Conoscenza profonda

Posted by admin under Incontri Erotici on mercoledì Nov 23, 2022

Ero stanca, ma mi misi a sedere sul bordo del divano e con sorriso malizioso dissi

“Chi vuole cominciare?”

“A te l’onore” Angelo diede la precedenza all’amico.

“Bene, ora ci conosciamo meglio!”

Lo guardai dal basso, eccitata, e senza distogliere lo sguardo gli abbassai le mutande. Liberai l’animale ormai gonfio da tempo. Era enorme. Provavo un miscuglio di sensazioni, ero un po’ spaventata perché lo conoscevo solo da un’ora, ma mi spaventava anche la sua dimensione. Quella stessa dimensione che mi eccitava da impazzire al pensiero di sentirmi piena di lì a poco. Ero eccitata perché avevo due maschioni solo per me ed io ero al centro della loro attenzione. Non ho mai provato niente di più egocentrico in vita mia come in quel momento.

Presi il cazzo di Giacomo in mano e lo misi subito in bocca. Aveva ancora l’odore del docciaschiuma. Gli afferrai le palle e cominciai a massaggiarle mentre mi muovevo avanti e dietro succhiandogli la cappella. Poi afferrai il cazzo alla base e lo tenni fermo, puntandolo verso di me. Sputai, facendo colare la saliva che spalmai con l’altra mano e cominciai a leccare tutto intorno, premendo la lingua in modo da sentire le vene al mio passaggio. Giocai intorno, senza tralasciare nemmeno un centimetro, lo avevo in pugno e lo volevo in gola. Mi misi a succhiare la cappella senza mai andare fino in fondo. Su e giù con la mano, stringendolo verso la punta. Mi sembrava di mungerlo! Capii che gli piaceva, sentii Giacomo godere e poi rivolgersi ad Angelo

“Te la sei tenuta nascosta fino ad ora eh? Come darti torto, è bravissima!”

“Sì, ma ora tocca anche a me. Dammi la mano”

Si avvicinò, mi prese una mano e la portò sul suo cazzo. Feci un pompino a Giacomo mentre sentivo il cazzo di Angelo ingrandirsi nella mia mano.

“Ora voglio scoparti, vieni qui”

Giacomo mi fece alzare, mi girò verso il divano e mi fece inginocchiare, dandogli le spalle e mettendomi le mani sullo schienale.

“Angelo, tu vai pure dietro, qui mi occupo io”

Vidi Angelo raggiungermi mentre mi sentii aprire le labbra della fica. Spalancai gli occhi dal piacere ed ansimai come una cagnolina in calore. Sentii le sue manone sul culo e affondare le dita nella mia carne per saldare la presa. Lo sentivo entrare ed uscire lentamente, come per farmi abituare alla sua grandezza, ma appena sentì che avevo i muscoli rilassati aumentò velocità. Angelo si gustò la scena col cazzo in mano e quando mi vide sconvolta, scopata dal suo amico, mi entrò in bocca, spingendosi fino in fondo. Sentii la sua virilità, prepotente e autoritaria, riempirmi la bocca. Alzai lo sguardo e lo vidi concentrato a spingermi il cazzo in gola. Mi reggevo al divano mentre mi scopavano entrambi, afferrata dal culo da Giacomo e dalla testa da Angelo. Mi sentivo come nei film porno che amavo guardare, lei piena di cazzi. Soltanto suoi.

I nostri gemiti risuonavano in quel salotto. La temperatura era aumentata, si sudava perché faceva caldo e soprattutto perché c’era un livello di eccitazione così alto che era difficile non sudare. Gemevamo tutti a tempo, ad ogni colpo si sentiva il mio respiro spezzato, soffocato dal cazzo di Angelo. Sentii altro calore salirmi dall’interno. Stavo per raggiungere l’orgasmo in quella posizione e senza fiato emisi un urlo strozzato. Cercavo di liberarmi, ma riuscivo solo a sbrodolare saliva sul cazzo di Angelo e a tremare con le gambe. Mi sentii afferrare ancora di più la testa e un getto caldo e violento inondò la mia gola. Mi lacrimarono gli occhi mentre si svuotava dentro di me. Dall’altro lato, Giacomo aumentò il ritmo, lo sentii bollente, pulsava così forte che mi sentii piena anche quando si fermò. All’improvviso uscì, lasciamo vuota, ma sentii immediatamente tanti getti bollenti sulla mia schiena: mi stava facendo la doccia di sborra ed io continuavo a godere come una matta, pensando di avere l’aspetto di una troietta in calore sporca di sesso.

