La caduta della Fenice

Posted by admin under Incontri Erotici on lunedì Nov 21, 2022

La stanza all’ultimo piano del Cartago si stava lentamente riempiendo con tutti i luogotenenti di Leo. La scrivania era piena di carte, la poltrona in cuoio rosso del boss vuota e il caminetto acceso.

Luc stava in piedi appoggiato davanti alla scrivania e fissava i membri della “Fenice” che piano piano si posizionavano all’interno dello studio.

Linda, la proprietaria del Cartago, arrivò con il suo solito charme e il suo seguito di cortigiane, seguita subito dopo Hanne Emporos, che era ormai a capo della compagnia mercantile della famiglia Emporos, più splendida che mai. Erano passati due anni dalla sconfitta di Kero e la città di Teled era sotto il pieno controllo della Fenice. Da quel gruppetto di persone che Leo aveva piano piano reclutato ora nella sala c’erano dodici tra uomini e donne, i suoi luogotenenti e responsabili delle attività dell’organizzazione che tutti conoscevano come “La Fenice”.

C’erano tutti, tranne Leo.

         «Dov’è il capo?», chiese Linda.

         «Lui non verrà!».

Tutti guardavano in modo stranito Luc. La risposta e il tono con cui l’aveva data faceva presagire che fosse successo qualcosa a Leo.

         «E’ successo qualcosa a Leo?», chiese Hanne preoccupata.

         «No, non ancora. Il motivo per cui vi ho convocati qui è proprio per parlare di lui.».

Nessuno sapeva cosa Luc volesse dire, ma l’aria che tirava nella stanza era oscura. Quello che stavano facendo aveva molti nomi: congiura, ammutinamento – insomma – TRADIMENTO.

Le parole di Luc rimbombavano nella stanza e pesavano sulle menti e i cuori dei presenti come macigni.

Le uniche due a porre delle obiezioni furono Linda e Hanne.

         «Linda, quante delle tue cortigiane sono volontarie e quante sono state comprate come schiave? E quante di loro sono state liberate e se ne sono andate per rifarsi una vita? Erano questi i patti che avevate? Non è vero che negli ultimi due anni ha usato le tue ragazze per ottenere informazioni sui clienti più abbienti e di conseguenza più potere?».

Per quanto Linda volesse negarlo, le cose erano esattamente così. Più di una volta ne aveva parlato con Leo e quello che aveva ottenuto era la promessa che se ne sarebbe occupato, che le cose sarebbero cambiate, che aveva solo bisogno di altro tempo per poter stabilizzare il suo potere su Taled.

         «E Hanne, da quanto tempo dovete sposarvi? C’è sempre qualcosa di più importante da fare, un’altra missione da compiere, un altro traffico da controllare. Intanto le sue amanti crescono di numero e le promesse fatte restano sotterrate tra centinaia di scuse.».

Ancora una volta Luc aveva colpito nel segno. Aveva centrato una sofferenza che Hanne sentiva e l’aveva sfruttata per portarla dalla sua parte.

         «Amici e amiche, non è più il Leo che abbiamo conosciuto. Non è più il capo che abbiamo giurato di seguire. Accecato dall’avidità e dalla sete di vendetta. O forse non lo è mai stato. Sto per rivelarvi una segreto che anche io ho scoperto da poco. Un segreto che riguarda il marchio.».

Chi involontariamente e chi no, tutti i presenti si toccarono la fenice che al momento del giuramento era stata impressa sulla loro pelle.

         «Ci è stato detto che questo marchio era magico, che creava un legame con Leo. Beh, lo sarebbe se solo Leo fosse in grado di usare la magia. Quello che abbiamo addosso è un semplice marchio, il suo vero potere? Il potere di tenerci legati a Leo? Basato su una bugia. Ci ha ingannati sin dall’inizio! E ora è tempo di prenderci quello che ci spetta, quello che ci è stato promesso. Da oggi questa organizzazione non si chiamerà più “La Fenice”, rompiamo le catene che ci legano a lui. E da uomini e donne liberi, ci chiameremo “La Brigata Fenix” perché nessuno è superiore agli altri, ma siamo tutti pari.».

