Il mio primo squirt

Posted by admin under Incontri Erotici on domenica Nov 27, 2022

Il materasso a terra, un manzo nudo che mi aspettava e un altro in piedi che sorrideva malizioso, sapendo cosa sarebbe successo dopo.

Ero ancora calda, eccitata e sconvolta dagli orgasmi precedenti. Accettai l’invito di Giacomo di accomodarmi e mi misi a cavalcioni su di lui, premendogli le tettone sul viso. Vidi Angelo con la coda dell’occhio avvicinarsi e poi inginocchiarsi di fronte a me. Sentii le mani callose di Giacomo afferrarmi il seno e aprirsi un varco per la faccia, alternando momenti di soffocamento. Sentivo il suo respiro caldo sulla mia pelle, proprio all’altezza dello sterno. Ebbi un brivido, è uno dei miei punti erogeni, ma fino a quel momento ne ero ignara. Cominciai ad eccitarmi, senza rendermene conto mi stavo strusciando sul suo cazzo. Lo sentivo morbido e pian piano indurirsi tra le mie labbra. Mi piaceva quel movimento, provavo una sensazione strana ed eccitante. Sentivo le sue vene gonfiarsi e premere sul clitoride. D’istinto aumentai il ritmo e cominciai ad ansimare. Mi succhiò i capezzoli così forte che divennero ultrasensibili. Ogni volta che me li sfiorava con la lingua, sussultavo e godevo. Angelo approfittò della mia bocca aperta durante i gemiti per infilarmi il cazzo. Mi prese la testa tra le mani e si spinse più in fondo. Sentivo le palle sbattermi al mento e la sua espressione di godimento ogni volta che andava dentro. Cominciò a scoparmi la bocca dolcemente. Mi accarezzò il viso, mi guardò e disse

“Voglio farti venire come non sei mai venuta prima!”

Si tolse, lasciandomi la bocca vuota e con un’espressione confusa. Cosa voleva fare? Sentii Giacomo sollevarmi da sopra di lui. Mi fecero sdraiare supina sul materasso e mi aprirono le cosce, sollevandomi le gambe. Avevo entrambi con la faccia rivolta alla mia fica, ero fortemente in imbarazzo. Mi sentivo esaminata, ma appena uno disse “Voglio farlo io” e fece scorrere le mani sulle cosce verso l’inguine, mi eccitai. Vidi Giacomo venire in ginocchio alla mia destra, porgendomi l’uccello gonfio e voglioso. Era bellissimo, la cappella più rosa del resto era lucida e le vene che percorrevano l’asta erano così invitanti. Avevo lo sguardo fisso su di lui e con la lingua lo invitai ad entrare. Volevo assaggiarlo, odorava di me, dopo essermi strusciata e dopo averlo bagnato per bene.

Mentre mi gustavo Giacomo, le labbra di Angelo premettero con forza sulle mie, depilate e bagnate di umori. Le dita mi allargavano per far spazio alla sua lingua assetata e poi entrare uno dopo l’altro dentro di me. Giocava avido sul clitoride facendomi perdere il controllo, mi fece provare sensazioni uniche. Aveva la lingua ruvida e dura, mentre mi torturava. Ma all’improvviso si allontanò, lo sentii alzarsi in ginocchio e avvicinarsi. Si abbassò e cominciò a masturbarmi con le dita. Non riuscii a capire il movimento, sapevo solo che mi piaceva. Infilò due dita senza andare in profondità, le mosse verso l’alto e poi cominciò a rotearle, credo. E poi dritte, più dentro. Sentii le labbra allargarsi ancora di più, adattandosi alla sua mano ogni volta che si avvicinava. Dentro e fuori fino a quando non mi bagnai abbastanza e disse

“Ti piace così?”

“Sì, ma preferisco quello che facevi prima, non so cosa facevi, ma mi piace di più.” La mia voce strozzata dal cazzo di Giacomo che intanto era diventato sempre più grosso.

