Un carattere dominante

Posted by admin under Incontri Erotici on martedì Dic 6, 2022

Marika trascorse la giornata in subbuglio perché non sapeva dove fosse finito il suo buonsenso.

D’altronde, per la prima volta in vita sua, era stata in preda alla passione più sfrenata, che obiettivamente non aveva provato con Daniele.

Il problema era che di solito, gli uomini bravi a letto sono pessimi compagni di vita.

Marika si chiese perciò se dovesse tenere Pietro come amante e continuare la sua vita monotona e noiosa col marito.

Marika era troppo onesta e non sarebbe stato in grado di reggere la situazione per molto tempo.

Inoltre, c’era sempre il problema con Orsetta e lei non osava parlare con Daniele data la situazione.

Forse, adesso Orsetta voleva Pietro, ma lo voleva fortemente anche Marika perché le sensazioni che aveva provato con lui, non le aveva provate con nessun altro.

La mattina dopo andò a fare la passeggiata, ma tornò a casa col cervello in fiamme come diceva lei perché aveva pensato moltissimo, ma non era arrivata a nessuna conclusione.

Marika sapeva che avrebbe combattuto per Pietro, cosa mai fatta in vita sua, considerato che aveva avuto un unico uomo ossia suo marito.

Marika stava riordinando casa quando le arrivò un whatsapp di Pietro che le chiedeva di incontrarlo al più presto in un hotel della zona, lei rispose che non poteva perché il marito tornava a mezzogiorno a mangiare a casa.

Lui le rispose che era una codarda e che avrebbe invitato Orsetta.

Marika a quel punto inventò una scusa al marito e si recò all’hotel, dove trovò Pietro nudo sdraiato sul letto che si stava facendo una sega.

Lui, senza tanti preamboli, la invitò a succhiargli il cazzo e lei lo fece subito, senza neanche spogliarsi.

Pietro era soddisfatto di come succhiava e la chiamava con epiteti pesanti come zoccola, troia ecc., ma lei scoprì che si eccitava moltissimo.

Alla fine Pietro le fece capire che stava per sborrare e lei da vera troia ingoiò tutto senza tralasciare neanche una goccia.

Pietro era soddisfatto e le disse, che gli aveva fatto un gran pompino per essere una che aveva imparato da poco tempo.

Marika disse che le piaceva proprio farlo e si spogliò così che lui potesse succhiargli il seno e la fica, cosa di cui aveva tantissima voglia.

Pietro lo fece, ma gli disse che dopo non avrebbe accettato più ordini da lei perché voleva essere lui a comandare a letto.

Marika rispose che non ci era abituata, ma che avrebbe imparato perché voleva godere sempre di più con lui.

Pietro le rispose che l’avrebbe fatta diventare una brava sottomessa e Marika disse che non le piaceva l’idea perché aveva letto dei racconti erotici di sottomissione e si era messa paura.

Pietro disse che la sottomissione sarebbe stata solo a letto, per il resto, lei era libera di vivere come credeva la sua vita.

Marika rispose che andava bene, anche se, disse era molto permalosa e non sapeva se avrebbe sopportato un rapporto di tale genere, sia pure solo a letto.

Lui disse che avrebbero provato e che poi lei l’avrebbe ringraziato per le vette di piacere che avrebbe raggiunto.

Marika disse che era molto sicuro di sé e lui rispose che tutte le donne che aveva avuto, ed erano molte, si erano trovate bene con lui, tant’è che alcune continuavano a cercarlo anche molti anni dopo.

Lui le ordinò di mettersi sopra di lui e di giocare col suo cazzo moscio, lei lo fece seguendo le sue istruzioni, anche se avrebbe voluto fare come le pare.

Dopo un po’ il cazzo si rianimò e lui glielo fece infilare nella fica e lei cominciò a muoversi con lui che spingeva da sotto, tant’è che raggiunse rapidamente il primo orgasmo, poi il secondo, il terzo ecc. dato che era multiorgasmica.

Lui era davvero instancabile e le disse che era una zoccola di primo livello.

Lei allora gli chiese perché non potesse chiamarlo porco e lui rispose che non era la stessa cosa, visto che, per un uomo, si tratta quasi di un complimento.

