Tra moglie e marito

Posted by admin under Incontri Erotici on mercoledì Feb 1, 2023

Da quando ho cambiato lavoro, mi ritrovo con due ore di pausa pranzo, troppe per mangiare qualcosa in un
bar qua vicino e tornare in ufficio, troppo poche per tornare a casa e mangiare come si deve.
Fortuna che c’è questo parco, ogni tanto se ho voglia mi cambio in auto e mi faccio una corsetta oppure semplicemente mi stendo all’ombra di questo albero, un po’ defilato e leggo i miei amati libri, in entrambi i casi mi rilasso e mi ricarico prima di tornare in ufficio.
Con il passare delle settimane ho iniziato a conoscere le persone che animano questo parco a quest’ora, non certo un ora da mamme con i bambini, quelle sono tutte a casa a mangiare e far fare il sonnellino ai
bimbi.
Ci sono gli studenti rumorosi di un vicino liceo, dai quali preferisco tenermi alla larga, troppo casino.
Ci sono i padroni con i cani che si dirigono verso lo sgambatoio, come il signore distinto con il doberman o la ragazza in tuta e mollettone nei capelli con il setter, deve essere una studentessa sotto sessione.
Poi ci sono gli sportivi, le signore con i bastoncini da nord walking e i corridori.
Tra i corridori, mi ha subito colpito una ragazza, con un bel passo, cadenzato e costante, aiutata da un paio di gambe lunghissime, un culo scolpito e un seno che fatica a fermare con i reggiseni sportivi, i capelli lunghi legati in una coda alta che si muovono ipnotici.
Ecco solo a pensarci mi eccito, un paio di volte le ho corso dietro mantenendo il suo passo, ma non è facile, il movimento del suo culo mi distrae e l’erezione inevitabile mi rende difficile la corsa… molto meglio fare l’anello del parco al contrario, i pochi secondi in cui la incrocio sono memorabili, con quel davanzale che balla e vuole scappare via.
Vorrei attaccare bottone dirgli qualcosa, ma…sono molto timido e poi c’è anche un altro piccolo problema, non corre mai da sola…
Corre sempre con un uomo, non so se è il suo personal trainer o suo marito, hanno entrambi la fede e tra di loro sembra esserci un bel feeling, parlano sempre, a volte seri altre ridendo, anche lui è un bell’uomo alto e atletico, ma forse non abbastanza per essere un allenatore, più probabile il marito o perché no l’amante.
Con il tempo però abbiamo iniziato a salutarci, quando non corro passano vicino al mio albero facendo ciao ciao con la mano.
L’altro giorno mi sono cambiato per correre, ma poi arrivato al parco mi sono reso subito conto che era davvero troppo caldo, un’afa insopportabile, sono andato a stendermi sotto il mio solito albero e guardavo i pochi pazzi che cercavano di fare sport.
Poco dopo passa la mia coppia preferita salutano felici, ancora freschi, ma al secondo giro sono completamente sudati e sfatti, lei si ferma a pochi metri da me con le mani sulle ginocchia ansimando.
Il seno racchiuso solamente dal reggiseno sportivo imperlato di sudore pende davanti ai miei occhi sgranati.
“È troppo caldo, se volete vi offro un po’ della mia ombra privata!”
Lui mi sorride mentre lei mi guarda stupita, poi fa due passi verso di me e si accascia sull’erba all’ombra, si rigira con lo sguardo fisso tra le fronde del albero.
“Io te l’avevo detto che oggi era troppo caldo!”

Ci mettiamo a chiacchierare, io e lui, lei non da segni di vita, se non fosse per il seno che si alza e si abbassa con il respiro. Scopro che sono davvero marito e moglie e che quello è l’unico momento che hanno di libertà dal lavoro e i figli e che a lei è venuta questa idea di essere troppo grassa e di dover dimagrire prima di andare in vacanza al mare. Solo immaginarla in costume mi causa un’erezione, che cerco di coprire alla meno peggio, ma credo che lui abbia visto qualcosa. “Secondo me comunque la prova costume la passi senza problemi, anzi…”. Lei si rigira su se stessa e mi guarda negli occhi, io mantengo lo sguardo qualche secondo poi inevitabilmente il mio sguardo cade un poco più sotto proprio tra quei seni che tanto desidero. Quando rialzo lo sguardo lo faccio con vergogna arrossendo, ma lei mi sorride: “Grazie!”. Li vedo scambiarsi uno sguardo veloce, un sorrisino, poi lei si alza: “Dai vieni, andiamo!”. Li seguo e mi ritrovo in una parte del parco poco frequentata, loro sanno benissimo dove andare e scompaiono tra due cespugli, mi infilo anche io nella piccola apertura e mi ritrovo in uno spazio d’erba ristretto e coperto da cespugli fitti, un posto nascosto e riservato, stranamente pulito, ecco dove sparivano quando li perdevo di vista. Ci guardiamo negli occhi qualche secondo poi lei con un movimento fluido e veloce si sfila il reggiseno sportivo, i suoi seni esplodono letteralmente, mai visto un seno del genere dal vivo, faccio in tempo a notare che non ha segni di abbronzatura quando lei mi viene in contro e mi mette la lingua in bocca, rimango impietrito mentre allarmato con lo sguardo cerco lui. Lui si è tolto la maglietta, ha davvero un gran bel fisico anche lui, si avvicina e ci accarezza la schiena, una mano sulla sua una sulla mia ad alzarmi la maglia, me la sfila e finalmente sento il suo seno sulla mia pelle, è caldo morbido tosto, vorrei affondarci la faccia, ma lui continua ad accarezzarci la schiena a tenerci l’uno contro l’altra. Poi lo sento accarezzarmi le chiappe, mi spinge contro di lei a farle sentire la mia erezione, entra nei miei calzoncini da dietro e me li abbassa mentre mi accarezza. Il mio uccello teso è contro la stoffa dei suoi leggins mentre lui è inginocchiato dietro di me, mi accarezza le chiappe, la schiena, le gambe. “Ti da fastidio!?” me lo bisbiglia nell’orecchio lei mentre me lo esplora con la lingua. “No tutt’altro!” non è certo la prima volta che un uomo mi accarezza. Lei mi sorride e si allontana un po’, mi guarda mentre lui da dietro continua ad accarezzarmi e con una mano passa davanti ad impossessarsi della mia verga, mi piace ha un tocco delicato. Lei guarda il mio uccello maneggiato da suo marito, lo guarda con desiderio, si inumidisce le labbra e si inginocchia davanti a me, poi delicatamente allontana la mano di lui ed inizia a leccarlo con passione. Sembra una affamata che non mangia da giorni, me lo sta divorando, mentre lui con dolcezza ha iniziato a baciarmi, mordicchiarmi, leccarmi le chiappe.

Davanti la passione dietro la dolcezza. Mi allarga le chiappe e sento quella lingua esperta leccarmi il buchetto, fantastico, quando all’improvviso lei si rialza, si spoglia veloce e si stende a gambe larghe sull’erba. “Dai vieni!”. La scena è così irreale e cruda che quasi mi da fastidio, se non fosse per il trattamento che mi sta facendo il marito… è bravissimo, sono eccitato sopra ogni limite. Risale con la lingua lungo tutta la spina dorsale facendomi venire la pelle d’oca dall’eccitazione, si appoggia a me, lo sento contro il mio corpo. “Dai ti aiuto io!” bisbiglia, poi mi prende l’uccello tra le mani e mi spinge da lei. Affondo lentamente in lei fino in fondo, poi lui mi prende le chiappe e mi detta il ritmo. Lei ha gli occhi fuori dalle orbite e dice parole senza senso intramezzate da parolacce, non sono abituato a questi modi, le parolacce mi danno fastidio, ma devo dire che è davvero bellissima e vedere queste tette ballare è incredibile, quasi ipnotico. Lui che fine ha fatto!? Lo cerco con gli occhi. Si è spogliato completamente e ci sta guardando da vicino segandosi lentamente, ha un bellissimo uccello venato e leggermente curvato a sinistra, una bella cappella. Mi ha visto che lo guardo e mi sorride. Si avvicina e lo porge alle labbra di sua moglie che lo ingoia felice, finalmente sta zitta. Lui mi sorride credo abbia intuito i miei pensieri, poi allunga una mano e mi accarezza la schiena, non mi spinge, ma mi viene naturale abbassarmi, per farmi accarezzare meglio, mi abbasso e finisco vicino a quella bocca piena di lui. Lecco quello che lei mi lascia libero, mentre la sua mano mi accarezza le chiappe, mi da il ritmo, mi spinge mi esplora. Allargo le gambe per facilitarlo, la sua mano scende a prendermi le palle, le stringe le massaggia, poi scende ancora, accarezza dove la mia carne si mischia a quella di lei, si bagnano dei suoi liquidi, affondano in lei assieme a me, lei urla, fortuna ha la bocca piena, mi viene da ridere. Quelle dita bagnate stanno tornando su fino a fermarsi sul mio ano, le sento bagnate, viscide, ne sento entrare una con facilità, poi due. Lo guardo, ha gli occhi puntati nei miei, occhi carichi di desiderio, occhi dolcissimi, gli sorrido e gli faccio un segno impercettibile, sorride e si stacca dalla sua bocca, quando passa affianco a me gli do una bella leccata, è davvero un bel cazzo. Lei con la bocca di nuovo libera, che riprende nella sua litania di