Angelo obbedì, sentii di nuovo le dita premere verso l’alto. Il rumore dei miei umori risuonava come le ciabatte sul bagnasciuga. Ero fradicia e questo gli fece capire che stavo per avere un altro orgasmo. E fu così, mi piacque troppo l’idea di essere a gambe spalancate e alla sua mercé, mentre succhiavo il cazzo di un altro. Aumentò la velocità e cominciò a sgrillettarmi il clitoride con l’altra mano. Mi fermai, presi un attimo di pausa da Giacomo per prendere fiato, era troppo bello. Sentivo l’eccitazione salire all’apice. Un calore mi pervase tutto il corpo e si diresse al cervello. Mi inarcai, afferrai i bordi del materasso e irrigidii i muscoli delle gambe fino ai piedi e gli urlai di non fermarsi.

“Ti prego non fermarti, sto venendo!!!”

“Oh lo vedo, era proprio così che volevo farti venire!”

Mi sentii bollente tra le cosce, una forza dentro di me spingeva per uscire. Mi sentivo strana, la testa cominciò a girarmi, volevo rilassarmi ma il corpo sembrava non rispondere. Un getto violento colpì il braccio di Angelo. Non capivo cosa fosse, lui non si fermò. Continuava a masturbarmi, aveva capito il mio punto erogeno e non lo mollava neanche mentre mi dimenavo sotto di lui. Ancora un altro getto, stavolta più debole. E un altro ancora, come se ci fosse un rubinetto aperto ed uscisse acqua, allagando il materasso. Mi sentii bagnata, mi ritrassi, cercando di divincolarmi da loro. Mi vergognai, credevo di aver urinato proprio in quel momento. Ero convinta di aver rovinato tutto.

Mi sentii tirare dalle gambe

“Ehi, dove scappi!?”

“Dai lasciami, che vergogna, mi sono bagnata, non volevo far pipì”

“Cassy, non è pipì. Guarda” indicò delle chiazze a terra, che non avevo notato “è trasparente. Hai appena squirtato, non è pipì”

“Che ho fatto?”

“Hai squirtato. Volevo fartelo fare e ci sono riuscito. Non sapevi di poterlo fare eh?!”

Mi fece riprendere dagli spasmi e dallo scombussolamento dell’orgasmo e Giacomo si accomodò di fianco a me. Ci palpammo ancora e poi mi fece accomodare ancora su di lui. Questa volta mi misi sul cazzo, lo tenni con la mano e lentamente scivolai su di lui. Ogni vena strusciò nelle pareti interne della fica facendomi godere come una matta. Ero ancora fradicia e bollente e lui impazzì sentendo tutto quel calore pervadere il suo cazzo. Dopo poco sentii Angelo avvicinarsi da dietro. Mi accarezzò la schiena, mi baciò il collo e lentamente mi fece sdraiare su Giacomo. Sentii le mani di Angelo accarezzarmi le natiche. Prima lentamente, poi sempre più forte, allargandomele all’altezza dell’ano. Sputò sul buchetto, me lo coccolò prima all’esterno e poi uno alla volta infilò le dita. Quando mi rilassai a quel massaggio, sentii qualcosa di più grande. Era diverso, morbido e delicato. Infilò lentamente la cappella e andò avanti e dietro fino a quando non sentì Giacomo prendere il controllo e scoparmi la fica, facendomi dondolare su di lui e scappare dalla presa di Angelo. Poi due mani mi afferrarono i fianchi e sentii il cazzo di Angelo entrare violentemente dentro di me, dietro. Fui scopata da entrambi, con forza. Mi sentii piena da due meravigliosi uccelli. Ancora una volta ero al centro della loro attenzione. Una dea del sesso.

All’improvviso Angelo si fermò, mi affondò le dita sui fianchi e si accasciò su di me. Mi riempì un’ondata calda, era venuto nel culo. Si tolse da dietro e sentii i muscoli pulsare, avendo delle piccole contrazioni che facevano fuoriuscire lo sperma di Angelo. Giacomo avvertì il calore dell’orgasmo gocciolare dal mio buco su di lui e mi afferrò dai fianchi. Continuò a scoparmi, facendomi saltare a ritmo anche le tette. Ad ogni colpo un salto. Il mio respiro ormai era continuamente spezzato dai gemiti. L’ultimo colpo, più forte, mi fece sentire un dolore allo stomaco. Fu così dentro che mi sentii male, urlai, mi inarcai spostando il bacino in avanti e toccai il mio punto erogeno. Venni ancora, un dolore piacevolmente eccitante. Continuai a muovermi, non riuscivo a fermarmi. Ondeggiai su Giacomo, avendo un orgasmo dopo l’altro. Mi lasciai andare. Sentii di nuovo il calore strano di prima e all’improvviso del liquido mi uscì di getto, bagnando la sua pancia. Quel getto fu come se avessi dato a Giacomo il permesso di venire. Mi sollevò, mi fece sdraiare e lo puntò alla mia faccia. Getti violenti e caldi mi bagnarono ovunque. Schizzi sulla pancia, sul seno, alla gola e sulla faccia. Ero sporca di sesso ed io ero felice. Distrutta ma felice.

