Sfida, locali e mutandine.

Posted by admin under Incontri Erotici on giovedì Nov 24, 2022

Non sono più tornata in argomento con Alessio. I giorni successivi lui lavora con me come se niente fosse. Non so bene come faccia. Io, di sicuro, non ci riesco. So che il video non esiste più, l’ho cancellato io stessa dal suo telefono, ma quello che mi ha fatto fare è rimasto indelebile nella mia mente. Ogni volta che lo guardo mi ritorna in mente tutto: il ricatto, la vergogna, ma anche l’immenso piacere di essermi masturbata in un bar. E quanto è stato eccitante. Mi pizzico la mano. Sto pensando troppo a quello che è successo, e non va bene. Non è giusto. Sono sposata. Ho due figli. Lui è un mio sottoposto e, soprattutto, mi ha ricattato. È sbagliato sotto tutti i punti di vista. Ma allora perché quando lo vedo sento un fuoco incandescente nel mio intimo? Perché mi ritrovo di continuo a toccarmi, quelle poche volte che sono sola, ripensando alla sventura/avventura nel bar?

Devo dimenticarlo assolutamente. Non mi fa bene ripensarci e riviverlo. Come donna ho dei bisogni, ma ho un marito che può darmi ciò che mi serve.

Sono a letto con lui e ho voglia.

         «Amore, i bimbi dormono. Dovremmo approfittarne!».

Lui è in dormiveglia.

         «Mm …mm».

Metto la mia mano nel suo pigiama e gli afferro il pene. Lo accarezzo con il pollice.

         «Dico… dovremmo approfittarne!».

Non solo non mi ascolta, ma non gli si drizza nemmeno.

         «Sono stanco!».

Inizio a pensare male di lui: “Ma che razza di uomo sei?! Chiunque altro mi sarebbe già saltato addosso!”. Ripenso al bar: “Alessio mi avrebbe già aperto come una noce di cocco!”. Perché mi torna sempre in mente lui?!

Si addormenta e io in silenzio mi chiudo in bagno. Abbasso i pantaloni del pigiama e, senza il bisogno di un porno, inizio a toccarmi. Chiudo gli occhi e vedo il mio giovane assistente, di fianco a me.

         «Toccati come quella volta!» mi dice.

La mia mano è già sul mio clitoride e bastano solo pochi giri d’orologio che sono bagnata fradicia. In poco tempo vengo e provo un piacere immenso.

Torno a letto e guardo l’amore della mia vita che dorme beato come un bambino.

         «Idiota di un marito! Cosa ci voleva e metterti sopra e montarmi?! Così mi costringi ad accettare le sue sfide!».

Lui dorme e non sente quello che dico. Chiudo gli occhi anche io, ma ho deciso ormai. A nemmeno due settimane di distanza, accetto le tue sfide Alessio.

La mattina seguente vado in ufficio di buon ora, lui è già lì. Mi saluta come tutte le mattina e si mette alla sua scrivania. Io vado nel bagno delle signore e prendo il cellulare.

Io: Una cosa deve essere chiara! La mia famiglia e il mio lavoro non devono risentire delle nostre sfide! Chiaro? È l’unica condizione che pongo, per il resto hai carta bianca.

Alessio: Promesso!

Io: In questo caso…

Mi spoglio e resto in intimo. Ho un reggiseno di pizzo nero, abbinato ad un paio di mutandine nere anch’esse di pizzo. Premo invio.

Io: Dimmi cosa devo fare affinché tu la cancelli.

Non ottengo nessuna risposta. Spero di non dovermene pentire.

Torno nel mio ufficio e continuo a lavorare. Il pensiero di quello che ho appena fatto però mi tormenta. Mi sento come se avessi tradito mio marito e al tempo stesso sono eccitata come non mai. Sono seduta alla scrivani con la mia sedia in cuoio, regalo dei colleghi per il nuovo lavoro, e fatico a resistere alla voglia incredibile di toccarmi. È pieno di persone e il mio ufficio ha una grossa vetrata che dà sul corridoio, troppo in vista per cedere alla tentazione.

