La viziosa

Posted by admin under Incontri Erotici on venerdì Gen 27, 2023

Samuela è in casa da sola, ha voglia di masturbarsi, ma non vorrebbe essere sola.

Comunque lo è, si spoglia e va davanti allo specchio, è nuda, il sesso è già in evidenza dalla voglia, i capezzoli sono dritti, non resiste e si tocca allargando un poco le gambe.

Prova un piacere immediato data la voglia che aveva e poi le piace guardarsi allo specchio mentre gode.

Le piace immensamente. Peccato sia sola.

Le piacerebbe essere in un letto e masturbarsi mentre un uomo la guarda o si masturba a sua volta.

Le piace guardare ed essere guardata a sua volta, anche se non ha un fisico perfetto, ma compensa il tutto con la sua voglia, la sua sensualità.

Le basta poco per bagnarsi anche da sola, figurarsi se è guardata e a sua volta guarda un cazzo, che sia almeno di discrete dimensioni.

Non può continuare solo a masturbarsi, non ce la fa più, vorrebbe avere a che fare con un uomo.

Non è che può andare al supermercato per acquistarlo. Per gli uomini è più semplice, le puttane costano poco a differenza dei gigolò.

Sinceramente, lei non si troverebbe bene in una situazione del genere, sarebbe una cosa falsa, il gigolò la desidererebbe anche se in testa sua, la trovasse brutta.

Vorrebbe tanto essere leccata per bene, vorrebbe godere tantissimo.

Vorrebbe toccare, leccare, baciare da tutte le parti un uomo e al tempo stesso vorrebbe che lui lo facesse a lei.

Samuela vorrebbe essere senza pudori, forse lo è in camera da letto, ma non è sicura, nella realtà è timida e non ci ha mai provato con un uomo.

Non si ritiene bella anche se talora, le poche volte che esce, sente su di sé qualche sguardo di uomo, ma non di quelli che piacciono a lei.

Si è scoperta alla sua età, (51 anni) a guardare, sia pure di sfuggita gli uomini, ed è contenta quando ne vede di belli perché ne esistono, vivaddio.

Una volta un uomo le disse che per trovarne uno basta aprire le gambe, ma sa anche che non può offrirsi al primo venuto.

Nel frattempo, le restano le voglie che a volte la prendono di soppiatto e che cerca di soddisfare da sola, con le sue dita sul clitoride. Il suo clitoride bello cicciuto e l’altra mano che tocca il capezzolo destro.

Le piace anche masturbarsi, messa a pecorina e immagina che per un uomo sarebbe eccitante guardarla così.

Sa che agli uomini piace il lato b e lei modestamente ce l’ha interessante, né troppo piccolo ma nemmeno strabordante.

Sì, le piacerebbe essere presa con passione, con mascolinità. Le piacerebbe un uomo alto, dato che lei non lo è molto.

Samuela ha queste voglie delle quali, da un lato si vergogna, dall’altro lato la fanno sentire viva, pimpante, più giovane della sua età.

Le piacerebbe fare cose pazze o forse sono solo cose normali che lei non ha mai fatto, a cui non ha mai pensato come essere leccata ardentemente proprio lì.

Ovviamente, Samuela desidererebbe fare un pompino come si deve, l’anale ecc. tutto questo con sintonia, passione, naturalezza, senza costrizioni.

Samuela si chiede se tutto questo avverrà mai; per ora si masturba molto spesso, molto più di quanto facesse da giovane ed è per questo che si chiama tra sé e sé la viziosa.

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Bentornata

Posted by admin under Incontri Erotici on lunedì Gen 23, 2023

Le vacanze di Natale nel mio paesino pugliese sono finite subito dopo l’Epifania, che come si sa, “tutte le feste porta via”.

Sono sempre combattuta tra due stati d’animo, quando vado via: se da un lato sono triste di lasciare amici e famiglia, dall’altro non vedo l’ora di tornare ai miei spazi, ai miei ritmi, alle mie cose.

Anche se questo vuol dire doversi sparare circa 12 ore di FlixBus.

Non potendo permettermi un volo o un treno, troppo costosi nel periodo natalizio, ho quantomeno preteso di poter godere di due posti su quel pullman verde. 

