Il culo di Adele per il mio migliore amico.

Posted by admin under Incontri Erotici on martedì Nov 1, 2022

Mi chiamo Piero, ho 47 anni e sono sposato da 26 anni con Adele, che ha la mia stessa età. Siamo una bella coppia, di bell’aspetto. Io sono alto, bel fisico, occhi marroni, capelli scuri e, sessualmente parlando, ho anche una discreta dotazione. Adele è una di quelle mogli esemplari, con una squisita educazione, molto carina ed educata, con un viso da ragazza ingenua, ma che denota una certa malizia. Ha occhi grandi e allungati, di colore verde, labbra attraenti e un corpo fatto per il sesso. Ha una vita molto stretta, che esalta i fianchi larghi e un sedere che fa impazzire chiunque, soprattutto per il modo in cui si muove. Porta sempre i tacchi alti e sa muoversi con quell’aria che la rende attraente solo a guardarla. In tutti questi anni di matrimonio, ha sempre messo in conto l’idea di ritrovarmi cornuto, così ho deciso di correre ai ripari. Da tempo io e lei amiamo frequentare amici per trascorrere serate diverse: non parlo solamente di una cena al ristorante o di un drink al bar, bensì di scopate fatte da mia moglie con singoli, mentre io mi masturbo. Adoro veder la mia donna mentre è sbattuta su un letto o su un divano, addirittura, una volta, anche dentro la cabina di un tir, provando anche quel tipo di esperienza. Abbiamo raggiunto questa splendida intesa, dopo lunghi dialoghi, durante i quali io mi sono aperto con lei e le ho esternato sia le mie paure, che i miei desideri. Lei ha riflettuto a lungo e, all’inizio, era molto titubante sull’esito positivo della cosa, ma, col tempo, abbiamo raggiunto un’intesa perfetta. Sono sempre io a scegliere la persona con cui lei può accompagnarsi, mentre lei sceglie la location e, soprattutto, sceglie anche come e quando deve avvenire. Una delle ultime volte che è successo, è stato quando Adele ha incontrato il mio amico Daniele. Io e lui ci si conoscevamo da una vita. Lo considero sicuramente uno dei miei migliori amici, sicuramente uno dei più fidati. Purtroppo, per lavoro, vive in una città abbastanza distante da noi. Quando l’ho chiamato, ho parlato a lungo con lui e gli ho confessato delle nostre divagazioni e, visto che non è fidanzato, mi ha detto che gli sarebbe piaciuto partecipare a qualcuna di queste occasioni, poiché si ricordava bene che bella donna fosse Adele ed il suo meraviglioso culo. Così ci siamo dati appuntamento in una città, a metà strada tra la sua e la nostra, dove avevamo prenotato una stanza per la notte per tutti e tre. In questa maniera avremmo potuto spassarcela tutta la sera e, dopo una buona cena, risposarci per partire il giorno seguente e ritornare a casa. Quella sera Adele aveva indossato un paio di leggings stretti di colore bianco, che lasciavano intravedere il suo intimo, mentre sopra aveva una camicetta leggera con un motivo floreale, sbottonata sul suo splendido seno (una 4ª abbondante). Io e Daniele, invece, indossavamo semplicemente un paio di jeans ed una camicia. Dopo i saluti e quant’altro, ci siamo recati nel locale che aveva riservato proprio Adele, perché, come ho già detto, a lei piace scegliere la località degli incontri, visto che io mi ero occupato del maschio che l’avrebbe scopata sotto i miei occhi. Durante la cena, Daniele è rimasto affascinato da Adele. Se la ricordava bella, ma non così affascinante e sexy: era particolarmente attratto dal suo splendido culetto.

Al momento del caffè, Adele si è alzata per andare in bagno ed allora Daniele ha colto l’occasione per farmi due domande:

«Senti Piero, non vorrei apparire troppo invadente, ma alla tua donna posso far di tutto?»

«Certo, altrimenti che divertimento sarebbe? È proprio questo il bello del gioco, durante il quale ognuno di noi da fondo alle proprie fantasie.»

«Va bene, questo l’ho capito, ma posso anche scegliere di scoparla là dietro? Ha un culo da paura, la tua donna!»

L’ho guardato felice della sua affermazione.

«Mi fa piacere sentire apprezzamenti sul suo culo! Non puoi immaginare quante volte l’ho presa a sculacciate lì, mentre me la scopavo!»

«Quindi lo prendo per un sì! Cambiamo discorso che sta arrivando!»

«Certo, ma sta tranquillo! A lei piace godere anche in quel modo.»

Una volta usciti dal locale, abbiamo fatto una passeggiata e poi ci siamo avviati a piedi verso il residence scelto da Adele. Non era niente di che, ma perfetto per trascorrere una nottata di divertimento e far riposare i nostri corpi spossati dalle fatiche erotiche. Una volta prese le chiavi e arrivati in camera, ci siamo accomodati nella stanza ed io ho individuato subito una poltroncina da utilizzare come postazione ideale per godermi la performance di Adele. Daniele, intanto, dopo essersi tolto le scarpe, si è sistemato sdraiato sul letto. L’ho osservato soddisfatto, perché ricordavo che fosse ben dotato e, nel vedere quel suo grosso bozzo, ben evidente e pronto a sfasciare il culo ad Adele, mi ha fatto subito eccitare.

Adele è uscita scalza dal bagno e, con la sua voce languida e sensuale, mi ha chiesto:

«Allora, vogliamo dar inizio ai nostri giochi, Piero?»

Ho guardato mia moglie con ammirazione ed ho risposto:

«Certo, tesoro; io mi metterò qui comodo ad ammirarti»

Poi lei si è girata verso di lui, si è passata la lingua sulle labbra, compiaciuta nel rimirare il notevole rigonfiamento che aspettava d’esser scoperto.

«Daniele, tu sei pronto?»

«Sì, Adele, viene pure qua, che ho proprio voglia di scoparti!»

Lei ha finto di esser meravigliata, ma era chiaro che stava già pregustando ciò che sarebbe successo a breve.

«Ah, sicché? Vai subito al sodo tu? Allora vediamo che cosa sei in grado di fare e se riuscirai a stupirmi!»

Quindi, si è portata in ginocchio sul letto e subito hanno preso a baciarsi, mentre lui ha iniziato a sbottonarle la camicetta.

Io, nello stesso momento, ho iniziato pian piano a sbottonarmi i jeans e calare leggermente gli slip, così da tenere a portata di mano cazzo e palle che già iniziavano a bollire. A quel punto, lui ha preso a baciarle i seni, dopo averle sfilato completamente il reggiseno e, nel mentre, anche lei è scesa con le mani sui suoi jeans, carezzandogli il cazzo che, oramai, si vedeva già gonfio dentro quelle mutande. Allora lei si è chinata su di lui ed iniziò a fargli un sontuoso pompino davanti ai miei occhi. Mi è subito sfuggito un apprezzamento nei suoi confronti.

«Brava, amore mio! Fa sentire al nostro amico quanto sei brava a succhiare il cazzo!»

Lei ha si è voltata un attimo verso di me ed ha sorriso, poi ha preso a leccare la cappella e l’asta in tiro e lui non ha potuto far a meno di gemere dal piacere.

A quel punto, Adele, se lo è preso in bocca, guardandolo dritto negli occhi per continuare a farlo eccitare. Nel sentire la sua bocca calda avviluppare la sua verga, lui ha preso a gemere ed a complimentarsi con lei.

«Che spettacolo! Ha una bocca che sembra un vulcano! La lingua poi è fantastica! Brava, continua a succhiare! Amico mio, tua moglie è una perfetta pompinara!»

