Adesso sono un cornuto!

Posted by admin under Incontri Erotici on venerdì Dic 30, 2022

Mi chiamo Marco, ho 35 anni e da tre sono sposato con Milena. Sono di media statura, capelli neri, occhi marroni; lavoro come consulente finanziario in una banca. Milena ha la mia stessa età, è una bella donna alta 1,70, bionda, occhi chiari, seno una buona terza piena, cosce lunghe, ed un bel culo tondo e sodo. Da quando siamo sposati, ho iniziato a sospettare sulla sua fedeltà. Non ci sono stati fatti specifici, ma avevo notato, qua e là, indizi significativi: uscite la sera con amiche che non conoscevo, oppure qualche chiamata, cui non aveva risposto, dopo aver fatto squillare a lungo il telefono, insolite distrazioni, un tono distratto in certe nostre conversazioni telefoniche, come se stesse con qualcuno. Infine la svolta qualche giorno più tardi. Quella mattina l’ho chiamata dal lavoro e quella sensazione che potesse essere con qualcuno si è ancor più rafforzata. Qualche frase spezzata, un’esclamazione inspiegabile, insomma segnali che portavano ad un’unica conclusione: non era sola! Ho interrotto la comunicazione, avvertendo che al lavoro sarei stato impegnato fino al pomeriggio, così da non farle sospettare che io potessi interrompere quello che stava facendo. Ho lasciato l’ufficio con un pretesto: in piena estate, c’era poco lavoro e poca gente, quindi la mia assenza non sarebbe stata notata. Son corso a casa che non dista molto dal mio posto di lavoro: solo circa 15 minuti d’auto. Era necessario arrivare velocemente, per scoprire cosa stava succedendo. Il mio cuore batteva forte, in un misto di angoscia ed eccitazione. Quando son arrivato a destinazione, ho lasciato la vettura nel parcheggio sotterraneo e questo mi ha permesso di raggiungere direttamente il nostro appartamento, senza esser visto da nessuno e, senza indugio, sono entrato silenziosamente in casa. Sono andato verso la nostra camera, ho aperto la porta e lì l’ho travata, sul nostro letto matrimoniale, tutta presa a gustarsi i suoi giochi erotici. La prima cosa che ho visto, è stato un culo peloso rivolto verso di me, che si muoveva ritmicamente, su e giù, su e giù. Ero paralizzato. Non è che non me lo aspettassi, ovviamente, ma constatare che i miei sospetti erano brutalmente confermati, era qualcosa di troppo forte. La mia irruzione non è passata inosservata, nonostante il detentore del culo peloso e la mia Milena, sotto di lui, se la stessero godendo alla grande. Milena mi guardò con un misto tra sorpresa e shock. Non se lo aspettava, era ovvio, e avrebbe preferito non farsi trovare in quella posizione, anche questo era evidente. Io ero senza parole ed anche Milena. Mentre il “culo peloso”, si tolse da Milena e, appoggiatosi accanto, sul gomito destro, mi guardò con un’espressione tra il sorpreso ed il malizioso.

Ruppe il silenzio, chiedendo: «Chi sei?»

Che sfacciato! Non ho potuto rispondere a nulla, ma la cagna ha recuperato la calma ed ha risposto per me: «È Marco, mio marito.»

E, come se ci trovassimo nella più innocente delle situazioni, ha completato la presentazione dicendomi:

«Questo è Massimo… Un mio amico.»

Tanta sfrontatezza aumentò il mio stupore, inibendomi di proferir parola. Un senso di dolore ed umiliazione mi aveva paralizzato, ma, da qualche altra parte, nel mio intimo, quella scena mi aveva eccitato al massimo. A poco a poco sono stato in grado di realizzare la situazione che avevo davanti agli occhi. Erano entrambi completamente nudi. Il corpo bello ed esuberante di Milena era sdraiato sulla schiena, con le gambe divaricate e le grandi tette che le svettavano sul petto. L’uomo che se la godeva era un individuo alto, magro, piuttosto peloso, che mi guardava con curiosità e un cenno soddisfatto. Sicuramente si godeva il fatto che io ero il cornuto e lui era colui che me le aveva appena fatte. Il suo cazzo era ancora teso, proprio come l’aveva tirato fuori dalla fica di Milena quando ero entrato. Ho notato subito che aveva un arnese di generose dimensioni, più grande del mio in spessore e in lunghezza. Visto che ancora non pronunciavo parola, Milena ha ripreso:

«Non so cosa vorresti fare: potremmo continuare a stare insieme o potremmo divorziare, ma, in ogni caso, io non smetterei di andare a letto con Massimo.»

Il fatto che abbia messo le cose in modo così chiaro, mi ha aiutato a superare la mia perplessità e dire quello cui facevo fatica a credere che fosse uscito dalla mia bocca.

«No, Milena. Non voglio divorziare. Voglio continuare ad esser tuo marito e mi farò una ragione se hai bisogno di qualcun altro per esser chiavata in maniera così energica ed appagante.»

Il bull si è fatto una risata piena di soddisfazione. Milena mi guardò attonita e, come se quella soluzione fosse la più bella del mondo, si voltò verso di lui e lo baciò appassionatamente sulla bocca. Hanno limonato per alcuni minuti, mentre io guardavo sempre più ferito ed umiliato, ma, nello stesso tempo, sempre più eccitato, come dimostrato dal gonfiore nei miei pantaloni. Quando finalmente decisero di separare le loro bocche, Milena mi guardò di nuovo con lui davvero incuriosito. Di nuovo, il suono delle mie stesse parole mi sorprese, perché io stesso facevo fatica a credere a quello che dicevo.

«Non voglio perderti. Voglio stare con te, anche se devo abituarmi a vederti scopare con un altro.»

Era una totale soggezione alla libertà di decidere della vita sua e mia, senza limiti e/o condizioni.

«Chiudi la porta e goditi lo spettacolo!»

Molto lentamente si chinò sull’uomo, abbassò la testa e cominciò a baciargli il membro duro. Fece scorrere la lingua su e giù sul tronco, leccò delicatamente il glande, scese con le labbra e la lingua lungo il palo rigido, si dedicò a baciare, leccare e succhiare le palle dure e piene, risalì il tronco fino a ingoiarlo tutto con gioia. Massimo giaceva supino, con chiara espressione di soddisfazione, ed emetteva eloquenti gemiti di piacere, senza esimersi dal sottolineare:

«Brava, zoccola! Fa vedere al cornuto come si succhia e lecca un bel cazzo come questo! Dai, continua. che ti voglio inondare la gola di sborra. Dai, troia, succhia!»

Milena proseguì in quel compito, mentre io ero ben consapevole della sua maestria nel portare a termine quel gioco, finché lui le chiese di farlo sborrare:

«Dai, vacca, succhia che sborro!»

Un suo grido, da vero porco, rese evidente il momento in cui, a seguito del succhiare di lei, le stava riversando in gola tutta la sua sborra. Milena ha proseguito nella sua azione, fino a spremere tutto il succo che poteva ottenere e, solo allora, ebbe a lasciare il grosso randello con la lentezza di chi abbandona qualcosa che in realtà avrebbe voluto ancora tenere per sé.

Poi si alzò sul letto, mi guardò di nuovo e mi disse con fermezza:

«Se vuoi vedere quanto son troia e come ti faccio cornuto, devi farne parte. Vieni a baciarmi!»

Mi avvicinai a lei e premetti la mia bocca contro la sua. Le ho fatto scorrere la lingua dentro, avvertendo subito il sapore acre di sperma e succhi vaginali di cui era inzuppato quel cazzo, prima che lei lo pulisse con il pompino. Quando ha ritenuto che avessi già assaporato abbastanza i sapori del sesso nella sua bocca, si è staccata e mi ha inflitto un nuovo ordine:

«Ora leccami e succhiami la figa, quella dove, fino a poco fa, ha scopato un altro! Me l’ha farcita bene già una volta e, quindi, la trovi ben ricca di crema!»

Ancora una volta ho obbedito, senza chiedermi perché mi stavo sottoponendo a questa ulteriore umiliazione. Mi inginocchiai accanto al letto, affondai la testa tra le sue gambe e presi a leccarla a fondo. Il mio stato d’animo era ridotto ad uno straccio, mi sentivo umiliato, deriso, ma la situazione mi eccitava terribilmente. Senza muover le gambe, affinché continuassi a succhiare, lei avvicinò il busto al corpo di Massimo e prese a baciarlo sulla bocca, sul collo, dietro le orecchie e sul petto peloso. Dalla mia posizione li sentivo parlare appassionatamente.

Lui non smetteva a prodigarle lodi e complimenti.

«Sei la mia femmina, la mia vacca da letto, la mia puttana dolce e succhiacazzi, che voglio sfondare tutta!»

Lei mugolava e gongolava compiaciuta, ricambiando.

«Tu sei il mio toro, un maschio fantastico, una vera fonte di sborra calda!»

Si baciavano con passione e piacere con tutto il trasporto possibile.

Alla fine la mano di Massimo mi separò dal sesso di mia moglie.

«Togliti, cornuto, che la voglio scopare ancora!»

Le salì di nuovo addosso e, dalla mia posizione più bassa, ho notato che il suo cazzo era di dimensioni davvero notevoli e, con un affondo deciso, le sprofondò di nuovo in quella grotta che, almeno finora, avevo considerato solo mia, mentre lei, gemendo di piacere, tornò a circondandogli la vita con le sue gambe.

«Dai, sfondami! Sei un toro meraviglioso! Guarda, cornuto, come mi sfonda!»

