Pacco natalizio per la zia australiana

Posted by admin under Incontri Erotici on domenica Dic 25, 2022

Nell’immaginario comune le zie ai pranzi di Natale sono quelle noiose e petulanti che ti riempiono di domande scomode. La più noiosa per un ragazzo di 18 anni single è “Ma ce l’hai la fidanzatina?”, soprattutto se vi siete lasciati qualche settimana prima perché ha deciso di aprire le gambe per uno dei tuoi migliori amici. Ma questa è una storia diversa e molto meno piacevole di quella che sto per raccontarvi.

Si chiama Angela ed è la moglie dell’unico fratello di mio padre. Loro vivono in Australia, lei originaria di là, e tornano in Italia per festeggiare il Natale in famiglia.

Non è molto alta, capelli neri e occhi castani. Ha dei bei fianchi larghi e due tette burrose veramente enormi. Confesso che ho perso qualche diottria pensando a lei nella solitudine di camera mia.

Lei e lo zio arrivano qualche giorno prima di Natale e si accomodano nella stanza degli ospiti. La nostra avventura inizia quasi per caso quando mia zia entra in bagno mentre sto facendo la doccia. Si scusa e scappa, ma ho notato lo sguardo fisso sul mio membro. Non sono uno dei fighi spaziali che si vedono nei film, ma fisicamente mi tengo in forma e i miei genitori sono stati generosi per quanto riguarda le doti naturali. Penso che abbia apprezzato la vista, almeno lo spero.

Quella sera stessa mentre la zia fa la doccia, vedo il suo telefono che continua a ricevere notifiche. Il codice è l’anno di nascita, banale. Non resisto e sbircio. Quello che scopro è che la tanto brava e tanto bella zia Angela in realtà è una gran zoccola. Sono almeno 5 le chat in cui si scambia foto, video e messaggi zozzi con uomini che chiaramente non sono lo zio e che ricambiano con foto di membri eretti di discrete dimensioni.

Faccio qualcosa di assolutamente irrazionale: invio anche una foto del mio. “Così lo vedi meglio, in bagno è stato troppo veloce!” come commento.

La risposta di zia arriva a notte fonda. Mi aspetto una ramanzina e invece ricevo un breve video dove lei è in intimo, gambe aperte e la sua mano che massaggia il suo sesso. La reazione istintiva è un durello quasi doloroso. Il commento: “Resisti fino a Natale!”.

La notte di Natale lo zio e mio padre vanno a messa a mezzanotte. Mia madre dorme e la zia è da sola nella dependance. “Vieni!”, è il messaggio che ricevo.

Scendo di corsa e vado da Angela.

Busso.

         «Entra e chiudi a chiave!».

         «Zia…».

La vedo sdraiata a pancia in giù sul letto. Completamente nuda e con gli occhi bendati.

         «Sei stato intraprendente con la foto… vediamo come te la cavi se lascio fare a te!».

Mi spoglia al volo. Il mio membro è già bello barzotto, per non dire già in erezione. Salgo sul letto e gattono sopra la zia, fino a che il mio pene non sfiora le sue natiche generose e la mia bocca non è vicino al suo orecchio.

         «Zia senti che effetto mi fai!».

E dicendo così premo la mia erezione nel solco tra le sue natiche.

         «Sei già duro! Con o senza?».

         «Dimmelo tu, zia!».

         «Senza!».

Punto la mia cappella sulla fessurina rosa già bagnata. E con un colpo di reni entro in lei. La penetro lentamente. In questa posizione, con le gambe distese e strette tra loro, lo sento stretto dentro di lei. È calda e umida. Il paradiso.

Inizio ad aumentare sempre di più il ritmo degli affondi, e sento il suo respiro farsi più affannato.

         «Più forte, nipotino!».

Inizio ad affondare dentro di lei con più foga, più veloce ma anche meno delicato. Ma dai gemiti sembra quello che gradisce di più.

         «Zia… sto per…».

         «Fermo ed esci.».

Mi blocco di colpo.

