Un’esperienza negativa nell’ambulatorio di Veronica

Posted by admin under Incontri Erotici on domenica Feb 26, 2023

La cena viene consumata in silenzio, io resto a dormire sul divano, mio marito va in camera e la mattina successiva consumiamo una colazione altrettanto in silenzio.

Mio marito và al lavoro e mi dice che ci rivedremo a sera poiché a pranzo non può venire.

Io gli dico che va bene e penso di telefonare a Orlando e chiedergli se si possa andare nell’appartamento del suo amico nel pomeriggio.

Lui mi risponde che ha un impegno improrogabile.

Mi dice che possiamo fare per il giorno successivo e io gli dico che va bene e che non vedo l’ora.

Lui chiude la telefonata in modo freddo e mi chiedo se abbia fatto bene a telefonargli e a mostrarmi così calorosa.

La sua fidanzata è deliziosa e io ci ho fatto sesso, non so cosa penserebbe Orlando a sapere di noi due insieme.

Io non gli dirò nulla, non so se la sua fidanzata gli dirà qualcosa.

Mentre sono lì a rimuginare, mi chiama Veronica mi chiede se ci possiamo vedere l’indomani e io le rispondo che ho un impegno.

Lei sapendo che sono casalinga, mi chiede in maniera insistente cosa debbo fare e alla fine sbotto dicendole che ho un appuntamento con un uomo.

Veronica non si mostra gelosa anzi è contenta per me, perché dice che ho bisogno di cazzo. Le dico che parla come un uomo, ma lei mi domanda se non sia vero.

Io le rispondo che sì, che è vero e mi chiede l’età dell’uomo.

Io le mento dicendo che ha la nostra età e che è un mio vicino di casa.

Veronica non fa altre domande, io le chiedo se ci possiamo vedere oggi anche per una cosa veloce e lei mi risponde che posso andare al suo studio alle quattordici.

Io le dico che va bene. Il resto della mattinata trascorre velocemente, mangio da sola e poi mi reco allo studio di Veronica.

Nello studio non trovo lei,

ma la sua infermiera in versione sexy, con calze, reggicalze, reggiseno trasparente e perizoma anch’esso trasparente.

L’infermiera ha dei grandi capezzoli, io non resisto, le tolgo il reggiseno, mi metto a succhiarglieli, mentre lei maldestramente cerca di spogliarmi.

Mi spoglio da sola, lei si presenta come Daria. Le chiedo se sia una delle amanti della dottoressa e lei mi risponde di sì.

Mi dice che nell’ambulatorio il sesso è all’ordine del giorno ed è per questo che sia infermiere che infermieri ambiscono a lavorare con la dottoressa Veronica.

Io non so che fare, penso che Veronica fa sesso con chiunque.

Daria mi dice che non mi pentirò di fare sesso con lei, io le dico che non mi va, che voglio andarmene, ma prima le domando se Veronica abbia fatto sesso con tutti in ospedale e lei mi risponde di sì tranne con medici decrepiti o col cazzo piccolo.

Mi dice che ha fatto sesso con tutte le donne perché anche quelle apparentemente brutte possono nascondere un bel seno o una bella fica.

Io non so che fare, Daria mi bacia dolcemente, io le impasto i seni e mi rimetto a succhiarglieli.

Daria mi guarda il culo e mi dice che ce l’ho bellissimo, bello rotondo e che al suo ragazzo piacerebbe moltissimo.

Le chiedo se abbia mai fatto un trio con il suo ragazzo e lei mi risponde di sì, che lui si diverte moltissimo con le sue amiche.

Mi fa vedere una foto sul cellulare del suo cazzo, è proprio un bel cazzone e le dico che è fortunata.

Lei mi dice che lo sa, che lo sa usare molto bene e che al tempo stesso la lascia libera di sperimentare le sue voglie e fantasie con le amiche.

Lei continua ad accarezzarmi le natiche, mi fa mettere a pecorina, mi inumidisce il buchino con la sua saliva e poi mi infila un piccolo dildo e io inizio subito a gemere.

Daria mi dice che sono una grande troia e che non l’avrebbe mai sospettato da come ero vestita. Mi dice che sono molto più bella nuda.

Lei con il dildo mi fa godere come non mai, mentre io mi masturbo il clitoride.

Smette col dildo e con me ancora a pecorina, si mette sdraiata sotto di me per leccarmi la passera, mi dice che adora che sia pelosa.

Anche lei, ce l’ha così, così come il suo ragazzo ha un po’ di peli al cazzo.

Mi fa vedere che ha i peli sotto le ascelle, come me, anche se d’estate li taglio.

Lei mi lecca e lo fa con maestria e siamo così occupate a godere che non ci accorgiamo dell’entrata di un medico.

Daria mi presenta, come nulla fosse, il dottor Ferretti. Io vorrei sprofondare, ma Daria si comporta in maniera naturale, come fossimo vestite.

Il dottor Ferretti non ci chiede nulla, si butta giù la cerniera dei pantaloni e ci fa vedere il suo grosso cazzo in erezione.

Ci dice che era fuori ad ascoltare i nostri orgasmi, che poi ha socchiuso un po’ la porta e ci guardava e che ora ci vuole entrambe.

Daria risponde di sì, io non so che rispondere, ma lui senza dire nulla mi ficca il cazzo in bocca e mi dice di succhiarlo forte.

Io tento di togliermelo di bocca, ma lui è più forte di me. Daria mi dice che mi piacerà.

Io sono costretta a farlo, all’inizio con riluttanza, poi inizio a mugolare dal piacere e anche il dottor Ferretti esprime grugniti di soddisfazione.

Lui mi dice che sono una gran porca e che Veronica trova sempre le migliori.

Mi fa capire che stà per venire, ma non mi toglie il cazzo di bocca e sono costretta a ingurgitare una grossa quantità di sperma.

Lui mi chiede se mi sia piaciuto e io non posso rispondere perché ho ancora da finire di ingoiare.

Mi dice che glielo devo far gonfiare ancora perché mi vuole sodomizzare.

A questo punto, urlo con tutte le mie forze che non lo farà.

Lui con Daria, mi prendono, mi legano le mani sopra la testa, in posizione a pecorina e lui se lo fa succhiare da Daria e mi dice mi farà tanto male.