Mi son seduto per terra a guardare come scopavano. E devo ammettere che è stato un vero spettacolo. Subito le sue grida ed i gemiti di piacere di Milena hanno riempito la stanza, fin quando, dopo diversi minuti che scopavano intensamente, sono venuti insieme. Lui si è svuotato di nuovo dentro mia moglie, e ancora io ho avuto il compito di pulirle la fica da ogni traccia della sborrata, mentre la bocca di Milena faceva lo stesso con il cazzo del suo amante.

Massimo mi ha toccato scherzosamente la fronte, chiamandomi cornuto in tutte le varianti che gli venivano in mente. Quando Milena ha finito il suo lavoro di pulizia, ha voluto che io l’ascoltassi attentamente.

«Sia ben chiaro che, d’ora in poi, continuerò a scopare con Massimo. Lo sai vero? Ho deciso che gli affido, in maniera incondizionata, figa, bocca e culo, e, per quel che ti riguarda, potrai vederci quando scopiamo, a condizione che tu esegua quanto ti chiediamo. Se sarai bravo ed ubbidiente, poi continuare ad esser mio marito e scopare con me, quando Massimo è lontano, altrimenti me ne vado con lui.»

L’ho guardata, cercando di capire.

«Ma… come siamo arrivati a tutto questo? E perché hai deciso così?»

Lei mi ha sorriso in maniera ironica.

«E me lo chiedi? Al matrimonio di tua cugina, c’era un vecchio che, per tutto il giorno, non ha fatto altro che sbirciare fra le mie cosce e tu, che hai fatto, quando mi ha toccato ripetutamente il culo? Mi hai detto che le mie recriminazioni erano esagerate, perché lui era solo un po’ sbronzo! Io, però, ho notato come ti eri eccitato, né più e né meno come ti è successo ora! Ma guardati! Hai il cazzo duro pure ora che mi hai visto chiavata da questo toro stupendo!»

Effettivamente tutti abbiamo abbassato lo sguardo per dare un’occhiata al famigerato rigonfiamento dei miei pantaloni. La sua voce ha risuonato molto dura.

«Per questa volta, ti puoi fare una sega, ma appena torni in ufficio, non qui; però, in futuro, te la devi meritare! Inoltre fammi un piacere: Prima di tornare al lavoro, scendi in farmacia e prendimi del lubrificante, perché lui mi vuole sfondare anche il culo e me lo voglio godere per bene, senza aver dolore.»

Sono sceso e risalito velocemente e, dopo avergli consegnato il flacone di lubrificante, lei mi ha imposto di tornare al lavoro, tanto al resto avrebbe pensato lui. Mentre me ne andavo, Milena mi ha dato un bacio e ha detto una cosa che mi ha davvero fatto eccitare tantissimo:

«Ho deciso che condurrò la mia vita con te in questo modo, perché è così che mi piace, quindi fa la tua parte ed aiutami a godermela. Sei un buon cornuto e, per questo, ti amo di più. Non preoccuparti, Massimo non sarà il solo, ce ne saranno altri che semineranno nel mio giardino, in modo tale che tu possa godere di corna sempre ben fresche e lucide.»

Non sono riuscito ad arrivare in ufficio; appena in auto, mi son segato ed ho schizzato immediatamente.

Cazzo, sono un cornuto e mi sento soddisfatto.

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Ho disinibito mia moglie.

Posted by admin under Incontri Erotici on mercoledì Dic 21, 2022

Mi chiamo Marco ho 50 anni e sono sposato con Valeria da 30 anni. Abbiamo 2 splendidi figli, un maschio, Andrea, di 29 anni e la femmina, Lucia, di 27. Valeria ha la mia stessa età, è magra, bruna, occhi scuri, un bel seno che riempie una 4ª misura, un bel culo tondo e sodo, ama molto esser fine ed elegante. Da ragazza ha avuto un’educazione molto rigida e solo con me si è lasciata un po’ andare ai piaceri della vita. In effetti la nostra vita sessuale non ha grandi sconvolgimenti, perché a lei piace molto la classica scopata alla missionaria, raramente lo prende in bocca o se lo lascia infilare nel suo splendido culetto. Lavoro come dipendente di una grande azienda produttrice di energia elettrica, mentre lei, dopo aver lavorato molti anni come segretaria d’azienda, ora fa la casalinga, perché quell’azienda è finita in fallimento. Abbiamo avuto, fino ad oggi, una vita molto tranquilla, senza scossoni, ma ultimamente avverto, dentro di me, il forte desiderio di cambiare il nostro monotono modo di far sesso. Ho voglia di apportare dei cambiamenti e, soprattutto, desidero disinibire questa donna, che mi sembra, dopo la perdita del lavoro, si sia lasciata un po’ andare. Per realizzare questo mio progetto, ho deciso che, dopo tanto tempo, in occasione delle feste di Natale, di regalarle un po’ di intimo particolare. Sono andato in un negozio specifico e, con molta serenità ed oculatezza ho scelto dei capi più idonei per lei. Arrivato a casa, la notte della vigilia, una volta rimasti soli, scartammo i regali. Alla vista dell’intimo, lei si è missa a ridere e ha detto che non aveva più l’età per quelle cose. Le avevo regalato uno slip nero con i bordini di pizzo, completamente trasparente, un paio di autoreggenti e un reggicalze perfettamente coordinato, oltre ad un reggiseno sempre di colore nero, ma con del pizzo finissimo trasparente, che modellava il suo meraviglioso seno. Le ho chiesto di indossarli, ma ha risposto che era troppo tardi e siamo andati a dormire. Nel letto proseguimmo a parlare e fui richiesto come mai avessi pensato a regalarle un intimo così spinto.

«Amore, scusa, ma perché mi hai regalato queste cose tanto particolari che mi farebbero sentire a disagio ad averle addosso.»

«Te le ho regalate perché ti trovo ancora bella e sensuale e vorrei che la nostra vita sessuale avesse un po’ di pepe in più. Da quando hai lasciato il lavoro, ho come l’impressione che tu ti sia lasciata andare. Non che ti trascuri personalmente, ma ti sento spenta, come se il sesso non fosse più fra i tuoi interessi. Ho voglia di risvegliare la tua passione che, anche se non è mai stata molto intensa, ora mi manca. Mi piacerebbe che domani tu indossassi quelle cose in occasione del pranzo di Natale con tutti gli amici e parenti.»

Lei mi ha risposto che voleva pensarci. La mattina dopo ci siamo svegliati sul tardi e, fatta colazione, poiché dovevamo stare a pranzo fuori, indugiamo ancora un po’ nel letto, per poi iniziare a prepararci. Quando lo fece lei, il mio cuore prese a batter forte, ma vidi che, nel vestirsi, indossò uno slip semplice, allora la ripresi, sostenendo che non mi piaceva.

«Dai, amore, metti queste!»

Lei mi rivolge uno sguardo meravigliato e ribatte:

«Ma sei pazzo? Saremo insieme a parenti ed amici, come potrei indossare cose così spregiudicate e particolari?»

Io le rimandai uno sguardo sorridente e continuai ad insistere.

«Ma dai, tanto lo so solo io; chi dovrebbe vederti? Sarà un nostro piccolo segreto, una nostra lieve complicità.»

Fece un sospiro di autocompiacimento e, lentamente, iniziò a mettersi gli slip regalati, dopo le autoreggenti e infine, sul reggicalze, iniziò a titubare.

«Coraggio, che stai benissimo! Sei veramente stupenda!»

Lei mi accontentò e, prima che indossasse la gonna, l’ho presa per mano e l’ho portata in bagno e, dopo averla fatta sedere sullo sgabello, le ho detto di lasciarmi fare. Mi son inginocchiato fra le sue cosce e, utilizzando il mio rasoio, le ho aggiustato il pelo sotto gli slip. Ero tremendamente eccitato al solo sapere che lei indossava quell’intimo così ricercato e lei non nascondeva di esser imbarazzata. Quegli slip non nascondevano i suoi glutei che, alla sua età, erano ancora così sodi e lisci. Sopra indossò una gonna nera, con un leggero spacchetto laterale che le arrivava fino al ginocchio. Completò il tutto con un leggero filo di trucco ed un paio di scarpe con tacco non troppo alto.
Arrivammo al ristorante, salutammo tutti e ci scambiammo i vari saluti; lei era seduta assieme a mia sorella e sua cognata e, mentre si rideva e scherzava, lei non si era accorta di aver leggermente divaricato le gambe e, di fronte, c’era Walter, il fratello di mio cognato, che subito puntò gli occhi su di lei. Egli è un bel maschio di 45 anni, con un certo fascino, ha sempre scherzato con mia moglie e, in più occasioni, l’ha sempre corteggiata in maniera discreta ma insistente. Io ero eccitatissimo. Era chiaro che, dal posto dove era seduto, riusciva a vedere tutto e, sicuramente, non si sarebbe lasciato sfuggire l’occasione di ammirare le sue splendide cosce. Infatti ho visto che si abbassò per raccogliere il tovagliolo e guardò in mezzo alle gambe di mia moglie, che non si era accorta di nulla.

