Pace

Posted by admin under Incontri Erotici on domenica Gen 15, 2023

Nel funesto giorno della sua partenza, nemmeno il sole voleva graziare Daryna con un po’ di felicità. La pioggia scrosciava incessante, mentre alcuni dei suoi clienti e Giovanni la accompagnavano mesti all’auto, manco fosse stata Bocca di Rosa. Solo Walter osservava torvo dalla finestra e intanto si augurava di non vedere più quella pazza. Persino la vicina alzò lo sguardo dai libri per dare l’estremo saluto alla sua somma fonte di disagio e intrattenimento. Sergio le aprì la portiera dell’auto, poi si mise al volante e insieme sfrecciarono sulla sua baracca verso un più lieto futuro.

Fine.

No scherzo. Magari fosse stata la fine. Come al solito…FLASHBACK!

***

Walter sembrava essersi finalmente eclissato (dopo averle prese da tutti era anche ora), ma Daryna non trovava pace. L’idillio del paese era stato spezzato e niente avrebbe potuto risanarlo. Si trascinava nella sua routine con sempre minor entusiasmo e persino i suoi adorati vecchi avevano notato il calo nelle prestazioni.

Tutto questo avvilimento esplose un giorno, in auto con Sergio. Aveva una nuova auto scassata, molto più grande della precedente e ci si scopava alla grande. Daryna stesa sul sedile del passeggero faceva del suo meglio per non soffocare sotto la mole di Sergio, che stava cercando maldestramente di metterle dentro il cazzo. Daryna roteò gli occhi, afferrò il cazzo di Sergio e se lo infilò dentro a forza, nonostante fosse meno bagnata del solito. Chi se ne frega: il dolore a quel punto era un compagno gradito. Sergio grugnì felice e cominciò a pomparla, facendo ondeggiare l’auto. Daryna gemeva ad ogni colpo, ogni volta il dolore si trasformava in piacere. Sergio intanto le toccava i capezzoli, li strizzava, li tirava, li leccava, ansimando come se stesse correndo una maratona. D’altronde il fisico da atleta non aiutava. L’amplesso durò ancora diversi minuti, i finestrini dell’auto erano ormai appannati, Daryna gridava così tanto che Sergio dovette metterle una mano sulla bocca per non diventare sordo. Lei sentendo la mano premere sulle sue labbra sentì un brivido di eccitazione correrle lungo la schiena e arrivare dritto al clitoride, provocandole finalmente l’orgasmo. Si dimenava sotto Sergio, mentre lui la guardava eccitato e le veniva copiosamente nella figa.

Rimasero spiaccicati uno sull’altro per qualche minuto, riprendendo fiato, poi, ad un tratto, Daryna cominciò a singhiozzare.

“Hey, che succede?” chiese Sergio preoccupato, levandosi di dosso.

Tra i singhiozzi e le lacrime, Daryna gli raccontò di quello che era successo con Walter, Giovanni e gli amici che aveva mandato a spaventare il primo. Era un gran bel casino, come convenne Sergio e Daryna concluse dicendo che non sopportava più la situazione e stava meditando di lasciare il paesino. Sergio comprendeva e ad un tratto gli venne in mente un’idea. Era da un po’ che aveva in mente di spostarsi in una zona non troppo lontana da quella in cui attualmente viveva Daryna, ma che le avrebbe permesso di ricominciare senza incontrare facce note. La casa che aveva adocchiato sarebbe stata perfetta per viverci in due e in fondo lui si era molto affezionato alla sua ragazza, nonostante tutti i problemi. Fu così che Sergio le fece la grande proposta e Daryna entusiasta accettò, cogliendo l’opportunità al balzo.

Non molte settimane dopo, tutto era apparecchiato per la partenza e Daryna col cuore leggero, si lasciava alle spalle il condominio infernale, verso un più radioso e sicuramente meno disadattato, cirrotico e illegale (seh credeghe) futuro.

***

Qualche mese più tardi, Ahmad era appena tornato in auto dal lavoro, aveva parcheggiato e stava portando sul ciglio della strada la spazzatura del condominio per il ritiro. In quel mentre notò la vecchia condomina che abitava con Giovanni, aggirarsi furtiva nei pressi delle cantine. Stava armeggiando con delle chiavi e tentava di chiudere la porta della zona comune, mentre tra le gambe teneva delle bottiglie di vino trafugate dalla cantina di un altro condomino, accidentalmente lasciata aperta. Da come si muoveva, chiaramente, non era nemmeno la prima volta che lo faceva.

