Alla ricerca di un compagno di vita

Posted by admin under Incontri Erotici on martedì Apr 4, 2023

Ciao ho 29 anni e sono libera sono alta cm 169, corporatura snella, occhi maroni e capelli castani. cerco una relazione seria .Il mio carattere è tranquillo, allegro e positivo: vedo il bicchiere sempre mezzo pieno.Contatto

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Io e il padrone-bull Fabio

Posted by admin under Incontri Erotici on lunedì Mar 6, 2023

Chiedo a Fabio: “Dove è andato mio marito?”

Lui tranquillamente risponde: “Gli ho chiesto di tornare a casa, per il resto del week- end resterai con me perché devi imparare ad essere una sub e in futuro una schiava, perché so che lo vuoi, anche se lo neghi a te stessa.”

Io gli dico: “Voglio tornare a casa.”

Lui mi dice: “Torna pure a casa tua, ma tuo marito ti riporterà da me.”

Mi dice: “Ci siamo accordati in tal senso. E’ un uomo che capisce le tue esigenze, anche se è rattristato che non sia lui, a poterti soddisfare come hai bisogno.”

Io dico: “Va bene, vedremo cosa verrà fuori.”

Lui mi dice: “La risposta non va bene, devi aggiungere alla tua frase padrone, ricordatelo per dopo.”

Io rispondo: “Sì padrone. Padrone, potrei dormire, sono stanca?”

Lui mi dice: “Ti faccio lo zabaione così recupererai le forze, anche se me lo dovresti fare tu a me.”

Io rispondo: “Non l’ho mai fatto, padrone. Fammi vedere come lo fai, così imparerò.”

Lui dice: “Brava sub, è così che si parla.”

Lui mi fa vedere come fa lo zabaione, lo mangio è delizioso e ricostituente.

Lo faccio a lui, che mi dice: “Non male, per essere la prima volta che lo fai, ma lo puoi fare anche meglio grandissima troia che non sei altro.”

Io rispondo: “Sì padrone.”

Lui mi chiede: “Hai ancora voglia di andare a letto, a questo punto?”

Io rispondo: “Ho tante energie, padrone.”

Lui mi dice: “Ho voglia di farlo all’aperto, tanto non passa mai nessuno a parte il postino, ma oggi è sabato e non passa.”

Io rispondo: “Va bene, padrone.”
Andiamo fuori, l’aria è un po’ fresca sui nostri corpi ancora sudati per tutto ciò che abbiamo fatto.

Lui mi fa sdraiare su un tavolino, si mette le gambe sulle spalle e senza parlare inizia a scoparmi con spinte vigorose, mentre mi dici: “Godi troia.”

Io non rispondo perché sto gemendo, lui mi dice: “Non dici nulla al tuo padrone, troia?”

Io rispondo: “Sì padrone, grazie padrone di sbattermi così e farmi godere tantissimo.”

Siamo lì impegnati, quando sentiamo una voce.

E’ l’ex moglie di Fabio, che mi spiega che è ancora gelosissima di lui, anche se sono divorziati da anni.

Mi dice di scappare e nascondermi nel bagno al piano superiore.

Lui parlerà con l’ex moglie Michela fuori.

Lei non si stupirà di trovarlo nudo perché sa che gli piace moltissimo masturbarsi.

Azzurra sente che i due parlano, ma non riesce a distinguere le parole che dicono. Fabio la deve aver trattata male, perché sente la donna piangere e poi un’auto che velocemente se ne va.

Fabio viene di sopra e mi dice cosa ha detto all’ex moglie: “Vedi questo cazzo, non è più tuo e non mi devi rompere più il cazzo.”

L’ex moglie non ha detto una parola, si è messa a piangere ed è scappata via.

Fabio mi dice che deve telefonarle, per scusarsi di essere stato così stronzo.

Lei non risponde, butta giù a tutte le chiamate.

Alla fine, lei risponde e gli dice che aveva voglia di lui, ma evidentemente non è così per lui.

Fabio gli dice che è così, si scusa per come l’ha trattata, ma deve capire che non lo deve cercare più.

La loro storia è finita, se lo deve mettere in testa una volta per tutte.

Lui mi guarda e mi dice, poiché ha visto che ho lo smarthphone in mano: “Troia, che stai facendo?”