Vedo Alessio che si ferma davanti al vetro e mi fissa. Sorride. Mi fa imbestialire: gli strapperei quel sorrisetto beffardo dalla faccia. Ma al tempo stesso il mio corpo si muove da solo: inizio a premere il mio fondoschiena sulla seduta in cuoio, più forte che posso, e inizio ad andare avanti e indietro, come se la vibrazione dei miei pantaloni dovuta al movimento fosse abbastanza per potermi dare piacere. “Sono davvero così eccitata?!?!” penso. In realtà so già la risposta, ma è un pensiero che vuole solo sottolineare la mia incredulità. Solo due settimane prima era una perfetta moglie, madre e donna in carriera; ora sono qui in preda alle mie voglie che fatico a resistere per non toccarmi davanti a lui.

Se ne va senza dire o fare nulla. Mi lascia lì, in sospeso. Sto uscendo dall’ufficio quando si avvicina.

         «Domani sera vieni all’inaugurazione del locale del ragazzo di Francesca. Scoprirai cosa devi fare.».

Mi allunga un rossetto rosso acceso. Uno di quei colori che mi stanno da dio e lui lo ha capito.

         «Mettilo domani!».

Mi fa un ironico saluto militare e sparisce dentro l’ascensore.

A casa cerco ancora una volta di fare l’amore con mio marito, ma ancora una volta trovo una risposta negativa.

Aspetto che si addormenti per masturbarmi ancora e ancora nel bagno, nell’attesa della sera successiva.

Il dress code per l’occasione impone giacca e cravatta per gli uomini, mentre abito da sera per le donne. È un locale abbastanza in della città, uno di quei posti dove trovi gente di una certa classe sociale.

Siamo in primavera e la temperatura permette di indossare un abito ad altezza ginocchio rosso in tinta con il rossetto che Alessio mi ha detto di indossare. Il tutto completato con un bel tacco che slancia la mia figura. Sono in molti a fissarmi. “Chi è quella bella bionda?!” immagino che pensano. E gli occhi addosso mi fanno uno strano effetto, positivo.

Lui non è ancora arrivato, ma passo una bella mezzora a parlare con i nuovi colleghi e a conoscerli un po’ meglio di quanto non si possa fare in ufficio.

Finalmente eccolo. Non è solo: con lui c’è una graziosa moretta, carnagione chiara, occhi da cerbiatta e un fisico snello e ben proporzionato. Vederli insiemi mi dà fastidio, anche se non ho ragione di essere gelosa.

I due si recano subito al bar e io resto così indecisa sul da farsi. Delusa per l’essere stata ignorata.

Non passa molto da che questi pensieri mi balenano in testa, che ecco il bip-bip del telefono. La suoneria dei messaggi personalizzata che ho impostato per Alessio.

         Alessio: Entra nel bagno riservato allo staff e chiuditi nella penultima cabina wc. Alza i piedi in modo che sembri non esserci nessuno. Hai 5 minuti.

Il messaggio mi dà una scossa di eccitazione incredibile. Non si è dimenticato di me. Non mi ha ignorato.

Mi dirigo in fretta al bagno dello staff e guardandomi intorno per non essere vista sgattaiolo dentro, come mi ha detto di fare.

Metto il telefono in silenzioso e mi rannicchio in piedi sul water perfettamente pulito. Fisso il telefono in attesa di un altro messaggio, ma nulla. Vedo il display con l’orologio che segna i minuti che trascorrono senza che io abbia sue notizie.

Allo scadere perfetto dei cinque minuti sento la porta del bagno aprirsi e qualcuno entrare.

         «Sei sicuro che non ci sia nessuno?».