“Scusa, posso aiutarti?” l’apostrofò Ahmad.

Daryna saltò in aria e si girò. Sorrise ad Ahmad e cercò di nascondere le bottiglie dietro la porta.

“No, no, grazie, ero solo tornata perché pensavo di aver dimenticato qui qualcosa, ma non l’ho trovata. Ciao!” disse Daryna con fare da oca e si defilò frettolosamente verso la sua auto.

Ahmad scosse la testa, basito e rientrò in casa. Nel frattempo la giovane vicina aveva assistito a tutta la conversazione. Sospirando prese il telefono. Ma Dio santo, possibile che anche vivendo da un’altra parte, doveva comunque riportare il disagio in quell’edificio disgraziato?!

“Ciao zio, senti, Daryna è tornata per rubarti il vino. Cerca di non dimenticarti più la porta della cantina aperta. Non è certo la prima pazza in questo condominio a ficcarci il naso” disse al telefono.

“Oh santo cielo, ma non si può mai stare tranquilli qui. Grazie comunque, scendo a chiuderla”

“Seh, lo so, è allucinante. Ma io non lo so, non c’è il vino dove si è trasferita? Vabbè, speriamo sia l’ultima grana che attira sto posto (seh credeghe), ciao, ci si sente.”

Note finali:

E questo è tutto, piccionazzi! Ma non temete, le peripezie del condominio non finiscono con Daryna. La vicina è solo una povera illusa.

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Consulenza

Posted by admin under Incontri Erotici on sabato Gen 7, 2023

Dopo che la più grande delle tragedie greche si era consumata sul pianerottolo di quell’infausto condominio, si ebbero tre giorni di pace, privi di schiamazzi e stranezze. Ma la bucolica quiete non era destinata a durare. Daryna si sfondò di vodka per due giorni di fila, prima di riuscire a tirarsi vagamente insieme. Rasentava a stento standard socialmente accettabili, ma tutto sommato l’edificio aveva visto passare persone in condizioni peggiori: chi si schiantava in bici totalmente ubriaco contro un cancello, chi dava da bere vino alle aloe dei vicini, chi correva per le scale in slip mentre insultava la figlia…
Insomma Daryna non era certo al gradino più basso del degrado, ma bisognava ammettere che nell’ultimo periodo aveva raggiunto il fondo del barile.

Fu con questa consapevolezza che, in un momento di accecante lucidità, ebbe la geniale idea di andare dalla sua così disponibile vicina per chiedere un consiglio sul da farsi. Suonò quindi alla porta e la vicina le aprì preoccupata.

“Ciao. Tutto bene? E’ successo qualcos’altro con Walter?”

“No, no, non è più venuto, ma senti, volevo chiederti una cosa.”

“Certo, dimmi”

“Secondo te, che cosa dovrei fare in questa situazione? Dovrei andare dai carabinieri? Denunciarlo?”

“Guarda, non sono la persona migliore per chiedere una consulenza legale, ma non credo sia necessario. Insomma Walter è un idiota, ma è per lo più innocuo. Secondo me faresti meglio ad ignorarlo e alla fine tornerà a farsi di crack senza pensare più a te.”

“Può darsi. Grazie per l’altro giorno, avevo così tanta paura. Sai, aveva cominciato a seguirmi a lasciarmi messaggi di continuo. Io non sapevo cosa fare, per fortuna poi sei intervenuta tu, non sono proprio il tipo che regge bene queste situazioni, insomma…” bla bla bla.

E fu così che Daryna ammorbò la vicina per mezz’ora con inquietanti storie di stalking e ossessioni al limite dello psichiatrico. In tutta onestà forse la ragazza avrebbe dovuto dirle di chiamare i carabinieri davvero, ma anche Daryna era così socialmente disadattata, che anche loro avrebbero faticato a capire chi dei due avesse più torto.

Terminata la consulenza legale e psicologica, Daryna rientrò in casa e ovviamente non fece assolutamente niente per seguire i saggi consigli della ragazza. Ma come sappiamo cosa fosse passato per la sua testa?

Beh…

Il giorno dopo la povera crista della vicina, tornava a casa dall’università e appena fuori dal cancello del condominio, incontrò Walter.

“Ciao” lo salutò distrattamente.

“Ciao, senti, hai un minuto”

“Ma porca…” pensò la vicina fra sé e sé. “Sì, dimmi” disse voltandosi con un sorriso fintamente cortese.

“Volevo scusarmi per il mio comportamento di qualche giorno fa.”