Io gli dico che lo denuncerò e lui mi dice che ci rimetterò io a far sapere che sono bisessuale.

Io gli rispondo che non c’è nulla di male e allora mi chiede se sono sposata e se mio marito sappia dei miei incontri con donne.

Io gli rispondo che mio marito non mi scopa e che ho tantissima voglia di sesso consenziente, non certo obbligato come me lo vuol far fare lui.

Lui se ne frega perché sento un dolore fortissimo al buco del culo, mi è entrato dentro di forza senza prima inumidire l’area.

Daria è una stronza che urla di farmi male, che devo provare cosa sia un vero uomo.

Per fortuna nella stanza entra Veronica, che obbliga il dottor Ferretti a smettere.

Lei rimprovera aspramente tutti e due e dice a Daria che cambierà infermiera e che le darà delle pessime referenze così che le sarà molto difficile trovare un nuovo buon lavoro.

Al dottor Ferretti dice di non avvicinarsi più alle sue amiche sennò farà vedere a sua moglie un suo video con un infermiere registrato qui in ambulatorio.

Veronica mi dice che a lui piace prenderlo in culo, ma con le donne si comporta come con me, forse perché non vuole accettare di essere omosessuale.

Io non so che dire, non mi interessa, so solo che ho un dolore tremendo al culo.

Veronica mi guarda il buchino e mi dice che mi stenderà un unguento per aiutare la parte a cicatrizzarsi in breve tempo.

La ringrazio e le dico che per oggi e forse per un po’ di tempo con il sesso ho chiuso.

Le dico che quell’ospedale è proprio un luogo dove si fa troppo sesso, ma lei mi risponde che è così in tutti gli ambienti di lavoro e sono io a credere che tutti siano come mio marito.

Io non le rispondo nulla, probabilmente ha ragione e probabilmente mio marito è l’unico sulla faccia della Terra a cui non piace fare porcate.

Le dico che ci sentiremo tra qualche giorno, quando starò meglio fisicamente.

Veronica dice che ritornerò quella di prima, ma io le rispondo che non lo so, poiché questa è stata un’esperienza troppo negativa.

Lei mi dice che mi passerà, mi bacia e ritorno a casa.

💥 CONTINUA A LEGGERE 💥

ADD COMMENTS | Tags : , , ,

Autoerotismo e conoscenza carnale con Orlando

Posted by admin under Incontri Erotici on venerdì Feb 17, 2023

Veronica mi telefona il giorno successivo e dice che mi ha mandato un suo video con Pauline.

Io le chiedo se ci è stata ieri con la cameriera, ma lei risponde che il video è vecchio e che stà ahimè cercando una nuova domestica.

Guardo il video, è molto eccitante, le due insieme sono delle vere porche e mi domando se anche io e Veronica lo siamo ugualmente.

Mi viene voglia di masturbarmi, faccio un video e lo mando a Veronica.

Lei mi dice che lo guarderà dopo, perché ha una visita.

Io penso a quello che è successo tra noi durante la visita e temo che accada anche con questa paziente.

Le chiedo quanti anni abbia la paziente e lei mi dice che non lo sa, non ha visto il foglio delle prenotazioni.

Mi lascia freddamente e io ci resto male.

Mi passano le voglie e penso a Veronica, è una donna molto disinibita, che con me ha preso l’iniziativa e temo che non possa durare molto con lei.

Mi dico che la debbo prendere come va, senza aspettarmi che lei sia il mio grande amore.

Io sono diversa da lei e questo è il mio primo legame con una donna, è normale che io sia più attaccata a lei, di quanto Veronica lo sia a me.

Mi chiedo dove mi porterà tutto questo, non sono capace di lasciare andare le cose come vanno.

Nonostante tutti i miei pensieri, ho voglia, riguardo il video di Veronica e Pauline e mi masturbo gridando dal piacere.

Sono in bagno, da sola in casa, quando sento un rumore e non faccio a tempo a spegnere il video, quando entra mio marito che mi chiede cosa stia facendo.

Io rispondo nulla, ma lui mi prende il telefono e vede il video e mi chiede in tono beffardo se sia diventata lesbica.

Io gli chiedo se lui non abbia qualche colpa, visto che non mi scopa mai.

Lui mi dice che mi vuole bene, ma gli rispondo che non mi è sufficiente, vorrei che mi dimostrasse con passione a letto il bene che mi vuole.

Lui mi dice che non si può avere tutto, che dovrei accontentarmi di un marito che non è mai stato violento.

Io gli dico di finirla qui, tanto questa discussione non porta a nulla, visto che lui non capisce.

Lui si zittisce, chiude il video e se ne va, dicendomi che dovrei fare le faccende di casa.

Io gli rispondo che non se ne deve interessare ed esce di casa, lasciandomi triste e arrabbiata.

Alla fine, mio marito ha sempre ragione e io non riesco a farmi capire da lui.

Non so ancora per quanto riuscirò a sopportare questa situazione.

Mi metto a pulire il bagno e per quel giorno faccio splendere la casa, non pensando a Veronica o meglio in un angolino della mia mente penso che non mi posso fidare di lei.

Dall’altro lato, mi ha fatto scoprire un lato di me stessa che non conoscevo ossia che mi piacciono le donne, che mi fanno godere moltissimo e al pensiero mi bagno.

Purtroppo, non mi posso masturbare perché è quasi l’ora di pranzo e debbo preparare rapidamente la pasta.

Lo faccio e arriva mio marito che mangia e se ne va, lasciandomi ancora sola.

Lo so che lavora, ma che posso fare se mi sento dannatamente sola?

Non mi è passata la voglia di masturbarmi, vado in camera, mi spoglio, mi metto sul letto, apro le gambe e inizio a masturbarmi con le dita sul clitoride, venendo in maniera animalesca.

La vicina è dall’altro lato del muro e evidentemente non gradisce poiché mette lo stereo a tutto volume e allora mi rivesto ed esco dalla camera.

Mi dico che quel giorno gli Dei non vogliono che mi tocchi e mi metto a leggere quattro ore di filato, come non facevo da tempo.

Veronica mi manda un whattsapp quando ho finito di leggere e mi chiede che fine abbia fatto e le dico che ho fatto le faccende e letto un libro.

