Pulmino

Posted by admin under Incontri Erotici on domenica Feb 5, 2023

Belle le vacanze con gli amici, ci si diverte, si fa casino, si dividono le spese, ma io ho bisogno di stare da solo con te, neanche in camera siamo da soli, nella casa che abbiamo affittato abbiamo perso il sorteggio e siamo capitati con Andrea. Andrea che è l’unico non in coppia della vacanza, l’amico di sempre, quello simpatico e intelligente, ma non troppo fortunato con le donne… In fondo con Andrea stiamo bene noi due. Come adesso, siamo nell’ultima fila del pullmino che abbiamo affittato per girare tutti assieme, si chiacchiera, si scherza, mentre fuori è già buio e noi siamo appena venuti via dalla spiaggia. Tu sei stesa sul sedile con la testa sulle mie gambe e le gambe e i piedi nudi su di lui che ogni tanto ti fa il solletico facendoti agitare. Questi movimenti più i miei pensieri e l’astinenza mi creano un’erezione che va a spingere contro la tua testa, la senti bene e mi sorridi felice. Appoggio una mano sulla tua pancia nuda dalla corta canotta e allargo le dita a prenderti tutta, il mio mignolo tocca l’elastico dei calzoncini, il mio pollice è poco sotto il tuo seno che so libero sotto la canotta. Prima di salire sul pullmino nel vestirti ti sei tolta il costume bagnato e ti sei infilata una canotta e quei calzoncini corti e sottili, lo so perché ti ho aiutato tenendo l’asciugamano per coprirti. È buio potrei salire con la mano un po’ più in su e raggiungere il tuo seno o scivolare sotto l’elastico dei calzoni e sentire il tuo pelo, neanche Andrea se ne accorgerebbe, ma sto fermo, muovo solo le dita accarezzandoti piano. Nel frattempo nel pullmino, complice la stanchezza, è calato il silenzio, si sente solo la musica della radio. Passiamo sotto un lampione che illumina per qualche secondo l’abitacolo, qualcuno si è addormentato. Altro lampione, guardo Andrea, lui è sveglio, ti sta accarezzando i piedi con delicatezza, dolcezza. Mi damando se stai dormendo pure tu, ma fai un sospiro appena udibile e quando il mio uccello ha un sussulto ruoti la testa e me lo accarezzi con la guancia. Salgo appena con la mano e con le dita sfioro la base del tuo seno, lentamente per non farmi vedere, tu apprezzi e muovi la guancia contro il mio uccello sempre più duro. È buio pesto non vedo che fa Andrea allora risalgo ancora un po’ fino a sfiorarti il capezzolo duro e pronto, tu ti agiti un attimo, ti sistemi meglio, ora la tua bocca è sopra il mio boxer, sopra il mio uccello, sento il tuo fiato attraverso la stoffa. Che goduria, ti agguanto un seno e stringo mentre tu mi mordi l’uccello delicatamente. Altra zona di lampioni, uno, due, tre poi di nuovo buio. Tre lampi tre immagini, Andrea che ti guarda, Andrea che ti accarezza le gambe, Andrea che mi guarda.

Nel buio restiamo perfettamente immobili, in imbarazzo, consapevoli per un attimo di quello che sta succedendo. Sei tu che sblocchi lo stallo, muovendoti, incitandoci a non fermarci. Se è quello che vuoi va bene, ricomincio ad accarezzarti il seno, a giocare con i capezzoli senza più preoccuparmi di esporti troppo, vedo che anche Andrea ha rincominciato a muoversi, meno guardingo di prima, non vedo che fa, ma ti piace. Mi stai mangiando l’uccello attraverso il costume. Altri due lampioni, l’immagine è altamente erotica, lui ha una mano sulla tua coscia interna a pochi centimetri dal cavallo, con la punta della dita appena sotto l’orlo dei calzoncini, una tua mano sulla sua come a fermarla o a guidarla, l’altra sua mano e sui tuoi piedi che sono uniti sulla sua patta, tu sei a gambe larghe i calzoncini risaliti, la pancia nuda e il seno bianco completamente esposto al suo sguardo, la bocca aperta a cercare il mio uccello. Così rischio di venirmi addosso, stacco la mia mano dal tuo seno, mi abbasso un po’ il costume e lo tiro fuori ma scompare subito nella tua bocca. Non rimetto la mano sul seno ma più giù e la faccio scivolare dentro i tuoi calzoncini fino a sentire il tuo pelo morbido e umido, fino a far scomparire due dita dentro di te tanto sei eccitata e bagnata. Spero che la musica copra il rumore delle mie dita dentro di te, spero che copra il rumore della tua bocca su di me. Ogni tanto sento le dita di Andrea che sfiorano le mie, ti sta accarezzando dove può, dove arriva e tu lo aiuti muovendoti e assecondandolo, si infilano sotto i calzoni ad accarezzarti le chiappe o davanti a giocare con il pelo, ma la mia mano non lascia spazio ad altri, la tua figa è mia. Lo sento agitarsi, intuisco che sta facendo ma la conferma arriva poco dopo dalla luce del lampione che illumina il suo uccello tra i tuoi piedi. Aumenti il ritmo del pompino, ho capito e anche io aumento il ritmo delle mie dita. Poco dopo inizi un mugolio continuo che mi tocca coprire con un colpo di tosse, fino a che non vieni irrigidendoti tutta prima di rilassarti sul sedile. Io non resisto e proprio mentre passiamo sotto dei lampioni ti riempio la bocca. Andrea ha gli occhi fuori dalle orbite e lo vedo segarsi sui tuoi piedi fino a ricoprirteli. Ci diamo una sistemata, ti tiri su, ti sistemi canotta e calzoncini, ti dai una pettinata con le dita, infili le infradito con i piedi ancora sporchi di lui, mi baci poi ti accoccoli sulla mia spalla e ti addormenti. Come fai a dormire dopo quello che è successo? Io ho l’adrenalina a mille e già sto pensando a questa notte, come faremo in camera? O cosa faremo? Guardo Andrea che ha lo sguardo perso oltre il finestrino. Ti guardo, è inutile pensare troppo, tanto sei tu che decidi, come sempre, eppure sei così dolce quando dormi.