Angela si gira supina e si toglie la benda. Vedo le goccioline di sudore che si fanno strada attraverso quei seni grandi e morbidi.

         «Se vieni dentro di me, lo fai guardandomi negli occhi.».

Punto ancora una volta la sua passera e stavolta inizio a penetrarla con forza.

Vedo il suo sguardo carico di eccitazione, la sua bocca socchiusa che prende aria e i suoi seni che ballano una danza frenetica sotto i colpi… sarò volgare, sotto i colpi della mia minchia.

Le nostre bocche sono vicine, le labbra si sfiorano senza però chiudersi tra loro. Il sudore ci scivola addosso e i nostri respiri si mischiano sulle nostre labbra.

Il momento in cui le nostre labbra si incontrano e le nostre lingue si attorcigliano è anche l’istante in cui il mio seme schizza copioso e caldo dentro il suo ventre.

         «Non è mica finita sai?».

Appena esco da lei la zia mi afferra per l’asta barzotta e l’avvicina alla sua bocca.

Inizia a succhiarmi il cazzo misto del mio seme e dei suoi umori.

         «Angela tu non ami più lo zio?».

Si stacca dal mio pene.

         «Ti sembra una domanda da fare mentre ti faccio un pompino?».

Torna a succhiarmelo e leccarmi le palle.

         «Ecco ora sei pronto per il tuo regalo di Natale.».

La vedo mettersi a quattro zampe.

         «Sei mai entrato dietro ad una ragazza?».

Scuoto la testa.

         «Oggi lo farai!».

Il mio membro è duro e tutto bagnato dalla saliva della zia, mentre il suo buchetto viene lubrificato con un gel apposta.

In questa posizione vedo che è bello morbido. Mi viene da pensare a quanti l’hanno inculata prima di me. Ma in fondo non importa, è la mia prima inculata. Punto sul suo buchetto e lentamente spingo. Sento una leggera resistenza, ma non faccio fatica. La mia asta entra dentro il suo ano e la cosa piace alla zia.

         «Com’è?». Mi chiede.

         «Più stretto! Stupendo!».

         «Sii delicato, mi raccomando!».

Mentre entro ed esco da lei, sento il suo anellino posteriore che stringe il mio membro. Una sensazione stupenda. Un piacere diverso, ma irresistibile che però non dura molto perché stimolato così vengo dentro il suo culo più velocemente di quanto voglia ammettere.

         «Bravo ragazzo!».

         «Scusa.».

         «E di cosa? La prima volta ci sta venire presto. È più stretto, più stimolante per te.».

Ci sdraiamo uno accanto all’altra.

         «Buon Natale nipotino!».

         «Buon Natale zia!».

Ci sono tante altre esperienze fatte con la zia Angela, sia in Italia sia durante il mio periodo in Australia. Ma oggi concludo con un augurio a tutti voi.

Buon Natale e che questo magico giorno possa portarvi tanti ed intensi piacere!

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White Wedding

Posted by admin under Incontri Erotici on venerdì Dic 23, 2022

Era tutto il giorno, che continuavano quegli sguardi.
Come in un gioco infantile, in cui chi abbassa gli occhi perde.

Non ci conoscevamo granché. Ci eravamo visti in giro qualche volta, ma niente più di qualche ‘ciao’ buttato lì. Eppure quel giorno, entrambi invitati al matrimonio di due amici in comune, non riuscivamo a staccarci gli occhi di dosso.

Io, una ragazza semplice, minuta, di quelle acqua e sapone che cercano di non essere mai troppo appariscenti. Capelli biondi, decisamente non naturali, ma in linea con la mia personalità solare.
Indosso un vestitino blu identico alle altre damigelle (le migliori amiche della sposa che qualche sera prima l’avevano riaccompagnata a casa in ginocchio), lungo fin sotto alle ginocchia e con una profonda scollatura lungo la schiena.