“No, così è troppo!” le metto una mano sulla bocca e la zittisco “Basta! Hai rotto il cazzo! Sei molto più bella quando stai zitta!!” Lui incomincia ridere e io con lui, ma smetto subito quando sento spingere la cappella. La sento entrare, lentamente, mi sento riempire, dopo un attimo di pausa spinge dentro tutto il resto, è grosso dentro di me, non è certo la prima volta ma il suo uccello mi riempie completamente, glielo faccio capire. Stiamo fermi immobili per tanto tempo, quando sento di essermi abituato a lui, mi muovo e lo invito a fare altrettanto, sembrava non aspettare altro, inizia a muoversi a dare il tempo a scoparci entrambi, ogni sua spinta si propagava fino a lei, ogni sua spinta contro di me è una spinta contro di lei, prima lentamente per trovare la coordinazione, poi piano piano aumenta la velocità sempre più veloce fino a che lei non urla mordendo la mia mano, lo sguardo di sfida e rabbia, ma lui continua fino a darmi un’ultima spinta e ben piantato dentro di me mi riempie di caldo liquido. Resta fermo qualche secondo a godersi la sensazione poi si sfila e si stende accanto a noi. Manco solo io, esco da lei che oramai è un lago e non sento più nulla, prendo in mano il mio uccello gonfio, umido di lei e mi sego guardando il suo corpo perfetto, le sue tette meravigliose e quelle labbra gonfie e finalmente silenziose. Esplodo in mille getti, le inondo le tette, il viso, le labbra, poi mi alzo in piedi e guardo compiaciuto la mia opera. È davvero bellissima. Lui si avvicina, mi pulisce l’uccello oramai moscio, poi mi sorride. Osservo lui che è passato a pulire lei, lentamente con la lingua, mentre lei lo guarda in silenzio con occhi pieni d’amore. Sono di troppo. Mi rivesto, li lascio soli, poco prima di uscire dal cespuglio mi volto a guardarli, ancora non credo a quello che mi è successo, mi stropiccio un po’ gli occhi come i bambini… E’ ora di tornare al lavoro.

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Incontro al museo

Posted by admin under Incontri Erotici on domenica Gen 29, 2023

Francesca era emozionata perché era nel museo in cui desiderava andare da molto tempo, per vedere il “Cristo morto” di Andrea Mantegna.

Lei non era religiosa, ma le piaceva quel quadro perché il Cristo non era in piedi, ma sdraiato e in primo piano c’era un piede un po’ piagato.

Il museo era la Pinacoteca di Brera a Milano, non era molto affollato, ma nella sala del “Cristo morto” c’era un uomo vicino al quadro.

Francesca era infastidita, voleva vedere assolutamente quella tela, ma non voleva chiedere spazio a quell’individuo.

L’uomo si voltò, era alto e con due occhi neri ardenti, che la scrutarono con interesse.

Francesca non era una vamp e quel giorno si era vestita comoda senza niente di aderente o sexy.

Lui le fece spazio senza dire nulla, ma accennando un sorriso cui lei rispose allo stesso modo.

Ad un certo punto Francesca svenne e mentre stava per cadere sul pavimento due braccia vigorose la sostennero prima che si facesse del male.

Anche un custode venne a vedere che fosse successo e si prodigò per portarle acqua e zucchero per tirarla un po’ su.

Ero allo stesso tempo indispettita e in estasi per la forte attrazione che provava verso il suo salvatore e anche per lui sembrava essere lo stesso da come la guardava.

Il custode venne e ruppe l’idillio. Il custode aveva portato anche una sedia, su cui a malincuore Francesca si sedette.

Nel frattempo, il suo soccorritore si presentò: si chiamava Pietro e anche lui ammirava molto il quadro del Mantegna ed era venuto apposta per vederlo.

Francesca gli disse che non era un’esperta d’arte, ma che quel quadro l’aveva colpita ed era anni che voleva vederlo.

Pietro rispose che anche per lui era lo stesso.

Francesca rimase seduta per una ventina minuti finché sentì ritornare un poco le forze, così Pietro cavallerescamente le diede il braccio su cui appoggiarsi e uscirono dal museo.

La donna aveva un fitto programma di visite a musei e mostre, ma si sentiva troppo stanca e desiderava solo un letto.

Pietro le chiese se non fosse il caso di andare al pronto soccorso, ma Francesca rispose che voleva solo dormire.

Lei pensava di essere stata colpita dalla sindrome di Stendhal ossia capogiri, vertigini, talvolta allucinazioni che si hanno al cospetto di opere d’arte specie in spazi limitati.

Lo disse a Pietro e lui rispose che poteva essere, ma non lo sapeva.

La portò al suo hotel con un taxi e si scambiarono il numero di telefono.

Lui si raccomandò di farsi vivo per qualsiasi cosa.

Pietro disse che sarebbe andato a vedere “Il cenacolo” di Leonardo.

Francesca rispose che aveva in programma di vederlo appena si fosse rimessa in piedi.

Lei si mise a letto e si svegliò alla sera molto affamata, quando il ristorante dell’hotel era già chiuso.

Il concièrge fu molto gentile e le ordinò una pizza, che arrivò una mezz’ora dopo.

Francesca la mangiò e si riaddormentò fino alla mattina successiva, quando si alzò alle sei come sua consuetudine.

Lei era in piene forze e uscì per una passeggiata mattutina, poi tornò, si fece la doccia e scese a fare colazione.

Francesca aveva in programma di visitare vari musei e mandò un whatsapp a Pietro per chiedergli se l’accompagnava.

Lui rispose che l’avrebbe fatto molto volentieri e le chiese se stesse bene. Lei rispose che era in piene forze e sperava che quel giorno nessuna opera d’arte le facesse lo stesso effetto del “Cristo morto”.

Si accordarono per incontrarsi poco dopo.

La giornata trascorse frenetica, ma molto piacevole. I due scoprirono anche di essere dei lettori forti e molto appassionati di musica, che consideravano essenziale nella loro vita.

Pietro si comportò correttamente anzi a dire la verità a lei sembrava un po’ frenato.

La sera si dovevano vedere al ristorante e Francesca osò, mettendosi un vestito osè, molto scollato sul davanti, che metteva in mostra parte dei suoi seni abbondanti.

Pietro si era vestito più elegante di quanto l’avesse visto fino a quel momento.

Lui le disse che era bellissima, ma non la baciò sulla bocca come avrebbe sperato Francesca.

Pietro la guardava con più interesse del solito, ma sempre molto controllato.

Francesca durante la cena, si sfilò una scarpa e mise senza indugi il piede sul cazzo di lui che era già abbastanza duro.

Pietro disse che aveva caldo e si sbottonò un po’ la camicia. Nel frattempo, Francesca continuava a strusciare il piede sul suo cazzo, finché sentì che era in erezione.

Pietro era paonazzo, un po’ in imbarazzo da come parlava a monosillabi a Francesca, che invece riusciva ancora a sostenere una conversazione brillante.

Lei con gli occhi gli fece capire che voleva di più, lui aprì la zip e lei sentì il pene pulsante sotto il suo piede.

A questo punto, anche lei non riusciva più quasi a parlare e stava sudando un po’ per l’eccitazione e un po’ per il brivido di fare una cosa simile in un luogo pubblico.

A questo punto, Pietro fece una cosa che l’indispettì, si tirò su la zip, chiese il conto e si fece chiamare un taxi, chiedendo a Francesca di andare con lui.

I due andarono nel suo hotel, nell’ascensore si misero l’uno nella braccia dell’altro e nella camera si spogliarono rapidamente, buttando i vestiti a terra.

Francesca vide che Pietro era sempre in erezione e senza dire nulla lo fece sdraiare e si mise sopra a cavalcarlo.

Lui venne rapidamente e si scusò, ma lei gli disse che avevano tutta la notte per giocare tra loro.

Pietro rispose che era vero e le disse che avrebbe voluto baciarla appena l’aveva vista, ma non sapeva se lei fosse impegnata.

