Niente ha senso!

Ah che tragedia! Quale strazio le pene d’amore! Non c’è niente di più doloroso di un cuore infranto!

Certo, l’incommensurabile dolore di Daryna sembrerebbe stato più sincero senza un cazzo correntemente piantato nella figa. Ma via, queste sono sottigliezze. D’altronde, in qualche modo, il dolore lo si dovrà pur alleviare, e se l’alcol non basta, bisognerà vagliare altre opzioni. E così Daryna si ritrovava di nuovo in auto con Sergio ad impalarsi e a rimbalzare sul suo grasso ventre peloso. Non che la consistenza facesse differenza: l’importante era che i clienti pagassero. Insomma doveva ammettere che negli ultimi tempi si era molto affezionata al suo cliente numero uno, ma il lavoro era pur sempre lavoro. Comunque anche se non ci fosse stato quello, al momento, non era particolarmente lucida.

***

Dopo la rottura con Walter avrebbe tranquillamente potuto farsi attaccare ad una flebo di vodka. Puzzava di alcol tutto il giorno, lo trasudava, aveva anche sentito la sua vicina dire alla figlia, che riusciva a sentire l’odore che lasciava sul pianerottolo condiviso, ogni volta che lo attraversava. Maledetta infermiera, quella donna era un segugio! Come se non bastasse poi, Walter, oltre a farle la scenata di gelosia era diventato strano: era completamente ossessionato da lei. Controllava che fosse in casa, le chiedeva dove andasse, con chi fosse, la aspettava sulle scale fuori dal condominio, alle volte l’aveva pure seguita in paese: insomma cominciava a diventare inquietante la cosa. Si era tramutato in pochi giorni da fidanzato gioviale e pazzo importunatore geloso. Non passava giorno che lui non la stalkerasse, quindi ovviamente lei ricorreva alla più ovvia soluzione: per dimenticare le sue pene, si alcolizzava. Più del solito.

***

Queste considerazioni ci portano all’attuale stato delle cose. Daryna in auto con Sergio, sballottata dall’omaccione che non si curava particolarmente del suo stato di semi-coscienza. Dopotutto che gusto c’è a scoparsi una donna che risponde prontamente ai tuoi stimoli? Sergio era andato a prenderla quella mattina per fare la spesa. Erano saliti in auto, erano arrivati al supermercato, Daryna si era trascinata per gli scaffali e poi erano tornati. L’avrebbe riportata a casa, senonché, lei, ebbra, per ringraziarlo di averle pagato i viveri gli aveva ficcato all’improvviso una mano nei pantaloni, facendolo sussultare e rischiando di farli schiantare dentro un bosco. Lei aveva continuato imperterrita, come se niente fosse. Gli aveva slacciato i pantaloni, mentre lui accostava e aveva cominciato a maneggiargli il cazzo con destrezza prima di tentare di affondarci sopra la bocca. Chinarsi tuttavia non fu una buona idea, perché la nausea arrivò prepotente. Sergio dovette capirlo perché, sbuffando e scuotendo la testa, tirò indietro i sedili e la fece inginocchiare sul tappetino dell’auto così che non dovesse piegarsi. A quel punto Daryna si avventò sul suo cazzo e cominciò a succhiarlo con avidità, facendo danzare la lingua sul suo glande. Sergio ansimava come un maiale e dovette fermarla prima di venirle in bocca. Maledetta donna, lo sapeva quanto lo eccitava farlo in auto.

Sergio afferrò i leggins e li tirò giù con forza, poi fece girare Daryna di spalle e se la mise in grembo. Lei era già un lago quindi Sergio non si perse in convenevoli e glielo infilò tutto d’un colpo. Daryna gridò e cercò di tirargli uno schiaffo sul braccio, ma lui cominciò a muoversi a ritmo piuttosto sostenuto e lei si perse nel piacere indotto dall’alcol. Non ci volle molto prima che Sergio arrivasse al limite, dopo che Daryna gliel’aveva già succhiato magistralmente come al solito, così le afferrò le tette e cominciò a strizzarle e ad accarezzarle i capezzoli attraverso la stoffa della maglietta. Daryna cominciò a gemere. Sentiva il morso della zip dei jeans di Sergio sul culo e lui la sollevava così tanto che a volte sbatteva la testa contro il tetto dell’auto.

“Oh sì Sergio ti prego, più forte!”

