a godere molto prima di sentire un maschio schizzarmi dentro e, d’impeto, mi son sfilata da sotto di lui e poi gli ho parlato con tono estremamente deciso.

«Adesso me la lecchi e mi fai godere!»

Lui è rimasto un attimo indeciso, ma io l’ho afferrato per i capelli e l’ho costretto a leccarmi la fica, da cui usciva la sua sborra mista al mio sangue.

«Accidenti, ma questo è sangue?! Allora era vero che eri vergine?!»

Mi ha leccato fin quando non son venuta e, potenza della gioventù, il suo cazzo era di nuovo in tiro: l’ho succhiato un po’ e poi me lo son rimesso dentro e, questa volta, mi ha portato ad avere un vero orgasmo, anche se ben lontano da quelli provati con le inculate. Quella stessa sera, mentre eravamo a cena con i miei genitori e suo padre, lui ha annunciato a tutti che era sua intenzione sposarmi. Pietro si è girato verso mia madre ed ha sollevato il calice per un brindisi.

«Se mi garantisci che diventerà zoccola, almeno quanto te, allora si sposeranno molto presto!»

Mia madre ha sorriso e gli ha garantito che, già da un pezzo, ero più troia di lei e Carlo lo ha confermato.

«Ti assicuro, papà, che ha il culo ben aperto e fa dei bocchini sconvolgenti, ma, cosa insolita era ancora vergine. Oggi ho avuto la sua verginità sul pattino al largo e le son venuto dentro con molto piacere. Le ho anche leccato la fica piena del mio seme e lei ha goduto tanto.»

Nel sentire quelle parole Pietro ha sorriso e poi ci siamo messi tutti sul divano.
Pietro giocava con le tette di mia madre, mentre Carlo mi masturbava con una mano sotto la gonna. Ad un tratto, ero così eccitata che ho aperto i suoi pantaloni, gli ho estratto il cazzo e me lo sono infilato in gola, sotto lo sguardo estasiato di mio padre e di Pietro, che ammirava la splendida tecnica che avevo nel succhiarlo. Carlo era troppo eccitato ed ha sborrato quasi subito. Allora Pietro si è spostato e mi ha fatto mettere vicino a lui, ha estratto un bel cazzo grosso e duro e mi ha invitato a succhiarlo, assieme a mia madre. Dopo averlo reso ben duro, lui mi ha chiesto di potermi inculare.

«Ci tengo a verificare che sei una gran zoccola. Nella mia famiglia, una puttana sfondata c’è sempre stata e mia moglie era fenomenale. Dai, solo per questa volta, poi non ti sfiorerò più, nemmeno con un dito.»

Mi sono inginocchiata sul divano e lui, dopo che mi aveva fatto colare della saliva fra le chiappe, me lo ha appoggiato al culo e poi, con un affondo deciso, è entrato di colpo fino in fondo.

«Accidenti! Che bel culo sfondato! Di certo lo prendi meglio che in fica! Che bello! Ti scopo il culo e ci sborro dentro, pure io!»

Poi, rivolto a mia madre:

«Dai, zoccola, mettiti sotto e lecca la fica, mentre le scopo il culo e tu, che aspetti a fartelo succhiare? Così vedremo se è veramente una che sa scopare per bene, e, soprattutto, se è zoccola al punto da goderne per il nostro piacere!»

Mi ha afferrato per i fianchi e, dopo che mia madre si è distesa sotto di me ed ha cominciato a leccarmi la fica, e Carlo mi ha infilato il cazzo in gola, lui ha preso a pomparmi come un toro scatenato, dandomi dei colpi fortissimi che mi hanno portato quasi subito a godere. Mi ha scassato il culo per una buona mezzora e poi ha sborrato, un po’ dentro ed il resto sul viso di mia madre, che lo ha ripulito tutto.

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