Avrei voluto intervenire, ma il gioco mi piaceva troppo: anch’io riuscivo a vedere la trasparenza dello slip, poi lei si alzò e tutto finì li. Ero al culmine del piacere e della gelosia: mia moglie, così seria ed elegante, che veniva guardata da un altro uomo. Mi allontanai per andare in bagno. Uscito, trovai Walter che si era seduto lì vicino; feci finta di nulla, però mi accorsi che i suoi occhi non si staccavano dal corpo di mia moglie. Lei continuava ad esser ignara di tutto. Ritornai al tavolo e, nel mettermi seduto, notai che Walter si era seduto di fronte a lei. Eravamo presi a ridere e scherzare, ma notai che, più di una volta, si abbassò per allacciarsi le scarpe: mi erano chiare le sue intenzioni. Non riuscivo a credere che, l’idea che un altro uomo potesse desiderare mia moglie, mi eccitasse così tanto. Finimmo di mangiare e mia sorella ci chiese di andare a casa con altri parenti, per giocare a carte: noi accettammo. Appena arrivati, mentre salivamo le scale, finsi di aver dimenticato qualcosa in auto e, quindi, li lasciai che salivano: mia sorella davanti, poi Tania, la moglie di Walter e, davanti a lui, mia moglie. Arrivando immediatamente dietro di loro, ho percepito l’imbarazzo di mia moglie che cercava di mettersi quanto più defilata possibile, ma, nonostante ciò, era evidente che lei cercava di abbassarsi la gonna, ma le autoreggenti ed il perizoma erano anche fin troppo visibili. Quando giungemmo quasi in cima alle scale, lui si è girato verso di me e ci siamo scambiati un’occhiata, consapevoli del fatto che entrambi avevamo visto tutto quello che c’era da vedere. Nessuno di noi due disse nulla, entrammo in casa e ci mettemmo comodi. Avevo il membro durissimo: mia moglie, vestita così, mi aveva riacceso tutte le sensazioni possibili. Poi, mentre stavamo giocando, Walter si era messo seduto davanti a lei e, in più di un’occasione, ho notato che spesso si abbassava per raccogliere sempre qualcosa da terra e, in un paio di occasioni, anch’io mi son abbassato ed ho visto che sbirciava fra le cosce di mia moglie, che lei teneva divaricate sotto il tavolo. La serata finì sul tardi e, mentre si tornava a casa, io e lei, in auto, parlavamo dei fatti salienti che avevano movimentato la giornata. Giunti in camera, lei è andata in bagno a togliere il trucco: io sono entrato e le ho detto che avevo molto apprezzato per come era vestita, ma lei ha risposto che, invece, a lei era sembrato un po’ troppo esagerato. Le ho alzato la gonna e le ho passato le dita sulla vagina: ero troppo eccitato. Le ho confessato che, nel salire le scale, si era visto tutto e che, pure Walter, aveva visto tutto.

«Accidenti, che pessima figura ho fatto! Chissà cosa penserà di me?»

Il tono della sua voce era incerto ed era alquanto arrossita, ma io le ho spostato gli slip ed ho notato con stupore che era già umida. Ho iniziato a masturbarla e lei ha chiuso gli occhi; io, preso dall’eccitazione, ho ripreso a parlare, mentre proseguivo a masturbarla.

«Sicuramente Walter avrà visto tutto e mi è sembrato anche molto interessato alle tue splendide cosce, al punto che, per tutto il pomeriggio, quando eri seduta al ristorante, avevi un po’ aperto le gambe e ti si vedeva la fica tra gli slip trasparenti. È stata una cosa incredibilmente eccitante.»

Lei non ha risposto, ha continuato a tenere gli occhi chiusi, ma la sentivo ansimare, sentivo i suoi umori riempire abbondantemente le mie dita, che ora la masturbavano più vigorosamente. Mi son accorto che era particolarmente eccitata. Per il passato non avevamo mai avuto rapporti sessuali molto intensi, lei si mostrava sempre più che inibita per certe cose, ma, quella sera, stranamente, la sentivo particolarmente languida e lasciva. Le ho slacciato il vestito e, completamente nuda, con indosso solo l’intimo che le avevo regalato, ho potuto constatare che il sottile reggiseno mostrava i suoi capezzoli durissimi ed anche il suo respiro era alquanto accelerato. Continuando a masturbarla, ho ripreso a sussurrarle ciò che avevo visto.

«Walter non si è perso nulla dello spettacolo che gli hai offerto oggi, con le tue cosce spalancate e la fica in bella mostra. Era anche molto interessato al tuo culetto e, in più di un’occasione, ho notato come te lo ammirava, desideroso di profanarlo.»

Mentre parlavo, con l’altra mano le ho passato un dito sul buchetto e lei ha iniziato a gemere e spingere il suo corpo verso il mio e poi, con una mano ha afferrato la mia verga dura ed ha iniziato a segarmi da sopra la stoffa dei pantaloni. Continuando a baciarla, siamo usciti dal bagno e ci siamo ritrovati sul letto della nostra camera. Mi sono inginocchiato fra le sue cosce ed l’ho trovata completamente bagnata. Ero eccitatissimo, ho iniziato a baciarla, leccando i suoi umori attraverso il pizzo delle mutandine e lei ha ripreso a gemere. Mentre continuo a farla godere con la lingua, mi sono slacciato i pantaloni e, preso da un forte desiderio, mi son allungato su di lei e, con un affondo secco e netto, gliel’ho infilato tutto dentro, fino in fondo. Ha avuto un orgasmo all’istante e, quando lo ha esternato, sono rimasto alquanto sorpreso, perché, di solito, gode in silenzio.

«Ooohhh! Sì! Ancora! Dai, amore, che vengo!»

In quell’occasione, mi son reso conto che qualcosa la stava veramente eccitando e son giunto alla conclusione che non poteva non trattarsi del fatto di essersi mostrata, anche involontariamente, agli occhi di Walter. Preso dalla forte eccitazione, non son riuscito a resistere molto e, dopo averla sentita godere ancora una volta, ho iniziato a schizzare dentro di lei, riempiendola.

«Amore, vengo! Sto sborrando!»

Ho sentito il suo corpo fremere, mentre le riversavo dentro tre generose schizzate, poi mi sono sfilato ed ho presentato alla sua bocca il mio cazzo ancora gocciolante. Inizialmente e solo per un attimo, ha cercato di evitare di imboccarlo.

«No dai… Ti prego, lo sai che…»

Vista la mia decisione, ha aperto le labbra ed io gliel’ho infilato tutto in bocca. Anche in questo caso, non ha reagito negativamente: ha preso a leccarlo e succhiarlo, fino a raccogliere anche l’ultima goccia della sborra, che ancora sgorgava dal mio membro. Stanchi, ci siamo addormentati e, per il resto dei giorni che ci separavano dal Capodanno, non siamo tornati sull’argomento, ma abbiamo fatto sesso un’altra volta, in maniera molto intensa ed ho avvertito che era eccitata e vogliosa più del solito. Per festeggiare l’arrivo dell’anno nuovo, ci siamo accordati, insieme a mia sorella Paola e suo marito Stefano, a Walter e Tania, per trascorrere la serata in un ristorante che, oltre al cenone, offriva la possibilità di un’ampia pista da ballo, per festeggiare degnamente l’arrivo dell’anno nuovo. La sera di Capodanno ci siamo trovati davanti al ristorante, tutti e sei insieme. Valeria indossava un abito aderente in maglina che le arrivava al ginocchio e ne modellava splendidamente il corpo. Sotto aveva indossato le sue calze autoreggenti, senza che io le dicessi nulla e sapevo che, con quel particolare vestito, il micro perizoma, di colore inevitabilmente rosso in segno di augurio, che le avevo regalato, era sicuramente infilato nel solco delle sue natiche. Nella parte superiore, l’avevo vista indossare un reggiseno di colore rosso sottilissimo, quasi invisibile. Ai piedi calzava scarpe in pelle décolleté nere, con tacco 10, a spillo. Anche le altre due donne, indossavano vestiti rossi. Mia sorella aveva un abito a trapezio plissettato, che le arrivava appena sopra il ginocchio ed anche lei indossava scarpe in pelle décolleté nere, con tacco 10 a spillo, mentre la più audace delle tre era sicuramente Tania, che indossava un abito aderente, con scollo profondo, che metteva in mostra il suo splendido seno. Ai piedi, scarpe di vernice nera con tacco altissimo, a stiletto. Subito ho notato che Walter non staccava mai gli occhi dal corpo di Valeria. Ci siamo seduti al tavolo, di forma rotonda, ed ho notato che Walter si è seduto proprio davanti a mia moglie. Ogni tanto si scambiavano qualche occhiata, mentre la cena procedeva tranquillamente, in maniera allegra e divertente. Una buona orchestrina suonava musica che istigava a ballare e, fra di noi, ci si alternava a far ballare le nostre donne. Non sempre si ballava con la propria compagna, anzi, a seconda della musica, ci si scambiava di partner. In effetti a me e Valeria piace molto ballare sia il liscio che i ritmi latino-americani, mentre mia sorella e suo marito amano molto il rock e i balli di gruppo, infine Walter e sua moglie preferiscono il tango e, in particolare a Tania, piace molto il latino-americano. Quando mancava circa un’ora alla mezzanotte, Walter ha preso a ballare quasi sempre con Valeria. Mentre io e mio cognato ci alternavamo a ballare con Tania o mia sorella. Ad un tratto mi sono accorto che, per tre brani di seguito, non avevano smesso di ballare e, poiché al tavolo ero rimasto solo con mia sorella, che era intenta a smanettare sul suo cellulare per scambiare messaggi di auguri con i vari amici, mi son alzato discretamente ed ho fatto il giro della sala, alla ricerca di Valeria e Walter. Quando sono giunto quasi all’altezza del bar, li ho visti che ballavano in una zona un po’ meno illuminata del salone. Più che ballare, sembrava quasi che si strusciassero i corpi l’uno contro l’altro, lui teneva la sua faccia vicino alla guancia di Valeria e, ogni tanto, lei rideva. Non potevo sentire cosa si dicessero, ma era chiaro che lui la stava insidiando facendola ridere e, ogni tanto, lei si scostava e lo guardava sorridendo, a volte annuendo, altre scuotendo la testa in segno negativo. Durante una di queste volte, li ho visti di profilo ed ho notato che lui aveva il pacco gonfio e, quando ha di nuovo stretto mia moglie a sé, mi son reso conto che lei non ha fatto nulla per tenersi distante da quella presa così decisa. Ad un tratto, dopo che la musica è finita, mia moglie è tornata al nostro tavolo e, così, anch’io son ritornato al mio posto. Una volta giuntovi, lei era seduta ed aveva il viso arrossato e, quando mi ha visto, ha preso un tovagliolo e lo ha usato come ventaglio, dichiarando che aveva molto caldo. Walter fingeva indifferenza, tenendo il cellulare in mano e, ad un tratto, Valeria ha detto che sarebbe andata in bagno a spruzzarsi dell’acqua fresca sul viso. Quando lei si è alzata, Tania e mio cognato hanno continuato a ballare, mia sorella a messaggiare con il suo cellulare, poi, improvvisamente, anche Walter si è alzato e ha attraversato la pista da ballo. L’ho seguito con lo sguardo e, discretamente, mi sono alzato e mi sono incamminato in senso opposto al suo. Quando è giunto in prossimità del bagno, ho notato che lui si è dato un’occhiata intorno per vedere se qualcuno di noi lo stesse osservando e, di punto in bianco, ha superato la porta del bagno. Quel locale era munito di una porta che immetteva in un antibagno, al cui interno si trovavano le porte che immettevano in due bagni veri e propri, riservati, uno alle signore ed un altro ai maschi, ed entrambi strutturati in modo da poter ospitare un disabile. Ho osservato la scena di lui che entrava e, mentre la porta dell’antibagno si chiudeva lentamente, ho visto mia moglie uscire dal bagno delle signore e lui, dopo averla presa per un braccio, l‘ha spinta di nuovo dentro, chiudendo la porta dietro di sé. Silenziosamente son subito entrato anch’io, occupando quello adiacente destinato agli uomini. Ho notato che il divisorio non raggiungeva il soffitto, quindi, approfittando della presenza di un piccolo sgabello, ci son salito sopra e così ho potuto scrutare quanto succedeva dentro, senza esser visto. Nello stesso tempo ho silenziato il mio cellulare e, sistematolo in modalità video, ho iniziato a riprendere mia moglie che stava parlando con Walter. Egli voleva baciarla, ma lei opponeva una lieve resistenza.