Francesca non rispose nulla, lo baciò con passione in bocca e lui rispose con uguale intensità.

Nel frattempo, le sue mani percorrevano il corpo di Francesca e si soffermarono sulla sua fica.

Lui esplorò le sue labbra sporgenti, il suo clitoride cicciuto e le disse che aveva una gran fica che voleva scopare per bene.

Lei gli chiese se la poteva leccare dopo essersi lavata, ma lui la sorprese dicendo che amava leccare il proprio sperma.

Francesca disse che era un porco e lui rispose che anche lei lo era, dato il comportamento al ristorante.

Lei gli disse che non si era mai comportata così in vita sua.

Lui si mise a leccarla con perizia, facendola venire diverse volte finché lei gli chiese di dargli il suo cazzo in bocca.

Pietro glielo diede e lei constatò che era un bel cazzo ed era mezzo duro. Lei si mise a leccarlo e succhiarlo finché lui non fu di nuovo in erezione.

Pietro le voleva sfondare la fica, così lei si mise a gambe larghe e lui procedette a penetrarla con forza e vigore con lei che urlava dal piacere, per cui le mise una mano sulla bocca per attenuare il rumore delle sue urla.

Francesca venne svariate volte finché lui le chiese dove dovesse eiaculare e lei rispose nella sua bocca, che accolse il suo seme con golosità e lo ingoiò fino all’ultima goccia.

Lei non era ancora sazia del suo cazzo e continuò a tenerlo in bocca, finchè gli disse che non era mai stata tanto soddisfatta a letto.

Pietro le disse che di solito non era così porco, ma evidentemente con lei c’era una chimica particolare.

Francesca si mise su un fianco e Pietro dietro di lei le accarezzava il culo, lo baciava mentre con una mano la masturbava dolcemente, facendola venire ancora.

Lei aveva ancora voglia e si mise a masturbarsi messa alla pecorina.

Pietro disse che non aveva mai visto una donna masturbarsi in tale modo.

Lui si eccitò moltissimo vedendola e le disse che non era solo porca, ma troia.

Lei ci rimase un po’ male, ma non gli disse nulla perché voleva continuare quella nottata con lui.

Pietro prese qualcosa e si mise a carezzare l’ano di Francesca con un lubrificante apposito.

Francesca gli disse che non l’aveva mai fatto e Pietro rispose che era l’ora. Lui le fece sentire la punta del cazzo sul buchino e lentamente, ma inesorabilmente la inculò.

Lei in primis sentì dolore, ma poi ondate di piacere mai provato la travolsero come non mai, finché non sentì lo sperma caldo di Pietro.

Lui le disse che quella era sicuramente la migliore inculata che avesse mai fatto in vita sua, forse c’era anche l’orgoglio di averla sverginata lì.

Francesca ammise che era stavo incredibile e gli disse che aveva una grande voglia di masturbarsi.

Sì, era senza limiti già da sola, ma con lui, lo era ancora di più.

Pietro disse che era la prima volta che una donna si masturbava davanti a lui senza vergognarsi.

Lei gli chiese di cosa dovesse vergognarsi visto che era una cosa naturale, da cui traeva molto piacere e di cui non riusciva a fare a meno.

Pietro le disse che la capiva perché anche lui amava masturbarsi, ma non l’aveva mai fatto davanti a una donna.

Lei si mise a masturbarsi sdraiata a gambe larghe con una mano sul seno destro a titillare il capezzolo che si inturgidì in brevissimo tempo.

Pietro si mise a baciarla in bocca e a toccargli i capezzoli fino a che non fu nuovamente pronto per penetrarla più dolcemente di prima, ma sempre con vigore.

Lei godette in maniera meno rumorosa di prima, finché lui le chiese se poteva sborrargli in bocca e lo fece in maniera copiosa.

Lei lo baciò in bocca, lui si mise dietro di lei e le disse che era il caso di dormire qualche ora se domani avevano intenzione di vedere qualche museo.

Francesca disse che avrebbe trovato interessante anche stare a letto con lui. Non era mai stata un intero giorno a letto per fare sesso.

Pietro rispose che lui l’aveva fatto e che era una bella maniera di trascorrere il tempo.

Smisero di parlare e si addormentarono stanchi, ma molto soddisfatti.

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Formazione della zoccola nuova

Posted by admin under Incontri Erotici on giovedì Gen 12, 2023

Pamela
Mi chiamo Pamela, ho ventidue anni e sono sposata con Luca. Sono alta m.1,70, capelli lunghi e neri, occhi scuri, seno una terza abbondante e un bel culetto alto e sodo, gambe lunghe e labbra carnose. Sono la figlia unica di una famiglia dalle idee molto libertine. Mio padre, un gran porco, ha sposato Elisa, mia madre, che aveva diciassette anni, dopo che lei era rimasta incinta. Questa situazione particolare ha, in qualche modo, determinato un cambiamento totale nella vita di mia madre. Non tanto perché era diventata madre, ma perché questo ha determinato una grande complicità con mia nonna Maria. Lei, all’epoca, era già titolare di una tabaccheria, dove, in vetrina, c’era un cartello che riportava uno slogan alquanto particolare: QUI SI VENDONO SIGARETTE E BOCCHINI! Naturalmente, davanti al cartello, c’erano alcuni pacchetti di sigarette e piccoli dispositivi utilizzati per filtrare la nicotina: appunto i bocchini. In realtà, come ho poi scoperto dopo, la nonna i bocchini li faceva a gogò e se li faceva anche pagare profumatamente. L’inserimento di mia madre nell’azienda di famiglia aveva subito determinato un incremento delle entrate e, ben presto, anche lei ha cominciato a succhiare il cazzo ai clienti molto affezionati, incrementando al massimo i suoi guadagni. Il fatto che mia nonna e mia madre fossero due zoccole, rendeva mio padre molto felice e la loro complicità era veramente qualcosa di speciale. Volutamente le faceva indossare abiti molto succinti, dove erano ben in evidenza le sue grazie, costituite da un seno molto rigoglioso, due splendide cosce e un bel culo tondo, che veniva ancor più valorizzato dal fatto che lei indossava sempre scarpe con tacchi molto alti. Fra lui e mia madre c’era una complicità totale, durata fino a quando mio padre non è morto d’infarto, una notte nel sonno, quando io avevo solo 12 anni. Crescevo allegra e felice, ovviamente all’oscuro di tutto ciò che avveniva nel retro della tabaccheria, dove spesso mia madre, o mia nonna, si recavano a succhiare il cazzo al cliente di turno. Dopo la morte di mio padre, questa cosa è andata alquanto sminuendo soprattutto per quanto riguardava mia madre, mentre invece mia nonna continuava a succhiare allegramente tutte le mazze che gli si paravano davanti al viso. A 16 anni ero già alquanto sviluppata. Il mio seno era già cresciuto abbastanza e anche il mio corpo era divenuto più formoso, al punto che i vestiti mi erano subito piccoli, le gonne un po’ troppo corte. La cosa però che mi dava fastidio in modo particolare, era il ciclo mestruale. Arrivava all’improvviso e, nei primi quattro o cinque giorni, era devastante. Avevo dolori così forti da piegarmi in due e perdite di sangue così abbondanti che ero costretta a cambiarmi l’assorbente in continuazione. Fu, però, grazie a questo fastidio, che scoprii cosa avveniva nel retro della tabaccheria. Ero appena entrata in tabaccheria, quando ho sentito l’assoluta necessità di cambiare l’assorbente, perciò mi son recata nel bagno posto nel retro del locale. Mentre ero chiusa in bagno, ho sentito mia nonna entrare dalla porta posteriore insieme ad un tizio; lei si è seduta nel piccolo ufficio, posto proprio di fronte alla porta del bagno, ed io, Incuriosita dal fatto che fosse entrata dal retro, ho guardato attraverso il buco della serratura ed ho potuto subito constatare che il tizio era in piedi, davanti a mia nonna seduta, ed aveva sfoderato una bella mazza. Non è che ne avessi già viste tante, forse due o tre, ma quella era particolarmente lunga ed ho visto con quanta disinvoltura mia nonna se la infilava giù, tutta in gola. Ero sbalordita dalla facilità con cui aveva ingoiato quella verga e, soprattutto, non riuscivo a capire come, con quel palo piantato in gola, riuscisse a tirar fuori la lingua e lambire, con la punta, le palle del porco, che, ovviamente, ansimava di piacere da vero maiale.

«Che meravigliosa succhiacazzi! Dai, succhialo bene che ti voglio sborrare direttamente in gola!»

