Io e Veronica con il “padrone” Orlando

Posted by admin under Incontri Erotici on martedì Feb 28, 2023

Arrivata a casa, telefono a Orlando per dirgli che il giorno successivo non ci possiamo vedere, lui mi chiede cosa sia successo e io gli mento dicendogli che mio marito ha il giorno libero.

Lui mi chiede con calore quando possiamo rivederci e io gli rispondo che non lo so perché mi sento in colpa per aver tradito mio marito.

Orlando mi dice che non ci crede, che sono una troia che desidera moltissimo il cazzo.

Io non so che fare, sono alle strette, così gli racconto cosa è accaduto nell’ambulatorio.

Mi dice che quel dottore è stato proprio uno stronzo, ma che possiamo vederci senza fare l’anale.

Io gli rispondo che non ne ho voglia e che per qualche giorno, vorrei stare tranquilla a casa mia da sola.

Lui mi dice che appena mi passa, vuole rivedermi.

Io rispondo di sì, ma lo avverto che non so quanto tempo ci vorrà.

Mi dice che vuole rivedermi e io gli rispondo che gli telefonerò al più presto.

Vado a farmi la doccia per scacciare la sensazione di sporcizia che mi ha lasciato il dottor Ferretti.

Per fortuna Veronica, mi ha dato l’unguento per il buchino, me lo do e aspetto che asciughi.

E’ quasi ora di cena, mi debbo sbrigare a farla.

Non ne ho voglia, sono stanca, mi limiterò a cuocere delle bistecche di maiale e a fare una rapida insalata.

Mio marito è strano, mi bacia, cerca il contatto fisico, mi dice che vuole fare l’amore, io gli rispondo che sono stanca e che sa che preferisco farlo alla mattina.

Lui mi dice che lo faremo il giorno dopo, io rispondo di sì, sperando che se ne dimentichi.

Mangiamo, mi metto a dormire sul divano e resto li fino alla mattina successiva perché non voglio alcun contatto con lui.

Il giorno dopo lui si sveglia speranzoso di fare sesso, ma gli dico che ho un tremendo mal di testa, cosa per altro vera.

Lui ci rimane male, ma gli faccio vedere che non riesco a stare in piedi e l’unica cosa che voglio è stare sdraiata sul divano a occhi chiusi.

Dopo che se ne è andato, mi alzo con fatica per fare il minimo indispensabile in casa.

Mi rimetto sul divano e ricevo la telefonata di Veronica che mi dice se voglio venire l’ambulatorio dove troverò lei con un’amica dolcissima e bellissima.

Io le rispondo che ho mal di testa e le chiedo un po’ arrabbiata quante amiche abbia.

Lei mi dice che non le ha contate, che l’importante per lei, è vivere e godere al massimo.

Io le ribadisco che mi sente la testa, lei si mostra dispiaciuta e mi dice che mi ritelefonerà stasera per sapere come è andata la giornata.

Io le rispondo che è meglio che la chiami io prima che torni mio marito dal lavoro.

Lei mi dice che va bene e chiudiamo la chiamata.

Mio marito mi chiama che non torna per pranzo e io penso tanto meglio, così potrò mangiare affettati e formaggi, senza dover cucinare.

All’ora di pranzo, mangio cosa avevo pensato.

Prima di fare la cena, telefono a Veronica e le dico che ho trascorso una giornata tranquilla davanti alla televisione.

Lei dice che dentro di me alberga una pensionata e io le rispondo che può essere vero, visto che mio marito è un pensionato dentro, anche se lavora.

Chiudo la chiamata appena in tempo, visto che sento il cancello che si apre, è mio marito che è tornato prima del previsto.

Mi chiede con chi parlavo e io come se nulla fosse, gli dico che era una televendita, che non so perché abbia risposto, visto che di solito blocco il numero.

Lui sembra crederci, preparo rapidamente cena, mangiamo, io mi addormento sul divano, lui va a letto.

La mattina dopo, mio marito ha voglia, ha già il cazzo in erezione e non posso tirarmi indietro.

Facciamo l’amore come sempre, stessi gesti, in maniera noiosa, non passionale.

Io sono stufa, mio marito come sempre, ad un certo punto, mi chiede se abbia voglia.

Io mi arrabbio, gli dico perché mi deve dire così, io avrei voglia e finalmente gli dico, che vorrei altri gesti e più passione.

Non gli dico che vorrei un altro cazzo sennò la cosa degenererebbe.

Finiamo di fare l’amore, lui fa colazione e va al lavoro.

Io sono contenta che se ne vada e sono triste per come è andata.

Ho bisogno di sesso arrapante, di godere, chiamo Veronica, le spiego la situazione e mi dice che possiamo vederci all’appartamento di fronte all’ambulatorio alle 13:30.

Le domando se ci sarà anche un’altra persona, lei mi risponde che sarà una sorpresa.

La mattina trascorre velocemente nell’attesa del momento, in cui finalmente vedrò Veronica.

Mi metto un completino sexy, lo smalto alle unghie, un rossetto rosso fuoco che ho comprato per l’occasione e un nuovo profumo.

Vado, mi apre Veronica vestita con un vestito molto sexy, con una profonda scollatura che valorizza il suo seno.

Dietro di lei, c’è Orlando, noi rimaniamo un attimo imbarazzati. Veronica ci chiede se ci conosciamo e noi rispondiamo che ci conosciamo molto bene, lasciando intendere che abbiamo già fatto sesso.

Veronica si dice felice della situazione, così non ci saranno imbarazzi.

Orlando poi sa già che non deve trombarmi il culo.

Mi chiede in maniera premurosa se sto bene e io rispondo che sto meglio ora che li vedo entrambi.

Chiedo se Bianca sia al corrente della situazione e Orlando mi risponde che sono una coppia aperta.

Lei ha le sue amiche e anche lui e alle volte queste amiche coincidono.

Ci spogliamo tutti e tre rapidamente.

Orlando mi dice che vuole baciarmi e lo fa in maniera appassionata mentre Veronica ci abbraccia entrambi e ci bacia sulla bocca.

Lei scende dalla mia bocca al mio seno e si mette a succhiare i capezzoli.

Orlando va dietro a Veronica, si mette ad accarezzarle il culo, le dice che è bellissimo, che lo vuole, lei gli risponde che non è ancora abbastanza “calda”.

Lui mi ordina di leccare la fica a Veronica quindi ci sdraiamo sul letto, lei a gambe larghe e io che ficco il viso sulla sua fica leccando come una forsennata.

A Veronica scappano dei gemiti e io sono contenta perché glieli procuro io.

Mi bagno un po’ a dire la verità, poi sul letto ci si mette Orlando che finora era in piedi a guardarci e a menarsi il cazzo.

Dice a Veronica di mettersi alla pecorina e io sdraiata da sotto devo continuare a leccarle la fica.

Lui chiede a Veronica se è pronta per il suo cazzo, lei gli dà un unguento, lui lo spalma, poi entra in maniera rapida nel suo culo, lei grida, ma si è eccitata dati i succhi che mi appresto a succhiare.

Lui si muove, lei geme, a me viene voglia di masturbarmi e muovo la mano sinistra per farlo.

Orlando mi vede, mi comanda di non farlo e di continuare a leccare Veronica.

Io gli dico che non mi va di essere comandata, che non capisco perché oggi voglia fare il padrone.

Lui mi dice che è Veronica che vuole così oggi e gli dico che lei non me l’aveva detto.

Continuo a leccare la fica di Veronica, mentre lei grida dal piacere che le dà il cazzo di Orlando nel suo culo.

Lui le sborra dentro e mi ordina di leccarla, io vado a farlo, sono contenta, mi piace la sborra.

Sento le mani di Orlando sul mio corpo, si soffermano sui seni, che impasta, tocca i capezzoli duri e dritti.

Mi dice: “Sei una maiala.”

Io gli rispondo: “Tu sei un porco.”

Lui mi dice: “Per me porco è un complimento, anche tu devi prendere maiala come un complimento e non come un insulto.”