Per una donna, le parole porche indicano degradazione, ma allo stesso tempo essere una donna che raggiunge il piacere senza problemi.

Marika rispose che era vero, ma che avrebbe voluto essere considerata anche per il suo cervello.

Pietro rispose che nel letto, conta solo la capacità di lasciarsi andare alle sensazioni che si provano, oltre che ad ubbidire agli ordini che lui le avrebbe dato.

Marika, nonostante la sua titubanza nell’accettare un rapporto del genere, si dimostrò una brava sottomessa e dovette ammettere di aver goduto più del giorno precedente.

Lei scoprì che le piaceva, che si eccitava nell’essere trattata male e chiamata con le parole più degradanti per una donna come la già citata zoccola, ma anche puttana, troia, porca, maiala.

Rimasero a letto fino alle 18 e 30, quando Marika disse che doveva tornare a casa a lavarsi e a preparare qualcosa per la cena.

Pietro rispose che per quella volta passava, ma successivamente avrebbe deciso lui quando lei potesse andarsene.

Marika rispose che non voleva farsi beccare dal marito e lui sicuro di sé, disse che non sarebbe successo e che lei avrebbe goduto come non mai.

Marika si vestì, lasciò la stanza, baciò Pietro che le infilò una mano nei pantaloni e la fece venire ancora una volta.

Lei era tentata di fare ancora l’amore con lui, ma avrebbe fatto tardi e se ne andò.

Pietro le disse che l’avrebbe contattata al più presto e che Marika avrebbe dovuto rispondergli solo di sì, non erano ammessi rifiuti.

Marika ribatté che aveva un marito e lui rispose che non gliene importava nulla, la voleva quando decideva lui.

Marika se ne andò perplessa perché sì aveva goduto, ma aveva paura che il comportamento di Pietro l’avrebbe fatta scoprire dal marito, che l’avrebbe buttata fuori di casa e lei non sapeva se Pietro avrebbe voluto una convivente.

Marika per quieto vivere, rispose che sarebbe stata sempre a sua disposizione e Pietro disse che era la risposta che gli avrebbe dovuto dare sempre.

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Con Mario e Giorgio

Posted by admin under Incontri Erotici on domenica Dic 4, 2022

La giornata trascorre pensando al cazzo di Giorgio, mi sento una puttana, ma mi è piaciuto da morire, che ci posso fare, se adoro i bei cazzi?

Mi sento un po’ in colpa nei confronti di Mario, anche se è stato lui a mandarmi il suo amico.

Sono in fibrillazione per la mattina successiva, chi troverò nel capanno?

Io spero vivamente di trovare Giorgio. Sì, il suo cazzo mi ha stregata e poi ha anche un bellissimo fisico, il che non guasta.

Pensando al suo cazzo, mi masturbo e godo senza ritegno tant’è che mi sente mio marito, che viene in bagno e mi dice che sono proprio una porcella.

Io gli rispondo che lo sono, visto che lui non me lo dà.

Lui dice al solito che va tutto bene e io non gli rispondo nulla, visto che ormai ho perso le speranze che mi capisca.

Viene rapidamente la sera e la mattina mi sveglio, al solito alle quattro e vado nel capanno.

Lì ho una sorpresa: trovo Giorgio e Mario insieme.

Loro mi dicono di scegliere con chi voglio fare sesso e l’altro si limiterà a guardare e a farsi le seghe.

Io, un po’ vergognandomi, dico che voglio Giorgio e vedo che Mario ci rimane un po’ male.

Io gli dico che non sarebbe successo, se non mi avesse fatto conoscere Giorgio.

Giorgio non dice nulla, apre la zip dei pantaloni e salta fuori il suo cazzo e io non penso ad altro che a prenderlo in bocca e a fargli il pompino migliore che riesca a fare.

Mario si mette da un lato, vedo che tira fuori il cazzo e si sega.

Io non lo guardo più penso solo a godere io e a far godere Giorgio.

Lui mi infila ancora di più il cazzo nella bocca finché non è tutto dentro. Per me è troppo grosso, ma cerco di resistere finché non ce la faccio più; perciò lo tiro fuori, lo prendo in mano e poi mi metto a succhiare la cappella.