Veronica mi chiede se ho fatto qualcos’altro ossia se mi sia masturbata e allora le racconto di mio marito e della vicina.

Lei ride dicendomi che sono proprio sfortunata poiché un altro marito starebbe a guardare di nascosto una moglie che si masturba magari segandosi.

Io le chiedo perché di nascosto e lei mi risponde che la masturbazione è un fatto privato.

Io le dico che non mi vergogno a farmi vedere mentre mi tocco, tant’è che anni fa mio marito mi ha vista mentre lo facevo.

Lei mi chiede cosa sia cambiato da allora e io le rispondo che non lo so, sì sono passati gli anni, ma abbiamo tutti e due poco più di cinquant’anni, non è ancora l’ora di smettere con il sesso.

Veronica è pienamente d’accordo e mi dice che l’indomani di pomeriggio ha due ore libere e che vorrebbe vedermi.

Io rispondo di sì e le domando dove ci vedremo, lei mi risponde nell’appartamento di fronte allo studio che è di sua proprietà.

Le chiedo se Roberto lo sappia e lei dice di no perché non vuole condividere tutte le sue amiche con lui.

Inoltre, sì è vero è legata a lui, ma si diverte moltissimo da sola con le sue amiche.

Ci accordiamo per l’indomani e mi raccomanda di masturbarmi perché mi fa bene.

Viene la sera, io e mio marito ceniamo rapidamente, ci mettiamo sul divano davanti alla tv, io mi addormento e resto lì fino alle quattro del mattino.

A questo punto vado a letto, ma

non riesco a dormire, torno sul divano e mi masturbo, facendo poco rumore e quindi godendo meno del solito.

Si sono fatte le cinque e mi alzo. Faccio colazione e vado a fare la passeggiata che è per me il momento più felice della giornata.

Torno a casa, mio marito si è alzato, sta facendo la doccia, poi esce per lavorare.

Ho davanti a me, una mattinata noiosa, sbrigo rapidamente le faccende di casa.

Mi viene voglia di guardare video porno in un famoso sito di video amatoriali e mi bagno da morire e non posso fare a meno di masturbarmi, nuda in camera. Sono lì a godere come una porca, quando suona il campanello di casa.

Non vorrei rispondere, ma è insistente, mi infilo la vestaglia e vado ad aprire.

E’ il postino che dice deve consegnarmi una raccomandata ed entra in casa, per appoggiarsi al tavolino per scrivere la ricevuta di ritorno.

Nel frattempo, mi guarda di sottecchi perchè la vestaglia mi stà stretta e si vede che sono nuda.

Io sono molto imbarazzata, ma al tempo stesso eccitata dagli sguardi del postino che è un giovane uomo molto bello, moro e con gli occhi scuri.

Mi chiedo cosa ci possa trovare in una donna che come minimo ha quindici anni più di lui.

Lui si presenta mi dice che si chiama Orlando e che ha insistito a suonare perché ha udito i miei orgasmi e mi chiede dove sia mio marito.

Io gli rispondo che mi masturbavo e lui mi dice che il dildo che usavo deve essere fenomenale.

Io gli dico che lo facevo con le dita. Lui mi dice che non ci crede e che vuole vedermi all’opera.

Io dichiaro che sono vecchia per lui, ho tanti difetti, ma Orlando, mi dice che mi trova bellissima e mi toglie la vestaglia.

Io noto sotto i pantaloni la sua erezione e butto giù la zip, prendo il suo grosso cazzo in mano e gli dico con la voce roca che è proprio grosso.

Lui mi risponde che glielo fatto diventare io così.

Lo porto in camera, penso solo al suo cazzo, mi sdraio, mi masturbo, godo più di prima, con lui che nel frattempo si è spogliato, rivelando, un bellissimo fisico e mi guarda estasiato, segandosi.

Ad un certo punto, lui smette di segarsi ed entra nel letto e mi dice che vuole scoparmi.

Io gli dico che bisogna fare una sveltina sennò mio marito ci becca e lui mi risponde che anche lui ha poco tempo perché deve lavorare.

Lui mi prende le gambe se le mette sopra le spalle e inizia a scoparmi con colpi forti e ritmici e vengo subito.

Orlando rimane stupito dal mio verso e io gli spiego che è il mio orgasmo e che sono multi orgasmica.

Lui continua, facendomi venire innumerevoli volte finché mi dice che sta per venire. Io gli dico che voglio ingoiare il suo sperma, per cui cambio posizione, ho il suo cazzo davanti a me, che inizia a zampillare sperma, io mi metto il cazzo in bocca e ho difficoltà a ingoiare la sua moltissima sborra.

Io gli chiedo se era tanto che non sborrava e lui mi risponde che non faceva sesso da due mesi, da quando si è lasciato con la sua ragazza.

Io gli dico che bello come è, le occasioni non gli mancheranno, ma lui mi dice che non è il tipo da una botta e via.

Ci rivestiamo in fretta, ci baciamo, lui mi chiede se ci rivedremo e io gli rispondo che sto sempre a casa.

Io gli dico anche però che sarebbe meglio vedersi fuori casa perché temo che i vicini potrebbero capire la natura delle sue visite.

Lui mi dice che ha quasi tutti i pomeriggi liberi e che un suo amico gli potrebbe prestare una garcionniere.

Lo saluto e ci lasciamo e mi accorgo che è l’ora di preparare il pranzo.

Ho un problema: devo dire a Veronica di Orlando?

💥 CONTINUA A LEGGERE 💥

ADD COMMENTS | Tags : , , ,

La scoperta

Posted by admin under Incontri Erotici on mercoledì Feb 15, 2023

Anna aveva avuto una giornata molto impegnativa in ufficio.

Era direttrice marketing di una casa editrice e quel giorno avevano presentato il piano marketing per l’uscita di un nuovo libro che era primo in classifica in tutto il mondo.

Non tutto era andato liscio come l’olio, visto che il gran capo aveva avuto da ridire, ma alla fine Anna promettendo che il suo team avrebbe lavorato una settimana giorno e notte, era riuscita a rabbonirlo.

Adesso aveva solo voglia di una cosa, ma non poteva andare a farla a casa perché c’erano il marito e le bambine che l’aspettavano.

