Colloquio d’assunzione

Posted by admin under Incontri Erotici on domenica Nov 27, 2022

«Busto 81cm, vita 61 cm e fianchi 89 cm. Porta una 4 coppa E. Capelli castani, alta 1,60 e pesa 49 kg. Età 42 anni. Sposata, senza figli. Il marito vive lontano per lavoro e si vedono solo nei weekend, almeno fino a quando non finirà il progetto all’estero. Cerca compagnia h24, qualsiasi tipo di prestazione. Vuole uno giovani che la segua sempre, sia a casa che a lavoro. Posso dare la tua disponibilità per un colloquio conoscitivo?».

«Hai una foto? Vorrei vederle il volto.».

«La vedrai di persona. Ti assicuro che merita.».

Così inizia la mia storia con Eva, una vita di avventure e sesso, molto sesso.

Sono seduto in una stanza d’attesa dell’agenzia. Il mio capo e la signora sono nel suo ufficio. La porta è aperta e mi permette di cogliere alcuni frasi del loro discorso.

         «Abbiamo trovato un ragazzo che pensiamo possa fare al caso suo, signora. Si chiama Leonardo, 22 anni e corrisponde alla descrizione fisica che lei ha richiesto: 1,80 m per 82 kg, fisico molto atletico. Non è stato facile trovare un uomo con capelli neri e occhi chiari, ma soddisfa anche questa caratteristica. Le abbiamo trovato un modello, praticamente.».

         «Molto bene. E a dotazione? Come è messo?».

         «Direi bene. Se acconsente, lascerei che sia lei di persona a giudicare.».

         «Si! Un’ultima cosa. Come mai è libero? Uno come lui credo abbia un gran mercato. Crea problemi?».

         «No, non si è mai lamentato nessuno. L’ultima cliente che ha pagato i suoi servigi, purtroppo, è deceduta. Possiamo dire che lui l’abbia ammazzata a colpi di cazzo.».

         «In che senso?».

         «Era una signora che viveva la sua vita abbastanza al limite. Alcol, sesso e cocaina. Il cuore non ha retto. È morta a pecora sotto i colpi del “pastore”, diciamo così.».

Non sento controbattere. Il che può significare solo due cose: o si è spaventata e si tirerà indietro, o è attirata dalla cosa.

Non devo aspettare molto per scoprirlo, dato che sono subito invitato ad entrare.

Il capo aveva ragione; il viso della donna è stupendo. Carnagione abbronzata, capelli scuri e occhi nocciola. Un naso leggermente pronunciato, ma perfetto se combinato alle labbra fini e agli zigomi ben delineati.

         «Buongiorno, madame.».

Mi risponde con un cenno della testa.

         «Bello è bello. Voglio vederlo nudo!».

Il mio capo ci guida in una stanza diversa dove c’è un divano.

         «Qui potrà provare il prodotto.».

Non mi abituerò mai ad essere trattato come un prodotto, ma non avendo troppa scelta ed, essendo la paga molto buona, lascio che mi scivoli tutto addosso.

Restiamo da soli io e la signora.

         «Su su. Spogliati!».

Il suo tono di sufficienza mi fa incazzare. Mi paga, ma non sono un oggetto.

         «Perché non si spoglia prima lei?».

         «Come ti permetti?! Tu mi appartieni.».

         «Tecnicamente non abbiamo ancora firmato nessun contratto. In secondo luogo, lei sta comprando le mie prestazioni, non me. Io non sono un normale gigolò. Di quelli che paghi e scopi ce ne sono a migliaia. Io non sono così. Lei non mi paga per obbedire e scopare, lei mi paga perché vuole qualcosa di più. Vuole il piacere in ogni sua forma, vuole qualcuno che stia con lei e che non la faccia sentire sola; qualcuno che la faccia sentire desiderata e che la faccia godere. Lei cerca qualcuno che la capisca, che comprenda ciò di cui ha bisogno e che glielo dia. Io sono quella persona.».

Mi avvicino a lei. Sono a pochi centimetri dalla sua faccia.

         «Si fidi di me e mi tratti con rispetto; e vedrà che avrà tutto ciò che desidera senza nemmeno dover chiedere!».