Io gli dico: “E’ difficile visto che voi uomini dite maiala come un insulto, come qualcosa che ci degrada.”

Orlando risponde: “Io non sono come tutti gli uomini e dovresti saperlo bene.”

Veronica sta zitta e ci dice di smetterla, non siamo lì per disquisire sulla parola maiala, ma per fare sesso sporco, per divertirci come non mai.

Io finisco di leccare, Orlando mi sdraia sul letto, il suo cazzo è ancora eretto e si infila nella mia fica con colpi vigorosi, facendomi godere come non mai.

Ordina a Veronica di succhiarmi i capezzoli, lei lo fa volentieri e mi dice che sono meravigliosi.

Poi dice a Veronica: “Sdraiati accanto ad Azzurra e baciatevi come due porche, parlate e decidete chi debbo continuare a trombare”:

Io dico a Veronica: “Voglio che Orlando continui con la tua fica.”

Lei ribatte: “Ti ha trombato poco, è meglio che continui con te.”

Orlando quindi continua a trombarmi mentre Veronica mi bacia in bocca.

Ad un certo punto, lui vorrebbe passare al culo, io gli grido: “No.”

Lui si spazientisce e dice: “Scusa me l’ero dimenticato, è solo che nella foga del momento, entrare nel tuo culo, sarebbe stato meraviglioso. Allora entrerò nella tua bocca, su cui hai messo un rossetto da puttana.”

Lui scosta Veronica, io alzo il mio viso e lui mi entra col cazzo in bocca e inizia a scoparmela.

Io gli dico che vorrei succhiarlo, ma lui ribatte di lasciarlo fare, che ha voglia di dominarmi, che oggi gli va così.

Orlando continua a sbattermelo in bocca, fino alla gola, io resisto quanto più posso, ma poi mi sento soffocare, glielo faccio capire, lui mi dà modo di respirare un po’, poi lo rimette ancora e ancora fino alla gola finché senza tanti complimenti mi sborra li.

Sono costretta a ingoiare e gli dico che è stato uno stronzo perché mi poteva avvertire.

Lui nel ruolo dello stronzo dominatore mi dice: “Io non ti devo avvertire perché tu sei la mia schiava e la schiava deve fare tutto ciò che dà piacere al padrone.”

Io gli rispondo: “Questo gioco non mi è piaciuto e non so se lo voglio più fare. Mi è piaciuto fare sesso con te a casa mia- Oggi mi sembri un’altra persona.”

Veronica mi dice: “Sono io che ho voluto che agisse così perché tutti possiamo essere persone differenti dal solito, anche tuo marito.”

Io le rispondo che per mio marito non c’è speranza alcuna, che si comporti in modo differente a letto.

Orlando mi dice: “Dovresti lasciarlo.”

Io gli rispondo: “Ho paura e non sono affari tuoi.”

Lui mi dice: “Scusa di averti turbato con il mio comportamento, ma Veronica mi ha detto che eri d’accordo. Se avessi saputo che non sapevi, non avrei fatto il padrone.”

Dico a Veronica: “Sei una stronza e non ti voglio più vedere. Me ne sarei dovuta già andare quando lui mi ha detto che eri stata tu a volere che lui agisse da padrone.”

Lei mi risponde: ”Azzurra scusami oggi mi andava così e le mie amiche si sono sempre divertite molto con Orlando come padrone.”

Io le rispondo che non siamo tutte uguali.

Mi vesto rapidamente e me ne vado profondamente turbata e arrabbiata con Veronica. Non so se voglio rivedere sia lei che Orlando.

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Doppio bacio

Posted by admin under Incontri Erotici on lunedì Feb 27, 2023

Rientrammo in casa tardi dopo una serata in un ristorante per una festa organizzata dall’azienda dove lavorava mia moglie. Lei indossava un vestito che arrivava appena sopra al ginocchio e che le fasciava quel corpo da quarantenne in gran forma che aveva. Era bellissima. Aveva i capelli raccolti anche se ora un po’ spettinati dopo la serata in cui aveva anche un po’ ballato. Era un po’ ubriaca. Io invece mi ero contenuto nel bere dovendo poi guidare fino a casa. Salimmo le scale con lei scalza e le scarpe col tacco in mano, altrimenti non ce l’avrebbe fatta dopo tutte quelle ore su quei tacchi altissimi.

Ci preparammo velocemente per andare a letto e appena stesi, nudi come sempre, lei scivolò su di me. Insinuò una gamba fra le mie, appoggiò la testa sulla mia spalla e un braccio sul mio petto. Poi scese con la mano e cercò il mio cazzo, anzi si soffermò più sulle mie palle, massaggiandole e giocandoci con le dita mentre il mio cazzo si induriva del tutto.

“Sono eccitata.” mi sussurrò nell’orecchio.

“Lo so.” risposi.

“Come lo sai?”

“L’ho visto, ti conosco. Me ne accorgo subito quando sei così. Ti ho osservato questa sera.”

“Ah sì? Quindi secondo te ero eccitata anche prima di venire qui a letto con te?”

“Sì.”

“E sai anche perché sono eccitata?”

“Sì, perché non hai fatto altro che farti ammirare tutta la sera, hai attirato gli sguardi di tanti uomini, quelli invidiosi delle loro mogli, e hai flirtato con chiunque ti rivolgesse la parola.”

“Davvero? Ti sei accorto di uomini che ci hanno provato con me?”

“Sì.”

“E perché non li hai fermati? Perché non sei intervenuto?” queste domande le accompagnò con un movimento della mano verso il basso, le sue dita smisero di giocare con le mie palle e cominciarono a sfiorarmi la zona tra quelle e l’ano, andando anche a stimolarlo un po’.

“Lo sai perché.” le risposi.

“Sì, ma voglio sentirtelo dire.”

Lasciai andare un gemito, per come mi stava provocando mentalmente e fisicamente col dito che premeva per infilarsi nel mio culo.

“Perché mi piace quando ti fai corteggiare da altri uomini, mi piace vedere quanto piaci e quanto li ecciti…”

“Solo questo?”

“E anche sapere che anche tu ti ecciti a provocarli.”

“Sei un porco…” mi sussurrò mentre il suo dito medio andava in cerca della mia prostata. “Quindi ti piace se tua moglie fa un po’ la puttana con altri?”

“Sì… ma…”

“Ma cosa?”

“Ma tanto lo so che gliela fai solo annusare… poveretti, pensano che tu sia una che ci sta e poi li mandi in bianco…”

“Ah sì? Come sai che non potrei concedermi a uno di loro?”

“Perché finora hai sempre fatto così, li illudi, li provochi, con qualcuno ci sei anche uscita a cena e poi niente…”

“Forse perché finora nessuno mi ha intrigato abbastanza, nessuno mi ha fatto una qualche proposta interessante…”

Mia moglie insinuò la lingua nel mio orecchio mentre la sua mano aveva abbandonato la zona del mio ano e ora afferrava con forza il mio cazzo durissimo.

“Finora… fino a stasera…” aggiunse poco dopo.

“Cosa vuoi dire?”

“Non ti sei accorto di nulla? Allora non mi stavi guardando con attenzione.”

“Di cosa mi sarei dovuto accorgere?”

Non mi rispose. Proseguì con la lingua nell’orecchio, poi a momenti baci sul collo o sulla spalla, e con la mano attorno al mio cazzo.

“Stasera ho ricevuto una proposta intrigante…” disse dopo un po’.

“Che proposta?” chiesi io super curioso.

“Non mi hai visto mentre parlavo con quei due?”

“Quei due quali?”

“Ma dove stavi guardando? Stavi guardando un’altra?” mi chiese stringendo minacciosamente il mio cazzo con un tono di gelosia abbastanza fuori luogo vista la conversazione che stavamo avendo.

“Chi erano?”

“Non importa chi erano…”

“E cosa importa, allora?”

“Non ti chiedi come mai io sia così eccitata stasera?”