Così, al secondo piano, sul posto davanti, mi sono goduta il viaggio in santa pace.

Tutto sommato dodici ore scorrono via piuttosto facilmente, quando hai un telefono, il wifi e tre o quattro ragazzi che ti scrivono porcate su Whatsapp. 

Il sexting è da sempre una delle mie più grandi passioni.

Questo scambio di messaggi con il mio ragazzo e contemporaneamente con tre tipi praticamente sconosciuti, non hanno fatto altro che tenermi bella calda lì sotto. 

Ammetto di essermi anche toccata un po’, in alcuni momenti, sotto la giacca che copriva le mie pudenda. Chissà se il tizio nella fila accanto, che mi guardava di continuo, si è accorto di qualcosa.

Al mio arrivo nella piovosa Milano, intorno alle 19, Christian era già lì ad aspettarmi.

Non lo vedevo da due settimane, e le videochiamate (anche zozze, ma non solo) iniziavano a non bastare più. 

Scesa dall’autobus gli salto al collo e lo bacio, racchiudendo tra labbra e lingua tutti quei baci che in quasi venti giorni non ho potuto dargli.

Carichiamo il mio bagaglio e saliamo in macchina, sono esausta, ma siamo entrambi molto felici di rivederci.

O è così oppure ha un pennarello in tasca.

Poggio la testa sulla sua spalla mentre lui guida nel traffico. Le luci delle auto e dei lampioni creano una romantica atmosfera. 

Le sue mani, la sinistra sul volante e la destra che stringe il pomello del cambio, vorrei fossero gia impegnate su di me, ma dovrò aspettare.

Le mie però sono libere, e per fargli capire quanto mi sia mancato decido di slacciargli i jeans e di tastare quel “pennarello”.

Lo bacio sulla guancia, mentre inizio a segarlo piano. “Mi siete mancati un sacco…” gli sussurro. “…lui soprattutto…” mentre mi abbasso, incurante della città, a prenderglielo in bocca.

Non succhio con avidità, non voglio già farlo esplodere, non c’è cosa che desideri di più in quel momento che sentire il suo seme finirmi in gola, ma devo pazientare. 

Quindi lecco l’asta in tutta la sua lunghezza, gli massaggio i testicoli gonfi, succhio la cappella turgida, giusto qualche minuto, poi mi fermo. Rivesto quel tesoro di carne e torno a schioccargli un bacio sulla guancia. 

Ora so che quando saremo a casa farà fede a tutto quello che mi ha promesso nei messaggi. E la mia passerina non vede l’ora, già umida e bollente.

La casa dove abitiamo l’abbiamo soprannominata “Hotel Trainspotting”. Tre stanze da letto, due bagni, una cucina. Sei persone, un cane, due gatti, più le teche con i serpenti di uno dei coinquilini.

La fortuna è che siamo tutte coppie e tutti abbastanza accondiscendenti e amichevoli. E libertini. Ma questa è un’altra storia.

Appena tornati saluto tutti e mollo zaino e trolley nella mia stanza. Sono davvero sfinita dal viaggio, ma non andrò a dormire senza prima aver soddisfatto il mio appetito. E non quello dello stomaco.

Christian è in camera con me, si sta togliendo la giacca. Mi pongo davanti a lui, lo afferro per la felpa e sulla punta dei piedi cerco di raggiungere le sue labbra. Mentre mi bacia spingo il mio corpo contro il suo costringendolo ad arretrare fino al letto. 

Si siede sulle coperte e io mi metto a cavalcioni sulle sue gambe: “Avevi fatto una promessa…” gli dico. “Io mantengo sempre le promesse” risponde.

Abbasso così la zip della felpa e con un sorriso voglioso gli libero il petto tatuato. Gli bacio le labbra tenendo il suo viso tra le mani. Anche lui inizia a spogliarmi del cappotto e del maglioncino rosa. Mi solleva la magliettina sotto di esso e in un attimo le mie ciliegine dai capezzoli turgidi si offrono alla sua bocca. 

