Dovevo andare solo per una spagnola

Posted by admin under Incontri Erotici on domenica Ott 23, 2022

Era da un po’ che non facevo sesso con qualcuno, quindi perché non chiamare il mio amichetto e dirgli chiaramente di volergli succhiare l’uccello? Nello stesso momento mi è arrivato un suo messaggio.”Ciao Cassy, stasera pizza con gli altri?”. “Si, ma prima vengo a svuotarti le palle con una spagnola”. “Ce l’ho già duro”. “Alle 20 sono da te”. Mi sono lavata, vestita come un angioletto ma con intimo sexy. Alle 20 sono entrata nel suo studio, ho chiuso la porta a chiave e mi è saltato addosso. “Sbottonami la camicetta, c’è una sorpresina”. Mentre lo faceva, aveva gli occhi fissi sul seno, si è leccato le labbra, come faceva ogni volta che l’eccitazione aumentava. Mi ha sorriso quando ha notato il body di pizzo nero che abbracciava il mio seno enorme, i laccetti che scendevano e le chiusure semiaperte percorrere il mio corpo fino al monte di venere. Mi sono liberata della camicetta. “Ti piace?”. “Oh sì, eccome. Sei così sexy, mi vuoi fare impazzire!”. “Esatto. Ora vuoi continuare a guardarmi o vuoi fare qualcosa?”.

Mi ha afferrato un seno e ha cominciato a massaggiarlo dolcemente mentre mi baciava il collo. Ho inarcato il corpo porgendogli tutta me stessa, carica di desiderio. Con una mano gli massaggiavo il pisello da sopra i jeans. Lo sentivo ingrandirsi sempre di più e questo ha fatto scattare la ninfomane che è in me. Mi sono tirata su, gli ho slacciato i jeans e ho infilato la mano nelle mutande. Volevo sentire l’erezione in tutta la sua grandezza, sentire il suo calore e le pulsazioni tutte per me. Mentre muovevo la mano, lui mi ha abbassato i jeans. Ha cominciato a massaggiarmi i fianchi per poi accarezzarmi tra le cosce. “Ho voglia, voglio scoparti.”. “Ma non volevi fare solo una spagnola?”. “Volevo, ma sarebbe un peccato non approfittare di questo pezzo di marmo!”.

Gli ho sorriso vogliosa, mi sono inginocchiata e, mentre lui mi seguiva con lo sguardo, ho bagnato la punta. Lui ha avuto un sussulto. Gli piace quando sono avida con la lingua. Ho cominciato a bagnare tutta la punta, giocando con la lingua e le mani su e giù. Sono scesa ancora e ho cominciato a succhiargli le palle, mentre lui godeva con la mia bocca e la mia mano. Era così duro che avevo paura che venisse subito, così l’ho accompagnato alla sedia, l’ho fatto accomodare e mi sono inginocchiata ancora. Ho fatto colare tanta saliva sulla punta che poi ho cosparso con la mano lungo tutta l’asta. Era così scivoloso ed io avevo una voglia pazzesca. Ma gli avevo promesso una spagnola, così mi sono sollevata e ho liberato le tettone. L’ho avvolto tra loro, stringendolo il più possibile e muovendomi su e giù. L’ho guardato, era come se fosse andato in estasi. La morbidezza delle mie tettone intorno al suo cazzo duro come il marmo. Era tutto bagnato e scivoloso. Era così duro che non riusciva a star fermo, pulsava e si dirigeva sempre verso l’alto. Non ho resistito, mi sono abbassata di nuovo per succhiarlo. È così bello farlo quando è al massimo della durezza. È una sensazione strana, è duro come il marmo ma la pelle è morbida, ti invita a baciarla e stringerla con le labbra … e con qualsiasi altra parte morbida e calda del tuo corpo.

