Passeggiata mattutina 1

Posted by admin under Incontri Erotici on martedì Nov 8, 2022

Sto facendo la mia passeggiata mattutina tra le cinque e le sei, al buio, con la musica nelle cuffiette, a volume abbastanza alto.

Sono in una via di campagna isolata e non sento avvicinarsi qualcuno dietro che mi tappa gli occhi e mi porta in un capanno per l’agricoltura.

Il tizio mi fa sentire il cazzo, anzi me lo mette senza tanti complimenti in bocca e mi dice unicamente: “Succhia”.

Io non rispondo e mi limito a eseguire l’ordine, è proprio un bel cazzo con una bella cappella grossa e a me non pare vero di averlo dentro la mia bocca.

Il tizio sembra gradire quello, che allo stato dei fatti, è il mio primo pompino, alla veneranda età di cinquantuno anni.

Lecco, succhio, faccio tutto quello che mi viene in mente e mugolo dal piacere. Per fortuna il tizio non mi chiama troia o quant’altro.

Poi, mi fa capire che sta per sborrare. Io ingoio tutto, tutto e devo dire che mi piace parecchio, non l’avrei mai creduto possibile.

Il tizio mi tira su, mi stringe a sé, mi bacia sulla bocca, poi mi butta giù pantaloni e mutande, mi mette su un tavolo a gambe larghe e si mette a leccarmela con passione, dicendomi che ho proprio una gran fica.

Non si limita a leccarla, ma succhia anche il clitoride e tira leggermente le mie grandi labbra.

E io? Io sono in un turbine di assoluto godimento, come mai avrei creduto possibile, visto che il tizio non lo conosco, ma sto facendo il miglior sesso mai fatto, fino a questo momento.

Tra noi c’è una sintonia sessuale assoluta e non sono neanche arrabbiata con lui per il fatto che all’inizio mi abbia costretta.

Io godo e gli dico che non ce la faccio più, che vorrei il cazzo nella fica, lui mi dice che debbo attendere un po’ perché mi spiega che l’attesa del piacere è esso stesso piacere.

Io sono in fibrillazione non ce la faccio davvero più, anche se, sto godendo alla grande, perché il tizio è un vero e proprio esperto nell’uso della lingua.

Poi, dopo che è passato non so quanto tempo, smette di leccarmi e finalmente mi penetra in un solo colpo e mi pompa con passione, con io che raggiungo rapidamente altri orgasmi.

Lui all’improvviso, mi gira e si mette a leccarmi il buco del culo, me lo inumidisce, ci mette un dito, ce ne mette un altro per allargarmelo, finché infila dapprima timidamente, poi con decisione la cappella e infine tutto il suo notevole cazzo.

Io grido dal dolore, ma poi sento il piacere e gemo, gemo, mentre il tizio mi dice che non credeva che fossi una così gran maiala.

Io rispondo che non lo sapevo neanche io, perché tutte le cose finora fatte, a parte la penetrazione vaginale, non le avevo fatte.

Lui non mi crede e io gli assicuro che si tratta della verità.

Lui mi dice che è stato fortunato, che non è solito fare queste cose, ma che mi aveva notato quando passavo tutte le mattine e tutte le mattine gli si alzava il cazzo e scopava sua moglie, che non è molto vogliosa.

Io gli rispondo che non mi sembra di essere una, per cui, ad un uomo, al solo vedermi possa venire l’alzabandiera.

Lui mi dice che evidentemente non mi sono mai guardata molto bene.

Mi dice che non sono magra, ma a lui piacciono come me, ossia delle botticelle e non poteva sapere della mia fica, anche se il culo l’aveva notato, eccome.

Parliamo e nel mentre lui mi sta ancora scopando il culo, finché mi sborra negli intestini e mi dice che questo è stato il miglior rapporto anale mai avuto in vita sua.

Io gli ribadisco che per me è stato il primo e che ho goduto davvero moltissimo.

Lui non mi parla mi gira mi toglie la t- shirt e il reggiseno e si mette a ciucciarmi i miei capezzoli grandi e rosa. Lo fa con passione e io gemo dal piacere, anche perché lui nel mentre con una mano mi masturba il clitoride.

Poi, la sua bocca lentamente passa dal seno giù giù fino alla fica, che si rimette a leccare con maestria.

Mi dice che l’adora, che d’ora in poi, non ne potrà più fare a meno, che sarà la sua droga quotidiana.

Io dico che alla lunga, qualcuno si potrebbe accorgere di noi nel capanno e che siamo in un paese, prima o poi i pettegolezzi ci travolgeranno.

Lui, sicuro di sé, mi dice di non preoccuparmi, che al momento opportuno, a queste cose, ci penseremo.

Continua a leccarmi finché io vengo e squirto, con lui che lecca i miei umori salini.

Non ancora contento, mi mette con il culo ritto con me appoggiata al tavolo e mi penetra alla pecorina, con io, che semplicemente sono nel turbine del piacere più assoluto mai provato, finché lui mi sborra dentro.