“Te l’ho detto, perché hai flirtato tutta sera e perché sei un po’ troppo ubriaca…”

“No, non è per questo… è perché mi è successa una cosa che finora non mi era mai capitata…”

“Cosa?”

“Essere corteggiata da due uomini.”

“Ma che dici? Non è certo la prima sera che con te ci prova in più di uno.”

“Sì, ma non insieme.”

“Cioè ci stavano provando nello stesso momento, in pratica lottando fra loro per catturare la tua attenzione e fare su di te una impressione migliore dell’altro?”

“No. Non così.”

“E come allora?”

“Ci stavamo provando insieme, collaborando fra loro.”

“In che senso?”

“Non lo hai capito? Volevano fare una cosa a tre.”

“Ma cosa dici? Come possono due avvicinare una donna, così, e pensare che lei sia disponibile per una cosa del genere? Ma li conoscevi già?”

“Un po’ sì. Colleghi con cui ho avuto a che fare qualche volta.”

“E tu hai fatto capire loro che ci potevi stare?”

“Credo di sì…”

“E… e tu ci potresti stare veramente?”

Mia moglie si tirò su. Si sedette sulle mie cosce e usò entrambe le mani sul mio cazzo. Anzi una attorno al cazzo e con l’altra tornò a giocare col mio ano. Mi fissò negli occhi. Sembrava assatanata.

“Secondo te?” mi chiese mentre dava una stretta al cazzo e infilava due dita dietro.

Io non capii più niente… e cominciai a schizzare ed avere convulsioni inondandomi la pancia di sborra. Mia moglie ridacchiò soddisfatta per la reazione che era riuscita ad ottenere. Poi quando io mi calmai iniziò a masturbarsi senza mai togliere il suo sguardo dal mio. Giocava col suo clitoride con una mano, mentre l’altra l’aveva portata dietro di sé. Non la vedevo ma era chiaro che stesse stimolandosi anche l’ano.

“Due uomini tutti per me… io tutta per due uomini… lo sai che è il mio sogno erotico…”

“Lo so ma… non l’hai mai voluto fare…”

“Te l’ho già detto: è una cosa che mi ispira ma… non insieme a mio marito… è una cosa così da puttana… non posso essere così puttana insieme a mio marito…”

“Sì che puoi…” mormorai mentre il mio cazzo stava già riprendendo vigore nell’assistere allo spettacolo di mia moglie che si masturbava e nel sentire le porcate che pronunciava.

“Forse posso… ma prima voglio farlo con due senza di te… e quei due mi sembrano giusti, mi sembrano saperci fare, lo hanno già fatto…”

“Davvero? Te l’hanno detto?”

“Sì, per convincermi…”

“E ti hanno convinto?”

“Forse sì…”

“Ma sapevano che eri lì con tuo marito?”

“Non lo so… forse avranno visto dopo che sono andata via con te.”

“Dunque ho fatto la figura del cornuto, del marito ignaro di una moglie così puttana da attirare due che vogliono scoparsela insieme e lei sembra anche starci…”

“Ti dispiace?”

Non risposi. Lei guardò il mio cazzo. Era di nuovo durissimo.

“Direi di no…” ridacchiò poco prima di giungere anche lei ad un orgasmo che le sconquassò il corpo.

Crollò su di me mentre ancora si agitava per le scariche di piacere che la attraversavano. La aiutai a prolungarlo portando le mie mani sul suo culo e cercando con le dita il buchetto che lei nel cadere su di me aveva lasciato orfano.

————-

“Davvero lo stai facendo?” le chiesi mentre ero appoggiato allo stipite della porta del bagno. Mia moglie era piegata verso lo specchio, stava truccandosi gli occhi. Per il resto era ancora svestita a parte un paio di autoreggenti intonate alle mutande e al reggiseno.

Si girò verso di me sorridendomi, con la matita per il trucco in una mano.

“Sì, ma tranquillo, stasera non succederà niente. Voglio solo gustarmi per un po’ questi due maschi che le provano tutte per convincere una femmina a farsi scopare da loro.”

“Cazzo…” bofonchiai sistemandomi meglio il cazzo nelle mutande dopo aver sentito mia moglie parlare in quel modo. “Quindi anche questa volta gliela farai solo annusare? In realtà la tua è la solita fantasia? Non finirai veramente a letto con loro.”

Tornò a guardarsi allo specchio per rifinire la riga sopra all’occhio.

“Mi riferivo a stasera. Stasera li provocherò e basta. Ma credo proprio che prima o poi lo farò con loro.”

Lo disse con tono neutro, come se mi stesse parlando di normali attività di cui qualsiasi moglie parla col marito. Invece mi stava parlando del fare sesso in tre con due conoscenti. E si può dire che fossi stato io a spingerla a farlo, incitandola ad usare le sue arti seduttorie in ogni occasione possibile, perché mi eccitava pensarla così desiderata e pensare che lei desiderasse fare sesso con altri. L’avevo fatto pensando che alla fine non l’avrebbe mai fatto? In realtà non lo so. C’era in me una certa sicurezza nel sapere che lei avrebbe difficilmente trovato qualcuno che la intrigasse fino a quel punto. Però mi eccitavo anche all’idea che alla fine mi avrebbe tradito. Quindi in me c’era un conflitto il cui vincitore di solito era determinato da quanto il mio cazzo fosse duro. In quel momento lo era tantissimo. Mia moglie stava per uscire, vestita sexy, con due uomini che la volevano scopare. Ma non avrebbe scopato. Almeno per quella sera.

Quando indossò i tacchi alti e il vestito che la copriva fino ad appena sotto all’elastico delle autoreggenti il mio desiderio virò decisamente verso la prospettiva reale che si facesse veramente scopare da quei due. E capii che il messaggio che avrebbe lanciato loro era quello e che loro avrebbero passato la serata col cazzo duro come il mio.

————-

“Allora?” guardavo mia moglie che appena rientrata in casa si era quasi stesa sul divano, con aria stanca e maliziosa.

“Allora cosa?” fece la finta tonta.

“Non mi vuoi dire cosa hai fatto stasera?”

“No…” mormorò roteando gli occhi e portandosi un dito alla bocca sorridente.

“E cosa vuoi fare allora?” le risposi un po’ stizzito.

“Voglio… che mi scopi.” rispose dopo una pausa ad effetto.

“Vuoi che ti scopi? Quindi stasera non hai fatto niente, non ti sei tolta nessuna voglia?” chiesi con un misto di speranza e delusione.

“Oppure… lo sai, si dice che più lo si fa più se ne ha voglia, no?”

“Smettila, troia. Dimmi cosa hai fatto.” dissi seccamente.

“Scoprilo da solo…” mi rispose allargando in quel momento le gambe. Sotto la gonna cortissima scorsi la sua fica nuda. Non era uscita senza mutande quella sera. Se le era tolte ad un certo punto, ma quando? Quando era con loro o poco prima di rientrare per provocarmi?

Mi chinai sentendomi totalmente in suo controllo e mi avvicinai molto titubante. Timoroso di avere risposte non gradite, pur non sapendo bene quali fossero quelle gradite e quelle no. Lei si posizionò in modo da offrirmi totalmente alla mia vista la sua fica nuda.

“Allora? Ti sembra una fica usata questa?”

Mi avvicinai per esaminarla da vicino. Era rossa, aperta, lucida.

“Sicuramente è una fica eccitata…” risposi.

“Prova ad annusarla…” mi disse usando un piede per spingermi dalla nuca in modo che mi avvicinassi ancora di più. “Senti qualche odore strano?”

“Sento…” bofonchiai mentre il mio naso si immergeva tra le sue labbra.

“Senti odore di fica scopata? Senti odore di preservativi? Oppure… ti sembra di sentire addirittura odore di sborra?”

Non ero in grado di percepire nulla. Sentivo tutti gli odori e nessuno. Volevo sentirli e non volevo sentirli.

“Allora?” insistette lei premendomi ancora di più la faccia contro il suo sesso.

