Marika e la nuova occupazione

Marika continuava a lavorare in libreria e faceva di tutto per non trovarsi più da sola con Alberto, anche se a volte non poteva evitarlo.

Alla sera, invece di addormentarsi presto, si dava da fare per cercare una nuova occupazione al pc.

La ricerca del lavoro era frustrante, ma non sapeva che altro fare.

Avrebbe potuto iscriversi alle agenzie interinali, ma lei voleva, per quanto fosse possibile, un lavoro stabile.

Riuscì a fare qualche colloquio di lavoro e visto che i datori di lavoro erano quasi tutti uomini, decise di giocare sporco, ossia di vestirsi provocante per vedere se sarebbe stata presa subito.

Marika sapeva che ciò che faceva era pericoloso, che avrebbe dovuto essere gentile e andare a letto con quegli uomini.

Si diceva che almeno avrebbe soddisfatto le sue voglie, sempre che quegli uomini scopassero come voleva lei.

Il prossimo colloquio l’avrebbe avuto l’indomani alle 19.00 e si presentò vestita come aveva deciso.

L’uomo che le fece il colloquio si chiamava Fulvio e vedeva che non riusciva a non far andare gli occhi giù al suo seno, alle sue gambe, anche se si sforzava di essere professionale e di guardarla sempre negli occhi.

Lei cercava di essere birichina e di fare battute a doppio senso per fargli capire che era disponibile.

Fulvio era il titolare della più grande libreria della città e già il fatto che le facesse un colloquio per Marika era un vero e proprio motivo d’onore.

Era anche un bell’uomo: alto, slanciato, moro, con occhi verdi stupendi e Marika tra sé si diceva che sarebbe stato meraviglioso andare a letto con lui, sempre che ci sapesse fare, sennò avrebbe fatto finta di godere pur di avere quel lavoro.

Fulvio le fece un colloquio approfondito che verteva soprattutto sui libri che aveva letto e sulla sua poca esperienza di lavoro.

Lui le chiese perché volesse già lasciare l’attuale lavoro e lei inventò che era con un contratto a tempo determinato con scadenza quasi imminente.

Lui le credette e allora le disse che una volta scaduto il contratto le avrebbe fatto un contratto di prova per un mese e che se tutto fosse andato come lui credeva, poi le ne avrebbe fatto uno a tempo indeterminato.

Marika non credeva a quello che lui le diceva, era un po’ inebetita, tant’è che Fulvio le dovette ripetere ciò che aveva già detto.

I due si scambiarono i numeri di telefono per tenersi in contatto nei quindici giorni in cui Marika doveva ancora lavorare presso la libreria di Alberto.

Marika uscì dalla libreria di Fulvio come su una nuvoletta, pensando sia al nuovo lavoro, sia a Fulvio. Non sapeva se fosse sposato e non gliene importava, voleva solo andare con tutte le sue forze a letto con quell’uomo.

Il giorno successivo, Marika disse ad Alberto che aveva trovato un nuovo lavoro.

Lui le chiese quale tipo di occupazione e lei gli rispose in una libreria. Lui rise non credendole.

Lei gli fece il nome della libreria di Fulvio e allora con cattiveria le domandò se ci fosse andata a letto.

Marika rispose che erano affari suoi e che Fulvio era molto più bello e di classe rispetto a lui.

Marika avrebbe voluto venire via subito da lì e da Alberto, ma non se lo poteva permettere.

I giorni passarono in fretta con Alberto che faceva di tutto per renderle la vita impossibile perché si licenziasse, ma lei riuscì ad evitarlo.

Pochi giorni prima che iniziasse a lavorare nella sua libreria, Fulvio la contattò e le disse che avrebbe iniziato il lunedì successivo per tutta la giornata.

Lei gli rispose che se lo immaginava e che non vedeva l’ora di iniziare.

Il grande giorno arrivò e alla sera Marika era abbattuta perché era stata rimbrottata per tutto l’orario di lavoro dalla sua diretta superiore che aveva la metà dei suoi anni.

I rimbrotti cessarono quando Fulvio uscì dalla libreria e Marika capì che la sua capa, che si chiamava Manuela era frustrata, perché Fulvio non la vedeva come donna, a differenza di Marika.

Marika non si faceva illusioni su Fulvio. Lei immaginava che lui pensasse che fosse una tipa facile, visto che vestiva molto provocante.

Il giorno dopo fu convocata da Fulvio che le disse di vestirsi in maniera più anonima considerato l’ambiente in cui erano.

Lei si scusò e arrossì e lui candidamente le rispose che lui gradiva moltissimo ciò che vedeva, ma Manuela non la sopportava ed era meglio tenersela buona.