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Sfida, locali e mutandine.

Posted by admin under Incontri Erotici on giovedì Nov 24, 2022

Non sono più tornata in argomento con Alessio. I giorni successivi lui lavora con me come se niente fosse. Non so bene come faccia. Io, di sicuro, non ci riesco. So che il video non esiste più, l’ho cancellato io stessa dal suo telefono, ma quello che mi ha fatto fare è rimasto indelebile nella mia mente. Ogni volta che lo guardo mi ritorna in mente tutto: il ricatto, la vergogna, ma anche l’immenso piacere di essermi masturbata in un bar. E quanto è stato eccitante. Mi pizzico la mano. Sto pensando troppo a quello che è successo, e non va bene. Non è giusto. Sono sposata. Ho due figli. Lui è un mio sottoposto e, soprattutto, mi ha ricattato. È sbagliato sotto tutti i punti di vista. Ma allora perché quando lo vedo sento un fuoco incandescente nel mio intimo? Perché mi ritrovo di continuo a toccarmi, quelle poche volte che sono sola, ripensando alla sventura/avventura nel bar?

Devo dimenticarlo assolutamente. Non mi fa bene ripensarci e riviverlo. Come donna ho dei bisogni, ma ho un marito che può darmi ciò che mi serve.

Sono a letto con lui e ho voglia.

         «Amore, i bimbi dormono. Dovremmo approfittarne!».

Lui è in dormiveglia.

         «Mm …mm».

Metto la mia mano nel suo pigiama e gli afferro il pene. Lo accarezzo con il pollice.

         «Dico… dovremmo approfittarne!».

Non solo non mi ascolta, ma non gli si drizza nemmeno.

         «Sono stanco!».

Inizio a pensare male di lui: “Ma che razza di uomo sei?! Chiunque altro mi sarebbe già saltato addosso!”. Ripenso al bar: “Alessio mi avrebbe già aperto come una noce di cocco!”. Perché mi torna sempre in mente lui?!

Si addormenta e io in silenzio mi chiudo in bagno. Abbasso i pantaloni del pigiama e, senza il bisogno di un porno, inizio a toccarmi. Chiudo gli occhi e vedo il mio giovane assistente, di fianco a me.

         «Toccati come quella volta!» mi dice.

La mia mano è già sul mio clitoride e bastano solo pochi giri d’orologio che sono bagnata fradicia. In poco tempo vengo e provo un piacere immenso.

Torno a letto e guardo l’amore della mia vita che dorme beato come un bambino.

         «Idiota di un marito! Cosa ci voleva e metterti sopra e montarmi?! Così mi costringi ad accettare le sue sfide!».

Lui dorme e non sente quello che dico. Chiudo gli occhi anche io, ma ho deciso ormai. A nemmeno due settimane di distanza, accetto le tue sfide Alessio.

La mattina seguente vado in ufficio di buon ora, lui è già lì. Mi saluta come tutte le mattina e si mette alla sua scrivania. Io vado nel bagno delle signore e prendo il cellulare.

Io: Una cosa deve essere chiara! La mia famiglia e il mio lavoro non devono risentire delle nostre sfide! Chiaro? È l’unica condizione che pongo, per il resto hai carta bianca.

Alessio: Promesso!

Io: In questo caso…

Mi spoglio e resto in intimo. Ho un reggiseno di pizzo nero, abbinato ad un paio di mutandine nere anch’esse di pizzo. Premo invio.

Io: Dimmi cosa devo fare affinché tu la cancelli.

Non ottengo nessuna risposta. Spero di non dovermene pentire.

Torno nel mio ufficio e continuo a lavorare. Il pensiero di quello che ho appena fatto però mi tormenta. Mi sento come se avessi tradito mio marito e al tempo stesso sono eccitata come non mai. Sono seduta alla scrivani con la mia sedia in cuoio, regalo dei colleghi per il nuovo lavoro, e fatico a resistere alla voglia incredibile di toccarmi. È pieno di persone e il mio ufficio ha una grossa vetrata che dà sul corridoio, troppo in vista per cedere alla tentazione.