Nel vedere quello spettacolo, ho portato un dito in bocca e ho provato ad imitare ciò che stava facendo mia nonna, ma subito ho avuto dei conati di vomito e questo mi ha stupito ancora di più, perché, se con un solo dito a me veniva da vomitare, proprio non riuscivo a capire come la nonna potesse infilarsi in gola quella verga, che sarà stata lunga quasi una ventina di cm. Ha continuato per un po’ a succhiare, facendolo scorrere dentro/fuori dalla bocca, fin quando il tizio non le ha appoggiato una mano sulla testa ed ha preso a scoparla con più violenza. Alla fine, con un grugnito da vero porco, è rimasto immobile con metà del cazzo infilato nella bocca di nonna ed ha cominciato a sborrare. Lei ha serrato le labbra e mentre lui le riversava in gola la sua sborra, ho visto lei ingoiare ripetutamente, senza perderne neanche una goccia. L’uomo si è complimentato con lei e poi ha rimesso il cazzo nei pantaloni, ha estratto una banconota dalla tasca e l’ha data alla nonna, complimentandosi con lei.

«Maria, sei veramente una gran succhiacazzi! Anche Elisa, tua nuora, è molto brava, ma tu sei veramente unica!»

Ero basita nel sentire che anche mia madre fosse una succhiacazzi, anche se, dentro di me, mentre vedevo la scena di mia nonna che ingoiava quella verga, ho sentito uno strano brivido percorrere il mio corpo, fino a raggiungere la mia patatina, che ho sentito bagnarsi immediatamente. Ho avuto l’impressione che il mio ciclo mestruale fosse diventato ancor più abbondante e, di conseguenza, ho sostituito di nuovo l’assorbente. Però, ho notato che il colore del sangue era meno rosso del solito, anzi, direi rosa, e questo mi ha un po’ incuriosito. Mentre cercavo di pulirmi la fica, prima di mettere un nuovo assorbente, appena ho sfiorato il mio bottoncino, ho sentito la stessa identica sensazione provata mentre guardavo mia nonna succhiare quel cazzo e il mio corpo è stato scosso dallo stesso brivido: la mia mano si è immediatamente riempita di liquido rossastro. Era la prima volta che avevo un orgasmo così intenso, molto più forte di quello che provavo ogniqualvolta mi accarezzavo la patatina. Quando sono uscita dal bagno, son tornata nel negozio e vi ho trovato mia madre che, vedendomi alquanto sconvolta, si è subito preoccupata.

«Amore mio, che c’è? Non stai bene? Mi sembri distrutta!»

Ero un po’ in imbarazzo perché avrei voluto chiederle tante cose, ma la mia timidezza non me lo permetteva. Le ho solo spiegato che il ciclo mestruale mi stava devastando.

«Accidenti! Ho dolori dappertutto! Vorrei riuscire a capire perché si deve soffrire così tanto! Farei qualunque cosa pur di non aver più questi dolori!»

Mia madre mi ha abbracciato e sorriso, poi mi ha guardato negli occhi e, con voce pacata mi ha spiegato che era ora di porre fine alle mie sofferenze. Dopo una decina di giorni, mi ha accompagnato a fare un esame del sangue e, avuti gli esiti, siamo andate insieme da Paolo, il suo ginecologo. Ero decisamente in imbarazzo quando mi sono trovata davanti un maschio veramente bello! Alto, spalle larghe, occhi neri e profondi, mani belle e ben curate, con dita lunghe e sottili. Ha salutato subito molto cordialmente mia madre, stringendola in un abbraccio che andava al di là del professionale.

«Elisa, sei sempre uno splendore! Presumo che questa splendida ragazza sia tua figlia Pamela.»
Mia madre gli ha spiegato quale era il mio problema; lui mi ha guardato dritto negli occhi e mi ha invitato a spogliarmi nuda. Io ho guardato mia madre, mentre le mie guance erano diventate rosse come due pomodori maturi. Mia madre, con calma, mi ha abbracciato e mi ha spiegato la situazione.

«Figlia mia, non devi affatto arrossire davanti a Paolo, perché è una persona di cui mi fido ciecamente, molto competente e, soprattutto, la persona giusta che, in qualche modo, riuscirà ad alleviare i tuoi dolori mestruali. Se non ricordo male hai detto che saresti stata disposta a fare qualunque cosa pur di non sentirli più, quindi, ora spogliati e fai tutto quello che lui ti dirà.»

Un po’ titubante, mi son denudata sotto lo sguardo di loro due, ma soprattutto quello di lui, che mi ammirava compiaciuto. Mi ha fatto sdraiare su di un lettino e sollevare le gambe su degli appositi sostegni; mi son ritrovata con la fica aperta ed esposta. Lui si è seduto fra le mie cosce e, con un la mano fasciata da un guanto, ha esplorato la mia intimità. Ho avuto subito uno scatto e lui mi ha subito tranquillizzata.

«Pamela, rilassati! Non ti devi preoccupare di nulla, perché non intendo farti alcun male. Non ti preoccupare se senti piacere, anzi spero che tu ne senta tanto, perché questo è indice di un perfetto funzionamento di tutto il tuo corpo. Rilassati e lasciami ispezionare la tua intimità.»

Ho sentito le sue dita indugiare lungo le labbra della mia ostrica, che ha cominciato a secernere umori in continuazione e lui se ne è molto compiaciuto.

«Bravissima! Ti stai bagnando in maniera stupenda! Inoltre vedo con piacere, che sei ancora vergine e questo, in qualche modo, è una cosa che mi spinge a farti godere ancora di più.»

Ha sollevato lo sguardo e, dopo avermi guardato un attimo mentre io eludevo il suo sguardo ed arrossivo fino alla cima dei capelli, lui si è girato verso mia madre e l’ha guardata dritta negli occhi.

«Non capita molto spesso di avere tra le mani una giovane fica così bella e vergine: vorrei farle provare qualche brivido in più, se tu sei d’accordo!»

Ho visto mia madre che gli ha sorriso ed ha annuito; allora lui, dopo aver introdotto nella mia vagina alcuni tamponi per prendere dei campioni, ad un tratto ha avvicinato la sua faccia alla mia fica e la sua lingua calda ha preso a lambire le pieghe della mia intimità. Anche in questo caso ho avuto un fremito che mi ha fatto fremere, ma lui mi ha esortato ancora a restare calma e cercare di assaporare al massimo il piacere che quell’azione mi avrebbe provocato. È stato semplicemente fantastico! Ho sentito la sua lingua muoversi lungo tutto lo spacco della mia fica, indugiando sul bottoncino e procurandomi un piacere mai provato prima. Già da tempo mi masturbavo, ma le sensazioni che stavo provando con lui erano qualcosa di veramente sconvolgente! Ad un tratto il mio corpo è stato percorso da una scarica elettrica che, dalla testa, ha attraversato tutto il corpo facendolo tendere in ogni singolo muscolo, inarcare il mio corpo ed infine esplodere nella sua bocca. Un gemito alquanto soffocato per la vergogna che, in quel momento, stavo provando nel godere nella sua bocca, ha indicato ad entrambi che stavo veramente godendo. Lui ha incollato la sua bocca alla mia fica ed ha leccato tutto quello che da essa sgorgava. Soddisfatto si è girato verso mia madre, complimentandosi sia con me che con lei.

«Meravigliosa! Una delle più belle leccate di fica che abbia mai fatto! Una fica vergine ha un sapore veramente unico! Dovresti assaporarlo un po’ anche tu. Dai, inginocchiati qui davanti e continua a leccarla, mentre io voglio che lei assapori anche un altro piacere.»

Immediatamente mia madre ha preso il suo posto e subito ho sentito la sua lingua indugiare con la stessa intensità e bravura di Paolo. Lui, intanto, si è alzato in piedi e si è posto di lato a me e, dopo avermi fatto girare la testa verso di lui, ha aperto la patta dei pantaloni e mi ha presentato un bel cazzo di ottime proporzioni. La sua splendida cappella rossa era lì ad un passo dalla mia bocca e lui, delicatamente, mi ha invitato a succhiarla.

«Apri la bocca, lecca e succhia.»

Con un po’ di incertezza ho iniziato a fare quanto mi veniva richiesto, mentre il mio corpo veniva scosso da un intenso orgasmo provocatomi da mia madre. Ho preso a gemere a bocca piena, mentre lei continuava a leccare tutto ciò che sgorgava dalla mia fica, fin quando si è alzata ed è venuta vicino a me, soddisfatta del risultato.

«Paolo avevi ragione! La sua fica vergine ha un sapore veramente unico! E adesso voglio che tu, figlia mia, impari a fare un perfetto pompino!»