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Ornella chiama Claudio

Posted by admin under Incontri Erotici on venerdì Feb 3, 2023

Ornella era eccitata pensando alla sua fica pelosa come piaceva a Claudio.

Aveva voglia di sentirlo e questa volta doveva essere lui ad assecondare le sue voglie quindi per stuzzicarlo gli mandò una foto della sua fica. Lui rispose che era bellissima e che avrebbe voluto leccarla e scoparla.

Lei lo chiamò e gli disse che aveva voglia di essere leccata, che le succhiasse il clitoride, di avere la sua testa tra le gambe.

Lei l’avrebbe voluto tenere stretto appiccicato al centro della sua femminilità, che già così era umida.

Claudio disse che era contento di sentirla così su di giri e che lui avrebbe voluto davvero farle quello che lei desiderava.

Nel frattempo Ornella si era stesa sul letto e si masturbava ascoltandolo e divenne rapidamente un lago. Fece ascoltare a Claudio il rumore che faceva introducendo le dita nella fica e lui rimase piacevolmente sorpreso.

Le disse che il cazzo gli stava diventando di marmo e che voleva masturbarsi mentre lei gli diceva cose porche.

Ornella ci rimase un po’ male che lui non volesse continuare a parlare per eccitarla, mentre lei ancora si masturbava.

Era però anche contenta che lui fosse così eccitato e gli disse che si sarebbe messa a sedere sul letto sempre con la mano nella fica mentre lui nella sua fantasia sarebbe stato in piedi al lato del letto e lei gliel’avrebbe preso in bocca, leccando, succhiando così forte, mugolando, eccitandosi e lasciando una scia di umori sul letto.

Ornella chiese a Claudio se gli sarebbe piaciuto farlo con due donne e lui rispose che era una fantasia normale per un uomo.

Ornella disse che ultimamente aveva la fantasia di farlo con una coppia, ma tanto sarebbe rimasta solo una fantasia.

Claudio disse che non si poteva mai dire e che avrebbe dovuto farsi un’amica, che non avesse tabù sessuali.

Ornella rispose che non poteva chiedere ad una donna di venire a letto con lei.

Claudio disse che non doveva essere così brutale e che, se fosse stata sempre rinchiusa in casa, non avrebbe mai potuto conoscere nessuno.

Ornella le ricordò che era una donna sposata, ma Claudio ribatté che quando era con lui al telefono, non sembrava che pensasse al marito.

Sì questo era vero e dipendeva dalle sue tante voglia.

Lui le disse che non doveva vergognarsi del suo istinto sessuale

Ornella disse che le sarebbe piaciuto fare un 69 con lui con una donna dietro, che le leccava il buchino del culo.

Oppure fare un 69 con una donna mentre lui sarebbe stato a menarsi il cazzo guardandole. Insomma, sesso, sesso, sesso senza pensieri, né sensi di colpa.

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Il mio ragazzo è un cornuto

Posted by admin under Incontri Erotici on giovedì Feb 2, 2023

Mi chiamo Lucia, sono una ragazza di 24 anni fidanzata da cinque con Angelo. Fisicamente sono alta 1,70, bruna dai capelli ricci ed occhi verdi. Ho una buona quarta taglia di reggiseno e, secondo il mio ragazzo, ho un culo fantastico. Angelo ha un anno meno di me, ha un bel fisico e anche un bel cazzo, che mi fa godere molto quando mi scopa o mi fa il culo. Sì, mi piace anche farmi inculare, perché, nel mio intimo, sono alquanto puttanella. Prima di lui ho avuto altre esperienze con persone anche più grandi di me, che mi hanno insegnato tante cose sul sesso: ad esempio far pompini stupendi o essere iniziata al piacere anale. Vivo con Angelo anche se non siamo sposati e quello che voglio raccontarvi è successo un anno fa. Eravamo ad inizio estate, un pomeriggio a metà settimana, sono uscita dal lavoro prima del solito, faccio la segretaria, e son ritornata subito a casa: volevo rilassarmi e bere qualcosa di fresco, perché faceva molto caldo. Angelo, di solito, arriva più o meno contemporaneamente a me, lavora per una compagnia di telefonia mobile. Arrivata sotto casa, ho avuto una piacevolissima sorpresa: Diego, era venuto a trovarci, è un nostro caro amico che non vedevamo da più di cinque mesi, perché, per motivi di lavoro, si era trasferito in una città abbastanza lontana da noi. Ho sempre avuto un debole per lui, perché, fisicamente, è ben messo ed attraente, più del mio ragazzo, e, più d’una volta, ho desiderato poter scopare con lui. È una persona molto allegra e divertente, sempre di buon umore, fa battute sempre con il doppio senso e questo è un altro motivo che mi ha insinuato l’idea che anche lui volesse scopare con me. Ha la stessa età di Angelo, sono molto amici perché si conoscono dai tempi delle scuole elementari.