Giorgio gradisce molto, lo sento dai suoi grugniti sempre più forti, finché mi avverte che sborrerà sul mio corpo, ma io sono ancora vestita, mi strappo letteralmente i vestiti, Giorgio mi riempie tutta di sborra e io da vera porca me la spalmo e la lecco con voluttà.

Giorgio non resiste a quello che vede, mi guarda assatanato come un porco, mi mette sul tavolo a gambe larghe e me la lecca, lecca, lecca, meglio del giorno precedente, facendomi raggiungere vette sempre più elevate di piacere.

Mario si avvicina a noi, fa un cenno a Giorgio che si scosta e me lo infila in modo rude, ma strappandomi subito un gemito.

Poi, mi pompa con foga e io gemo, non sapendo più dove sono, finché mi sborra dentro e a quel punto Giorgio mi viene a leccare.

Io non credevo che a un uomo potesse piacere la sborra, ma evidentemente non li conosco.

Lui mi lecca facendomi gemere ancora finché non mi ripulisce tutta.

Mario lo vedo con la coda dell’occhio che si sega e che non è chiaramente contento, gli faccio cenno di avvicinarsi mi metto a sedere sul tavolo e ho davanti alla mia bocca il suo cazzo. Prendo a succhiarglielo con passione, mentre Giorgio si sega con occhi assatanati per quello che sta vedendo.

Ad un certo punto, mentre sono lì impegnata nel pompino mi sento prendere la mano: è Giorgio che mi dà da segare il suo cazzo che è già in erezione.

Io mi impegno di più nel pompino visto che il cazzo di Mario non è ancora al suo massimo.

Poi Giorgio mi fa capire che vuole sborrare e scosta in malo modo Mario per sborrarmi in bocca e io ingoio con piacere, mentre vedo che Mario prende e se ne va.

Io prendo e così come sono, nuda, lo inseguo e lui mi dice che sono proprio una puttana e che credeva che tra noi esistesse un rapporto speciale.

Io gli dico che non mi doveva far conoscere il suo amico e lui mi dice che il giorno precedente non poteva venire e aveva detto a Giorgio di dirmelo, non certo di venire a letto con me.

Certo è colpa sua che gli ha raccontato come sono a letto.

Io mi sento una di quelle, non so che dire, non so come rimediare e resto lì senza dire nulla, mentre Mario se ne torna mestamente a casa propria.

Vado nel capanno, dove Giorgio mi aspetta, ma io gli dico che mi ha ingannata, che non doveva, mi rivesto, anche se i vestiti sono strappati e me ne vado.

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Un periodo molto difficile

Posted by admin under Incontri Erotici on mercoledì Nov 30, 2022

Dal giorno dell’assunzione sono passati ormai un paio di mesi, durante i quali io ed Eva abbiamo imparato a conoscerci e ad apprezzarci a vicenda. Le cose per lei vanno bene, almeno sul fronte lavorativo; non tanto, invece, su quello matrimoniale. Proprio come lei, il marito ha preso una ragazza alla mia stessa agenzia. Il suo nome è Megan e ci troviamo subito in sintonia; questo crea un certo attrito con Eva che è gelosa del mio rapporto con lei. Le cose sembrano davvero andare verso una fine del nostro rapporto.

Sfortunatamente tutto si risolve nel peggiore dei modi, quando il marito resta ucciso in un tragico incidente d’auto.

È il periodo più difficile per Eva che cade in una spirale autodistruttiva. Sono sempre di più le sere che torna a casa a notte fonda e completamente ubriaca. Ogni sera con un uomo diverso; sempre con opportunisti che vogliono solo sfruttare la sua sofferenza per farsi una scopata.

Questo suo comportamento la sta mettendo in grave difficoltà anche a lavoro: sono sempre più le volte che marina le riunioni o si presenta ubriaca in ufficio.

Iniziamo un periodo in cui litighiamo di continuo; io cerco di frenare la sua caduta, lei che insiste sempre di più ad allontanare tutti quelli che tengono a lei.

Decido di agire un sera, quando lei rientra ubriaca con l’ennesimo rifiuto umano.