Il tradimento si compiva sotto scroscianti applausi al discorso di Luc. Un discorso basato sulla verità del marchio, ma niente di più. Un discorso che preparava da anni, un tradimento che covava da anni e una sete di potere che aveva sapientemente celato a tutti.

La Brigata nasceva dalle ceneri della Fenice con una promessa di uguaglianza e libertà, ma ignara di essere nelle mani di quello che sarebbe diventato uno dei più spietati e crudeli criminali che l’intero continente avrebbe mai conosciuto.

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Il sole era basso nel cielo. La giornata volgeva al termine e un giovane uomo camminava sulla spiaggia. Nessuno conosceva la sua meta, nemmeno lui. Il suo nome era sconosciuto, così come vuota era la sua mente. Era completamente nudo e solo. Il fisico scolpito da centinaia di allenamenti e segnato dagli avvenimenti di un passato che non ricordava nemmeno. Una nuova cicatrice stava guarendo sul suo petto, una bruciatura come se qualcuno avesse coperto un antico marchio sulla sua pelle.

I capelli corvini e mossi avevano raggiunto ormai le spalle e la barba era folta e lunga. Le labbra screpolate e secche, così come lo stato della sua pelle mostravano che il suo vagare in quello stato durava da giorni. E avrebbe continuato a camminare se il destino non avesse fatto capolino sul suo tragitto.

A pochi metri dalla riva, parzialmente emerso dalla chiare acque del mare, si ergeva un scoglio di pietra scura su cui si poteva intravedere controsole una figura umana. L’uomo colpito dalle forme femminili si avvicinò. L’acqua saliva gradualmente lunga la sua gambe. Fino a che non fu a livello della vita. Era accanto allo scoglio e quello che poteva vedere era uno spettacolo raccapricciante.

La giovane figura sulla roccia era seduta e il suo bellissimo corpo stava lentamente diventando pietra. Le mani e le gambe erano già tramutate in roccia, così come il resto del corpo fino al collo. Il viso più bello che l’uomo poteva ricordare di aver visto, i lineamenti delicati, il naso piccolo e leggermente all’insù, gli occhi castani che lo fissavano e lo imploravano di salvarla. La bocca imbavagliata con della stoffa che le impediva di parlare. Una lacrima scese lungo la sua guancia abbronzata, non sarebbe morta da sola, anche se ormai era rassegnata che sarebbe morta.

L’uomo non disse nulla. Si limitò ad allungare una mano e la appoggiò sul ventre di pietra della donna. Il suo sguardo passò dal suo viso barbuto alla mano sul suo ventre per poi tornare a fissare i suoi occhi.

“Aiutami!”, diceva il suo sguardo.

L’uomo chiuse gli occhi e inspirò profondamente, come se in quel respiro si accumulasse tutta la concentrazione che poteva raccogliere. L’avanzare della pietrificazione si fermò all’improvviso e lentamente la pietra scura lasciava spazio alla pelle abbronzata della giovane.

Piano piano i nudi seni della ragazza tornarono a prendere i raggi solari con i suoi capezzoli inturgiditi dallo stress rivolti verso il cielo come a respirare nuovamente la libertà. Fu poi il turno del ventre piatto e della vita, un sedere sodo e ben fatto, un ciuffetto di pelo castano come i lunghi e lisci capelli torno a scuotersi sotto il soffio della brezza marina, le gambe slanciate e le braccia atletiche furono le ultime ad essere liberate dalla pietra.

Sul palmo della mano dell’uomo, oramai staccato dal ventre della giovane, c’era una sfera scura di luce che sparì nel momento in cui il giovane chiuse il pugno.

         «Grazie!».

Fu l’unica cosa che riuscì a dire la giovane tra le lacrime.