Aveva voglia di masturbarsi, era tutto il giorno che ci pensava, si sentiva molto bagnata.

Erano le venti, telefonò al marito dicendo che sarebbe rientrata tra tre quarti d’ora.

Il marito la prese un po’ male, ma lei tagliò corto dicendo che non poteva fare altrimenti.

Andò in ufficio, accostò la porta, si mise sulla poltrona della sua scrivania, si buttò ai piedi le mutandine. Aprì un cassetto della scrivania che teneva chiuso a chiave e tirò fuori un dildo.

Si alzò in piedi, si buttò giù la zip della gonna e se la tolse, poi si mise a sedere a gambe larghe e si infilò il dildo nella fica e le scappò subito un gemito perché finalmente si soddisfaceva.

Si mise anche a gridare, le piaceva di più, quando poteva farlo, provava molto più soddisfazione e si bagnava ulteriormente.

Non sapeva che non era sola al suo piano, ma c’era il suo braccio destro (segretamente innamorato di lei) che la stava guardando attraverso il poco di porta aperta e che non resistette, si tolse il cazzo eretto dai boxer e si mise a segarsi e poi finì per sborrare sulla porta dell’ufficio di Anna.

A questo punto, lei non muovendosi dalla sedia, domandò chi ci fosse e Guglielmo così si chiamava, le disse che era lui, che l’aveva spiata mentre si masturbava col dildo e che si era così eccitato, da masturbarsi a sua volta.

Guglielmo mentre le diceva questo era arrossito e anche ad Anna si era imporporato il viso.

Anna gli disse di entrare e lui vide che lei era sempre a sedere a gambe larghe e con ancora il dildo in mano.

Anna gli disse che voleva vedere il suo pene, lui era restio. Lei gli chiese se fosse piccolo, se si vergognasse.

Lui rispose che si vergognava solo perché si era ancora eccitato, ma glielo fece vedere.

Anna non credeva ai suoi occhi, era un bel cazzone, lì davanti a lei e allora si alzò, prese per mano Guglielmo dirigendosi verso il divano, lo fece sdraiare e si mise a cavalcarlo.

Guglielmo era al settimo cielo perché desiderava Anna con tutto se stesso da molto tempo, ma non si era mai fatto avanti perché lei era una donna seria.

Anna pensava solo a godere, mentre Guglielmo le stava slacciando i bottoni della camicetta, lasciandola in reggiseno che poi le tolse, così da vedere finalmente i suoi seni che erano molto più grossi, di quanto pensasse.

Guglielmo si mise ad accarezzare i suoi capezzoli turgidi e lei continuava a cavalcare e godere come una maiala.

Guglielmo le disse che non credeva fosse così disinibita a letto, lei gli rispose che con suo marito faceva sesso noioso e che le sue fantasie finora le aveva convogliate nella masturbazione.

Guglielmo gli confessò che non era la prima volta che l’aveva vista masturbarsi e Anna disse che lo sapeva ed è per questo che non chiudeva mai la porta quando lo faceva perché sapeva che lui la guardava e si eccitava ancora di più.

Lui le chiese perché non gli avesse mai detto nulla. Lei disse che non voleva complicare le cose, che quel gioco fino a quella sera le era piaciuto così.

Allora lui chiese cosa fosse cambiato quella sera. Lei gli disse papale papale che aveva voglia di cazzo e che l’aveva sentito sborrare e che avrebbe voluto berla quella sborra.

Guglielmo disse che stava per sborrare e lei si mise il suo cazzo in bocca e accolse tutto il suo schizzo ingoiandolo.

Lui rimase molto soddisfatto così come lei.

In verità, lei disse che voleva ancora masturbarsi davanti a lui, quindi, andò a prendere il dildo si rimise sul divano mentre lui si alzò in piedi per guardarla e il suo cazzo lentamente, ma inesorabilmente si eresse ancora una volta.

Lei era felice grazie al dildo e grazie a ciò che vedeva davanti ai suoi occhi ossia il cazzo di Guglielmo.

Anna gli disse che aveva proprio un bel cazzo e che immaginava avesse avuto molte donne.

Lui non rispose nulla, non gli poteva dire che era innamorato di lei.

Lei disse che voleva fargli un pompino, per cui si mise in ginocchio davanti a lui e prese il cazzo in bocca, mentre lui le metteva la mano sulla testa per imprimere il ritmo che preferiva.

Lei adorava la sua cappella che leccava, così come tutto il cazzo e mugolava dal piacere. A lui scappò detto che era proprio una gran troia.

Anna lo prese come un complimento per la sua bravura di pompinara.

Lui gli fece capire che stava per sborrare e lei ancora una volta ingoiò il suo nettare caldo.

Anna pensò a che ora fosse, lui le disse che erano le ventuno e quindici.

Lei disse che era terribilmente in ritardo, che doveva tornare a casa.

Si baciarono sulla bocca, si salutarono e si dissero che si sarebbero visti l’indomani per lavorare.

Lui le chiese se ci sarebbe scappato qualcos’altro e lei rispose: “Può darsi”.