Lui, il classico stronzetto di periferia. L’amico che c’entra poco, nella cerchia, per quel suo essere di indole selvatica e per quello sguardo spavaldo di chi si sente il re del mondo. Un abito scuro, il suo, che quasi nemmeno ricordava di avere nell’armadio. Una camicia sbottonata sul collo, perché lui le cravatte proprio no.
E poi, quella cresta biondina poco accentuata, oggi, ma solo per cercare di darsi un tono. E quei piercing, troppo difficili da togliere.

I nostri occhi si cercavano e si trovavano per tutta la festa, quasi conoscessero la strada. Sembrava si dessero appuntamento. E più i bicchieri di vino si svuotavano e più quegli sguardi divenivano intensi, forse anche eccessivi, in alcuni momenti.

Mentre mi scatenavo in pista con le altre ragazze, con quei movimenti strani, al ritmo di quella musica altrettanto strana, facevo vagare lo sguardo per cercarlo, ma da un po’ sembrava sparito nel nulla.

Un po’ accaldata decido di andare verso i bagni.
Entro richiudendo la porta alle mie spalle e mi avvicina allo specchio.

Ed è lì, che lo vedo.

Riflesso nello specchio, lui, appoggiato ad una porta, che mi sorride.

– Questo è il bagno delle donne, lo sai, vero?
gli dico, mentre faccio scorrere l’acqua sulle mani, parlandogli direttamente dal riflesso.

– Vuoi chiamare la sicurezza?
Chiede lui, avvicinandosi e quasi sfiorandomi un braccio con una mano.

Attraverso lo specchio gli sguardi si incrociano ancora, ed un mezzo sorriso si disegna sulle labbra di entrambi.
Mi scosto per asciugarmi le mani con della carta e con un movimento rapido lui mi spinge di spalle al muro, prendendomi il viso da sotto il mento, avvicinandosi quasi per baciarmi.

La mia reazione però è ancora più rapida, e con una spinta lo allontana sbilanciandolo.
– Cazzo fai? Credi funzioni così?
gli dico, con un tono quasi offeso.
– Hai ragione, scusa…
Mormora lui, visibilmente imbarazzato.
– Vado…
mi dice, muovendosi quindi verso l’uscita.

È lì che allora lo prendo per un braccio e lo costringo a voltarsi verso di me. Mi sorride, mi afferra entrambi i polsi e mi sbatte sul muro, baciandomi. Un bacio furtivo, perverso.
Le nostre lingue si incontrano e danzano, mescolate dai nostri sospiri al sapore di vino bianco. I corpi si incollano l’uno all’altro, a voler scatenare un’eccitazione proibita.
Si discosta appena da me e mi guarda.
-La festa ci aspetta…
Sussurra, muovendo qualche passo indietro.
Apre quindi la porta e scompare. Ancora.

È passata forse un’ora, forse qualcosa di più, da quell’incontro fugace nei bagni. Non l’ho ancora raccontato a nessuna delle mie amiche, ma chi crederebbe ad una scena del genere, così tanto da serie tv adolescenziale? 

La saletta-discoteca è parecchio larga e scura. Le luci sono decisamente anni ’80 e illuminano appena la pista, lasciando sfumare nell’oscurità i divanetti e i tavoli tutto intorno.

Ormai si è fatto tardi e le damigelle hanno perso quasi tutta l’eleganza delle prime ore. Bevono drink all’open bar e ballano senza tregua. Intorno a loro c’è chi sembra svenuto, chi non ce la fa più, c’è chi pomicia e chi continua a bere.

Io sono ormai scalza, sudata, stanca. Mi stacco dal gruppo e vado a trovare rifugio sui divanetti più defilati della sala. Tra le mani una sigaretta appena accesa segna il mio cammino.

Mi siedo, posando le gambe su un tavolinetto e socchiudo gli occhi.

– Io ti cerco in lungo e in largo e tu sei qui che dormi?
La sua voce mi strappa un sorriso prima ancora che il cervello mi ordini di aprire gli occhi.
Lui è lì, con un drink tra le mani, che mi guarda dall’alto.
– Sei tu, che prima mi seduci e poi mi abbandoni, sai?
Gli rispondo, portando la sigaretta alle labbra mentre con entrambe le mani mi lego i capelli dietro la nuca.
– Beh… Ora sono qui… E se vuoi essere sedotta ancora, questa volta prometto di non abbandonarti…
Ancora un sorrisetto da stronzo, mentre si siede accanto a me.