È la voce della ragazza. “Cazzo! Anche la voce è figa!” penso tra me e me.

         «Sicuro. Andiamo nell’ultimo in fondo.».

Proprio quello in fianco al mio.

Cala il silenzio. Mi ritrovo a trattenere il respiro, mentre sento la porta della cabina accanto chiudersi e bloccarsi. Sento il respiro dei due che immagino si stiano baciando.

“Come vorrei esserci io!”. Un’altra volta mi ritrovo a pensare a cose che non dovrei.

Sento una zip abbassarsi. Lei indossa un abito nero, deve essere per forza quella dei pantaloni di Alessio.

         «Cosa aspettavi a mostrarmi questo tesoro?!».

La ragazza sta chiaramente parlando del suo pene. Muoio dalla curiosità.

Non riesco più a stare accovacciata sul water e senza fare il minimo rumore mi siedo con tutte e due le tavolette abbassate.

         «Piano con le mani. Ora, TOCCATI!».

Allunga le mani! Che invidia!

         «Agli ordini!».

“Agli ordini!” rispondo anche io nella mia mente; e inizio ad alzarmi il vestito e mi massaggio da sopra le mutandine.

Si inumidiscono subito.

Ricordo perfettamente la sensazione di essere osservata da lui, mentre mi tocco. È esattamente quello che sto immaginando, mentre le mie dita spingono il cotone del mio intimo contro le mie labbra nascoste.

         «Posso?».

Sento la voce della ragazza, ma non capisco subito a cosa si riferisce.

         «Mmmm».

Riconosco chiaramente il suono della gola che si adatta al membro di Alessio. Sento il risucchiare della ragazza. Istintivamente porto due dita in bocca e inizio a simulare un pompino.

         «Sei brava!».

“Grazie!” rispondo nella mia mente. So che quel complimento è diretto anche a me.

Sento Alessio gradire e avvisare la ragazza dell’imminente eiaculazione.

         «Ingoia!».

Cala qualche attimo di silenzio poi è ancora lui ha prendere la parola.

         «Togliti le mutandine e mettile in bocca! Ora tocca a te!».

Faccio come comanda alla giovane fortunata. Tolgo le mutandine e le metto in bocca. Sono bagnate dai miei umori. Mentre immagino la lingua di Alessio in mezzo alle mie gambe continuo a toccarmi e assaporo i miei umori.

Chiudo gli occhi e mi lascio trasportare dal ritmo dei gemiti della fortunata nel bagno accanto.

Non ho la nozione del tempo. Vengo più volte, ma ogni volta ho sempre più voglia.

         «Hai fatto questi giochi anche con la tua capa?».

         «No, non l’ho mai leccata e lo stesso vale per lei.».

         «Oggi c’è alla festa?».

         «Curiosa?».

         «Da morire!».

         «Ti ricordi la bionda con il vestito rosso che abbiamo visto quando siamo arrivati?».

         «Quella con il rossetto rosso da paura?».

         «E’ lei!».

         «Wow! Sai che…».

         «A suo tempo!».

         «Non sai nemmeno cosa stavo per dire!».

         «Che è una gran figa e che ci faresti volentieri quattro salti insieme a me. Sbaglio?».

Sento la ragazza rispondere con una risata. “Ho fatto colpo!” penso contenta.  

         «Esci ora. Ti raggiungo al bar.».

Sento la porta aprirsi e i passi allontanarsi.

L’ombra di Alessio si vede da sotto la porta della cabina. Bussa.

         «Apri!».

Sblocco la porta. Lui apre. Mi trova con l’abito alzato in vita, le gambe aperte, la mia passerina con il pelo biondo arruffato e bagnato e le mutandine bianche ancora in bocca.

Sorride.

Mi passa il suo telefono in modo che possa dare l’invio al comando di cancellazione della foto che ho mandato il giorno prima.

         «Sei uno spettacolo! Divertita?».