💥 CONTINUA A LEGGERE 💥

ADD COMMENTS | Tags : , ,

Ho rotto il culo ad una coppia

Posted by admin under Incontri Erotici on sabato Feb 11, 2023

Questa storia ha inizio esattamente 20 anni fa, quando avevo 47 anni. C’è da fare una premessa: a me, fin dalla più giovane età, è sempre piaciuto portare tutte le mie fidanzate, amanti, ecc., al rapporto anale. Fin qui tutto normale, ma ho anche un piccolo difetto. A me piace quando il rapporto è “duro”, quando la lei strilla e si raccomanda di non farle male. Aiutato dalle dimensioni del mio fallo, sicuramente fuori norma, riesco a fare dei veri capolavori. Ovviamente, superato il trauma dell’introduzione, chiamiamola “decisa”, scatta poi, nella donna, un gran piacere, centuplicato rispetto ad un rapporto con alla base tanta cautela e lubrificante. Questo mio “difettuccio”, però, presentava l’inconveniente di far sì che le donne, salvo pochissime, dopo aver subito il trattamento, si guardavano bene dal concedermi di nuovo il lato B, quindi ho dovuto un po’ reprimere questa mia passione e mi son dovuto adeguare ad inculare le donne, nel modo meno traumatico possibile, con conseguente repressione della mia vena sadica, ma senza eliminarla del tutto. Dopo questa doverosa premessa, passo alla storia. Da quando sono andato in pensione (ebbene sì, faccio parte degli odiati baby pensionati) mi son dedicato anima e corpo alla mia grande passione: il mare. Possiedo una grotta scavata nella falesia: una rupe a strapiombo sul mare, che rende molto interessante la spiaggia su cui si affaccia. L’ho resa alquanto accogliente che non ha nulla da invidiare alla mia abitazione. Ho anche una bella barca, con la quale faccio ottime pescate e questo è il mio mondo. All’epoca, bazzicava in spiaggia, un ragazzo appassionato anche lui di mare e, ovviamente, tra tutti i miei vicini di grotta, che io chiamo goliardicamente “marinaretti della domenica”, aveva scelto me come maestro, affinché gli insegnassi tutti i trucchi di chi va per mare. Passava tutto il suo tempo libero nella mia grotta e mi aiutava in tutti i lavoretti che servono per mantenere efficiente la barca: le reti, le nasse, ecc. Va da sé che io, non essendo un marinaretto della domenica, andavo nella mia grotta anche nei mesi invernali e, spesso, anche lui, malgrado il freddo ed i suoi impegni scolastici (aveva iniziato il V liceo), appena poteva veniva giù ad apprendere sempre più nozioni marinare. Quando si sente il bisogno di urinare e la spiaggia è deserta, malgrado la grotta sia munita di un bagno favoloso, lo si fa in mare, sul bagnasciuga. In quelle occasioni, avevo notato che, ogni volta che dovevo liberare la vescica e mi avviavo verso il bagnasciuga, egli, qualsiasi cosa stesse facendo, lasciava tutto e veniva giù. La cosa ancor più strana era che non veniva per pisciare, ma mi fissava con stupore il cazzo. Io non ho mai avuto nulla contro gli omosessuali, ma non mi ha mai neanche sfiorato l’idea di avere un rapporto omosex. Per verificare se la mia idea fosse giusta, ho intensificato le volte che andavo a pisciare e cercavo di farlo quando lui era impegnato in qualche lavoretto. Ebbene, lasciava tutto e veniva giù. Stranamente mi si cominciava a far strada una strana idea. Il sadismo che albergava dentro me, represso, ma sempre presente, tornava ad emergere. In un ipotetico rapporto anale con lui, infatti, non avrei dovuto limitarmi per timore dei rifiuti successivi, quindi potevo darmi da fare come volevo, senza freni. Sono stati giorni in cui ero molto combattuto, ma, alla fine, la libidine prese il sopravvento. Una giornata di inizio novembre, con tutta la spiaggia vuota, perché cadeva una leggera pioggerellina, ci trovammo soli nella grotta. Affrontai io il discorso e senza giri di parole, gli chiesi:

“Ma a te piace il mio cazzo?”

Sicuramente non si aspettava una domanda di quel tipo, perché trasalì e divenne tutto rosso. Ci vollero un paio di minuti, prima che rispondesse, poi esordì dicendo che a lui piacevano le donne, ma, ultimamente, si sentiva attratto dal mio cazzo, perché lo vedeva imponente e maestoso (parole sue). Io, altrettanto sinceramente, gli risposi che non avevo mai avuto rapporti con uomini, ma, negli ultimi tempi, il tarlo mi era entrato nel cervello e, se lui lo avesse desiderato, sarei stato disposto a rompergli il culo (usai di proposito queste parole forti). Notai che lui si morse il labbro e farfugliò che non lo aveva mai fatto, ma si vedeva chiaramente che lo desiderava fortemente e allora l’ho avvertito, non tanto per lealtà nei suoi confronti, quanto per ammantare la cosa di maggior eccitazione, dicendogli:

“Tieni presente che, quando inculo una donna, mi piace che urli di dolore, perché non ci vado piano e, come hai potuto vedere, ho una dotazione extra large; però devo anche dire che, alla fine della devastazione, tutte le donne hanno avuto orgasmi da sballo”.

Mi guardava con un’espressione di paura ed eccitazione. Non parlava. Sembrava impietrito! Non dissi altro e ripresi a fare quello che stavo facendo, mentre con la coda dell’occhio, vedevo che era rimasto immobile, con lo sguardo perso nel vuoto. Pensavo a chissà quanti pensieri frullavano nella sua testa e decisi che, da quel momento, non avrei più aperto l’argomento. Passarono una decina di minuti e lui sempre li, immobile, a guardare il mare. A quel punto, visto che dovevo mettere un tavolone sopra una mensola, gli chiesi aiuto……

Fu come svegliarlo da un sonno profondo. Senza fiatare prese la tavola dalla parte opposta alla mia, ma, nel sollevarla, gli scivolò dalle mani. La tavola era voluminosa ma non pesante, quindi, il fatto che gli fosse scivolata, significava che con la testa stava altrove. Continuò a non parlare per un’altra mezz’ora buona, poi con un filo di voce disse:

“Sì, è logico. Colui che si fa penetrare, deve subire l’assalto del maschio, per quanto doloroso possa essere”.

A me già la situazione aveva provocato una certa erezione e queste ultime parole me lo avevano fatto diventare d’acciaio.

Per ammantare la cosa al massimo della libidine, con voce dura gli dissi:

“Dai, tirati giù calzoni e mutande, poi sistemati sotto al prendisole della barca, così ti rompo il culo!”

Come un automa, si spogliò e si dispose come gli avevo ordinato. Mi sono spogliato anch’io e ho riversato una buona quantità di saliva nel buco ed un po’ sul mio cazzo. Mi son piazzato dietro di lui e, con la punta, ho cercato lo sfintere. Una volta posizionato bene, ho dato una forte spinta e gli sono entrato quasi tutto. Lui ha emesso un urlo disumano ed ha cominciato a pregarmi di uscire, perché non resisteva. Io mi son tirato un po’ indietro, poi ho dato un’altra forte spinta e sono entrato tutto. Con sadismo gli ho detto:

“Troppo tardi! Ora stai buono e subisci!”

Continuavo a spingere come un forsennato e lui continuava ad urlare, dimenarsi e mordere il prendisole, ma ripeteva:

“Sì, sìììì, fammi male”.