Non ci sto, a passare per l’ennesima vittima sacrificale di quel teppistello vestito a festa. Prendo dalle sue mani il drink e ne bevo un gran sorso, portando alle labbra le due cannucce.
Lo guardo, forse decisa a prendere le redini della situazione.

Lascia cadere la sigaretta sul pavimento e volto il capo verso di lui.
Lo guardo fisso negli occhi, mentre la punta della mia lingua accarezza quei piccoli tubi di plastica nera. Li separo, li mordicchio e li riprendo in bocca per un altro sorso.
Lui non si perde nemmeno un momento di quella danza, quei movimenti della lingua sembrano infliggergli pugnalate allo stomaco.

Ecco allora che mi posa leggera una mano su una gamba, carezzandola piano. La sfiora, facendosi largo sotto la stoffa del lungo vestito blu. La sua mano è morbida e affusolata, non ruvida come le mani degli uomini. Mi piace, quel tocco, e lo sguardo che continuo a rubare i suoi occhi è la mia autorizzazione a continuare.

La sua mano scivola quindi verso l’interno delle mie cosce, e con il mignolo già sente il confine proibito dei miei slip. Io, come colpita da un fulmine, vengo percorsa da un brivido lungo la schiena.

Le dita di lui si fanno spazio sotto l’elastico e raggiungono il mio sesso. Socchiudo gli occhi e lascio sfuggire un leggero mugolìo di piacere.

Con i polpastrelli mi massaggia le grandi labbra, che sento già gonfie e accaldate. Mi sfiora, mi accarezza con delicatezza e con dei movimenti languidamente corretti, che sembrano quasi dettati direttamente dal mio cervello.

Sento le sue dita muoversi con sempre minore attrito, inumidite da quel piacere che cresce dentro di me e si liquefa tra le mie gambe.

Le sue dita ora mi penetrano piano, sento distintamente il suo indice e il medio frugarmi dentro, mentre il pollice preme sul mio clitoride. Il suo viso si avvicina al mio collo per mordicchiarlo, baciarlo e leccarlo.
Sento la sua lingua danzare sul mio collo umido di sudore ed i suoi sospiri sempre più affannati, mentre le sue dita mi masturbano, affondando dentro di me.

La mia mano sinistra si posa ora sulla sua patta ed afferro il suo cazzo già turgido intrappolato sotto pantaloni. Muovo piano la mano su di esso, tastandone la consistenza. Mentre le mie gambe sono larghe e le sue dita zuppe dei miei umori, gli slaccio la cintura e libero, con movimenti rapidi il suo membro dai boxer. Lo afferro in un pugno mentre continuo ad ansimare.

Ha un bel cazzo, decisamente sopra la media rispetto a quelli che ho già visto, bello dritto e turgido.

Muovo la mia mano, scappellandolo e inizio a segarlo piano. 

Il glande è lucido di umori e sembra brillare, quando con la testa mi chino su di esso.
La mia lingua lo assapora leggera, un attimo prima di avvolgerlo completamente con la bocca.

Sento le sue dita inarcarsi ad uncino dentro di me, questo stronzetto si sa muovere. 

Non riesco a trattenermi ed ansimo di piacere mentre glielo succhio. 

Mugolo, faccio le fusa, muovo la testa allo stesso ritmo del mio bacino, cercando di coordinare le sue dita che mi scopano la figa e la mia bocca, che ora si fa scopare da lui.

Muovo la testa su quel cazzo, aiutandomi con entrambe le mani, accarezzandogli le palle che si bagnano della sua saliva che sfugge dalle mie labbra.

Sollevo allora la testa e lo guarda. Attorno alle labbra sono bagnata degli umori di lui mescolati alla mia saliva. Lo bacio, avida, infilandogli la lingua in bocca, mentre decido di mettermi a cavalcioni su di lui.
Scosto quanto basta la stoffa del vestito e le mutandine e indirizzo la cappella verso le porte del mio sesso fradicio.