Mi accasciai sul divano con la testa sui cuscini e col culo in aria. Ero sconvolta, continuavo ad avere dei piccoli tremolii, residui dell’orgasmo di poco prima. Avevano la mia fica e il mio culo serviti spudoratamente. Li sentii camminare dietro di me, il rumore della carta e poi una mano calda sulla mia schiena. Mi stavano pulendo, sorrisi per il gesto delicato e gentile. Ma subito dopo una mano schiaffeggiò il culone facendomi sussultare. D’istinto mi sdraiai completamente ed entrambi si avvicinarono massaggiandomi le natiche e baciarmi la schiena.

“Che brava che sei stata, tirati su, bevi un po’. Idratati perché non è finita qui, o devi andare già via?”

“Non voglio andare via, ho ancora tempo. Che avete in mente voi due?”

Vedo con la coda dell’occhio Giacomo sparire dietro una camera e riaffiorare subito dopo con un materasso gonfiabile.

“E quello?”

“E’ un materasso!”

“Lo vedo, ma perché lo porti qui?”

“Per stare più comodi. Il divano è piccolo per farci stare tutti e tre, non ti pare?!”

“Effettivamente hai ragione”

Angelo prese ancora da bere, invece Giacomo si sdraio subito, poggiando la testa sulle mani e allargò le gambe.

“Accomodati pure” mi sorrise e vidi il suo cazzo pulsare, quasi come a scodinzolare per l’eccitazione.

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Il primo incontro alla spiaggia nudista

Posted by admin under Incontri Erotici on sabato Nov 19, 2022

Oggi fanno ventitré mesi che non tocco la carne.

No a bistecche, salsicce, hamburger, spiedini, costine, polpette, e…fica.

Niente che deriva dagli animali: niente uova, niente latte, niente formaggio. 

Bruco l’erba, direte voi? Meglio brucare l’erba come le mucche anziché ucciderle, o  torturarle mungendole. Anche le povere galline, è vero che cagano ovunque, ma le uova servono per procreare e vanno fecondate dal gallo. Non devono certo finire nel tegamino.

Dovrei procreare anche io, ma sto aspettando la mia gallina. 

In effetti una bella ragazza da fecondare ce l’avrei, bisogna capire se è d’accordo. D’accordo al matrimonio. Una volta sposato potrei unirmi a lei.

Devo capire se è quella giusta. Solo allora, una volta uniti nel sacro vincolo del matrimonio, rispettando la proceduta cristiana, potremmo avere dei rapporti sessuali. Tutti tentativi atti alla procreazione, si intende.

Questo a molti di voi potrà sembrare illogico, ma io ne sono ostinatamente convinto. Le debolezze della carne vanno combattute con la determinazione e il sacrificio.

L’ho incontrata qualche giorno fa sulla spiaggia naturista. Bada bene, naturista non nudista. 

Le spiagge nudiste sono per quelli che vogliono menarsi il cazzo in pubblico. Le spiaggia naturiste, nella fattispecie i villaggi naturisti, altresì, sono luoghi abilitati e riconosciuti da statuti ufficiali, che permettono di svolgere attività in completa nudità a contatto con la natura, nella condizione umana. Scevri da ogni classificazione sociale. Nudi come siamo usciti dall’utero. 

Stava uscendo dall’acqua, abbronzata con i seni sodi e i capezzoli turgidi dal freddo. L’acqua le gocciolava dal petto fino a raggiungere, come un ruscello, una piccola stretta striscia di peli che si perdeva nel posto più buio del suo pube.

– Bel vestito! – le dico guardandola. Era completamente nuda a parte un braccialetto fatto di piccole conchiglie bianche che teneva legato alla caviglia. 

– Anche il tuo non è male! – mi risponde stando al gioco, indicando i miei occhiali da sole scuri. Unico accessorio che indosso. Oltre a proteggermi dal sole gli occhiali mi danno modo di guardare attentamente le parti del corpo di chi frequenta questa spiaggia.

Ci siamo conosciuti così. 

Poi mi ha invitato a sedere sotto il suo ombrellone. Ha tirato fuori dalla borsa della frutta fresca e me l’hai offerta. Melone e anguria tagliata in cubetti regolari e sistemata alla perfezione nel contenitore di plastica. Già mi piace questa femmina, deve essere una perfezionista.

Ci siamo dati appuntamento stasera per un post cena al diner bar del villaggio. Questa volta vestiti. 

Una centrifuga depurativa per me è un calice di vino per lei. 