Sergio non se lo fece ripetere e iniziò a pomparla di brutto, finché non la sentì gridare, afflosciarsi su di lui e colare sui suoi jeans. A quel punto era così inerte che Sergio cominciò ad alzarla e abbassarla di peso sul suo cazzo finché dopo poco la inondò col suo sperma.

***

Studio, studio e ancora studio. La ragazza avrebbe preferito tagliarsi le vene piuttosto che riassumere un’altra pagina del manuale per l’esame. Stava per dare forfait quando ad un tratto vide il cliente abituale di Daryna parcheggiare davanti alla sua finestra. Lui e Daryna stavano parlando piuttosto concitatamente. Ad un tratto lui le mollò uno schiaffo in faccia. Ma che?! Lei allora gliene mollò uno di rimando. La ragazza strabuzzò gli occhi. I due si stavano prendendo a sberle in faccia mentre si gridavano addosso! La giovane stava per alzarsi e fargli un gesto per chiedere se andasse tutto bene, quando all’improvviso i sue si misero a limonare.

Ok…

Finito il limone parlarono ancora un po’, poi d’un tratto lui la prese a schiaffi di nuovo.

“Cosa stracazzo sta succedendo qui?!” penso la ragazza basita.

Finito di menarsi per la seconda volta i due si calmarono e si baciarono di nuovo.

“Mah. Va beh. Contenti loro…”

Daryna scese quindi dall’auto ed entrò in casa.
La vicina credeva di averle viste tutte a questo punto, ma si sbagliava, la crème de la crème doveva ancora arrivare e quelle non sarebbero state le ultime botte della settimana.

***

La tragica scena da soap non tardò ad arrivare. Alla fine della settimana infatti, il condominio fu squassato da colpi violenti ad una porta, le grida furiose di un uomo e un campanello che andava non-stop. La vicina di Daryna allarmata andò alla porta.

Era Walter che batteva i pugni, incazzato nero, alla porta di Giovanni, mentre teneva il dito premuto fisso sul campanello.

“LO SO CHE CI SEI, APRI! APRI!”

Dopo cinque minuti di questa sceneggiata, finalmente la porta si aprì e ne uscì una Daryna marcia e sconvolta. Walter entrò di forza nell’appartamento e cominciò a gridarle addosso.

“Si può sapere che cazzo stai facendo?! Sei andata da lui vero?! Sei andata da lui, rispondi?!”

“Vattene! Vattene! Va’ via! Cosa ci fai ancora qui?!” gridò Daryna incazzata.

“Dai cacciami, chiama i carabinieri! Forza! Mi hai rotto le palle! Cosa pensavi di fare con quella telefonata eh?!”

“Vattene o chiamo i carabinieri davvero!”

“Che cosa stai facendo Daryna?! Ti stai drogando?! TI STAI DROGANDO?!”. (Senti da che pulpito…)

“Ti ho detto di andartene!”

“Dimmi che cosa stai facendo!! Come fai a non rispondere dopo che fai certe cose?!”

“VATTENE!”

Walter la teneva per i polsi e la strattonava, ma Daryna non cedeva. Si spintonarono dentro casa e finirono in cucina, dove cominciarono a picchiarsi.

A questo punto al suono dei tonfi, la vicina ne ebbe abbastanza. Uscì di casa allucinata e si diresse verso l’appartamento di Daryna sotto gli occhi sconvolti dell’altra condomina, che era scesa sulle scale preoccupata. Dall’appartamento uscì prima Walter in lacrime e poi Daryna anche lei piangente. Si diedero addosso di nuovo, ma a quel punto la vicina li bloccò. Spintonò lui verso le scale e si mise davanti a Daryna.

“Adesso finitela, basta! Diamoci una calmata!”

“Quello mi ha picchiata!” disse Daryna puntando un dito minaccioso contro Walter.

“Non è vero, lei ha picchiato me!” inveì lui.

“Basta, non mi interessa! Walter adesso tu te ne vai a sbollire da un’altra parte e tu vedi di calmarti, piantala di gridare!”.

Così dicendo la vicina spinse ancora Walter, mentre cercava di calmare Daryna, completamente isterica. Per fortuna Walter se ne andò pestando i piedi e sbattendo il portone, urlando che non sarebbe finita lì, ma almeno la ragazza poté tranquillizzare Daryna portandole un bicchiere d’acqua e facendola piangere sulla sua spalla nonostante l’acre odore di sbornia. Finito di sfogarsi, Daryna ringraziò la vicina e tornò in casa.

💥 CONTINUA A LEGGERE 💥