Io gli dico che è un pazzo perché io sono ancora fertile alla mia età e lui dice che d’ora in poi userà dei preservativi.

Io comunque temo di restare incinta e la prospettiva di un aborto mi deprime, lui se ne accorge mi dice che mi sosterrà, che non mi abbandonerà, se dovessi affrontare l’aborto.

A questo punto, gli chiedo come si chiami e lui mi risponde che si chiama Mario, gli dico che il mio nome è Chiara e ci diamo appuntamento per l’indomani mattina.

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Coinquilina

Posted by admin under Incontri Erotici on martedì Nov 8, 2022

Che giornata di merda!

Pioggia, vento, freddo, sono bagnata come un pulcino e porca puttana mi è caduto il telefono, si è spento e non vuole riaccendersi.

Corro verso casa, l’ombrello me l’hanno rubato in facoltà, più bagnata di così non potrei essere, un passante mi guarda strano, ok si la camicetta bagnata è diventata trasparente, maiale, ma ho il reggiseno, il prossimo che mi guarda così si becca un pugno sul naso!

Entro nell’androne di casa lasciando vistose pozzanghere dietro di me, sto tremando mentre aspetto l’ascensore, ho la pelle d’oca.

Aperta la porta di casa solo silenzio e buio “C’è nessuno!?” direi di no, mi strappo di dosso i vestiti bagnati lungo il corridoio e mi infilo in bagno.

L’acqua bollente della doccia mi scalda e mi rilassa un pochino, ripenso allo sguardo del tipo di prima, che stronzo!

Si sta bene così, l’acqua che scorre sul corpo, il silenzio, i problemi lontani…

“Cazzo la mail!!”

Devo mandare la mail al professore entro un ora!

Ma ho lasciato il computer da Marco ieri sera…

Il telefono!!

Esco dalla doccia e mi infilo l’accappatoio, cerco il telefono nella borsa, è bagnata pure lei, tiro fuori tutto quanto poi guardo il telefono preoccupata.

Lo schermo ha una grossa crepa nel mezzo, spingo il bottone per accenderlo ma non succede nulla, lo collego alla presa e aspetto che compaia il simbolo della carica ma… non succede nulla.

Marco mi potrebbe aiutare!

Sì ok e con cosa lo chiamo!?

Mi viene da piangere.

Mi guardo attorno disperata.

La stronza!

Certo perché non ci ho pensato prima!?

 Sono ferma davanti alla sua porta, non sono mai entrata nella sua camera, non vuole che ci entri nessuno, ma so che lì dentro c’è un computer, se scopre che sono entrata mi ammazza.

Antonella è la coinquilina più stronza che io abbia mai avuto in tutti questi anni di fuori sede, miss perfettina, tutto deve essere in ordine e pulito, guai a toccare le sue cose, si accorge anche se sposti uno dei suoi yogurt nel frigo, fredda e scostante, mai una confidenza, mai una parola oltre lo stretto necessario alla convivenza, sempre vestita perfettamente, sempre bellina carina ma mai un sorriso.

Ora che ci penso non credo di averla mai vista spettinata o con la tuta o in accappatoio come sono ora io…

Busso titubante alla porta, anche se so che non è in camera, metto la mano sulla maniglia, faccio un respirone e apro la porta. Cioè ci provo perché scopro che quella stronza ha chiuso la porta a chiave.

È proprio stronza non c’è dubbio!

Ma non è molto intelligente, scoppio a ridere, in questa casa le porte hanno tutte le stesse serrature, prendo la chiave del bagno e in un attimo spalanco la porta.

La perfezione, tutto pulito, tutto ordinato, un letto matrimoniale con le lenzuola bianche come appena stirate, sui comodini solo una semplice sveglia, il grande armadio chiuso bianco anche quello.

Poi la scrivania…una postazione super attrezzata, un PC ultimo modello con uno schermo enorme, una fotocamera professionale, luci e microfoni … ma cosa…

Devo mandare la mail!

Accendo il computer, nessuna password per fortuna.

Vado su internet e in pochi minuti invio quella maledetta mail, ne mando una anche a Marco per chiedergli aiuto, poi cerco di cancellare le mie tracce…

Non bisognerebbe mai guardare la cronologia degli altri…ma che siti guarda!?!?

Ne apro un paio, poi altri due, non resisto alla curiosità… sono tutti siti porno!!

Siti di ragazze e ragazzi che fanno video live o raccolte di foto pornografiche, video porno amatoriali…

Guardo la fotocamera, le luci… salto sulla sedia!

Spalanco l’armadio, ci sono tutti i suoi vestiti da ragazza perfettina… chissà che pensavo… non so se sono delusa o sollevata.