Immediatamente si è abbassata ed ha iniziato ad elargire consigli ed istruzioni su come realizzare un perfetto pompino. Mi sono sentita molto eccitata da questa strana situazione e, ben presto, ho cominciato a leccare a succhiare quel cazzo sempre meglio, inducendo lui a farmi dei complimenti.

«Bravissima! Elisa, tua figlia è veramente brava! Con la dovuta esperienza diventerà una meravigliosa succhiacazzi come te! Adesso è giunta l’ora di farle assaggiare la mia crema!»

Mia madre mi ha detto che fra poco mi avrebbe riempito la bocca di sborra, che avrebbe avuto un sapore un po’ acidula, una specie di yogurt, di cui io sono ghiotta. Ho serrato le labbra e lui ha cominciato muovere il bacino avanti indietro sempre più velocemente fin quando, ad un tratto, è rimasto immobile e subito la mia bocca si è riempita di crema densa e calda. Ho strabuzzato un po’ gli occhi per la sorpresa, ma, dietro consiglio di mia madre, ho ingoiato velocemente e subito mentre la mia bocca si riempiva ancora. Ho ingoiato anche questa seconda dose e poi ho continuato a leccare e spremere massaggiando le sue grosse palle, sempre sotto lo sguardo attento di mia madre, che continuava ad elargire consigli. Alla fine, quando l’ha tolto dalla bocca, era ben pulito e lucido e questo ha costituito motivo d’orgoglio anche per lei.

«Bravissima, amor mio; hai eseguito il tuo primo pompino in maniera davvero perfetta! Col tempo diventerai anche tu una adorabile succhia cazzi come me!»

Poi mi son rivestita e lui ci ha dato appuntamento per due sere dopo, per prescrivere la pillola. Quando è stato il momento di tornare da lui, mia madre mi ha invitato ad andare tranquillamente da sola ed io ero alquanto felice, perché speravo di ripetere l’esperienza vissuta. Per l’occasione, dietro consiglio di mia madre, ho indossato una T-shirt con sotto un reggiseno molto sottile ed un piccolo perizoma subito scomparso sotto una mini gonna molto corta e, poiché da tempo adoravo già indossare i tacchi alti, ne ho indossati un paio veramente spettacolari che mi hanno inarcato il culo rendendolo veramente spettacolare. Giunta nel suo ambulatorio, mi ha fatto accomodare e, poiché era l’ultima paziente, ha chiuso la porta dietro di noi così da non correre il rischio di esser disturbati. Mi son seduta davanti alla sua scrivania ed ho accavallato le gambe, suscitando subito un suo sorriso di compiacimento. Lui si è alzato e, dopo aver aperto una vetrina, ha preso una confezione e si è appoggiato alla scrivania davanti a me.

«Ti ho prescritto questa serie di pillole, perché sono il perfetto dosaggio per la tua giovane età. Se non sbaglio fra pochi giorni compirai il 17 anni e questo farmaco è perfetto per regolarizzare il tuo ciclo mestruale e farti vivere la vita in maniera serena senza nessun tipo di problema. Inoltre questa confezione, come vedi, ha le prime sette pillole in questo spazio rosso, che sta a significare che queste le devi prendere a partire dal primo giorno che avrai il ciclo mestruale. È importante iniziare esattamente come indica la confezione, così sarai perfettamente protetta. Due giorni dopo aver finito di prendere le pillole nello spazio rosso, torni da me.»

Appena finito di parlare, lui era in piedi davanti a me e all’altezza del mio viso c’era il suo pacco già gonfio sotto la stoffa dei pantaloni. Senza nessuna esitazione ho alzato la mano e sono andata ad accarezzarlo attraverso la stoffa; subito lui mi ha sorriso, mi ha preso per mano e insieme siamo entrati in un piccolo locale adiacente allo studio, dove c’era un letto non molto grande, ma sicuramente molto comodo. Mi ha invitato a spogliarmi nuda, mentre lui ha fatto lo stesso.
«Oggi voglio insegnarti un’altra cosa: ti voglio far godere mentre mi succhi il cazzo! Sai cos’è un 69?»
Ho scosso il capo perché ignoravo di cosa stesse parlando e lui, una volta nuda, mi ha fatto distendere su quel letto e, giratami al contrario, si è messo a leccarmi la fica, mentre io mi son trovata, davanti alla faccia, la sua splendida mazza che subito ho preso a leccare. Sentivo ondate di piacere percorrere il mio corpo e questo mi faceva impegnare sempre di più a succhiare quella meraviglia, che sembrava diventare sempre più grossa nella mia bocca. Ho avuto un violento orgasmo, che lui ha succhiato tutto con la bocca e poi mi ha incitato a spinger il suo cazzo ancor più in fondo nella mia gola.

«Prova ad affondarlo ancora di più e vedrai che la sensazione di vomito sparisce nel trattenerlo sempre più in bocca.»

Mentre lui riprendeva a leccarmi la fica, portandomi di nuovo a godere, io ho seguito il suo insegnamento e, ben presto, son riuscita a prenderlo tutto in gola. Mi son sentita molto fiera di tutto questo e lui, come ricompensa, mi ha fatto di nuovo tremare con un altro orgasmo molto forte. Mentre mi leccava la fica, con un dito è andato a titillare le crespe del mio culo. Per un attimo ho avuto un leggero irrigidimento, ma lui mi ha subito incitato a restare calma.

«Rilassati e goditi il piacere che stai provando. Anche con questo buco si può godere moltissimo e mi piacerebbe molto farti vivere questa esperienza.»

L’ho guardato, sostenendo che, da quanto già sapevo sul rapporto anale, mi risultava che era un qualcosa di particolarmente doloroso.

«È doloroso se e quando viene fatto in maniera impropria e frettolosa. Se, invece, viene eseguita per bene, ti posso assicurare che il piacere è sconvolgente.»

Ho annuito e son tornata a succhiargli il cazzo, mentre lui, lentamente, dopo averlo lubrificato con i miei stessi umori, ha iniziato a infilarmi un dito nel culo. Ho preso a gemere per l’insolita introduzione, che mi dava una strana sensazione. Quando lui si è reso conto che ero già ben disposta, si è alzato in piedi, è andato di corsa nello studio ed è tornato con in mano un piccolo tubetto di crema, con una lunga cannula. Ha spalmato la crema sopra il mio orifizio e, delicatamente, con un dito ha iniziato a farla scivolare dentro. Ha ripetuto più volte la stessa operazione, mentre io cominciavo ad abituarmi al piacere di quell’intrusione, fin quando, ad un tratto, non ha inserito delicatamente la cannula tutta dentro il mio culo: ho sentito qualcosa di fresco che, lentamente, pervadeva le mie viscere. Quando ha sfilato la cannula dal culo, ha lubrificato ancora di più la rosetta e, con un dito, ne ha spalmato ancora sul foro, ha spinto delicatamente il dito dentro, che è scivolato senza nessun problema. Ha anche lubrificato la punta del suo cazzo, poi mi ha esortato a mettere il viso sul cuscino e, con le mani, tenere le chiappe ben aperte.

«Quando sentirai la punta del mio cazzo forzare la tua rosetta, non ti irrigidire. Resta rilassata e spingi come se volessi evacuare, questa operazione servirà a far rilassare i muscoli anali e, solo all’inizio, sentirai un po’ di fastidio, ma, quando entrerò dentro di te, la sensazione sarà molto più bella. Appena senti il mio cazzo entrare, con una mano, masturbati, così il piacere sarà completo!»

Continuava a muovere il dito ancora un po’ dentro e fuori, poi ho sentito la sua cappella premere fra le crespe del mio culo. Mi ne ha spinto un po’ dentro poi si è sfilato, io ho cominciato a masturbarmi velocemente, mentre lui ripeteva il gioco dentro fuori, spingendone sempre di più all’interno. Sentivo il piacere della masturbazione che, in qualche modo, leniva il fastidio che provavo nel sentirmi il culo pieno da quella grossa verga. Poi, lentamente, quando la punta è entrata e uscita liberamente, ha preso a scorrere sempre più in profondità, fin quando ho avvertito che ce l’avevo tutto nel culo.

«Cazzo, ti sento! Mi stai slargando il culo! Fa un po’ male, ma non tantissimo!»
È rimasto immobile e la sua mano destra è venuta a sostituire la mia sulla fica; subito ha preso a masturbarmi velocemente, mentre, contemporaneamente, ha preso a sfilare la verga dal culo, per poi infilarla di nuovo dentro, iniziando un lento va e vieni che, unito alla masturbazione, ben presto mi ha portato a superare il fastidio della sua presenza nel culo. Ho cominciato a sentire uno strano piacere, molto diverso da tutto ciò che avevo provato fino a quel momento: più lo sentivo muovere e più questa sensazione era bella. Ad un tratto, ho avuto un orgasmo perché il mio corpo è stato percorso dalla testa ai piedi da un’ondata di piacere che mi ha letteralmente sconvolto.
«Oddio, vengo! Vengo! VENGO!»