«No, dai ti prego… Andiamo di là, che sicuramente ci cercano… Dai, non è possibile.»

Lui però le aveva messo il braccio sinistro intorno al collo e, attirandola a sé, ha incollato la sua bocca a quella di mia moglie. Subito hanno preso a limonare intensamente, mentre la mano destra di lui ha stretto con forza il seno di Valeria, facendola gemere. Poi, rapidamente, la sua mano è scesa verso il basso e si è infilata sotto il vestito, iniziando a masturbarla. Ho visto lei fingere una qualche resistenza, ma poi, anziché togliere la mano infilata fra le sue cosce, ha allungato la sua sul pacco duro di Walter ed ha iniziato a masturbarlo da sopra i pantaloni. Egli deve averla fatta godere, perché, ad un tratto, lei ha emesso un mugolio di piacere, mentre continuava a baciarlo. Walter le ha tolto il braccio dal collo e, continuando a baciarla, con la mano sinistra ha aperto la patta dei pantaloni ed ha estratto un bel sesso, già teso e duro. Lei lo ha afferrato ed ha iniziato a segarlo, ma lui, infoiato, l’ha spinta a sedere sul grosso water e subito gli ha presentato il suo cazzo davanti alla bocca.

«Succhiamelo! Prendilo tutto in bocca, perché non resisto! È dal giorno di Natale che ti desidero, da quando ho ammirato le tue splendide cosce: per tutto il giorno non ho fatto altro che desiderare di poterti infilare il cazzo in bocca!»

Lei ha cercato di dissuaderlo, ma in maniera assolutamente poco convincente.

«No, dai, ti prego, non abbiamo tempo.»

Lui non ha sentito ragioni e, dopo averle appoggiato il cazzo fra le labbra, con entrambe le mani appoggiate sulla sua testa, glielo ha spinto direttamente tutto in gola. Ho visto mia moglie prendere quella discreta mazza tranquillamente in bocca, senza nessuna remora e questo mi ha, in qualche modo, dato fastidio, anche se ero tremendamente eccitato. Lui la scopava in bocca, soddisfatto del piacere che provava.

«Ci avrei giurato che eri una magnifica pompinara!»

L’ha scopata velocemente per un po’, poi, di colpo, l’ha fatta sollevare, voltare e piegare a 90°, cosa che lei ha eseguito senza opporre nessuna resistenza. Le ha sollevato velocemente il vestito e, spostato con un dito il filo del micro perizoma, le ha infilato di colpo il cazzo tutto dentro, fino in fondo.

«Che meraviglia! Che bella fica calda, che hai! Sei una zoccola stupenda!»

Lei ha preso a godere ed ha avuto subito un orgasmo che ha esternato apertamente, senza alcun ritegno.

«Sì, dai, continua! Dai, scopami più forte, che vengo!»

Lui ha preso a stantuffarla come un pazzo scatenato, mentre continuava ad insultarla.

«Certo che ti scopo! Ti avrei scopato il giorno di Natale, sopra il tavolo, davanti a tutti! Ma adesso ti spacco la fica e te la riempio, come un bignè!»

Lei ha avuto un altro orgasmo, poi si è girata e lo ha supplicato di non sborrarle dentro.

«No, ti prego, dentro no! Non mi sborrare dentro, non sono protetta, e poi, per tutto il resto della serata, continuerebbe a colarmi fra le mie cosce. Dai, ti prego, esci: te lo prendo in bocca.»

In quel momento, mi sembrava di esser stato catapultato in un altro universo. Quella che stava scopando, dall’altro lato del muro, tutto sembrava, tranne che la donna che, in tutti questi anni, ha scopato con me, nel nostro letto. Provavo una forte gelosia, ma anche una tremenda eccitazione, il tutto condito da una certa rabbia che stava montando in me sempre più. Lui ha continuato a chiavarla ancora per un po’, poi l’ha girata di colpo, facendola mettere di nuovo seduta. Lei ha afferrato, con entrambe le mani, quel cazzo che l’aveva fatta godere già per due volte, lo ha portato alla bocca e, senza alcuna remora, si è lasciata riempire la bocca dalla copiosa sborrata che lui vi ha riversato dentro.

«Brava, zoccola! Ingoiala tutta! Fino all’ultima goccia!»

È stato troppo. Silenziosamente, son sceso e sono uscito, ed ho deciso che era ora di tirare una bastardata. Ho aperto e fatto volutamente rumore, iniziando a chiamare mia moglie.

«Amore, dove sei? Amore, sei ancora in bagno? Dai, che mancano pochi minuti alla mezzanotte e ci aspettano tutti per il brindisi.»

Ho preso a tamburellare con le nocche sulla porta del bagno delle signore e lei, con voce roca, mi ha risposto:

«Sì, amore, arrivo subito, dai aspettami al tavolo, che ti raggiungo subito.»

Io ho insistito, sostenendo che mancavano pochissimi minuti e, quindi, era ora che uscisse. Lei ha aperto la porta ed è uscita con l’aria alquanto tesa e preoccupata, poi ha chiuso immediatamente la porta dietro di sé, mi ha preso il braccio ed ha cercato di guadagnare l’uscita. Aveva il viso stravolto e così mi son divertito un po’ con lei.

«Amore, che succede? Hai l’aria un po’ sbattuta! Stai bene?»

Lei ha abbassato lo sguardo ed ha semplicemente detto che c’era troppo caldo e mi ha quasi trascinato fuori dal bagno. Io però, appena uscito, fatti solo due passi, mi son fermato ed ho preso il cellulare in mano e, fingendo di controllare un messaggio, ho guardato l’inizio del video per accertarmi che fosse venuto perfetto. Lei, un po’ incuriosita, si è avvicinata, ma io ho subito chiuso la ripresa e, nello stesso tempo, in quel preciso momento, dietro di noi, alla spicciolata, è uscito Walter che, quando ci ha trovato fermi davanti alla porta, si è defilato verso il bar, fingendo di non averci visto. Entrambi ci siamo dati un’occhiata, perché sia io che lei, lo abbiamo visto benissimo e, sul viso di mia moglie si è subito resa evidente la sua preoccupazione, ma io, senza aggiungere alcunché, l’ho presa per mano e siam tornati al nostro tavolo. Poco dopo è arrivato anche Walter, che si è seduto senza dir nulla. Poi il solito rituale, la conta dei secondi, i tappi di spumante che saltano, i calici che vengono riempiti, i brindisi, i baci e gli abbracci, ma, quando Valeria si è avvicinata a me per darmi un bacio, io mi sono leggermente spostato di lato e, accostata la bocca al suo orecchio, le ho sussurrato una cosa che l’ha lasciata decisamente basita.

«Prima di darmi un bacio in bocca, bevi un po’ di prosecco, così elimini il sapore della sborra di Walter!»

