Il mio primo squirt

Il materasso a terra, un manzo nudo che mi aspettava e un altro in piedi che sorrideva malizioso, sapendo cosa sarebbe successo dopo.

Ero ancora calda, eccitata e sconvolta dagli orgasmi precedenti. Accettai l’invito di Giacomo di accomodarmi e mi misi a cavalcioni su di lui, premendogli le tettone sul viso. Vidi Angelo con la coda dell’occhio avvicinarsi e poi inginocchiarsi di fronte a me. Sentii le mani callose di Giacomo afferrarmi il seno e aprirsi un varco per la faccia, alternando momenti di soffocamento. Sentivo il suo respiro caldo sulla mia pelle, proprio all’altezza dello sterno. Ebbi un brivido, è uno dei miei punti erogeni, ma fino a quel momento ne ero ignara. Cominciai ad eccitarmi, senza rendermene conto mi stavo strusciando sul suo cazzo. Lo sentivo morbido e pian piano indurirsi tra le mie labbra. Mi piaceva quel movimento, provavo una sensazione strana ed eccitante. Sentivo le sue vene gonfiarsi e premere sul clitoride. D’istinto aumentai il ritmo e cominciai ad ansimare. Mi succhiò i capezzoli così forte che divennero ultrasensibili. Ogni volta che me li sfiorava con la lingua, sussultavo e godevo. Angelo approfittò della mia bocca aperta durante i gemiti per infilarmi il cazzo. Mi prese la testa tra le mani e si spinse più in fondo. Sentivo le palle sbattermi al mento e la sua espressione di godimento ogni volta che andava dentro. Cominciò a scoparmi la bocca dolcemente. Mi accarezzò il viso, mi guardò e disse

“Voglio farti venire come non sei mai venuta prima!”

Si tolse, lasciandomi la bocca vuota e con un’espressione confusa. Cosa voleva fare? Sentii Giacomo sollevarmi da sopra di lui. Mi fecero sdraiare supina sul materasso e mi aprirono le cosce, sollevandomi le gambe. Avevo entrambi con la faccia rivolta alla mia fica, ero fortemente in imbarazzo. Mi sentivo esaminata, ma appena uno disse “Voglio farlo io” e fece scorrere le mani sulle cosce verso l’inguine, mi eccitai. Vidi Giacomo venire in ginocchio alla mia destra, porgendomi l’uccello gonfio e voglioso. Era bellissimo, la cappella più rosa del resto era lucida e le vene che percorrevano l’asta erano così invitanti. Avevo lo sguardo fisso su di lui e con la lingua lo invitai ad entrare. Volevo assaggiarlo, odorava di me, dopo essermi strusciata e dopo averlo bagnato per bene.

Mentre mi gustavo Giacomo, le labbra di Angelo premettero con forza sulle mie, depilate e bagnate di umori. Le dita mi allargavano per far spazio alla sua lingua assetata e poi entrare uno dopo l’altro dentro di me. Giocava avido sul clitoride facendomi perdere il controllo, mi fece provare sensazioni uniche. Aveva la lingua ruvida e dura, mentre mi torturava. Ma all’improvviso si allontanò, lo sentii alzarsi in ginocchio e avvicinarsi. Si abbassò e cominciò a masturbarmi con le dita. Non riuscii a capire il movimento, sapevo solo che mi piaceva. Infilò due dita senza andare in profondità, le mosse verso l’alto e poi cominciò a rotearle, credo. E poi dritte, più dentro. Sentii le labbra allargarsi ancora di più, adattandosi alla sua mano ogni volta che si avvicinava. Dentro e fuori fino a quando non mi bagnai abbastanza e disse

“Ti piace così?”

“Sì, ma preferisco quello che facevi prima, non so cosa facevi, ma mi piace di più.” La mia voce strozzata dal cazzo di Giacomo che intanto era diventato sempre più grosso.

Angelo obbedì, sentii di nuovo le dita premere verso l’alto. Il rumore dei miei umori risuonava come le ciabatte sul bagnasciuga. Ero fradicia e questo gli fece capire che stavo per avere un altro orgasmo. E fu così, mi piacque troppo l’idea di essere a gambe spalancate e alla sua mercé, mentre succhiavo il cazzo di un altro. Aumentò la velocità e cominciò a sgrillettarmi il clitoride con l’altra mano. Mi fermai, presi un attimo di pausa da Giacomo per prendere fiato, era troppo bello. Sentivo l’eccitazione salire all’apice. Un calore mi pervase tutto il corpo e si diresse al cervello. Mi inarcai, afferrai i bordi del materasso e irrigidii i muscoli delle gambe fino ai piedi e gli urlai di non fermarsi.