I due uscirono dall’acqua in silenzio e lei lo condusse ad una capanna in cime ad una collinetta proprio a ridosso della spiaggia.

Lì coricata sul letto si addormentò sfinita. Seguita poco tempo dopo dall’uomo stanco per l’importante sforzo magico.

Una chioma bionda spunta da sotto le coperte di seta bianche. Sento la sua bocca sul mio petto. Mi bacia. Scende lungo gli addominali. La sua lingua preme contro la mia pelle, così come le sue labbra.

         «Abbiamo risvegliato qualcuno qua sotto!».

Una voce dolce e al tempo stesso scherzosa.

La pressione umida delle sue labbra passa dai miei addominali al mio sesso duro. Lo bacio. Lo lecca.

         «Ti adoro!».

Sorrido.      

         «Anche io!».

Sento un calore umido avvolgere il mio sesso. La pressione della lingua. La mano delicata a sostenere le palle.

Il tempo passa senza che me ne renda conto. Non so da quanto si sta dedicando a me. Sento il piacere salire velocemente verso la punta del mio sesso e lo riverso in quella calda e umida bocca che così piacevolmente si è presa cura di me.

         «Leo…».

L’uomo aprì gli occhi di colpo. Era tornato nella casetta sulla collina. La giovane fissava la notevole erezione dell’uomo che si era addormentato ancora nudo la sera prima.

         «Non crederai che la tua ricompensa per avermi salvato sia il sesso, vero?!».

La ragazza lo guardava con aria di sfida. Il giovane non rispose.

         «Chiuderò un occhio alla luce di quello che mi hai fatto.».

La ragazza gli porse dei vecchi abiti da uomo, probabilmente del padre.

         «Mi chiamo Sky. E tu?».

         «Non lo so!».

         «Non sai come ti chiami?».

         «Non ricordo nulla. Il primo ricordo che ho è la tua sagoma su quello scoglio. Non so chi sono, non so da dove vengo, non so dove sono e non so cosa ci faccio qui.».

Lo sguardo spaesato del giovane convinse la Sky che non stava mentendo.

         «Nemmeno il tuo nome?».

         «Il mio nome?».

         «Sì, come ti chiami? Prova a sforzarti. Almeno il tuo nome.».

Fu all’incalzare di Sky che il giovane ricordò il sogno che stava facendo poco prima di essere svegliato. Non sapeva se quello fosse davvero il suo nome, ma tanto valeva usare quello.

         «Leo… mi chiamo Leo.».

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Continua l’affair

Posted by admin under Incontri Erotici on domenica Nov 20, 2022

Il giorno passa lentamente, solo l’ora scarsa che trascorro con Mario mi fa sentire viva come non mai.

Di questo ho paura, ciò significa che la mia vita è vuota, ma non mi posso “attaccare” al primo uomo, con cui faccio dell’ottimo sesso.

Gli uomini riescono a scindere bene il sesso dall’amore, ma per me è diverso, visto che non ho mai avuto storie di sesso e ancora peggio, non ho mai fatto del vero sesso, me ne rendo conto, adesso, alla mia età.

Mario non si è fatto problemi, anzi per dire la verità, non sapendo nulla di me, ma essendo solo attratto, mi ha trattato all’inizio, diciamolo, come una puttana e io ho risposto subito al suo ordine di succhiare, come se l’avessi sempre fatto.

Si vede che è quello, di cui ho bisogno, di liberare tutta la voglia di sesso che ho, che è veramente tantissima.

Mario non mi fa sentire brutta, ma come la più eccitante delle donne, quando lui, diciamocelo, è un bell’uomo che non avrebbe problemi a trovare donne molto più belle della sottoscritta.

Lo so, che la bellezza non significa che una a letto sia una tigre del materasso, però per un uomo conta molto.

Mario mi ha detto che l’eccito moltissimo e quando è a casa, evita per quanto possibile di pensare a me, sennò ha subito un’erezione e deve scappare in bagno per farsi una sega, come quando era adolescente.