Ho visto Daniele che era davvero preso da lei. Si lasciava ciucciare il cazzo beatamente. Io lo guardavo e già immaginavo quando l’avrebbe scopata, e, soprattutto quando quella verga fosse sprofondata nel culo di Adele, visto che era una cosa desiderata da entrambi. A quel punto, lui l’ha fatta fermare e mettere carponi con lo sguardo rivolto verso il muro, affinché io avessi la perfetta visione del suo culo. Le ha sfilato i leggings bianchi e poi ha iniziato a sculacciarla, prima su una chiappa e poi sull’altra, lasciandole dei bei segni rossi su entrambe le chiappe. Dopodiché, ha messo due dita nella fica, facendola godere allo spasimo. Lei ha gradito il gioco e lo incitava ancor più in quanto era molto bagnata ed eccitata.

«Sì, così! Muoviti più velocemente, dai, che vengo! Vengo!»

Quando ha raggiunto il massimo del piacere si è girata verso di me che le sorridevo soddisfatto. Dopo averla fatta godere con le mani, Daniele si è avvicinato a lei ed ha appoggiato la cappella fra le labbra della sua fica e, tenendola per i fianchi, con una spinta decisa è affondato tutto dentro di lei. Ho visto il corpo di Adele inarcarsi per reggere la forte spinta con cui lui l’ha penetrata. Dopo esser rimasto un attimo immobile, ha preso a stantuffarla sempre più velocemente.

«Che meraviglia! Che fica calda e bollente! Sei fantastica! Adesso ti sfondo tutta!»

Adele ha preso a godere in abbondanza. Lui le ha assestato una pacca sul culo, e poi le ha ordinato di masturbarsi. Lei in preda al raptus erotico, lo ha assecondato e ha portato la sua mano sotto di sé, così da titillarsi il bottoncino, giungendo subito ad un nuovo orgasmo.

«Bellissimo! Mi stai sfondando! Continua più forte! Spaccami tutta! E tu, cornuto, guardami! Guarda come il tuo amico sta facendo godere questa vacca di tua moglie! Sei un cornuto! Meravigliosamente cornuto! Ti amo da impazzire!»

Daniele la stava sbattendo come un forsennato. Le ha lasciato assaporare ancora questo orgasmo, poi si è allungato su di lei ed ha afferrato i suoi seni, per farla sollevare. Quindi si è ritrovata inginocchiata davanti a lui, che la sbatteva con più forza e, mentre impastava i suoi seni, la trattava da vera zoccola.

«Sei una troia, una puttana, una zoccola tutta sfondata! Per ora ti sfondo la fica per il piacere del mio amico che è un gran cornuto, poi ti rompo anche il culo!»

Adele ha preso a godere un orgasmo dopo l’altro, senza soluzione di continuità. Le ha fatto cambiare anche posizione e l’ha scopata tenendola sotto di lui, con le gambe alzate e anche stesa di lato. Vedevo quella grossa verga sfondare la fica di mia moglie e la gioia che mi prendeva mi lasciava estasiato. Lui le ha sussurrato qualcosa, lei si è girata verso di me e, all’unisono, mi hanno fatto il gesto delle corna, facendomi sborrare all’istante.

«Amore, sei un cornuto!»

È stato un momento di profonda libidine. Poi lui le ha fatto di nuovo cambiare posizione. L’ha fatta mettere a quattro zampe, facendo in modo che io avessi una completa visuale su quello che avrebbe fatto. Quindi Daniele le ha fatto colare della saliva sul buco del culo ed ha preso a puntarle la cappella sul buchetto.

Io, intanto, mi stavo masturbando il cazzo e, nonostante avessi da poco sborrato, ce l’avevo ancora molto duro. Sentivo che il piacere affiorava con irruenza. Poi, ho avvertito un brivido lungo la schiena non appena ho visto quel suo enorme cazzo penetrare nel culo di lei. Lui si è girato verso di me e mi ha chiesto di avvicinarmi.

«Gran cornuto! Vieni a vedere come sfondo il culo a questa vacca di tua moglie!»

Mi son avvicinato, mi son inginocchiato di lato a lui ed ho avuto la completa visione di ciò che stava facendo. Egli, però, non era ancora soddisfatto e mi ha rivolto una ulteriore richiesta.

«Così non va bene. Devi sdraiarti sotto di lei e leccarle la fica, mentre assisti a questa particolare operazione che sto eseguendo su tua moglie.»

Un attimo dopo era sdraiato sotto di lei che, immobile, accoglieva dentro il suo culo quel palo di carne umana. Era qualcosa di fantastico veder sfondare il culo di mia moglie, qualcosa che desideravo da tempo. Non che lei non me lo concedesse, ma vederla così squassata da quell’enorme verga, era ancor più eccitante di quando ero io stesso ad incularla. Dopo esser penetrato, ha iniziato a muoversi lentamente, limando sapientemente quel buco di culo. Lo faceva scorrere tutto fuori, per poi affondarlo di nuovo tutto dentro di lei. Lei sembrava un mantice dal troppo ansimare ed emetteva uggiolii quasi stesse soffrendo.

«Fa’ piano, ti prego! Sei enorme! Mi stai spaccando il culo! Piano, che me lo sfondi!»

Daniele non ha badato alle sue parole, ma ha continuato a scoparla con sempre più vigore, addirittura afferrandole i capelli e tirandola un po’ a sé.

«Zitta, troia! Ti sfondo il culo a mio piacimento! Te lo voglio ridurre ad una voragine! Sei una troia tutta da godere e sfondare! E tu, cornuto, stai osservando con attenzione a come le sto spaccando il culo?»

Ho risposto con un gemito, perché in realtà stavo leccando il torrente di umori che colava dalla fica di mia moglie. Stava veramente godendo nel sentirsi sfondare dal mio amico. Lui l’ha afferrata per i fianchi ed ha preso a limare quel buco con colpi molto forti e ben assestati. Lei ha avuto un orgasmo ed io mi sono preso in bocca tutto il suo piacere, mentre ora lo incitava a scoparla più forte.

«Sei fantastico! Più forte! Daniele, scopami più forte! Dai, spaccami il culo! Fai vedere al mio adorabile cornuto, come si rompe il culo a quella vacca di sua moglie!»

Quale amante si sarebbe trattenuto dall’ignorare le suppliche che provenivano dalla donna che stava chiavando? E, quindi, anche lui ha preso a sbatterla con forza; le appioppava dei colpi così forti che il suo seno ne era scosso facendolo ballonzolare, ed io ero al massimo dell’eccitazione. Ho sollevato il bacino e il mio cazzo duro era proprio davanti alle labbra di Adele che, dopo aver urlato un altro orgasmo, ha spalancato la bocca e se l’è infilato tutto in gola. Anche Daniele era sul punto di venire e, ad un tratto, gliene ha infilato solo la metà nel culo: si era bloccato, immobile, perché glielo stava riempiendo di sborra.

«Eccomi, vacca! Sborro! Sto sborrando! Adesso te lo riempio!»

Ho assistito alle contrazioni del suo cazzo, mentre farciva il culo di Adele. Poi lo ha sfilato velocemente e le ha sborrato lungo il solco delle natiche, facendo colare tutta la sua sborra tra le chiappe e sulla figa arrossata dalla vigorosa chiavata. Anch’io in quell’istante son venuto in bocca ad Adele. Lei ha ingoiato tutto, mentre Daniele mi impartiva un ennesimo ordine.

«Cornuto, lecca! Lecca tutta la sborra che sta colando!»

Ho allungato un po’ il collo e mi sono trovato con la bocca proprio lungo il taglio della fica di mia moglie, con, al di sopra, il suo culo da cui promanava un lungo rivolo di sbroda quale conseguenza di quanto egli le aveva iniettato all’interno. Ho leccato avidamente fino all’ultima goccia, mentre lui, dopo aver spremuto il cazzo su di lei, l’ha presentato alla sua bocca per farselo pulire.

«Puttana! Lecca e ripulisci tutto, mentre lui sta raccogliendo tutto quello che ti ho schizzato dentro!»