Mi lecca, succhia, morde i miei capezzoli donandomi piccole scosse elettriche di piacere. Mi accorgo che mi sto strusciando come una lurida sul suo pacco, già duro sotto i jeans. Non resisto. Lo spingo. Si stende sul letto. 

Mi alzo in piedi e mi tolgo i pantaloni, abbandonandoli insieme ai miei slip sul pavimento. Solo allora chiudo la porta, per evitare sguardi indiscreti (non che non mi abbiano mai vista nuda), e come una gattina vado verso di lui. 

Vedo il mio uomo, quello che da un annetto mi sono scelta come compagno di vita, di giochi e di porcate, liberarsi dei jeans e dei boxer, ora nudo e col cazzo perfettamente perpendicolare al suo corpo disteso in attesa di me.

Salgo in piedi sul letto e senza dire nulla mi metto a cavalcioni sul suo viso. Mi siedo sulla sua faccia e separandomi le grandi labbra offro la mia fighetta bagnata alla sua lingua. Lo sento leccare i miei umori, strusciarsi contro il mio sesso, lo sento torturarmi il clitoride e poi infilarmi la lingua dentro più che può, ed io ansimo, muovendo il bacino.

Afferro con entrambe le mani il mio cazzo preferito e con gli occhi chiusi dal piacere adagio il corpo sul suo. Inizio a succhiarlo, a baciarlo, come se tutto il mondo ora fosse ridotto in quel pezzo di carne dura. Mi schiaffeggio le guance e le labbra col suo cazzo, passo la lingua sulla cappella, raccolgo la mia stessa saliva che si mescola ai suoi umori, la guardo scivolare verso la base dell’asta e scomparire nello spazio tra le sue gambe e i suoi testicoli.

La sua lingua intanto mi fruga la passera come se stesse cercando un tesoro sepolto, mentre con le mani mi separa le chiappette e mi infila un dito nel sesso fradicio.

Mugolo, ansimo con la bocca piena. Ho una voglia assurda e più passano i minuti e più mi incendio. Mi sollevo, abbandonando quel cazzo solo temporaneamente, e mi rimetto seduta sul viso di Christian. Mi lascio andare a dei lamenti di piacere e mentre la sua lingua mi penetra, due delle sue dita, ben lubrificate dai miei stessi umori, si sono fatti strada nel mio buchino posteriore.

Mi masturbo il clitoride, mi muovo e godo, liberando un orgasmo che mi squassa proprio lì sul viso del mio uomo.

Com’è soddisfatto, lui, mentre io tremo e mi sollevo per stendermi accanto a lui. “E uno…” mi dice. Me ne aveva promessi diversi. Questo varrebbe due, ma non glielo dico. Sorrido e ricomincio a masturbarlo. La mia mano avvolge quel cazzo umido e lo sega piano. Mentre recupero le forze mi piego su di lui per spompinarlo ancora un pochino, lo sento ansimare. Poverino, crede che lo farò venire così. Mi fermo. Sono pronta.

Mi giro a cavalcioni e mi trafiggo la patata con quel cazzone. Non fa fatica alcuna, ad aprirmi le pareti della vagina, bagnata e vogliosa come sono. 

Inizio a cavalcarlo, le sue mani dapprima mi cingono i fianchi accompagnando i movimenti, poi una sale e mi afferra il collo. Mi stringe, di fatto concedendomi meno aria di quanto il mio ansimare necessiti. Sento le lacrime scivolare sul mio viso e sorrido, felice come una puttana eccitata. La sua puttana. Oggi solo sua.

Mi abbandono sul suo petto continuando a cavalcarlo e a farmi scopare, con dei movimenti che sembrano perfettamente coreografati. Lui mi rigira neanche fossi di pezza, mi viene sopra e mi penetra con foga. Sento quella musica splendida del suo corpo che schiaffeggia il mio, quel cazzo affondarmi dentro, i miei umori come pozzanghere calpestate dagli stivaletti dei bambini, le mie urla e i suoi rantoli da animale. 