Finalmente stavo rompendo un culo secondo quelle che erano le mie inclinazioni. Dopo un po’ di questo martellamento, ho sentito che si irrigidiva e gli partì un orgasmo che lo fece urlare più di quanto avesse fatto per il dolore. A questo punto, mi son lasciato andare anch’io e mi scaricai completamente nel suo intestino. Poi son andato a lavarmi ed ho notato che l’acqua si tingeva di rosso. Si tirò su anche lui, per andarsi a lavare, e notai che nel prendisole c’era un lago per la gran sborrata che aveva fatto. Lo smontai e lo portai in riva al mare. Lo gettai in acqua e con una scopa lo ripulii. Nel frattempo lui si rivestì e, con uno stentato ciao, se ne andò. Nei 6, o 7 giorni successivi, non si fece vedere, ma a me non interessava, perché avevo programmato che quella fosse la prima ed unica volta. Un pomeriggio, però, sentii il solito “ciao”. Era lui e sembrava un cagnolino bastonato. Lo salutai e gli chiesi come mai non si fosse più fatto vedere e lui farfugliò qualcosa, eludendo la domanda. Mi guardava come a dovermi dire qualcosa, ma non parlava. Visto che non si decideva a parlare, fui io ad aprire il discorso e gli chiesi come andava. Lui, a fatica, mi rispose che gli avevo fatto molto male, ma che gli era piaciuto da morire e che, in quei giorni, non era riuscito a pensare all’accaduto senza masturbarsi. Al mio “quindi?”, rispose con un largo giro di parole, che pian piano lo portarono a dire che poteva esser piacevole ripetere l’operazione. Ero diventato il suo padrone sessuale! Lo invitai a mettersi di nuovo nella posizione che conosceva e gli prodigai un’altra inculata, ancor più vigorosa di quella precedente. Per tutto l’inverno, ogni tanto si presentava e tornava a casa con il culo devastato. A primavera, con il ritorno dei “marinaretti della domenica” e con l’intensificarsi del suo impegno scolastico, in previsione dell’esame di maturità, che di lì a breve avrebbe dovuto sostenere, non ci vedemmo più. Passò l’estate ed un pomeriggio dei primi di settembre, me lo vedo arrivare. Mi raccontò che aveva conseguito il diploma col massimo dei voti e che si era iscritto alla facoltà di ingegneria navale, quindi, di lì a poco, si sarebbe trasferito a Genova. Parlammo un po’ del più e del meno, poi mi disse che i nostri incontri gli avevano fatto passare un periodo meraviglioso e che era venuto per ringraziarmi e per salutarmi, ma aveva anche una proposta da farmi. Ovviamente gli chiesi quale fosse e lui, non senza difficoltà, disse che, in tutti i nostri incontri, io gli avevo scaricato la sborra nell’intestino, ma da lì entra ed esce, senza lasciar nulla. Io sorpreso gli dissi che non capivo dove volesse arrivare e mi misi subito sulla difensiva. Allora si spiegò meglio e disse che voleva avere qualcosa di mio, dentro di lui. Qui cominciai ad agitarmi perché non capivo dove volesse arrivare e temevo qualche richiesta spiacevole. Mi tranquillizzò e finalmente parlò chiaro, dicendomi che voleva farmi un bocchino, per conservare di me un indelebile ricordo. Mi venne subito da rifiutare. Gli feci presente che, anche se mi piace farmi fare i bocchini, non ne sono un estimatore e, in spiaggia, c’erano ancora tante persone. Lui, remissivo, disse che, se non gradivo, andava bene lo stesso e ringraziandomi ancora, mi salutò e si avviò per andarsene In quel preciso momento, mi sentii una merda. Lui mi aveva dato la possibilità di sfogare la mia passione sadica ed ora che mi chiedeva una cosa, per lui importante e che potevo benissimo concedere, gliela stavo rifiutando? Lo chiamai e lui tornò subito indietro. Gli chiesi come pensasse di fare, eventualmente avessi accettato. Non capì la domanda ed io precisai meglio chiedendogli dove intendesse farmi il bocchino e lui, con disarmante semplicità, rispose:

“In bagno! Andiamo un attimo in bagno e te lo faccio.” Ero perplesso e cercavo di guadagnare tempo, ma, nel frattempo, mi accorsi che, anche se pensiamo di controllare le nostre pulsioni, siamo completamente schiavi di esse. Infatti mi si era rizzato il cazzo e la cappella faceva capolino dal costume. Lui l’ha vista e mi ha detto suadente:

“Dai, lasciati andare, vedrai: sarà bello per me, ma anche per te.”