Vedo Alessio che si ferma davanti al vetro e mi fissa. Sorride. Mi fa imbestialire: gli strapperei quel sorrisetto beffardo dalla faccia. Ma al tempo stesso il mio corpo si muove da solo: inizio a premere il mio fondoschiena sulla seduta in cuoio, più forte che posso, e inizio ad andare avanti e indietro, come se la vibrazione dei miei pantaloni dovuta al movimento fosse abbastanza per potermi dare piacere. “Sono davvero così eccitata?!?!” penso. In realtà so già la risposta, ma è un pensiero che vuole solo sottolineare la mia incredulità. Solo due settimane prima era una perfetta moglie, madre e donna in carriera; ora sono qui in preda alle mie voglie che fatico a resistere per non toccarmi davanti a lui.

Se ne va senza dire o fare nulla. Mi lascia lì, in sospeso. Sto uscendo dall’ufficio quando si avvicina.

         «Domani sera vieni all’inaugurazione del locale del ragazzo di Francesca. Scoprirai cosa devi fare.».

Mi allunga un rossetto rosso acceso. Uno di quei colori che mi stanno da dio e lui lo ha capito.

         «Mettilo domani!».

Mi fa un ironico saluto militare e sparisce dentro l’ascensore.

A casa cerco ancora una volta di fare l’amore con mio marito, ma ancora una volta trovo una risposta negativa.

Aspetto che si addormenti per masturbarmi ancora e ancora nel bagno, nell’attesa della sera successiva.

Il dress code per l’occasione impone giacca e cravatta per gli uomini, mentre abito da sera per le donne. È un locale abbastanza in della città, uno di quei posti dove trovi gente di una certa classe sociale.

Siamo in primavera e la temperatura permette di indossare un abito ad altezza ginocchio rosso in tinta con il rossetto che Alessio mi ha detto di indossare. Il tutto completato con un bel tacco che slancia la mia figura. Sono in molti a fissarmi. “Chi è quella bella bionda?!” immagino che pensano. E gli occhi addosso mi fanno uno strano effetto, positivo.

Lui non è ancora arrivato, ma passo una bella mezzora a parlare con i nuovi colleghi e a conoscerli un po’ meglio di quanto non si possa fare in ufficio.

Finalmente eccolo. Non è solo: con lui c’è una graziosa moretta, carnagione chiara, occhi da cerbiatta e un fisico snello e ben proporzionato. Vederli insiemi mi dà fastidio, anche se non ho ragione di essere gelosa.

I due si recano subito al bar e io resto così indecisa sul da farsi. Delusa per l’essere stata ignorata.

Non passa molto da che questi pensieri mi balenano in testa, che ecco il bip-bip del telefono. La suoneria dei messaggi personalizzata che ho impostato per Alessio.

         Alessio: Entra nel bagno riservato allo staff e chiuditi nella penultima cabina wc. Alza i piedi in modo che sembri non esserci nessuno. Hai 5 minuti.

Il messaggio mi dà una scossa di eccitazione incredibile. Non si è dimenticato di me. Non mi ha ignorato.

Mi dirigo in fretta al bagno dello staff e guardandomi intorno per non essere vista sgattaiolo dentro, come mi ha detto di fare.

Metto il telefono in silenzioso e mi rannicchio in piedi sul water perfettamente pulito. Fisso il telefono in attesa di un altro messaggio, ma nulla. Vedo il display con l’orologio che segna i minuti che trascorrono senza che io abbia sue notizie.

Allo scadere perfetto dei cinque minuti sento la porta del bagno aprirsi e qualcuno entrare.

         «Sei sicuro che non ci sia nessuno?».

È la voce della ragazza. “Cazzo! Anche la voce è figa!” penso tra me e me.

         «Sicuro. Andiamo nell’ultimo in fondo.».

Proprio quello in fianco al mio.

Cala il silenzio. Mi ritrovo a trattenere il respiro, mentre sento la porta della cabina accanto chiudersi e bloccarsi. Sento il respiro dei due che immagino si stiano baciando.

“Come vorrei esserci io!”. Un’altra volta mi ritrovo a pensare a cose che non dovrei.