Apro un paio di cassetti, sono pieni di biancheria costosa, tutta seta e pizzi, perfettamente ordinata per tipologia e colore, tutto elegantemente sexy… avessi il telefono farei una foto ai suoi cassetti poi ai mei, con scritto trova le differenze, scoppio a ridere da sola…

Va beh torno al computer e cancello le mie tracce, sto per spegnerlo quando con la coda dell’occhio vedo una scatola sul fondo dell’armadio, una scatola grande nera, non so perché ma mi attira, mi avvicino lentamente, non la posso spostare altrimenti sono sicura che se ne accorgerebbe… sollevo un pochino il coperchio… non riesco a vedere dentro… infilo una mano… sento dei laccetti morbidi, degli oggetti duri grossi, ne stringo uno con la mano e capisco all’istante che cos’è!

Estraggo dalla scatola un cazzo di plastica di tutto rispetto, mi viene naturale paragonarlo a Marco…

Come in trance torno alla scrivania e mi metto al computer, non ci vuole tanto a trovare quello che sto cercando.

Ci sono migliaia di foto  e video, lei è sempre la protagonista, una mascherina a celarle il viso, scopro che sotto quei vestiti così seriosi c’è un corpo davvero da sballo e soprattutto una porca da competizione!!

Tra i tanti trovo un video dove gioca con il cazzone che, senza rendermene conto, tengo ancora stretto in mano,  lo vedo scomparire in ogni suo orifizio con incredibile facilità, ne sono affascinata, eccitata lo spingo contro le mie labbra e lo faccio scivolare lentamente dentro di me, mi riempie, mi piace, mi fa bagnare…

È così che mi trova Marco, un cazzo di plastica piantato nella figa, la bocca spalancata e gli occhi fissi sullo schermo, mi chiama ma non riesco a rispondergli travolta da un orgasmo improvviso e devastante…

Che vergogna, che figura, ma non posso fare a meno di gemere ancora mentre mi sfilo il dildo, lui mi guarda con la bocca aperta per lo stupore, guarda il dildo bagnato dei miei umori, cerco di coprirmi, di scusarmi, non lo so, balbetto cose senza senso, ma lui mi blocca con un bacio, come se fosse tutto normale.

“Ma tu lo sapevi!?”

“No…è la prima volta che entro qua e poi… chi l’avrebbe mai detto!?”

“Chissà quanto ci guadagna…”

“Se scopre che siamo stati qua ci spella vivi!”

“Può essere…magari ha anche delle fruste da qualche parte”

“Sì le ha! Adesso sistemiamo tutto prima che torni!”

“Ok dai io sistemo il computer, non si accorgerà di nulla!”

“Io metto a posto l’armadio”

“Hai fatto?! Richiudiamo la porta a chiave.”

“E adesso?!”

“Adesso mi fai un pompino altrimenti esplodo!!”

Scoppio a ridere e mi dirigo verso la mia camera seguita da Marco e dal rumore della zip che si abbassa…

Un ora dopo siamo ancora nudi e stesi sul letto a guardare il soffitto.

“Mi è venuta un’idea…”

“Vuoi rifarlo di nuovo!?”

“No…cioè si, ma non è quella l’idea”

“Hai fame!?”

“Sì anche ma non centra, voglio fargliela pagare!”

“Cosa!?”

“Tutta la sua spocchia, la sua arroganza, la sua profonda antipatia!”

“Vuoi ricattarla!?”

“No, ti sei segnato il nome con cui si fa chiamare sui vari siti!?”

“Certo !”

“Maiale! Accendi il computer e scopri quando sarà la prossima volta on-line e su quale sito, io devo uscire un attimo”

Mi infilo un paio di leggins e una maglietta, le scarpe da tennis, la giacca di marco ed esco di casa.

Mi guardo nello specchio dell’ascensore, sembro una barbona, ma devo solo andare dal cinese all’angolo…ok forse la biancheria potevo metterla…

Vago per le corsie senza trovare quello che cerco, sono costretta a chiedere aiuto ad un commesso che non nasconde il suo interesse per il mio seno e che ci tiene ad accompagnarmi nel posto giusto e farmi un sacco di domande per aiutarmi, dice lui, comunque trovo gli articoli che cercavo e torno verso casa.

Quando varco la porta di casa con il mio sacchetto in mano, quasi sbatto contro Antonella che mi guarda con la sua solita faccia schifata, mi squadra dalla testa ai piedi, fa un ghigno che per poco non gli spengo con un pugno, poi si volta e si chiude in camera.

In camera mia trovo Marco ancora nudo con la faccia nel portatile.

“E’ tornata!”

“Ci credo tra mezz’ora deve essere dal vivo su questo sito!”

“Un sito a pagamento?!”

“No, un sito di webcam, si può interagire scrivendo, guadagna con le mance “

“Bene dobbiamo fare in fretta allora”

“Cosa? Mi vuoi spiegare?!”

“No, prima bisogna prepararsi!”

Corro in bagno a prendere quello che mi serve e torno da lui.