Ho preso a tremare in maniera incontrollata, mentre lui ora mi pompava il culo sempre più velocemente. Ad un tratto, mi ha afferrato i seni e mi ha costretto a mettermi inginocchio davanti a lui, mentre continuava a sfondarmi il culo sempre più forte. Era un piacere sconvolgente, unico e fantastico! Lui, con la mano destra, mi masturbava e, ad un tratto, ha messo due dita della mano sinistra dentro la mia bocca, ha appoggiato la sua guancia alla mia e le sue parole mi hanno sconvolto!

«Chiudi gli occhi! Chiudi gli occhi e immagina che, mentre ti fai sfondare il culo, hai un altro cazzo in bocca da succhiare!»

Nello stesso istante in cui ho chiuso gli occhi ed ho immaginato ciò che mi veniva suggerito, ho avuto immediatamente un altro orgasmo. Ho preso a tremare e a gemere a bocca piena, mentre lui ora mi pompava il culo sempre più forte. Ha continuato a limarmi il culo, facendomi godere ancora un’altra volta, poi mi ha avvertito che mi avrebbe inondato il culo di sborra e che, una volta finito, avrei dovuto infilarmi il cazzo in bocca e leccare fino all’ultima goccia. Ero in delirio.

«Sì! Dai, sborrami nel culo! Voglio sentirla tutta dentro la tua sborra! Dai, che vengo! Oddio, vengo!»

Un orgasmo incredibile ha scosso tutto il mio corpo, mentre lui ha preso a riversare nel mio intestino tutta la sua sborra. Sentivo ondate di calore riempire il mio retto, mentre lui con colpi violenti si svuotava dentro di me.

«Tieni, puttanella! Prendilo tutto nel culo, meravigliosa zoccoletta! Ti sborro in culo! Sei una puttanella magnifica. Farò di te la mia sgualdrina.»

Ho sentito tutte le contrazioni del suo cazzo mentre mi schizzava nel culo e poi, ad un tratto, mi ha spinto via da sé ed io, nel sentirmi sfilare il cazzo dal culo, mi son girata e l’ho preso in bocca. Era ricoperto di tutto: dai miei umori alla sua sborra. Ho leccato fino all’ultima goccia e lui mi ha osservato compiaciuto.

«Sei fantastica! Per esser così giovane e inesperta, sei semplicemente fantastica! Una sgualdrina stupenda! Farò di te una grande zoccola!»

Siamo rimasti distesi per un po’ di tempo: ero sdraiata sul suo petto e, ad un tratto, lui mi ha preso il viso e mi ha guardato negli occhi.

«Ti è piaciuto? Spero proprio di sì, perché voglio far di te la mia troietta personale. Tua madre mi aveva avvertito che saresti venuta da sola, e lei stessa mi ha sollecitato di iniziarti al piacere della sodomia. Ti ho prescritto la pillola, ma non voglio che tu vada in giro a farti scopare da chiunque, e nemmeno a farti inculare, questi due buchi saranno solo ed esclusivamente miei. Succhia tutti i cazzi che vuoi, ma non mi deludere: fica e culo sono miei! Ricordati quello che sto per dirti: tu per me sei una persona speciale!»

Gli ho sorriso e gli ho garantito che avrei fatto esattamente come lui mi ha detto, anche se ero curiosa di capire per quale motivo fossi per lui così speciale. Quando son tornata a casa, mia madre mi ha abbracciato e mi ha chiesto come mi era sembrata quell’esperienza; io l’ho guardata e le ho risposto che era stata davvero magnifica.

«Amore mio, ne ero certa! Paolo è una persona veramente speciale, lo era anche per tuo padre, che era suo amico dalle elementari. Sì, Paolo è proprio una persona speciale!»

L’ho guardata cercando di capire perché anche per lei era speciale e così ho chiesto ulteriori spiegazioni. Lei ha abbassato lo sguardo e la sua voce era carica di malinconia, mentre raccontava:

 
«Quando ho conosciuto tuo padre, Paolo era il suo migliore amico e, fra noi, è nata subito una splendida amicizia. All’epoca, Paolo studiava ancora per diventare medico ed aveva dato un importante esame che di fatto completava una lunga serie. Eravamo così allegri e felici quella sera, a casa sua, che, tra un brindisi e l’altro, siamo finiti tutti e tre insieme a letto. Mi hanno scopato insieme, anzi, tuo padre mi ha sverginato quella sera e Paolo si è preso la mia verginità anale. Mi hanno scopato insieme a lungo, in doppia, sborrando entrambi ripetutamente dentro di me, senza preoccuparsi minimamente del fatto che avrei potuto restare incinta. Infatti, quando è successo e ne abbiamo preso atto, tuo padre non ha avuto un attimo di esitazione a sposarmi e Paolo ha sempre seguito tutta la gravidanza, continuando a scopare con me con tuo padre presente, senza nessun problema. Potrei azzardare a dire che, forse, potresti esser anche figlia sua.»

In quel momento, mi è stato chiaro tutto quello che c’era da capire. Son tornata a trovare Paolo come mi aveva detto lui e constatato che prendere la pillola non mi aveva creato nessun problema, mi son fatta inculare ancora godendo tantissimo. Dopo di allora, ci son tornata altre due volte, sempre facendo in modo che lui avesse modo di sfondarmi il culo, mentre invece mia madre aveva preso a frequentare Edoardo, un bel ragazzo di quarant’anni che, periodicamente, veniva nella tabaccheria, in quanto era un rappresentante di articoli da fumo. Fra di loro era nata una bella relazione e, una sera, ne abbiamo parlato tutte e tre insieme. Mia madre ha spiegato che lui avrebbe voluto che lei andasse a vivere con lui, ma l’unico inconveniente stava nel fatto che lui abitava in un’altra città. Stranamente, è stata mia nonna a spingere mia madre ad accettare questo cambiamento totale della sua vita.

«Figlia mia, hai 35 anni, una figlia di 17 e, quindi, hai tutto il diritto di rifarti una vita. Io sono stanca, quindi, possiamo vendere la tabaccheria e voi due potete andare a vivere in un’altra città, avendo già nelle mani un bel gruzzoletto.»

Ha chiesto anche il mio parere, che è stato subito favorevole, con una sola piccola eccezione: poiché ero al quarto anno delle superiori, ho chiesto di poter finire i rimanenti tre mesi di scuola in città, poi, mi sarei trasferita con lei nella nuova destinazione. Lei ha accettato subito e così abbiamo messo in vendita la tabaccheria, che trovandosi in una zona molto strategica ed avendo un ottimo fatturato, ci ha messo in condizione di ricavarne un ingente profitto, soddisfacendo le aspettative di tutti. Io mi sono trasferita a casa di mia nonna e, da quel momento, anche la mia vita è diventata veramente speciale. Mi son divertita a succhiare tutti i cazzi che mi son venuti a tiro, soprattutto con la complicità di mia nonna, che aveva già un suo giro di persone fidate che, periodicamente, si facevano succhiare il cazzo da lei, ma ora erano molto più contenti di poterlo infilare nella mia bocca. Negli ultimi tre mesi, ne ho presi davvero tanti di cazzi, soprattutto perché, una sera, sono stata invitata da una classe del quinto superiori, alla cena degli ultimi 100 giorni, dove eravamo solo una decina di ragazze in compagnia di non so quanti ragazzi: a giro, ci hanno fatto succhiare tanti di quei cazzi, che credo di aver ingoiato una quantità industriale di sborra. Mi son anche tolta qualche sfizio. Mi son succhiata il professore di ginnastica, che, appena me l’ha messo in bocca, è subito schizzato. Anche il professore di matematica è passato fra le mie labbra e, il suo, è stato il cazzo più piccolo che abbia mai visto in vita mia. Mi son fatta anche il bidello del nostro piano, un vero porco con un cazzo corto, ma di grosso spessore, che ha apprezzato così tanto il mio lavoro di bocca che ha sborrato due volte. Mi son fatta anche il vicepreside, che sembrava quello più inarrivabile, mentre il porco per eccellenza è stato il preside, che mi ha scopato la bocca a lungo e, quando ha sborrato, me lo ha spinto tutto in gola. Naturalmente gli ultimi tre mesi che ho passato in questa città, mi sono fatta inculare ripetutamente da Paolo e, due giorni prima di trasferirmi, ho passato un intero pomeriggio in sua compagnia, durante il quale, per cinque ore, mi ha sfondato fica e culo, facendo diventare entrambi i buchi delle vere voragini, godendo moltissimo nel sentire il suo seme inondare il mio ventre. Poi mi sono trasferita e, per tutta l’estate, ho passato le mie vacanze in compagnia di mia madre e del suo giovane amore che, però, ha cominciato a rivolgere delle attenzioni anche verso di me e questo ha irritato molto sia me che mia madre. Infatti io, quando me ne sono accorta, ho riferito subito a lei che, immediatamente, ne ha discusso con lui. Il bastardo, però, ha cercato di negare, dicendo che ero io che lo provocavo, così un giorno gli abbiamo teso una trappola: con mia madre nascosta in casa ed io intenta a prendere il sole in terrazza. Lui è arrivato ed ha cercato in tutti modi di far sesso con me, finché mia madre è uscita dal suo nascondiglio e lo ha cacciato di casa.