La bacio con passione. Ha un sapore buono, sento un retrogusto di ciliegia.

         «Andiamo in un’altra stanza, dove c’è un letto. Mettiamoci comodi.».

La prendo per mano e lei mi segue senza parlare.

Entriamo in ascensore, diretti verso l’ultimo piano del palazzo.

         «Quando entriamo in stanza vai in bagno e togliti questo stupendo abito rosso che indossi. Resta in intimo e poi torna da me.».

         «Ti piace comandare eh!?».

         «Non ti sto comandando. Ti sto dando quello che di cui hai bisogno.».

         «Solo un altro modo per dirlo. Se davvero ci riuscirai ti assumerò. Non come gigolò, ma come mio assistente e mi affiderò a te per la gestione della mia vita sessuale. Avrai carta bianca per farmi avere quello che voglio.».

Le porte si aprono e io la guido alla stanza senza rispondere.

Aspetto qualche minuto mentre è in bagno; attimi in cui mi preparo. Sbottono la camicia e tolgo la cintura dai pantaloni.

Eccola che rientra. Indossa un intimo abbinato in pizzo nero. Un paio di mutandine quasi trasparenti e un bel reggiseno che contiene i suoi morbidi seni.

Indossa solo quel completino e un paio di scarpe con il tacco nere. Viene verso di me con fare innocente.

         «Vuoi farmi male?».

Ha l’aria preoccupata. Credo si aspetti che la domini; cosa che non mi dispiacerebbe fare, ma non è quello che vuole lei. Non è quello che desidera e io sono qui per lei, non per me. E’ questo il mio lavoro.

Mi avvicino e la bacio. La stringo a me, mentre le nostre lingue si intrecciano.

         «No. Tu non vuoi che io lo faccia. Sarò dolce con te. Perché è quello che desidero fare con te.».

Riprendiamo a baciarci. Ci fissiamo negli occhi e sento le sue mani che si fanno strada sul mio petto e sui miei addominali attraverso l’apertura della camicia.

         «Dio, quanto sei bello!».

Mi balza addosso e io l’afferro per le natiche. La accompagno sul letto, su cui sale in piedi. Ho il suo seno davanti agli occhi. Lei abbassa il reggiseno e libera davanti ai miei occhi la sua quarta abbondante. Inizio a baciarle il collo e scendo piano piano verso il solco dei suoi seni. Con le mani stimolo i capezzoli prima di succhiarli.

Si sdrai sul letto con il reggiseno che le sostiene le tette. Mi inginocchio e le allargo le gambe. Bacio l’interno coscia. A destra, poi a sinistra fino ad arrivare ai suoi slip. Lecco dal suo buchetto al clitoride da sopra le sue mutandine.

Respira in modo affannato; le scosto le mutandine e mi avvento sul suo sesso depilato. Inizio a leccarle le grandi labbra, ma ben presto mi concentro su quelle piccole. Sono leggermente sporgenti. Le apro (sembrano le ali di una farfalla) e inizio un dovizioso lavoro di lingua. Mentre io la lecco, lei si stuzzica i capezzoli e li lecca. Quando mi dedico al suo clitoride, succhiandolo e scuotendo velocemente la testa, con la coda dell’occhio vedo la sua testa cadere all’indietro sul cuscino, le gambe si allargano il più possibile e il bacino preme sulla mia faccia. Sento i gemiti fortissimi che emette; si inarca in avanti all’improvviso, mi preme la testa sul suo sesso e viene, facendomi assaporare i suoi umori.

         «Vuoi che ti faccia un pompino?».

         «Non importa quello che voglio io. Non mi paga per questo!».

Le tolgo le mutandine e slaccio il reggiseno. Ora è sdraiata sul letto, con le gambe divaricate. È chiaro quello che vuole.

Slaccio i pantaloni e libero il mio membro con una notevole erezione.

         «Soddisfi proprio tutti i requisiti!» commenta euforica.

Mi avvicino a lei che, senza indugi, mi afferra con forza l’asta e la guida verso il suo sesso.

         «Penetrami lentamente, voglio sentire ogni centimetro dentro di me.».