“Per prima cosa la barba!”

“Cosa vuoi dire?!”

“Fidati di me!”

Mi riempio le mani di schiuma ed inizio a fargli la barba, gli piace, si eccita a sentire la lama nelle mie mani scorrere sulla sua pelle. Trasformo la sua barba incolta in due basette lunghe, ignoranti e un pizzetto arrogante… poi lo faccio stendere sul letto e lo cospargo di crema, mi guarda con un misto di terrore ed eccitazione…lo depilo tutto!

È vero così l’uccello sembra più grande… che poi mica è messo male…anzi…era quel cazzone di plastica ad essere…

Passiamo ad altro, prendo dalla busta un pacco di tatuaggi finti, quelli che si fanno i bambini per carnevale…poi opto per una sirena  su un bicipite ed una stellina vicino all’uccello…

“Perfetto!”

Si alza e si guarda allo specchio “mamma mia che tamarro!! Ho forse intuito la tua idea, ma così mi si riconosce comunque!”

Gli lancio una mascherina da carnevale nera, se la allaccia ora del viso si vede solo quell’orribile pizzetto e le basettone, si rimira nello specchio soddisfatto poi mi guarda “Ora tocca a te!”

“Ma che ore sono!?”

“Giusto lo show sta per iniziare, ma tranquilla i primi minuti non succede mai nulla!”

“Vedo che sei un esperto!”

“Io non sono Marco ma Diego il pornoattore! Adesso spogliati!“

Scoppio a ridere mentre mi fa stendere nuda sul letto.

Mi scruta con attenzione poi prende schiuma e rasoio e si mette al lavoro.

Ha ragione lo spettacolo è iniziato ma si vede solo lei in mutandine e reggiseno che chiacchiera con la gente che gli scrive, nel frattempo Marco si diverte a modificare il mio corpo, lo lascio fare, voglio vedere dove arriva la sua fantasia…

“Fatto! Bellissima!”

Mi alzo e mi guardo allo specchio, ha trasformato il mio cespuglietto in un curatissimo cuoricino, mai visto una precisone così, poi mi ha disegnato un paio di nei, uno vicino al cuoricino, un altro vicino all’aureola destra e un terzo sulla guancia, poi mi ha messo un tatuaggio esagerato sopra le chiappe e un carattere cinese tra i seni, incrocio il suo sguardo eccitato nello specchio e sento il suo uccello duro tra le chiappe mentre mi mette la mascherina.

“Pronta?!”

“Pronta!”

Ci mettiamo davanti al computer la situazione non è cambiata molto, direi che è quasi noiosa.

“Che palle, come si fa a fargli fare qualcosa!?”

“Vedi per togliere un indumento bisogna raggiungere quella quota!”

“Facciamola raggiungere!”

Inizio a scrivergli a provocarla, a provocare gli altri, metto mance e vivacizzo la serata.

In pochi minuti è rimasta con un perizoma minuscolo e si sta toccando, non capisco se è tutta finta oppure si diverte davvero, ogni mancia che gli lasci puoi fargli fare quello che vuoi, mi eccita comandare quella stronza!

Marco mi guarda stupito, sono eccitata infoiata, voglio fargli fare cose sempre più sconce!

Quando sullo schermo si vede il suo culo perfetto in primo piano e il cazzo di plastica di prima piantato nella figa, salto su “E’ ora!” prendo Marco per mano e corro alla porta di Antonella, ho già la chiave in mano.

Apro di scatto ed entriamo!

Lei fa un urlo spaventato si gira e sta per dire qualcosa ma io la precedo e le tappo la bocca con un bacio mentre gli pianto uno sguardo duro diretto negli occhi.

Vedo la paura sparire dai suoi occhi, sostituita dalla sorpresa e la meraviglia, poi dalla realizzazione della situazione.

Il mi sguardo deve essere stato eloquente perché da attrice consumata ci sorride e ci presenta al suo pubblico.

Controllo l’inquadratura mentre lei fa apprezzamenti sulla dotazione di Marco, lo accarezza poi si ferma e chiede altri soldi per andare avanti, ne arrivano tantissimi e tantissimi apprezzamenti per me e Marco…potremmo avere un futuro in questo campo…ma non siamo qui per questo.

Infatti Marco la fa smettere di parlare infilandogli l’uccello in bocca, cerca di protestare ma lui la tiene ferma e gli scopa la bocca, prendo il dildo dal letto e glielo rispingo dentro la figa senza tante gentilezze e la stantufo con forza,  ma lei sta iniziando a godere di questo trattamento.

Vedo la scatola in un angolo e mi viene un’idea, cerco una cosa che avevo visto in un video…

Quando la tiro fuori e lei mi vede vorrebbe dire qualcosa ma ha la bocca piena.