Sono completamente inebetita. Faccio di sì con la testa.

Alessio allunga la mano e afferra le mutandine. Apro la bocca per permettergli di prenderle. Le porta al mio sesso e asciuga gli umori prodotti dalla mia continua stimolazione.

Se le mette in tasca e se ne va.

Di colpo mi ridesto come da un sogno. Mi sistemo l’abito e torno di là. Saluto tutti e me ne torno a casa.

Sono frastornata, confusa e appagata. Spero di non dover dare spiegazioni a mio marito del mancato ritorno a casa del mio intimo, ma se ho fortuna starà già dormendo.

Sono davanti alla porta di casa quando sento il bip-bip del telefono. Apro il messaggio e vedo la foto delle mie mutandine sul sedile della sua auto.

         Alessio: Le mutandine restano in mio possesso fino a che non avrai compiuto la prossima sfida! Buona notte, capo!

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Non sarai vergine?!

Posted by admin under Incontri Erotici on mercoledì Nov 23, 2022

Forse ha bevuto qualche bicchiere di troppo, e non ha pensato a quello che stava per dire, ma a un certo punto mi fa:

– Tu mi stai dicendo… che non mangi la  carne? E non hai… non hai nemmeno mai assaggiato una … vagina! Ma cosa sei, un prete? – blatera tenendo con due dita il bicchiere vuoto.

– E stai aspettando di fare sesso solo dopo il matrimonio… Davvero esistono ancora uomini del genere?! – ubriaca mi sbeffeggia a questo modo ridacchiando, senza riuscire a fare un discorso concreto.

– Taci donna! – Dice il mio cervello senza aprir bocca, e sento già il sangue ribollire nelle vene.

Poi mi guarda fisso in faccia, ma è come se guardasse qualcosa di lontano, dietro di me. Come se io fossi trasparente. Solleva una mano, la poggia sul tavolo vicino alla mia. Intreccia le sue dita con le mie: 

– Sei ancora vergine…? – mi chiede lasciva.

– Io… io ho fatto… le mie esperienze… – le dico imbarazzato senza guardarla.

– Sì, e con chi? Con questa mano? –  mi dice guardando sul tavolo le nostre mani congiunte.

Poi si alza ridacchiando in preda ai fumi  dell’alcool e mi trascina tenendomi per mano sulla spiaggia. 

Tengo i sandali con due dita con le mani sulla schiena. Lei sta correndo più avanti tutta allegra. Si è liberata delle scarpe non appena siamo arrivati alla spiaggia, lanciandole via chissà dove. Ci  toccherà perder tempo, dopo, per cercarle. 

Corre, barcolla, ride. Fa una giravolta. Mi chiama, non so nemmeno se ha già imparato il mio nome.

– Vieni! – mi dice –  l’acqua è bellissima! – zampettando  sulla riva.

– Bagnerai tutto il tuo bel vestito, se non fai attenzione.- la rimprovero.

– Andiamo a fare il bagno, su! – mi risponde in preda all’euforia. Ed entra nel mare ancora tutta vestita.

 – Ma che fai? Sei vestita! – Le dico.

– Vieni anche tu, si sta da Dio! – 

– Non nominare  il nome di Dio invano, e riprenditi….per la miseria! – Questi comportamenti fuori dall’ordinario mi fanno imbestialire. 

Fa qualche passo con l’acqua che le arriva alla vita e poi crolla giù a fondo. Vedo la scena dalla riva illuminata dalla luna. Dal villaggio proviene una leggera lontana melodia e dopo aver poggiato con cura i miei sandali sulla sabbia, entro in acqua per recuperarla.

– Vedi tu cosa mi tocca fare per questa stupida ragazza! –  Penso ad alta voce mentre la sollevo. È più pesante del dovuto, si lascia andare mollemente, posseduta da chissà quale demone dell’alcool. 