Lui affonda piano, tenendomi per i fianchi, millimetro dopo millimetro, nonostante il mio sguardo eccitato sembri quasi implorarlo di spingerlo tutto, fino in fondo.

Quei movimenti lenti sfociano in un attimo in una cavalcata selvaggia. Le mie braccia gli cingono il collo, mentre le mie ginocchia sfregano contro i divanetti bruciando un po’.

Ansimo e godo forte, mentre mi scopa. La musica che quasi neanche sento più copre le nostre voci, e il buio probabilmente ci protegge da occhi indiscreti. 

Guardo i suoi occhi chiusi, che si aprono di tanto in tanto solo per guardarmi in viso.

Sento il mio sesso fremere attorno alla sua asta. E l’eccitazione aumenta, quando quel teppistello di periferia decide finalmente di abbandonare del tutto il suo ruolo passivo.

Mi afferra per il collo, con la stessa prepotenza usata qualche ora prima, in bagno, e mi distende su un fianco. Ora mi scopa con i tempi che detta lui e con una mano le tappa mi bocca, come sapesse che così potrei urlare.

Lo senso ansimare come un porco e anche io godo forte, con la mia voce strozzata dalla sua mano. Il suono dei nostri corpi che si schiaffeggiano in quell’amplesso è l’unica musica che riesco a percepire.

Mi rivolta ancora, schiacciandomi il viso contro i divani. Mi prende, afferrandomi per i fianchi, mentre sono schiacciata sotto di lui. Io porto le mie mani indietro, verso le sue natiche, quasi a volerlo spingere più possibile dentro di me.

Il mio respiro si fa più pesante, il battito accelera e sento l’orgasmo sciogliersi dentro la mia pancia. Con una mano mi torturo il clitoride, mentre assecondo i movimenti decisi del bacino di lui, che mi penetra. Mordo la stoffa del divano e mi libero in un orgasmo così forte che quasi mi fa svenire, attenta a non urlare.
– Oh Dio sì… vengo…
Annuncia lui, che mi sbatte con veemenza mentre sono ancora squassata dagli spasmi.

Ora però voglio vincere io. 

Mi distacco da lui in fretta, sedendomi sul divanetto. Prendo il suo cazzo fradicio di umori nelle mie mani incrociate e lo masturbo, succhiandolo e gustandomi il suo sapore misto al mio. 

Lo guarda dritto in faccia, mentre scosto appena la bocca dalla sua cappella che sta per esplodere. Un ponte di saliva lascia unita la mia lingua a quel cazzo che indirizzo verso di me e che lascio schizzare sul mio petto, sul mio collo, sul mio viso e la mia bocca.

Sorrido, leccandomi le labbra e raccogliendo la sua sborra calda dalle mie guance e dall’incavo tra i miei seni e lo assaporo, lasciandomi cadere sulla spalliera del divanetto.

E anche lui fa lo stesso, riprendendo fiato.

Chiudo gli occhi e sorrido.
Sospiro, riprendendo fiato e stringendo le gambe che ancora tremano, con l’interno delle ginocchia che bruciano.

Riapro gli occhi un momento, per guardarlo. Vorrei segnare quell’immagine nella mia testa ancora un po’.

Mi volto verso di lui.
Ma è sparito.
Di nuovo.

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Sul trattore con Nicola

Posted by admin under Incontri Erotici on martedì Dic 20, 2022

L’indomani mattina, mentre mi reco al capanno, vedo un trattore fermo e non resisto, perché da vera porca, ho una passione per i video, in cui le donne scopano il cambio dell’auto.

Io, allora, salgo sopra il trattore vedo un bel cambio e subito mi inumidisco pensando ai video che ho visto. Faccio quindi una cosa imprudente: mi tiro giù i pantaloni della tuta e infilo la mia fica già bagnata sul cambio.