Soddisfo la sua richiesta. Sento il ventre caldo che accoglie il mio membro, lo bagna e lo fa sentire a casa. Entro ed esco molto lentamente mentre sono sopra di lei. Ci guardiamo negli occhi. Mi sposto di lato; lei sempre a pancia in su. Alza la gamba destra in alto. La afferro e la uso come perno per penetrarla di lato. Le nostre facce sono una attaccata all’altra; sento il suo respiro sul mio volto. Ci baciamo; le nostre lingue si cercano di continuo. Non sembriamo un signora con il suo gigolò, ma una coppia di amanti che cercano il piacere reciproco.

         «Vieni dentro di me!».

Me lo sussurra all’orecchio, quasi fosse una preghiera. Io, veramente al limite, non posso far altro che accoglierla e donarle il mio seme.

Si mette seduta sul letto. Mi fissa con uno sguardo gentile.

         «Sei assunto!».

Sorride e si lascia cadere sul letto. Sfinita. I nostri corpi luccicano alla luce per il sudore. La sua carnagione abbronzata, sudata è fantastica da vedere. Il suo seno si alza e si abbassa al ritmo del fiato che piano piano torna regolare. Mi avvicino e la bacio.

         «Sei stupenda! Sono felice di lavorare per te!».

Si avvicina. Mi abbraccia e poggia la sua testa sul mio petto sudato.

         «Non ti dà fastidio che sia bagnato!».

         «Non essere sciocco. Ho comprato anche il sudore. Voglio tutto di te!».

Dicendo così lecca il mio pettorale depilato e assaggia il mio sudore salato.

         «Delizioso! Spero presto di assaggiare altro. Ora, per favore, fammi riposare un po’ qui sul tuo petto. Sono sfinita!».

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Sfida, locali e mutandine.

Posted by admin under Incontri Erotici on giovedì Nov 24, 2022

Non sono più tornata in argomento con Alessio. I giorni successivi lui lavora con me come se niente fosse. Non so bene come faccia. Io, di sicuro, non ci riesco. So che il video non esiste più, l’ho cancellato io stessa dal suo telefono, ma quello che mi ha fatto fare è rimasto indelebile nella mia mente. Ogni volta che lo guardo mi ritorna in mente tutto: il ricatto, la vergogna, ma anche l’immenso piacere di essermi masturbata in un bar. E quanto è stato eccitante. Mi pizzico la mano. Sto pensando troppo a quello che è successo, e non va bene. Non è giusto. Sono sposata. Ho due figli. Lui è un mio sottoposto e, soprattutto, mi ha ricattato. È sbagliato sotto tutti i punti di vista. Ma allora perché quando lo vedo sento un fuoco incandescente nel mio intimo? Perché mi ritrovo di continuo a toccarmi, quelle poche volte che sono sola, ripensando alla sventura/avventura nel bar?

Devo dimenticarlo assolutamente. Non mi fa bene ripensarci e riviverlo. Come donna ho dei bisogni, ma ho un marito che può darmi ciò che mi serve.

Sono a letto con lui e ho voglia.

         «Amore, i bimbi dormono. Dovremmo approfittarne!».

Lui è in dormiveglia.

         «Mm …mm».

Metto la mia mano nel suo pigiama e gli afferro il pene. Lo accarezzo con il pollice.

         «Dico… dovremmo approfittarne!».

Non solo non mi ascolta, ma non gli si drizza nemmeno.

         «Sono stanco!».

Inizio a pensare male di lui: “Ma che razza di uomo sei?! Chiunque altro mi sarebbe già saltato addosso!”. Ripenso al bar: “Alessio mi avrebbe già aperto come una noce di cocco!”. Perché mi torna sempre in mente lui?!

Si addormenta e io in silenzio mi chiudo in bagno. Abbasso i pantaloni del pigiama e, senza il bisogno di un porno, inizio a toccarmi. Chiudo gli occhi e vedo il mio giovane assistente, di fianco a me.

         «Toccati come quella volta!» mi dice.

La mia mano è già sul mio clitoride e bastano solo pochi giri d’orologio che sono bagnata fradicia. In poco tempo vengo e provo un piacere immenso.