“No… non lo so… non mi sembra… non riesco a capire…”

“Ah no? Forse assaggiando potresti capirlo… prova con la lingua…” io iniziai ubbidiente a leccare. “Oppure puoi provare a controllare l’altro buco, magari da quello capisci.”

Io mi staccai un attimo e la guardai negli occhi. Speravo di capirlo da quello, ma nei suoi occhi vidi solo la lussuria che però non sapevo che origine avesse, se una serata di sesso o se la provocazione al suo uomo.

Mi riabbassai e le sollevai le gambe per poterle scrutare per bene il suo buco del culo. Sembrava il solito buchetto. Stretto e in ordine. Non sembrava arrossato, non sembrava usato da poco. Ma non potevo esserne sicuro. Lo odorai e profumava. Lo leccai. Sembrava un buco vergine, solo riguardo a quella sera, ovviamente.

“Secondo me non hai scopato stasera.” dissi quasi trionfante, per nascondere una latente delusione.

“Ah no?” mi chiese lei facendomi venire subito qualche dubbio. “Magari se non lo capisci tu potrebbe riuscire a capirlo il tuo cazzo.”

Colsi il suggerimento e mi posizionai col mio cazzo che era già bello duro e pronto.

“Potrei infilartelo qui.” dissi appoggiando la punta sul suo ano. “Senza tanta preparazione. Se entra facile vuol dire che questo buco stasera è già stato ammorbidito.”

“E se invece no? Mi farai male.” mi provocò lei.

“Sì, ti farò male e sarebbe una giusta punizione.” le risposi crudelmente.

“Punizione?” chiese lei stupita.

“Sì…” dissi io capendo però che in un certo senso mi ero tradito, mi ero incastrato da solo.

“Ah, è così tu vorresti punire la tua mogliettina perché NON si è fatta scopare, e non il contrario… interessante.”

“Zitta, troia.” le dissi non sapendo come controbattere. E iniziai a spingere. Ed entrai. Senza troppa resistenza. Quasi come se quel buco fosse già bello pronto.

“Allora?” mi chiese lei quando il mio cazzo era ormai entrato tutto.

“Allora cosa?”

“Ti sembra un culo usato di fresco? O ti sembra che io mi stia lamentando del male che mi fai?”

Non sapevo cosa rispondere. Avevo sensazioni contrastanti. Ero sicuro che non si fosse fatta scopare. Anche se… le mie certezze vacillavano, forse spinte anche dai miei veri desideri perversi.

“Forse non hai considerato una terza ipotesi.” mi disse lei nell’orecchio mentre io la scopavo nel culo.

“Cioè?”

“Cioè che hai una moglie così troia che lo prende in culo come niente, perché già troppo eccitata per quello che ha fatto e che non ha fatto.”

“E cosa hai fatto che ti ha eccitato così tanto?”

“Prima ti dico cosa non ho fatto. Non ho scopato. Nessun cazzo ha neanche sfiorato la mia fica o il mio culo. Neanche la mia mano o la mia bocca.”

“E allora cosa hai fatto di così eccitante?”

“Mi sono fatta corteggiare da due uomini allupati tutta la sera, facendomi dire tutto quello che avrebbero voluto farmi…”

“Tutto qua?”

“No…”

“E cos’altro allora?”

Ansimò e mugolo prima di riprendere a parlarmi. Sentii l’ano pulsare attorno al mio cazzo mentre lei aveva un orgasmo, indotto forse dal ricordo di quello che stava per raccontarmi.

“Eravamo in un locale. Io in mezzo e loro uno da una parte e uno dall’altra. Non passavamo inosservati, forse grazie anche a come ero vestita. Parlavamo. Flirtavamo. Era abbastanza evidente. Ma ad un certo punto ho fatto una cosa che avrà tolto il dubbio a chiunque ci stesse guardando.”

“Che cosa? Che dubbio?”

“Il dubbio di cosa ci facesse una donna in mezzo a due uomini. Quali fossero le mie intenzioni. Se stavo con uno o con l’altro. Se mi piaceva uno o l’altro.”

“E quindi? Cosa hai fatto?” chiesi con impazienza, volevo che me lo dicesse prima di arrivare io stesso all’orgasmo.

“Mi sono girata alla mia destra e mi sono chinata verso uno di loro. L’ho baciato. L’ho limonato con passione per tanti, lunghissimi secondi. Poi mi sono girata dall’altra parte e ho fatto lo stesso col secondo. Mi hanno visto tutti. Hanno capito tutti che ero così troia da volermeli fare entrambi. Ho avuto un orgasmo in quel momento. Pensando a quanto dovessi sembrare troia. Ho pensato anche a te.”

“A me?”

“Sì, avrei voluto che tu ci fossi per vedere quella scena. Poi siamo usciti e sicuramente tutti hanno pensato che stessi andando a farmi scopare da loro due. Ho goduto anche lì, mentre camminavo fuori.”

“Probabilmente lo pensavano anche loro. E invece non lo hai fatto. Perché? Ci saranno rimasti male.”

“No, lo sapevano già. Avevo messo le cose in chiaro. Che questa sera non l’avremmo fatto.”

“Hai specificato QUESTA sera?”

“Sì.”

“Quindi lo farai?”

“Secondo te?”

Le risposi sborrandole nel culo tutta la mia voglia che quel gioco perverso continuasse e tutta la mia felicità che lei lo stesso conducendo così bene e anche senza affrettare i tempi. Rendeva il tutto ancora più desiderabile.

Mentre venivo mi allungai per arrivare a baciarla in bocca, con passione, come aveva fatto con quegli altri due. Era un ulteriore modo per farle capire che apprezzavo le sue mosse. E quando le nostre lingue si intrecciarono sentii gli spasmi di un altro orgasmo che le pervadevano il corpo, dalla testa al culo.

Note finali:

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Un’esperienza negativa nell’ambulatorio di Veronica

Posted by admin under Incontri Erotici on domenica Feb 26, 2023

La cena viene consumata in silenzio, io resto a dormire sul divano, mio marito va in camera e la mattina successiva consumiamo una colazione altrettanto in silenzio.

Mio marito và al lavoro e mi dice che ci rivedremo a sera poiché a pranzo non può venire.

Io gli dico che va bene e penso di telefonare a Orlando e chiedergli se si possa andare nell’appartamento del suo amico nel pomeriggio.

Lui mi risponde che ha un impegno improrogabile.

Mi dice che possiamo fare per il giorno successivo e io gli dico che va bene e che non vedo l’ora.

Lui chiude la telefonata in modo freddo e mi chiedo se abbia fatto bene a telefonargli e a mostrarmi così calorosa.

La sua fidanzata è deliziosa e io ci ho fatto sesso, non so cosa penserebbe Orlando a sapere di noi due insieme.

Io non gli dirò nulla, non so se la sua fidanzata gli dirà qualcosa.

Mentre sono lì a rimuginare, mi chiama Veronica mi chiede se ci possiamo vedere l’indomani e io le rispondo che ho un impegno.

Lei sapendo che sono casalinga, mi chiede in maniera insistente cosa debbo fare e alla fine sbotto dicendole che ho un appuntamento con un uomo.

Veronica non si mostra gelosa anzi è contenta per me, perché dice che ho bisogno di cazzo. Le dico che parla come un uomo, ma lei mi domanda se non sia vero.

Io le rispondo che sì, che è vero e mi chiede l’età dell’uomo.

Io le mento dicendo che ha la nostra età e che è un mio vicino di casa.

Veronica non fa altre domande, io le chiedo se ci possiamo vedere oggi anche per una cosa veloce e lei mi risponde che posso andare al suo studio alle quattordici.

Io le dico che va bene. Il resto della mattinata trascorre velocemente, mangio da sola e poi mi reco allo studio di Veronica.

Nello studio non trovo lei,

ma la sua infermiera in versione sexy, con calze, reggicalze, reggiseno trasparente e perizoma anch’esso trasparente.

L’infermiera ha dei grandi capezzoli, io non resisto, le tolgo il reggiseno, mi metto a succhiarglieli, mentre lei maldestramente cerca di spogliarmi.