Eravamo entrambi eccitati come non mai. Gli ho infilato il preservativo e mi sono seduta su di lui dandogli le spalle. Mi sono strusciata su di lui, mentre mi accarezzava le natiche e me le allargava mostrando i buchetti. Mi ha spostato leggermente il body e mi ha fatta sedere sul suo cazzo. Ho cominciato a ondeggiare e a godere, sentivo la sua durezza muoversi dentro di me, strusciare sulle pareti della vagina e toccare i miei punti di piacere. Ma per quanto fosse eccitante quella posizione, non era molto comoda, così mi sono alzata e mi sono poggiata a pecora contro il muro,aprendomi le cosce.”Vieni qui, scopami contro il muro”Da bravo obbediente amico eccitato non se l’è fatto ripetere due volte. Mi sono sentita aprire e penetrare di colpo. Così lo sento di più. Adoro stare a pecora e sentirlo tutto dentro di me, sottomessa a lui e ai suoi colpi. Abbiamo continuato così per un po’, godendo insieme, ma poi lui “Voglio vederti godere, voglio vedere l’espressione del tuo viso mentre scopiamo””Allora siediti lì, ché ora ti faccio vedere tutto quello che vuoi”Una volta seduto, mi sono avvicinata stringendogli un po’ le gambe e mi sono seduta su di lui. Mi sono sentita impalata. Ho sentito scorrere gli umori su di lui. L’ho abbracciato per reggermi meglio. D’istinto mi ha afferrata per il culo e con le mani ha cominciato a spingere, seguendo i miei movimenti e sculacciandomi. L’ho scopato sulla sedia, inarcando la schiena, gettando la testa all’indietro e cedendogli le tettone. Me le ha baciate, leccate e di tanto in tanto succhiava i capezzoli facendomi aumentare il piacere. Ho aumentato il ritmo, ho sentito aumentare la temperatura del mio corpo fino al cervello. Mi sentivo così troia, dominatrice, mentre lo rendevo mio. Ho avuto 3 orgasmi intensi. Ho goduto. Ho ansimato. Ho urlato da restare senza voce. Però volevo vedere esplodere anche lui. Mi sono alzata e mi sono messa di nuovo in ginocchio tra le sue gambe. Ho tolto il preservativo impregnato dei miei orgasmi. Aveva il mio odore, questo mi ha eccitata ancora di più. Mi sono fiondata su di lui con la bocca e l’ho ingoiato centimetro dopo centimetro sentendolo pulsare dentro la mia gola. Ho cominciato a succhiarlo e stringerlo con una mano dalla base verso l’alto. Era eccitatissimo, seduto sulla sedia, con la testa all’indietro e la bocca semiaperta mentre godeva. Mi sono sollevata con la testa e mi sono avvicinata col seno. “Voglio che sborri sulle tettone”Ci siamo scambiati un sorriso.”In fondo sono venuta per questo.” Ho sorriso di nuovo e poi ho guardato la sua eccitazione esplodere. Mi sono arrivati tanti schizzi caldi sulle tettone, alcuni più violenti sono arrivati al collo, altri sono andati a terra. Era un fiume in piena. Lo sperma continuava ad uscire come se si fosse aperto un rubinetto di piacere. Penso di non aver mai avuto uno sguardo così soddisfatto come quella sera.

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Come una puttana

Posted by admin under Incontri Erotici on venerdì Ott 21, 2022

Essere scopato da tre uomini mi aveva eccitato molto. Eppure, il giorno seguente, vedendo le autoreggenti lacerate e mettendo a lavare il vestitino pieno di macchie di sperma e saliva, provai una certa vergogna. Negli ultimi tempi mi ero comportata da vera troia. Mi feci una doccia calda per rilassarmi.

Ero persa nei miei pensieri, quando qualcuno suonò al campanello. Andai ad aprire frettolosamente, si trattava di Mauro. S’introdusse furtivamente nel mio appartamento e disse:

“Ho parlato di te a un mio amico, vorrebbe conoscerti”.

Capii immediatamente l’antifona.

“Cosa intendi quando dici che vuole conoscermi?”.
“Quando ti fingi innocente, me lo fai venire duro come il marmo – rispose il maschione – intendo che vuole scopare. Ma stai tranquilla, è uno che paga bene”.
“Mauro, ma sei impazzito?! Io non sono mica una puttana”.
“Abbassa la voce troietta. A non fare la puttana fai male, quando ti travesti sembri una ragazza pin up, faresti un sacco di soldi”.

Tirando fuori il tema dalla prostituzione, Mauro aveva toccato un tasto sensibile. L’idea di scopare per soldi mi faceva pulsare la fichetta anale.