«Diego, quanto tempo è che non ci si vede? Come stai?»

Lui subito mi abbraccia e mi sorride.

«Bene e tu? Ti ho telefonato stamattina per dirti che ero arrivato, ma non mi hai risposto: immagino che stavi lavorando. Ho lasciato un messaggio in segreteria.»

Ci siamo salutati con grandi effusioni. La gioia di vederci è stata reciproca. Esser stretta a lui in un caloroso abbraccio, mi ha fatto provare un piacevole brivido, che mi ha attraversato tutto il corpo. Onestamente, Diego ha sempre avuto qualcosa di speciale, non solo fisicamente: è qualcosa che mi intriga moltissimo. Come ho detto, lui mi ha sempre eccitato. È stato bello vederlo, percepire quel brivido e sentire come si erano induriti i miei capezzoli, come si bagnava la mia fica, al punto di farmi ancor più desiderare di scopare con lui. Sapere che Diego è intimo amico di Angelo, è come lo fosse per entrambi, anche per me: qualcosa di irraggiungibile, ma, nello stesso tempo, anche infinitamente eccitante. Siamo saliti in casa ed abbiamo scoperto che Angelo non c’era ancora: devo confessare che ne ero felice. Abbiamo iniziato a parlare ed a raccontarci come stavano andando le cose da buoni amici. Dieci minuti dopo, il telefono squillò: era Angelo il mio compagno.

«Ciao tesoro, sono io. Scusami, ma tarderò ancora di un paio d’ore, perché, all’ultimo minuto, sono sorti problemi e son questioni che non posso rinviare a domani.»

Ho guardato Diego, mentre rispondevo al mio compagno.

«No, non preoccuparti. Fai pure tutto ciò che devi e poi, quando esci, vieni subito a casa che ti aspetto.»

Ho riattaccato e Diego mi ha chiesto perché avevo taciuto ad Angelo che era qui. La mia risposta è stata:

«Perché così sarà più bello! Gli faremo una grandissima sorpresa!»

In realtà la verità era ben altra: mi sentivo troia ed ero già intenzionata a farlo con lui e, al solo pensarci, mi si bagnava la fica. Ho spiegato che Angelo sarebbe arrivato in ritardo e gli ho versato da bere. Era del whisky e coca, che piace molto a tutti e due; avevo appena aperto la bottiglia e, tra risate e confidenze, l’abbiamo bevuta tutta. Eravamo, se non ubriachi, decisamente brilli. Era passata più di un’ora e sapevamo che Angelo sarebbe arrivato da un momento all’altro. Tra risate e battute, di tanto in tanto ci guardavamo con cupidigia: lui si era accorto che avrei voluto baciarlo, toccarlo, sfiorarlo. Improvvisamente, senza nemmeno accorgermene, mi ritrovai la mano di Diego sul seno sinistro, me lo accarezzava da sopra la stoffa della camicetta. L’altra era scivolata, molto lentamente, lungo le mie cosce, verso la fica. L’ho scrutato in viso ed ho capito che era l’occasione giusta per soddisfare tutte le fantasie che avevo avuto con lui e, per vero, non ho fatto niente per ritardarla ancora. Presi a carezzargli il rigonfiamento sui pantaloni, constatando che era molto dotato e già molto eccitato. In pochi secondi l’ho tirato fuori e, molto lentamente, ho cominciato a masturbarlo, mentre con l’altra mano gli tastavo le palle. Dopo pochi minuti non ho più resistito: mi son inginocchiata, ho avvicinato le labbra al suo cazzo e l’ho preso in bocca. Un gemito di piacere è fuoruscito dalla mia bocca, mentre lo sentivo andare e venire tra le mie labbra, constatando che era un po’ più grande di quello di Angelo. Mi ha eccitato tantissimo vedergli la felicità dipinta sul suo viso, mentre continuavo a succhiarlo. Poi si alzò, mi adagiò sul divano, mi spalancò le gambe e vi infilò la testa in mezzo. Aveva iniziato a leccarmi su e giù, tutta la figa gonfia e bagnata. Gli chiesi, con voce languida, di metter la lingua anche nel mio culo e, senza ulteriori inviti, vi provvide. Sono arrivata in pochi secondi.

«Leccami tutta! Bravissimo, continua così! Dai, leccami anche il culo che così vengo! Diego… VENGO!»

Poi ho preso posizione per un 69, per continuare a darci piacere. Davvero bello sentire il suo cazzo in bocca, mentre mi leccava la fica! Ad ogni sua leccata e succhiata, avvertivo tutto il suo desiderio e, data la foga che ci metteva, sono riuscita a venir di nuovo. Pochi secondi dopo, gli ho sentito dire che anche lui stava per venire.

«Lucia! Lucia! Sto per sborrare! Succhiami che sborro!»

Gli ho chiesto di venire nella mia bocca, perché volevo ingoiare il suo nettare.

«Sì, dai, sborrami in bocca!»