Vedevo il buco del culo largo di mia moglie ed ho leccato tutta la sborra di Daniele, considerandola come un premio. Poi mi son sfilato da sotto di lei e, avendo anche lei finito di pulire quella verga che tanto l’aveva fatta godere, ci siamo guardati tutti e tre negli occhi e, abbracciatici, siamo scoppiati a ridere.

Lui è rimasto oltremodo contento per l’esperienza vissuta e lo stesso è stato per me e mia moglie, così adesso ogni volta che ne abbiamo voglia, ci incontriamo per passare dei momenti stupendi, ma, soprattutto, per vedere con quanto piacere lui sfonda il culo di Adele, che non smette mai di ringraziarmi per averle donato la dotazione del mio amico più caro.

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Festa di Halloween

Posted by admin under Incontri Erotici on lunedì Ott 31, 2022

Ursula e suo marito erano stati invitati a una festa per Halloween, tutti e due non sapevano se sarebbero andati perché sinceramente non sentivano tale festa.

In verità, l’invito era un po’ particolare perché veniva da una loro amica diciamo porcella ossia Francesca che organizzava feste che poi si trasformavano in orge.

Ursula e il marito Fabio erano già stati ad alcune di queste feste e si erano divertiti molto, trovando partner sessuali molto stimolanti.

Ursula aveva fatto sesso per la prima volta con una donna ed era rimasta molto soddisfatta, aveva adorato succhiare e toccare le tettone di Lucia, leccarle la passera.

Tutto questo sotto gli occhi di suo marito che si faceva succhiare l’uccello da una donna Paola che aveva un debole per lui.

Ursula ci pensò meglio e sperava di re incontrare Lucia che in verità aveva già incontrato in segreto, all’insaputa del marito.

Ursula perciò convinse il marito ad andare alla festa. I due dovevano affittare degli abiti per l’occasione. Ursula che era magra, di carnagione chiara con lunghi capelli neri decise che si sarebbero vestiti da Morticia e Gomez cioè i coniugi della famiglia Addams.

Il vestito di Ursula apparentemente era casto, in verità lasciava la schiena completamente scoperta, per cui lei avrebbe dovuto stare senza reggiseno per la gioia di Fabio e di chiunque altro con cui avrebbe fatto sesso alla festa.

Arrivò la sera di Halloween e i due giunsero a casa di Francesca, dove già erano presenti quasi tutti gli invitati.

Francesca li accolse e rivolse un’occhiata penetrante a Ursula, per cui aveva un debole anche se non glielo aveva mai confessato.

Francesca era bisex, aveva un marito e un’amica stabile Teresa, ma sognava da sempre di portarsi a letto Ursula.

Ursula ricambiò l’occhiata e i suoi occhi cascarono sulla scollatura esagerata di Francesca. In verità, la scollatura aveva attirato anche Fabio che ebbe un’improvvisa erezione e non vedeva l’ora di scopare.

In verità, era presto perché la festa era ancora normale. Sarebbe stata Francesca a dare il là per passare al sesso.

Fabio se ne andò in bagno per farsi una sega e mentre era lì, il bagno che si era dimenticato di chiudere, fu spalancato da Paola che si rese conto di aver sbagliato bagno, ma a cui Fabio fece segno di succhiarglielo.

Lei eseguì immediatamente mentre Fabio non pensava a Paola, ma al seno prosperoso di Francesca che avrebbe voluto toccare, leccare e soprattutto capì, che voleva proprio farsela Francesca.

Paola finì il pompino con Fabio che le venne in bocca mentre Paola riconoscente ingoiava con avidità il suo sperma.

Paola avrebbe voluto continuare, ma Fabio era intenzionato a farsi Francesca quella sera.

La cercò per ballarci, ma lei era tra le braccia del marito.

Fabio cercò Ursula e la vide con Lucia, vide la troppa confidenza tra le due e gli venne l’idea che forse sarebbe stato più stimolante fare il terzo delle due.

Si mise in mezzo scherzosamente tra le due e inizio ad accarezzare il culo di Lucia, mentre Ursula lo guardava con uno sguardo assassino.

Allora lui accarezzò anche Ursula mentre non smetteva con Lucia e propose alle due di rinchiudersi in una delle tante camere della villa.

Le due replicarono che la festa era appena iniziata, ma Fabio disse che sarebbe continuata per tutta la notte e avrebbero potuto ritornarci dopo.

Le due si convinsero e andarono in una camera con Fabio che le seguiva. Una volta in camera propose alle due di spogliarsi, di baciarsi, strusciarsi mentre lui per il momento, si sarebbe limitato a guardarle.

Lucia era bionda, esile, ma aveva delle poppe esagerate, addirittura una settima, ma naturale che Ursula amava da morire, visto che lei aveva a malapena una seconda.

Ursula si mise a strizzare, a leccare quelle tettone e a Fabio venne l’idea di mettersi dietro Lucia e farle sentire il suo cazzo che lentamente, ma inesorabilmente si stava risvegliando.

Fabio si mise a leccarle il buchino del culo e lei gli disse che gli piaceva molto e che avrebbe voluto sentire altro perciò la inculò e mentre lei godeva, Ursula la baciava ancora sulle tettone e lentamente andò giù fino alla passera e si mise a leccargliela.

Lucia era in un vero turbine di piacere, non faceva che godere a ripetizione per la gioia di Ursula e Fabio.

Fabio ad un certo punto disse che stava per venire e Lucia disse che voleva la sborra sulle sue tettone che Ursula avrebbe dovuto leccare.

Ursula lo fece, anche se, nell’intimità con Fabio, non ingoiava mai il suo sperma.

A questo punto, andarono nel letto, Fabio si sdraiò, Ursula si mise sulla sua faccia a gambe larghe e lui si mise a leccargliela, mentre Lucia baciava in bocca Ursula e poi prese a succhiarle i capezzoli.

Fabio era molto bravo a leccarla e dopo un po’ propose a Lucia di prendere il posto di Ursula. Quest’ultima prese in bocca il cazzo del marito che così si risvegliò e lei si mise a cavalcarlo con foga mentre Fabio continuava a leccarla a Lucia.

Mentre erano così impegnati entrò Francesca con Teresa. Teresa era una rossa strepitosa, anche lei, con un vestito molto scollato, con una quinta di reggiseno e la carnagione bianco-latte coperta da minuscole efelidi.

Le due stavano per andarsene e scusarsi, quando videro di chi si trattava, per cui si spogliarono e andarono in una sedia dove Teresa si sedette e Francesca si mise sopra a lei.

Le due perciò si misero a baciarsi, a succhiarsi le tette, a toccarsi e a masturbarsi reciprocamente, godendo in modo molto rumoroso finché non dissero a Ursula se voleva unirsi a loro.

Ursula non sapeva che fare, a lei piacevano sia Teresa che Francesca, però non voleva dispiacere Lucia. Quest’ultima che aveva capito, la lasciò andare, ma a quel punto, le era passata anche la voglia quindi si vestì, uscì dalla stanza e se ne andò dalla festa.

Fabio si alzò dal letto e disse alle tre di andare lì.

Ursula si buttò sul seno di Teresa mentre Francesca si mise a leccargliela.

Fabio le guardava e capì che a sua moglie piacevano davvero anche le donne e che lui non avrebbe ostacolato questa sua predilezione.

Fabio era eccitatissimo, si segava il cazzo mentre la moglie dal seno era passata alla bocca di Teresa e Francesca continuava a leccarla a Ursula che era bagnatissima, ma non aveva ancora avuto un orgasmo finché improvvisamente lo ebbe e fu devastante.

Fabio rimase impressionato perché la moglie non aveva mai avuto un orgasmo del genere e si chiese se in realtà non fosse lesbica.