Nonostante nel villaggio si possa stare liberamente nudi da quando si effettua il check-in fino a quando si riparte, questa sera è particolarmente fresco quindi abbiamo convenuto di vestirci con degli abiti leggeri.

Io indosso una camicia di puro lino naturale con tintura artigianale derivato dalla barbabietola rossa e dei pantaloni larghi color cachi rigorosamente senza intimo. 

Lei ha un vestito lungo di cotone con le bretelline, che lascia scoperta la schiena, quasi trasparente e nessun segno di slip. Anche lei non indossa intimo e i capezzoli ben visibili sotto la stoffa indicano che non ha nemmeno il reggiseno.

Parlando, ci siamo trovati d’accordo su molte cose, mentre su altre di meno, ma per tutta la serata abbiamo conversato amabilmente. 

Quando ad un tratto se ne esce quella domanda del tutto fuori luogo.

Note finali:

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Un caffè al Moon

Posted by admin under Incontri Erotici on mercoledì Nov 2, 2022

Una telefonata inaspettata, da un numero sconosciuto, cambia la mia giornata.

Squilla il telefono “Chi è” <ciao Melania sono Umberto> riconosco la voce e un brivido improvviso assale il mio corpo.

“Umberto? Come hai avuto il mio numero e soprattutto da quanto tempo…“<Sono in città da un paio di giorni e domani riparto, ti andrebbe un caffè veloce?>

Non ho saputo resistere, e presa di sorpresa rispondo positivamente. “Dove ci vediamo?” <Al Moon, fra mezz’ora ce la fai?> “Si certo ci vediamo là“

Umberto è stato il mio ex prima che mi sposassi con mio marito ed era un uomo affascinante, carismatico alla quale non ho mai saputo resistere.

Mi rimetto in sesto, ero a casa in quanto montante nel turno pomeridiano, indosso il primo vestitino che trovo in armadio ed esco per andare all’appuntamento.

Non nascondo che sono un tantino eccitata dal rivedere Umberto.

Arrivo al Moon e lui è già lì seduto al tavolo bello e seducente come sempre.

“Ciao che meravigliosa sorpresa” <Ciao Melania bella e luminosa come sempre; il matrimonio non t’ha cambiata>

È più forte di me, quest’uomo malgrado siano passati più di 8 anni scatena in me sempre un desiderio irrefrenabile di sesso.

Parliamo del più e del meno, lavoro, famiglia, e di vecchi ricordi finché mentre mi accingo a prendere un tovagliolino le nostre dita si sfiorano; BOOM un esplosione di passione ed eccitazione mi assale facendomi inturgidire i capezzoli e facendomi inumidire la figa come una adolescente alle prime esperienze.

Lui, bastardo, se ne accorge e stringendomi la mano con decisione mi sussurra: <Seguimi in bagno che ti do il tuo dolce preferito>.

Non sto più nella pelle, sento la mia figa inondarsi di umori; accavallo le gambe per timore di avere le mutandine fradice e dopo un attimo di esitazione mi alzo e mi dirigo verso il bagno.

Entro nel bagno degli uomini e lo trovo con i pantaloni abbassati e con il suo meraviglioso cazzo in bella vista; non resisto mi inginocchio davanti a lui gli afferro i glutei tonici e muscolosi e mi metto il suo grosso cazzo in bocca iniziando un sensuale pompino.

<Eri, sei e sarai sempre la mia troia> mi sussurra lui; ed è la verità! Sono sempre stata la sua Zoccola fin dai tempi del liceo quando mi facevo fare di tutto da lui senza mai opporre resistenza!

Eccitato come un toro da monta mi afferra per i capelli e mi fa sollevare in piedi, mi abbraccia e mi bacia appassionatamente muovendo le sue mani sul mio corpo inerme e sottomesso a lui.

Mi afferra le natiche e mi solleva appoggiandomi sulla lastra di marmo dove vi sono i lavandini; mi strappa le mutande e mi infila due dita nella figa ormai priva di ogni pudore per quanto è bagnata. <Sei una vera troia> sfila le di dita dalla mia figa e introduce la sua grossa mazza facendomi provare un organismo bestiale.

Mi sento una vera troia, scopata senza ritegno dentro un bagno di un bar in una normalissima giornata primaverile. Mi sbatte con vigore facendomi sentire piena ed appagata, il mio sguardo si perde nel vuoto e non capisco più nulla.

