Non sarai vergine?!

Forse ha bevuto qualche bicchiere di troppo, e non ha pensato a quello che stava per dire, ma a un certo punto mi fa:

– Tu mi stai dicendo… che non mangi la  carne? E non hai… non hai nemmeno mai assaggiato una … vagina! Ma cosa sei, un prete? – blatera tenendo con due dita il bicchiere vuoto.

– E stai aspettando di fare sesso solo dopo il matrimonio… Davvero esistono ancora uomini del genere?! – ubriaca mi sbeffeggia a questo modo ridacchiando, senza riuscire a fare un discorso concreto.

– Taci donna! – Dice il mio cervello senza aprir bocca, e sento già il sangue ribollire nelle vene.

Poi mi guarda fisso in faccia, ma è come se guardasse qualcosa di lontano, dietro di me. Come se io fossi trasparente. Solleva una mano, la poggia sul tavolo vicino alla mia. Intreccia le sue dita con le mie: 

– Sei ancora vergine…? – mi chiede lasciva.

– Io… io ho fatto… le mie esperienze… – le dico imbarazzato senza guardarla.

– Sì, e con chi? Con questa mano? –  mi dice guardando sul tavolo le nostre mani congiunte.

Poi si alza ridacchiando in preda ai fumi  dell’alcool e mi trascina tenendomi per mano sulla spiaggia. 

Tengo i sandali con due dita con le mani sulla schiena. Lei sta correndo più avanti tutta allegra. Si è liberata delle scarpe non appena siamo arrivati alla spiaggia, lanciandole via chissà dove. Ci  toccherà perder tempo, dopo, per cercarle. 

Corre, barcolla, ride. Fa una giravolta. Mi chiama, non so nemmeno se ha già imparato il mio nome.

– Vieni! – mi dice –  l’acqua è bellissima! – zampettando  sulla riva.

– Bagnerai tutto il tuo bel vestito, se non fai attenzione.- la rimprovero.

– Andiamo a fare il bagno, su! – mi risponde in preda all’euforia. Ed entra nel mare ancora tutta vestita.

 – Ma che fai? Sei vestita! – Le dico.

– Vieni anche tu, si sta da Dio! – 

– Non nominare  il nome di Dio invano, e riprenditi….per la miseria! – Questi comportamenti fuori dall’ordinario mi fanno imbestialire. 

Fa qualche passo con l’acqua che le arriva alla vita e poi crolla giù a fondo. Vedo la scena dalla riva illuminata dalla luna. Dal villaggio proviene una leggera lontana melodia e dopo aver poggiato con cura i miei sandali sulla sabbia, entro in acqua per recuperarla.

– Vedi tu cosa mi tocca fare per questa stupida ragazza! –  Penso ad alta voce mentre la sollevo. È più pesante del dovuto, si lascia andare mollemente, posseduta da chissà quale demone dell’alcool. 

– Tu non lo reggi proprio l’alcool, eh? –  .  Le dico lasciandola cadere lentamente sulla riva. Mi tira giù e ora sono sopra di lei. Mi prende la faccia fra le mani e fa per baciarmi. 

– Vieni qui da mammina, ti farò sentire quanto è calda la mia fica…- E chiude gli occhi.

– Devi essere impazzita! –  urlando mi alzo di scatto – Devi tenere a mente che ogni relazione al di fuori del matrimonio è vista di malocchio dalla chiesa cattolica! E tu stai trasgredendo questa regola. –

– Lascia stare la chiesa cattolica e vieni a riempire la mia vagina… l’ho sentito, sai, prima il tuo pene gonfio sotto i pantaloni, mentre mi portavi in salvo. E… e mi hai toccato le tette, con la scusa di sollevarmi, pensando fossi svenuta. Sono ubriaca! Non sono svenuta! –

Imbarazzato non so che dire, poi rassegnato e mi siedo vicino a lei.

Note finali:

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