Se le avessi dato una coltellata in quel momento, non sarebbe uscita una goccia di sangue, per quanto è rimasta raggelata dalle mie parole. Subito l’orchestra ha iniziato a suonare e tutti hanno iniziato a fare il classico trenino, compresi i nostri commensali, mentre noi due siamo rimasti seduti al tavolo, rifiutando l’invito di partecipare. Lei mi ha guardato senza proferir parola, io le ho sorriso e, con voce pacata, le ho detto:

«Tranquilla, va tutto bene; ne riparleremo a tempo debito!»

Lei ha provato a balbettare qualcosa, ma io non le ho dato tempo e, in un momento in cui il trenino di persone ci passava vicino, mi son alzato di scatto e mi son infilato immediatamente dietro le spalle di Tania, che stava appoggiata a mio cognato che, a sua volta era appoggiato a mia sorella, con davanti a sé, Walter. Dopo qualche minuto di baraonda, l’orchestra ha iniziato ad eseguire un tango ed io, che avevo Tania fra le mani, l’ho guardata, lei mi ha sorriso compiaciuta ed ha accettato di ballare con me. Immediatamente il suo corpo ha aderito al mio e, poiché ero ancora molto eccitato, ho letto lo stupore nei suoi occhi, quando il suo ventre è entrato in contatto con il mio membro duro. Per un attimo siamo rimasti a guardarci, poi lei mi ha fatto un sorrisetto malizioso e per tutta la durata del ballo, il suo corpo non ha smesso di strusciarsi sul mio cazzo. Terminato il ballo, siamo tornati verso il tavolo, dove c’erano gli altri quattro, che, però, erano tutti indaffarati a scambiare messaggi di auguri con i vari amici e, poiché l’orchestra ha ripreso a suonare, stavolta con una samba, Tania, senza alcuna esitazione, mi ha preso per mano e mi ha trascinato di nuovo in pista. Anche durante questo ballo il suo corpo, in particolare il suo splendido culetto, ha continuato a dimenarsi contro il mio pacco, sempre più duro. Tania è una bella donna, alta, snella, con una 3ª di seno ed un culo a mandolino, che è un vero spettacolo. Avendo poi tacchi alti, risultava ancor più evidenziato nella sua pomposità e, quindi, strofinare il mio cazzo contro quelle splendide natiche, mi ha procurato ancora una più forte eccitazione, al punto da farmi male. Finito di ballare, stavamo per tornare verso il nostro tavolo, quando l’orchestra ha ripreso con una magica e, quanto mai opportuna, lambada. C’è bastato guardarci negli occhi e subito lei ha iniziato a strusciare il suo corpo sul mio. Non stavamo ballando, stavamo semplicemente mimando un amplesso con i nostri due corpi a strofinarsi l’uno contro l’altro. Al termine di questa ulteriore musica, siamo rimasti un attimo abbracciati e lei ha scherzato:

«Accidenti! Se non finiva la musica, non so come sarebbe andata a finire!»

Io l’ho guardata ed ho sorriso.

«Te lo dico io come sarebbe andata a finire: che avresti visto una sontuosa macchia di bagnato sui miei pantaloni!»

Abbiamo riso entrambi e, dato uno sguardo in giro verso gli amici che, seduti al tavolo, erano tutti presi con i loro cellulari, mentre iniziava un nuovo motivo, ho preso Tania per mano e, poiché eravamo ad un passo dal bagno, ci son entrato dentro e, senza indugio, l’ho infilata nel bagno degli uomini. Appena chiusa la porta dietro di me, lei si è inginocchiata, mi ha aperto la patta dei pantaloni ed ha estratto la mia verga, dura all’impossibile.

«Wow! Che bel cazzo, che hai? Me ne ero accorta mentre ballavamo, ma trovarmelo fra le mani, è tutta un’altra cosa.»

Senza aggiungere altro, se l’è infilato quasi tutto in gola, dimostrando di esser una provetta pompinara. Per un po’, ho lasciato che assaporasse la mia verga, poi l’ho sollevata e l’ho messa appoggiata al water, l’ho fatta piegare in avanti e, dopo averle sollevato il vestito e scostato il filo del perizoma, con un solo affondo, gliel’ho infilato tutto dentro, facendola sussultare e gemere nello stesso tempo.

«Oh, sì. Spingimelo tutto dentro! Dai scopami forte, che mi piace da morire il tuo cazzo! Ecco, cazzo, sto per venire!»

Effettivamente il suo corpo ha preso subito a tremare di piacere, mentre io la sbattevo come un pazzo scatenato

.
«Certo che te lo spingo tutto dentro, puttanona. Te la voglio sfondare tutta questa fica goduriosa, per poi riempirtela tutta del mio sperma: godi, vacca!»

Lei è stata scossa da un altro orgasmo, mentre io continuavo a chiavarla sempre più velocemente, poi si è girata e mi ha pregato di sborrarle in bocca.

«Non mi sborrare dentro altrimenti poi mi cola tutto lungo le cosce. Inoltre un bel cazzo come il tuo, voglio sentirlo svuotare nella mia bocca. Dai, chiavami ancora un po’ e poi, fammi bere!»

Non potevo esimermi dal soddisfare una così succulenta richiesta. Le ho dato ancora qualche altro colpo, poi mi son sfilato, lei si è inginocchiata davanti a me e spalancate le fauci, lo ha letteralmente fagocitato tutto fino all’ultima goccia. Le ho lasciato assaporare la mia verga per un po’, poi ne ho sfilato ina buona parte e lei lo ha stretto con entrambe le mani, mentre serrava ancora le labbra intorno alla punta e, con la lingua, mi torturava la cappella.

«Eccomi, dai, bevi, troia! Ingoiala tutta, fino all’ultima goccia!»

Non ne ha perso nemmeno una stilla. Lo ha ingoiato tutto fino all’ultima goccia ed ha leccato e pulito il mio cazzo in maniera perfetta! Poi ci siamo ricomposti velocemente e siamo usciti. Non vedevo il nostro tavolo, di conseguenza, per non destare sospetti anziché andare verso il tavolo, siamo andati verso il bar e ci siam fatti servire due calici di prosecco e con i bicchieri in mano siam tornati verso il nostro tavolo. Quando ci siamo arrivati, ho trovato solo mia moglie e mio cognato, mentre mia sorella ballava con Walter; mio cognato ha preso subito Tania e l’ha portata a ballare con lui. Valeria mi ha guardato un attimo e mi ha chiesto che fine avessi fatto. Io ho solo sollevato il calice indicando che eravamo andati a bere. È rimasta per un attimo perplessa, poi ha lasciato cadere qualsiasi altra richiesta di spiegazioni. Siamo rimasti circa un’altra oretta, poi tutti stanchi abbiamo deciso che la serata poteva finire lì. Nel salutare gli amici, ho visto Walter avvicinarsi a Valeria e sussurrarle qualcosa e, subito dopo, lei lo ha guardato con aria sdegnata, mentre io mi sono avvicinato a Tania e, fingendo di rinnovarle gli auguri, le ho sussurrato che ciò che era successo nel bagno era solo l’antipasto e lei mi ha risposto che era a mia completa disposizione, in qualunque momento avessi voluto un pranzo completo. Durante il viaggio di ritorno, Valeria è rimasta in silenzio; anche se avrei voluto chiedere diverse spiegazioni, nessuno di noi ha proferito parola. Giunti in casa nostra, sdraiati nel letto, ognuno di noi si è girato dal proprio lato e ci siamo addormentati. All’alba sono stato svegliato da una piacevole sensazione e, aperti gli occhi, ho notato che mia moglie mi stava succhiando il cazzo, che era già diventato bello duro. Ha sollevato lo sguardo, trovandomi piacevolmente sorpreso da quell’insolita iniziativa e, senza dir nulla, dopo avermi sorriso un po’ maliziosamente, è salita su di me e si è impalata sul mio cazzo. In silenzio ho sollevato le mani, ho afferrato i suoi seni e li ho impastati facendola godere, mentre dopo aver inarcato le gambe ho preso a sbatterla con forza dal basso, facendola godere. Con me non ha esternato il suo piacere, ma solo un lungo gemito mi ha fatto capire che aveva raggiunto l’orgasmo. Indispettito l’ho girata di lato ed ho continuato a scoparla con più forza, facendola godere di nuovo e, anche in questo caso, lei si è messa a gemere godendo quasi in silenzio. Allora mi sono sfilato da lei e l’ho fatta girare carponi, mi sono inginocchiato fra le sue cosce e, dopo aver appoggiato la punta del cazzo fra le labbra della sua fica, all’ultimo istante, prima di spingerglielo dentro, ho sollevato un po’ la punta e, senza nessun preavviso, l’ho infilato tutto nel culo con un solo affondo. Lei ha emesso un grido di dolore, cercando di sottrarsi a quella dolorosa penetrazione.

«Ahi, mi fai male! Fa piano, mi fai male! Lo sai che non lo voglio nel culo! Mi stai facendo malissimo: togliti per favore!»

Io ho continuato a rimaner piantato dentro di lei e la mia voce aveva un tono severo ed alquanto sadico.

«Ti faccio male? Senti dolore? Allora siamo pari, perché è lo stesso dolore che ho sentito io nel vederti scopare con Walter.»

Lei si è girata e mi ha guardato, cercando di negare.

«Guarda che non è come pensi… Io, cioè, volevo… Cioè no, io non… Non puoi dirmi, una cosa del genere!»