Francesca felice si alzò, girò la faccia di Ursula e la baciò in maniera profonda mentre Teresa all’improvviso capì che forse la sua amica preferiva Ursula a lei.

Teresa disse qualcosa a Francesca, lei ribatté che ne avrebbero parlato poi, ma Teresa si vestì rapidamente e lasciò la stanza.

A questo punto, Francesca disse a Ursula che la preferiva a Teresa e le domandò se voleva diventare la sua amica fissa. Ursula rispose che aveva un marito, ma anche Francesca rispose che l’aveva.

Francesca le disse che l’avrebbe insegnato tanti giochini che gli uomini non conoscono e poi i loro mariti le potevano guardare eccitandosi moltissimo e imparando moltissimo sul corpo delle donne.

Ursula guardò il marito che le fece un cenno di assenso e le due continuarono per ore a conoscere i loro corpi mentre Fabio le guardava eccitatissimo, segandosi.

I tre si dimenticarono della festa, anche Francesca che era la padrona di casa, ma che era troppo felice di essersi portata finalmente a letto Ursula.

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Racconto n. 11 “L’insoddisfatta”

Posted by admin under Incontri Erotici on sabato Ott 29, 2022

Lorenza rimase per dei giorni in casa, perché stravolta da quanto aveva fatto Marco, che le mandava dei messaggi insistenti per rivederla al più presto. Quel giorno non poteva vedere Marco perché aspettava il tecnico della telefonia per passare dall’adsl alla fibra. In verità, a casa gli arrivarono due tecnici, uno bianco e uno nero che erano dei fratelli adottati sulla trentina bellissimi, ognuno a modo suo.

Il nero Michael avrebbe lavorato in casa, l’altro Filippo all’esterno. Lorenza era un po’ agitata perché temeva di andare a letto anche con loro. Non voleva perché pensava ormai di essere una donna alquanto facile. Michael lavorava alla presa del telefono, seduto per terra, mentre lei era sul divano. Lui era totalmente impegnato nel suo lavoro, mentre lei, pensava a quello che si diceva dei neri ossia che sono super dotati. Era inquieta e per calmarsi un poco andò in bagno, dove stette molto, tanto che Michael la venne a cercare per dirle che doveva spiegarle una cosa riguardante il nuovo modem. Lui la guardò insistentemente e le chiese se c’era qualcosa che non andava e lei in maniera sbrigativa gli rispose di dirle del modem.

Lui insistette e lei ebbe il coraggio di dirgli quello che si diceva sul cazzo dei neri. Michael lo tirò fuori e effettivamente era di lunghezza superiore alla media dei cazzi che aveva visto fino a quel momento. Lorenza disse che così aveva soddisfatto la sua curiosità e che potevano tornare al lavoro, ma lui rispose che era curioso di vedere la sua fica. Lei che era già eccitata dal suo cazzo, gli fece vedere la fica senza alcun indugio. Michael le mise due dita dentro scoprendo che era molto bagnata e perciò la portò in camera, si spogliarono, lui la mise a pecorina e la scopò con la forza di un uomo di ventotto anni.

Lei stava godendo senza pietà quando suonò il campanello e lo fecero suonare per un po’ così da farle raggiungere l’orgasmo. Si sistemarono alla meglio e andarono a aprire. Era Filippo che guardò entrambi e capì cosa era successo e baciò Lorenza e disse a Michael di leccarle la fica. I due erano in totale sintonia e Lorenza capì che non era la prima volta che facevano sesso insieme con una donna.

Nel frattempo erano andati in camera, dove Filippo scopava con forza Lorenza mentre Michael le succhiava i capezzoli. Lorenza disse che li voleva entrambi dentro di sé quindi Michael si sdraiò, Lorenza si mise sul suo cazzo mentre Filippo dietro la inculava brutalmente. Michael era più gentile, ma non per questo meno maschio del fratello. Erano due stalloni a disposizione di Lorenza, che gemette più volte finché raggiunse con un grido acutissimo l’orgasmo. I due sborrarono entrambi dopo aver cambiato posizione nella sua bocca. Poi Lorenza lucidò con la lingua entrambi i cazzi che le avevano dato così tanto piacere.

I due avrebbero continuato ancora, ma purtroppo erano già in ritardo per altri appuntamenti di lavoro. Le dissero che volevano rivederla al più presto, visto che, si erano divertiti tantissimo. Si scambiarono il numero di telefono.

I due fratelli la chiamarono il giorno seguente e si diedero appuntamento per il sabato pomeriggio sempre a casa di Lorenza, tanto il marito era ancora fuori per lavoro. Lorenza si preparò al meglio con depilazione e biancheria intima di pizzo nero e calze nere col reggicalze e tacchi alti. Si mise un vestito molto attillato senza le mutande. I due, invece, erano vestiti sportivi, portando con sé una misteriosa borsa, che misero in camera.

I due fratelli iniziarono a baciarla insieme e poi Filippo si mise a succhiarle i seni facendoli uscire fuori dal reggiseno. Michael, invece, scoprì deliziato, che era senza mutande e sentendo che era già bagnata, le disse che era proprio una maiala. I due le tolsero il vestito, mentre lei faceva uscire i loro cazzi già in erezione dalla mutande e dalla zip dei pantaloni. Lorenza si mise a fare un pompino a Filippo, mentre Michael si mise a scoparla messa a pecorina. Lei godeva e cercava per quanto possibile di continuare con il pompino, ma ad un certo punto disse a Filippo di continuare facendosi una sega, perché lei voleva solo godere grazie al gran cazzo di Michael. Filippo, invece, le mise il cazzo in bocca e lei si trovò a succhiarlo, a succhiarlo mentre la chiamava troia e lei inaspettatamente, non rispose che tale termine non le piaceva.

I due la trattavano da troia, ma a lei piaceva molto. Michael le disse che le sborrava dentro e Filippo le sborrò in bocca, dove ingoiò tutto.

Poi Filippo le andò a leccare la fica piena della sborra del fratello. Lei domandò se non gli faceva impressione dato che era del fratello, ma lui disse che l’amava proprio per quello. Filippo baciò sulla bocca il fratello con passione. Lorenza era un po’ sconcertata, visto che si trattava di un rapporto incestuoso, anche se i fratelli erano stati adottati. Disse che avrebbe voluto vederli mentre si inculavano l’un l’altro e loro le risposero che l’avrebbero fatto e che non era la prima volta che lo facevano.

Filippo si mise dietro a Michael e prese dalla borsa che si erano portati dietro, un lubrificante per il buco del culo, lo mise un po’ sul buco del culo di Michael e poi iniziò a mettere dentro il suo cazzo, mentre Michael godeva, godeva.

A Lorenza piaceva molto quello che stava vedendo e si stava masturbando sulla poltrona. Infine, Filippo venne dentro Michael e invitò Lorenza a leccargli il buco del culo e mentre lei lo faceva, Filippo succhiava la sua fica generosa e bagnata dalla masturbazione.

Poi, non si sa come, Lorenza si trovò sdraiata sul letto con i due che leccavano insieme la fica e mentre stava per venire Filippo la penetrò con il suo bel cazzo, mentre Michael succhiava i capezzoli del fratello. Lorenza venne selvaggiamente. Lei disse loro che era eccitata dal rapporto incestuoso tra i fratelli e dal fatto che uno fosse bianco e uno nero. Loro dissero che la capivano che avevano già avuto lo stesso effetto su altre donne. Molte, come lei, le avevano trovate mentre lavoravano e altre perché avevano risposto ad annunci erotici. Lei rispose che non avrebbe avuto il coraggio di mettere un annuncio, ma ultimamente aveva scopato moltissimo con molti uomini, visto che con il marito non lo faceva. Loro risposero che la capivano perché la maggior parte delle donne, con cui scopavano erano nella sua stessa situazione. Lei curiosa domandò loro, quando avessero iniziato i loro giochini e loro risposero che avevano iniziato da adolescenti sia a scopare tra di loro, sia a scopare con donne più grandi di loro, perché le coetanee adolescenti, non si sarebbero prestate a tutto ciò. Lei chiese se non avessero una fidanzata e loro risposero che l’avevano, ma erano coppie aperte. Le loro fidanzate molto spesso facevano l’amore tra di loro e loro si eccitavano parecchio a vederle e a scoparle entrambe. Lorenza rispose che il marito non era di così larghe vedute.