Studio quell’intreccio di nastri borchie e cazzi che dovrebbe essere uno strapon, realizzo che si il cazzo più grosso è verso l’esterno ma gli altri due sono per me… cerco un lubrificante ed il gioco è fatto…

spero di averlo messo bene, non l’ho mai usato, ma sono inaspettatamente troppo eccitata, voglio scoparla con forza

Non ho mai avuto due cazzi dentro, fortuna che non sono grandi, ma la sensazione è … riempiente, esiste come parola?!

Mi guardo allo specchio, il mio corpo pieno di curve, sudato, eccitato, con un cazzone nero davanti, vedo lo sguardo di Marco allucinato, eccitato, fuori controllo!

Lubrifico il mio nuovo cazzone e vado dietro di lei mentre Marco non si perde un fotogramma.

Dal computer arrivano una quantità di messaggi inimmaginabile quando punto la cappellona nera contro il suo culetto, lei lo sente, lo vede, gli brillano gli occhi mentre si allarga le chiappe e spinge verso di me.

Chissà se la sua è eccitazione o sta facendo il calcolo dei soldi che stanno arrivando sul suo conto.

Spingo anche io e quando arrivo fino in fondo guardo Marco, mi allungo, lo bacio.

Ci guardiamo qualche secondo negli occhi … “Sfondiamola!”

Inizio a spingere senza pietà, ogni affondo una spinta contro l’uccello di Marco piantato in gola, ogni affondo i due falli spingono dentro di me.

Accarezzo quei fianchi stretti, quelle chiappe tonde, lisce, perfette…cazzo sto scopando il culo di una donna…non pensavo potesse eccitarmi così tanto, ogni suo gemito mi invita a spingerlo dentro più forte e ad ogni colpo che do mi arriva una scossa di piacere dritta al clitoride e al mio cervello. Sono presa, totalmente, e la cosa mi eccita da impazzire

È una sensazione di potere, di riempimento, di  godimento, lei è solo un’estensione di noi, un tramite.

Non ci preoccupiamo di lei, non ci interessa, ma lei gode ed esplode in un orgasmo che la fa urlare anche con la gola piena, la fa tremare e scuotere tutta, Marco non resiste e gli viene in gola, un fiume che non riesce ad arginare, mentre si accascia sul letto.

“Mi sa che si è rotta!”

Scoppio a ridere mentre mi sfilo da lei.

Si rigira a pancia in su, completamente inerme, esposta, i buchi aperti e arrossati, le labbra e il viso sporco, il sorriso di chi è appagata, di chi ha goduto davvero, prendo la fotocamera e faccio una carrellata del suo corpo, poi la passo a Marco.

Inquadra me che mi sfilo lentamente quell’attrezzo infernale, riprende i cazzi di plastica che escono da me ricoperti dai  miei succhi.

Mi sento svuotata e devo ancora godere, deve farlo lei.

Mi siedo sul suo viso “Lecca!” le ordino e lei lo fa, lo fa maledettamente bene, mentre con le mani mi accarezza le chiappe,  mi basta pochissimo per esplodergli in faccia tutto il mio piacere, le bagno il viso, i suoi capelli perfetti, le sue lenzuola candide…

La guardo, è bellissima mentre mi sorride nuda e stanca, sporca di noi, volevo punirla per la sua antipatia ma abbiamo finito per godere tutti e tre, non vedo più la mia coinquilina stronza.

La lasciamo così, riposizioniamo la fotocamera sul cavalletto che inquadra il suo corpo nudo coperto solo da una piccola mascherina nera…

Sono in cucina a fare il caffè, il sole sta sorgendo dietro i palazzoni, quando sento la mano grande calda di Marco accarezzarmi una chiappa sollevando la sua maglietta che ho usato per dormire.

“Buongiorno”

Mi bacia delicatamente il collo..

“Hemm scusate!”

Ci voltiamo di scatto e davanti a noi c’è Antonella, in una camicia da notte elegante ma incredibilmente sexy, struccata un po’ spettinata, lo sguardo basso, bellissima.

“Non volevo disturbarvi”

“Nessun disturbo stavamo per fare colazione” intanto metto il caffè a tavola, il latte, i biscotti e ci sediamo.

Lai rimane impalata.

“Io devo spiegarvi… dirvi…”

“Non ci devi spiegare nulla, vuoi fare colazione con noi!?”

Alza finalmente lo sguardo, mi guarda stupita, poi prende uno yogurt e si siede.

Mangiamo in silenzio mentre la guardo, la studio.

Non è più Antonella la mia coinquilina stronza e sicura di se, è come se gli fosse caduta una maschera, un’armatura ed ora è vulnerabile, mi fa quasi tenerezza.

“Non devi spiegarci nulla e devi stare tranquilla, non diremo nulla a nessuno, rimarrà il tuo segreto, il nostro segreto” lei mi guarda sgranando gli occhi.

“Ad un patto!”