Mi spoglio da sola, lei si presenta come Daria. Le chiedo se sia una delle amanti della dottoressa e lei mi risponde di sì.

Mi dice che nell’ambulatorio il sesso è all’ordine del giorno ed è per questo che sia infermiere che infermieri ambiscono a lavorare con la dottoressa Veronica.

Io non so che fare, penso che Veronica fa sesso con chiunque.

Daria mi dice che non mi pentirò di fare sesso con lei, io le dico che non mi va, che voglio andarmene, ma prima le domando se Veronica abbia fatto sesso con tutti in ospedale e lei mi risponde di sì tranne con medici decrepiti o col cazzo piccolo.

Mi dice che ha fatto sesso con tutte le donne perché anche quelle apparentemente brutte possono nascondere un bel seno o una bella fica.

Io non so che fare, Daria mi bacia dolcemente, io le impasto i seni e mi rimetto a succhiarglieli.

Daria mi guarda il culo e mi dice che ce l’ho bellissimo, bello rotondo e che al suo ragazzo piacerebbe moltissimo.

Le chiedo se abbia mai fatto un trio con il suo ragazzo e lei mi risponde di sì, che lui si diverte moltissimo con le sue amiche.

Mi fa vedere una foto sul cellulare del suo cazzo, è proprio un bel cazzone e le dico che è fortunata.

Lei mi dice che lo sa, che lo sa usare molto bene e che al tempo stesso la lascia libera di sperimentare le sue voglie e fantasie con le amiche.

Lei continua ad accarezzarmi le natiche, mi fa mettere a pecorina, mi inumidisce il buchino con la sua saliva e poi mi infila un piccolo dildo e io inizio subito a gemere.

Daria mi dice che sono una grande troia e che non l’avrebbe mai sospettato da come ero vestita. Mi dice che sono molto più bella nuda.

Lei con il dildo mi fa godere come non mai, mentre io mi masturbo il clitoride.

Smette col dildo e con me ancora a pecorina, si mette sdraiata sotto di me per leccarmi la passera, mi dice che adora che sia pelosa.

Anche lei, ce l’ha così, così come il suo ragazzo ha un po’ di peli al cazzo.

Mi fa vedere che ha i peli sotto le ascelle, come me, anche se d’estate li taglio.

Lei mi lecca e lo fa con maestria e siamo così occupate a godere che non ci accorgiamo dell’entrata di un medico.

Daria mi presenta, come nulla fosse, il dottor Ferretti. Io vorrei sprofondare, ma Daria si comporta in maniera naturale, come fossimo vestite.

Il dottor Ferretti non ci chiede nulla, si butta giù la cerniera dei pantaloni e ci fa vedere il suo grosso cazzo in erezione.

Ci dice che era fuori ad ascoltare i nostri orgasmi, che poi ha socchiuso un po’ la porta e ci guardava e che ora ci vuole entrambe.

Daria risponde di sì, io non so che rispondere, ma lui senza dire nulla mi ficca il cazzo in bocca e mi dice di succhiarlo forte.

Io tento di togliermelo di bocca, ma lui è più forte di me. Daria mi dice che mi piacerà.

Io sono costretta a farlo, all’inizio con riluttanza, poi inizio a mugolare dal piacere e anche il dottor Ferretti esprime grugniti di soddisfazione.

Lui mi dice che sono una gran porca e che Veronica trova sempre le migliori.

Mi fa capire che stà per venire, ma non mi toglie il cazzo di bocca e sono costretta a ingurgitare una grossa quantità di sperma.

Lui mi chiede se mi sia piaciuto e io non posso rispondere perché ho ancora da finire di ingoiare.

Mi dice che glielo devo far gonfiare ancora perché mi vuole sodomizzare.

A questo punto, urlo con tutte le mie forze che non lo farà.

Lui con Daria, mi prendono, mi legano le mani sopra la testa, in posizione a pecorina e lui se lo fa succhiare da Daria e mi dice mi farà tanto male.

Io gli dico che lo denuncerò e lui mi dice che ci rimetterò io a far sapere che sono bisessuale.

Io gli rispondo che non c’è nulla di male e allora mi chiede se sono sposata e se mio marito sappia dei miei incontri con donne.

Io gli rispondo che mio marito non mi scopa e che ho tantissima voglia di sesso consenziente, non certo obbligato come me lo vuol far fare lui.

Lui se ne frega perché sento un dolore fortissimo al buco del culo, mi è entrato dentro di forza senza prima inumidire l’area.

Daria è una stronza che urla di farmi male, che devo provare cosa sia un vero uomo.

Per fortuna nella stanza entra Veronica, che obbliga il dottor Ferretti a smettere.

Lei rimprovera aspramente tutti e due e dice a Daria che cambierà infermiera e che le darà delle pessime referenze così che le sarà molto difficile trovare un nuovo buon lavoro.

Al dottor Ferretti dice di non avvicinarsi più alle sue amiche sennò farà vedere a sua moglie un suo video con un infermiere registrato qui in ambulatorio.

Veronica mi dice che a lui piace prenderlo in culo, ma con le donne si comporta come con me, forse perché non vuole accettare di essere omosessuale.

Io non so che dire, non mi interessa, so solo che ho un dolore tremendo al culo.

Veronica mi guarda il buchino e mi dice che mi stenderà un unguento per aiutare la parte a cicatrizzarsi in breve tempo.

La ringrazio e le dico che per oggi e forse per un po’ di tempo con il sesso ho chiuso.

Le dico che quell’ospedale è proprio un luogo dove si fa troppo sesso, ma lei mi risponde che è così in tutti gli ambienti di lavoro e sono io a credere che tutti siano come mio marito.

Io non le rispondo nulla, probabilmente ha ragione e probabilmente mio marito è l’unico sulla faccia della Terra a cui non piace fare porcate.

Le dico che ci sentiremo tra qualche giorno, quando starò meglio fisicamente.

Veronica dice che ritornerò quella di prima, ma io le rispondo che non lo so, poiché questa è stata un’esperienza troppo negativa.

Lei mi dice che mi passerà, mi bacia e ritorno a casa.

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Ho rotto il culo ad una coppia