Lorenza disse che si era eccitata pensando a loro con le loro fidanzate e domandò con molto imbarazzo se nei loro giochi avessero mai coinvolto un’altra persona ossia un’altra donna. Loro risposero di sì e che si trattava quasi sempre di un’amica delle fidanzate. I fratelli non sapevano se le fidanzate avrebbero accettato un’estranea, con cui loro avevano già fatto sesso. Lorenza disse che non sapeva perché avesse fatto quella domanda e che potevano fare finta che non l’avesse fatta. Michael e Filippo dissero invece che l’avrebbero vista volentieri giocare con le fidanzate e le dissero che l’avrebbero convinte a tutti i costi.

Quindi, si sdraiarono un po’ per riposarsi e poi rimasero d’accordo che si sarebbero sentiti presto per giocare anche con le fidanzate.

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Mia figlia si sposa, ultima parte. Una famiglia incestuosa

Posted by admin under Incontri Erotici on giovedì Ott 27, 2022

Esco dalla casa di Michele e ritorno alla mia abitazione. Quando entro cerco mia moglie e sento che sta parlando al telefono in giardino: così entro nel mio studio e, mentre lascio una cartella con dei documenti sulla scrivania, dalla finestra aperta mi giunge la sua voce e sento che sta parlando in maniera allegra e felice con qualcuno.

“Certo, amore mio, certo che lo faremo. Si gioia del mio cuore, farò tutto quello che vuoi. Non ti preoccupare, non avremo problemi, tanto lui nemmeno se ne accorge. Ti amo da impazzire!”

Resto basito nel sentire questa conversazione e, silenziosamente, riprendo i miei documenti ed esco di casa. Mi siedo nell’auto tenendo il telefono in mano, simulando una telefonata, mentre in realtà sto cercando di riflettere su ciò che ho appena scoperto. Sono un cornuto! Dopo un attimo di stupore, le mie riflessioni mi portano ad altre considerazioni. Non me ne importa nulla, perché in fondo non ho di che lamentarmi su mia moglie; infatti, in quest’ultima ventina di giorni, si era detta sorpresa dalle mie rinvigorite prestazioni e pretendeva che ogni sera le fornissi la sua razione di sesso, cosa cui ho assolto sempre con estremo impegno e piacere. Inoltre, non posso certo biasimare me stesso per aver continuato ad avere una relazione con mia figlia, fino al punto di ingravidarla, ed ora che si prospetta anche l’ipotesi di ingravidare anche mia nuora, non posso certo pretendere la fedeltà assoluta di mia moglie. L’unica cosa che mi infastidisce un po’, sta nel fatto che, se io l’ho tradita, l’ho fatto all’interno delle mura domestiche, mentre lei lo fa con qualcuno di questa città che, probabilmente, incontrandomi o guardandomi in faccia, potrebbe benissimo darmi del cornuto e, questo, in fondo, è una cosa che mi infastidisce molto. Dopo qualche minuto rientro in casa e lei mi accoglie sempre in maniera dolce e calorosa. Dopo cena, la lascio sul divano a seguire una delle puntate della sua soap preferita e me ne vado a letto. Mi addormento, ma dopo un po’ di tempo vengo destato dalla piacevole sensazione di sentire una bocca che mi sta succhiando il cazzo. Quando apro gli occhi, trovo lei che, nuda, mi sorride e si impala su di me, godendo quasi istantaneamente. Vengo colto da una strana sensazione, come una specie di rabbia che mi spinge a scoparla con vigore. L’afferro per i fianchi e la metto sotto di me, poi inizio a pomparla come un toro scatenato, mentre, nella mia mente, prende forma l’immagine di lei sbattuta da un altro maschio e questo, unito al fatto che la sento godere e urlare di piacere, all’improvviso, mi provoca una eiaculazione che le riverso tutto dentro. Sfinito, mi sdraio al suo fianco, lei appoggia la testa sul mio petto e, dopo avermi dato alcuni baci, solleva lo sguardo incrociando il mio.

«Amore, sei stato magnifico! Cioè lo sei sempre, ma questa sera sembrava che avessi uno stimolo in più. Ho avuto l’impressione come se mi stessi scopando in maniera più forte e vigorosa. Posso sapere cosa ti ha scatenato questa rinnovata vigoria erotica?»

La guardo e, per un attimo, penso di restare in silenzio, poi, al contrario, decido che in fondo vale la pena di azzardare un po’.

«Mi fa piacere sapere che ti è piaciuto il mio modo di scoparti; in effetti avevo in mente una strana idea che scaturisce da un semplice e banale fatto avvenuto oggi. Nel cantiere è venuta una signora per concordare alcuni dettagli e rifiniture del suo appartamento e, mentre parlava con il mio geometra, ho notato che fra di loro vi era una certa complicità. Nulla di particolare, ma questa sera, mentre facevo sesso con te, stranamente ho immaginato che quella signora fossi tu e che, in qualche modo, fossi l’oggetto del desiderio di un’altra persona. Comprendo il tuo stupore, ma ti assicuro che questa cosa mi ha, in qualche modo, eccitato in maniera così evidente che te ne sei accorta anche tu.»

Lei mi guarda, sorride e mi dice che, se le mie fantasie hanno il potere di trasformarsi sempre in momenti di così intenso piacere, son libero di fantasticare su qualunque cosa. L’indomani, mentre sono al lavoro, mi giunge un messaggio di Lucrezia che mi chiede se nel pomeriggio posso passare a prendere un caffè da lei e, quando la raggiungo, mentre siamo seduti a sorseggiare il caffè, lei mi guarda con uno sguardo un po’ teso.

«Scusami, Carlo, se ti ho fatto venire oggi, ma volevo dirti che ieri non sono stata completamente sincera con te. Come ti ho detto, io e Michele abbiamo deciso di avere un altro figlio, ma a lui ancora non ho detto che avrei chiesto il tuo aiuto, mentre ieri ti avevo detto di averlo già fatto e, poiché oggi mi sono arrivate le mestruazioni ed è più di un mese che non uso precauzioni, questo significa che, anche questa volta, non è riuscito a mettermi incinta. Anche se la volta precedente si è dimostrato subito contento di accettare che fosse mio padre ad aiutarlo di ingravidarmi, ora mi son convinta che questo fatto, un po’ lo ha cambiato. Naturalmente adora Lucilla, è un padre meraviglioso, ma questa volta, in qualche modo, vorrei risparmiargli, se possibile, la sensazione che non sia stato in grado di assolvere al suo dovere. Ne consegue che, a partire dai prossimi giorni, cioè il tempo che manca al nostro matrimonio, vorrei che, in qualche modo, fossi tu ad aiutarmi a realizzare questo progetto. Inoltre c’è una cosa che vorrei chiederti, ma forse sto esagerando: poiché non ho più mio padre, mi piacerebbe che fossi tu ad accompagnarmi all’altare. Ne ho parlato con mia madre e, nonostante sia molto dispiaciuta per la perdita, si è detta molto contenta che fossi tu ad assolvere a quest’incombenza. Di questo ne ho già parlato con Michele che si è detto assolutamente contento se ciò avvenisse.»