Ad un certo punto mi sento mettere un dito nel culo e non riuscendo ad entrare facilmente ecco che si blocca e guardandomi fisso negli occhi mi dice: <Ti si è chiuso il culo da quando ti sei sposata?>, <Tuo marito non ti rende questo servizio?>. Sfila il cazzo da dentro di me, mi afferra con forza mi gira di spalle e con un colpo secco mi ritrovo a novanta gradi davanti a lui.

Sento che sputa sulla sua mano e che con la stessa lubrifica il mio buchetto. Non faccio in tempo a dirgli di no che sento aprire il mio culo ed entrare il suo grosso cazzo dentro di me.

Sono completamente fuori di testa, le gambe hanno un cedimento per il dolore provocato dalla violenta penetrazione e il vigore dei suoi colpi mi fa picchiare la testa sulla parete.

Continuo a ripetergli “No! No!” Ma lui non si fermi, anzi rincara la dose sculacciandomi come una puttana.

Ho il culo in fiamme e l’eccitazione alle stelle finché i miei No! Diventano Sì! e lo invito a sbattermi più forte, a rompermi il culo e a farmi sentire una troia.

Sento il suo respiro più affannoso e d’un tratto uscire dal mio culo, mi gira, mi fa mettere in ginocchio e mi sborra in faccia come i vecchi tempi facendomi leccare e ripulire per bene il suo esausto e dolcissimo cazzo.

Si sciacqua la mazza con l’acqua e si asciuga sul mio vestito; tira su i calzoni e mi passa il fazzoletto dicendomi: <Pulisciti il volto troia, non vorrai che qualcuno ti veda così>.

Esce dal bagno lasciandomi da sola, con il suo seme sul corpo e con il culo ancora aperto e dolorante.

Mi ricompongo, per quello che posso, e uscendo dal bagno non lo trovo più.

Si avvicina la cameriera dicendomi: <Il suo amico m’ha riferito di dirle che è stato un piacere rivederla e che per ripagarla della sua compagnia si è permesso di pagare i caffè>.

È sempre stato un bastardo ed io sono sempre stata la sua troia.

Adesso vado a casa, devo preparare il pranzo a mio marito e poi andare a lavoro.

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Come una puttana

Posted by admin under Incontri Erotici on venerdì Ott 21, 2022

Essere scopato da tre uomini mi aveva eccitato molto. Eppure, il giorno seguente, vedendo le autoreggenti lacerate e mettendo a lavare il vestitino pieno di macchie di sperma e saliva, provai una certa vergogna. Negli ultimi tempi mi ero comportata da vera troia. Mi feci una doccia calda per rilassarmi.

Ero persa nei miei pensieri, quando qualcuno suonò al campanello. Andai ad aprire frettolosamente, si trattava di Mauro. S’introdusse furtivamente nel mio appartamento e disse:

“Ho parlato di te a un mio amico, vorrebbe conoscerti”.

Capii immediatamente l’antifona.

“Cosa intendi quando dici che vuole conoscermi?”.
“Quando ti fingi innocente, me lo fai venire duro come il marmo – rispose il maschione – intendo che vuole scopare. Ma stai tranquilla, è uno che paga bene”.
“Mauro, ma sei impazzito?! Io non sono mica una puttana”.
“Abbassa la voce troietta. A non fare la puttana fai male, quando ti travesti sembri una ragazza pin up, faresti un sacco di soldi”.

Tirando fuori il tema dalla prostituzione, Mauro aveva toccato un tasto sensibile. L’idea di scopare per soldi mi faceva pulsare la fichetta anale.

“Francesco, se vuoi, ti passa a prendere questo fine settimana alle 22. Va bene?”.

Non dissi nulla.

“Intuisco che va bene. Ti avviso: è un dominatore”, disse, e se ne andò.

Il fine settimana successivo ero pronta. Siccome Mauro mi aveva detto che Francesco era un dominatore, optai per un trucco e un abbigliamento da bambola: abbondante fondotinta, ombretto rosa sulle palpebre, ciglia finte molto lunghe, blush rosa sulle guance, labbra a cuore, lentiggini finte per darmi un’aria fanciullesca, autoreggenti bianche, come la camicetta, tacchi plateau rosa in tinta con la gonna. Decisi, per l’occasione, di infiocchettarmi il cazzo con un nastro, sempre rosa.

Infine, indossai un trench in pelle rosa shocking e andai ad aspettarlo sotto casa. Un Suv mi affiancò e salii. Il mio fottitore indossava un completo grigio e, per la prima volta, notai che assomigliava, in viso, al primo ministro ungherese Viktor Orbán. Il maschione, come immaginavo, fece una serie di commenti sarcastici:

“Mauro mi ha detto che sei uno studente, ops, studentessa universitaria. I tuoi genitori ti credono una brava ragazza”.
“Sì”, risposi.
“Potrei essere tuo padre”, disse lui.
“Lo so e la cosa mi eccita”, controbattei con aria maliziosa.