         «E questo chi è?».

         «Oh, non fare caso a lui. È solo il mio prostituto. Non ci disturberà!».

         «Una puttana come te, ha un puttano. Che ironia la vita.».

         «Ehi!» provo ad intervenire, ma Eva mi stoppa.

         «Stai al tuo posto!».

         «Sì! Stai al tuo posto, troione! Vieni qui Eva. Hai mai provato a scopare dopo una bella striscia bianca?».

         «No, mai. Ce l’hai?».

L’uomo tira fuori una boccetta con la polverina. Eva sta per scendere ancora di un altro gradino verso il baratro, ma non posso stare a guardare. Mi sono affezionato a lei.

Prendo l’uomo e di forza lo butto fuori di casa. Lui prova a ribellarsi, ma è più piccolo e più debole di me. Eva invece impreca contro di me. Sento volare le peggiori cattiverie nei miei confronti, proprio dalla donna che sto cercando di salvare da se stessa.

         «Io e te abbiamo chiuso! Vattene da casa mia! *****».

 Me ne vado accompagnato da un rosario di bestemmie e parolacce.

Sono le 3 del mattino quando il mio telefono squilla. È il suo numero.

         «Pronto, Eva.».

         «Sono il barista del ***** la signora non è in grado di tornare da sola. Mi ha detto di chiamare questo contatto per venirla a prendere.».

         «Arrivo.».

La trovo seduta sul marciapiede, fuori dal locale ormai chiuso. L’abito sporco e il volto bianco. Sembra un vero e proprio straccio. La carico in macchina e la porto a casa. La assisto in bagno fino a che non riprende un po’ di colorito.

Le metto la vestaglia e la porto a letto.

         «Resta con me, per favore.».

Me lo sussurra; come se dirlo ad alta voce fosse impossibile per lei.

         «Non ti lascio!».

Resto con lei. Da di stomaco altre due volte, poi finalmente si addormenta su un fianco. Io veglio su di lei, fino a che anche io non cedo alla stanchezza.

Il mattino successivo si sveglia verso le 11. Io, che ero sveglio da molto prima, ho avvisato l’ufficio che è malata. Ha la giornata libera.

         «Grazie.»

         «Tieni. Bevi!».

Si mette seduta sul letto e beve un the caldo.

         «Non eri tenuto a venire. Non dopo quello che ti ho detto ieri.».

         «Non sei in te in questo periodo. Lo capisco. Ma ti sta distruggendo e non voglio assistere. Quindi ora puoi scegliere: o ti rimetti in sesto o io me ne vado per davvero.».

         «Non mi lasciare ti prego. Non posso sopportare di perdere anche te. Non è facile. Io… io non sento più nulla. Cerco di provare qualcosa, ma quando ci riesco è terribile e bevo per anestetizzarmi. Come posso uscirne?».

         «Smetti di bere. Il dolore devi affrontarlo e io sono qui per aiutarti. Per il resto… proverò io a farti tornare a provare emozioni. Terapia d’urto. Pomeriggio tornerò e voglio trovarti sobria, oppure non sentirai ciò che voglio farti provare.».

Me lo promette; eppure, quando qualche ora dopo torno a casa, la trovo in piedi in cucina con in mano una boccettina di polvere bianca.

         «L’hai presa?».

         «Non ancora. Ma può aiutare. Questa amplifica tutto.».

La sta per aprire, ma gliela strappo di mano.

         «Ridammela!».

Mi rifiuto e lei inizia a saltarmi addosso, nel tentativo di prenderla. La sbatto nel lavandino e apro l’acqua.

È furiosa. Inizia a inveire contro di me e alla fine. Mi tira uno schiaffo molto forte, colpendomi in pieno viso.

Mi guarda piena d’ira.

Prova a colpirmi di nuovo, le afferro il polso e poi anche l’altro. La spingo contro la parete.

         «Dovevi solo fidarti di me! Ora ti farò provare ancora qualcosa. E lo farò scopandoti con forza.».

Le lascio le mani e prova a colpirmi ancora. La lascio fare e le afferro il collo senza però stringere.