Rifletto un attimo sulla sua proposta e le confermo che ne sarei immensamente onorato. Per quanto concerne il discorso gravidanza, ritengo che se lei sarà in grado di alternare le mie sborrate con quelle di Michele, difficilmente lui se ne accorgerà e, questo, forse, gli eviterà un possibile trauma. Passano i giorni e fervono i preparativi per il matrimonio; di frequente mi trovo anche in compagnia di Anastasia, la madre di Lucrezia. È una bella donna prossima alla cinquantina, la classica bellezza mediterranea, con capelli neri e le curve tonde, ma non è assolutamente grassa, anzi, potrei dire che è piena nei posti giusti. È leggermente più bassa della figlia, sopperisce a questa carenza calzando scarpe dai tacchi veramente alti e, cosa che non passa inosservata, è il suo splendido seno, sicuramente una quinta abbondante. In più di una occasione l’ho accompagnata a casa ed ho notato come, in qualche modo, la signora si è fatta notare anche da me e, alla fine, ho avuto quasi la sensazione che volesse una bella spazzolata anche lei. Dopo i primi giorni di tranquillità, Lucrezia mi ha comunicato che erano finite le mestruazioni, quindi potevamo dare inizio al nostro progetto. Passano due giorni, durante i quali non riesco a liberarmi dai vari impegni, ma nel terzo lei mi manda un messaggio, dicendomi che mi sta aspettando ed è impaziente di sentire il mio cazzo dentro di lei. L’occasione si prospetta di pomeriggio e, quando entro, resto piacevolmente sorpreso nel vederla davanti a me. Mi stava aspettando dietro la porta di casa già nuda, fresca e profumata, già pronta per farsi montare. Era magnifico constatare che si era preparata per me. Appena chiusa la porta, mi ha tolto la giacca, la cravatta, la camicia ed i pantaloni e mi ha condotto in camera da letto; mi ha obbligato a mettermi seduto sul letto ed ha cominciato a succhiarmi cazzo e testicoli con estrema voracità. Era veramente affamata. Subito mi son ritrovato con la verga bella dura sotto le esperte leccate di questa femmina, che riusciva a infilarsi in gola tutto il mio cazzo con estrema disinvoltura. Poi mi è salita addosso, impalandosi sul mio palo duro e svettante. Ha iniziato a muoversi su e giù, tenendomi le braccia al collo, mentre mi baciava dappertutto ed ha iniziato a gemere e godere.

«Fantastico! È semplicemente meraviglioso sentirlo arrivare fino in fondo. Tuo figlio lo ha grosso come il tuo, ma non ha la stessa lunghezza, forse è superiore in circonferenza, ma il tuo arriva così ben in fondo, che la punta mi accarezza la cervice dell’utero, dandomi sensazioni da impazzire.»

Le ho lasciato assaporare due orgasmi, poi, dopo averla rigirata e messa sotto di me, ho preso a pomparla con vigore e lei ha cominciato ad incitarmi a scoparla più forte ed a riempirle il ventre.

«Voglio che ti svuoti dentro di me e mi riempi col tuo seme! Voglio esser ingravidata da te! Non puoi capire quante volte l’ho sognato, desiderato e voluto.»

La sbatto con più forza e, poi, d’un tratto mi svuoto dentro di lei, fornendole il più suggestivo tra i piaceri. Resto piantato dentro di lei, fin quando sento la mia verga cominciare ad aver qualche cedimento e, solo allora, mi sfilo e lei, prontamente, me lo prende in bocca, lo lecca e lo succhia, lasciandomelo perfettamente pulito. Svolto il mio ruolo di stallone, le do un bacio e me ne vado. Per alcuni giorni abbiamo ripetuto lo stesso copione, mentre lei mi informava che, la sera, al rientro di Michele, si faceva chiavare immediatamente da lui ed inondare il ventre, proprio come avevo già fatto io. Poi mi ha fatto notare di esser giunta nei tre giorni più fecondi del suo ciclo e che sarebbe stata opportuna un’intensa irrorazione di sperma, per poter esser certi di esser fecondata. L’occasione ce l’ha procurata proprio Michele, comunicando di assentarsi per il weekend per seguire una gara motociclistica, sport di cui è molto appassionato. Anche Adele sparisce per tre giorni, dicendo di voler passare il weekend insieme alle sue amiche in quella spa dove sono state l’altra volta, per prepararsi al meglio in vista dell’imminente matrimonio. Lucrezia provvede ad affidare Lucilla a sua madre Anastasia e, quando la raggiungo, nel pomeriggio, del venerdì, inizio un vero proprio “tour de force” sessuale, che mi porta a scoparla fino a domenica pomeriggio, sborrandole dentro per nove volte. Quando rientro, la domenica sera in casa mia, mi siedo nel mio studio e mi organizzo per il giorno successivo, preparando i documenti di cui avrò bisogno l’indomani. Mentre sono intento ad organizzarmi, sento rientrare Adele, che parla allegramente al telefono con qualcuno e sento solo un frammento del loro discorso.

“Certo che è stato bellissimo! Ti assicuro che è stato veramente emozionante! Certo, gioia mia: mi hai fatto avvicinare alle vette del paradiso!”

Stupito, resto in silenzio, mentre lei passa oltre il corridoio ed entra in camera nostra. Avverto, dentro di me, una sensazione contrastante. Come la volta precedente, non è tanto il fatto di sapere di aver le corna che mi dà fastidio, ma la consapevolezza che il suo amante la fa veramente divertire, mentre io, in questi ultimi tempi, non le ho mai fatto mancare il sesso, facendola sempre godere in maniera intensa ed appagante, cosa di cui anche lei si è complimentata con me. Resto ancora un po’ di tempo in silenzio a riflettere e, quando entro in camera, lei sta già dormendo. La settimana successiva scorre veloce fra ultimi preparativi, vari nervosismi degli sposi ed i tanti piccoli dettagli da curare. Durante tutta la settimana, ho comunque sempre trovato il tempo per irrorare il ventre di mia nuora e poi, finalmente, arriva il fatidico giorno delle nozze. Mi vesto di prima mattina e chiedo a mia moglie com’è la situazione: lei mi informa che Michele è abbastanza nervoso, ma sarà lei stessa a farlo calmare. Esco e mi reco a casa di Lucrezia, ma, appena presa l’auto e fatta poca strada, mi rendo conto di aver fatto una grande sciocchezza: ho dimenticato portafogli e cellulare. Torno indietro, e mi accorgo anche di non aver preso le chiavi di casa. Fortunatamente la mia abitazione ha due ingressi, quello anteriore ed un altro, posto sul retro, raggiungibile direttamente dal garage, la cui apertura si aziona con il telecomando che ho nell’auto. Entro in casa e, mentre percorro il corridoio per andare nello studio a prendere ciò che mi serve, sento dei gemiti provenire dalla camera di Michele. Resto un attimo interdetto, poi recupero cellulare e portafogli e, silenziosamente, mi avvicino alla sua camera, dove la porta è appena socchiusa. Guardo attraverso la luce dello stipite e ciò che vedo mi lascia veramente basito: in ginocchio sul letto, c’è Adele che si sta facendo scopare con estremo piacere da Michele. Osservo con quanto vigore scopa sua madre e di come lei lo inciti a farlo, ancor più forte.

«Dai, così più forte! Fammi impazzire! Fammi godere ancora, perché ne avevo proprio bisogno!»

Rimango allibito ad osservare: lui che la sbatte con forza e poi, con un grido quasi soffocato, le viene dentro. Rimane un po’ immobile, poi si sfila, si gira verso il comodino e prende un plug anale, di medie dimensioni; dopo averlo infilato nella fica di Adele, lo estrae completamente ricoperto del suo seme e, con decisione, lo infila nel culo di mia moglie.

«Voglio che lo tieni tutto il giorno, perché mi eccita sapere quanto piacere hai provato lo scorso weekend, quando ti ho sfondato il culo con il mio cazzo.»