Sento una zip abbassarsi. Lei indossa un abito nero, deve essere per forza quella dei pantaloni di Alessio.

         «Cosa aspettavi a mostrarmi questo tesoro?!».

La ragazza sta chiaramente parlando del suo pene. Muoio dalla curiosità.

Non riesco più a stare accovacciata sul water e senza fare il minimo rumore mi siedo con tutte e due le tavolette abbassate.

         «Piano con le mani. Ora, TOCCATI!».

Allunga le mani! Che invidia!

         «Agli ordini!».

“Agli ordini!” rispondo anche io nella mia mente; e inizio ad alzarmi il vestito e mi massaggio da sopra le mutandine.

Si inumidiscono subito.

Ricordo perfettamente la sensazione di essere osservata da lui, mentre mi tocco. È esattamente quello che sto immaginando, mentre le mie dita spingono il cotone del mio intimo contro le mie labbra nascoste.

         «Posso?».

Sento la voce della ragazza, ma non capisco subito a cosa si riferisce.

         «Mmmm».

Riconosco chiaramente il suono della gola che si adatta al membro di Alessio. Sento il risucchiare della ragazza. Istintivamente porto due dita in bocca e inizio a simulare un pompino.

         «Sei brava!».

“Grazie!” rispondo nella mia mente. So che quel complimento è diretto anche a me.

Sento Alessio gradire e avvisare la ragazza dell’imminente eiaculazione.

         «Ingoia!».

Cala qualche attimo di silenzio poi è ancora lui ha prendere la parola.

         «Togliti le mutandine e mettile in bocca! Ora tocca a te!».

Faccio come comanda alla giovane fortunata. Tolgo le mutandine e le metto in bocca. Sono bagnate dai miei umori. Mentre immagino la lingua di Alessio in mezzo alle mie gambe continuo a toccarmi e assaporo i miei umori.

Chiudo gli occhi e mi lascio trasportare dal ritmo dei gemiti della fortunata nel bagno accanto.

Non ho la nozione del tempo. Vengo più volte, ma ogni volta ho sempre più voglia.

         «Hai fatto questi giochi anche con la tua capa?».

         «No, non l’ho mai leccata e lo stesso vale per lei.».

         «Oggi c’è alla festa?».

         «Curiosa?».

         «Da morire!».

         «Ti ricordi la bionda con il vestito rosso che abbiamo visto quando siamo arrivati?».

         «Quella con il rossetto rosso da paura?».

         «E’ lei!».

         «Wow! Sai che…».

         «A suo tempo!».

         «Non sai nemmeno cosa stavo per dire!».

         «Che è una gran figa e che ci faresti volentieri quattro salti insieme a me. Sbaglio?».

Sento la ragazza rispondere con una risata. “Ho fatto colpo!” penso contenta.  

         «Esci ora. Ti raggiungo al bar.».

Sento la porta aprirsi e i passi allontanarsi.

L’ombra di Alessio si vede da sotto la porta della cabina. Bussa.

         «Apri!».

Sblocco la porta. Lui apre. Mi trova con l’abito alzato in vita, le gambe aperte, la mia passerina con il pelo biondo arruffato e bagnato e le mutandine bianche ancora in bocca.

Sorride.

Mi passa il suo telefono in modo che possa dare l’invio al comando di cancellazione della foto che ho mandato il giorno prima.

         «Sei uno spettacolo! Divertita?».

Sono completamente inebetita. Faccio di sì con la testa.

Alessio allunga la mano e afferra le mutandine. Apro la bocca per permettergli di prenderle. Le porta al mio sesso e asciuga gli umori prodotti dalla mia continua stimolazione.

Se le mette in tasca e se ne va.

Di colpo mi ridesto come da un sogno. Mi sistemo l’abito e torno di là. Saluto tutti e me ne torno a casa.

Sono frastornata, confusa e appagata. Spero di non dover dare spiegazioni a mio marito del mancato ritorno a casa del mio intimo, ma se ho fortuna starà già dormendo.

Sono davanti alla porta di casa quando sento il bip-bip del telefono. Apro il messaggio e vedo la foto delle mie mutandine sul sedile della sua auto.

         Alessio: Le mutandine restano in mio possesso fino a che non avrai compiuto la prossima sfida! Buona notte, capo!