“Ah sì, non preoccuparti, sono cose che capitano” e fece per andarsene. In tutta onestà, l’aspetto di Walter l’aveva sempre inquietata. Non si capacitava di come Daryna potesse scoparlo. Non che non ci volesse un bello stomaco anche a scoparsi lei eh, ma lui non era solo disgustoso per l’alcol, era proprio ripugnante in generale.

Walter la bloccò sul gradino però.

“No sai, devi sapere che non ho fatto quella scenata per niente.”

“Oh no!” pensò lei. “Ecco, anche lui comincia con la storia della sua vita.”

E infatti. Fu così che la ragazza per sua rovina psichica, ma anche diletto spirituale, venne a conoscenza dei dettagli dell’antefatto della scenata.

In buona sostanza, Daryna aveva finto per due volte il suo suicidio. Aveva chiamato Walter per dirgli che stava andando ad ammazzarsi e lui fuori di sé per la preoccupazione, l’aveva cercata ovunque per poi scoprire che in realtà Daryna aveva solo comprato dei biglietti del treno per tornare in Ucraina. Perché non l’abbia fatto rimane un mistero, ma sta di fatto che, al secondo tentativo, Walter imbestialito aveva dato inizio alla scena apocalittica. Come giudicare chi fosse più malato?

Comunque, naturalmente, anche Walter si avvalse del servizio di consulenza gratuita per problemi mentali, legali e varie. Infine la vicina riuscì a svincolarsi e sperò che fosse finita lì. Povera illusa.

Qualche giorno più tardi si sentì del nuovo trambusto sul solito pianerottolo. La vicina andò a controllare che nessuno si stesse pestando e vide… Giovanni e Walter che si stavano pestando. O meglio Giovanni che con la sua imponente mole era nell’atto di scaraventare e appendere al muro il rinsecchito Walter. Ma facciamo un passo indietro.

***

Quella mattina Daryna si era svegliata di umore migliore del solito e Giovanni ne aveva subito approfittato per fare quattro scatti. Aveva cominciato a baciarla prima ancora che Daryna si alzasse dal letto, prima che si tirasse insieme dal misto di sonno, sbornia e disagio permanente, insomma il momento nel quale si mostrava nel suo più fulgido splendore. Ma chi siamo noi per giudicare il gusto dell’orrido di Giovanni? Dopotutto anche lui era un perfetto ed edificante esempio di umanità. Come quella volta che era rientrato a casa così ubriaco a merda da cercare di aprire la porta a insulti, invece di usare le chiavi. Ma torniamo alla nostra “scena erotica”. Essendo un individuo di siffatte altissime qualità, ovviamente non si curava dell’alito di morte che esalava dalla bocca di Daryna (probabilmente il suo non era migliore). Che bello incontrarsi e confortarsi nella comune disgrazia. Comunque Giovanni aveva cominciato a spogliarla del babydoll (che chic) disordinatamente, mentre Daryna gli infilava brutalmente le mani nei boxer e gli tirava fuori il cazzo già in tiro. Giovanni si liberò finalmente dell’indumento e ficcò la faccia tra le tette di Daryna che rideva come una cretina mentre segava il suo membro già turgido. Nel frattempo le mani di Giovanni erano già volate a lavorarsi la sua figa, già bagnata per deformazione professionale e aveva cominciato a pomparle dentro tre dita, mentre con i denti torturava i suoi capezzoli. Andò avanti per un po’ finché non la ritenne pronta per la monta. Stava lì col cazzo in mano, già pronto a infilarglielo dentro con violenza…

DRIIIIIIIIN!

Il suono insistente del campanello e la voce di Walter, fecero ammosciare all’istante il cazzo di Giovanni.

“PORCA PUTTANA! ADESSO LO AMMAZZO!” gridò furioso mentre si rimetteva in fretta e furia i boxer e spalancava la porta con così tanta foga, da farla cigolare perigliosamente.

Walter, colto di sorpresa, era rimasto immobile con gli occhi spalancati per qualche istante di troppo, perché Giovanni, con una mossa fulminea, impressionante per un uomo della sua stazza ed età, lo spinse contro il muro, gli mise l’avambraccio destro sulla gola e cominciò ad urlargli addosso:

“Devi piantarla di scendere qui, A CASA MIA, e rompere il cazzo di continuo. Vaffanculo! Vattene da qui e non tornare!”