Sono stordito da questa rivelazione e, in punta di piedi, me ne vado. Mentre guido metto a fuoco tanti piccoli dettagli e giungo alla conclusione che l’amante di mia moglie non è altri che mio figlio Michele. Quando arrivo a casa della sposa, ci sono già un po’ di parenti e vengo accolto calorosamente da Anastasia, che mi informa che la sposa e già un po’ tesa e nervosa.

«Sta tranquilla: faremo in modo che si rassereni. Anche al matrimonio di Silvia, lei era andata letteralmente nel pallone, ma il mio intervento ha risolto ogni cosa.»

Lei mi guarda, sorride e, in quel momento, arriva il fotografo, che per circa un’oretta monopolizza la sposa, scattando foto alquanto belle e artistiche. Poi Anastasia invita i parenti ad avviarsi alla chiesa e, ben presto, la casa comincia a svuotarsi. Poi si avvicina a me e mi prega di far qualcosa per calmare la sposa.

«È molto tesa e nervosa, quindi, sarà necessario che tu le dica qualcosa che la rassereni.»

Mi guarda con un’aria un po’ particolare, ma subito mi esorta ad entrare nella camera di Lucrezia. Giusto il tempo di chiudere la porta dietro di me e lei mi si avvicina e mi butta le braccia al collo.

«Scommetto che mia madre ti ha detto che son nervosa e, in effetti, un po’ lo sono. Due giorni fa, avrei dovuto aver le mestruazioni, ma non sono arrivate; quindi sono certa di esser incinta, anche se non ho ancora fatto il test. Ora voglio chiederti ancora un piccolo favore: tradizione vuole che la sposa indossi qualcosa di nuovo, qualcosa di prestato e qualcosa di usato. Ebbene io, in questo mese, ho usato la tua sborra per farmi ingravidare, quindi voglio che mi vieni dentro ancora una volta, perché sarà qualcosa di “usato “in abbondanza, e perché, mentre mi accompagni all’altare, la voglio sentir colare lungo le gambe, per avere la stessa meravigliosa sensazione provata anche da Silvia.»

La guardo davvero sorpreso, ma lei mi sorride dicendo che fra di loro vi è una grande complicità e mia figlia non si è trattenuta dal raccontarle quale stupenda sensazione avesse provato nel percorrere la navata della chiesa, avvertendo che la sua sborra le colava fra le cosce. Appena finito di parlare, prima si siede sul letto e, dopo avermi aperto i pantaloni, mi prende il cazzo in bocca che, immediatamente, mi diventa duro, poi si alza, mi volge le spalle, appoggia le mani sul letto e, piegata, mi offre il suo corpo. Sollevo il vestito, la trovo senza slip e le pianto la verga dentro, prendendo a stantuffarla di buona lena. La sento godere di un buon orgasmo e, nello stesso tempo, mi incita ad inondarle ancora una volta il ventre.

«Sei un toro magnifico! Un vero stallone da monta! Dai, fammi sentire ancora una volta quel tuo getto caldo, che per più giorni ha irrorato abbondantemente il mio ventre! Vieni, vieni adesso! Dai, che vengo anch’io!»

Eccitato mi svuoto dentro di lei con una generosa sborrata e, appena mi sono sfilato, lei tampona la fica con una mano, mentre con l’altra afferra il mio membro, se lo porta in bocca e lo lecca e pulisce tutto, poi mi indica un paio di slip appoggiati sul letto, ed io l’aiuto ad indossarli. Giusto il tempo di ricomporci, che entra Anastasia e vedo che, fra lei e sua figlia, si scambiano un gesto d’intesa, dopodiché la madre dice che è ora di andare. Una ventina di minuti e ci troviamo davanti alla chiesa; prima mia moglie, poi io, accompagniamo questi due giovani davanti all’altare. Io e Adele ci sediamo in prima fila e, quando mia moglie si avvicina, a bassa voce, ironizzo un po’ con lei.

«Vedo che Michele è ben sereno e tranquillo, come hai fatto a farlo rilassare?»

Lei sorride e risponde ironicamente che lo ha semplicemente lasciato sfogare.

«Anche Lucrezia mi sembra molto rilassata, le hai forse iniettato una buona dose di autostima?»

La guardo e decido di stare al gioco.

«Sì, credo sia la stessa quantità che è stata iniettata a te.»

Lei mi guarda facendo finta di non capire. Per il resto della giornata, continuo ad osservare il suo comportamento e, sapendo che tiene un cuneo piantato nel culo, mi rendo conto che la cosa mi eccita particolarmente. È sera tardi, quando facciamo ritorno nella nostra abitazione. Appena giunti in camera, prima che lei cominci a spogliarsi, la stringo a me e l’abbraccio con forza. Le nostre bocche si uniscono in un bacio caldo e appassionato, mentre le mani cominciano a spogliarci reciprocamente. In breve siamo entrambi nudi: la guardo negli occhi e la prego di girarsi, cosa che lei fa e, delicatamente, le sfilo il cuneo dal culo.

«Credo che sia stata una bellissima esperienza per te passare un’intera giornata con questo particolare oggetto nel culo, sapendo quanto hai eccitato Michele.»

Lei si gira e mi guarda un po’ sorpresa, poi mi invita a sdraiarmi con lei sul letto; prende il mio cazzo in bocca e lo succhia con forza, facendolo diventare immediatamente duro. Sale su di me e mi cavalca a lungo, godendo quasi immediatamente. Le lascio assaporare il piacere, poi la rigiro, la metto sotto di me e comincio a pomparla con un ritmo molto sostenuto. Lei gode, solleva le gambe e le annoda dietro di me, per assecondare meglio la monta e, soprattutto, per aver la possibilità di spingere il suo corpo in alto per andare incontro al mio e godere più intensamente. Viene urlando e, ad un tratto, la sua voce mi sconvolge.

«Chiavami più forte! Sfondami tutta! E, anche se non è più possibile, ingravidami! Dai, feconda il mio ventre come hai fecondato quello di nostra figlia e di nostra nuora! Lo so che sei un vero toro da monta ed è per questo che ti amo e sono infinitamente orgogliosa di te.»

La guardo negli occhi alquanto stupito, mentre una strana eccitazione mi spinge a sbatterla con una forza inaudita e, improvvisamente, l’orgasmo esplode nella mia testa e, un attimo dopo, le riverso dentro tutta la mia sborra.

«Magnifica troia! Certo che ti sborro dentro! Mi va di ingravidarti di nuovo, perché sei la mia vacca!»

È un orgasmo devastante quello che entrambi proviamo quasi nello stesso tempo. Poi, sfiniti, ci mettiamo sdraiati l’una accanto all’altro: lei è con la testa appoggiata sul mio petto, solleva lo sguardo ed i suoi occhi brillano di gioia.

«È giunto il momento che io e te mettiamo in chiaro alcune cose. Come ti ho detto sono molto orgogliosa del fatto che tu abbia ingravidato le due ragazze. Devo confessarti che, anch’io, a suo tempo, sono stata ingravidata da tuo padre. Ricordi quando volevamo avere un figlio e poi ci fu quel problema in quel cantiere devastato da quel forte temporale e tu eri stato costretto ad assentarti per tre giorni? Durante tutti i giorni precedenti, mi avevi scopato intensamente, per ho subito avvertito la mancanza del tuo cazzo. Dopo il primo giorno, la sera successiva, ero veramente in fregola. Avevo una disperata voglia di cazzo, così forte da non riuscire a ragionare. Mi feci una doccia veloce e quando sono entrata nuda in camera mia, e mi stavo vestendo, all’improvviso, sulla soglia della camera è comparso tuo padre. Mi son girata verso di lui guardandolo e, senza nascondere particolarmente le mie grazie, ho visto che lui mi guardava e la sua voce è stata l’unica cosa che mi ha fatto ragionare.