Io gli ho detto che pensare a lui, mi fa bagnare, mi sembra un sogno diventato realtà, poter fare sesso, come ho sempre immaginato e che anche io mi debbo masturbare più spesso, di quanto faccia di solito.

Mio marito per ora, non si è accorto di nulla, è sempre distratto dalla televisione.

Finalmente, viene l’ora di andare a letto e mi sveglio alle quattro, sempre più pimpante e vado al capanno, dove trovo Mario, già spogliato, che si sta facendo una sega.

Mi dice che era da un’ora che ne aveva voglia e che lo mando fuori di testa dall’eccitazione.

Io non parlo, mi spoglio, mi accuccio e prendo in bocca il suo cazzo già duro, però non durissimo, come so può diventare, per cui mi adopero con la lingua, mentre lui grugnisce dal piacere.

Mi dice che sono diventata rapidamente una pompinara con i fiocchi, io mugolo dal piacere e continuo con il pompino, orgogliosa, dentro di me, per il complimento ricevuto.

Sì sono contenta di quanto mi ha detto, mentre quando ero più giovane ne sarei stata scandalizzata.

Io continuo il lavoro con la lingua e succhio, finché Mario mi avverte che sborrerà e sono investita da cinque potenti getti, che mi riempiono tutta la bocca e che faccio fatica a inghiottire.

Inghiottisco lentamente, ma ce la faccio, con Mario che mi dice che prova un piacere estremo a vedermi inghiottire, cosa che sua moglie non ha mai fatto.

Io gli ripeto che ho imparato adesso, anche se mi sembra di farlo da sempre.

Lui mi dice che si vede che adoro il cazzo e che evidentemente mi mancava molto, anche se il marito fa finta che tutto vada bene.

Io gli rispondo che è tutto vero, ma ora basta parlare, voglio che mi lecchi l’ano, mi fa provare un piacere particolare essere leccata lì.

Mi metto perciò appoggiata al tavolo e lui accucciato me lo lecca con passione, si sente che gli piace, gli piace anche perché io non posso fare a meno di godere senza alcuna remora.

Poi, mi mette un dito dentro, poi due, poi sento la cappella del suo cazzo che lentamente entra, finché entra tutto, con io che gemo e ho subito il primo orgasmo.

Mario mi dice che è orgoglioso che io goda così e si mette a sfondarmi il culo, con io che urlo selvaggiamente, finché lui mi sborra negli intestini.

Io gli dico che è stato sesso allo stato puro, che non credevo di essere una donna capace di ciò.

Lui mi dice che devo, almeno con lui, abbandonare le mie remore mentali nel sesso. Non c’è nulla di giusto e sbagliato, se le due persone sono consenzienti.

Io gli dico che sono consenziente, che non mi sono sentita né costretta né degradata dal fare ciò, anzi ho raggiunto l’apice del piacere.

Mario mi dice che con un’altra donna, anni fa, aveva fatto sesso anale, ma che con me è molto meglio, che non c’è paragone.

Io gli dico che è il primo con cui faccio sesso anale perciò per me, lui è il massimo.

Mario mi dice che mi vuole ancora, che ama la mia fica, mi sdraia sul tavolo e mi fa un cunniculung da manuale, con me che ho innumerevoli orgasmi.

Mario sembra sempre più infoiato dopo ogni mio orgasmo e anche io lo sono.

Poi, mi fa vedere il suo cazzo in erezione e mi penetra senza preservativo, ma io non gli dico nulla, voglio solo godere.

Il suo cazzo scivola agevolmente nella mia vagina, la riempie tutta, mi pompa con estrema abilità, passione, impeto, come mai ho provato in vita mia.

Finalmente raggiungo l’ennesimo orgasmo e Mario mi dice, che sono una porca di primo livello e i miei tanti orgasmi lo fanno letteralmente impazzire di desiderio.

Io gli rispondo che è lui a farmi impazzire con il suo cazzo e con la sua abilità nell’usarlo.