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Ho scopato la suocera

Posted by admin under Incontri Erotici on sabato Dic 3, 2022

Mi chiamo Adriano, ho 36 anni, sono sposato con Michela che ha la mia stessa età. Da circa un anno, un trasferimento per motivi di lavoro ci ha permesso di tornare al nostro paese di origine. Abbiamo ristrutturato la vecchia casa dei miei genitori e questo ci fa davvero piacere, anche perché, dopo la loro morte, avvenuta circa una ventina di anni fa e di mio suocero appena tre anni orsono, è rimasta solo mia suocera come parente.

Lei abita in una piccola frazione, distante circa una decina di km da noi, in una villetta indipendente. Maria è una bella donna di cinquantasei anni, dal fisico stupendo ed il suo aspetto le permette di muoversi fra la gente senza passare inosservata. Alta, slanciata, fisico snello, una quarta di seno che sfida le leggi di gravità, il ventre piatto, un bel culo a mandolino, la rendono una vera gioia per gli occhi di chi la guarda. Capelli biondi, occhi chiari, labbra carnose, che lei adorna sempre con un rossetto rosso fuoco, ha sempre avuto una vita indipendente ed un rapporto speciale con mio suocero, che, sono convinto, era orgoglioso esibirla al suo fianco quando passeggiavano per le strade del paese, e notava gli occhi carichi di cupidigia dei maschi che la osservavano.

Per completare il quadro, bisogna aggiungere anche il fatto che lei ha sempre indossato abiti abbastanza audaci, che le modellavano le forme, stimolando ancor più il desiderio di chi la guardava, senza poter far a meno di sbavare per quel corpo stupendo.

Dopo la morte di mio suocero, il suo comportamento non è cambiato granché, anche se mi è sembrata un po’ più chiusa, riservata, sicuramente meno solare che in passato. In occasione delle ultime feste natalizie, è successo un piccolo fatto che ha, in qualche modo, modificato il nostro tranquillo tran tran quotidiano. La notte di Natale avevamo partecipato alla messa di mezzanotte e poi, tra una cosa e l’altra, assieme alla gente del paese, avevamo festeggiato nei locali della parrocchia, giusto per scambiare gli auguri. Praticamente siam tornati a casa molto tardi e, poiché nevicava, Michela ha insistito perché la madre passasse la notte a casa nostra, facendola sistemare nella camera degli ospiti, adiacente alla nostra. Al mattino, mi ero attardato ancora un poco nel letto, quando sono stato svegliato dal cicaleccio di mia moglie e sua madre che, in cucina, stavano decidendo se fare colazione o meno, in considerazione del fatto che era quasi ora di pranzo. A quel punto la figlia ha chiesto alla madre di venire chiedere anche il mio parere. Proprio in quel momento, stavo uscendo dal letto con indosso solo i miei slip alquanto striminziti, che, quindi, non nascondevano per niente una forte erezione mattutina, che faceva tendere il tessuto, mettendo in evidenza la mia poderosa dotazione. In effetti ho un bel cazzo di quasi una ventina di centimetri, con una ottima circonferenza che, a detta di mia moglie, quando una donna se lo sente entrare nel ventre, lo avverte per bene in tutta la sua esuberante consistenza. Maria, quando ha aperto la porta della camera, non ha potuto non notare la mia superba erezione, ma nemmeno è scappata fuori o si è coperta gli occhi, ha solo sorriso. Per un attimo ci siamo fissati negli occhi, poi lei ha girato i tacchi e se n’è andata. Io mi son vestito e, quando sono entrato in cucina, mi è sembrato che tutto era abbastanza normale. Nessun accenno a quanto successo poco prima. Due giorni dopo, passata la tormenta di neve, e riaperte le strade, lei mi ha pregato di accompagnarla a casa, perché voleva prendere almeno degli indumenti per cambiarsi, in quanto, in tutti quei giorni, aveva praticamente indossato sempre le stesse cose. Seduta accanto a me, nell’abitacolo della mia auto, all’inizio se n’è stata in silenzio, guardando fuori dal finestrino. Poi, ad un tratto, si è girata e, dopo avermi sorriso, mi ha parlato molto pacatamente.

«Scusami, per quello che è successo la mattina di Natale. Sono stata estremamente maleducata a non bussare, prima di entrare in camera tua.»

Era la prima volta che parlavamo di quanto era accaduto e io ho cercato di rassicurarla.

«Tranquilla, non è successo assolutamente niente di cui tu mi debba chiedere scusa. Piuttosto è stata colpa mia che, non essendo abituato ad avere persone in casa al di fuori della moglie, mi sono mostrato in uno stato alquanto indecente.»

Lei sorride e, dopo avere scosso la testa, scherza un po’ su ciò che è accaduto.

«Indecente! Veramente a me sei apparso tutto, tranne che indecente. Sarei tentata a farti una domanda, cui, però, non sei tenuto a rispondere per forza.»

La guardo, sorrido e la invito a formulare la domanda.

«Scusami se te lo chiedo, ma son curiosa di sapere quante volte mia figlia, diciamo nell’arco di una settimana o di un mese, riesce a prendere quella meraviglia che spuntava dalle tue mutande.»

La guardo e mi rendo conto che stiamo argomentando su fatti molto intimi, così decido di stare al suo gioco, per vedere sin dove può arrivare.

«Veramente, non è che stiamo lì a contare quante volte lo facciamo; diciamo che lei se lo prende spesso e volentieri, ogni qualvolta che ne ha voglia.»

Lei mi guarda un po’ sbalordita, poi riflette per qualche secondo e, subito dopo, commenta con una certa malinconia nella voce.

«Capisco che, per una donna giovane come lei non ci sono molte difficoltà a godere con un maschio come te. Invece io, ormai vecchia, posso solo godere dei ricordi di splendidi momenti vissuti con mio marito.»

Era evidente la sua tristezza in quelle poche parole e, quindi, ho cercato di tirarle su il morale.

«Mettiamo subito in chiaro una cosa: tu non sei affatto vecchia! Sei una splendida donna matura che, in circostanze diverse, non mi dispiacerebbe per niente corteggiare con lo scopo di portarla a letto e farla godere il più possibile. Spero che non mi reputi troppo sfrontato.»

Lei si gira, mi guarda e, con un sorrisetto ironico, continua a schermirsi, cercando di sminuire la sua capacità seduttiva.

«Sei un adorabile bugiardo! Lo dici solo perché vuoi consolare una povera vecchia come me e, soprattutto, ti diverti a prendermi in giro, perché sai benissimo che, essendo tua suocera, non ti chiederei mai di fare quello che hai appena detto.»

Ora sono io che la guardo incuriosito. Mi sto rendendo conto che il nostro discorso è arrivato ad un punto in cui bisogna mettere in chiaro alcune cose.

«Maria, non scherzare con me! Parlando seriamente, una bella donna come te, stretta fra le mie braccia a godere mentre fa sesso con me, sarebbe qualcosa di estremamente eccitante. Posso confessarti che, in passato, ho fatto qualche pensiero peccaminoso nei tuoi confronti e, ti assicuro che, a suggerire questi complimenti, non è un sentimento di pietà o consolazione.»

Lei non mi risponde, perché siamo giunti alla sua abitazione e, dopo aver parcheggiato, entriamo in casa. Lei mi invita a sedermi sul divano, mentre provvederà a fare una doccia ristoratrice e mettere qualcosa in valigia, perché non staremo a lungo in casa, in quanto abbiamo deciso di partecipare, assieme ad altre persone del paese, alla festa di Capodanno, che si terrà nei locali della parrocchia.

Resto in silenzio a riflettere su quanto detto, mentre sento lei che entra in camera sua ed inizia a spogliarsi.