In fondo impedimenti grossi non ce n’erano e così gli feci cenno di entrare in bagno. Lui abbassò la tavoletta del water e ci si sedette sopra, mentre io, abbassatomi gli slip, gli avvicinai il cazzo alla bocca. Lui, con un “wow”, cominciò a passare la lingua sotto la cappella. A me piacciono i bocchini rudi, con la lingua che preme sotto la cappella e, se fatto con maestria, piace anche sentire i denti. Una donna questo difficilmente lo fa. Lui invece faceva proprio questo. Provavo una sensazione molto forte e l’ho dovuto fermare più volte per non sborrare. L’ho fatto lavorare per una ventina di minuti, poi gli ho preso la testa e gliel’ho bloccata per non farlo ritrarre e gli ho scaricato in gola tutta la sborra. Oltretutto, quel giorno era anche tanta, perché una settimana prima avevo litigato con mia moglie ed era una settimana che non facevo sesso. Lui trovandosi in bocca un fiume in piena, dopo un leggero tentativo di tirarsi indietro, bloccato dalle mie mani, ha ingoiato tutto fino all’ultima goccia. Quando finalmente l’ho lasciato, ha alzato gli occhi e mi ha sussurrato un “grazie “. Mi ha chiesto se si poteva masturbare per placare la sua eccitazione e io, uscendo, gli ho detto di farlo tranquillamente. Dopo un po’ è uscito, allegro e rilassato, dicendo che ora era veramente appagato, quindi ci siamo salutati e se n’è andato. Ho ripreso il mio solito tran tran e, per 10 anni, non l’ho più visto. Un piovoso pomeriggio autunnale, di ben 10 anni dopo, mentre ero l’unico matto di tutta la spiaggia armeggiavo dentro la grotta, sentii un “ciao” che conoscevo bene. Mi girai e vidi lui con una ragazza che, a chiamarla stupenda serviva a sminuirla. Una donna di quelle che ti colpiscono il cervello e te lo fanno andare in tilt! Cerco di nascondere la sorpresa e mi mostro felice di rivederlo. I miei occhi erano incollati sulla meravigliosa creatura che aveva vicino e, malgrado lui avesse cominciato a raccontare della sua laurea conseguita a pieni voti e del lavoro subito trovato come ingegnere navale, nonché la conoscenza con lei che portò quasi subito al matrimonio, io sentivo la sua voce quasi come un rumore di sottofondo, tanto ero incantato da lei. Per la testa mi passavano tanti pensieri porcelli su di lei, ma ero perfettamente consapevole che quello non era “pane per i miei denti” e la cosa mi faceva soffrire. Tirai fuori dal piccolo frigo alcune bottiglie di liquore e fui fortunato, perché fra esse c’era una bottiglia di limoncello, unico liquore che lei gradiva. Ero talmente anestetizzato, che non riuscivo neanche a darmi arie da maschio vissuto, anzi mi sentivo impacciato e fuori posto. Lei bevve il suo bicchierino, poi chiese di averne un altro, mentre lui, finita, la sua “Vecchia Romagna” si riempì di nuovo il bicchiere. L’atmosfera si stava scaldando! Improvvisamente lui se ne uscì con una frase che mi provocò un tuffo al cuore. Candidamente disse:

“Vedi, amore, è stato lui ad iniziarmi al piacere anale e, ti assicuro che, in questo, è un vero artista”.

BANG! Avrei preferito mi avessero sparato. Mentre mi sentivo mancare per le parole appena sentite, lei, con un sorriso dolcissimo, mi disse che sapeva cosa fosse successo tra noi e che, secondo lei, era stata una cosa stupenda. Poi aggiunse:

“Anche a me piacerebbe esser sodomizzata, ma purtroppo lui non ce la fa”.

Io non sapevo cosa dire e mi correvano i brividi dietro la schiena. A questo punto lui, con grande naturalezza, disse che sarebbe stato meraviglioso se sua moglie avesse potuto esser aperta al nuovo piacere, da uno come me, che l’avrebbe sicuramente portata al top della lussuria. Io continuavo ad avere il cervello bloccato e totalmente incapace di ragionare e, probabilmente, questo mio imbarazzo fu percepito male, tant’è vero che lui si affrettò a specificare che, se non fossi convinto della loro proposta, sarei stato libero di rifiutare, senza problemi. Quest’ultima frase ebbe in me un effetto dirompente, che mi sbloccò. Mi affrettai a rispondere che sarei stato più che felice di poterla accontentare e mi avvicinai per darle un bacino sulla guancia, ma lei si girò e mi offrì la bocca. Ci baciammo appassionatamente e non le bastò il primo, ma volle baciarmi di nuovo e ancora per una serie infinita di baci. Il mondo, fuori, era scomparso ed eravamo rimasti solo noi due. Andammo sopra la barca e ci abbracciammo forte, quindi mi sussurrò all’orecchio:

“Dai, inculami, fammi sentire com’è il vero maschio”.

I vestiti volarono via. Ogni tanto percepivo la presenza di suo marito, ma erano solo dei flash. La girai a pancia sotto e cominciai a baciarle e mordicchiarle la schiena, poi, pian piano, le arrivai sul culetto. Baciai anche quello, compreso il buchetto. Leccai con passione quella porta del paradiso, portandola ad un livello altissimo di eccitazione. Vi deposi molta saliva, spingendogliela dentro con la lingua, poi le andai sopra. Non ci fu bisogno di lubrificarmi, perché avevo il cazzo ricoperto di liquido. Mi posizionai bene dietro di lei e glielo puntai contro lo sfintere. Presi a spingere ed il buchetto cominciò a cedere. Sentii che si irrigidiva e stringeva i denti, ma continuai a spingere e, in breve, le fui tutto dentro. Ogni volta che girava la testa verso me, la baciavo violentemente e, con una mano, le passai sotto e andai a toccarle il clitoride. Godeva rumorosamente e sentivo che l’anello dello sfintere stava cedendo completamente. Ebbe subito un primo orgasmo esplosivo e, dopo pochissimo, ricominciò a godere. Cercai di tirare più a lungo possibile, finché non le arrivò un secondo orgasmo, ancora più violento ed appagante del primo. Qui non ho più resistito e le sono venuto dentro, svuotandomi completamente. Rimanemmo abbracciati, baciandoci e mordendoci. Solo allora ci siamo ricordati che suo marito era lì e le stava dicendo:

“Brava amore, ti sei fatta deflorare ed è stato bellissimo”.

Lui si era masturbato ed aveva lasciato in terra una chiazza di sborra.
Avrei voluto che quella giornata non finisse più, ma purtroppo si era fatto tardi e, anche se controvoglia, ci dovemmo rivestire ed avviare verso il viottolo che porta in cima, dove c’è la strada. Prima di immetterci nella strada, la abbracciai e baciai di nuovo, poi, timidamente, le chiesi se volesse, il giorno dopo, tornare. Lei rispose:

“Certamente, voglio esser tua per tutta questa settimana!”

Ci congedammo e tornai a casa con una meravigliosa sensazione di benessere. Non vedevo l’ora che arrivasse il giorno dopo e non ho mai sperato così tanto, che per tutta quella settimana fosse tempo brutto, in modo da tener lontani eventuali fruitori della spiaggia. Fui assistito dalla fortuna e piovve tutta la settimana. Il giorno dopo, puntuali, si ripresentarono e lei mi saltò letteralmente addosso. La spogliai e, baciatala appassionatamente, la posizionai per donarle una nuova possente inculata, ma lei mi disse che le bruciava troppo e avrebbe preferito prenderlo altrove.
Figuriamoci se mi lasciavo sfuggire l’occasione di incularla, dopo che avevo aspettato in spasmodica attesa quel momento! Non ascoltando le sue parole, cominciai a spalmarle nel buchetto una crema che, previdentemente, avevo comprato la mattina in farmacia. Suo marito mi aiutava e, con parole suadenti, cercava di convincerla a subire di nuovo, rassicurandola che avrebbe avuto un orgasmo ancor più bello di quello precedente. Lei debolmente implorava, ma non aveva reazioni decise per sottrarsi al nuovo assalto. La preparai per bene, poi la girai. Le strisciai un po’ il cazzo sul buco, mentre con una mano andai sotto a stuzzicarle il clitoride. Si stava eccitando e, dopo poco, mormorò:

“Daaiii”.