Si stacca da me, con un gesto del braccio mi rivolta a pancia in giù e in un attimo è di nuovo dentro di me. Il mio culetto bianco come il latte si schiaccia contro il suo inguine mentre mi scopa. Ansimo e godo contro il cuscino, porto una mano sul clitoride che struscia contro la coperta e mi masturbo ancora. Vengo. Ora urlo. Non so quanto frenata dal cuscino, ma libero la mia voce mentre Christian non accenna a rallentare.

Ho le gambe che fremono, la fighetta ipersensibilizzata. Lui sembra percepirlo e piano si tira fuori. 

Con entrambe le mani mi solleva appena il bacino. Giro la testa verso di lui, lo guardo, mi sorride: “…due?” chiede. Non rispondo.

Sento una delle sue mani aprirmi le chiappe, uno sputo e la saliva che cola tra le natiche. La sua cappella bollente si affaccia alle porte del mio culetto e lentamente entra. 

Dolore e piacere si mescolano. Ogni volta è sempre così, con lui.

Scivola nel mio culetto finché può, resta immobile un attimo e ricomincia a pompare. 

Io lascio andare il mio piacere e stringo le coperte nei pugni. Lui mi scopa il culo e io godo forte. La mia mano è di nuovo sul mio sesso che mi accarezzo e mi penetro con indice e medio. Probabilmente ho un altro orgasmo. 

Lo sento aumentare il ritmo e ansimare sempre più forte. “Sì… sì… che bello…” gli dico. Vorrei essere più porca ma ho la testa svuotata dal piacere di quel momento.

Mi sbatte come se volesse smontarmi, sempre più forte. “Oh sì… oh sì, sto per venire…” mi dice una frazione di secondo prima che io senta l’ultimo colpo entrarmi tipo fino al cuore e il suo seme esplodermi dentro. Sento il suo sperma caldo inondarmi dentro e il suo corpo cadere sul mio. Sembriamo due cani che si ingroppano, luridi e felici. 

Si sfila dal mio buchetto che come un tortino ora lascia colare fuori tutto il suo sperma. 

Mi volto, scivolo sul suo cazzo e lo ripulisco, infilandomelo in bocca. 

Ci prendiamo un attimo di pausa restando stesi sul letto. Non diciamo nulla, facciamo parlare solo le nostre mani che si accarezzano.

“Avrei un po’ fame…” dico.

“Vado a prepararti qualcosa…” dice trasformandosi in un attimo nell’uomo perfetto.

“Sì, ma prima rivestiti, o finisce come l’altra sera…”

Ride. Si infila un paio di pantaloni della tuta che comunque mostrano il barzotto. Rido.

Esce dalla porta. 

Bentornata a casa, Mimì.

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Chiara parla con il marito

Posted by admin under Incontri Erotici on lunedì Gen 23, 2023

Il giorno dopo dico a Valeria che non ci vediamo anche se ne avrei molta voglia, visto che lei mi ha mandato video porcelli che mi hanno fatto così eccitare che mi sono masturbata due volte.

Valeria mi domanda se ci sia qualche problema e io le rispondo che debbo pensare al mio matrimonio.

Valeria mi dice che le scappatelle ci sono in tutti i matrimoni e che non crede che mio marito non abbia un’altra.

Sto tutto il giorno a pensare, il cervello mi fuma nel pensare all’approccio da tenere con mio marito stasera, quando gli parlerò.

Sarà molto difficile, visto che, per mio marito va tutto bene tranne che non si fa sesso e ci ride anche, il bastardo.

Io mi sono resa conto con le mie avventure che per me il sesso è molto importante e che mio marito mi fa addormentare e mi fa sentire vecchia prima del tempo.

Sì ho paura per il futuro, ma mica posso continuare a vegetare, già l’ho fatto molto nella mia vita.

Scrivo vari discorsi da tenere davanti a mio marito, anche se so che probabilmente andrò a braccio, ma almeno ho una base da cui partire.

Lo so mio marito è buono, ma temo proprio che non mi capirà.

E’ già successo che io abbia accennato al discorso e lui mi ha detto che lo debbo accettare per come è, così come lui mi accetta per come sono.

Il problema è che io sono molto cambiata. Voglio sesso! Alle volte mi viene una voglia bestiale e meno male che adesso ho Mario e Valeria, anche se non so quanto durerà la cosa.