Mentre gli gridava queste cose, Daryna era uscita trafelata e mezza scosciata dalla porta e aveva cominciato a pregare Giovanni di lasciarlo andare. Giovanni afferrò Walter per il bavero e lo spinse lontano da sé, insultandolo.

“Quella stronza mi ha denunciato!” urlò Walter.

“Anche tu mi hai denunciata!”

“Sì e tu hai pensato bene di mandare i tuoi scagnozzi a minacciarmi di lasciarti in pace!”

“E tu nonostante questo sei ancora qui, pezzo di coglione! Ti spacco la faccia! Sparisci!”. Giovanni lo spinse per le scale e Walter se andò imprecando.

Non si può nemmeno dare troppo torto a Giovanni; Walter era diventato così assillante che non si riusciva nemmeno più a scopare in pace. Finita l’ennesima sceneggiata, Giovanni e Daryna tornarono in casa e si versarono un paio di shottini di whisky per calmare i nervi (lo shottino alle 8 del mattino è un toccasana). Rimasero così per un po’, poi Giovanni la prese per mano e la riportò a letto: aveva bisogno di sfogarsi. Buttò sgraziatamente Daryna sul letto e le montò addosso, togliendole nuovamente i vestiti e scendendo sulla figa per gustare un po’ di sapore di donna mischiato a whisky (quanta poesia). Dal canto suo a Daryna non dispiaceva lasciare il lavoro a qualcun altro per una volta, quindi rimase lì immobile a godersi le rozze attenzioni al suo clitoride, anche quando Giovanni le infilò non proprio galantemente il cazzo fino alla cervice. Giovanni la scopò energicamente, durò anche più del solito, doveva essere seriamente incazzato, e la portò impeccabilmente all’orgasmo, sguazzando tra le sue labbrone dilatate, mentre Daryna gridava il suo nome estasiata e lui pompava il suo sperma dentro il suo utero come un iniettore pompa gasolio nella camera di combustione. Giovanni le collassò addosso sgraziatamente, ansimando come un cinghiale sudato. Daryna ormai non ci faceva nemmeno più caso, restava lì a godersi un po’ di calore, prima di tirargli una manata e dirgli che la stava soffocando. Dopo un po’ si alzarono entrambi grugnendo e si prepararono per la giornata.

***

Quella sera Daryna andò a letto con la testa pesante e non solo per l’alcol. Le parole che Giovanni aveva gridato a Walter le risuonavano nella mente. Forse non era Walter a doversene andare, ma lei. Forse era tempo di cambiare aria. Prese così la sua decisione: sarebbe andata via, si sarebbe lasciata alle spalle quel paese del cavolo.

Note finali:

Il mio sarcasmo comincia a prendere a badilate nella schiena persino me, devo darmi una calmata.

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Niente ha senso!

Posted by admin under Incontri Erotici on mercoledì Dic 7, 2022

Ah che tragedia! Quale strazio le pene d’amore! Non c’è niente di più doloroso di un cuore infranto!

Certo, l’incommensurabile dolore di Daryna sembrerebbe stato più sincero senza un cazzo correntemente piantato nella figa. Ma via, queste sono sottigliezze. D’altronde, in qualche modo, il dolore lo si dovrà pur alleviare, e se l’alcol non basta, bisognerà vagliare altre opzioni. E così Daryna si ritrovava di nuovo in auto con Sergio ad impalarsi e a rimbalzare sul suo grasso ventre peloso. Non che la consistenza facesse differenza: l’importante era che i clienti pagassero. Insomma doveva ammettere che negli ultimi tempi si era molto affezionata al suo cliente numero uno, ma il lavoro era pur sempre lavoro. Comunque anche se non ci fosse stato quello, al momento, non era particolarmente lucida.

***

Dopo la rottura con Walter avrebbe tranquillamente potuto farsi attaccare ad una flebo di vodka. Puzzava di alcol tutto il giorno, lo trasudava, aveva anche sentito la sua vicina dire alla figlia, che riusciva a sentire l’odore che lasciava sul pianerottolo condiviso, ogni volta che lo attraversava. Maledetta infermiera, quella donna era un segugio! Come se non bastasse poi, Walter, oltre a farle la scenata di gelosia era diventato strano: era completamente ossessionato da lei. Controllava che fosse in casa, le chiedeva dove andasse, con chi fosse, la aspettava sulle scale fuori dal condominio, alle volte l’aveva pure seguita in paese: insomma cominciava a diventare inquietante la cosa. Si era tramutato in pochi giorni da fidanzato gioviale e pazzo importunatore geloso. Non passava giorno che lui non la stalkerasse, quindi ovviamente lei ricorreva alla più ovvia soluzione: per dimenticare le sue pene, si alcolizzava. Più del solito.