– Tu non lo reggi proprio l’alcool, eh? –  .  Le dico lasciandola cadere lentamente sulla riva. Mi tira giù e ora sono sopra di lei. Mi prende la faccia fra le mani e fa per baciarmi. 

– Vieni qui da mammina, ti farò sentire quanto è calda la mia fica…- E chiude gli occhi.

– Devi essere impazzita! –  urlando mi alzo di scatto – Devi tenere a mente che ogni relazione al di fuori del matrimonio è vista di malocchio dalla chiesa cattolica! E tu stai trasgredendo questa regola. –

– Lascia stare la chiesa cattolica e vieni a riempire la mia vagina… l’ho sentito, sai, prima il tuo pene gonfio sotto i pantaloni, mentre mi portavi in salvo. E… e mi hai toccato le tette, con la scusa di sollevarmi, pensando fossi svenuta. Sono ubriaca! Non sono svenuta! –

Imbarazzato non so che dire, poi rassegnato e mi siedo vicino a lei.

Note finali:

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Conoscenza profonda

Posted by admin under Incontri Erotici on mercoledì Nov 23, 2022

Ero stanca, ma mi misi a sedere sul bordo del divano e con sorriso malizioso dissi

“Chi vuole cominciare?”

“A te l’onore” Angelo diede la precedenza all’amico.

“Bene, ora ci conosciamo meglio!”

Lo guardai dal basso, eccitata, e senza distogliere lo sguardo gli abbassai le mutande. Liberai l’animale ormai gonfio da tempo. Era enorme. Provavo un miscuglio di sensazioni, ero un po’ spaventata perché lo conoscevo solo da un’ora, ma mi spaventava anche la sua dimensione. Quella stessa dimensione che mi eccitava da impazzire al pensiero di sentirmi piena di lì a poco. Ero eccitata perché avevo due maschioni solo per me ed io ero al centro della loro attenzione. Non ho mai provato niente di più egocentrico in vita mia come in quel momento.

Presi il cazzo di Giacomo in mano e lo misi subito in bocca. Aveva ancora l’odore del docciaschiuma. Gli afferrai le palle e cominciai a massaggiarle mentre mi muovevo avanti e dietro succhiandogli la cappella. Poi afferrai il cazzo alla base e lo tenni fermo, puntandolo verso di me. Sputai, facendo colare la saliva che spalmai con l’altra mano e cominciai a leccare tutto intorno, premendo la lingua in modo da sentire le vene al mio passaggio. Giocai intorno, senza tralasciare nemmeno un centimetro, lo avevo in pugno e lo volevo in gola. Mi misi a succhiare la cappella senza mai andare fino in fondo. Su e giù con la mano, stringendolo verso la punta. Mi sembrava di mungerlo! Capii che gli piaceva, sentii Giacomo godere e poi rivolgersi ad Angelo

“Te la sei tenuta nascosta fino ad ora eh? Come darti torto, è bravissima!”

“Sì, ma ora tocca anche a me. Dammi la mano”

Si avvicinò, mi prese una mano e la portò sul suo cazzo. Feci un pompino a Giacomo mentre sentivo il cazzo di Angelo ingrandirsi nella mia mano.

“Ora voglio scoparti, vieni qui”

Giacomo mi fece alzare, mi girò verso il divano e mi fece inginocchiare, dandogli le spalle e mettendomi le mani sullo schienale.

“Angelo, tu vai pure dietro, qui mi occupo io”

Vidi Angelo raggiungermi mentre mi sentii aprire le labbra della fica. Spalancai gli occhi dal piacere ed ansimai come una cagnolina in calore. Sentii le sue manone sul culo e affondare le dita nella mia carne per saldare la presa. Lo sentivo entrare ed uscire lentamente, come per farmi abituare alla sua grandezza, ma appena sentì che avevo i muscoli rilassati aumentò velocità. Angelo si gustò la scena col cazzo in mano e quando mi vide sconvolta, scopata dal suo amico, mi entrò in bocca, spingendosi fino in fondo. Sentii la sua virilità, prepotente e autoritaria, riempirmi la bocca. Alzai lo sguardo e lo vidi concentrato a spingermi il cazzo in gola. Mi reggevo al divano mentre mi scopavano entrambi, afferrata dal culo da Giacomo e dalla testa da Angelo. Mi sentivo come nei film porno che amavo guardare, lei piena di cazzi. Soltanto suoi.