Le nostre facce sono vicinissime. Mi urla contro e io le tappo al bocca baciandola. Ancora, e ancora.

         «Cazzo, proprio non posso resisterti!».

La faccio abbassare premendo la mia mano sulla sue testa. Apre la zip e tira fuori il mio cazzo. La afferro per i capelli lunghi e neri e le infilo il mio membro duro in bocca. Vedo la mia asta che sparisce dentro la sua gola sotto i colpi forti e violenti della mia monta. Le sto letteralmente scopando la faccia. Ogni tanto lo tolgo e la lascio respirare. Sorride. E lo rimetto. Ancora.

La alzo. Rimane solo in canotta. La spingo contro il muro. La sua faccio e la sua quarta abbondante sono premute sulla parete. Inarca il fondoschiena. Mi invita.

         «Ancora forte come prima, per favore!».

Non me lo faccio ripetere. Inizio subito a penetrarla da dietro. La penetro violentemente, tirandola per i capelli. Il suo respiro è affannato. Inizia gemere e ad incitarmi di andare avanti.

La tiro per i capelli e la porto in camera da letto. Le strappo la canotta e la sdraio sul bordo del letto. Metto il mio cazzo nel solco tra le sue tette e, sempre afferrandola per i capelli, mi faccio fare una spagnola spettacolare. A ritmi regolari sputo sul suo seno, lubrificando il mio cazzo nel suo solco. Salgo a cavalcioni su di lei, la prendo per il collo e inizio a scoparle le tette, mentre con l’altra mano le masturbo il clitoride. Geme e gode. Cambiamo spesso posizione e la scopo baciandola. Lei tira fuori la lingua e io la succhio, mentre con il mio membro continuo a penetrarla violentemente.

         «A gattoni per terra. Davanti allo specchio!».

Sull’armadio della stanza c’è uno specchio verticale, per i vestiti. È a pecora per terra, davanti ad esso. Il riflesso, che lei fissa, mi mostra sopra di lei mentre con forza la monto da dietro. La sua faccia è rossa, sudata. La sua bocca aperta e lascia partire un gemito ad ogni mio affondo.

         «Oggi berrai il mio seme!».

         «Siiii, fammelo assaggiare. Ti prego!».

         «Viso contro lo specchio!».

Obbedisce. Schizzo il mio seme sullo specchio pulito. Rivoli di crema bianca e densa colano sul vetro.

         «Puliscilo!».

Sorride e, senza indugiare, lecca via il mio sperma dallo specchio. Non ne lascia nemmeno una goccia.

         «Buono!».

La tiro su e la porto a letto. Mi siedo accanto a lei e l’abbraccio.

         «Hai provato qualcosa?».

Annuisce.

         «Piacere. E un turbinio di emozioni che non sentivo da tempo. Ero eccitata, ma anche arrabbiata per come mi trattavi. Frustrata per godere così tanto dall’essere presa con la forza. Amata, perché tutto ciò che facevi era solo per il mio bene.».

Mi bacia con passione.

         «Mi fiderò sempre di te! Scusa se non l’ho fatto prima!».

Ricambio il bacio e lascio che il suo seno e la sua testa si poggino sul mio busto. Chiude gli occhi e si rilassa.

Finalmente ha un’aria serena. Dorme e sorride. Cosa che non faceva da tempo, troppo tempo.

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Giorgio

Posted by admin under Incontri Erotici on sabato Nov 26, 2022

Le giornate ormai sono un “incubo” per me, che non vedo l’ora di arrivare alla mattina dopo.

Devo darmi una calmata, nel senso, che devo apprezzare quello che succede nelle mattina e poi trascorrere piacevolmente le giornate.

Almeno ora, sono soddisfatta sessualmente, anche se, ho sempre voglia di masturbarmi, ma con meno soddisfazione rispetto a prima, avendo un cazzo di prima categoria a mia disposizione.

Il sesso con Mario mi manda fuori da ogni grazia di Dio, non credevo davvero possibile godere così tanto e a quel modo, come ho visto solo nei video porno migliori.

Non credevo davvero di essere capace di lasciarmi andare così.

Mario come ho già detto mi fa eccitare moltissimo e la cosa è reciproca.