Continuavo a succhiarlo così forte che non ci mise molto a sborrare. Mi ha riempito la bocca di nettare e, a sua volta, ha continuato a succhiarmi la fica, fino a ricevere, anche lui, una buona quantità del mio piacere, direttamente in gola. Ho dovuto ingoiare tutto per non affogare da quanta me ne aveva riversato in bocca, mentre aggiungeva che era proprio quanto desiderava facessi. Continuavamo a toccarci e baciarci, era proprio evidente che anche lui mi voleva da tempo. Mi son seduta, lui si è seduto ed io son salita sul suo cazzo, che, tra l’altro, era ancora duro e sono stata brava a farlo entrare nella mia fica, senza problemi. La cosa mi ha anche stupito, perché con Angelo ho sempre dovuto aspettare un po’, prima che si riprendesse dopo aver sborrato. Invece a Diego è rimasto duro dopo essere venuto ed ho nettamente avvertito quanto fosse diventato ancor più grosso e duro nella mia fica, mentre mi scopava. Abbiamo cambiato posizione: lui mi ha disteso e mi è salito sopra. Dopo averlo rimesso dentro, prese a sussurrarmi all’orecchio che era da tanto che mi voleva, che si era masturbato infinite volte, pensando a me.

«Lucia sei meravigliosa! Era da tempo che ti volevo! Sapessi quante volte mi son segato, pensando a te!»

Mi ha scopato così forte da farmi avere un infinito numero di orgasmi, tanto da perderne il conto. Forse nemmeno con Angelo ho goduto così tanto, in una sola volta. Mi sussurrò all’orecchio che stava per venire e, senza ulteriori indugi, lo tirò fuori e mi riempì la faccia di sborra. Dopo aver goduto tantissimo, abbiamo iniziato a parlare e, intimamente, abbiamo avvertito il senso di colpa per aver fatto sesso all’insaputa di Angelo, mio compagno e grande amico di Diego. Abbiamo deciso che quello sarebbe stato un nostro segreto e che la nostra amicizia non avrebbe subìto alcuna scossa. Diego si vestì e se ne andò. Dopo circa quarantacinque minuti, giunse Angelo, senza sospettare alcunché. La sera, nel nostro letto, ho avvertito dentro di me il forte desiderio di confessare ad Angelo cosa era successo con Diego. Sapevo che era una persona di mentalità aperta e che, probabilmente, avrebbe capito, anche se c’era sempre il rischio che si arrabbiasse, mettendo fine alla nostra storia. Ebbene, non solo l’ha capito, ma la sua reazione è stata sorprendente: infatti mi ha chiesto tutti i dettagli di quello che era successo ed è rimasto con il cazzo duro per tutto il tempo in cui è durata la mia esposizione dei fatti. Angelo non ci credeva, me lo ha fatto giurare più volte e, quando l’ha realizzato, che ciò che gli stavo raccontando era vero, e gli ho spiegato che l’avventura era stata ispirata per solo sesso, si è anche incuriosito ed ha iniziato a interrogarmi.

«Bene, tesoro, lo sai che ti amo e, ovviamente, non sono per niente arrabbiato. Dimmi, ti sei divertita? Cosa hai fatto di preciso con lui? Ti è piaciuto? Dimmi tutto senza alcuna reticenza, anzi, voglio che mi descrivi ogni minimo dettaglio.»

Non potevo crederci, non solo l’aveva accettato, ma voleva conoscere tutti i dettagli. Abbiamo parlato per ore e lui mi ha ascoltato, continuando a ripetere che ero la sua “adorabile puttana”.

«Amore, lo sai che sei una “adorabile puttana”? Oggi mi hai reso “cornuto”»

Quando abbiamo finito di parlare, era così eccitato che mi ha preso in braccio, mi ha messo carponi e mi ha spaccato la figa con il suo cazzo. Prima di venire, l’ha tirato fuori e mia sborrato sulle mie tette, riempiendole completamente di crema bianca e calda, e alcune gocce mi son schizzate anche sul collo. Poi con le sue mani ha spalmato lo sperma sul mio seno e sulla mia pancia. Abbiamo continuato a parlare e lui mi ha anche riferito che preferiva che l’avessi fatto con Diego, piuttosto che con qualcun altro, che non era affatto preoccupato per la tenuta del nostro rapporto, in quanto aveva molto apprezzato la mia lealtà per averglielo detto. Eravamo al sabato sera, non avevamo voglia di uscire, preferivamo starcene a guardare un film da internet, insomma qualcosa di tranquillo.
Dopo cena squillò il telefono di Angelo, che rispose, parlò per qualche secondo e riattaccò. Io, curiosa, gli chiesi chi fosse.

«Chi era, tesoro?»

«Nessuno, hanno sbagliato numero.»

All’inizio ne fui un po’ sorpresa, ma, riflettendoci, perché avrebbe dovuto mentirmi? Abbiamo iniziato a guardare il film e, circa quindici minuti dopo, hanno suonato al campanello.

«Chi sarà? Stai aspettando qualcuno, Angelo?»

«No, no, non aspetto nessuno: andrò a vedere chi possa essere.»

È andato ad aprir la porta e, quando ho distolto lo sguardo dalla TV, ho visto che era Diego. L’espressione del mio viso è cambiata completamente, sono diventata pallida, ero in forte imbarazzo, praticamente non sapevo come comportarmi. Entrambi sorrisero e Diego, rivolgendosi a me, fece una battuta ironica.