“Francesco, se vuoi, ti passa a prendere questo fine settimana alle 22. Va bene?”.

Non dissi nulla.

“Intuisco che va bene. Ti avviso: è un dominatore”, disse, e se ne andò.

Il fine settimana successivo ero pronta. Siccome Mauro mi aveva detto che Francesco era un dominatore, optai per un trucco e un abbigliamento da bambola: abbondante fondotinta, ombretto rosa sulle palpebre, ciglia finte molto lunghe, blush rosa sulle guance, labbra a cuore, lentiggini finte per darmi un’aria fanciullesca, autoreggenti bianche, come la camicetta, tacchi plateau rosa in tinta con la gonna. Decisi, per l’occasione, di infiocchettarmi il cazzo con un nastro, sempre rosa.

Infine, indossai un trench in pelle rosa shocking e andai ad aspettarlo sotto casa. Un Suv mi affiancò e salii. Il mio fottitore indossava un completo grigio e, per la prima volta, notai che assomigliava, in viso, al primo ministro ungherese Viktor Orbán. Il maschione, come immaginavo, fece una serie di commenti sarcastici:

“Mauro mi ha detto che sei uno studente, ops, studentessa universitaria. I tuoi genitori ti credono una brava ragazza”.
“Sì”, risposi.
“Potrei essere tuo padre”, disse lui.
“Lo so e la cosa mi eccita”, controbattei con aria maliziosa.

Arrivammo a casa sua, un villino in una rinomata zona residenziale. Mi tolsi il trench e Francesco iniziò a schiaffeggiarmi chiamandomi “troia” e “puttanella”. Mi sbattè contro il muro e mi disse di tirare fuori il “cazzetto”. Quando vide il fiocco si mise a ridere:

“Non so se mi fa più ridere il fiocchetto o le dimensioni. Sei proprio una checca”. Poi, iniziò a darmi degli schiaffi al cazzetto e a pizzicarmi le cosce. Per farlo eccitare emisi dei gridolini e con una voce in falsetto dissi: “non mi fare male”. La cosa, ovviamente, lo eccitò ancora di più e a quel punto mi chiese d’inginocchiarmi e di slacciargli i pantaloni. Cosa che feci con studiata lentezza.

Mi trovavo genuflesso sul tappeto di un salotto, tra le cosce di un uomo leggermente sovrappeso. L’ennesimo al quale mi sarei sottomessa con godimento.

Francesco mi chiese di tirargli giù i boxer con la bocca. Cosa che feci immediatamente, portandoli fino alle caviglie. A quel punto, mi afferrò la nuca e mi premette il viso contro i coglioni gonfi, dicendo: “Annusami le palle, mignotta”. Poi, mi schiaffò il cazzo in gola, spingendolo in fondo e facendomi lacrimare. Lo estrasse e iniziò a sbattarmelo sulla faccia. Me lo rimise in bocca, tenendolo premuto contro la parte interna di una guancia e disse:

“Ripeti: mi piace il cazzo, scopami papà”. Ripetei la frase; poi mi chiese di dire: “Sono una puttana senza dignità” e di nuovo replicai la frase, che uscì strozzata per via del cazzo nella bocca. Ancora più infoiato di prima, riprese a sbattermi con violenza la cavita orale. La saliva colava schiumosa e il trucco, che avevo preparato con cura, si stava disfacendo. Francesco mi venne sul viso, schizzandomi tutta la faccia di sperma –  una goccia mi colpì in pieno occhio destro –, poi ringhiò:

“Non ho finito con te, zoccola”. Mi afferrò per i capelli, corti ma prensili, mi sollevò e con un calcio in culo mi disse di andare in fondo al corridoio, nella sua camera da letto. Lì, con strattoni e schiaffi, mi mise una paio di manette, una ball-gag e mi fece collocare “a pecorina”. M’infilò nel culo delle palline anali. Lo fece con lentezza, facendomi godere. Se il mio ano ne respingeva una, lui la spingeva dentro insieme a mezzo dito indice. Nel frattempo, con un frustino mi dava dei colpetti sui coglioni, chiamandomi “finocchietto” e “femminuccia”.