Torno a letto e guardo l’amore della mia vita che dorme beato come un bambino.

         «Idiota di un marito! Cosa ci voleva e metterti sopra e montarmi?! Così mi costringi ad accettare le sue sfide!».

Lui dorme e non sente quello che dico. Chiudo gli occhi anche io, ma ho deciso ormai. A nemmeno due settimane di distanza, accetto le tue sfide Alessio.

La mattina seguente vado in ufficio di buon ora, lui è già lì. Mi saluta come tutte le mattina e si mette alla sua scrivania. Io vado nel bagno delle signore e prendo il cellulare.

Io: Una cosa deve essere chiara! La mia famiglia e il mio lavoro non devono risentire delle nostre sfide! Chiaro? È l’unica condizione che pongo, per il resto hai carta bianca.

Alessio: Promesso!

Io: In questo caso…

Mi spoglio e resto in intimo. Ho un reggiseno di pizzo nero, abbinato ad un paio di mutandine nere anch’esse di pizzo. Premo invio.

Io: Dimmi cosa devo fare affinché tu la cancelli.

Non ottengo nessuna risposta. Spero di non dovermene pentire.

Torno nel mio ufficio e continuo a lavorare. Il pensiero di quello che ho appena fatto però mi tormenta. Mi sento come se avessi tradito mio marito e al tempo stesso sono eccitata come non mai. Sono seduta alla scrivani con la mia sedia in cuoio, regalo dei colleghi per il nuovo lavoro, e fatico a resistere alla voglia incredibile di toccarmi. È pieno di persone e il mio ufficio ha una grossa vetrata che dà sul corridoio, troppo in vista per cedere alla tentazione.

Vedo Alessio che si ferma davanti al vetro e mi fissa. Sorride. Mi fa imbestialire: gli strapperei quel sorrisetto beffardo dalla faccia. Ma al tempo stesso il mio corpo si muove da solo: inizio a premere il mio fondoschiena sulla seduta in cuoio, più forte che posso, e inizio ad andare avanti e indietro, come se la vibrazione dei miei pantaloni dovuta al movimento fosse abbastanza per potermi dare piacere. “Sono davvero così eccitata?!?!” penso. In realtà so già la risposta, ma è un pensiero che vuole solo sottolineare la mia incredulità. Solo due settimane prima era una perfetta moglie, madre e donna in carriera; ora sono qui in preda alle mie voglie che fatico a resistere per non toccarmi davanti a lui.

Se ne va senza dire o fare nulla. Mi lascia lì, in sospeso. Sto uscendo dall’ufficio quando si avvicina.

         «Domani sera vieni all’inaugurazione del locale del ragazzo di Francesca. Scoprirai cosa devi fare.».

Mi allunga un rossetto rosso acceso. Uno di quei colori che mi stanno da dio e lui lo ha capito.

         «Mettilo domani!».

Mi fa un ironico saluto militare e sparisce dentro l’ascensore.

A casa cerco ancora una volta di fare l’amore con mio marito, ma ancora una volta trovo una risposta negativa.

Aspetto che si addormenti per masturbarmi ancora e ancora nel bagno, nell’attesa della sera successiva.

Il dress code per l’occasione impone giacca e cravatta per gli uomini, mentre abito da sera per le donne. È un locale abbastanza in della città, uno di quei posti dove trovi gente di una certa classe sociale.

Siamo in primavera e la temperatura permette di indossare un abito ad altezza ginocchio rosso in tinta con il rossetto che Alessio mi ha detto di indossare. Il tutto completato con un bel tacco che slancia la mia figura. Sono in molti a fissarmi. “Chi è quella bella bionda?!” immagino che pensano. E gli occhi addosso mi fanno uno strano effetto, positivo.

Lui non è ancora arrivato, ma passo una bella mezzora a parlare con i nuovi colleghi e a conoscerli un po’ meglio di quanto non si possa fare in ufficio.

Finalmente eccolo. Non è solo: con lui c’è una graziosa moretta, carnagione chiara, occhi da cerbiatta e un fisico snello e ben proporzionato. Vederli insiemi mi dà fastidio, anche se non ho ragione di essere gelosa.