Mi mette la mano sulla fica, la sente bagnata e mi chiede: “Cosa stavi guardando troia?”

Io gli faccio vedere il video, che è un video di masturbazione maschile con tre uomini, uno con le calze e i tacchi a spilli, che mi ha eccitato da morire.

Lui mi chiede: “Ti piacciono queste porcate?”

Io gli dico: “E’ la prima volta che vedo un video del genere, è nel gruppo telegram dove pubblico i miei racconti.”

E lui mi dice: “E tu vedi tutto ciò che è in quel sito?”

Io rispondo: “No, ma sono molto curiosa riguardo al sesso in tutte le sue forme. Non credo che mi piacerebbe essere li a masturbare uno di quei cazzi anche se sono belli.”

Lui mi dice: “Troia, non devi parlare di altri cazzi in mia presenza. Tu devi solo pensare al mio cazzo. Non lo trovi bello? Non ti ha fatto godere moltissimo, troia?”

Io rispondo: “Scusa padrone. Hai ragione padrone. Padrone non potrò più vedere video porno? Mi piacciono molto quelli lesbo, quelli etero.”

Lui mi risponde: “Sì li puoi guardare mia sub e masturbarci sopra e poi fare un video per me, troia. Li usi per masturbarti non è vero?”

Io rispondo: “Sì padrone, li uso per masturbarmi.”

Lui mi dice: “Troia, vedrai che ti masturberai meno, perché lo faremo in tutte le posizioni e ti soddisferò.”

Io dico: “Lo spero vivamente, padrone.”

Lui mi dice: “Andiamo in camera da letto, che ho voglia di fare un 69.”

Io dico: “Sì padrone, andiamo.”

Lo facciamo con me sdraiata sul letto, lui mi dà il cazzo in faccia e si mette a brucare nella mia fica. Mi dice che i miei succhi sono deliziosi.

Mi rimprovera: “Troia, succhia il mio cazzo, voglio che il cazzo sia nella tua bocca.”

Io gli dico: “Cambiamo posizione è meglio padrone, così ti potrò succhiare il cazzo come vorrai.”

Lui mi risponde: “Troia hai ragione per questa volta.”

Cambiamo posizione io sono sopra di lui, mi fiondo sul suo cazzo, lui ha la mia fica sulla faccia e sento leccare avidamente.

Mi dice: “Brava troia, stai succhiando proprio bene. La prossima volta troia, voglio che porti un rossetto rosso da troia quale sia. Non ti devi vergognare di essere troia con me. Se non eri una troia, non ci saremmo mai conosciuti.”

Io gli dico: “Va bene padrone, comprerò il rossetto per te.”

Lui mi dice: “Mi raccomando, ricordatelo troia.”

Io rispondo: “Sì padrone.”

Lui mi dice: “Troia sto per venire. Vuoi la sborra in bocca o sulle tette?”

Io rispondo: “Padrone, la voglio sulle tette.”

Mi metto col seno davanti a lui e lui mi spruzza sei abbondanti getti di sborra calda.”

Lui mi dice: “Prendila con le mani e leccala, troia e fammi sentire e vedere quanto la trovi gustosa.”

Io lo faccio mugolando dal piacere.

Fabio dice: “Che troia che sei, sub.”

Io sono stranamente felice anche se mi ha chiamato sub.

Gli dico: “Padrone, sono appiccicata, mi vorrei un po’ lavare.”

Lui mi risponde: “Più tardi, faremo la doccia insieme troia. L’hai mai fatta con tuo marito?”

Io rispondo: “No padrone.”

Lui non dice nulla. Mi prende e mi bacia in bocca con passione, io mi sciolgo con un bacio così. Sento bagnarmi.

Fabio mi chiede: “Ti sei bagnata, troia?”

E io: “Sì padrone tanto.”

Lui mi tocca lì e inizia a masturbarmi prima delicatamente, poi con sempre maggiore velocità, facendomi gemere e godere come una troia, cosa che puntualizza di dirmi.

Io gli dico: “Padrone vorrei che d’ora in poi, mi chiamassi sub e non troia.”

Lui mi chiede: “Sei sicura sub?”.

E io: “Sì padrone.”

Mi ordina: “Mettiti con la faccia sul letto e il culo all’insù in fondo al letto, sub.”