I nostri gemiti risuonavano in quel salotto. La temperatura era aumentata, si sudava perché faceva caldo e soprattutto perché c’era un livello di eccitazione così alto che era difficile non sudare. Gemevamo tutti a tempo, ad ogni colpo si sentiva il mio respiro spezzato, soffocato dal cazzo di Angelo. Sentii altro calore salirmi dall’interno. Stavo per raggiungere l’orgasmo in quella posizione e senza fiato emisi un urlo strozzato. Cercavo di liberarmi, ma riuscivo solo a sbrodolare saliva sul cazzo di Angelo e a tremare con le gambe. Mi sentii afferrare ancora di più la testa e un getto caldo e violento inondò la mia gola. Mi lacrimarono gli occhi mentre si svuotava dentro di me. Dall’altro lato, Giacomo aumentò il ritmo, lo sentii bollente, pulsava così forte che mi sentii piena anche quando si fermò. All’improvviso uscì, lasciamo vuota, ma sentii immediatamente tanti getti bollenti sulla mia schiena: mi stava facendo la doccia di sborra ed io continuavo a godere come una matta, pensando di avere l’aspetto di una troietta in calore sporca di sesso.

Mi accasciai sul divano con la testa sui cuscini e col culo in aria. Ero sconvolta, continuavo ad avere dei piccoli tremolii, residui dell’orgasmo di poco prima. Avevano la mia fica e il mio culo serviti spudoratamente. Li sentii camminare dietro di me, il rumore della carta e poi una mano calda sulla mia schiena. Mi stavano pulendo, sorrisi per il gesto delicato e gentile. Ma subito dopo una mano schiaffeggiò il culone facendomi sussultare. D’istinto mi sdraiai completamente ed entrambi si avvicinarono massaggiandomi le natiche e baciarmi la schiena.

“Che brava che sei stata, tirati su, bevi un po’. Idratati perché non è finita qui, o devi andare già via?”

“Non voglio andare via, ho ancora tempo. Che avete in mente voi due?”

Vedo con la coda dell’occhio Giacomo sparire dietro una camera e riaffiorare subito dopo con un materasso gonfiabile.

“E quello?”

“E’ un materasso!”

“Lo vedo, ma perché lo porti qui?”

“Per stare più comodi. Il divano è piccolo per farci stare tutti e tre, non ti pare?!”

“Effettivamente hai ragione”

Angelo prese ancora da bere, invece Giacomo si sdraio subito, poggiando la testa sulle mani e allargò le gambe.

“Accomodati pure” mi sorrise e vidi il suo cazzo pulsare, quasi come a scodinzolare per l’eccitazione.

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I tecnici portano le fidanzate

Posted by admin under Incontri Erotici on martedì Nov 22, 2022

Lorenza ricevette la telefonata di Michael e Filippo, con cui si era intrattenuta qualche giorno prima, dicendole che la volevano vedere con le loro fidanzate. Lei disse che erano successe delle cose, ma loro insistettero e così si presentarono a casa sua con le fidanzate: Daniela e Silvana.

Le due erano fisicamente all’opposto, una bionda, longilinea con seni piccoli e fica stretta, mentre l’altra mora mediterranea con seni grandi e morbidi.

Lorenza era un po’ imbarazzata, non sapeva come comportarsi.

Silvana la spogliò e la baciò in bocca, la guardò come se le piacesse quello che vedeva. Poi si mise a succhiarle avidamente i capezzoli e Daniela si accucciò a leccarle la fica.