I due si recano subito al bar e io resto così indecisa sul da farsi. Delusa per l’essere stata ignorata.

Non passa molto da che questi pensieri mi balenano in testa, che ecco il bip-bip del telefono. La suoneria dei messaggi personalizzata che ho impostato per Alessio.

         Alessio: Entra nel bagno riservato allo staff e chiuditi nella penultima cabina wc. Alza i piedi in modo che sembri non esserci nessuno. Hai 5 minuti.

Il messaggio mi dà una scossa di eccitazione incredibile. Non si è dimenticato di me. Non mi ha ignorato.

Mi dirigo in fretta al bagno dello staff e guardandomi intorno per non essere vista sgattaiolo dentro, come mi ha detto di fare.

Metto il telefono in silenzioso e mi rannicchio in piedi sul water perfettamente pulito. Fisso il telefono in attesa di un altro messaggio, ma nulla. Vedo il display con l’orologio che segna i minuti che trascorrono senza che io abbia sue notizie.

Allo scadere perfetto dei cinque minuti sento la porta del bagno aprirsi e qualcuno entrare.

         «Sei sicuro che non ci sia nessuno?».

È la voce della ragazza. “Cazzo! Anche la voce è figa!” penso tra me e me.

         «Sicuro. Andiamo nell’ultimo in fondo.».

Proprio quello in fianco al mio.

Cala il silenzio. Mi ritrovo a trattenere il respiro, mentre sento la porta della cabina accanto chiudersi e bloccarsi. Sento il respiro dei due che immagino si stiano baciando.

“Come vorrei esserci io!”. Un’altra volta mi ritrovo a pensare a cose che non dovrei.

Sento una zip abbassarsi. Lei indossa un abito nero, deve essere per forza quella dei pantaloni di Alessio.

         «Cosa aspettavi a mostrarmi questo tesoro?!».

La ragazza sta chiaramente parlando del suo pene. Muoio dalla curiosità.

Non riesco più a stare accovacciata sul water e senza fare il minimo rumore mi siedo con tutte e due le tavolette abbassate.

         «Piano con le mani. Ora, TOCCATI!».

Allunga le mani! Che invidia!

         «Agli ordini!».

“Agli ordini!” rispondo anche io nella mia mente; e inizio ad alzarmi il vestito e mi massaggio da sopra le mutandine.

Si inumidiscono subito.

Ricordo perfettamente la sensazione di essere osservata da lui, mentre mi tocco. È esattamente quello che sto immaginando, mentre le mie dita spingono il cotone del mio intimo contro le mie labbra nascoste.

         «Posso?».

Sento la voce della ragazza, ma non capisco subito a cosa si riferisce.

         «Mmmm».

Riconosco chiaramente il suono della gola che si adatta al membro di Alessio. Sento il risucchiare della ragazza. Istintivamente porto due dita in bocca e inizio a simulare un pompino.

         «Sei brava!».

“Grazie!” rispondo nella mia mente. So che quel complimento è diretto anche a me.

Sento Alessio gradire e avvisare la ragazza dell’imminente eiaculazione.

         «Ingoia!».

Cala qualche attimo di silenzio poi è ancora lui ha prendere la parola.

         «Togliti le mutandine e mettile in bocca! Ora tocca a te!».

Faccio come comanda alla giovane fortunata. Tolgo le mutandine e le metto in bocca. Sono bagnate dai miei umori. Mentre immagino la lingua di Alessio in mezzo alle mie gambe continuo a toccarmi e assaporo i miei umori.

Chiudo gli occhi e mi lascio trasportare dal ritmo dei gemiti della fortunata nel bagno accanto.

Non ho la nozione del tempo. Vengo più volte, ma ogni volta ho sempre più voglia.

         «Hai fatto questi giochi anche con la tua capa?».

         «No, non l’ho mai leccata e lo stesso vale per lei.».

         «Oggi c’è alla festa?».

         «Curiosa?».

         «Da morire!».

         «Ti ricordi la bionda con il vestito rosso che abbiamo visto quando siamo arrivati?».

         «Quella con il rossetto rosso da paura?».