“Ecco lo sapevo…”

“No, non hai capito, il patto è che non voglio più vedere per casa quella stronza ed antipatica di Antonella…”

“Ma…”

“Niente ma! Più sorrisi e chiacchiere e soprattutto non dovrai mai più chiudere a chiave la tua porta!”

“Ma…neanche…”

“Mai più!”

Sostiene lo sguardo qualche secondo poi vedo passare un lampo nei suoi occhi e finalmente sorride, un sorriso bellissimo che finisce in una risata cristallina che non avevo mai sentito.

Marco ci guarda sorseggiando il caffè con fare indifferente ma vedo già una bella erezione tra le sue gambe.

“Una cosa però ve la devo dire, ieri sera abbiamo coperto più della metà dell’affitto del prossimo mese…”

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Giochino a tre: 23° atto “Io e G.”

Posted by admin under Incontri Erotici on domenica Nov 6, 2022

Sono a casa, in bagno sul bidet e mi sto masturbando perché non ne posso più vista la giornata trascorsa tra lo scrivere e il leggere dei racconti erotici. La porta si apre e entra G. a cui ho dato per ogni evenienza la mia chiave di casa. Mi vede così e mi chiede perché non ci abbia chiamato e io ho risposto che è domenica e le ragazze sono andate al mare. G. non mi dice nulla, mi tira su dal bidet, mi pulisce la fica con l’asciugamano, mi porta in camera e mi fa vedere quanto ce l’abbia duro.

Io dico che voglio essere presa alla pecorina così mi metto a bordo letto e lui inizia a penetrarmi con forza e vigore dicendomi che sperava di trovarmi sola, perché proprio ne aveva tanta voglia. Certo poi bisognerà dirlo alle altre due, che sicuramente si ingelosiranno di questo nostro incontro a due.

Io mi lascio andare come non mai anche se sono passati appena due giorni dall’ultima volta in cui l’ho fatto. Non c’è nulla da fare, G. mi fa godere veramente molto. Vengo e lui sborra talmente tanto che la sua sborra mi va lungo le gambe.

Io allora mi metto a sedere e con aria birichina gli faccio vedere come assaporo la sua sborra che prendo con le mani. G. mi dice che dobbiamo fare la doccia viste le mie condizioni, così andiamo. Lui mi lava, mi accarezza, mi fa sospirare, capisce e si mette a leccarmela, mentre nel frattempo abbiamo spento la doccia. Me la lecca con me in piedi in una posizione scomoda, ma in cui, provo davvero un piacere incredibile che esplode con un orgasmo veramente potente e animalesco. Lui si è eccitato di nuovo e mi fa capire a gesti che vuole la mia bocca. Io me lo metto tutto in bocca, tutto tutto, facendolo godere come non mai con grugniti animaleschi. Finalmente ho la sua sborra in bocca che assaporo un po’ e poi ingoio tutta come se fosse la più prelibata delle pietanze.

Ci finiamo di lavare e andiamo a letto dove ci mettiamo a cucchiaio con G. che mi accarezza il seno e con l’altra mano la fica, finché non si mette a masturbarmi lentamente facendomi ulteriormente bagnare e venire con grida selvagge. Sul culo mi fa sentire il suo cazzo durissimo e quindi gli dico che vorrei un rapporto anale e lui mi prepara il buchino del culo con della vaselina e poi in un solo colpo è dentro. Si muove lentamente facendomi ancora venire, mentre sento la sua sborra dentro il buchino.

Gli dico che siamo veramente incorreggibili e lui mi risponde che non c’è nulla di male nei nostri giochi erotici e molte persone bacchettone, in realtà, vorrebbero scopare e godere quanto noi due e soprattutto quanto noi quattro.

Penso alle altre due e gli domando se ha goduto di più oggi o con tutte e tre. Mi risponde oggi perché così si è riposato. Però ci adora tutte e tre, siamo differenti, ma ugualmente eccitanti. Quindi, ci mettiamo a riposare veramente, questa volta.

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Pure il brillantino

Posted by admin under Incontri Erotici on sabato Nov 5, 2022

In mezzo alla sfilza di clienti più o meno disagiati, Daryna riusciva anche a trovare tempo per l’ammòre. La relazione con Walter continuava ormai da alcuni mesi e pareva andare a gonfie vele. Il suo entusiasmo giovanile era sempre una boccata d’aria fresca rispetto a quello che la attendeva normalmente e il sesso non era male tutto sommato.

Proprio in questo momento si trovavano a letto, a casa di Giovanni, e ci stavano dando dentro come conigli. Quella mattina, dopo il primo giro di Porto alle 8.30, Walter era sceso per dirle che il suo precedente appuntamento di lavoro era stato rimandato a causa del maltempo e che quindi avrebbe avuto del tempo da dedicare alla sua principessa. Lei lo aveva lasciato entrare e si erano messi a bere e parlare un po’ sul divano.