Marika disse che capiva e che aveva molti abiti anonimi e non sexy.

Fulvio le rispose che era proprio un peccato non vederla più come quel giorno, in cui aveva uno squillante abito rosso e le propose di andare a bere un aperitivo.

Marika gli disse che non gli sembrava il caso di accettare perché temeva il giudizio di Manuela e che il giorno dopo gliel’avrebbe fatta pagare.

Fulvio disse che a lei non doveva importare e uscirono dall’ufficio a braccetto, andando in un lussuoso bar di un hotel del centro.

Marika era al settimo cielo. Chiacchierarono del più e del meno: lui le disse che era divorziato da anni, che aveva avuto diverse donne e che poco tempo prima sembrava che si stesse per risposare, ma che era andato tutto a rotoli perché la sua ex si era innamorata della sua migliore amica.

Marika gli parlò solo del suo matrimonio infelice e non di Alberto e di ciò che era successo nella sua vita recentemente.

Il tempo trascorse velocemente, giunsero le 21.00, lui le propose una cena, ma lei rifiutò dicendo che sennò il giorno dopo sarebbe stato uno straccio.

Lui disse che capiva e allora la invitò per il sabato e lei accettò con grandissima gioia.

La lasciò a casa baciandola con molta passione, lasciando Marika tramortita.

In verità, Marika andò in casa si strappò i vestiti di dosso e si masturbò furiosamente pensando ai due giorni che ancora mancavano alla cena.

Il giorno dopo si presentò con un tailleur serio e non sexy, Manuela non la rimbrottò e Fulvio sembrò non guardarla per tutto il giorno.

Lo stesso accadde anche la giornata successiva, per cui Marika pensava che l’avesse invitata a cena solo per pura cortesia.

Il sabato sera, lei si vestì con un abito nero con una profonda scollatura davanti e dietro, con tacchi alti e i capelli acconciati all’insù.

Lui non disse nulla, ma se la mangiava con gli occhi, tant’è che sì andarono al ristorante, ma non mangiarono, se ne andarono subito per andare nella casa di Fulvio.

Lì non parlarono o meglio lui le disse che vestita così lo voleva far morire di crepacuore prima del tempo e che nei due giorni precedenti non le aveva parlato per via di Manuela.

Marika gli chiese se avesse avuto una storia con lei e lui rispose che ci era uscito una volta, che non era successo nulla, ma che lei invece era cotta di lui.

Poi, si baciarono, si strapparono letteralmente i vestiti di dosso. Marika aveva della biancheria intima in pizzo nero, che contrastava con la sua pelle candida.

Lui rimase in boxer, anche se si vedeva la sua erezione. Lei gli mise una mano lì, lui le tolse il reggiseno e le mutandine.

Lui rimase piacevolmente sorpreso che non fosse depilata lì, lui adorava leccare le fiche pelose.

Lei gli rispose che non aveva avuto tempo di farlo e che comunque non se la depilava troppo spesso.

Lui la baciò mentre le sue mani la toccavano dappertutto.

Lei sentiva un languore proprio lì e non vedeva l’ora che lui agisse in quel senso.

Lui non si fece attendere, la fece mettere a gambe larghe e la penetrò di brutto con lei che urlò un po’ per la sorpresa, un po’ perché il suo cazzo era il più grosso con cui avesse avuto a che fare.

Fulvio le chiese se tutto andava bene, lei rispose di sì, che il suo cazzo gli piaceva enormemente.

Lui rispose che lo stesso valeva per lui per la sua fica e che in questi due giorni di attesa si era ammazzato di seghe e gli era sembrato di essere ritornato adolescente.

Lei venne diverse volte, lui non eiaculò perché disse lo voleva fare nella sua stupenda bocca.

Lui si mise a sedere sul letto, lei in ginocchio sul pavimento e lo prese in bocca che era sempre abbastanza duro, lo sentì crescere dentro la bocca, finché lui disse che non ce la faceva più e lei a ingoiare tutto il suo seme fino all’ultima goccia.

Lui disse che voleva farla ancora godere perciò fece sdraiare lei sul letto, leccandogliela con ardore, con lei che venne altre volte portandola direttamente in paradiso.

La notte continuò con altre posizioni, lei sopra, anche se lui non la gradiva molto, per cui si passò subito alla pecorina, che entrambi gradivano.

La notte divenne mattino presto e vide i due amanti dormire profondamente fino al primissimo pomeriggio, quando si svegliarono molto affamati.

In casa non c’era nulla, prenotarono un delivery e poi Marika gli disse che era il caso che andasse a casa sua per fare cose di casa, ma lui non voleva lasciarla andare, finché lei promise che ci sarebbero state altre nottate come quella.

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