Io mi ci metto e lui mi inumidisce la zona anale, poi ci infila due dita, poi sento qualcosa, ma non capisco cosa sia, me lo infila lentamente tutto.

Gli chiedo: “Cosa mi hai infilato, padrone?”

E lui: “Una zucchina, ti piace sub?”

E io: “Sì, moltissimo, muovila padrone.”

Lui la muove, sento un po’ di dolore e molto piacere, specie quando me la sfila e infila di prepotenza il suo cazzo.

Inizia a scoparmi senza pietà, incurante delle mie grida di dolore.

Io gli dico: “Mi fai male, padrone, per favore smettila.”

E lui: “No, perché meriti di soffrire, sub.”

Io: “Perché?”

Lui: “Devi provare il dolore, per apprezzare di più il piacere.”

Io non rispondo nulla perché sto provando un po’ di piacere, ma sto zitta, non voglio gemere, non voglio che il mio padrone, capisca che quello che mi fa, mi fa piacere.

Lui mi chiede: “Provi piacere, adesso sub? Rispondi con sincerità.”

Io: “Sì padrone, provo piacere, ma non te lo volevo dire.”

Lui arrabbiato: “Tu devi essere sempre sincera con me, hai capito? Altrimenti, non mi vedrai più. E’ questo che vuoi, sub?”

Io rispondo: “No padrone, non voglio questo. Non ti voglio perdere, adesso che ti ho appena trovato.”

Lui: “Ok sub, questa è la risposta esatta.”

Lui si sfila il cazzo e io ho un ultimo gemito di piacere. Gli dico: “Voglio masturbarmi, padrone, posso?”

Lui: “Sì e fammi vedere bene come lo fai.”

Io mi masturbo con due dita della mano sinistra sul clitoride, in senso anti-orario, in posizione seduta, così che lui veda bene all’interno della fica.

Lui: “Hai una bella fica, sub non c’è che dire.”

Io mi masturbo con più foga, a queste parole.

Vengo per il mio padrone e glielo dico.

Lui dice: “Grazie sub, stai imparando, che il mio piacere è anche il tuo piacere. Stai imparando che il tuo padrone ti porterà a vette di piacere mai provate. Sei pronta a fare tutto quello che ti dirà di fare il tuo padrone?”

E io: “Sì padrone, farò tutto quello che mi dirai.”

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Suo fratello

Posted by admin under Incontri Erotici on domenica Mar 5, 2023

Elisa era una ragazza bellissima, simpatica, piuttosto disinibita e io ne ero follemente innamorato.

Era la mia ragazza, era la mia passione.

Passavo tutto il mio tempo libero con lei, se non eravamo in giro con gli amici eravamo a casa sua a scopare, spesso poi rimanevo a dormire da lei.

Casa sua era praticamente sempre disponibile, i suoi genitori erano spesso in giro per lavoro, in quegli anni li avrò visti un paio di volte, ma lei non era sola, in casa c’era anche suo fratello, più grande di un paio di anni.

Ho sempre pensato che il loro rapporto fosse un po’… particolare. In estate giravano per casa mezzi nudi senza nessuna inibizione, lei in tanga minuscolo e canotta larga in cui si intravedevano i suoi seni perfetti, lui in boxer e basta. Più volte mi è capitato di vederlo uscire nudo dal bagno, con un fisico scolpito e un uccello davvero notevole, lei se lo vedeva non ci badava. Io sono figlio unico e non le capisco le dinamiche tra fratelli, anche se mi sembrava un po’ strano.

Succedeva che anche lui portasse a casa una ragazza e le colazioni della mattina dopo erano un misto di risate ed imbarazzo per la malcapitata, che poi malcapitata mica tanto visto quello che sentivamo durante tutta la notte.

Spesso mentre scopavamo mi sentivo osservato, più volte ho visto un movimento nello spiraglio della porta socchiusa. Ma scopare con lei era talmente sconvolgente che esistevamo solo noi, il mondo attorno scompariva. Con il tempo poi ci avevo fatto quasi l’abitudine a questa loro libertà, tanto che una volta la stavo scopando alla pecorina sul divano bianco quando si apre la porta di casa proprio davanti a noi, lui ci saluta tranquillissimo e si dirige verso la sua camera, noi scoppiamo a ridere e riprendiamo da dove eravamo rimasti. Da quel momento successe più volte che ci sorprendesse a scopare, una volta addirittura lei mi fece un pompino mentre guardavamo un film tutti e tre assieme sul divano, un’altra volta invece lo vidi distintamente che ci guardava dalla porta della camera mentre si segava apertamente.