***

Queste considerazioni ci portano all’attuale stato delle cose. Daryna in auto con Sergio, sballottata dall’omaccione che non si curava particolarmente del suo stato di semi-coscienza. Dopotutto che gusto c’è a scoparsi una donna che risponde prontamente ai tuoi stimoli? Sergio era andato a prenderla quella mattina per fare la spesa. Erano saliti in auto, erano arrivati al supermercato, Daryna si era trascinata per gli scaffali e poi erano tornati. L’avrebbe riportata a casa, senonché, lei, ebbra, per ringraziarlo di averle pagato i viveri gli aveva ficcato all’improvviso una mano nei pantaloni, facendolo sussultare e rischiando di farli schiantare dentro un bosco. Lei aveva continuato imperterrita, come se niente fosse. Gli aveva slacciato i pantaloni, mentre lui accostava e aveva cominciato a maneggiargli il cazzo con destrezza prima di tentare di affondarci sopra la bocca. Chinarsi tuttavia non fu una buona idea, perché la nausea arrivò prepotente. Sergio dovette capirlo perché, sbuffando e scuotendo la testa, tirò indietro i sedili e la fece inginocchiare sul tappetino dell’auto così che non dovesse piegarsi. A quel punto Daryna si avventò sul suo cazzo e cominciò a succhiarlo con avidità, facendo danzare la lingua sul suo glande. Sergio ansimava come un maiale e dovette fermarla prima di venirle in bocca. Maledetta donna, lo sapeva quanto lo eccitava farlo in auto.

Sergio afferrò i leggins e li tirò giù con forza, poi fece girare Daryna di spalle e se la mise in grembo. Lei era già un lago quindi Sergio non si perse in convenevoli e glielo infilò tutto d’un colpo. Daryna gridò e cercò di tirargli uno schiaffo sul braccio, ma lui cominciò a muoversi a ritmo piuttosto sostenuto e lei si perse nel piacere indotto dall’alcol. Non ci volle molto prima che Sergio arrivasse al limite, dopo che Daryna gliel’aveva già succhiato magistralmente come al solito, così le afferrò le tette e cominciò a strizzarle e ad accarezzarle i capezzoli attraverso la stoffa della maglietta. Daryna cominciò a gemere. Sentiva il morso della zip dei jeans di Sergio sul culo e lui la sollevava così tanto che a volte sbatteva la testa contro il tetto dell’auto.

“Oh sì Sergio ti prego, più forte!”

Sergio non se lo fece ripetere e iniziò a pomparla di brutto, finché non la sentì gridare, afflosciarsi su di lui e colare sui suoi jeans. A quel punto era così inerte che Sergio cominciò ad alzarla e abbassarla di peso sul suo cazzo finché dopo poco la inondò col suo sperma.

***

Studio, studio e ancora studio. La ragazza avrebbe preferito tagliarsi le vene piuttosto che riassumere un’altra pagina del manuale per l’esame. Stava per dare forfait quando ad un tratto vide il cliente abituale di Daryna parcheggiare davanti alla sua finestra. Lui e Daryna stavano parlando piuttosto concitatamente. Ad un tratto lui le mollò uno schiaffo in faccia. Ma che?! Lei allora gliene mollò uno di rimando. La ragazza strabuzzò gli occhi. I due si stavano prendendo a sberle in faccia mentre si gridavano addosso! La giovane stava per alzarsi e fargli un gesto per chiedere se andasse tutto bene, quando all’improvviso i sue si misero a limonare.

Ok…

Finito il limone parlarono ancora un po’, poi d’un tratto lui la prese a schiaffi di nuovo.

“Cosa stracazzo sta succedendo qui?!” penso la ragazza basita.

Finito di menarsi per la seconda volta i due si calmarono e si baciarono di nuovo.

“Mah. Va beh. Contenti loro…”

Daryna scese quindi dall’auto ed entrò in casa.
La vicina credeva di averle viste tutte a questo punto, ma si sbagliava, la crème de la crème doveva ancora arrivare e quelle non sarebbero state le ultime botte della settimana.

***

La tragica scena da soap non tardò ad arrivare. Alla fine della settimana infatti, il condominio fu squassato da colpi violenti ad una porta, le grida furiose di un uomo e un campanello che andava non-stop. La vicina di Daryna allarmata andò alla porta.