Lui mi pompa, io ho molti orgasmi e continua finché mi vede letteralmente sfinita e gli dico che non ce la faccio più, ma lui non si ferma prima di farmi raggiungere l’ultimo orgasmo, che mi squassa tutta, come mai mi è successo prima.

Mario mi dice che non ha mai visto un orgasmo del genere ed è orgoglioso che me l’abbia fatto raggiungere lui.

Io lo tiro giù e lo bacio in bocca con tutta la mia passione e con la lingua che esplora la sua bocca e che si attacca alla sua lingua.

Il bacio dura parecchio, finché Mario non si riscuote dicendo che è molto tardi e rischia che sua moglie non lo trovi, quando si sveglierà.

Ci lasciamo con un ultimo piccolo bacio, dandoci l’appuntamento per l’indomani mattina.

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Il primo incontro alla spiaggia nudista

Posted by admin under Incontri Erotici on sabato Nov 19, 2022

Oggi fanno ventitré mesi che non tocco la carne.

No a bistecche, salsicce, hamburger, spiedini, costine, polpette, e…fica.

Niente che deriva dagli animali: niente uova, niente latte, niente formaggio. 

Bruco l’erba, direte voi? Meglio brucare l’erba come le mucche anziché ucciderle, o  torturarle mungendole. Anche le povere galline, è vero che cagano ovunque, ma le uova servono per procreare e vanno fecondate dal gallo. Non devono certo finire nel tegamino.

Dovrei procreare anche io, ma sto aspettando la mia gallina. 

In effetti una bella ragazza da fecondare ce l’avrei, bisogna capire se è d’accordo. D’accordo al matrimonio. Una volta sposato potrei unirmi a lei.

Devo capire se è quella giusta. Solo allora, una volta uniti nel sacro vincolo del matrimonio, rispettando la proceduta cristiana, potremmo avere dei rapporti sessuali. Tutti tentativi atti alla procreazione, si intende.

Questo a molti di voi potrà sembrare illogico, ma io ne sono ostinatamente convinto. Le debolezze della carne vanno combattute con la determinazione e il sacrificio.

L’ho incontrata qualche giorno fa sulla spiaggia naturista. Bada bene, naturista non nudista. 

Le spiagge nudiste sono per quelli che vogliono menarsi il cazzo in pubblico. Le spiaggia naturiste, nella fattispecie i villaggi naturisti, altresì, sono luoghi abilitati e riconosciuti da statuti ufficiali, che permettono di svolgere attività in completa nudità a contatto con la natura, nella condizione umana. Scevri da ogni classificazione sociale. Nudi come siamo usciti dall’utero. 

Stava uscendo dall’acqua, abbronzata con i seni sodi e i capezzoli turgidi dal freddo. L’acqua le gocciolava dal petto fino a raggiungere, come un ruscello, una piccola stretta striscia di peli che si perdeva nel posto più buio del suo pube.

– Bel vestito! – le dico guardandola. Era completamente nuda a parte un braccialetto fatto di piccole conchiglie bianche che teneva legato alla caviglia. 

– Anche il tuo non è male! – mi risponde stando al gioco, indicando i miei occhiali da sole scuri. Unico accessorio che indosso. Oltre a proteggermi dal sole gli occhiali mi danno modo di guardare attentamente le parti del corpo di chi frequenta questa spiaggia.

Ci siamo conosciuti così. 

Poi mi ha invitato a sedere sotto il suo ombrellone. Ha tirato fuori dalla borsa della frutta fresca e me l’hai offerta. Melone e anguria tagliata in cubetti regolari e sistemata alla perfezione nel contenitore di plastica. Già mi piace questa femmina, deve essere una perfezionista.

Ci siamo dati appuntamento stasera per un post cena al diner bar del villaggio. Questa volta vestiti. 

Una centrifuga depurativa per me è un calice di vino per lei. 