«Che problema hai, amica mia? Ti ho spaventato?»

«No. È solo che non aspettavamo nessuno e son rimasta sorpresa dal tuo arrivo»

Non sapevo proprio cosa dire. Diego, aveva una bottiglia di whisky e delle bibite in una borsa. Ha poi aggiunto:

«Spero di non disturbarvi, ma non avevo intenzione di far festa da solo; volevo bere qualcosa ed ho pensato di farlo, venendo qui da voi, a chiacchierare un po’»

Ci siamo seduti tutti e tre sul divano, in quello stesso su cui avevamo scopato io e Diego; tra l’altro, al solo a pensarci, mi sono completamente bagnata. Senza poterlo evitare, ho guardato il pacco di Diego ed ho notato un bel pacco gonfio, che mi ha fatto capire quanto era duro, poi ho guardato Angelo ed ho notato che anche lui aveva un’erezione di non poco conto. La situazione stava diventando sempre più eccitante, ero decisamente molto entusiasta per come si stava evolvendo la cosa. Improvvisamente Angelo si alzò, andò nella nostra stanza e apparve con una scatola.

«Cosa hai lì, Angelo?»

«È un regalo per te, Lucia, l’ho comprato oggi, mentre facevo la spesa.»

Lui mi si è avvicinato e ha aperto la scatola: conteneva un perizoma, delle calze ed un reggiseno, tutto molto osé: siamo entrambi cultori della lingerie. Angelo ha fatto una domanda Diego.

«Ti piace la lingerie, Diego?»

«Amico mio, onestamente confesso che è una delle cose che mi eccita di più vedere indosso ad una donna. Spero non ti dispiaccia, ma preferirei che Lucia la indossasse e, di certo, ci apparirebbe molto eccitante.»

Un attimo dopo e, per qualche istante, entrambi mi hanno guardato dall’alto in basso e poi Angelo mi ha fatto una richiesta ben precisa.

«Lucia, perché non ti spogli e provi quello che ti ho comprato?»

Ho categoricamente rifiutato la proposta ed ho risposto:

«Ma che dici? Farmi provare quella biancheria, adesso? Per favore, tesoro, non è il caso di scherzare.»

Quello che è successo dopo, mi ha lasciato davvero stupita. Entrambi son venuti verso di me e, senza dire una parola, hanno cominciato a togliermi i vestiti che indossavo, quasi con la forza, senza che io potessi far nulla per impedirlo. Quando sono stata completamente nuda, Angelo si chinò e prese a farmi indossare il perizoma. Ero talmente stravolta in quel momento, da sembrare come in “trance”, non facevo più alcuna resistenza e, anzi, mi lasciavo trasportare dagli eventi. Intanto Diego mi aveva messo il reggiseno. Angel tirò fuori le calze, invitandomi a sedere per rendere l’operazione più facile. Era molto eccitante sentire quelle quattro mani che mi toccavano le gambe; non ero mai stata toccata da due ragazzi contemporaneamente e tutto era davvero molto eccitante. Mi hanno portato in camera e mi hanno steso supina sul letto, mi hanno legato mani e piedi e mi hanno infilato in bocca una specie di palla di gomma, per poi prendere a carezzarmi tutto il corpo. Non potevo crederci, erano d’accordo, avevano programmato tutto. Stavo sentendo quattro mani che andavano su e giù lungo tutto il corpo, concentrandosi soprattutto su tette e fica. Ero un lago fra le cosce. Mentre Angelo mi sfregava la fica, Diego mi massaggiava le tette. Poi il mio ragazzo ha chiesto a Diego di leccarmi la fica, ma voleva che lo facesse molto lentamente e con dedizione, per darmi il massimo piacere fino a che fossi venuta più volte per merito della sua lingua.

«Dai, amico, lecca la fica di questa puttanella e falla godere tantissimo, al punto che dovrà assaporare per bene ciò che sente.»

Angelo ha preso la videocamera al fine di immortalare la favolosa leccata che mi stava facendo Diego. Dopo pochi minuti ha posizionato la telecamera sopra un supporto ed ha deciso di partecipare. Cominciò a baciarmi lentamente il collo, scendendo fino ai seni. Cominciò a leccarli, passando alternativamente dall’uno all’altro; lo faceva con particolare delicatezza e dolcezza. È stata una sensazione fantastica sentire entrambe le lingue che mi davano piacere. Hanno fatto quello per più di una ventina minuti e, all’improvviso, si sono fermati. Mi hanno liberato le mani e, anche se non sapevo cosa avevano intenzione di fare, hanno cominciato a spogliarsi, mentre io mi accarezzavo la figa e le tette. Ero super eccitata perché, nello stesso tempo, avevo due ragazzi davanti che erano lì nudi per scoparmi e farmi di tutto. Li vedevo piuttosto eccitati, mentre mi guardavano che mi masturbavo; hanno preso a farlo anch’essi, senza sosta, guardandomi in maniera oscena, perché, a mia volta, li eccitavo, dando spettacolo di me che inserivo diverse dita nella fica e mi toccavo le tette. Ovviamente il fatto di vederli masturbarsi entrambi davanti a me mi rendeva ancor più sfrontata. Ogni tanto toglievo le dita dalla figa e me le mettevo in bocca, per assaporare il gusto dei miei stessi umori. Poi c’è stata una vera sorpresa: ho visto Diego che ha avvicinato la sua mano al cazzo di Angelo. È stato fantastico! Diego ha iniziato a masturbare il mio ragazzo e lui ha risposto, ricambiando. Non riuscivo a crederci: Angelo e Diego si masturbavano a vicenda. A vedere quelle cose, mi sono eccitata davvero tanto, ma anche sconvolta, perché non pensavo potesse coinvolgermi così tanto. Ora avevo una voglia matta di scopare.