Era Walter che batteva i pugni, incazzato nero, alla porta di Giovanni, mentre teneva il dito premuto fisso sul campanello.

“LO SO CHE CI SEI, APRI! APRI!”

Dopo cinque minuti di questa sceneggiata, finalmente la porta si aprì e ne uscì una Daryna marcia e sconvolta. Walter entrò di forza nell’appartamento e cominciò a gridarle addosso.

“Si può sapere che cazzo stai facendo?! Sei andata da lui vero?! Sei andata da lui, rispondi?!”

“Vattene! Vattene! Va’ via! Cosa ci fai ancora qui?!” gridò Daryna incazzata.

“Dai cacciami, chiama i carabinieri! Forza! Mi hai rotto le palle! Cosa pensavi di fare con quella telefonata eh?!”

“Vattene o chiamo i carabinieri davvero!”

“Che cosa stai facendo Daryna?! Ti stai drogando?! TI STAI DROGANDO?!”. (Senti da che pulpito…)

“Ti ho detto di andartene!”

“Dimmi che cosa stai facendo!! Come fai a non rispondere dopo che fai certe cose?!”

“VATTENE!”

Walter la teneva per i polsi e la strattonava, ma Daryna non cedeva. Si spintonarono dentro casa e finirono in cucina, dove cominciarono a picchiarsi.

A questo punto al suono dei tonfi, la vicina ne ebbe abbastanza. Uscì di casa allucinata e si diresse verso l’appartamento di Daryna sotto gli occhi sconvolti dell’altra condomina, che era scesa sulle scale preoccupata. Dall’appartamento uscì prima Walter in lacrime e poi Daryna anche lei piangente. Si diedero addosso di nuovo, ma a quel punto la vicina li bloccò. Spintonò lui verso le scale e si mise davanti a Daryna.

“Adesso finitela, basta! Diamoci una calmata!”

“Quello mi ha picchiata!” disse Daryna puntando un dito minaccioso contro Walter.

“Non è vero, lei ha picchiato me!” inveì lui.

“Basta, non mi interessa! Walter adesso tu te ne vai a sbollire da un’altra parte e tu vedi di calmarti, piantala di gridare!”.

Così dicendo la vicina spinse ancora Walter, mentre cercava di calmare Daryna, completamente isterica. Per fortuna Walter se ne andò pestando i piedi e sbattendo il portone, urlando che non sarebbe finita lì, ma almeno la ragazza poté tranquillizzare Daryna portandole un bicchiere d’acqua e facendola piangere sulla sua spalla nonostante l’acre odore di sbornia. Finito di sfogarsi, Daryna ringraziò la vicina e tornò in casa.

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Pure il brillantino

Posted by admin under Incontri Erotici on sabato Nov 5, 2022

In mezzo alla sfilza di clienti più o meno disagiati, Daryna riusciva anche a trovare tempo per l’ammòre. La relazione con Walter continuava ormai da alcuni mesi e pareva andare a gonfie vele. Il suo entusiasmo giovanile era sempre una boccata d’aria fresca rispetto a quello che la attendeva normalmente e il sesso non era male tutto sommato.

Proprio in questo momento si trovavano a letto, a casa di Giovanni, e ci stavano dando dentro come conigli. Quella mattina, dopo il primo giro di Porto alle 8.30, Walter era sceso per dirle che il suo precedente appuntamento di lavoro era stato rimandato a causa del maltempo e che quindi avrebbe avuto del tempo da dedicare alla sua principessa. Lei lo aveva lasciato entrare e si erano messi a bere e parlare un po’ sul divano.

La pace non era durata a lungo però: Walter era palesemente voglioso e aveva già cominciato ad accarezzare con le dita nodose e dinoccolate le cosce di Daryna, mentre sorrideva ed emetteva distratti versi di assenso a ciò che diceva l’amata. Daryna, ad un certo punto, dato che le cure di Walter non accennavano a fermarsi, alzò gli occhi al cielo, rassegnata, interruppe il discorso e sorridendo, si alzò, buttò giù l’intero bicchiere del vino, gli prese la mano e lo tirò verso la camera da letto. “Vieni animale, ho capito”. Walter, eccitato, le saltellò dietro come un ragazzino.