La giornata trascorre lentamente fino a che arrivo alla mattina dopo e vado al capanno, tuttavia non trovo Mario, ma un altro uomo che mi dice di essere amico di Mario.

Io vorrei andare via, ma quello si tira fuori un cazzo di notevoli dimensioni, più di Mario e io non so resistere.

Lui che si chiama Giorgio, mi dice che Mario gli ha detto che sono una gran porca.

Io lo zittisco e gli dico che credevo di avere con Mario un rapporto privilegiato e invece evidentemente per lui, sono solo un passatempo sessuale.

Giorgio mi dice che molto spesso con Mario si sono scambiate le donne e che queste sono rimaste sempre molto soddisfatte.

Io non resisto al suo cazzo e lo prendo in bocca; è già quasi tutto in erezione, lui mi mette la mano sopra la testa e detta il ritmo e nel frattempo mi chiama oltre che porca, cagna. Io, a quel punto, mi fermo e gli dico che non gradisco quella parola, lui mi dice che gli serve per eccitarsi ancora di più.

Io gli dico che deve cambiare linguaggio, altrimenti me ne vado.

Lui desiste dal chiamarmi cagna e io continuo col pompino, sono eccitatissima, non ho mai avuto a che fare con un cazzo di quelle dimensioni.

Giorgio mi chiama porca, porcella e in effetti lo sono, non c’è che dire.

Non mi avverte e mi ritrovo in bocca cinque potenti getti di sborra che ingoio e lui mi dice che Mario gliel’aveva detto e che a molte donne non piace la sborra.

Io gli rispondo che mi piace sia in bocca, sia sul corpo, mi piace spalmarla sulle tette ad esempio.

Giorgio dice che dopo mi darà la sborra sul corpo e in particolare sulle tette.

Io che non mi sono ancora spogliata, mi spoglio. Giorgio mi guarda, ma senza particolare interesse e quindi gli dico che se non gli interesso, vado via, tanto un pompino l’ha già ricevuto.

Lui mi dice invece che mi osservava perché non crede davvero che abbia la mia età.

Io gli chiedo la sua e lui mi dice che ha quarantacinque anni.

Giorgio mi bacia in bocca con passione, mi stringe tutta a sé, io gli tolgo la maglietta e viene fuori un torace molto interessante con muscoli ben definiti, perciò sono io a dirgli che lui sembra più giovane.

Giorgio mi dice che è un ex sportivo e fa di tutto per mantenersi in forma.

Io gli dico che ha proprio uno splendido corpo più di Mario e lui mi risponde che questo conta relativamente nel rapporto sessuale con una donna, quello che è importante è sapere usare bene il cazzo e se possibile avere una buona dotazione.

Chiaramente, quest’ultimo attributo è un dono di mamma natura.

Lui mi dice che vuole leccarmela e io mi metto a gambe spalancate sul tavolo mentre Giorgio mi lecca avidamente e mi dice che ho una bellissima fica, grande e succosa.

Lui mi fa venire diverse volte e poi senza proferire parola, mi penetra e inizia a pomparmi con assoluta foga e io a gemere sempre più forte, facendomi raggiungere l’orgasmo molte volte.

Io sono in paradiso, Giorgio ci sa fare molto più di Mario e a questo pensiero mi sento proprio una puttana, visto che basta un cazzo più grande, per cambiare idea su un uomo.

Infine mi sborra dentro e poi mi ordina di pulirglielo e io lo faccio con dovizia.

Lui mi dice che vorrebbe instaurare con me un rapporto padrone-schiava, ma io gli dico che non voglio assolutamente.

Io ho bisogno di scopare a più non posso, dato tutti gli arretrati che ho.

Giorgio mi dice che comprende, ma che dovrei provare ad essere schiava, godrei ancora di più.

Io gli dico che potrebbe essere vero, ma poi mi sentirei di merda.

Lui mi risponde che l’importante è godere come una porca, non dovrei pensare alla morale comune.

Io gli dico che non ci penso, ma odio essere comandata, essere pressata.

A questo punto, me ne vado, lui mi rincorre e mi dice che spera di rivedermi al più presto, magari a casa sua, visto che abita da solo.

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