Io, rimanendo piantato nel suo culo, mi son allungato fino al mio comodino ed ho preso il cellulare. Un attimo dopo ho avviato il video che le avevo fatto, mentre scopava con Walter. Lei è letteralmente sbiancata. Mi ha guardato ed ha cercato di farfugliare qualcosa, delle inutili scuse, ma io le ho parlato con tono duro, che non ammetteva nessuna replica.

«Tranquilla, va tutto bene! Visto che ti piace far la zoccola, adesso si cambia! A partire da questo momento, voglio che tu esaudisci ogni mio desiderio, ogni mia fantasia; qualunque cosa ti chiederò di fare, tu dovrai obbedire ciecamente, altrimenti prendo questa registrazione e vado da un avvocato, affinché ognuno vada per la sua strada. Voglio subito una risposta, giusto il tempo che impiegherò a sborrare, perché se non mi avrai risposto prima, nel momento in cui ti schizzerò in bocca, sarai così piena di sborra che non potrai assolutamente aprirla. Decidi in fretta, perché ho voglia di sborrare.»

Senza aggiungere altro, ho preso a stantuffarle il culo con forza, facendola davvero soffrire. Ho sentito i suoi lamenti e le sue lacrime che, lentamente, si son trasformate in gemiti di piacere e, quando mi son reso conto che stava per godere, le ho assestato due sonore sculacciate, facendola sussultare ancora.

«Urla, vacca! Se stai godendo, lo devi urlare! Ho visto che con Walter non ti sei fatta nessuna remora ad urlare il tuo piacere. E poi ho anche altre cose da chiederti, ma questo lo farò dopo: adesso voglio solo sfondarti il culo ed avere una tua risposta!»

Mentre le dicevo questo, ho continuato a pomparle il culo sempre più forte e, ad un tratto, lei si è lasciata andare.

«Sì, dai, spaccami il culo! Fammi godere come una troia! Mi è sempre piaciuto molto prenderlo nel culo, ma ho avuto sempre paura di accettare questa cosa, perché non sei stato tu il primo a farmelo. Per tre anni sono stata la puttana del mio capo, che impazziva di piacere nel riempirmi il culo con le sue abbondanti sborrate! Sì, ti ho fatto cornuto per diverso tempo. Ora fai pure quello che vuoi, ma ti prego, continua a sfondarmi il culo!»

Ho sborrato all’istante. Sapere di esser cornuto, mi ha fatto ingelosire in una maniera pazzesca, ma, nello stesso tempo, anche sborrare come un fiume in piena. Dopo i primi schizzi, l’ho sfilato dal culo e, senza tanti convenevoli, gliel’ho presentato alle labbra: lei ha aperto la bocca e lo ha ingoiato tutto, fino alla radice. In quel momento mi son reso conto che mia moglie era veramente una zoccola: mentre, per tutto questo tempo, mi ero fatto l’idea che fosse una donna timida e rispettosa, adesso prendevo atto che, in realtà, avevo fra le mani una puttana viziosa, tutta da godere. Lei ha pulito per bene il mio cazzo, fino all’ultima goccia di sborra, poi si è allungata su di me e la sua bocca si è avvicinata alla mia e, prima di baciarmi, mi ha guardato con un sorrisetto alquanto ironico.

«Allora? Chi è più brava a far bocchini: io o Tania?»

L’ho guardata cercando di fingere di non capire, ma lei ha continuato con il suo sorriso ironico.

«Vi ho visti uscire dal bagno e sicuramente non eravate andati lì per fare pipì, quindi penso che, come minimo, un bocchino deve avertelo fatto. Ma non importa: a me sta bene anche così, solo che adesso ho voglia di baciarti, di farti sentire il sapore della tua sborra in bocca. Spero che imparerai in fretta ad apprezzare questo sapore, perché intendo fartelo assaggiare ancora altre volte e con un sapore sempre diverso.»

Il mio cazzo è diventato di nuovo duro all’istante. L’ho baciata con vera passione, mentre le infilavo di nuovo il cazzo nella fica ed ho ripreso a scoparla con forza, facendola godere di nuovo.
Nella mia mente ho fatto un rapido consuntivo di quanto accaduto: ero finalmente felice di avere una moglie puttana, proprio come avevo sempre desiderato.

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Bassa frequenza

Posted by admin under Incontri Erotici on mercoledì Dic 21, 2022

Rientrai in casa e salutai ad alta voce mia moglie per farle sapere che ero tornato. Mi rispose non dal salotto o dalla cucina dove mi sarei aspettato di trovarla visto che non mancava molto alla cena. La voce sembrava provenire dalla camera. Mi tolsi il cappotto e lasciai giù la mia borsa e poi andai da lei visto che non uscì dalla camera per venire ad accogliermi.

Mi affacciai e rimasi di sasso, a bocca aperta. Era seduta sul letto, con la schiena appoggiata alla testata. Il letto era sfatto, lenzuola e coperte aggrovigliate verso la parte inferiore. Mia moglie era a gambe aperte, spalancate, così come le braccia che teneva appoggiate alla parte alta della testata. Ed era nuda, completamente nuda.

“Ciao, amore.” mi salutò sorridendomi maliziosamente.

“Cia.. ciao…” farfugliai deglutendo compulsivamente per la sorpresa.

Lei puntò una mano verso di me e col dito indice mi fece il gesto di andare verso di lei. Poi guardò in basso, rendendo evidente che la mia destinazione sarebbe dovuta essere fra le sue gambe. Io mi tolsi la giacca e la cravatta, lasciandole cadere a terra. Salii sul letto con le ginocchia e mi chinai verso di lei, verso la sua fica aperta. Nel farlo notai come il lenzuolo presentasse diverse macchie umide.

Mia moglie mi pose una mano sulla testa e me la spinse tra le sue gambe. Iniziai a leccarla. Era calda e bagnata.

“Bravo, amore, riprenditi quello che è tuo.”

Io la leccai un po’. Poi capii che c’era qualcosa di strano. E le sue parole erano state ambigue. Mi interruppi e tirai su la testa.

“Cosa vuoi dire? In che senso devo riprendermi quello che è mio.”

“Siamo nel nostro letto, no? Io sono tua moglie, no? E allora ristabilisci queste due cose, qui e ora.”

Iniziai a spogliarmi. Ma avevo bisogno di capirci di più.

“Perché dovrei ristabilirlo? Chi lo mette in dubbio?” le chiesi sospettoso.

“Tu fallo… e basta.” mi rispose allungando una mano per afferrare il mio cazzo e tirarlo verso di lei. La penetrai. Era aperta ed accogliente.

La scopai pressandola contro la testata del letto, baciandola e guardandola negli occhi.

“Perché eri qui nuda sul letto ad aspettarmi?” le chiesi. “Perché hai usato quelle parole: riprendere, ristabilire. C’è qualcosa che devo sapere?” insistetti.

“Credi che quella macchia l’abbia fatta da sola, masturbandomi?” mi rispose con tono beffardo indicando l’umido sul lenzuolo.

“Chi era? Chi c’era qui con te?” le domandai con tono inquisitorio.

“Non hai incontrato nessuno per le scale?” mi chiese lei scoppiando poi in una risatina. Io ci pensai per un attimo. No, non avevo incontrato nessuno. Probabilmente mi prendeva in giro ma l’ipotesi di aver incrociato l’amante misterioso di mia moglie senza saperlo mi fece impazzire. Iniziai a stantuffare in lei con foga e quasi rabbia.

“Sei una puttana…” mormorai a denti stretti nello sforzo. Lei rideva.

“Anche lui me l’ha detto…”

“Troia…”

“Anche questo… e mi scopava proprio come stai provando a fare tu…”

Erano troppe queste provocazioni. Non resistetti e sborrai grugnendo di piacere e spingendomi più che potevo dentro di lei. Poi crollai sfiancato al suo fianco. Lei mi guardava con aria divertita e solo parzialmente soddisfatta. Senza distogliere lo sguardo dai miei occhi cominciò a masturbarsi a bocca aperta.

Dopo qualche minuto giunse ad un orgasmo intenso. Chiuse gli occhi e buttò la testa all’indietro, urlando a bocca aperta. Dalla sua fica uscirono degli schizzi di liquido che andarono a macchiare ulteriormente il lenzuolo.

“Allora vedi che sai squirtare anche da sola…” dissi provocandola mentre lei era ancora ansimante.

“Cosa vuoi dire?”

“Che forse eri da sola anche prima che io arrivassi…”

Mi guardò di sottecchi con una espressione indecifrabile. Poi le venne fuori un sorrisetto a mezza bocca.

“Davvero non hai sentito nessun sapore strano mentre mi leccavi?”

Chiusi gli occhi piegando la testa e mordendomi le labbra.

“Cazzo…” sibilai.

Lei col piede andò a toccarmi proprio il mio cazzo che si era di nuovo rizzato.

“Non riesco a capire se preferisci l’ipotesi che mi stessi masturbando da sola in attesa vogliosa di essere scopata dal mio maritino… oppure se ti eccita di più l’idea che abbia passato il pomeriggio a farmi scopare da un altro…”

“Smettila…” bofonchiai.

“Eh? Non mi vuoi togliere questo dubbio? Eh, amore? Preferisci una mogliettina fedele e vogliosa o una infedele e ancora più vogliosa?”

Non le risposi. Le bloccai con la mano la caviglia perché il suo piede che strusciava sul mio cazzo mi stava già riportando vicino all’orgasmo. O meglio erano le sue parole a farlo. E solo il fatto che l’espormi quel suo dubbio fosse per me così eccitante era una chiara risposta implicita.