         «E’ lei!».

         «Wow! Sai che…».

         «A suo tempo!».

         «Non sai nemmeno cosa stavo per dire!».

         «Che è una gran figa e che ci faresti volentieri quattro salti insieme a me. Sbaglio?».

Sento la ragazza rispondere con una risata. “Ho fatto colpo!” penso contenta.  

         «Esci ora. Ti raggiungo al bar.».

Sento la porta aprirsi e i passi allontanarsi.

L’ombra di Alessio si vede da sotto la porta della cabina. Bussa.

         «Apri!».

Sblocco la porta. Lui apre. Mi trova con l’abito alzato in vita, le gambe aperte, la mia passerina con il pelo biondo arruffato e bagnato e le mutandine bianche ancora in bocca.

Sorride.

Mi passa il suo telefono in modo che possa dare l’invio al comando di cancellazione della foto che ho mandato il giorno prima.

         «Sei uno spettacolo! Divertita?».

Sono completamente inebetita. Faccio di sì con la testa.

Alessio allunga la mano e afferra le mutandine. Apro la bocca per permettergli di prenderle. Le porta al mio sesso e asciuga gli umori prodotti dalla mia continua stimolazione.

Se le mette in tasca e se ne va.

Di colpo mi ridesto come da un sogno. Mi sistemo l’abito e torno di là. Saluto tutti e me ne torno a casa.

Sono frastornata, confusa e appagata. Spero di non dover dare spiegazioni a mio marito del mancato ritorno a casa del mio intimo, ma se ho fortuna starà già dormendo.

Sono davanti alla porta di casa quando sento il bip-bip del telefono. Apro il messaggio e vedo la foto delle mie mutandine sul sedile della sua auto.

         Alessio: Le mutandine restano in mio possesso fino a che non avrai compiuto la prossima sfida! Buona notte, capo!

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I tecnici portano le fidanzate

Posted by admin under Incontri Erotici on martedì Nov 22, 2022

Lorenza ricevette la telefonata di Michael e Filippo, con cui si era intrattenuta qualche giorno prima, dicendole che la volevano vedere con le loro fidanzate. Lei disse che erano successe delle cose, ma loro insistettero e così si presentarono a casa sua con le fidanzate: Daniela e Silvana.

Le due erano fisicamente all’opposto, una bionda, longilinea con seni piccoli e fica stretta, mentre l’altra mora mediterranea con seni grandi e morbidi.

Lorenza era un po’ imbarazzata, non sapeva come comportarsi.

Silvana la spogliò e la baciò in bocca, la guardò come se le piacesse quello che vedeva. Poi si mise a succhiarle avidamente i capezzoli e Daniela si accucciò a leccarle la fica.

Nel frattempo, i due uomini si erano spogliati, si erano messi a sedere nelle poltrone e si stavano facendo una sega per poter poi soddisfare le tre donne.

Lorenza era in un vortice di piacere e venne rapidamente. Baciò Silvana sulla bocca mentre le toccava i suoi seni grandi e morbidi e Daniela leccava la fica di Silvana. Daniela infatti amava moltissimo leccare le fiche e raggiungeva l’orgasmo solo così, mentre quasi non si faceva trombare dal suo fidanzato Filippo. Silvana invece amava sia il cazzo che la fica ed era soddisfattissima dal cazzo di Michael.

Michael guardava la sua fidanzata e decise che la voleva, perciò la fece mettere a pecorina con la faccia davanti alla fica spalancata di Lorenza che era eccitata sia dalle leccate di lei, sia dal vederla stravolta dal piacere.

Nell’altra metà del letto Daniela veniva leccata avidamente da Filippo che sapeva come far raggiungere l’orgasmo alla fidanzata.

Silvana raggiunse il massimo del piacere, mentre Lorenza si mise a masturbarsi per raggiungerlo e ci riuscì in breve tempo facendo eccitare Michael. Michael la scopò facendola alzare e mettendosi in una sedia con lei sopra di lui mentre Silvana le leccava il buco del culo.