Nonostante nel villaggio si possa stare liberamente nudi da quando si effettua il check-in fino a quando si riparte, questa sera è particolarmente fresco quindi abbiamo convenuto di vestirci con degli abiti leggeri.

Io indosso una camicia di puro lino naturale con tintura artigianale derivato dalla barbabietola rossa e dei pantaloni larghi color cachi rigorosamente senza intimo. 

Lei ha un vestito lungo di cotone con le bretelline, che lascia scoperta la schiena, quasi trasparente e nessun segno di slip. Anche lei non indossa intimo e i capezzoli ben visibili sotto la stoffa indicano che non ha nemmeno il reggiseno.

Parlando, ci siamo trovati d’accordo su molte cose, mentre su altre di meno, ma per tutta la serata abbiamo conversato amabilmente. 

Quando ad un tratto se ne esce quella domanda del tutto fuori luogo.

Note finali:

Puoi leggere questo ed altri racconti sul nostro BLOG
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Al cinema

Posted by admin under Incontri Erotici on mercoledì Nov 16, 2022

Avevamo promesso ai nostri amici che saremmo andati al cinema con loro questa sera, ma appena ti vedo uscire dal portone di casa, capisco, che non sono l’unico che vorrebbe fare tutt’altro.

Ti si messa una gonna corta a portafoglio e quella camicetta semitrasparente che mi manda fuori di testa, sopra hai uno spolverino che ora ti svolazza dietro come un mantello ma che se allacciato può nascondere in un attimo tutto questo spettacolo.

“Sei sicura che vuoi andare al cinema?!”

“L’ho promesso a Marta ci tocca andare!”

Lungo il tragitto in auto faccio scivolare la mano nella gonna e non stacco la mano dalla tua coscia nuda.

Tu fai lo stesso accarezzandomi da sopra i calzoni allargando appena le gambe.

“Dai solo qualche ora di pazienza!”

Mentre faccio manovra per parcheggiare tu sbuffi e ti allacci qualche bottone del soprabito, protesto ma non mi consideri proprio.

Davanti al cinema incontriamo il resto del gruppo, i soliti amici, le solite chiacchiere, i soliti ritardatari, facciamo i biglietti ed entriamo.

Noi due finiamo nella fila dietro i nostri amici, poco male staremo più tranquilli, non si accorgono neppure di come sei vestita quando togli la giacca e la appoggi sulla poltroncina affianco a te.

Si spengono le luci ed inizia il film, ho fatto attenzione a mettermi alla tua sinistra in modo di aver libero accesso alla gonna, allungo subito le mani, ma vengo interrotto da te che mi passi la giacca, qualcuno ti si è seduto alla tua destra, va beh la metto dalla mia parte, ma uffa proprio qua si doveva mettere? Ora mi tocca fare il bravo.

Ma chi ci riesce? Ho il braccio sulle tue spalle e con la mano ti accarezzo distrattamente il collo, ti piace, appoggi la testa alla mia spalla e mugugni piano, prendo coraggio e lascio la mia mano esplorare il tuo fantastico decolletè nel farlo apro “per sbaglio” un paio di bottoni, controlli, nulla di esagerato, siamo comunque al di sopra del bordo di quel reggiseno che sto costeggiando con le dita.

Mi appoggi una mano su una coscia e mi accarezzi piano, mentre io infilo le dita sotto quel pizzo leggero fino a prendere nella mano il tuo seno perfetto per la mia manona, mi stringi la coscia e sali più su fino a sentire la mia erezione.

Butto un occhio al tuo vicino, nel buio mi sembra che stia guardando il film, senza accorgersi di nulla, sembra abbia una tuta scura, barba e capelli un po’ lunghi ed arruffati, un paio di occhiali che riflettono il film impedendomi di vedere gli occhi.

Mi prendi la mano libera e me la appoggi sulle tua gambe mentre mi strizzi l’uccello da sopra i calzoni, ho capito il messaggio e faccio sparire la mia mano nella piega della gonna a portafoglio.