Titubante, la seguo con lo sguardo e quando vedo, attraverso il corridoio che lei è entrata in camera senza chiudere completamente la porta, decido di avvicinarmi in silenzio. Prendo a spiarla attraverso lo stipite della porta. Si spoglia velocemente, rivelando un fisico quasi perfetto nella sua naturale bellezza. Nonostante l’età, non presenta alcun cedimento: il suo corpo è ancora tonico da far invidia a quello di mia moglie. In effetti, madre e figlia si assomigliano tantissimo. Una volta nuda, entra direttamente in bagno attraverso la porta che ha in camera e sento lo scrosciare dell’acqua. Silenziosamente entro anche in camera e noto che la porta del bagno è lasciata accostata. Questo mi permette di osservarla attraverso lo specchio, mentre accuratamente si lava, passando ripetutamente la mano all’interno delle cosce ed anche lungo il solco del sedere. Si lava con cura e solerzia, con particolare attenzione al seno, che accarezza passando ripetutamente la mano sui capezzoli, che ora noto duri e gonfi. Quando lei chiude l’acqua, mi rendo conto che sta per uscire, così, silenziosamente, torno sui miei passi. Dopo qualche istante, mentre sono ancora nel salone, la vedo comparire avvolta nel suo accappatoio bianco. Mi osserva per un attimo in silenzio, poi la sua voce, ridotta a quasi un sussurro, scandisce:

«Potevi anche entrare, così avresti potuto ammirare meglio quello che stavi osservando di nascosto, come un ladro. Almeno, quello che hai visto, ha soddisfatto la tua curiosità?»

Resto alquanto sorpreso, non avendo percepito di esser stato notato mentre la spiavo. Sono davvero incerto sul da farsi, mentre, dentro di me, avverto la vergognosa sensazione di un bimbo sorpreso a rubare la marmellata.

«Scusami, sono stato un vero maleducato, ma, a maggior ragione, ribadisco quello che ti ho detto in auto: hai un corpo stupendo, che incanta!»

Lei si è avvicinata a me, mi guarda dritto negli occhi e poi, senza dir nulla, mi prende per mano e insieme siamo entrati in camera da letto. Lei, con un semplice gesto, ha lasciato cadere l’accappatoio ai suoi piedi, mostrandosi nuda a me che, nel frattempo, mi stavo spogliando così in fretta, come se i vestiti mi stessero bruciando addosso.

L’ho stretta a me ed abbiamo iniziato a baciarci.

La sua lingua è entrata con prepotenza nella mia bocca ed ha iniziato una danza erotica assieme alla mia, mentre le nostre mani esploravano esagitate i nostri corpi, alla ricerca dei punti più sensibili, onde acuire ancor più l’eccitazione ed il piacere. Quando ci siamo staccati l’ho adagiata sul letto, le ho baciato il corpo, scivolando fra le sue cosce e lei, lusingata dal desiderio che mostravo, ha tirato la mia testa sulla sua figa bagnata e gocciolante. Ho preso a leccare tutto il nettare che sgorgava copioso da quella fonte di Venere e lei, in breve, ha raggiunto subito un orgasmo e, con forza, ha schiacciato il mio viso contro la sua intimità, mentre la mia bocca veniva inondata dal suo nettare. Poi si è rigirata e la sua bocca si è subito impossessata del mio cazzo. Ho sentito che scivolava, in tutta la sua lunghezza, nella sua gola, mentre lei continuava a spingere il bacino contro la mia bocca, perché voleva godere ancora con la mia lingua. Mi ha leccato e succhiato avidamente, scivolando in basso fino a prendere in bocca anche le palle e, ad un tratto, con la voce rotta dall’emozione per la forte eccitazione, tanto da sembrare un flebile lamento, ha affermato:

«Non vedo l’ora di sentirti dentro, perché ci sto pensando da quella fatidica mattina. Quando ti ho visto, i miei occhi non hanno potuto staccarsi da questo membro meraviglioso e, immediatamente, un languore si è impadronita del mio basso ventre. In un istante mi son ritrovata fradicia fra le cosce. Ti voglio, lo voglio sentire tutto, fino in fondo.»

Mentre parlava, si è rigirata e distesa supina a cosce larghe e, con le braccia tese verso di me, mi ha invitato ad entrarle dentro. Mi sono appoggiato a quella meravigliosa fonte di goduria e, con un affondo deciso, sono entrato tutto, fino in fondo. Quando il mio cazzo ha colpito il fondo, lei ha inarcato il corpo e spalancato la bocca, mentre veniva scossa dai fremiti di un orgasmo portentoso.

«Meraviglioso! L’ho sentito tutto, fino in fondo! È stato così bello che mi hai subito fatto venire! Sei un vero toro! Scopami! Fai di me la tua vacca! Sbattimi! Fammi morire di piacere, perché è da tanto tempo che non mi sento così bene, fra le braccia di un maschio.»

L’ho scopata a lungo, facendola godere ripetutamente, poi l’ho rigirata e l’ho messa a quattro zampe e, tenendola per i fianchi, ho preso a scoparla da dietro, facendola impazzire ancor di più. Ero prossimo a godere e lei se n’è resa conto.

«Vieni, vienimi dentro! Inonda il mio ventre e poi fammi succhiare questo membro stupendo che mi sta facendo veramente godere tantissimo.»

Ho aspettato ancora un suo ennesimo orgasmo, poi l’ho riempita del mio sperma caldo e denso. Mi sono sfilato da lei che, rapidamente, si è girata e si è messa a succhiare lo sperma residuo dal mio cazzo, finché non ha raccolto ed ingoiato anche l’ultima stilla di piacere che ne usciva.

La sua bocca calda ha avuto su di me l’effetto di far rimanere il cazzo duro e lei, compiaciuta del risultato, mi ha fatto distendere supino ed è salita su di me, impalandosi ancora su quel membro che l’aveva fatta appena godere. Ho sentito colare il piacere dalla sua fica sul mio corpo e scivolare giù lungo le palle, mentre lei muoveva il corpo avanti/indietro scopandosi il mio cazzo e cavalcandolo come una amazzone scatenata. Vedevo i suoi seni ballonzolare davanti ai miei occhi e, sollevate le mani, ho preso a stringerli, ad impastarli, strizzandone i capezzoli, mentre lei mi incitava a farle ancora più male, perché questo le procurava molto piacere. Dopo l’ennesimo orgasmo, si è sdraiata sfinita su di me e, a quel punto, ho sentito forte il desiderio di violare anche l’altro pertugio. Sdraiata di lato, ho sollevato una sua gamba ed ho appoggiato la cappella al suo buchetto posteriore. Lei si è girata e, guardandomi con languore, mi ha solo pregato di far piano, perché erano anni che non prendeva un cazzo nel culo. Le sono scivolato dentro lentamente, facendo in modo che lei, man mano, si abituasse alla penetrazione.

Una volta tutto dentro, ho preso a limare quel buco stretto che lei contraeva, per aumentare ancor più le sue e le mie sensazioni, finché, con un grido animalesco, le ho irrorato anche nel culo.

Siamo rimasti sdraiati per qualche minuto, poi, insieme, siamo andati a far la doccia. Circa due ore dopo, siamo tornati a casa mia e, mentre lei disfaceva la valigia nella sua camera, mia moglie si è avvicinata a me e, dopo avermi abbracciato e baciato, mi ha guardato dritto negli occhi, quasi esaminando la mia reazione e, con una voce estremamente mielosa. mi ha chiesto:

«Quanto ha goduto mamma fra le tue braccia?»

L’ho guardata incredulo, ma lei mi ha sorriso e, dopo avermi dato un bacio, mi ha rasserenato.

«Ero dietro di lei quella mattina che è entrata in camera ed ha visto la tua erezione. Ho visto lo stupore nei suoi occhi e, poiché sono a conoscenza del fatto che, con mio padre, spesso e volentieri, facevano sesso coinvolgendo anche altre persone, quando è tornata in cucina, le ho parlato e le ho detto che se desiderava far sesso con te, non avrei avuto nulla in contrario, anzi, ne sarei stata davvero felice. Quando, poco fa, è entrata in casa, i nostri occhi si sono incrociati e lei mi ha fatto un piccolo cenno con la testa, dandomi conferma di aver scopato con te. Rinnovo quindi la mia domanda: quanto hai goduto fra le tue braccia?»

Ho abbracciato mia moglie e le ho detto che sua madre, di certo, si era divertita molto, perché non mi era sembrato avesse tenuto il conto di quante volte avesse raggiunto l’orgasmo. Mia moglie mi ha abbracciato e mi ha baciato e, da quella sera, mia suocera ha preso a vivere in casa nostra, anzi, per esser più precisi, da quel giorno mi trovo con due femmine nel letto che, senza nessuna gelosia, si godono il mio cazzo.

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