Nel frattempo, i due uomini si erano spogliati, si erano messi a sedere nelle poltrone e si stavano facendo una sega per poter poi soddisfare le tre donne.

Lorenza era in un vortice di piacere e venne rapidamente. Baciò Silvana sulla bocca mentre le toccava i suoi seni grandi e morbidi e Daniela leccava la fica di Silvana. Daniela infatti amava moltissimo leccare le fiche e raggiungeva l’orgasmo solo così, mentre quasi non si faceva trombare dal suo fidanzato Filippo. Silvana invece amava sia il cazzo che la fica ed era soddisfattissima dal cazzo di Michael.

Michael guardava la sua fidanzata e decise che la voleva, perciò la fece mettere a pecorina con la faccia davanti alla fica spalancata di Lorenza che era eccitata sia dalle leccate di lei, sia dal vederla stravolta dal piacere.

Nell’altra metà del letto Daniela veniva leccata avidamente da Filippo che sapeva come far raggiungere l’orgasmo alla fidanzata.

Silvana raggiunse il massimo del piacere, mentre Lorenza si mise a masturbarsi per raggiungerlo e ci riuscì in breve tempo facendo eccitare Michael. Michael la scopò facendola alzare e mettendosi in una sedia con lei sopra di lui mentre Silvana le leccava il buco del culo.

Michael le diceva che era proprio uno spettacolo vederla godere e anche Silvana era concorde. Silvana andò a prendere un piccolo vibratore e glielo mise nel culo senza avvertirla prima. Lì per lì, le sembrò strano, ma poi godette come non mai e venne rapidamente. A quel punto, Silvana prese il posto di Lorenza che prima le leccò il buco del culo e poi ci mise il piccolo vibratore che prima aveva usato su di lei. Anche Silvana venne e Michael sborrò nella fica della fidanzata.

Lorenza voleva essere trombata da Filippo che finora non aveva penetrato una fica e quindi, mentre aspettava che Daniela raggiungesse l’orgasmo, si masturbava davanti agli occhi di Filippo, che la guardava in maniera famelica.

Daniela raggiunse l’apice del piacere, Filippo la scostò, fece mettere Lorenza a pecorina e la penetrò in maniera brutale, entrando ed uscendo velocemente da lei, mentre Lorenza gemeva e lui venne dentro il preservativo che si era messo. Filippo poi fece vedere a Lorenza il suo cazzo mezzo moscio e lei glielo prese in bocca e con la sua lingua in breve tempo, lo sentì ingrandirsi dentro la sua bocca, finché lo fece uscire dalla stessa e prese a leccarlo avidamente.

Daniela presa da gelosia le disse di lasciare stare il cazzo del suo fidanzato e si mise a fargli un pompino. Lorenza era perplessa perché i due uomini gli avevano detto che le fidanzate erano contente di fare questi giochi con loro e con altre persone, ma evidentemente non era vero per Daniela.

Lorenza si allontanò mogia mogia da loro e si avvicinò, ma non troppo, alla sedia degli altri due fidanzati che erano vicini all’orgasmo. Lorenza si sentiva di troppo ed era una sensazione molto sgradevole da provare. Silvana dopo dieci minuti si accorse di Lorenza, che le disse quello che era successo e che voleva andarsene. Silvana le disse che la capiva, ma doveva capire anche Daniela. Lorenza ribatté che i loro fidanzati avevano detto che loro due erano felici di fare certi giochi con loro e con altre persone. Silvana disse che di solito l’altra persona era un loro amico e non una donna estranea.

A questo punto, Lorenza, senza dire nulla andò a vestirsi e se ne andò. Decise in cuor suo che al massimo avrebbe giocato in tre, perché cinque era un numero troppo elevato e potevano, come in questo caso, nascere delle gelosie.

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