“Forse c’è un modo per te di scoprire la verità.” mi disse maliziosa.

“Quale?” domandai cadendo nella sua trappola.

Si girò e si mise a quattro zampe con il culo rivolto verso di me.

“Prova a controllare il buchetto dietro, prova a sentire se ti sembra usato…”

“Potresti aver usato uno dei cazzi finti che ti ho regalato…” provai a trovare una scappatoia all’essere messo di fronte alla verità.

“Li vedi qui in giro?” mi chiese e io non stetti neanche a controllare.

Non usai lingua o dita per saggiare la consistenza dell’ano di mia moglie. Ci appoggiai direttamente il cazzo. E spinsi. Era quello che voleva lei, con quella sua ulteriore provocazione. Entrai facilmente. Segno che non aspettava altro. Oppure segno che aveva il buco del culo già ben dilatato dal suo amante? Questo pensiero non mi fece durare molto, nonostante fossi venuto pochi minuti prima.

Note finali:

Se vi piace lo stile continuerò a pubblicarne, ma intanto sul mio sito ne trovati altri.

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Sofia e il dentista.

Posted by admin under Incontri Erotici on domenica Dic 18, 2022

Sono da poco passate le 13:00, quando entro in quel piccolo ristorante che c’è in questa nuova immensa area industriale e finanziaria. Quando sto per mettermi in fila, per prendere alcune pietanze, mi sento chiamare:

«Massimo!»

Mi giro e vedo venir verso di me Sofia. Lei e suo marito Luciano, sono due persone che conosco da tanti anni, ma che non vedo da almeno cinque. Mi viene incontro, lasciando al tavolo i suoi due commensali.

“Accidenti! Ma da quanto tempo è che non ci vediamo?”

La guardo: è bellissima! Sofia è una di quelle donne che sicuramente non passa inosservata. Di media statura, bionda, con degli splendidi occhi azzurri, un bel seno, sicuramente una 4ª piena, una bella bocca ampia con labbra carnose, il ventre piatto, un culo da favola e due cosce davvero stupende: è una di quelle donne che sanno come farsi notare.

«Ciao, Sofia. Ma sei sempre più bella? Con te il trascorrere del tempo è sempre stato molto generoso. Guardati! Dopo 5 anni, sei ancor più bella di come ti ricordassi!»

Ci scambiamo qualche convenevole e scopro che la sua azienda ha aperto un nuovo ufficio proprio in questa zona. Mi chiede di me e le racconto che, dopo aver passato tanto tempo giù nella capitale, ho deciso di tornare in questa città e di aprire, insieme ad altri due soci, uno studio dentistico.

Lei mi guarda e subito mi chiede ulteriori dettagli.

«Capiti veramente a proposito. Il mio vecchio dentista è andato in pensione, dopo aver preso il Covid, ed io son due anni che non faccio una pulizia ai denti fatta per bene. Inoltre ho un piccolo problema di cui vorrei parlarti, ma in privato. Possiamo fissare un appuntamento?»

Le lascio immediatamente il mio numero e lei mi dà il suo; le prometto che la contatterò a breve. Lei torna a sedersi insieme alle altre due persone che, per un attimo, si sono girati verso di me ed io, dopo aver preso un primo e un contorno, mi siedo in modo da poterla continuare ad osservare. Durante tutto il pranzo, è un continuo scambiarsi di occhiate e piccoli sorrisi alquanto maliziosi, che lei mi rivolge di continuo. Quando si alza per uscire, passa vicino al mio tavolo.

«Allora? Ci conto! Ho proprio bisogno del tuo prezioso lavoro, perché a me la bocca serve perfettamente efficiente!»

Le sorrido e rispondo che la sua splendida bocca e sicuramente al centro dei miei pensieri. Lei sorride, perché ha capito che ho compreso per bene il suo doppio senso e le ho risposto su quello stesso tono. Mi ha contattato nel pomeriggio con un messaggino e lei, dopo qualche istante, mi chiama:

«Massimo, come dicevo ho un piccolo problema ad un dente. Ci dev’essere qualcosa che graffia, perché, se ci passo sopra un dito, lo percepisco appena, ma, se ci passo sopra cose molto più sensibili, come la lingua, oppure qualcosa di ancor più delicato, mi accorgo che graffia. Non so se riesci a capire quanto possa darmi fastidio sentirmi dire che “graffio.”»

La sento parlare con un tono di voce alquanto languida e decido di giocare un po’ con lei.

«Così, su due piedi, non riesco a capire cosa tu abbia in bocca che possa graffiare. Inoltre, mi stupisce ciò che dici: cioè, toccando la parte con un dito, non senti nulla, mentre lo percepisci con cose molto più delicate. Va da sé che i denti son fatti per mordere e frantumare, quindi, se la lingua è abbastanza sensibile da sentirlo, mi domando cosa ci sia di tanto delicato da sentirsi “graffiato”.»

La sento sorridere dall’altro lato del filo e mi dice che non me lo può spiegare al telefono, ma che, in ogni caso, appena avrà la possibilità di farmi vedere la sua bocca, di sicuro riuscirò a capire dov’è il problema. Fissiamo un appuntamento per il giorno successivo alle 18:30 e lei si mostra molto contenta. Il giorno successivo, a metà mattinata, mi manda un messaggio e mi dice che, per l’ennesima volta, è stata ripresa per aver “rigato “qualcosa di molto sensibile.

Io le rispondo dicendo che son molto curioso di capire cosa possa aver in bocca che “stria” qualcosa di molto sensibile. Puntualissima arriva all’orario concordato. È bellissima, indossa uno splendido vestito che le arriva a metà coscia e, nella parte alta, uno spacco trapezoidale mette in mostra il solco dei suoi splendidi seni. Tacchi abbastanza alti le slanciano lo splendido culo che è il naturale termine di due cosce fasciate da calze autoreggenti. Mentre la faccio accomodare nel mio studio, lungo il corridoio, lei incontra i miei due soci.

«Ragazzi, permettetemi di presentarvi questa mia amica: Sofia, loro sono Luca e Marco, i medici con cui condivido questo studio.»

Loro la guardano con ammirazione, perché, come me, amano molto le belle donne ed anche lei rivolge loro uno sguardo alquanto compiaciuto. In effetti i miei soci sono due splendidi maschi. Appena seduta sul lettino, la sollevo e la faccio distendere. Lei accavalla leggermente la gamba destra e quel movimento fa risalire un po’ il vestito, così da metter in mostra le sue cosce: ora posso ammirare la balza di pizzo delle sue calze. Il mio pacco prende a gonfiarsi ed è proprio all’altezza del suo viso; lei lo nota e mi guarda, con un sorriso di compiacimento. Le chiedo dove ha il problema e le faccio aprire la bocca. Dopo un attento esame, scopro che, nell’arcata inferiore destra, fra uno dei suoi molari, le è spuntato, stranamente, un dente del giudizio.

«Scusa, Sofia, ma, da ultimo, non hai avuto dolore ai denti?»

Lei ci pensa un attimo e mi dice che qualche volta ha sentito un po’ di dolore, ma niente di che, tanto da poterlo alleviare con un semplice antidolorifico. Allora le spiego in cosa consisti il suo problema.

«Hai un piccolo dente del giudizio che si è creato fra due molari. È cresciuto in maniera così anomala che, probabilmente, senza che tu te ne sia accorta, si è leggermente scheggiato ed è questo che produce la “rigatura” quando prendi in bocca qualcosa di particolarmente sensibile.»

Lei mi guarda stupita e poi mi dice che, in ogni caso, dovremo far qualcosa per ovviare a quel fastidio. Immediatamente mi organizzo e, con una piccola fresa, dalla punta molto sottile, passo a limare leggermente quella scheggiatura.

«Credo di aver già risolto il tuo problema, ma, per sicurezza, passaci sopra la lingua e dimmi se senti che graffi ancora.»

Lei passa ripetutamente la lingua sul dente e si mostra soddisfatta.

«Credo di sì. Così, al momento, mi sembra che vada bene.»

La guardo e continuo a scherzare un po’ con lei.

«Certo, andrebbe fatto un lavoro più accurato e, soprattutto, anche un controllo più approfondito, utilizzando “cose molto sensibili.»

Lei mi guarda e, per un attimo, sembra riflettere, poi guarda l’orologio e mi dice che, purtroppo, per un controllo più approfondito non c’è tempo.

«Lo farei volentieri, ma questa sera vado molto di fretta, perché più tardi ho un appuntamento durante il quale, sicuramente, potrò verificare se abbiamo ovviato al disturbo.»

Mentre scende dal lettino, fa in maniera di aprire le sue cosce e mi mostra il nero del suo perizoma. È stato un gesto alquanto voluto e lei stessa ha potuto constatare l’effetto che ha avuto su di me: il mio pacco si è ulteriormente ingrossato. Mi guarda compiaciuta e, con malizia, mi chiede come dobbiamo procedere per risolvere definitivamente quel suo problema.

«A mio avviso dobbiamo estrarre questo dente cresciuto in maniera anomala. Andrebbe fatta anche un’accurata igiene orale. Restiamo in contatto, fissiamo un appuntamento.»

Lei mi disse che mi avrebbe richiamato l’indomani, dopo aver consultato la sua agenda e controllato quando sarà libera per fare tutto quanto necessario. Il giorno dopo, in tarda mattinata, mi manda un messaggio, alquanto disperato.

«Massimo, non ci siamo per niente. Continuo ancora a rigare!»