Non contenta, mi levo anche la maglietta, perché non mi basta scopare il cambio, nel mentre voglio toccarmi anche i capezzoli per godere di più.

Sono lì che mi alzo su e giù sul cambio e godo come una porca con gemiti forti, che alla fine arriva il legittimo proprietario del trattore.

Lo vedo contrariato, ma io continuo come se niente fosse e vedo che mi guarda da porco, oltre ad un rigonfiamento nei suoi pantaloni, in corrispondenza del suo cazzo.

Io, come se lo conoscessi, gli chiedo perché non si masturba, visto che al suo cazzo piace enormemente quello che sta vedendo.

Lui non mi dice nulla, si tira fuori il cazzo che è in completa erezione e invece di masturbarsi me lo mette in bocca e io inizio a leccarlo.

Lui non contento, mi scopa la bocca, me lo infila tutto e non è semplice, visto che è un cazzo di più che discrete dimensioni.

Mi sono fermata dallo scopare il cambio, ma lui mi dice di continuare con voce roca e profonda e nel frattempo mi continua a scopare la bocca, finché mi avverte che sta per venire e io gli dico che mi può sborrare in bocca.

A quel punto, mi fermo per ingoiare una sborrata veramente enorme, tant’è che mi cola giù dalla bocca e va giù fino a un capezzolo.

Finisco di ingoiare e poi prendo la sborra dal capezzolo e me la infilo in bocca tutta soddisfatta.

In verità, io ho ancora voglia di scopare il cambio e il proprietario del trattore, che si chiama Nicola come mi ha detto, mi dice che posso continuare. Continuo allora, lui sta zitto e io gli prendo il cazzo in mano e gli faccio una sega finché non è nuovamente in erezione.

Nicola mi dice che mi vuole scopare quindi si siede sul sedile del trattore e io mi siedo sopra di lui infilandomi il cazzo nella vagina super bagnata.

Lui mi dice che non aveva penetrato mai una fica così e soprattutto una che gemesse e che avesse così tanti orgasmi da vera porca.

Io gli rispondo che ultimamente, mi capita spesso, forse perché finalmente scopo, dopo aver inutilmente atteso, che lo facesse il marito.

Lui mi chiede se non mi sento in colpa e io rispondo di no, anche perché lui non era in grado di farmi godere così.

Io vengo molte volte finché lui mi chiede se mi può sborrare dentro e io gli rispondo di sì. Lui viene con un grido selvaggio mentre, anche io vengo per l’ultima volta.

Nicola mi dice che mi vuole assolutamente rivedere; io gli do il mio numero di telefono, ma non gli dico nulla.

L’intermezzo con Nicola mi ha fatto dimenticare l’appuntamento al capanno, guardo l’orologio, ormai è molto tardi e debbo ritornare a casa.

Durante la giornata si fanno sentire sia Mario che Tiziano e io gli invento la scusa che mio marito quella mattina, era inaspettatamente sveglio e che non sono potuta uscire.

Ora mi chiedo come fare con Nicola. So che ho finalmente realizzato il mio sogno di scopare un cambio e che lo vorrei rifare, anche se so che potrei fare a meno di Nicola e farlo con qualunque autovettura.

La notte la passo insonne a pensare se andare al capanno o nel trattore da Nicola.

Mi decido all’ultimo momento a mandare a Nicola un whatsapp, in cui gli spiego, che non posso incontrarlo.

Decido di andare al capanno, come se non fosse successo nulla.

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L’ossessione

Posted by admin under Incontri Erotici on domenica Dic 18, 2022

Chiara aveva un’ossessione, di cui non poteva parlare con nessuno, ossia si eccitava moltissimo a scopare con il cambio delle auto.

Lei sceglieva i fidanzati in base all’auto. La migliore da questo punto di vista, era una nota marca tedesca.

Ovviamente, una volta che con il fidanzato c’era confidenza, Chiara parlava della sua ossessione e immancabilmente quello la voleva vedere all’opera.

Chiara non si faceva problemi da questo punto di vista, quindi infilava la sua fica sul cambio e iniziava a godere moltissimo, tant’è che a tutti i fidanzati si gonfiava il cazzo in maniera piuttosto rapida.