La pace non era durata a lungo però: Walter era palesemente voglioso e aveva già cominciato ad accarezzare con le dita nodose e dinoccolate le cosce di Daryna, mentre sorrideva ed emetteva distratti versi di assenso a ciò che diceva l’amata. Daryna, ad un certo punto, dato che le cure di Walter non accennavano a fermarsi, alzò gli occhi al cielo, rassegnata, interruppe il discorso e sorridendo, si alzò, buttò giù l’intero bicchiere del vino, gli prese la mano e lo tirò verso la camera da letto. “Vieni animale, ho capito”. Walter, eccitato, le saltellò dietro come un ragazzino.

Entrarono in camera e baciandosi caddero sul letto matrimoniale, rotolandosi sulle lenzuola. Non sia mai che Walter notasse il piccolo dettaglio dell’unico letto matrimoniale in tutta la casa. Genio. Ma queste considerazioni serviranno più tardi. Ma nemmeno così tardi. Walter la spogliò di fretta: un manica mezza tirata giù, la gonna alzata intorno alla vita, gli slip incastrati su una caviglia. Daryna rideva davanti alla foga del compagno, ubriaca marcia, come al solito. Walter si tolse la maglietta mostrando il corpo rinsecchito, quasi anoressico e nodoso, prosciugato da anni di crack e una vita sempre al limite dell’indigenza. Ma che importava! Daryna era sbronza e innamorata e lui era l’uomo migliore che le capitasse da un po’ di tempo a questa parte. Una volta che la maggior parte dei vestiti furono fuori dai piedi, Walter scese sulla sua rosellina appassita e cominciò a leccarla con gusto. Daryna gemeva sommessamente, un po’ intontita dall’alcol, e il suo orgasmo arrivò un po’ inaspettato e la lasciò stupita e imbambolata con un sorriso beato sul viso. Walter lo prese come il più grande dei complimenti, così le tirò su le gambe e con un po’ di fatica, perché non era particolarmente collaborativa (ma chi se ne frega, basta avere dove infilarlo no?) inserì il cazzo nella sua figa allagata e cominciò a pomparla lentamente, per fare un po’ il romantico, poi visto che lei era meno ricettiva del solito, più forte.

“Vuoi cambiare posizione, sei scomoda?” chiese Walter.

Daryna scosse la testa inebriata. “No caro, va benissimo così, continua”. In tutta onestà Daryna l’avrebbe anche cavalcato volentieri, ma se si fosse messa a ballonzolare su di lui in questo stato, probabilmente le sarebbe girata troppo la testa.

Andarono avanti così per un po’ finché Daryna non venne di nuovo, assistita dalle sue stesse dita sul clitoride, mezze intrappolate in mezzo ai loro corpi sudati. Walter da parte sua si prese un altro po’ di tempo e nonostante le cominciasse a lamentarsi dell’ipersensibilità, continuò fino a sfilarlo per venirle copiosamente sulla pancia e sulla figa, vista che lo eccitava da matti.

Infine si stesero uno accanto all’altra per riprendersi. La finestra aperta lasciava entrare una brezza tiepida e il cinguettio degli uccelli annidati negli alberi vicini. L’idillio fu inaspettatamente interrotto da un suono sgraziato. Daryna russava.

“Ah beh” pensò Walter. “Sarà meglio che levi le tende”. Così si alzò, raccolse i suoi vestiti e si li rimise. Poi prese una coperta e la stese sulla figura ancora sporca di Daryna, le diede un bacio e uscì.

Quando Daryna si svegliò, con un leggero mal di testa, rassettò la stanza, mandò un messaggino di scuse e di ringraziamenti a Walter e si preparò per il suo incontro di lavoro. Oggi avrebbe rivisto Carlo, che l’aveva chiamata dicendole che aveva una sorpresa per lei (come sempre). Daryna si finse entusiasta e si presentò all’appuntamento sgargiante, con un vestito fucsia un po’ vintage e il colore si rivelò pure la scelta più casuale e al contempo azzeccata per l’incontro. La sorpresa di Carlo infatti era fucsia. Un bel plug anale fucsia che Daryna avrebbe dovuto indossare fino al giorno dopo, per essere pronta per la vera ginnastica (sì credici, ma per chi l’aveva presa? Se lo sarebbe tolta appena arrivata a casa e avrebbe mentito ai suoi messaggi. Non aveva mica tempo per queste stronzate lei). Ma la vera sciccheria, secondo Carlo almeno, era il brillante alla fine del plug, che spuntava elegante tra le chiappe di Daryna. Carlo era già eccitato, ma si trattenne disse che avrebbe aspettato volentieri per essere ancora più arrapato l’indomani. Daryna fece spallucce e disse: “Qualunque cosa ti renda felice caro”. Ad incontro finito tornò a casa, sistemò le sue cose e fece per andare in bagno a levarsi il plug, ma non prima di aver inviato una foto a Carlo come prova che lo avesse ancora addosso.