«Ragazzi, vi prego, ragazzi, vi voglio entrambi. Scopatemi! Vi prego, scopatemi!»

Senza degnarmi di alcuna considerazione, Angelo guardò Diego e disse:

«Cosa ne facciamo di questa puttana? La scopiamo o la lasciamo qui a desiderare di esser sbattuta? Dimmi, amico, vuoi fotterla o ce ne andiamo?»

Diego ha continuato a parlare con lui, senza tenermi in nessuna considerazione.

«Non lo so. Forse è meglio che andiamo in un’altra stanza e lo facciamo tra noi; la lasciamo qui a desiderare di esser fottuta, oppure possiamo anche chiamare una prostituta e scoparcela mentre lei è legata e ascolta da questa stanza, mentre scopiamo l’altra.»

I bastardi dicevano davvero queste cose per farsi pregare. Volevano che li implorassi a scoparmi e son riusciti nel loro intento.

«Per favore, Angelo, ti prego, fottimi! Voglio che tu mi riempi la fica con il tuo piacere! Vi prego, per favore… fottetemi! Diego, Angelo, figli di puttana, fottetemi, adesso!»

Si son guardati l’un l’altro e poi hanno guardato me; Diego, sorridendomi, ha detto:

«Va bene, troia; rimarremo e ti scoperemo noi due, per tutta la notte, ma sarai stata tu a volerlo!»

Angelo si è avvicinato a me, mi ha afferrato per i capelli e ha detto:

«Succhia, cagna! Prendilo tutto in bocca, puttana!»

Nel frattempo avevo già sentito la lingua di Diego nella mia fica; era stato bellissimo succhiare un cazzo mentre ti facevi leccare la fica! Diego, di tanto in tanto, si fermava e cominciava ad insultarmi, il che, tra l’altro, serviva ad irretirmi ancor più.

«Sei una piccola puttana! Sei una zoccola e ti sfonderemo la fica, puttana! Dai, troia, succhia bene Angelo che poi ti scoperà per bene, mentre tu dovrai succhiarlo a me!»

Avevo già goduto diverse volte; la mia fica gocciolava, sembrava come se mi fossi pisciata addosso. Improvvisamente il mio ragazzo me l’ha tolto di bocca e Diego ha preso il suo posto. Angelo ha iniziato a masturbarsi, guardando come succhiavo il cazzo al suo migliore amico e mi ha anche insultato, facendomi eccitare di più.

«Brava, troia! Succhialo per bene! Gustatelo tutto il suo cazzo! Dai, leccalo bene con la tua lingua da troia! Così, troia, infilalo fino in fondo, voglio vedere come il suo cazzo scompare nella tua bocca; ingoialo tutto, puttana!»

Ero eccitatissima nel sentirmi considerata troia e ci godevo davvero tanto. A sua volta, Diego, ha confermato al mio ragazzo il piacere che stava provando nel farselo succhiare da me.

«Accidenti, questa puttana della tua ragazza lo succhia proprio bene: è fantastica! Guarda come succhia e ingoia! Angelo, guarda quanto è puttana! Lo ingoia tutto per intero, fino in fondo! Guardala! Che succhiacazzi stupenda hai per fidanzata! Guardala!»

Angelo non ha resistito alla scena ed ha iniziato a scoparmi. Mi ha infilato il cazzo tutto dentro con un solo affondo. Lo ha fatto in modo bestiale, molto rudemente, proprio ciò che volevo in quel momento: sentirmi usata e sfondata da lui e Diego. Era una furia scatenata. Mi scopava davvero con forza e passione, unita ad una dose di rabbia, gelosia, che non avevo mai avvertito in lui. Ho capito che, nello stesso momento in cui me l’ha messo dentro, al vedermi succhiare Diego gli ha provocato una eccitazione tutta particolare. Mentre Angelo mi sfondava la fica con colpi di cazzo tremendi, io masturbavo Diego, gli massaggiavo le palle e lui ha continuato ad accarezzarmi i seni ed a strizzarmi i capezzoli. Ero davvero in totale delirio erotico, che mi stava portando all’estasi. Diego mi ha avvertito che stava per venire e voleva farlo sul mio seno.

«Eccomi, sborro! Sì, sborro sui tuoi seni da puttana!»

Anche Angelo era pronto, l’ha tirato fuori per venire sulla mia fica. Curiosamente entrambi hanno sborrato praticamente nello stesso momento. Diego l’ha fatto sulle mie tette e ha versato tanto di quello sperma che è scivolato sul mio corpo, andandosi ad unire a quello che il mio ragazzo aveva depositato su di me. Sfiniti ci siamo distesi ed abbiamo iniziato a rivangare tutto quello che era successo, giungendo alla conclusione che era stato qualcosa di meraviglioso. Diego è rimasto con noi per una settimana, durante la quale mi hanno scopato anche in doppia.
Quando mi hanno inculato, ho avuto la sensazione che me lo stessero aprendo di nuovo. Li ho sentiti entrare con forza, ma ne ho goduto davvero tanto quando, insieme, mi hanno sborrato dentro. Ho avuto un orgasmo squassante proprio in quel momento. Ora lui è tornato a lavorare nella mia città, frequenta una mia amica molto troia e adesso io e Angelo li stiamo aspettando per cenare insieme a casa nostra. Sono così eccitata che sento il perizoma già tutto inzuppato. Dubito che mangeremo molte pietanze: credo che il piatto di base sarà carne di porci, cruda e succulenta.