I fidanzati le dicevano che non avevano mai conosciuto una come lei, anche se sul web circolavano video di donne che scopavano con il cambio.

Non tutti i video erano ben fatti, l’ultimo che aveva visto riguardava una porca tedesca che godeva moltissimo e che addirittura si infilava la fica sul freno a mano, cosa che Chiara non faceva poiché aveva paura.

La sua ossessione la spingeva a cambiare fidanzato per cambiare il cambio da scopare.

Fosse stata ricca, avrebbe avuto una collezione di auto solo per scopare il loro cambio, ma così non era perciò cambiava i fidanzati.

Inoltre, lei stessa cambiava l’auto piuttosto spesso, però con le sue finanze, purtroppo poteva comprarsi solo delle utilitarie, anche se, per fortuna negli ultimi anni i loro cambi erano migliorati, non erano più una semplice palla in cima a una stanga.

Chiara aveva provato ad avere fidanzati prestanti, porci che la soddisfacevano parecchio a letto, ma non riusciva a togliersi l’ossessione del cambio.

Lei doveva almeno due volte alla settimana scoparsi il cambio, anche da sola, non necessariamente davanti al fidanzato di turno.

Uno le aveva detto che aveva un problema e lei ci era rimasta molto male tant’è che l’aveva lasciato subito dopo.

In genere, però i fidanzati apprezzavano parecchio quello che faceva con il cambio delle loro auto.

Se il fidanzato la incitava parecchio si scopava anche il buco del culo con il cambio.

In genere, Chiara sceglieva dei fidanzati porci da un noto sito, cosicché non sarebbero rimasti troppo sconvolti da quello che lei faceva.

Chiara però era un po’ stufa di essere considerata una donna facile, una che non si voleva sposare, ma non poteva dire alla sua famiglia d’origine della sua ossessione.

Il tutto era nato casualmente all’età di diciotto quando per la prima volta, l’aveva fatto con il cambio nell’auto di una sua amica.

Le era piaciuto così tanto che non se lo era più dimenticato.

Non sapeva che fare, sapeva che godeva tantissimo, che godeva nel farsi vedere dai suoi fidanzati mentre lo faceva.

Il massimo era quando scopava il cambio e contemporaneamente succhiava il cazzo del fidanzato.

Sì era una porca di prima categoria che amava moltissimo il sesso.

Ai fidanzati aveva fatto anche dei video mentre scopava il cambio, che avevano molto apprezzato.

Chiara si eccitava, si inumidiva solo pensando al cambio.

Una volta era con il suo capo in una berlina, mentre lui guidava, lei guardava il cambio, lui equivocò, lei cercò di tirarsi fuori dalla situazione e alla fine gli dovette dire che non gli interessava il suo cazzo, ma il cambio.

Lui volle vederla all’opera, si eccitò tanto che Chiara gli succhiò abilmente il cazzo e ingoiò.

Lui fu super soddisfatto e le disse che non immaginava fosse così porca.

Lei gli disse di non dire nulla di quanto aveva fatto e lui così aveva fatto, anche se capitava di tanto in tanto, durante le trasferte di lavoro, che andassero a letto insieme e soprattutto facessero sesso in auto.

Il suo capo per il resto in ufficio, non la guardava neanche in presenza degli altri. A tu per tu, la situazione era differente, tant’è che lui le aveva prospettato una promozione, se fosse diventata la sua amante.

Chiara non sapeva che fare, non era così carrierista, con il suo capo si trovava bene a fare del sesso, ma la disturbava diventare l’amante di un uomo sposato.

Lei era limpida, voleva essere libera, purtroppo il capo le disse che se non avesse accettato, le avrebbe reso impossibile la vita in azienda.

Lui le disse che avrebbe comprato l’auto con il cambio che preferiva, lei accettò, anche se, dentro di lei, si sentiva una puttana.

Una puttana che aveva accettato di diventare amante per un cambio.