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Il primo incontro alla spiaggia nudista

Posted by admin under Incontri Erotici on sabato Nov 19, 2022

Oggi fanno ventitré mesi che non tocco la carne.

No a bistecche, salsicce, hamburger, spiedini, costine, polpette, e…fica.

Niente che deriva dagli animali: niente uova, niente latte, niente formaggio. 

Bruco l’erba, direte voi? Meglio brucare l’erba come le mucche anziché ucciderle, o  torturarle mungendole. Anche le povere galline, è vero che cagano ovunque, ma le uova servono per procreare e vanno fecondate dal gallo. Non devono certo finire nel tegamino.

Dovrei procreare anche io, ma sto aspettando la mia gallina. 

In effetti una bella ragazza da fecondare ce l’avrei, bisogna capire se è d’accordo. D’accordo al matrimonio. Una volta sposato potrei unirmi a lei.

Devo capire se è quella giusta. Solo allora, una volta uniti nel sacro vincolo del matrimonio, rispettando la proceduta cristiana, potremmo avere dei rapporti sessuali. Tutti tentativi atti alla procreazione, si intende.

Questo a molti di voi potrà sembrare illogico, ma io ne sono ostinatamente convinto. Le debolezze della carne vanno combattute con la determinazione e il sacrificio.

L’ho incontrata qualche giorno fa sulla spiaggia naturista. Bada bene, naturista non nudista. 

Le spiagge nudiste sono per quelli che vogliono menarsi il cazzo in pubblico. Le spiaggia naturiste, nella fattispecie i villaggi naturisti, altresì, sono luoghi abilitati e riconosciuti da statuti ufficiali, che permettono di svolgere attività in completa nudità a contatto con la natura, nella condizione umana. Scevri da ogni classificazione sociale. Nudi come siamo usciti dall’utero. 

Stava uscendo dall’acqua, abbronzata con i seni sodi e i capezzoli turgidi dal freddo. L’acqua le gocciolava dal petto fino a raggiungere, come un ruscello, una piccola stretta striscia di peli che si perdeva nel posto più buio del suo pube.

– Bel vestito! – le dico guardandola. Era completamente nuda a parte un braccialetto fatto di piccole conchiglie bianche che teneva legato alla caviglia. 

– Anche il tuo non è male! – mi risponde stando al gioco, indicando i miei occhiali da sole scuri. Unico accessorio che indosso. Oltre a proteggermi dal sole gli occhiali mi danno modo di guardare attentamente le parti del corpo di chi frequenta questa spiaggia.

Ci siamo conosciuti così. 

Poi mi ha invitato a sedere sotto il suo ombrellone. Ha tirato fuori dalla borsa della frutta fresca e me l’hai offerta. Melone e anguria tagliata in cubetti regolari e sistemata alla perfezione nel contenitore di plastica. Già mi piace questa femmina, deve essere una perfezionista.

Ci siamo dati appuntamento stasera per un post cena al diner bar del villaggio. Questa volta vestiti. 

Una centrifuga depurativa per me è un calice di vino per lei. 

Nonostante nel villaggio si possa stare liberamente nudi da quando si effettua il check-in fino a quando si riparte, questa sera è particolarmente fresco quindi abbiamo convenuto di vestirci con degli abiti leggeri.

Io indosso una camicia di puro lino naturale con tintura artigianale derivato dalla barbabietola rossa e dei pantaloni larghi color cachi rigorosamente senza intimo. 

Lei ha un vestito lungo di cotone con le bretelline, che lascia scoperta la schiena, quasi trasparente e nessun segno di slip. Anche lei non indossa intimo e i capezzoli ben visibili sotto la stoffa indicano che non ha nemmeno il reggiseno.

Parlando, ci siamo trovati d’accordo su molte cose, mentre su altre di meno, ma per tutta la serata abbiamo conversato amabilmente. 

Quando ad un tratto se ne esce quella domanda del tutto fuori luogo.

Note finali:

Puoi leggere questo ed altri racconti sul nostro BLOG
SCENEGGIATURE X PORNO

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Il vicino 3

Posted by admin under Incontri Erotici on venerdì Nov 18, 2022

La mattina seguente, nonostante la situazione, fecero dell’ottimo sesso. Questa volta Daniele si sdraiò e Marika si mise sopra. Era la sua posizione preferita e godette moltissimo, più che con il marito, probabilmente perché si muoveva anche Daniele e perché il suo pene era più grosso di quello del marito.