Stancatosi di giocare col mio buchetto e la palline, passò alla penetrazione vera e propria, durante la quale non smise mai di ripetere frasi come “ti riempio di sborra”. Dopo l’inculata, lo sentii armeggiare alle mie spalle, poi avvertii una scossa attraverso il retto e la pancia. Emisi un verso simile a uno squittio e caddi in avanti. Francesco mi aveva messo nel culo una bacchetta elettrificata, di quelle che, a volte, si vedono nei film porno. Eccitato dalla mia reazione, mi diede la scossa sulle gambe, i capezzoli e sul cazzetto. La sua minchia era tornata dura. Mi tolse manette e la ball-gag e mi chiese un nuovo pompino, che gli feci con piacere.

Pochi minuti dopo mi stava riaccompagnando a casa. Mi disse che era proprietario di un nightclub, che gli sarebbe piaciuto avermi come “attrazione”. Arrivati a destinazione, mi mise in mano una banconota da cento euro e quasi mi spinse giù dall’auto. Non ero andato da lui per soldi né avevo intenzione di chiederli. Averli ricevuti, come una vera puttana, mi soddisfece. Entrai in casa ed ero distrutta: le gambe mi dolevano, il culo mi bruciava, la bocca era irrigidita, la camicetta lacerata. Ma come sempre ero felice.

P.S. se ti sono piaciuti i miei racconti, sarei felice di avere la tua opinione. Puoi scrivermi anche a questo indirizzo email: prettylola@libero.it
P.P.S non è un annuncio. Non faccio incontri.

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Giochino a tre: 20° atto

Posted by admin under Incontri Erotici on mercoledì Ott 19, 2022

Sono a casa a scrivere racconti erotici anche ispirati dai giochi sessuali che ho fatto ultimamente. Non aspetto nessuno, quando improvvisamente suona il campanello.

E’ il postino che già mi guarda con occhi assassini verso la scollatura, io cerco di tapparla, ma ormai lui ha visto. Quindi, mi leva la maglietta e il reggiseno e si mette a succhiarmi, a leccarmi i capezzoli mentre io presa di sorpresa non faccio altro che gemere, gemere. Quindi, lui mi toglie anche i pantaloni e si mette a leccarmela facendomi venire. Nel frattempo, siamo passati dal salotto alla camera da letto. Lui conduce il gioco come se mi conoscesse da sempre. A questo punto, io gli tolgo la cintura, tiro giù la zip ed esce un cazzo di notevoli dimensioni. Io mi eccito ancora di più. Lui mi chiede se mi piace la pecorina. Io rispondo di sì e molto. Però propongo di ri andare in salotto di mettermi mezza sdraiata con il busto sul tavolino e con il culo all’insù, mentre lui in piedi potrà penetrarmi in maniera più profonda.

Lui dice che ho ragione quindi andiamo al tavolino e mi metto in posizione e lui mi penetra in un solo colpo, facendomi all’inizio un po’ male. Poi, invece si muove più lentamente facendomi gemere, gemere per non so quanto tempo fino a che sento la sborra calda nella mia fica. Mi dice che ho veramente una fica di prima categoria. Io gli rispondo che anche il suo cazzo è veramente notevole. Lui mi dice se sono interessata ad un altra scopata. Io gli rispondo che l’abbiamo appena fatta e lui mi dice che tra una erezione e l’altra passano pochi minuti, di solito.

Io gli dico che vorrei fare tanto un pompino se lui è d’accordo. Lui lo è. Andiamo in camera lui sta in piedi, io accucciata gli prendo in mano il cazzo che è veramente durissimo, poi lo lecco, lo prendo lentamente in bocca. Poi, lui si muove scopandomi la bocca finché sborra senza avvertirmi. Io ingoio con goduria e lui mi dice che è veramente soddisfatto perché è la prima volta che una donna ingoia la sua sborra.

Mi dice che ora vorrebbe incularmi, io dico che si lo sono stata inculata, ma non da un cazzo così grande e grosso. Allora lui mi risponde che vorrebbe farlo con io sopra e così facciamo e io godo, godo, muovendomi piano su quel cazzo. Lui viene dopo un tempo che mi sembra infinito con ancora tanta, tanta sborra.