Michael le diceva che era proprio uno spettacolo vederla godere e anche Silvana era concorde. Silvana andò a prendere un piccolo vibratore e glielo mise nel culo senza avvertirla prima. Lì per lì, le sembrò strano, ma poi godette come non mai e venne rapidamente. A quel punto, Silvana prese il posto di Lorenza che prima le leccò il buco del culo e poi ci mise il piccolo vibratore che prima aveva usato su di lei. Anche Silvana venne e Michael sborrò nella fica della fidanzata.

Lorenza voleva essere trombata da Filippo che finora non aveva penetrato una fica e quindi, mentre aspettava che Daniela raggiungesse l’orgasmo, si masturbava davanti agli occhi di Filippo, che la guardava in maniera famelica.

Daniela raggiunse l’apice del piacere, Filippo la scostò, fece mettere Lorenza a pecorina e la penetrò in maniera brutale, entrando ed uscendo velocemente da lei, mentre Lorenza gemeva e lui venne dentro il preservativo che si era messo. Filippo poi fece vedere a Lorenza il suo cazzo mezzo moscio e lei glielo prese in bocca e con la sua lingua in breve tempo, lo sentì ingrandirsi dentro la sua bocca, finché lo fece uscire dalla stessa e prese a leccarlo avidamente.

Daniela presa da gelosia le disse di lasciare stare il cazzo del suo fidanzato e si mise a fargli un pompino. Lorenza era perplessa perché i due uomini gli avevano detto che le fidanzate erano contente di fare questi giochi con loro e con altre persone, ma evidentemente non era vero per Daniela.

Lorenza si allontanò mogia mogia da loro e si avvicinò, ma non troppo, alla sedia degli altri due fidanzati che erano vicini all’orgasmo. Lorenza si sentiva di troppo ed era una sensazione molto sgradevole da provare. Silvana dopo dieci minuti si accorse di Lorenza, che le disse quello che era successo e che voleva andarsene. Silvana le disse che la capiva, ma doveva capire anche Daniela. Lorenza ribatté che i loro fidanzati avevano detto che loro due erano felici di fare certi giochi con loro e con altre persone. Silvana disse che di solito l’altra persona era un loro amico e non una donna estranea.

A questo punto, Lorenza, senza dire nulla andò a vestirsi e se ne andò. Decise in cuor suo che al massimo avrebbe giocato in tre, perché cinque era un numero troppo elevato e potevano, come in questo caso, nascere delle gelosie.

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L’uomo delle prime volte

Posted by admin under Incontri Erotici on venerdì Nov 18, 2022

“Ciao Cassy, domani sei libera? Ci vediamo?”

Ricevetti un messaggio da Angelo, un ragazzo con cui mi frequentavo anni prima, con il quale avevo ripreso a messaggiare. Non mi è mai piaciuto tornare dalle persone con cui ho chiuso, ma lui era diverso. Era il ragazzo con cui persi la verginità a 19 anni, mi aprì un mondo. E poi era dotato. Diciamo che ho sempre avuto un debole per il suo pisello che mi ha fatta tornare da lui in tempi di carestia.

Da giorni si parlava di rivederci in memoria dei vecchi tempi. Tra un ricordo e un desiderio di provare cose nuove, gli confessai che uno dei miei due più grandi sogni era di fare un threesome con soli uomini. Lui mi stuzzicò, ma non capii se mi stava prendendo in giro, se erano solo chiacchiere o se davvero voleva aiutarmi a realizzare il mio sogno. Conoscendolo, non lo presi sul serio quando mi disse che avrebbe pensato a chi avrebbe potuto partecipare.

La sera del nostro appuntamento faceva caldissimo. Era agosto e da me c’era sempre un venticello fresco, un sollievo dopo la giornata calda. Ma quella sera non c’era. O forse ero io che non lo sentivo perchè ero eccitata di avere di nuovo il suo cazzo. Avevo deciso di indossare una magliettina scollatissima, che non avrebbe per nulla impedito l’intrusione delle sue manone o la fuoriuscita delle mie tettone, jeans strettissimi e tacchi alti per risaltare il culo.

Mi venne a prendere. Salii in auto e salutò le mie tette ancor prima di salutare me. Gentiluomo come sempre! Sorrisi, non avevo messo il reggiseno di proposito. Lui cominciò a stuzzicarmi i capezzoli, ma passava troppa gente, quindi mi lasciò stare e si mise alla guida.