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Incontro al museo

Posted by admin under Incontri Erotici on domenica Gen 29, 2023

Francesca era emozionata perché era nel museo in cui desiderava andare da molto tempo, per vedere il “Cristo morto” di Andrea Mantegna.

Lei non era religiosa, ma le piaceva quel quadro perché il Cristo non era in piedi, ma sdraiato e in primo piano c’era un piede un po’ piagato.

Il museo era la Pinacoteca di Brera a Milano, non era molto affollato, ma nella sala del “Cristo morto” c’era un uomo vicino al quadro.

Francesca era infastidita, voleva vedere assolutamente quella tela, ma non voleva chiedere spazio a quell’individuo.

L’uomo si voltò, era alto e con due occhi neri ardenti, che la scrutarono con interesse.

Francesca non era una vamp e quel giorno si era vestita comoda senza niente di aderente o sexy.

Lui le fece spazio senza dire nulla, ma accennando un sorriso cui lei rispose allo stesso modo.

Ad un certo punto Francesca svenne e mentre stava per cadere sul pavimento due braccia vigorose la sostennero prima che si facesse del male.

Anche un custode venne a vedere che fosse successo e si prodigò per portarle acqua e zucchero per tirarla un po’ su.

Ero allo stesso tempo indispettita e in estasi per la forte attrazione che provava verso il suo salvatore e anche per lui sembrava essere lo stesso da come la guardava.

Il custode venne e ruppe l’idillio. Il custode aveva portato anche una sedia, su cui a malincuore Francesca si sedette.

Nel frattempo, il suo soccorritore si presentò: si chiamava Pietro e anche lui ammirava molto il quadro del Mantegna ed era venuto apposta per vederlo.

Francesca gli disse che non era un’esperta d’arte, ma che quel quadro l’aveva colpita ed era anni che voleva vederlo.

Pietro rispose che anche per lui era lo stesso.

Francesca rimase seduta per una ventina minuti finché sentì ritornare un poco le forze, così Pietro cavallerescamente le diede il braccio su cui appoggiarsi e uscirono dal museo.

La donna aveva un fitto programma di visite a musei e mostre, ma si sentiva troppo stanca e desiderava solo un letto.

Pietro le chiese se non fosse il caso di andare al pronto soccorso, ma Francesca rispose che voleva solo dormire.

Lei pensava di essere stata colpita dalla sindrome di Stendhal ossia capogiri, vertigini, talvolta allucinazioni che si hanno al cospetto di opere d’arte specie in spazi limitati.

Lo disse a Pietro e lui rispose che poteva essere, ma non lo sapeva.

La portò al suo hotel con un taxi e si scambiarono il numero di telefono.

Lui si raccomandò di farsi vivo per qualsiasi cosa.

Pietro disse che sarebbe andato a vedere “Il cenacolo” di Leonardo.

Francesca rispose che aveva in programma di vederlo appena si fosse rimessa in piedi.

Lei si mise a letto e si svegliò alla sera molto affamata, quando il ristorante dell’hotel era già chiuso.

Il concièrge fu molto gentile e le ordinò una pizza, che arrivò una mezz’ora dopo.

Francesca la mangiò e si riaddormentò fino alla mattina successiva, quando si alzò alle sei come sua consuetudine.

Lei era in piene forze e uscì per una passeggiata mattutina, poi tornò, si fece la doccia e scese a fare colazione.

Francesca aveva in programma di visitare vari musei e mandò un whatsapp a Pietro per chiedergli se l’accompagnava.

Lui rispose che l’avrebbe fatto molto volentieri e le chiese se stesse bene. Lei rispose che era in piene forze e sperava che quel giorno nessuna opera d’arte le facesse lo stesso effetto del “Cristo morto”.

Si accordarono per incontrarsi poco dopo.

La giornata trascorse frenetica, ma molto piacevole. I due scoprirono anche di essere dei lettori forti e molto appassionati di musica, che consideravano essenziale nella loro vita.

Pietro si comportò correttamente anzi a dire la verità a lei sembrava un po’ frenato.

La sera si dovevano vedere al ristorante e Francesca osò, mettendosi un vestito osè, molto scollato sul davanti, che metteva in mostra parte dei suoi seni abbondanti.

Pietro si era vestito più elegante di quanto l’avesse visto fino a quel momento.

Lui le disse che era bellissima, ma non la baciò sulla bocca come avrebbe sperato Francesca.

Pietro la guardava con più interesse del solito, ma sempre molto controllato.

Francesca durante la cena, si sfilò una scarpa e mise senza indugi il piede sul cazzo di lui che era già abbastanza duro.

Pietro disse che aveva caldo e si sbottonò un po’ la camicia. Nel frattempo, Francesca continuava a strusciare il piede sul suo cazzo, finché sentì che era in erezione.