Io gli dico che non ho mai incontrato un uomo con questa resistenza e lui mi risponde che non credeva a vedermi che fossi così disinibita. Gli dico che è la prima volta che lo faccio con un postino e che da ora in poi quando vorrà potrà suonarmi e se non risponderò vorrà dire che sono impegnata. Gli dico che sono impegnata in un trio, ma non so se loro vorranno accogliere un nuovo elemento, prima dovrei parlarne con loro. Quindi, telefono a Caterina gli parlo del postino e del suo cazzo e lei sembra davvero curiosa di provarlo. G. è dubbioso, ma mi sente entusiasta e quindi sì, la prossima volta ci vedremo in quattro.

Ci vediamo a casa di G. io arrivo con il postino che si chiama Marco. Caterina si avvicina a Marco e inizia a spogliarlo, mentre lui spoglia lei. Senza tanti preamboli se ne vanno in camera, lasciando me e G. da soli. G. è un po’ arrabbiato perché gli piace giocare con noi due donne. Io gli rispondo che c’è tempo, ora Marco e Caterina si debbono conoscere come io ho già conosciuto Marco. Quindi, propongo a G. di fare sesso, gli faccio vedere la mia biancheria intima che ho comprato in un sexy shop. E’ quella col buco, così sente subito quanto sono bagnata e si eccita velocemente con una bella erezione. Dice che mi vuole subito lì sul tavolino quindi mi fa allargare le gambe e poi metterle sopra le sue spalle così da penetrarmi in maniera profonda. Io non aspetto altro e lui mi penetra con un solo colpo facendomi quasi male, ma allo stesso tempo mi arrivano ondate di piacere estremo. Poi continua a entrare e uscire, entrare e uscire dalla mia fica dicendomi che è proprio eccezionale finché non sborra e io vengo selvaggiamente.

Poi ci baciamo sulla bocca, poi la sua bocca scende giù verso i seni che succhia in maniera avida. E’ così che ci trovano Caterina e Marco che ci propongo di andare in camera per vedere di giocare almeno in tre con il quarto che farà il passivo guardando. Quindi, io, Caterina e Marco andiamo a letto mentre G. si mette nella poltrona a guardarci. Marco si mette a leccare la mia fica mentre Caterina mi succhia i capezzoli. Caterina chiede a Marco di trombarmi con io sopra, mentre lei mi inculerà con il vibratore medio. Io dico che ho un po’ paura, ma Caterina ribatte che debbo solo pensare a godere. Così mi metto sopra il cazzo di Marco e Caterina lentamente mi infila il vibratore e io godo come non mai. Però mi viene in mente che potrei essere posseduta da due uomini e non da un uomo e un vibratore. Dico quello che penso, ma G. non è molto propenso. Gli sembra veramente troppo. Se proprio voglio due cazzi, mi potrà far avere il suo in bocca e allora mi propone di mettermi alla pecorina con Marco dietro e lui davanti che mi darebbe il suo cazzo in bocca.

Così facciamo e io godo, godo, godo come non mai per un tempo indefinito, finché non vengo. G. però non è venuto e quindi Caterina gli finisce il pompino. Guardo G. e so perfettamente che non è contento e forse è un po’ geloso di Marco, visto che, tra una erezione e l’altra passano pochi minuti ed è già pronto per riprendere con Caterina che non lo fa attendere. Io vado da G., ma lui si ritrae, si vergogna perché il suo cazzo è ancora moscio, ma io gli dico che è normale e che è Marco che è differente.

Lui mi dice di andare via da quella camera e così facciamo. Andiamo in salotto a parlare e mi dice che se quel Marco non se ne va, il nostro trio si scioglierà. Io dico di aspettare che Caterina e Marco terminino, ma lui ribatte che ci vorranno ore e lui non lo vuole più vedere. Quindi, vado di là a interrompere Caterina e Marco e dicendo a Marco che purtroppo deve andarsene e che ho fatto male a introdurlo nel nostro trio. Lui è visibilmente arrabbiato, ma non risponde nulla. Si veste velocemente e se ne va.

A me è passata la voglia e anche a Caterina e lo diciamo a G, che dice che sarà per un’altra volta ed è categorico sul fatto che non vuole un altro uomo. Un’altra donna forse, ma un uomo assolutamente no.