Stava per tirarsi giù le mutandine, quando Giovanni aprì la porta. “La privacy non esiste più in questa casa?” chiese Daryna, mettendosi una mano sul fianco. Giovanni alzò un sopracciglio. “Ma se ti ho vista nelle posizioni più scandalose ormai, e non parlo solo del letto. Secondo te me ne frega di vederti cacare?”. Che finezza…

“Comunque già che siamo in tema, non ti sembra ora di pagarmi l’affitto?”. Daryna ci pensò un attimo; in effetti era già qualche volta che gli dava buca, povero Giovanni. Si risolse quindi a darla anche a lui oggi. “Ebbene, su, cosa stai aspettando? Prendimi!”.

Giovanni non se lo fece ripetere due volte, si sfilò la maglietta e si slacciò la cintura. Portò Daryna in camera da letto e si calò i pantaloni.

“Su, leccalo come si deve e toccati intanto”.

Daryna fece come ordinato e cominciò a leccargli la cappella, premendo una mano sul ventre prominente per farsi più spazio. Lui spingeva nella sua bocca senza ritegno, grugnendo come un cinghiale. Dopo un po’ la fermò, le disse di spostarsi più in su sul letto e di girarsi. Quando le calò le mutandine vide il plug che spuntava luccicante dal suo culo.

“Pure il brillantino” commentò sarcastico, sogghignando. Daryna sbuffò roteando gli occhi.

“Beh, visto che sei già pronta…” e mentre le diceva così, le tolse il plug con un bel pop e lo lasciò cadere sulle lenzuola. Poi cominciò a strofinare il cazzo sulla sua figa che era bella bagnata per le attenzioni che si era data durante il pompino. Giovanni si lubrificò ben bene il cazzo e poi cominciò a spingerlo nel culo di Daryna. Lei gemeva e gridava, finché lui non arrivò in fondo e si fermò un attimo per godersi la sensazione. Poi lo tirò quasi tutto fuori e lo infilò dentro con forza.

“Vuoi sfondarmi anche il colon già che ci sei?!”.

“Piantala di lamentarti, come se non l’avessi mai fatto” disse Giovanni, ma si diede una calmata e cominciò a prenderla un po’ meno a fondo e più velocemente. Daryna gridava oscenamente e senza dubbio, se qualcuno fosse stato su uno dei balconi del condominio avrebbe sentito tutto, ma la cosa le importava poco, soprattutto quando Giovanni cominciò a toccarle il clitoride e incularla nel materasso.

Già dalla mattina però, la giornata si era configurata come pregna di colpi di scena. Infatti mentre in camera da letto succedeva tutto questo, Walter in un impeto di passione era andato sotto il balcone di Daryna e si era messo a farle una serenata, cantando qualche terribile canzone d’amore. Da schizzato qual era aveva pure preso una scala e l’aveva appoggiata sul balcone di Daryna per farle una sorpresa e appoggiarvici un Kinder Délice (pegno d’amore assolutamente normale). Mentre metteva in atto questo piano e si affacciava alla finestra della camera da letto della sua bella, vide la scena di passione dispiegarsi davanti ai suoi occhi: Daryna inculata da Giovanni, che la scopava con furia. Daryna si girò in quel momento e vide Walter, sul quale posò degli occhi un poco annoiati. Ovviamente, pensando che Walter avesse compreso tutta la situazione, Daryna non si fece certo scrupoli e lo salutò con un sorriso. Una frazione di secondo dopo però notò l’espressione sconvolta di Walter: oh no. Non aveva capito vero?

No. Non aveva capito proprio un bel niente. Difatti, tradito e amareggiato, Walter scese la scala, la portò via con rabbia e Daryna si ritrovò con un Kinder Délice e probabilmente senza fidanzato. Non fece in tempo a pensare tutto questo che Giovanni si piegò su di lei per afferrare la testata del letto e spingere di più. Era a fine corsa e si stava adoperando per farla venire al più presto. Il cambio di angolo però era già stato gradito e nonostante l’inconveniente appena occorso, Daryna venne gridando e ansimando, mentre lui le riversava nel culo tutto il suo sperma con spinte brevi e lente.

Daryna non rivide Walter per diversi giorni, probabilmente aveva bisogno di sbollire, ma quella fu la sera che demarcò il momento in cui tutto cominciò ad andare a rotoli.

***

“Perché? PERCHE’?! Che cazzo ho fatto di male nella mia vita precedente?!”

Questi i pensieri della vicina che aveva per caso assistito a tutta la scena. Si teneva la faccia tra le mani, sconvolta per l’altissimo trash cui aveva assistito. Onestamente, non sapeva se ridere o piangere; era al contempo allucinata dalla situazione completamente scabrosa e grata per l’intrattenimento da soap opera di serie zeta. E mentre cercava di scuotere via dalla testa il disagio sociale appena osservato, pensava a come insegnare ai prossimi vicini a tenere i loro cazzi, letterali e metaforici, fuori dalle aree comuni del condominio.

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