Pietro era paonazzo, un po’ in imbarazzo da come parlava a monosillabi a Francesca, che invece riusciva ancora a sostenere una conversazione brillante.

Lei con gli occhi gli fece capire che voleva di più, lui aprì la zip e lei sentì il pene pulsante sotto il suo piede.

A questo punto, anche lei non riusciva più quasi a parlare e stava sudando un po’ per l’eccitazione e un po’ per il brivido di fare una cosa simile in un luogo pubblico.

A questo punto, Pietro fece una cosa che l’indispettì, si tirò su la zip, chiese il conto e si fece chiamare un taxi, chiedendo a Francesca di andare con lui.

I due andarono nel suo hotel, nell’ascensore si misero l’uno nella braccia dell’altro e nella camera si spogliarono rapidamente, buttando i vestiti a terra.

Francesca vide che Pietro era sempre in erezione e senza dire nulla lo fece sdraiare e si mise sopra a cavalcarlo.

Lui venne rapidamente e si scusò, ma lei gli disse che avevano tutta la notte per giocare tra loro.

Pietro rispose che era vero e le disse che avrebbe voluto baciarla appena l’aveva vista, ma non sapeva se lei fosse impegnata.

Francesca non rispose nulla, lo baciò con passione in bocca e lui rispose con uguale intensità.

Nel frattempo, le sue mani percorrevano il corpo di Francesca e si soffermarono sulla sua fica.

Lui esplorò le sue labbra sporgenti, il suo clitoride cicciuto e le disse che aveva una gran fica che voleva scopare per bene.

Lei gli chiese se la poteva leccare dopo essersi lavata, ma lui la sorprese dicendo che amava leccare il proprio sperma.

Francesca disse che era un porco e lui rispose che anche lei lo era, dato il comportamento al ristorante.

Lei gli disse che non si era mai comportata così in vita sua.

Lui si mise a leccarla con perizia, facendola venire diverse volte finché lei gli chiese di dargli il suo cazzo in bocca.

Pietro glielo diede e lei constatò che era un bel cazzo ed era mezzo duro. Lei si mise a leccarlo e succhiarlo finché lui non fu di nuovo in erezione.

Pietro le voleva sfondare la fica, così lei si mise a gambe larghe e lui procedette a penetrarla con forza e vigore con lei che urlava dal piacere, per cui le mise una mano sulla bocca per attenuare il rumore delle sue urla.

Francesca venne svariate volte finché lui le chiese dove dovesse eiaculare e lei rispose nella sua bocca, che accolse il suo seme con golosità e lo ingoiò fino all’ultima goccia.

Lei non era ancora sazia del suo cazzo e continuò a tenerlo in bocca, finchè gli disse che non era mai stata tanto soddisfatta a letto.

Pietro le disse che di solito non era così porco, ma evidentemente con lei c’era una chimica particolare.

Francesca si mise su un fianco e Pietro dietro di lei le accarezzava il culo, lo baciava mentre con una mano la masturbava dolcemente, facendola venire ancora.

Lei aveva ancora voglia e si mise a masturbarsi messa alla pecorina.

Pietro disse che non aveva mai visto una donna masturbarsi in tale modo.

Lui si eccitò moltissimo vedendola e le disse che non era solo porca, ma troia.

Lei ci rimase un po’ male, ma non gli disse nulla perché voleva continuare quella nottata con lui.

Pietro prese qualcosa e si mise a carezzare l’ano di Francesca con un lubrificante apposito.

Francesca gli disse che non l’aveva mai fatto e Pietro rispose che era l’ora. Lui le fece sentire la punta del cazzo sul buchino e lentamente, ma inesorabilmente la inculò.

Lei in primis sentì dolore, ma poi ondate di piacere mai provato la travolsero come non mai, finché non sentì lo sperma caldo di Pietro.

Lui le disse che quella era sicuramente la migliore inculata che avesse mai fatto in vita sua, forse c’era anche l’orgoglio di averla sverginata lì.

Francesca ammise che era stavo incredibile e gli disse che aveva una grande voglia di masturbarsi.

Sì, era senza limiti già da sola, ma con lui, lo era ancora di più.

Pietro disse che era la prima volta che una donna si masturbava davanti a lui senza vergognarsi.

Lei gli chiese di cosa dovesse vergognarsi visto che era una cosa naturale, da cui traeva molto piacere e di cui non riusciva a fare a meno.

Pietro le disse che la capiva perché anche lui amava masturbarsi, ma non l’aveva mai fatto davanti a una donna.

Lei si mise a masturbarsi sdraiata a gambe larghe con una mano sul seno destro a titillare il capezzolo che si inturgidì in brevissimo tempo.

Pietro si mise a baciarla in bocca e a toccargli i capezzoli fino a che non fu nuovamente pronto per penetrarla più dolcemente di prima, ma sempre con vigore.

Lei godette in maniera meno rumorosa di prima, finché lui le chiese se poteva sborrargli in bocca e lo fece in maniera copiosa.

Lei lo baciò in bocca, lui si mise dietro di lei e le disse che era il caso di dormire qualche ora se domani avevano intenzione di vedere qualche museo.

Francesca disse che avrebbe trovato interessante anche stare a letto con lui. Non era mai stata un intero giorno a letto per fare sesso.

Pietro rispose che lui l’aveva fatto e che era una bella maniera di trascorrere il tempo.

Smisero di parlare e si addormentarono stanchi, ma molto soddisfatti.

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