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Giochino a tre: 19° atto

Posted by admin under Incontri Erotici on lunedì Ott 17, 2022

A questo punto siamo rimasti io, Caterina e G. Sono dispiaciuta per Simona, ma sicuramente godremo molto anche tra noi tre.

Siamo a casa mia che è piccola rispetto alle case degli altri, ma ha un letto grandissimo che occupa praticamente quasi tutta la camera. Ci andiamo tutti e tre G. mi mette alla pecorina e mi inumidisce il buchino, mentre Caterina si accuccia per fargli un pompino, ma lui la fa rizzare in piedi dicendole che farà una doppia pecorina. Così anche lei si mette a bordo del letto in posizione. G. ha già il cazzo in erezione, ma provvede a inumidire anche il buchino di Caterina che poi penetra lentamente, lentamente, ma inesorabilmente finché tutto il suo cazzo è dentro. E lei inizia a gemere dapprima per il dolore, poi per il piacere che prova. La fa gemere un po’ finché non incula me e anche io gemo, gemo dal piacere immenso che provo.

E raggiungo rapidamente l’orgasmo lasciando sorpreso G. visto che in genere mi ci vuole più tempo per raggiungere l’apice del piacere. Quindi, penetra di nuovo Caterina che geme, geme raggiungendo l’orgasmo dopo circa un quarto d’ora grazie a G. che ha trattenuto la sua sborrata per farla godere al massimo.

G. vorrebbe vedere me e Caterina divertirci tra di noi, mentre lui si riposa. Io vado a succhiare i capezzoli di Caterina mentre lei geme, geme, geme poi vado in basso a leccargliela. La sento già umida e io contribuisco a fargliela diventare un lago fino a che viene con un grido selvaggio. Poi mi tira su e mi bacia in bocca e poi piano piano scende con i suoi baci fino al seno leccandolo, succhiando i capezzoli fino ad andare al centro della mia femminilità. Si mette a succhiare il mio clitoride finché non vengo anche io.

G. ci dice che siamo bellissime e sensuali da vedere e mi fa vedere il suo cazzo in erezione. A me viene voglia di fargli un bel pompino. Lui è d’accordo e propone che lo faccia con Caterina che si occuperà di leccargli le palle, mentre io leccherò, prenderò in bocca e farò una spagnola con il suo cazzo. Prima lo lecco, poi prendo in bocca la cappella mugolando dal piacere, poi me lo metto tra i seni, finché mi dice che vuole sborrare nella mia bocca oppure dare la sborra a tutte e due. Caterina non è interessata quindi tutta la sborra va a me che la ingoio con estrema goduria.

A questo punto, mi tiro su bacio in bocca G. chiamo anche Caterina per unirsi al nostro bacio. Propongo a Caterina di giocare con la panna spray e con il vibratore, quindi la spruzzo sui suoi seni abbondanti e li lecco mentre G. guarda e dice che sono proprio una porca o forse solo una a cui piace godere. Caterina pensa solo a godere, poi impugno il vibratore, prima mi accerto che sia bagnata e lo è e glielo infilo e lei gode, gode, gode arrivando all’orgasmo con un grido animalesco. Poi lei mi dice che è il mio momento e sorprendentemente mi spruzza la panna sulla fica e mi lecca, in maniera sensuale e io le chiedo il vibratore che poi usa penetrandomi senza pietà e facendomi godere davvero come una porca.

G. ci dice che siamo veramente eccezionali e che ha voglia di riprenderci alla pecorina nella doccia, in cui, andiamo. Noi due donne ci mettiamo in posizione, inumidiamo il buchino con la doccia e G. inizia penetrando Caterina che gode, gode fino ad un rapido orgasmo. Poi, viene da me e io gemo, gemo, gemo finché G. viene nel mio buchino. Poi mi gira, mi bacia in bocca e bacia anche Caterina.

Facciamo la doccia, andiamo a letto in cui io e Caterina giochiamo ancora tra di noi e con il vibratore. Lei mi dice che diventerà dipendente da quello e forse anche da me e G. Io le rispondo che non deve pensare a nulla, ma solamente a godere. Noi tre siamo d’accordo, non c’è nessun divieto, nessun tabù tra noi.

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