“Ti prego non fermarti, sto venendo!!!”

“Oh lo vedo, era proprio così che volevo farti venire!”

Mi sentii bollente tra le cosce, una forza dentro di me spingeva per uscire. Mi sentivo strana, la testa cominciò a girarmi, volevo rilassarmi ma il corpo sembrava non rispondere. Un getto violento colpì il braccio di Angelo. Non capivo cosa fosse, lui non si fermò. Continuava a masturbarmi, aveva capito il mio punto erogeno e non lo mollava neanche mentre mi dimenavo sotto di lui. Ancora un altro getto, stavolta più debole. E un altro ancora, come se ci fosse un rubinetto aperto ed uscisse acqua, allagando il materasso. Mi sentii bagnata, mi ritrassi, cercando di divincolarmi da loro. Mi vergognai, credevo di aver urinato proprio in quel momento. Ero convinta di aver rovinato tutto.

Mi sentii tirare dalle gambe

“Ehi, dove scappi!?”

“Dai lasciami, che vergogna, mi sono bagnata, non volevo far pipì”

“Cassy, non è pipì. Guarda” indicò delle chiazze a terra, che non avevo notato “è trasparente. Hai appena squirtato, non è pipì”

“Che ho fatto?”

“Hai squirtato. Volevo fartelo fare e ci sono riuscito. Non sapevi di poterlo fare eh?!”

Mi fece riprendere dagli spasmi e dallo scombussolamento dell’orgasmo e Giacomo si accomodò di fianco a me. Ci palpammo ancora e poi mi fece accomodare ancora su di lui. Questa volta mi misi sul cazzo, lo tenni con la mano e lentamente scivolai su di lui. Ogni vena strusciò nelle pareti interne della fica facendomi godere come una matta. Ero ancora fradicia e bollente e lui impazzì sentendo tutto quel calore pervadere il suo cazzo. Dopo poco sentii Angelo avvicinarsi da dietro. Mi accarezzò la schiena, mi baciò il collo e lentamente mi fece sdraiare su Giacomo. Sentii le mani di Angelo accarezzarmi le natiche. Prima lentamente, poi sempre più forte, allargandomele all’altezza dell’ano. Sputò sul buchetto, me lo coccolò prima all’esterno e poi uno alla volta infilò le dita. Quando mi rilassai a quel massaggio, sentii qualcosa di più grande. Era diverso, morbido e delicato. Infilò lentamente la cappella e andò avanti e dietro fino a quando non sentì Giacomo prendere il controllo e scoparmi la fica, facendomi dondolare su di lui e scappare dalla presa di Angelo. Poi due mani mi afferrarono i fianchi e sentii il cazzo di Angelo entrare violentemente dentro di me, dietro. Fui scopata da entrambi, con forza. Mi sentii piena da due meravigliosi uccelli. Ancora una volta ero al centro della loro attenzione. Una dea del sesso.

All’improvviso Angelo si fermò, mi affondò le dita sui fianchi e si accasciò su di me. Mi riempì un’ondata calda, era venuto nel culo. Si tolse da dietro e sentii i muscoli pulsare, avendo delle piccole contrazioni che facevano fuoriuscire lo sperma di Angelo. Giacomo avvertì il calore dell’orgasmo gocciolare dal mio buco su di lui e mi afferrò dai fianchi. Continuò a scoparmi, facendomi saltare a ritmo anche le tette. Ad ogni colpo un salto. Il mio respiro ormai era continuamente spezzato dai gemiti. L’ultimo colpo, più forte, mi fece sentire un dolore allo stomaco. Fu così dentro che mi sentii male, urlai, mi inarcai spostando il bacino in avanti e toccai il mio punto erogeno. Venni ancora, un dolore piacevolmente eccitante. Continuai a muovermi, non riuscivo a fermarmi. Ondeggiai su Giacomo, avendo un orgasmo dopo l’altro. Mi lasciai andare. Sentii di nuovo il calore strano di prima e all’improvviso del liquido mi uscì di getto, bagnando la sua pancia. Quel getto fu come se avessi dato a Giacomo il permesso di venire. Mi sollevò, mi fece sdraiare e lo puntò alla mia faccia. Getti violenti e caldi mi bagnarono ovunque. Schizzi sulla pancia, sul seno, alla gola e sulla faccia. Ero sporca di sesso ed io ero felice. Distrutta ma felice.

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