Posted by admin under Incontri Erotici on sabato Feb 11, 2023

Questa storia ha inizio esattamente 20 anni fa, quando avevo 47 anni. C’è da fare una premessa: a me, fin dalla più giovane età, è sempre piaciuto portare tutte le mie fidanzate, amanti, ecc., al rapporto anale. Fin qui tutto normale, ma ho anche un piccolo difetto. A me piace quando il rapporto è “duro”, quando la lei strilla e si raccomanda di non farle male. Aiutato dalle dimensioni del mio fallo, sicuramente fuori norma, riesco a fare dei veri capolavori. Ovviamente, superato il trauma dell’introduzione, chiamiamola “decisa”, scatta poi, nella donna, un gran piacere, centuplicato rispetto ad un rapporto con alla base tanta cautela e lubrificante. Questo mio “difettuccio”, però, presentava l’inconveniente di far sì che le donne, salvo pochissime, dopo aver subito il trattamento, si guardavano bene dal concedermi di nuovo il lato B, quindi ho dovuto un po’ reprimere questa mia passione e mi son dovuto adeguare ad inculare le donne, nel modo meno traumatico possibile, con conseguente repressione della mia vena sadica, ma senza eliminarla del tutto. Dopo questa doverosa premessa, passo alla storia. Da quando sono andato in pensione (ebbene sì, faccio parte degli odiati baby pensionati) mi son dedicato anima e corpo alla mia grande passione: il mare. Possiedo una grotta scavata nella falesia: una rupe a strapiombo sul mare, che rende molto interessante la spiaggia su cui si affaccia. L’ho resa alquanto accogliente che non ha nulla da invidiare alla mia abitazione. Ho anche una bella barca, con la quale faccio ottime pescate e questo è il mio mondo. All’epoca, bazzicava in spiaggia, un ragazzo appassionato anche lui di mare e, ovviamente, tra tutti i miei vicini di grotta, che io chiamo goliardicamente “marinaretti della domenica”, aveva scelto me come maestro, affinché gli insegnassi tutti i trucchi di chi va per mare. Passava tutto il suo tempo libero nella mia grotta e mi aiutava in tutti i lavoretti che servono per mantenere efficiente la barca: le reti, le nasse, ecc. Va da sé che io, non essendo un marinaretto della domenica, andavo nella mia grotta anche nei mesi invernali e, spesso, anche lui, malgrado il freddo ed i suoi impegni scolastici (aveva iniziato il V liceo), appena poteva veniva giù ad apprendere sempre più nozioni marinare. Quando si sente il bisogno di urinare e la spiaggia è deserta, malgrado la grotta sia munita di un bagno favoloso, lo si fa in mare, sul bagnasciuga. In quelle occasioni, avevo notato che, ogni volta che dovevo liberare la vescica e mi avviavo verso il bagnasciuga, egli, qualsiasi cosa stesse facendo, lasciava tutto e veniva giù. La cosa ancor più strana era che non veniva per pisciare, ma mi fissava con stupore il cazzo. Io non ho mai avuto nulla contro gli omosessuali, ma non mi ha mai neanche sfiorato l’idea di avere un rapporto omosex. Per verificare se la mia idea fosse giusta, ho intensificato le volte che andavo a pisciare e cercavo di farlo quando lui era impegnato in qualche lavoretto. Ebbene, lasciava tutto e veniva giù. Stranamente mi si cominciava a far strada una strana idea. Il sadismo che albergava dentro me, represso, ma sempre presente, tornava ad emergere. In un ipotetico rapporto anale con lui, infatti, non avrei dovuto limitarmi per timore dei rifiuti successivi, quindi potevo darmi da fare come volevo, senza freni. Sono stati giorni in cui ero molto combattuto, ma, alla fine, la libidine prese il sopravvento. Una giornata di inizio novembre, con tutta la spiaggia vuota, perché cadeva una leggera pioggerellina, ci trovammo soli nella grotta. Affrontai io il discorso e senza giri di parole, gli chiesi:

“Ma a te piace il mio cazzo?”

Sicuramente non si aspettava una domanda di quel tipo, perché trasalì e divenne tutto rosso. Ci vollero un paio di minuti, prima che rispondesse, poi esordì dicendo che a lui piacevano le donne, ma, ultimamente, si sentiva attratto dal mio cazzo, perché lo vedeva imponente e maestoso (parole sue). Io, altrettanto sinceramente, gli risposi che non avevo mai avuto rapporti con uomini, ma, negli ultimi tempi, il tarlo mi era entrato nel cervello e, se lui lo avesse desiderato, sarei stato disposto a rompergli il culo (usai di proposito queste parole forti). Notai che lui si morse il labbro e farfugliò che non lo aveva mai fatto, ma si vedeva chiaramente che lo desiderava fortemente e allora l’ho avvertito, non tanto per lealtà nei suoi confronti, quanto per ammantare la cosa di maggior eccitazione, dicendogli:

“Tieni presente che, quando inculo una donna, mi piace che urli di dolore, perché non ci vado piano e, come hai potuto vedere, ho una dotazione extra large; però devo anche dire che, alla fine della devastazione, tutte le donne hanno avuto orgasmi da sballo”.

Mi guardava con un’espressione di paura ed eccitazione. Non parlava. Sembrava impietrito! Non dissi altro e ripresi a fare quello che stavo facendo, mentre con la coda dell’occhio, vedevo che era rimasto immobile, con lo sguardo perso nel vuoto. Pensavo a chissà quanti pensieri frullavano nella sua testa e decisi che, da quel momento, non avrei più aperto l’argomento. Passarono una decina di minuti e lui sempre li, immobile, a guardare il mare. A quel punto, visto che dovevo mettere un tavolone sopra una mensola, gli chiesi aiuto……

Fu come svegliarlo da un sonno profondo. Senza fiatare prese la tavola dalla parte opposta alla mia, ma, nel sollevarla, gli scivolò dalle mani. La tavola era voluminosa ma non pesante, quindi, il fatto che gli fosse scivolata, significava che con la testa stava altrove. Continuò a non parlare per un’altra mezz’ora buona, poi con un filo di voce disse:

“Sì, è logico. Colui che si fa penetrare, deve subire l’assalto del maschio, per quanto doloroso possa essere”.

A me già la situazione aveva provocato una certa erezione e queste ultime parole me lo avevano fatto diventare d’acciaio.

Per ammantare la cosa al massimo della libidine, con voce dura gli dissi:

“Dai, tirati giù calzoni e mutande, poi sistemati sotto al prendisole della barca, così ti rompo il culo!”

Come un automa, si spogliò e si dispose come gli avevo ordinato. Mi sono spogliato anch’io e ho riversato una buona quantità di saliva nel buco ed un po’ sul mio cazzo. Mi son piazzato dietro di lui e, con la punta, ho cercato lo sfintere. Una volta posizionato bene, ho dato una forte spinta e gli sono entrato quasi tutto. Lui ha emesso un urlo disumano ed ha cominciato a pregarmi di uscire, perché non resisteva. Io mi son tirato un po’ indietro, poi ho dato un’altra forte spinta e sono entrato tutto. Con sadismo gli ho detto:

“Troppo tardi! Ora stai buono e subisci!”

Continuavo a spingere come un forsennato e lui continuava ad urlare, dimenarsi e mordere il prendisole, ma ripeteva:

“Sì, sìììì, fammi male”.

Finalmente stavo rompendo un culo secondo quelle che erano le mie inclinazioni. Dopo un po’ di questo martellamento, ho sentito che si irrigidiva e gli partì un orgasmo che lo fece urlare più di quanto avesse fatto per il dolore. A questo punto, mi son lasciato andare anch’io e mi scaricai completamente nel suo intestino. Poi son andato a lavarmi ed ho notato che l’acqua si tingeva di rosso. Si tirò su anche lui, per andarsi a lavare, e notai che nel prendisole c’era un lago per la gran sborrata che aveva fatto. Lo smontai e lo portai in riva al mare. Lo gettai in acqua e con una scopa lo ripulii. Nel frattempo lui si rivestì e, con uno stentato ciao, se ne andò. Nei 6, o 7 giorni successivi, non si fece vedere, ma a me non interessava, perché avevo programmato che quella fosse la prima ed unica volta. Un pomeriggio, però, sentii il solito “ciao”. Era lui e sembrava un cagnolino bastonato. Lo salutai e gli chiesi come mai non si fosse più fatto vedere e lui farfugliò qualcosa, eludendo la domanda. Mi guardava come a dovermi dire qualcosa, ma non parlava. Visto che non si decideva a parlare, fui io ad aprire il discorso e gli chiesi come andava. Lui, a fatica, mi rispose che gli avevo fatto molto male, ma che gli era piaciuto da morire e che, in quei giorni, non era riuscito a pensare all’accaduto senza masturbarsi. Al mio “quindi?”, rispose con un largo giro di parole, che pian piano lo portarono a dire che poteva esser piacevole ripetere l’operazione. Ero diventato il suo padrone sessuale! Lo invitai a mettersi di nuovo nella posizione che conosceva e gli prodigai un’altra inculata, ancor più vigorosa di quella precedente. Per tutto l’inverno, ogni tanto si presentava e tornava a casa con il culo devastato. A primavera, con il ritorno dei “marinaretti della domenica” e con l’intensificarsi del suo impegno scolastico, in previsione dell’esame di maturità, che di lì a breve avrebbe dovuto sostenere, non ci vedemmo più. Passò l’estate ed un pomeriggio dei primi di settembre, me lo vedo arrivare. Mi raccontò che aveva conseguito il diploma col massimo dei voti e che si era iscritto alla facoltà di ingegneria navale, quindi, di lì a poco, si sarebbe trasferito a Genova. Parlammo un po’ del più e del meno, poi mi disse che i nostri incontri gli avevano fatto passare un periodo meraviglioso e che era venuto per ringraziarmi e per salutarmi, ma aveva anche una proposta da farmi. Ovviamente gli chiesi quale fosse e lui, non senza difficoltà, disse che, in tutti i nostri incontri, io gli avevo scaricato la sborra nell’intestino, ma da lì entra ed esce, senza lasciar nulla. Io sorpreso gli dissi che non capivo dove volesse arrivare e mi misi subito sulla difensiva. Allora si spiegò meglio e disse che voleva avere qualcosa di mio, dentro di lui. Qui cominciai ad agitarmi perché non capivo dove volesse arrivare e temevo qualche richiesta spiacevole. Mi tranquillizzò e finalmente parlò chiaro, dicendomi che voleva farmi un bocchino, per conservare di me un indelebile ricordo. Mi venne subito da rifiutare. Gli feci presente che, anche se mi piace farmi fare i bocchini, non ne sono un estimatore e, in spiaggia, c’erano ancora tante persone. Lui, remissivo, disse che, se non gradivo, andava bene lo stesso e ringraziandomi ancora, mi salutò e si avviò per andarsene In quel preciso momento, mi sentii una merda. Lui mi aveva dato la possibilità di sfogare la mia passione sadica ed ora che mi chiedeva una cosa, per lui importante e che potevo benissimo concedere, gliela stavo rifiutando? Lo chiamai e lui tornò subito indietro. Gli chiesi come pensasse di fare, eventualmente avessi accettato. Non capì la domanda ed io precisai meglio chiedendogli dove intendesse farmi il bocchino e lui, con disarmante semplicità, rispose:

“In bagno! Andiamo un attimo in bagno e te lo faccio.” Ero perplesso e cercavo di guadagnare tempo, ma, nel frattempo, mi accorsi che, anche se pensiamo di controllare le nostre pulsioni, siamo completamente schiavi di esse. Infatti mi si era rizzato il cazzo e la cappella faceva capolino dal costume. Lui l’ha vista e mi ha detto suadente:

“Dai, lasciati andare, vedrai: sarà bello per me, ma anche per te.”

In fondo impedimenti grossi non ce n’erano e così gli feci cenno di entrare in bagno. Lui abbassò la tavoletta del water e ci si sedette sopra, mentre io, abbassatomi gli slip, gli avvicinai il cazzo alla bocca. Lui, con un “wow”, cominciò a passare la lingua sotto la cappella. A me piacciono i bocchini rudi, con la lingua che preme sotto la cappella e, se fatto con maestria, piace anche sentire i denti. Una donna questo difficilmente lo fa. Lui invece faceva proprio questo. Provavo una sensazione molto forte e l’ho dovuto fermare più volte per non sborrare. L’ho fatto lavorare per una ventina di minuti, poi gli ho preso la testa e gliel’ho bloccata per non farlo ritrarre e gli ho scaricato in gola tutta la sborra. Oltretutto, quel giorno era anche tanta, perché una settimana prima avevo litigato con mia moglie ed era una settimana che non facevo sesso. Lui trovandosi in bocca un fiume in piena, dopo un leggero tentativo di tirarsi indietro, bloccato dalle mie mani, ha ingoiato tutto fino all’ultima goccia. Quando finalmente l’ho lasciato, ha alzato gli occhi e mi ha sussurrato un “grazie “. Mi ha chiesto se si poteva masturbare per placare la sua eccitazione e io, uscendo, gli ho detto di farlo tranquillamente. Dopo un po’ è uscito, allegro e rilassato, dicendo che ora era veramente appagato, quindi ci siamo salutati e se n’è andato. Ho ripreso il mio solito tran tran e, per 10 anni, non l’ho più visto. Un piovoso pomeriggio autunnale, di ben 10 anni dopo, mentre ero l’unico matto di tutta la spiaggia armeggiavo dentro la grotta, sentii un “ciao” che conoscevo bene. Mi girai e vidi lui con una ragazza che, a chiamarla stupenda serviva a sminuirla. Una donna di quelle che ti colpiscono il cervello e te lo fanno andare in tilt! Cerco di nascondere la sorpresa e mi mostro felice di rivederlo. I miei occhi erano incollati sulla meravigliosa creatura che aveva vicino e, malgrado lui avesse cominciato a raccontare della sua laurea conseguita a pieni voti e del lavoro subito trovato come ingegnere navale, nonché la conoscenza con lei che portò quasi subito al matrimonio, io sentivo la sua voce quasi come un rumore di sottofondo, tanto ero incantato da lei. Per la testa mi passavano tanti pensieri porcelli su di lei, ma ero perfettamente consapevole che quello non era “pane per i miei denti” e la cosa mi faceva soffrire. Tirai fuori dal piccolo frigo alcune bottiglie di liquore e fui fortunato, perché fra esse c’era una bottiglia di limoncello, unico liquore che lei gradiva. Ero talmente anestetizzato, che non riuscivo neanche a darmi arie da maschio vissuto, anzi mi sentivo impacciato e fuori posto. Lei bevve il suo bicchierino, poi chiese di averne un altro, mentre lui, finita, la sua “Vecchia Romagna” si riempì di nuovo il bicchiere. L’atmosfera si stava scaldando! Improvvisamente lui se ne uscì con una frase che mi provocò un tuffo al cuore. Candidamente disse:

“Vedi, amore, è stato lui ad iniziarmi al piacere anale e, ti assicuro che, in questo, è un vero artista”.

BANG! Avrei preferito mi avessero sparato. Mentre mi sentivo mancare per le parole appena sentite, lei, con un sorriso dolcissimo, mi disse che sapeva cosa fosse successo tra noi e che, secondo lei, era stata una cosa stupenda. Poi aggiunse:

“Anche a me piacerebbe esser sodomizzata, ma purtroppo lui non ce la fa”.

Io non sapevo cosa dire e mi correvano i brividi dietro la schiena. A questo punto lui, con grande naturalezza, disse che sarebbe stato meraviglioso se sua moglie avesse potuto esser aperta al nuovo piacere, da uno come me, che l’avrebbe sicuramente portata al top della lussuria. Io continuavo ad avere il cervello bloccato e totalmente incapace di ragionare e, probabilmente, questo mio imbarazzo fu percepito male, tant’è vero che lui si affrettò a specificare che, se non fossi convinto della loro proposta, sarei stato libero di rifiutare, senza problemi. Quest’ultima frase ebbe in me un effetto dirompente, che mi sbloccò. Mi affrettai a rispondere che sarei stato più che felice di poterla accontentare e mi avvicinai per darle un bacino sulla guancia, ma lei si girò e mi offrì la bocca. Ci baciammo appassionatamente e non le bastò il primo, ma volle baciarmi di nuovo e ancora per una serie infinita di baci. Il mondo, fuori, era scomparso ed eravamo rimasti solo noi due. Andammo sopra la barca e ci abbracciammo forte, quindi mi sussurrò all’orecchio:

“Dai, inculami, fammi sentire com’è il vero maschio”.

I vestiti volarono via. Ogni tanto percepivo la presenza di suo marito, ma erano solo dei flash. La girai a pancia sotto e cominciai a baciarle e mordicchiarle la schiena, poi, pian piano, le arrivai sul culetto. Baciai anche quello, compreso il buchetto. Leccai con passione quella porta del paradiso, portandola ad un livello altissimo di eccitazione. Vi deposi molta saliva, spingendogliela dentro con la lingua, poi le andai sopra. Non ci fu bisogno di lubrificarmi, perché avevo il cazzo ricoperto di liquido. Mi posizionai bene dietro di lei e glielo puntai contro lo sfintere. Presi a spingere ed il buchetto cominciò a cedere. Sentii che si irrigidiva e stringeva i denti, ma continuai a spingere e, in breve, le fui tutto dentro. Ogni volta che girava la testa verso me, la baciavo violentemente e, con una mano, le passai sotto e andai a toccarle il clitoride. Godeva rumorosamente e sentivo che l’anello dello sfintere stava cedendo completamente. Ebbe subito un primo orgasmo esplosivo e, dopo pochissimo, ricominciò a godere. Cercai di tirare più a lungo possibile, finché non le arrivò un secondo orgasmo, ancora più violento ed appagante del primo. Qui non ho più resistito e le sono venuto dentro, svuotandomi completamente. Rimanemmo abbracciati, baciandoci e mordendoci. Solo allora ci siamo ricordati che suo marito era lì e le stava dicendo:

“Brava amore, ti sei fatta deflorare ed è stato bellissimo”.