Arrivammo a casa sua, un villino in una rinomata zona residenziale. Mi tolsi il trench e Francesco iniziò a schiaffeggiarmi chiamandomi “troia” e “puttanella”. Mi sbattè contro il muro e mi disse di tirare fuori il “cazzetto”. Quando vide il fiocco si mise a ridere:

“Non so se mi fa più ridere il fiocchetto o le dimensioni. Sei proprio una checca”. Poi, iniziò a darmi degli schiaffi al cazzetto e a pizzicarmi le cosce. Per farlo eccitare emisi dei gridolini e con una voce in falsetto dissi: “non mi fare male”. La cosa, ovviamente, lo eccitò ancora di più e a quel punto mi chiese d’inginocchiarmi e di slacciargli i pantaloni. Cosa che feci con studiata lentezza.

Mi trovavo genuflesso sul tappeto di un salotto, tra le cosce di un uomo leggermente sovrappeso. L’ennesimo al quale mi sarei sottomessa con godimento.

Francesco mi chiese di tirargli giù i boxer con la bocca. Cosa che feci immediatamente, portandoli fino alle caviglie. A quel punto, mi afferrò la nuca e mi premette il viso contro i coglioni gonfi, dicendo: “Annusami le palle, mignotta”. Poi, mi schiaffò il cazzo in gola, spingendolo in fondo e facendomi lacrimare. Lo estrasse e iniziò a sbattarmelo sulla faccia. Me lo rimise in bocca, tenendolo premuto contro la parte interna di una guancia e disse:

“Ripeti: mi piace il cazzo, scopami papà”. Ripetei la frase; poi mi chiese di dire: “Sono una puttana senza dignità” e di nuovo replicai la frase, che uscì strozzata per via del cazzo nella bocca. Ancora più infoiato di prima, riprese a sbattermi con violenza la cavita orale. La saliva colava schiumosa e il trucco, che avevo preparato con cura, si stava disfacendo. Francesco mi venne sul viso, schizzandomi tutta la faccia di sperma –  una goccia mi colpì in pieno occhio destro –, poi ringhiò:

“Non ho finito con te, zoccola”. Mi afferrò per i capelli, corti ma prensili, mi sollevò e con un calcio in culo mi disse di andare in fondo al corridoio, nella sua camera da letto. Lì, con strattoni e schiaffi, mi mise una paio di manette, una ball-gag e mi fece collocare “a pecorina”. M’infilò nel culo delle palline anali. Lo fece con lentezza, facendomi godere. Se il mio ano ne respingeva una, lui la spingeva dentro insieme a mezzo dito indice. Nel frattempo, con un frustino mi dava dei colpetti sui coglioni, chiamandomi “finocchietto” e “femminuccia”.

Stancatosi di giocare col mio buchetto e la palline, passò alla penetrazione vera e propria, durante la quale non smise mai di ripetere frasi come “ti riempio di sborra”. Dopo l’inculata, lo sentii armeggiare alle mie spalle, poi avvertii una scossa attraverso il retto e la pancia. Emisi un verso simile a uno squittio e caddi in avanti. Francesco mi aveva messo nel culo una bacchetta elettrificata, di quelle che, a volte, si vedono nei film porno. Eccitato dalla mia reazione, mi diede la scossa sulle gambe, i capezzoli e sul cazzetto. La sua minchia era tornata dura. Mi tolse manette e la ball-gag e mi chiese un nuovo pompino, che gli feci con piacere.

Pochi minuti dopo mi stava riaccompagnando a casa. Mi disse che era proprietario di un nightclub, che gli sarebbe piaciuto avermi come “attrazione”. Arrivati a destinazione, mi mise in mano una banconota da cento euro e quasi mi spinse giù dall’auto. Non ero andato da lui per soldi né avevo intenzione di chiederli. Averli ricevuti, come una vera puttana, mi soddisfece. Entrai in casa ed ero distrutta: le gambe mi dolevano, il culo mi bruciava, la bocca era irrigidita, la camicetta lacerata. Ma come sempre ero felice.

P.S. se ti sono piaciuti i miei racconti, sarei felice di avere la tua opinione. Puoi scrivermi anche a questo indirizzo email: prettylola@libero.it
P.P.S non è un annuncio. Non faccio incontri.

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