Ci avevo fatto l’abitudine, ma sotto sotto pensavo che questa cosa non era poi così normale, sentivo che c’era qualcosa che non andava. Una volta sono arrivato a casa loro senza avvisare e quando lei mi è venuta ad aprire era tutta scarmigliata, con le guance rosse e l’occhio lucido, con la coda dell’occhio mi è parso di vedere suo fratello correre nudo nel corridoio, stavo per chiedere cosa stava succedendo che lei mi è saltata addosso scopandomi lì sul pavimento davanti alla porta.

Quella sera però è stato passato il segno, siamo andati oltre o forse mi si sono solo aperti gli occhi.

Avevamo bevuto e fumato troppo quella sera, eravamo in quattro, io e lei, suo fratello e Annalisa la ragazza che forse avevo visto più volte a casa loro, una amica.
Gli altri due stavano limonando da diversi minuti, lei mise su la musica e si mise a ballare con mosse
suadenti, io la guardavo dal divano, come ipnotizzato, bellissima nelle sue movenza, il vestito leggero che in controluce con la lampada risultava quasi trasparente.
Guardando se anche loro si stanno godendo lo spettacolo, mi accorgo che Annalisa ha il suo uccello completamente piantato nella gola mentre lui le tiene la nuca guardando la sorella ballare.

Elisa balla e li guarda con occhi di fuoco.

Ma avevamo bevuto davvero troppo infatti Annalisa inizia a fare dei brutti rumori poi si svincola e corre
verso il bagno a vomitare.
Lui non si muove resta lì con il suo cazzo dritto bagnato di saliva mentre guarda Elisa ballare.
Elisa balla, sembra non essersi accorta di nulla.

Dal bagno sento Annalisa vomitare e piagnucolare, mi alzo, li guardo incredulo e vado ad aiutarla.
La trovo che si sta spogliando, è davvero ubriaca, si è sporcata il vestito, sta cercando di toglierselo, la aiuto,
mi ringrazia biascicando, resta in reggiseno e mutandine, ha un seno enorme che fatico a non guardare.

“Ti piace!?”

“Sei una bellissima ragazza, lo sai”

“E tu sempre troppo gentile!”

Si guarda il reggiseno, è sporco pure quello, lo sfila con disinvoltura sfila svelando un seno ancora più bello e grande di come immaginavo.

“Ti piacciono eh!? Dai vieni con me!”
Mi prende per mano e mi porta in una camera.

“Dai stenditi a riposare, io torno di la!”

“Sempre troppo gentile!”
Si stende lasciva sul letto, allungando le braccia verso di me a chiamarmi.

“Dai loro sono di là!”

“Sempre troppo gentile ma soprattutto troppo ingenuo!”
Guardo nel corridoio, si sente la musica dallo stereo.

“Cosa vuoi dire?” ma ha chiuso gli occhi, braccia e gambe aperte, il seno invitante, le mutandine di pizzo
leggero, è davvero una bellissima ragazza, prendo una coperta e la copro.
“Sempre troppo gentile!” Sorrido, forse ha ragione.

“E ingenuo” lo bisbiglia prima di addormentarsi del tutto.

Accosto la porta e torno silenziosamente verso la sala.

Lo spettacolo che mi trovo davanti è a dire poco sconvolgente.

La mia Elisa, la mia ragazza, il mio amore è in ginocchio tra le gambe di suo fratello.

La mia Elisa, la mia ragazza, il mio amore ha in bocca la verga enorme di suo fratello.

Lui le tiene la coda di capelli mentre si fuma una canna guardando il soffitto. Sono immobilizzato, ipnotizzato.

Guardo il culo di quella che dovrebbe essere la mia ragazza ondeggiare a ritmo con il movimento della sua testa.

Guardo quel culo che tanto amo e mi eccito, mi eccito e mi maledico.

Come ho fatto ad essere così… ingenuo, sì ha ragione Annalisa…vorrei tornare da lei… per piangere, perché è questo che vorrei fare ora. Ma alzando lo sguardo incontro quello di lui, uno sguardo divertito, quasi sprezzante. Vorrei scappare, sbattere la porta di casa e non tornare mai più, ma quello sguardo mi tiene inchiodato lì. La tristezza, la delusione, si trasforma lentamente in amarezza, rabbia! Voglio fargliela pagare, ma sono eccitato da fare male.