Ho scoperto che ho un lato sessuale molto forte e se lo sopprimo come alle volte ho tentato di fare, mi sento “morta”.

Arriva la sera, faccio mangiare mio marito e gli dico che debbo parlargli. Lui mi chiede annoiato se la cosa non si possa rimandare all’indomani. Io gli rispondo che non è possibile, che la cosa è troppo importante.

Io gli dico di mettersi a sedere perché quello che gli dirò so già che non gli piacerà.

Inizio dicendogli che sono molto insoddisfatta del nostro matrimonio, non c’è amicizia, non c’è complicità e soprattutto non c’è sesso.

Lui mi risponde ancora una volta che lo debbo accettare per come è.

Io gli dico che ho tentato, ma sinceramente sono stufa e intendo separarmi.

Lui mi dice che se ne andrà a casa da sua madre. Me lo dice tranquillamente come se gli avessi chiesto di fare la spesa.

Io gli urlo contro, sono molto arrabbiata per la sua non reazione.

Mi arrabbio e gli urlo che è un essere amorfo e che non so che ci abbia trovato in lui.

Lui mi lascia urlare ed esce di casa, il codardo che non sa affrontarmi.

Me ne resto a casa furiosa, ma al tempo stesso vogliosa.

Me ne vado a letto, ma non per dormire. Ho deciso che farò un video in cui mi masturbo per Valeria. Mi spoglio ed inizio a masturbarmi (sono già bagnata), mettendo due dita della mano sinistra sul clitoride e ruotando in maniera antioraria.

La mano destra invece tocca il capezzolo destro. Mi bagno ancora di più sentendo quanto si indurisce. Non so quanto vado avanti non mi interessa, voglio solo rilassarmi al massimo

Vengo diverse volte anzi alcune volte addirittura urlo e ciò mi eccita ancora di più finché arrivo all’ultimo orgasmo.

Siccome sono una porca riguardo il video che è veramente eccitante e mi fa bagnare ancora un po’.

Lo mando a Valeria. Lei non mi risponde subito, ma dopo un’ora, dicendomi che era impegnata a fare sesso con Mario. Mi dice che l’hanno fatto sempre ad eccezione delle sei ore in cui Mario era a lavorare.

Io avverto una fortissima fitta di gelosia. Lo so che loro sono marito e moglie e mi chiedo come farò a trovare un uomo solo per me, che sia come lo voglio, molto passionale e ben dotato.

Arrivano le undici di sera e mio marito non è ancora tornato a casa. Io mi metto a dormire anche se i pensieri mi vorticano per la testa.

La mia vita cambierà radicalmente, dovrò cercarmi un lavoro, non so come farò, ma il matrimonio con mio marito non era più tale e ormai stavo meglio da sola che con lui.

Anzi alle volte avvertivo il fastidio di stargli accanto.

Alla fine mi addormento sfinita e convinta di avere agito per il meglio.

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Marika e la nuova occupazione

Posted by admin under Incontri Erotici on venerdì Gen 20, 2023

Marika continuava a lavorare in libreria e faceva di tutto per non trovarsi più da sola con Alberto, anche se a volte non poteva evitarlo.

Alla sera, invece di addormentarsi presto, si dava da fare per cercare una nuova occupazione al pc.

La ricerca del lavoro era frustrante, ma non sapeva che altro fare.

Avrebbe potuto iscriversi alle agenzie interinali, ma lei voleva, per quanto fosse possibile, un lavoro stabile.

Riuscì a fare qualche colloquio di lavoro e visto che i datori di lavoro erano quasi tutti uomini, decise di giocare sporco, ossia di vestirsi provocante per vedere se sarebbe stata presa subito.

Marika sapeva che ciò che faceva era pericoloso, che avrebbe dovuto essere gentile e andare a letto con quegli uomini.

Si diceva che almeno avrebbe soddisfatto le sue voglie, sempre che quegli uomini scopassero come voleva lei.

Il prossimo colloquio l’avrebbe avuto l’indomani alle 19.00 e si presentò vestita come aveva deciso.

