Pace

Nel funesto giorno della sua partenza, nemmeno il sole voleva graziare Daryna con un po’ di felicità. La pioggia scrosciava incessante, mentre alcuni dei suoi clienti e Giovanni la accompagnavano mesti all’auto, manco fosse stata Bocca di Rosa. Solo Walter osservava torvo dalla finestra e intanto si augurava di non vedere più quella pazza. Persino la vicina alzò lo sguardo dai libri per dare l’estremo saluto alla sua somma fonte di disagio e intrattenimento. Sergio le aprì la portiera dell’auto, poi si mise al volante e insieme sfrecciarono sulla sua baracca verso un più lieto futuro.

Fine.

No scherzo. Magari fosse stata la fine. Come al solito…FLASHBACK!

***

Walter sembrava essersi finalmente eclissato (dopo averle prese da tutti era anche ora), ma Daryna non trovava pace. L’idillio del paese era stato spezzato e niente avrebbe potuto risanarlo. Si trascinava nella sua routine con sempre minor entusiasmo e persino i suoi adorati vecchi avevano notato il calo nelle prestazioni.

Tutto questo avvilimento esplose un giorno, in auto con Sergio. Aveva una nuova auto scassata, molto più grande della precedente e ci si scopava alla grande. Daryna stesa sul sedile del passeggero faceva del suo meglio per non soffocare sotto la mole di Sergio, che stava cercando maldestramente di metterle dentro il cazzo. Daryna roteò gli occhi, afferrò il cazzo di Sergio e se lo infilò dentro a forza, nonostante fosse meno bagnata del solito. Chi se ne frega: il dolore a quel punto era un compagno gradito. Sergio grugnì felice e cominciò a pomparla, facendo ondeggiare l’auto. Daryna gemeva ad ogni colpo, ogni volta il dolore si trasformava in piacere. Sergio intanto le toccava i capezzoli, li strizzava, li tirava, li leccava, ansimando come se stesse correndo una maratona. D’altronde il fisico da atleta non aiutava. L’amplesso durò ancora diversi minuti, i finestrini dell’auto erano ormai appannati, Daryna gridava così tanto che Sergio dovette metterle una mano sulla bocca per non diventare sordo. Lei sentendo la mano premere sulle sue labbra sentì un brivido di eccitazione correrle lungo la schiena e arrivare dritto al clitoride, provocandole finalmente l’orgasmo. Si dimenava sotto Sergio, mentre lui la guardava eccitato e le veniva copiosamente nella figa.

Rimasero spiaccicati uno sull’altro per qualche minuto, riprendendo fiato, poi, ad un tratto, Daryna cominciò a singhiozzare.

“Hey, che succede?” chiese Sergio preoccupato, levandosi di dosso.

Tra i singhiozzi e le lacrime, Daryna gli raccontò di quello che era successo con Walter, Giovanni e gli amici che aveva mandato a spaventare il primo. Era un gran bel casino, come convenne Sergio e Daryna concluse dicendo che non sopportava più la situazione e stava meditando di lasciare il paesino. Sergio comprendeva e ad un tratto gli venne in mente un’idea. Era da un po’ che aveva in mente di spostarsi in una zona non troppo lontana da quella in cui attualmente viveva Daryna, ma che le avrebbe permesso di ricominciare senza incontrare facce note. La casa che aveva adocchiato sarebbe stata perfetta per viverci in due e in fondo lui si era molto affezionato alla sua ragazza, nonostante tutti i problemi. Fu così che Sergio le fece la grande proposta e Daryna entusiasta accettò, cogliendo l’opportunità al balzo.

Non molte settimane dopo, tutto era apparecchiato per la partenza e Daryna col cuore leggero, si lasciava alle spalle il condominio infernale, verso un più radioso e sicuramente meno disadattato, cirrotico e illegale (seh credeghe) futuro.

***

Qualche mese più tardi, Ahmad era appena tornato in auto dal lavoro, aveva parcheggiato e stava portando sul ciglio della strada la spazzatura del condominio per il ritiro. In quel mentre notò la vecchia condomina che abitava con Giovanni, aggirarsi furtiva nei pressi delle cantine. Stava armeggiando con delle chiavi e tentava di chiudere la porta della zona comune, mentre tra le gambe teneva delle bottiglie di vino trafugate dalla cantina di un altro condomino, accidentalmente lasciata aperta. Da come si muoveva, chiaramente, non era nemmeno la prima volta che lo faceva.

“Scusa, posso aiutarti?” l’apostrofò Ahmad.

Daryna saltò in aria e si girò. Sorrise ad Ahmad e cercò di nascondere le bottiglie dietro la porta.

“No, no, grazie, ero solo tornata perché pensavo di aver dimenticato qui qualcosa, ma non l’ho trovata. Ciao!” disse Daryna con fare da oca e si defilò frettolosamente verso la sua auto.

Ahmad scosse la testa, basito e rientrò in casa. Nel frattempo la giovane vicina aveva assistito a tutta la conversazione. Sospirando prese il telefono. Ma Dio santo, possibile che anche vivendo da un’altra parte, doveva comunque riportare il disagio in quell’edificio disgraziato?!

“Ciao zio, senti, Daryna è tornata per rubarti il vino. Cerca di non dimenticarti più la porta della cantina aperta. Non è certo la prima pazza in questo condominio a ficcarci il naso” disse al telefono.

“Oh santo cielo, ma non si può mai stare tranquilli qui. Grazie comunque, scendo a chiuderla”

“Seh, lo so, è allucinante. Ma io non lo so, non c’è il vino dove si è trasferita? Vabbè, speriamo sia l’ultima grana che attira sto posto (seh credeghe), ciao, ci si sente.”

Note finali:

E questo è tutto, piccionazzi! Ma non temete, le peripezie del condominio non finiscono con Daryna. La vicina è solo una povera illusa.

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