Mi spoglio completamente sotto gli occhi incuriositi di suo fratello poi mi avvicino silenziosamente, lei non si è ancora accorta di me. Le metto una mano tra i capelli e le spingo lentamente la testa sempre più giù, le faccio ingoiare fino in fondo quel uccello maledetto, la cappella le arriva in gola mentre il suo naso è schiacciato sul pube del fratello. Vedo i suoi occhi dilatarsi preoccupati, allarmati, roteano in cerca di spiegazioni e mi vedono… Allento la presa e lei si sfila velocemente tossendo, mentre io mi posiziono dietro di lei.

“Io …”

“Zitta!” entro dentro di lei con un colpo solo, le tolgo nuovamente il respiro. La pompo senza pietà, senza lasciargli il tempo di reagire, mentre con una mano le spingo nuovamente la testa verso l’uccello che si trova davanti. Non sento nulla, nessun piacere, lei è bagnata larga eccitata, io solo arrabbiato deluso triste. Guardo quel corpo che ho tanto amato, guardo quel viso così dolce trasformato trasfigurato dal cazzo che ha in bocca dal piacere che sta provando.

Con le mani le strapazzo le chiappe, le stringo con forza, le dilato, le graffio, lei sembra gradire anche questo trattamento, allora inizio a darle degli schiaffi sempre più forti, ha la pelle rossa, ogni schiaffo un urlo, un urlo soffocato da quel uccello, un urlo di piacere.

Le allargo le chiappe più che posso esco dalla sua figa e lo appoggio a quel forellino pulsante. Sono bagnato di lei, dei suoi umori, la mia cappella luccicante scivola dentro di lei che si è fermata, è immobile mentre mi spingo lentamente nel suo culo. Si lamenta, vorrebbe più lubrificazione, ma il dolore che sta provando non è nulla rispetto a quello che sto provando io… Quando sono arrivato in fondo, le do il tempo di abituarsi un po’, nella testa le parole di Annalisa “sempre troppo gentile”.

Inizio a muovermi, lentamente, con calma, è stretta, calda, ma io ancora non sento nulla, sono come anestetizzato. Inizio ad accelerare, mentre lei inizia a venirmi in contro, le piace anche così, gode nell’essere inculata mentre continua a ciucciare l’uccello di suo fratello. Guardo lui che sta per esplodere, ha gli occhi fuori dalle orbite, gode nel vedere trattare così sua sorella, gode e le schiaccia la testa sul suo pube mentre le riempie la gola grugnendo, urla tutto il suo piacere mentre si scarica dentro di lei. Lei ha perso ogni ritegno, manda giù tutto quello che può mentre una buona parte inizia a colargli dalla bocca, si sfila per non soffocare, mentre lui continua a venirgli sul viso, quel viso che tanto amavo e ora mi fa orrore.

Quel viso sporco di lui, sconvolto dal piacere che si irrigidisce assieme a tutto il corpo, mentre viene percorso da una scossa, un urlo liberatorio, fortissimo esce da quella gola, poi si accascia su di lui e si sfila da me.

Mi alzo in piedi, ho l’uccello gonfio duro puntato contro di loro, mentre li guardo con disprezzo. Sono una tra le braccia dell’altro, nudi, sudati, sporchi dei loro stessi succhi, sono bellissimi ma mi fanno solo schifo.

Mi volto per riprendere i miei vestiti e vedo Annalisa che mi guarda con gli occhi spalancati, in mutande, un braccio a coprirsi il seno, una mano sulla bocca.

“Vado via”

“Vengo con te, ma ho il vestito sporco!” Le passo la mia camicia, si volta e se la infila dandomi la schiena, con una timidezza che mi sorprende, mentre io mi sistemo i pantaloni.

Usciamo così da quella casa maledetta, lei con una camicia che le copre appena il culo e un sacchetto di plastica con i vestiti sporchi di vomito, io a torso nudo, sembriamo due scappati di casa, ma appena in strada entrambi facciamo un sospirone liberatorio e ci guardiamo sorridendo timidamente.

“Ti do un passaggio?!”

“Grazie mille!”