Entrarono in camera e baciandosi caddero sul letto matrimoniale, rotolandosi sulle lenzuola. Non sia mai che Walter notasse il piccolo dettaglio dell’unico letto matrimoniale in tutta la casa. Genio. Ma queste considerazioni serviranno più tardi. Ma nemmeno così tardi. Walter la spogliò di fretta: un manica mezza tirata giù, la gonna alzata intorno alla vita, gli slip incastrati su una caviglia. Daryna rideva davanti alla foga del compagno, ubriaca marcia, come al solito. Walter si tolse la maglietta mostrando il corpo rinsecchito, quasi anoressico e nodoso, prosciugato da anni di crack e una vita sempre al limite dell’indigenza. Ma che importava! Daryna era sbronza e innamorata e lui era l’uomo migliore che le capitasse da un po’ di tempo a questa parte. Una volta che la maggior parte dei vestiti furono fuori dai piedi, Walter scese sulla sua rosellina appassita e cominciò a leccarla con gusto. Daryna gemeva sommessamente, un po’ intontita dall’alcol, e il suo orgasmo arrivò un po’ inaspettato e la lasciò stupita e imbambolata con un sorriso beato sul viso. Walter lo prese come il più grande dei complimenti, così le tirò su le gambe e con un po’ di fatica, perché non era particolarmente collaborativa (ma chi se ne frega, basta avere dove infilarlo no?) inserì il cazzo nella sua figa allagata e cominciò a pomparla lentamente, per fare un po’ il romantico, poi visto che lei era meno ricettiva del solito, più forte.

“Vuoi cambiare posizione, sei scomoda?” chiese Walter.

Daryna scosse la testa inebriata. “No caro, va benissimo così, continua”. In tutta onestà Daryna l’avrebbe anche cavalcato volentieri, ma se si fosse messa a ballonzolare su di lui in questo stato, probabilmente le sarebbe girata troppo la testa.

Andarono avanti così per un po’ finché Daryna non venne di nuovo, assistita dalle sue stesse dita sul clitoride, mezze intrappolate in mezzo ai loro corpi sudati. Walter da parte sua si prese un altro po’ di tempo e nonostante le cominciasse a lamentarsi dell’ipersensibilità, continuò fino a sfilarlo per venirle copiosamente sulla pancia e sulla figa, vista che lo eccitava da matti.

Infine si stesero uno accanto all’altra per riprendersi. La finestra aperta lasciava entrare una brezza tiepida e il cinguettio degli uccelli annidati negli alberi vicini. L’idillio fu inaspettatamente interrotto da un suono sgraziato. Daryna russava.

“Ah beh” pensò Walter. “Sarà meglio che levi le tende”. Così si alzò, raccolse i suoi vestiti e si li rimise. Poi prese una coperta e la stese sulla figura ancora sporca di Daryna, le diede un bacio e uscì.

Quando Daryna si svegliò, con un leggero mal di testa, rassettò la stanza, mandò un messaggino di scuse e di ringraziamenti a Walter e si preparò per il suo incontro di lavoro. Oggi avrebbe rivisto Carlo, che l’aveva chiamata dicendole che aveva una sorpresa per lei (come sempre). Daryna si finse entusiasta e si presentò all’appuntamento sgargiante, con un vestito fucsia un po’ vintage e il colore si rivelò pure la scelta più casuale e al contempo azzeccata per l’incontro. La sorpresa di Carlo infatti era fucsia. Un bel plug anale fucsia che Daryna avrebbe dovuto indossare fino al giorno dopo, per essere pronta per la vera ginnastica (sì credici, ma per chi l’aveva presa? Se lo sarebbe tolta appena arrivata a casa e avrebbe mentito ai suoi messaggi. Non aveva mica tempo per queste stronzate lei). Ma la vera sciccheria, secondo Carlo almeno, era il brillante alla fine del plug, che spuntava elegante tra le chiappe di Daryna. Carlo era già eccitato, ma si trattenne disse che avrebbe aspettato volentieri per essere ancora più arrapato l’indomani. Daryna fece spallucce e disse: “Qualunque cosa ti renda felice caro”. Ad incontro finito tornò a casa, sistemò le sue cose e fece per andare in bagno a levarsi il plug, ma non prima di aver inviato una foto a Carlo come prova che lo avesse ancora addosso.

Stava per tirarsi giù le mutandine, quando Giovanni aprì la porta. “La privacy non esiste più in questa casa?” chiese Daryna, mettendosi una mano sul fianco. Giovanni alzò un sopracciglio. “Ma se ti ho vista nelle posizioni più scandalose ormai, e non parlo solo del letto. Secondo te me ne frega di vederti cacare?”. Che finezza…

“Comunque già che siamo in tema, non ti sembra ora di pagarmi l’affitto?”. Daryna ci pensò un attimo; in effetti era già qualche volta che gli dava buca, povero Giovanni. Si risolse quindi a darla anche a lui oggi. “Ebbene, su, cosa stai aspettando? Prendimi!”.