A Marika inoltre piaceva strusciare moltissimo le tette addosso al torace di Daniele, baciarlo in bocca.

Poi, fece una cosa che aveva fatto anni prima anche col marito ossia mise la fica sulla faccia di Daniele e questo si mise a leccare forsennatamente facendola venire a più non posso diverse volte.

Purtroppo, tutto il loro tempo fu impiegato nel fare l’amore e rimandarono la questione di Orsetta al pomeriggio quando si sarebbero telefonati.

Marika aveva paura a tornare a casa, in quanto temeva che Orsetta si facesse viva con lei.

Marika ritornò a casa e per fortuna Orsetta non si fece vedere, anzi sembrava proprio che non fosse in casa.

Marika si tranquillizzò un poco, anche se pensava a come risolvere il problema con Orsetta. Certo, non poteva dire al marito di tutto ciò.

La situazione sembrava veramente essere senza via di uscita.

Daniele nel pomeriggio le telefonò e le disse una cosa sconvolgente ossia che lui aveva un fratello gemello che viveva non molto lontano da lì, ma con cui aveva sporadici rapporti.

Il problema era che non sapeva come dirgli di Orsetta, anche perché il fratello Pietro era molto esigente, in fatto di donne.

Era stato con donne bellissime e molto più giovani di lui perciò probabilmente avrebbe trovato Orsetta un po’ troppo vecchia per lui.

Orsetta disse a Daniele che doveva prendere coraggio e parlarne col fratello.

Daniele disse che gli avrebbe telefonato subito, così fece e inaspettatamente il fratello, che in quel momento era single, disse che era curioso di vedere questa Orsetta.

Pietro venne la sera stessa, andò a casa di Orsetta, lei era strabiliata di vederlo, naturalmente lo chiamò Daniele, ma a lui, non interessava, visto che trovava la donna molto intrigante.

Non perse tempo, la baciò con passione, le strappò praticamente i vestiti di dosso e fecero l’amore selvaggiamente, tanto che Daniele, che abitava nell’appartamento accanto, sentì tutto, per cui, ad un certo punto, un po’ imbarazzato se ne uscì di casa, a fare una passeggiata.

Il problema era però che Pietro avrebbe dovuto dire che non era Daniele, ma per ora, la bomba Orsetta sembrava essere stata disinnescata.

Daniele telefonò a Marika che però non poteva rispondere, in quanto, il marito era in casa e questa era molto piccola, quindi, nel caso, lui avrebbe sentito con chi parlava.

Allora le mandò un whatsapp, dicendogli del fratello e lei, almeno per quella sera, si mise l’anima in pace, aspettando la mattina dopo, impazientemente per fare l’amore con Daniele.

La mattina dopo, Daniele la mise sul cofano dell’auto, tanto erano in una zona isolata, le aprì le gambe e gliela leccò, con lei che godeva e le sembrava davvero, di essere in un mondo magico, in cui esistevano solo i suoi orgasmi.

Poi, la penetrò e lei venne ancora una volta.

Il tempo era sempre troppo poco purtroppo e Daniele, cosa mai successa in tutta la sua vita professionale, era già stato ripreso verbalmente dal dirigente scolastico per i suoi ritardi.

Daniele le disse che non ce la faceva più così, lei ribatté, che non si conoscevano e era pochi giorni che facevano sesso.

Daniele rimase male per la risposta di Marika e lei era un po’ risentita, per cui si lasciarono senza nemmeno un bacio d’addio.

Nel pomeriggio, Daniele la chiamò e fecero pace con lui, che fu, allo stesso tempo tenero e porco, visto che la fece eccitare così tanto che andò in bagno a masturbarsi e raggiunse altri orgasmi.

Il resto della giornata trascorse senza intoppi, quando Daniele la chiamò e le disse che Pietro aveva detto la verità a Orsetta, che si era molto arrabbiata.

Lei voleva a tutti i costi Daniele, nonostante avesse goduto moltissimo con Pietro.

Daniele si sentiva messo alle strette, come avrebbero fatto? Marika non poteva dire al marito del ricatto. Non si spiegavano davvero i gusti di Orsetta, visto che Pietro era molto più bello del marito Carlo di Marika.

Daniele disse che avrebbe pensato come fare e che si sarebbero visti la mattina seguente.

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