“Scommetto che hai una voglia matta di uscire a farti sbattere da qualcuno. Vi ho sentito scopare queste sere e, poiché Carlo mi ha detto che vuoi restare incinta, sono fermamente convinto che se esci e ti fai scopare da uno sconosciuto, sicuramente potrebbe ingravidarti. Non voglio che mio figlio allevi un bastardo, perciò, se proprio hai voglia di cazzo, questo è il mio e te lo darò fin quando non sarai sazia.”

Senza aggiungere altro, ha sfoderato un membro di media lunghezza, ma di notevole circonferenza, anzi, poteva benissimo esser definita esagerata. Mi ha scopato per tutta la notte, facendomi impazzire di piacere e inondando il mio ventre con il suo seme. Sembrava insaziabile e, dopo ogni orgasmo, continuava ancora a sbattermi ed a farmi godere ancora, e ancora, fin quando, stremata, mi sborrava dentro generose bordate del suo seme. Ovviamente ero nei fatidici tre giorni fertili e son rimasta incinta. Dopo la nascita di Michele, ho continuato, per alcuni anni, ad esser la sua troia. Sì, lui con me aveva un particolare rapporto: me lo piantava dritto nel culo. All’inizio è stato un po’ difficile ricever dentro quel grosso membro, ma, ben presto, mi sono abituata ed ho cominciato a godere con lui, come una vera puttana. Evitava di proposito di scoparmi nella fica, perché diceva che quello era compito tuo e, siccome tu lo assolvevi in maniera perfetta, lui ribadiva che era tuo dovere soddisfare la moglie, mentre il suo era quello di dar sfogo alla mia indole da puttana. Una volta ho anche desiderato avervi entrambi insieme, ma son giunta alla conclusione che lui non avrebbe mai accettato e, fin quando è rimasto in vita, ho goduto con lui come una vera zoccola, come la sua puttana. Quando è venuto a mancare, e ti assicuro che ho sentito tanto la sua mancanza, dentro di me qualcosa mi ha spinto a non cercare, in nessun modo, di sostituirlo con qualche altro cazzo fuori casa. Col tempo, mi son abituata al nostro menage ed ho sempre più apprezzato le scopate che facevo con te, perché, in ogni caso, sono sempre state molto soddisfacenti. Quando, cinque anni fa, mi son accorta che Silvia era diventata la tua amante, all’inizio, ho provato una lieve gelosia, poi, ripensando alle parole di tuo padre, dentro di me son giunta alla conclusione che era meglio che nostra figlia facesse esperienza con te. Son fiera del lavoro che hai fatto nel trasformare una puttanella adolescente in una donna matura, consapevole delle proprie scelte, e sufficientemente zoccola per godersi la vita. Il fatto che facesse esperienza in casa, in qualche modo, mi ha trovato assolutamente d’accordo, ed è per questo che non ho mai ostacolato il vostro gioco. Poi, tre anni fa, c’è stato un piccolo cambiamento, quando Michele è venuto da me ed era molto depresso, perché, nonostante i ripetuti sforzi non riusciva ad ingravidare Lucrezia. Gli ho consigliato di far degli esami e lui mi ha mostrato il risultato delle analisi sullo sperma, che evidenziavano che era tutto regolare, ma, forse, c’era un fattore stressante che gli impediva di rendere al massimo. Quando mi ha detto che Lucrezia aveva chiesto aiuto a suo padre per farsi ingravidare, ho visto un po’ di tristezza nei suoi occhi e, stringendolo a me, ho sentito premere, contro la mia pancia, qualcosa di veramente duro e poderoso. Quando la mia mano lo ha stretto, subito mi son resa conto che Michele era veramente figlio di tuo padre, perché il suo membro era esattamente la copia di quello che mi aveva fatto godere per tanto tempo. Non ho saputo resistere alla tentazione e, così, son diventata l’amante di mio figlio, nella stessa misura in cui tu lo eri di Silvia. Anche con lui, ho ripreso ad assaporare il piacere di farmi slargare il culo fino a farlo diventare una vera voragine. Anche se ad ingravidarmi è stato tuo padre, son fiera del fatto che lo hai allevato come figlio tuo e Michele è, di fatto, veramente tuo figlio. Poi, quando circa due mesi fa, hanno ripreso il discorso di avere un altro figlio, lui ne ha parlato con me, soprattutto del fatto che aveva notato la tua auto spesso parcheggiata nei presi di casa sua e subito ne ha dedotto che, questa volta, Lucrezia, non avendo più il padre, si era rivolta a te per farsi ingravidare e, insieme, abbiamo concordato che la cosa era la più giusta a farsi. Insieme abbiamo fatto in modo che tu avessi campo libero, soprattutto nei tre giorni in cui lei era nel periodo più fertile, ci siamo inventati la gara delle moto, anche se, in realtà, abbiamo trascorso tre giorni chiusi nella camera della spa a farmi inculare ed a godere in una maniera pazzesca. Oggi posso dirmi felice per avere un uomo come te che, nonostante tutto, ha sempre mantenuto il suo impegno, anche nei miei confronti, facendomi provare le stesse emozioni che devi aver provato con tua nuora, ma, soprattutto, con tua figlia. Ricordo ancora la mattina del matrimonio, quando siamo usciti e, fingendo di aver dimenticato qualcosa, son rientrata silenziosamente e, attraverso, la porta socchiusa, ho visto Silvia inginocchiata davanti alla patta dei tuoi pantaloni, che ti succhiava il cazzo, e, quindi, ho capito che tutto faceva parte di un contesto che io ho assecondato con estremo piacere. Oggi sono orgogliosa, perché insieme a te abbiamo allevato due figli che ci amano e ci vogliono molto bene, e spero che le giovani creature, che le due donne partoriranno, saranno in qualche modo la nostra gioia. Mi ha sempre eccitato molto, sapere che mio marito era un vero toro da monta, che ha ingravidato le sue vacche ed è per questo che, prima, ti ho chiesto di ingravidare anche me, ben sapendo che questo non è possibile, ma, in ogni caso, questa semplice fantasia mi ha veramente eccitato. Ora sai tutta la verità, resta solo un piccolo dettaglio, un desiderio che un giorno mi piacerebbe realizzare: esser posseduta da te e Michele contemporaneamente.»

La guardo provando un misto di stupore ed eccitazione nello stesso tempo e, poiché il mio cazzo è tornato di nuovo duro, le salgo sopra e la scopo facendola godere ancora in maniera intensa e molto coinvolgente. Il suo corpo trema scosso dai brividi di piacere, mentre la sua voce mi incita a farla godere ancora.

«Sì, toro meraviglioso, sfondami tutta! Fammi sentire la tua vigorosa forza che mi sbatte come ti sei sbattuto quelle due troiette che hai generosamente ingravidato. Più forte! Chiavami più forte! E poi, se lo ritieni di tuo gradimento, vorrei essere scopata da te, anche nel culo!»

Non ho permesso che ripetesse la richiesta: in un attimo l’ho fatta girare e le ho infilato la mia verga, tesa e dura, tutta nel culo. Ha emesso un lungo gemito di piacere e mi ha esortato a sfondarle quel buco, che si è subito aperto al passaggio del mio cazzo, per poi stringersi su di esso ed ha iniziato a contrarsi ritmicamente, risucchiando il mio cazzo e masturbandolo con i muscoli anali, finché ho concluso riversandole nel culo quel poco di sborra che era ancora presente nelle mie palle.

Sfiniti ci siamo addormentati e, un attimo prima di chiudere gli occhi, ho ripensato a mio padre, alla sua saggezza, che ci aveva permesso di tenere intatta la famiglia e di realizzare tutto quanto senza ricorrere ad interferenze esterne, ma godendoci le nostre donne senza esclusione di colpi. Ho avuto un affettuoso sentimento di riconoscenza per lui:

 «Grazie papà!»

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