Sì aveva provato a sostituire il cambio con dei sex toys, ma il cambio la soddisfaceva molto di più, certo non più di un uomo che la scopasse con vigoria e passione.

Un uomo non le bastava, voleva un uomo e il cambio della sua auto e così iniziò la storia clandestina con il capo che aveva solo cinque anni più di lei, era un bell’uomo e la trattava molto bene.

Chiara era molto attratta da lui e in azienda, non sapeva come fare per non saltargli addosso. Lui, invece riusciva a restare freddo, salvo essere un mandrillo, quando erano in auto o in casa di Chiara.

Con il passare del tempo, lei iniziò a trovare pesante la situazione, si sentiva una di quelle e lui non la capiva, ma soprattutto la ricattava con dei video che aveva fatto per lui.

Chiara allora si rivolse alla polizia, anche se, ciò significò dire al poliziotto della sua ossessione e portare alla luce, la sua storia clandestina.

Gli effetti furono che Chiara fu licenziata e la moglie del capo chiese il divorzio.

Tutto questo per la sua ossessione del cambio. Chiara pensava che avrebbe dovuto smetterla e cercare di soddisfarsi con gli uomini e i sex toys.

Una sera era in un locale con le amiche, quando un uomo la salutò, lei non lo riconobbe, si trattava del poliziotto, che aveva preso la sua denuncia.

Il poliziotto che si chiamava Paolo. Era molto carino, la invitò a bere qualcosa con lui, lei disse che era lì con delle amiche, che però le fecero segno di andare con il poliziotto.

Scambiarono non molte parole, Paolo la guardava con molto interesse, Chiara era contenta, anche se, da un lato, era sulle spine, visto lui conosceva la sua ossessione.

La accompagnò a casa e non fece strane deviazioni per vederla all’opera con il cambio.

Si scambiarono il numero di telefono e si dissero che si sarebbero sentiti presto.

Lei era da un lato contenta perché Paolo non era stato volgare, non aveva tentato approcci, dall’altro lato delusa perché non l’aveva neanche baciata sulle labbra.

Sì Chiara era contradditoria, come lo sono tutte le donne.

Paolo si fece sentire il giorno successivo e si diedero appuntamento per la sera.

Paolo fu più sciolto, le disse che si era sentito attratto da lei, appena l’aveva vista e che quello che aveva sentito nella denuncia, aveva attirato il suo interesse, ma questo non voleva dire che voleva fare sesso subito, anche se la desiderava da morire.

Chiara si senti sciogliere a queste parole: la fica le pulsava e propose a Paolo di andare in auto nel suo garage.

Arrivarono velocemente, Chiara si spogliò e scopò il cambio per Paolo che la guardava con gli occhi fuori dalle orbite mentre si segava il cazzo.

Chiara glielo prese in bocca, glielo succhiava e continuava a scopare il cambio e vennero entrambi nello stesso momento, con Chiara che ingoiò avidamente il suo sperma.

Paolo le disse che non era mai stato con una donna così tanto disinibita, Chiara rispose che lei era così, prendere o lasciare.

Lui le disse che non voleva offenderla e Chiara rispose che non lo era.

Leu però aveva ancora voglia e riprese a scopare il cambio. A Paolo si irrigidì di nuovo il cazzo e lei ancora una volta lo succhiò, ma lui le disse che voleva la sua fica, quindi andarono nel retro dell’auto e finalmente lui la penetrò e i due vennero selvaggiamente.

Poi, si rivestirono, ma avevano ancora voglia, salirono sopra, nell’appartamento di Chiara, dove vissero una notte di fuoco.

Paolo si era rivelato un amante focoso, porco e allo stesso tempo non stronzo.

Chiara, per la prima volta, nella sua vita, durante quella notte, non aveva pensato alla sua ossessione: forse Paolo era l’uomo giusto per lei.

L’uomo giusto, con un’auto con un bel cambio, perché di tanto in tanto voleva farlo comunque, anche perché Paolo, le aveva confessato, che lo eccitava parecchio, vedere come scopava il cambio senza inibizioni.

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