Con una bella spinta le entrai dentro e lei emise uno strillo, ma, contemporaneamente si girò, per farsi baciare. Dopo poco le arrivò un lunghissimo ed appagante orgasmo che la fece gridare e dire una sequela di parole sconce. Continuai a picchiare forte, finché non arrivò un altro orgasmo. Avrei voluto durare ancora, ma non ce l’ho fatta e son venuto. Il rapporto non era durato tantissimo, ma era stato molto intenso. Ci lavammo e ricominciammo, nudi, a coccolarci. La stufetta catalitica a bombola, ci riscaldava a sufficienza. Ci baciavamo ed accarezzavamo come degli adolescenti. Di colpo, mi erano volati via 30 anni. Suo marito, che, in verità, sia io che lei avevamo dimenticato, timidamente ci chiese il permesso di spogliarsi. Io con fermezza gli risposi:

“Certamente, non solo spogliarti, ma dovrai incularla anche tu”!

Lei saltò su con un:

“No, per carità, mi brucia troppo: un’altra volta?”

 Io avevo capito che in lei albergava una forte componente masochista e certo di darle un forte piacere insistetti:

“Ho detto che lui ti inculerà e così si farà! Tu devi solo ubbidire!”

Vidi nei suoi occhi un lampo di libidine. Lui, in due secondi si spogliò ed era prontissimo. Esitava un po’ ma io, mettendo il mio cazzo nella bocca di lei, lo esortai a prenderla. Allora, lui, felice come un bimbo la penetrò. Ovviamente lo sfintere non oppose la minima resistenza e lei prese a succhiarmi con passione. Purtroppo lui durò poco e si scaricò dentro di lei. Lei continuò a farmi il bocchino, mentre io le masturbavo il clitoride, procurandole in breve un altro orgasmo, quindi le sono venuto in bocca e, dopo una prima, leggera esitazione, ingoiò tutto. Quella settimana volò tra possenti inculate e paradisiaci bocchini. Inesorabilmente arrivò l’ultimo giorno. Non potevo e non volevo pensare che quella meraviglia stesse finendo! Ci vedemmo come i giorni precedenti e ci incastrammo immediatamente in un abbraccio serrato, come a dire:

“No, non può finire così”.

Ci spogliammo con frenesia toccandoci e leccandoci. Sapevamo del tempo tiranno, perché quella stessa sera sarebbero dovuti ripartire. Avrei voluto allungare all’infinito quei piacevoli preliminari, ma non c’era tempo. Così allungai la mano per prendere il tubetto di crema, ma avvenne un imprevisto. Suo marito infatti mi fece notare che non l’avevo ancora scopata in figa e che lei, pur avendo molta difficoltà a chiedermelo, ne aveva parecchio desiderio. Mi venne immediatamente una grande eccitazione a pensare di violare quel meraviglioso bocciolo contornato di peluria bionda e mi fiondai a leccarle il clitoride. La portai ad un livello altissimo di eccitazione, poi le andai sopra. La baciavo in bocca e le strisciavo la cappella tra le grandi labbra. Suo marito, visibilmente eccitato, si raccomandava di non sborrarle dentro, perché, non essendo protetta, rischiava una gravidanza. Glielo misi su tutto e sentivo che me lo stringeva forte. Mentre scopavamo, con una mano le masturbavo il clitoride e, quasi subito, ebbe il suo primo fragoroso orgasmo. Riprese a godere ed io, per tirare più a lungo possibile, mi fermavo quando sentivo che l’eccitazione saliva troppo e si avvicinava il punto di non ritorno. Ebbe altri due orgasmi e, con l’ultimo, incrociò le sue gambe sopra di me per non farmi uscire e farmi andare ancor più profondamente. Fu veramente troppo e, malgrado il pericolo della gravidanza, non riuscii a trattenermi e le venni dentro.
Sentivo lui che continuava a dire di non venirle dentro, ma quando ha visto che affondavo ancora di più e venivo, gli sentii dire sottovoce:

Beh, sì, è giusto, così! Dev’essere il maschio alpha che deve ingravidare le femmine!”

Tornato in me mi sono sentito un verme. L’avevo fatta veramente grossa. Nessuno di noi parlava. Non ci potevamo capacitare di quanto fosse successo. Poi, cercando di riparare al danno dissi a lui di scoparla subito e di venirle dentro, in modo da dimezzare la possibilità che fossi io il padre di un eventuale bebè. Lui non se lo fece ripetere ed eccitatissimo iniziò a scoparla. Stavolta durò di più della volta del culo e, alla fine, le venne dentro con un urlo strozzato. Si era fatto tardissimo e mestamente ci rivestimmo. Risalimmo lo stradello ed in cima ci salutammo. Fortuna che era notte, perché mi scendevano le lacrime senza piangere. I mesi successivi, per me, furono un inferno. Avevo il pensiero fisso su quella settimana. Non riuscivo ad accettare che quella meravigliosa parentesi fosse finita e passò parecchio tempo prima che la ferita del distacco si rimarginasse. Da allora sono passati 10 anni e non li ho più visti, né sentiti. Cinque anni fa, da un numero che non avevo in rubrica, mi arrivò una foto sfocata e presa da lontano. Raffigurava un bambino (o una bambina) che andava in altalena spinto dietro da una figura femminile. Mi si gelò il sangue. Cercai di vedere meglio, ma era completamente sfocata. In un primo momento ho pensato fossero loro, ma ciò non era possibile, perché né io né loro avevamo il numero di telefono, quindi, senza pensarci troppo, ho fatto la cosa che ho ritenuto più giusta: premetti il tasto elimina.

💥 CONTINUA A LEGGERE 💥

ADD COMMENTS | Tags : , ,