“Io, così per la cronaca, sono figlio unico”

“Anche io!”

Guida in silenzio, non le ho neppure detto dove abito, ma lei è partita sicura, senza nessuna fretta, la guardo è davvero sexy, le cosce nude che si tendono a spingere i pedali, la camicia leggera e mezza slacciata fa intravedere quei seni meravigliosi che ho visto poco fa.

“E’ stata una scena…sconvolgente”

“Io…l’amavo… non avevo capito nulla!”

“Io qualcosa lo sospettavo, ma noi non stavamo insieme”

“Sono un idiota!”

“No, eri innamorato!”

“Volevo punirla” Restiamo in silenzio qualche minuto.

“Mi è parso che in realtà le sia piaciuto”

“Solo a lei! Che troia”

“Non solo a lei, ma tu non hai goduto…”

“No, ho provato solo rabbia e amarezza, nessun piacere”

“E adesso?”

“A parte le palle gonfie!? Una strana tranquillità”

“Bene”

La guardo ha uno strano sorrisino compiaciuto, mentre guida sicura.

“Ma dove stiamo andando!? Io abito di là!”

“A casa mia!”

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Da sciattona a lolita

Posted by admin under Incontri Erotici on sabato Mar 4, 2023

Io vorrei solo arrivare alla pensione in serenità ma purtroppo ciclicamente qualche zoccolina decide di rovinarmi la vita. Credevo di aver imparato la lezione, ho dovuto persino separarmi e cambiare scuola, ma non ci riesco. Le ragazzine mi eccitano troppo. Ma non le timide e bruttine, non ancora consapevoli della loro femminilità, sarebbe davvero inquietante e morboso. A me intrigano quelle che per il fatto di aver compiuto la maggiore età si sentono grandi donne, come la Mazzetti ad esempio. Di tutte le mie studentesse è la più eccitante: biondina, un corpo asciutto ma stuzzicante, specie quelle due tettine che non vedo l’ora prima di mordicchiare e poi ricoprire di sborra. Però è sempre sciatta, con quello stile da ragazza alternativa che non mi eccita del tutto. Inoltre non sembra essere interessata né alla mia materia né tanto meno al sottoscritto, non come altre sgallettate della scuola. Infatti pur non essendo molto attraente, c’è sempre qualche ragazzetta con conflitti paterni irrisolti che mi guarda con interesse. Ma dopo il casino di qualche anno fa, avevo detto stop con le studentesse, però lei non riesco a levarmela dalla testa e soprattutto non vedo l’ora di piegarla ai miei desideri. Il mio piano è iniziato già da un mesetto, durante l’assemblea con genitori. Ho rimarcato l’importanza del voti di maturità, in quanto al giorno d’oggi visto la scarsità di posti di lavoro importanti la selezione è molto rigida, quindi nel curriculum ogni singolo dettaglio è rilevante, persino il voto del diploma. Il papà di quella zoccolina sembrava essere molto colpito. Dopodiché ho iniziato ad abbassarle deliberatamente i voti di qualche punto, ma in maniera impercettibile, in modo che lei potesse pensare che fosse dovuto a sue mancanze e non a un mio capriccio. Ed eccola qui implorante, con due occhioni da cerbiatta a supplicare per delle ripetizioni private. Troppo facile così, prima di accettare l’ho lasciata cuocere nel suo brodo per qualche giorno, aspettando una sua qualche reazione. Probabilmente non ha ancora capito dove voglio andare a parare, ma ci arriverà.

Eccoci alla nostra prima lezione a due: solo io e lei in classe, dopo le lezioni. È sciatta come al solito: felpa e pantaloni di tuta come una tossica della stazione. Però non riesco a staccare gli occhi da quella pancia piatta ornata da un piercing e soprattutto le gambe. Anche se i pantaloni non sono molto aderenti si intuiscono quelle coscine tutte da mordere. Ahhh, come la leccherei tutta dal piercing alla punta dei piedini. Devo avere un po’ esagerato con gli sguardi, infatti la sua espressione cambia, inizia a essere un po’ nervosa e a disagio, ma non lo vuole dare a vedere. Anzi finge disinvoltura spalancando “sbadatamente” quelle belle coscette. Purtroppo con quel tipo di pantaloni posso solo immaginare quale stuzzicante frutto esotico ci sia lì in mezzo, ma credo che il messaggio sia stato recepito. I giorni successivi in classe è pensierosa, con la testa tra le nuvole, sembra che stia metabolizzando qualcosa. Poi il cambiamento: da sciattona a lolita in erba.