La chiamo e lei mi spiega che ha fatto una accurata verifica, ma il problema persiste.

«Massimo, sono disperata. Come faccio?! Non posso assolutamente continuare così. A me la bocca serve perfettamente efficiente e funzionante. Mi devi trovare una soluzione quanto più rapida possibile!»

Rifletto un attimo e le propongo di vederci questa sera, sempre alla stessa ora. Lei accetta e mi dice che sarà puntualissima. All’ora prestabilita la vedo arrivare più bella che mai. Indossa una gonna abbastanza corta, con un leggero spacco laterale, una camicetta bianca sotto cui si intravede un reggiseno in pizzo dello stesso colore e, ai piedi, delle scarpe con il tacco molto sottile e alto. La faccio accomodare sul lettino e poi chiedo a Luca di raggiungermi. Insieme esaminiamo il suo problema. Luca, dopo un attento esame, mi dice che ha lui la soluzione. Va nel suo studio e torna; utilizzando un particolare trapano con una fresa molto delicata, accarezza a lungo il dente da me smerigliato.

«Ora, signora, provi a passar la lingua e senta se avverte ancora qualche punto ruvido.»

Lei mi guarda con occhi maliziosi, mentre, tenendo le gambe aperte, ci ha fatto vedere che indossa un perizoma di color bianco, che è parzialmente infilato nello spacco della sua fica stupenda. Lei passa ripetutamente la lingua in maniera molto sensuale, sia sul dente, che sulle labbra. Io guardo Luca e poi azzardo una battuta.

«Questa volta sarebbe opportuno fare un controllo più accurato, facendo passare sul dente qualcosa di “molto sensibile”.»

Lei ci guarda, sorride e, nella posizione in cui si trova, sdraiata e con la testa reclinata indietro, all’altezza dei nostri pacchi già gonfi, riesce a notare le nostre rispettive verghe già dure che premono contro la stoffa dei jeans. Solleva un attimo la mano destra e la appoggia il mio pacco.

«Allora, vediamo se avete fatto un buon lavoro!»

In un attimo tirò fuori il mio membro già teso e duro. Anche Luca, rapidamente, fa lo stesso. Lei si trova davanti alla faccia due verghe di ottime proporzioni, sia in lunghezza, ma soprattutto in circonferenza.

«Caspita! Se l’avessi saputo, mi sarei fatta controllare già da un pezzo!»

Avvicino la punta del mio cazzo alla sua bocca, mentre lei con la mano sinistra impugna quello di Luca. Delicatamente le spingo il mio cazzo in gola e subito la sua lingua incomincia a lavorarlo a dovere. Lentamente le scopo la bocca, sento che non provo alcun fastidio nello strusciarlo sui denti. La mano di Luca Intanto si abbassa e si infila sotto la gonna, prendendo subito a masturbarla. Lei inizia a mugolare a bocca piena.

«Bravo, Luca! Fai scaldare questa troia. Intanto fa un controllo anche tu per verificare se ancora i suoi denti rigano il cazzo!»

Le sfilo il mio cazzo dalla bocca e subito viene sostituito da quello di Luca che, essendo ancor più grosso in spessore, lei riesce a ingoiarne solo una minima parte. I suoi gemiti riempiono la stanza e attirano l’attenzione di Marco che, avendo ormai completato il suo ciclo di appuntamenti, si avvicina al mio studio e, quando vede che siamo intenti a farla godere, si avvicina e subito si inginocchia fra le sue cosce, le sfila il perizoma già fradicio e inizia a leccarla.

«Accidenti, ragazzi! Questa troia è già fradicia! Ma?!… È già… cioè è già piena di sborra?!»

A sentire quelle parole, ci voltiamo entrambi verso di lui, per poi tornare a guardare lei. Valeria si sfila il cazzo di Luca dalla bocca e poi, con aria quasi serafica ci dà la sua spiegazione.

«Ragazzi, che volete? Ho un marito a casa, cui piace leccare la moglie dopo che è stata ben riempita, quindi, non sapendo che ora voi tre avreste contribuito a riempirmi ancora di più, ho provveduto a farlo fare ad uno dei miei capi. Anzi, oggi, tutto sommato, è andata anche male, perché generalmente mi scopano in due insieme.»

Marco la guarda e poi, senza nessuna esitazione, si apre i pantaloni e subito appoggia la sua verga fra quelle labbra di figa vogliose. Rispetto a noi, Marco è quello più dotato sia in lunghezza, che in circonferenza e, con un affondo deciso, glielo pianta tutto dentro. Lei ha un sussulto, il suo corpo si inarca leggermente verso l’alto per reggere la spinta, mentre torna ad infilarsi in gola il mio cazzo.

«Per la miseria, questa puttana è così piena, che il mio cazzo scivola che è una meraviglia!»

La sbatte subito con una certa violenza e lei, rapidamente, raggiunge un orgasmo. Il suo corpo trema, mentre viene scosso dal piacere di sentirsi la bocca piena e il ventre carico di questa splendida mazza. Poi Luca chiede a Marco di far cambio.

«Dai, fai chiavare un po’ anche me questa vacca!»

La fanno sollevare e Luca si sdraia sulla poltrona; la tira su di sé, facendola impalare nella sua verga. Subito Sofia inizia a provar piacere, nel sentirsi sbattere da Luca. Io guardo Marco e, con un lieve cenno della testa gli indico il culo di Sofia, che ora ondeggia sul palo di Luca per meglio ricevere le spinte che le imprime dal basso. Fa sollevare leggermente la poltrona, portandola ad un’altezza tale da trovarsi perfettamente in linea con le sue chiappe e, dopo averle afferrato le natiche ed averle aperte, ha poggiato la sua verga contro quel foro e, con una spinta decisa, le è entrato tutto dentro. Sofia emette un lieve lamento dovuto alla troppa irruenza.

«Piano! Fa piano, che quel porco del mio capo oggi l’ha voluto usare più volte! Va pazzo a scoparmi il culo!»

Marco solleva lo sguardo e mi guarda un po’ incredulo.

«Ma… effettivamente questa troia è tutta sfondata?!»

Ora la scopano con forza entrambi in perfetto sincronismo ed io, per completare l’opera, le infilo il mio cazzo in bocca.

«Brava, Sofia. Adesso che stai godendo, vediamo se ancora, mentre succhi il mio cazzo, i tuoi denti mi fanno il rigatino!»

Solleva lo sguardo ed i suoi occhi sprizzano compiacimento. I miei colleghi la sfondano con colpi sempre più forti e il primo ad arrivare è Marco, che le inonda il culo.

«Eccomi, sborro! Adesso ti aggiungo una dose extra per il tuo cornuto!»

Si svuota dentro di lei e poi, quando si sfila, ci scambiamo di posto, ma è Luca che mi chiede di infilarla nel culo. Lui si alza e io ne prendo il posto, e così lei si siede di spalle sul mio cazzo, che ospita allegramente nel culo. Luca la fa sdraiare su di me e le entra davanti, senza nessuna difficoltà. Le solleva le gambe e, mentre lei accoglie il cazzo di Marco in bocca, ancora turgido e completamente ricoperto dei suoi umori, affonda nella sua fica completamente dilatata. Anche Luca si muove freneticamente e, ben presto, si svuota in lei.

«Eccoti anche la mia dose di sborra per il cornuto!»

Lascio che lui si svuoti dentro di lei e poi anche lui si sfila e si fa ripulire il cazzo da Sofia. Ora sono io che voglio sborrare nel suo culo, ma lei gira e mi guarda.

«Scusami, Massimo. Sono talmente stanca che mi piacerebbe avere la tua sborrata direttamente in bocca.»

La capisco e le sorrido, l’aiuto a sollevarsi da me e subito lei si inginocchia e mi prende il cazzo in bocca, succhiandomelo in maniera davvero sublime. È molto brava e mi porta vicino al piacere e poi, con un sorriso malizioso, si ferma. Io gemo e la guardo, cercando di capire il suo gioco. Lei sorride ancora e riprende a succhiarmi il cazzo. Siamo ancora intenti a scambiarci il nostro piacere, quando, dietro di noi, si materializzano Marco e Luca che, dopo aver sborrato, si erano allontanati.

«Scusate, ragazzi, ma abbiamo un impegno. È stato un vero piacere, Sofia, godere con te. Se ti riesce, facci sapere se il tuo cornuto ha apprezzato il regalo che gli abbiamo fatto.»

Lei sorride loro e fa un cenno del capo, poi riprende a succhiare il mio cazzo e ben presto mi porta ad esplodere nella sua bocca. Le riverso in gola tutto il mio piacere, che lei raccoglie meticolosamente, senza lasciare neanche una goccia. Poi si rialza, si ricompone e mi guarda con aria stanca.

«Accidenti! Ora sono proprio sfinita. Oggi, ridendo e scherzando, mi sono presa quattro cazzi di tutto rispetto. E, anche se ci sono abituata, ho preso anche quello del mio capo, che è un bel porco non meno di voi tre. In ogni caso, ora che vi ho conosciuto, verrò più spesso a far controlli o per una buona igiene orale. Avete degli spazzolini davvero importanti, per non parlare di quanto sia buono il vostro collutorio!»

Ci facciamo una bella risata su quell’evidente doppio senso. Poi lei se ne va ed io mi soffermo a pensare quanto la vita possa esser strana: ero convinto che Sofia fosse una moglie fedele, invece ho dovuto prendere atto che è una gran troia. Nel mio intimo, mi rallegro per questa scoperta.

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