Lui si era masturbato ed aveva lasciato in terra una chiazza di sborra.
Avrei voluto che quella giornata non finisse più, ma purtroppo si era fatto tardi e, anche se controvoglia, ci dovemmo rivestire ed avviare verso il viottolo che porta in cima, dove c’è la strada. Prima di immetterci nella strada, la abbracciai e baciai di nuovo, poi, timidamente, le chiesi se volesse, il giorno dopo, tornare. Lei rispose:

“Certamente, voglio esser tua per tutta questa settimana!”

Ci congedammo e tornai a casa con una meravigliosa sensazione di benessere. Non vedevo l’ora che arrivasse il giorno dopo e non ho mai sperato così tanto, che per tutta quella settimana fosse tempo brutto, in modo da tener lontani eventuali fruitori della spiaggia. Fui assistito dalla fortuna e piovve tutta la settimana. Il giorno dopo, puntuali, si ripresentarono e lei mi saltò letteralmente addosso. La spogliai e, baciatala appassionatamente, la posizionai per donarle una nuova possente inculata, ma lei mi disse che le bruciava troppo e avrebbe preferito prenderlo altrove.
Figuriamoci se mi lasciavo sfuggire l’occasione di incularla, dopo che avevo aspettato in spasmodica attesa quel momento! Non ascoltando le sue parole, cominciai a spalmarle nel buchetto una crema che, previdentemente, avevo comprato la mattina in farmacia. Suo marito mi aiutava e, con parole suadenti, cercava di convincerla a subire di nuovo, rassicurandola che avrebbe avuto un orgasmo ancor più bello di quello precedente. Lei debolmente implorava, ma non aveva reazioni decise per sottrarsi al nuovo assalto. La preparai per bene, poi la girai. Le strisciai un po’ il cazzo sul buco, mentre con una mano andai sotto a stuzzicarle il clitoride. Si stava eccitando e, dopo poco, mormorò:

“Daaiii”.

Con una bella spinta le entrai dentro e lei emise uno strillo, ma, contemporaneamente si girò, per farsi baciare. Dopo poco le arrivò un lunghissimo ed appagante orgasmo che la fece gridare e dire una sequela di parole sconce. Continuai a picchiare forte, finché non arrivò un altro orgasmo. Avrei voluto durare ancora, ma non ce l’ho fatta e son venuto. Il rapporto non era durato tantissimo, ma era stato molto intenso. Ci lavammo e ricominciammo, nudi, a coccolarci. La stufetta catalitica a bombola, ci riscaldava a sufficienza. Ci baciavamo ed accarezzavamo come degli adolescenti. Di colpo, mi erano volati via 30 anni. Suo marito, che, in verità, sia io che lei avevamo dimenticato, timidamente ci chiese il permesso di spogliarsi. Io con fermezza gli risposi:

“Certamente, non solo spogliarti, ma dovrai incularla anche tu”!

Lei saltò su con un:

“No, per carità, mi brucia troppo: un’altra volta?”

 Io avevo capito che in lei albergava una forte componente masochista e certo di darle un forte piacere insistetti:

“Ho detto che lui ti inculerà e così si farà! Tu devi solo ubbidire!”

Vidi nei suoi occhi un lampo di libidine. Lui, in due secondi si spogliò ed era prontissimo. Esitava un po’ ma io, mettendo il mio cazzo nella bocca di lei, lo esortai a prenderla. Allora, lui, felice come un bimbo la penetrò. Ovviamente lo sfintere non oppose la minima resistenza e lei prese a succhiarmi con passione. Purtroppo lui durò poco e si scaricò dentro di lei. Lei continuò a farmi il bocchino, mentre io le masturbavo il clitoride, procurandole in breve un altro orgasmo, quindi le sono venuto in bocca e, dopo una prima, leggera esitazione, ingoiò tutto. Quella settimana volò tra possenti inculate e paradisiaci bocchini. Inesorabilmente arrivò l’ultimo giorno. Non potevo e non volevo pensare che quella meraviglia stesse finendo! Ci vedemmo come i giorni precedenti e ci incastrammo immediatamente in un abbraccio serrato, come a dire:

“No, non può finire così”.

Ci spogliammo con frenesia toccandoci e leccandoci. Sapevamo del tempo tiranno, perché quella stessa sera sarebbero dovuti ripartire. Avrei voluto allungare all’infinito quei piacevoli preliminari, ma non c’era tempo. Così allungai la mano per prendere il tubetto di crema, ma avvenne un imprevisto. Suo marito infatti mi fece notare che non l’avevo ancora scopata in figa e che lei, pur avendo molta difficoltà a chiedermelo, ne aveva parecchio desiderio. Mi venne immediatamente una grande eccitazione a pensare di violare quel meraviglioso bocciolo contornato di peluria bionda e mi fiondai a leccarle il clitoride. La portai ad un livello altissimo di eccitazione, poi le andai sopra. La baciavo in bocca e le strisciavo la cappella tra le grandi labbra. Suo marito, visibilmente eccitato, si raccomandava di non sborrarle dentro, perché, non essendo protetta, rischiava una gravidanza. Glielo misi su tutto e sentivo che me lo stringeva forte. Mentre scopavamo, con una mano le masturbavo il clitoride e, quasi subito, ebbe il suo primo fragoroso orgasmo. Riprese a godere ed io, per tirare più a lungo possibile, mi fermavo quando sentivo che l’eccitazione saliva troppo e si avvicinava il punto di non ritorno. Ebbe altri due orgasmi e, con l’ultimo, incrociò le sue gambe sopra di me per non farmi uscire e farmi andare ancor più profondamente. Fu veramente troppo e, malgrado il pericolo della gravidanza, non riuscii a trattenermi e le venni dentro.
Sentivo lui che continuava a dire di non venirle dentro, ma quando ha visto che affondavo ancora di più e venivo, gli sentii dire sottovoce:

Beh, sì, è giusto, così! Dev’essere il maschio alpha che deve ingravidare le femmine!”

Tornato in me mi sono sentito un verme. L’avevo fatta veramente grossa. Nessuno di noi parlava. Non ci potevamo capacitare di quanto fosse successo. Poi, cercando di riparare al danno dissi a lui di scoparla subito e di venirle dentro, in modo da dimezzare la possibilità che fossi io il padre di un eventuale bebè. Lui non se lo fece ripetere ed eccitatissimo iniziò a scoparla. Stavolta durò di più della volta del culo e, alla fine, le venne dentro con un urlo strozzato. Si era fatto tardissimo e mestamente ci rivestimmo. Risalimmo lo stradello ed in cima ci salutammo. Fortuna che era notte, perché mi scendevano le lacrime senza piangere. I mesi successivi, per me, furono un inferno. Avevo il pensiero fisso su quella settimana. Non riuscivo ad accettare che quella meravigliosa parentesi fosse finita e passò parecchio tempo prima che la ferita del distacco si rimarginasse. Da allora sono passati 10 anni e non li ho più visti, né sentiti. Cinque anni fa, da un numero che non avevo in rubrica, mi arrivò una foto sfocata e presa da lontano. Raffigurava un bambino (o una bambina) che andava in altalena spinto dietro da una figura femminile. Mi si gelò il sangue. Cercai di vedere meglio, ma era completamente sfocata. In un primo momento ho pensato fossero loro, ma ciò non era possibile, perché né io né loro avevamo il numero di telefono, quindi, senza pensarci troppo, ho fatto la cosa che ho ritenuto più giusta: premetti il tasto elimina.

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