Arrivo subito alla carne calda della tua coscia senza che la tua gonna si apra, ma man mano che risalgo verso le tue mutandine tu allarghi sempre di più le gambe e la gonna si apre scoprendone una interamente.

Guardo il vicino, adesso non può essersi accorto di nulla, sei a gambe larghe e con un ginocchio sei arrivata a toccare il suo, visto che anche lui è a gambe larghe.

Nel buio non riesco a vederlo bene, ma la tua coscia chiara che esce dalla gonna si vede benissimo.

Sento le tue mutandine fradice ed inizio a giocarci passandoci sopra le dita, spingendo, tirando. Mi abbassi la cerniera dei calzoni e fai sparire la tua mano all’interno, mi muovo un po’ per facilitarti il compito fino a che il mio uccello non è saldamente nella tua mano. Vedo che anche il nostro vicino si agita un po’, avrà visto che succede? Poi torno a dedicarmi a te, finalmente ti sposto quel pezzettino di stoffa umido e faccio sparire un dito dentro di te, mentre con l’altra mano ti stringo con forza il seno, ti lasci sfuggire un gemito.

Guardo il vicino e durante una scena del film particolarmente luminosa noto un rigonfiamento sospetto nei pantaloni della sua tuta, ha sicuramente una mano nei pantaloni,  ma mi distraggo subito perché tu mi hai tirato fuori dai calzoni l’uccello e me lo stai segando apertamente.

Mi guardo attorno allarmato, i nostri amici da davanti non possono vedere che succede e a parte il nostro vicino non c’è praticamente nessuno attorno a noi, quindi lui non si è seduto qua per caso, lo riguardo, ora il rigonfiamento della sua tuta si sta muovendo allo stesso ritmo della tua sega, allo stesso ritmo del ditalino che ti sto facendo, stai dando tu  il ritmo, la tua mano sale sul mio uccello la mano sul suo uccello sale le mie dita affondano in te, la tua mano scende e la mano sul suo uccello scende le mie dita escono da te, perfettamente sincronizzati. Aumenti il ritmo sul mio uccello, aumenta il ritmo sul suo uccello aumenta il ritmo delle mie dita, aumenti sempre di più, quando sento che stai per venire sfilo la mano che stava nel tuo seno e te la metto sulla bocca per coprire ogni suono, nel farlo faccio uscire completamente il tuo seno ed un altro paio di bottoni della camicetta si aprono, vieni mordendomi la mano e spingendo il bacino contro le mie dita allargando le gambe più che puoi.

Vedo il nostro amico agitarsi ed inarcarsi per poi ricadere sulla poltroncina, deve essere venuto pure lui.

Ti giri verso di me ti lanci con la bocca sul mio uccello, ti esplodo subito in gola tutto quello che ho, mandi giù tutto per non sporcarci e in pochi secondi sei tornata al tuo posto.

Ci guardiamo le ultime scene del film tutti e tre spaparanzati, spossati con un sorrisino sulle labbra. Tu sei bellissima con i capelli scarmigliati, le guance rosse, la mano destra davanti alle labbra, la lingua che guizza tra le dita a pulirle, la camicia quasi tutta aperta un seno fuori dal reggiseno che invece disegna di pizzo l’altro, le gambe aperte hanno fatto risalire la gonna e le tue cosce sono del tutto esposte, ti accorgi all’ultimo dei titoli di coda ma fai in tempo a sistemare il reggiseno, a chiudere buona parte dei bottoni della camicia e a metterti composta.

Quando si riaccendono le luci il nostro compagno di giochi si è spostato di un paio di posti,

I nostri amici si voltano verso di noi:

“Piaciuto?”

“Sì bellissimo”

“Ma non fanno più l’intervallo nei film?”

“Per fortuna no!”. Scoppiamo a ridere.

Mentre ci stiamo rimettendo le giacche noto che sei ancora sporca sulle labbra, mi avvicino e ti bacio pulendoti per bene, mi prendi per mano ed usciamo dalla sala ridendo con gli altri.

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