L’uomo che le fece il colloquio si chiamava Fulvio e vedeva che non riusciva a non far andare gli occhi giù al suo seno, alle sue gambe, anche se si sforzava di essere professionale e di guardarla sempre negli occhi.

Lei cercava di essere birichina e di fare battute a doppio senso per fargli capire che era disponibile.

Fulvio era il titolare della più grande libreria della città e già il fatto che le facesse un colloquio per Marika era un vero e proprio motivo d’onore.

Era anche un bell’uomo: alto, slanciato, moro, con occhi verdi stupendi e Marika tra sé si diceva che sarebbe stato meraviglioso andare a letto con lui, sempre che ci sapesse fare, sennò avrebbe fatto finta di godere pur di avere quel lavoro.

Fulvio le fece un colloquio approfondito che verteva soprattutto sui libri che aveva letto e sulla sua poca esperienza di lavoro.

Lui le chiese perché volesse già lasciare l’attuale lavoro e lei inventò che era con un contratto a tempo determinato con scadenza quasi imminente.

Lui le credette e allora le disse che una volta scaduto il contratto le avrebbe fatto un contratto di prova per un mese e che se tutto fosse andato come lui credeva, poi le ne avrebbe fatto uno a tempo indeterminato.

Marika non credeva a quello che lui le diceva, era un po’ inebetita, tant’è che Fulvio le dovette ripetere ciò che aveva già detto.

I due si scambiarono i numeri di telefono per tenersi in contatto nei quindici giorni in cui Marika doveva ancora lavorare presso la libreria di Alberto.

Marika uscì dalla libreria di Fulvio come su una nuvoletta, pensando sia al nuovo lavoro, sia a Fulvio. Non sapeva se fosse sposato e non gliene importava, voleva solo andare con tutte le sue forze a letto con quell’uomo.

Il giorno successivo, Marika disse ad Alberto che aveva trovato un nuovo lavoro.

Lui le chiese quale tipo di occupazione e lei gli rispose in una libreria. Lui rise non credendole.

Lei gli fece il nome della libreria di Fulvio e allora con cattiveria le domandò se ci fosse andata a letto.

Marika rispose che erano affari suoi e che Fulvio era molto più bello e di classe rispetto a lui.

Marika avrebbe voluto venire via subito da lì e da Alberto, ma non se lo poteva permettere.

I giorni passarono in fretta con Alberto che faceva di tutto per renderle la vita impossibile perché si licenziasse, ma lei riuscì ad evitarlo.

Pochi giorni prima che iniziasse a lavorare nella sua libreria, Fulvio la contattò e le disse che avrebbe iniziato il lunedì successivo per tutta la giornata.

Lei gli rispose che se lo immaginava e che non vedeva l’ora di iniziare.

Il grande giorno arrivò e alla sera Marika era abbattuta perché era stata rimbrottata per tutto l’orario di lavoro dalla sua diretta superiore che aveva la metà dei suoi anni.

I rimbrotti cessarono quando Fulvio uscì dalla libreria e Marika capì che la sua capa, che si chiamava Manuela era frustrata, perché Fulvio non la vedeva come donna, a differenza di Marika.

Marika non si faceva illusioni su Fulvio. Lei immaginava che lui pensasse che fosse una tipa facile, visto che vestiva molto provocante.

Il giorno dopo fu convocata da Fulvio che le disse di vestirsi in maniera più anonima considerato l’ambiente in cui erano.

Lei si scusò e arrossì e lui candidamente le rispose che lui gradiva moltissimo ciò che vedeva, ma Manuela non la sopportava ed era meglio tenersela buona.

Marika disse che capiva e che aveva molti abiti anonimi e non sexy.

Fulvio le rispose che era proprio un peccato non vederla più come quel giorno, in cui aveva uno squillante abito rosso e le propose di andare a bere un aperitivo.

Marika gli disse che non gli sembrava il caso di accettare perché temeva il giudizio di Manuela e che il giorno dopo gliel’avrebbe fatta pagare.

Fulvio disse che a lei non doveva importare e uscirono dall’ufficio a braccetto, andando in un lussuoso bar di un hotel del centro.