“Dove andiamo?”

“Voglio farti una sorpresa, andiamo dove non siamo ancora mai stati!”

“Ok, ma almeno il cazzo me lo dai?”

“Oh, sì e non solo!” e con una mano mi palpò il seno.

Arrivammo nel suo paese. Parcheggiò davanti una casa che non avevo mai visto.

“E’ casa tua?”

“No, voglio farti conoscere un amico. Dovevamo vederci al pub, ma sta facendo tardi, così siamo venuti a prenderlo. Ha detto di salire”

“Ok, ti aspetto”

“Ma no, non voglio lasciarti sola, vieni anche tu, si tratta di due minuti.”

Entrammo in casa e il suo amico era in mutande. Biondo, alto, muscoloso, per niente il mio tipo, ma aveva delle mutande così ‘piene’ che non riuscivo a staccare gli occhi. Mi leccai le labbra e arrossii quando Angelo mi disse “Ti presento Giacomo”. Alzai gli occhi e vidi che entrambi stavano sorridendo.

“Scusami se ti ho messo in imbarazzo”

“Tranquilla Cassy, mettetevi comodi, arrivo tra un attimo. Angelo, fai gli onori di casa e offri da bere a Cassy”

Mi offrì una birra fredda.

“Angelo, ma io voglio il tuo cazzo”

“Lo avrai, non avrai solo il mio però!”

Mi si illuminarono gli occhi.

“Prenderò anche quello di Giacomo?”

“Sì, se vuoi. Ti va? A lui piaci, gli ho mostrato le tue foto e ti vuole scopare”

Si avvicinò Giacomo e confermò le sue parole. Ci sedemmo sul divano e bevemmo una quantità infinita di birra. Cominciai a sentirmi allegra. Era l’alcool, ma l’eccitazione di prendere quei due cazzi non era da meno. Angelo mi tolse la magliettina e si rivolse all’amico “Guarda la porcellina com è uscita di casa!”

“E non avete visto sotto!”

Cominciarono a toccarmi ovunque, presero una tetta ciascuno e cominciarono a succhiarmi i capezzoli. Erano così bravi che mi sentivo in paradiso. Abbassai lo sguardo e li vidi sorridere complici mentre mi facevano impazzire. Cercai di muovermi per afferrare almeno uno di loro, ma mi bloccarono facendomi alzare.

“Hai ragione, vogliamo vedere anche sotto”

Mi tolsi i jeans e rimasi in autoreggenti e tacchi. Non avevo nemmeno le mutandine ed ero già bagnata.

“Vieni di nuovo qui, sei bellissima!”

Mi accomodai di nuovo in mezzo a loro, mi aprirono le gambe e ripresero a succhiarmi i capezzoli mentre con le mani mi accarezzavano le cosce. Uno di loro cominciò a massaggiarmi con più forza, mentre l’altro andò alla fica.

“Cassy, sei bagnata. E’ un peccato lasciarlo alle mani”

Si abbassò, mi spalancò le cosce e affondò la faccia sulla mia fica fradicia. Sentii la sua lingua divorarmi, succhiarmi il capezzolo e le sue dita entrare dentro e spingere verso l’alto. Giacomo continuava a palparmi il seno e a succhiarmi i capezzoli, con una maestranza mai sentita prima. Sentii un calore intenso pervadermi il cervello, il mio respiro si accorciò e gemetti fortissimo.

“Dai vieni”

“Non smettere, ci sono”

Aumentò il ritmo delle dita, toccò il mio punto g mentre continuava a torturarmi il clitoride. Giacomo smise di toccarmi, si alzò e si mise di fronte a gustarsi lo spettacolo. Questo mi eccitò ancora di più, mi lasciai andare sotto la lingua e le dita di Angelo. Urlai quando raggiunsi l’apice, senza fiato mi accasciai sul divano, ma non ancora soddisfatta. Volevo entrambi i cazzi. Alzai lo sguardo. Mi osservavano e sorridevano maliziosamente.

“Ora tocca a noi”

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