Si presenta alla nostra “lezione privata” in camicetta e gonnellina. Mentre spiego, mordicchia la penna come se fosse un mio dito e appena può spalanca le sue fantastiche gambe lasciandomi intravedere l’intimo da brava bambina, uno slippino a fiorellini semplice, come se fosse una scolaretta innocente. Ma questo è solo l’antipasto. Un pomeriggio decide di giocare l’artiglieria pesante e me la trovo faccia a faccia appoggiata alla mia cattedra. Gli occhioni grandi grandi, la voce piagnucolante, le tettine in bella vista che ormai da giorni non vedono più un reggiseno.

«Ma perché proprio non riesco a farmele entrare dentro?».

Se tutto andrà secondo i miei piani, entrerà qualcos’altro altro in lei, ma per ora è meglio recitare la parte del vecchio porco ingenuo. Con una mano riesco a prenderle quel faccino da pompinara e parto con la mia recita, come se non stessi aspettando già da un po’ questo atteggiamento.

«Ma cosa vuoi, tu, da me…?».

Eccola che prende coraggio, come una gattina che impara a cacciare.

«Prof, io vorrei solo diplomarmi con 100… e per farlo mi servono i suoi voti… E sono davvero disposta a tutto, per raggiungere quel cento alla maturità…».

Ecco quando fanno così inizio seriamente a perdere il controllo, soprattutto mentre si fa ancora più vicina per sussurrarmi ulteriormente “tutto tutto”. Quanto vorrei sbatterla sulla cattedra e mordicchiare quei bei bottoncini, ma lei si stacca e se ne va, con quell’atteggiamento da monella che inizia a rapirmi. Di sicuro domani succederà qualcosa, ma nel frattempo passo una notte inquieta, immaginando appunto cosa potrebbe accadere. Durante la lezione è senza controllo: quella bic ormai potrebbe essere tranquillamente il mio cazzo e appena può con la scusa di farsi aria mette nuovamente in vista le sue ciliegine. Inoltre trova mille pretesti per alzarsi, sculettando su e giù per l’aula, facendo cadere oggetti e chinarsi per mostrarmi che oggi le mutandine sono rosa. Non so come faccio a contenermi davanti alla classe. Quelle due ore sembrano una tortura senza fine, ma eccoci nuovamente noi due soli.

Appena cala la quiete nella scuola la gattina tira nuovamente fuori gli artigli e questa volta non ha intenzione di giocare. Eccola in piedi al mio fianco, con lo sguardo da monella. Fa camminare due dita sulla cattedra, che “inavvertitamente” atterranno sulla mia patta. Ormai sono al limite e se ne accorge, sembra contenta di come il mio corpo reagisce. Per quanto voglia mantenere la lucidità riesco solo a pensare a come cercherà di farmi divertire, sta dicendo qualcosa riguardo i voti ma io riesco solo ad avvertire il sollievo di quando finalmente mi libera il pacco e prende il mio uccello in mano. Mi ha in pugno in tutti i sensi, lo sa e si diverte. So che dovrei fare più attenzione alla porta ma chi se ne frega, ora voglio solo godermi il momento. Parte piano piano, lo sguardo da civettuolo si fa quello di una predatrice.

«Per esempio… già questo potrebbe valere un sette».

Fosse per me le darei pure un dieci, ma non voglio mostrarmi totalmente inerme, quindi mi prendo il mio tempo per scriverlo. Controlla con quegli occhietti da piccola strega che sia tutto in ordine e poi finalmente aumenta il ritmo. Non so quanto sia durato, mi sentivo totalmente assoggettato da quello sguardo famelico e autoritario, tanto da non riuscirlo più a sostenere ed esplodere all’improvviso sulla sua mano e sui miei pantaloni. Non ho neanche il tempo di riprendermi e dire qualcosa che lei è già alla porta, tutta giuliva e innocente. Peccato che non si sia accorta che il registro su cui ho scritto il voto sia finto. Devo stare attento o quella mi mangerà vivo.

Note finali:

Spero che il punto di vista del professore vi abbia eccitato tanto quanto quello della studentessa…

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