Marika era al settimo cielo. Chiacchierarono del più e del meno: lui le disse che era divorziato da anni, che aveva avuto diverse donne e che poco tempo prima sembrava che si stesse per risposare, ma che era andato tutto a rotoli perché la sua ex si era innamorata della sua migliore amica.

Marika gli parlò solo del suo matrimonio infelice e non di Alberto e di ciò che era successo nella sua vita recentemente.

Il tempo trascorse velocemente, giunsero le 21.00, lui le propose una cena, ma lei rifiutò dicendo che sennò il giorno dopo sarebbe stato uno straccio.

Lui disse che capiva e allora la invitò per il sabato e lei accettò con grandissima gioia.

La lasciò a casa baciandola con molta passione, lasciando Marika tramortita.

In verità, Marika andò in casa si strappò i vestiti di dosso e si masturbò furiosamente pensando ai due giorni che ancora mancavano alla cena.

Il giorno dopo si presentò con un tailleur serio e non sexy, Manuela non la rimbrottò e Fulvio sembrò non guardarla per tutto il giorno.

Lo stesso accadde anche la giornata successiva, per cui Marika pensava che l’avesse invitata a cena solo per pura cortesia.

Il sabato sera, lei si vestì con un abito nero con una profonda scollatura davanti e dietro, con tacchi alti e i capelli acconciati all’insù.

Lui non disse nulla, ma se la mangiava con gli occhi, tant’è che sì andarono al ristorante, ma non mangiarono, se ne andarono subito per andare nella casa di Fulvio.

Lì non parlarono o meglio lui le disse che vestita così lo voleva far morire di crepacuore prima del tempo e che nei due giorni precedenti non le aveva parlato per via di Manuela.

Marika gli chiese se avesse avuto una storia con lei e lui rispose che ci era uscito una volta, che non era successo nulla, ma che lei invece era cotta di lui.

Poi, si baciarono, si strapparono letteralmente i vestiti di dosso. Marika aveva della biancheria intima in pizzo nero, che contrastava con la sua pelle candida.

Lui rimase in boxer, anche se si vedeva la sua erezione. Lei gli mise una mano lì, lui le tolse il reggiseno e le mutandine.

Lui rimase piacevolmente sorpreso che non fosse depilata lì, lui adorava leccare le fiche pelose.

Lei gli rispose che non aveva avuto tempo di farlo e che comunque non se la depilava troppo spesso.

Lui la baciò mentre le sue mani la toccavano dappertutto.

Lei sentiva un languore proprio lì e non vedeva l’ora che lui agisse in quel senso.

Lui non si fece attendere, la fece mettere a gambe larghe e la penetrò di brutto con lei che urlò un po’ per la sorpresa, un po’ perché il suo cazzo era il più grosso con cui avesse avuto a che fare.

Fulvio le chiese se tutto andava bene, lei rispose di sì, che il suo cazzo gli piaceva enormemente.

Lui rispose che lo stesso valeva per lui per la sua fica e che in questi due giorni di attesa si era ammazzato di seghe e gli era sembrato di essere ritornato adolescente.

Lei venne diverse volte, lui non eiaculò perché disse lo voleva fare nella sua stupenda bocca.

Lui si mise a sedere sul letto, lei in ginocchio sul pavimento e lo prese in bocca che era sempre abbastanza duro, lo sentì crescere dentro la bocca, finché lui disse che non ce la faceva più e lei a ingoiare tutto il suo seme fino all’ultima goccia.

Lui disse che voleva farla ancora godere perciò fece sdraiare lei sul letto, leccandogliela con ardore, con lei che venne altre volte portandola direttamente in paradiso.

La notte continuò con altre posizioni, lei sopra, anche se lui non la gradiva molto, per cui si passò subito alla pecorina, che entrambi gradivano.

La notte divenne mattino presto e vide i due amanti dormire profondamente fino al primissimo pomeriggio, quando si svegliarono molto affamati.

In casa non c’era nulla, prenotarono un delivery e poi Marika gli disse che era il caso che andasse a casa sua per fare cose di casa, ma lui non voleva lasciarla andare, finché lei promise che ci sarebbero state altre nottate come quella.

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