Giovanni non se lo fece ripetere due volte, si sfilò la maglietta e si slacciò la cintura. Portò Daryna in camera da letto e si calò i pantaloni.

“Su, leccalo come si deve e toccati intanto”.

Daryna fece come ordinato e cominciò a leccargli la cappella, premendo una mano sul ventre prominente per farsi più spazio. Lui spingeva nella sua bocca senza ritegno, grugnendo come un cinghiale. Dopo un po’ la fermò, le disse di spostarsi più in su sul letto e di girarsi. Quando le calò le mutandine vide il plug che spuntava luccicante dal suo culo.

“Pure il brillantino” commentò sarcastico, sogghignando. Daryna sbuffò roteando gli occhi.

“Beh, visto che sei già pronta…” e mentre le diceva così, le tolse il plug con un bel pop e lo lasciò cadere sulle lenzuola. Poi cominciò a strofinare il cazzo sulla sua figa che era bella bagnata per le attenzioni che si era data durante il pompino. Giovanni si lubrificò ben bene il cazzo e poi cominciò a spingerlo nel culo di Daryna. Lei gemeva e gridava, finché lui non arrivò in fondo e si fermò un attimo per godersi la sensazione. Poi lo tirò quasi tutto fuori e lo infilò dentro con forza.

“Vuoi sfondarmi anche il colon già che ci sei?!”.

“Piantala di lamentarti, come se non l’avessi mai fatto” disse Giovanni, ma si diede una calmata e cominciò a prenderla un po’ meno a fondo e più velocemente. Daryna gridava oscenamente e senza dubbio, se qualcuno fosse stato su uno dei balconi del condominio avrebbe sentito tutto, ma la cosa le importava poco, soprattutto quando Giovanni cominciò a toccarle il clitoride e incularla nel materasso.

Già dalla mattina però, la giornata si era configurata come pregna di colpi di scena. Infatti mentre in camera da letto succedeva tutto questo, Walter in un impeto di passione era andato sotto il balcone di Daryna e si era messo a farle una serenata, cantando qualche terribile canzone d’amore. Da schizzato qual era aveva pure preso una scala e l’aveva appoggiata sul balcone di Daryna per farle una sorpresa e appoggiarvici un Kinder Délice (pegno d’amore assolutamente normale). Mentre metteva in atto questo piano e si affacciava alla finestra della camera da letto della sua bella, vide la scena di passione dispiegarsi davanti ai suoi occhi: Daryna inculata da Giovanni, che la scopava con furia. Daryna si girò in quel momento e vide Walter, sul quale posò degli occhi un poco annoiati. Ovviamente, pensando che Walter avesse compreso tutta la situazione, Daryna non si fece certo scrupoli e lo salutò con un sorriso. Una frazione di secondo dopo però notò l’espressione sconvolta di Walter: oh no. Non aveva capito vero?

No. Non aveva capito proprio un bel niente. Difatti, tradito e amareggiato, Walter scese la scala, la portò via con rabbia e Daryna si ritrovò con un Kinder Délice e probabilmente senza fidanzato. Non fece in tempo a pensare tutto questo che Giovanni si piegò su di lei per afferrare la testata del letto e spingere di più. Era a fine corsa e si stava adoperando per farla venire al più presto. Il cambio di angolo però era già stato gradito e nonostante l’inconveniente appena occorso, Daryna venne gridando e ansimando, mentre lui le riversava nel culo tutto il suo sperma con spinte brevi e lente.

Daryna non rivide Walter per diversi giorni, probabilmente aveva bisogno di sbollire, ma quella fu la sera che demarcò il momento in cui tutto cominciò ad andare a rotoli.

***

“Perché? PERCHE’?! Che cazzo ho fatto di male nella mia vita precedente?!”

Questi i pensieri della vicina che aveva per caso assistito a tutta la scena. Si teneva la faccia tra le mani, sconvolta per l’altissimo trash cui aveva assistito. Onestamente, non sapeva se ridere o piangere; era al contempo allucinata dalla situazione completamente scabrosa e grata per l’intrattenimento da soap opera di serie zeta. E mentre cercava di scuotere via dalla testa il disagio sociale appena osservato, pensava a come insegnare ai prossimi vicini a tenere i loro cazzi, letterali e metaforici, fuori dalle aree comuni del condominio.

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