Bassa frequenza

Rientrai in casa e salutai ad alta voce mia moglie per farle sapere che ero tornato. Mi rispose non dal salotto o dalla cucina dove mi sarei aspettato di trovarla visto che non mancava molto alla cena. La voce sembrava provenire dalla camera. Mi tolsi il cappotto e lasciai giù la mia borsa e poi andai da lei visto che non uscì dalla camera per venire ad accogliermi.

Mi affacciai e rimasi di sasso, a bocca aperta. Era seduta sul letto, con la schiena appoggiata alla testata. Il letto era sfatto, lenzuola e coperte aggrovigliate verso la parte inferiore. Mia moglie era a gambe aperte, spalancate, così come le braccia che teneva appoggiate alla parte alta della testata. Ed era nuda, completamente nuda.

“Ciao, amore.” mi salutò sorridendomi maliziosamente.

“Cia.. ciao…” farfugliai deglutendo compulsivamente per la sorpresa.

Lei puntò una mano verso di me e col dito indice mi fece il gesto di andare verso di lei. Poi guardò in basso, rendendo evidente che la mia destinazione sarebbe dovuta essere fra le sue gambe. Io mi tolsi la giacca e la cravatta, lasciandole cadere a terra. Salii sul letto con le ginocchia e mi chinai verso di lei, verso la sua fica aperta. Nel farlo notai come il lenzuolo presentasse diverse macchie umide.

Mia moglie mi pose una mano sulla testa e me la spinse tra le sue gambe. Iniziai a leccarla. Era calda e bagnata.

“Bravo, amore, riprenditi quello che è tuo.”

Io la leccai un po’. Poi capii che c’era qualcosa di strano. E le sue parole erano state ambigue. Mi interruppi e tirai su la testa.

“Cosa vuoi dire? In che senso devo riprendermi quello che è mio.”

“Siamo nel nostro letto, no? Io sono tua moglie, no? E allora ristabilisci queste due cose, qui e ora.”

Iniziai a spogliarmi. Ma avevo bisogno di capirci di più.

“Perché dovrei ristabilirlo? Chi lo mette in dubbio?” le chiesi sospettoso.

“Tu fallo… e basta.” mi rispose allungando una mano per afferrare il mio cazzo e tirarlo verso di lei. La penetrai. Era aperta ed accogliente.

La scopai pressandola contro la testata del letto, baciandola e guardandola negli occhi.

“Perché eri qui nuda sul letto ad aspettarmi?” le chiesi. “Perché hai usato quelle parole: riprendere, ristabilire. C’è qualcosa che devo sapere?” insistetti.

“Credi che quella macchia l’abbia fatta da sola, masturbandomi?” mi rispose con tono beffardo indicando l’umido sul lenzuolo.

“Chi era? Chi c’era qui con te?” le domandai con tono inquisitorio.

“Non hai incontrato nessuno per le scale?” mi chiese lei scoppiando poi in una risatina. Io ci pensai per un attimo. No, non avevo incontrato nessuno. Probabilmente mi prendeva in giro ma l’ipotesi di aver incrociato l’amante misterioso di mia moglie senza saperlo mi fece impazzire. Iniziai a stantuffare in lei con foga e quasi rabbia.

“Sei una puttana…” mormorai a denti stretti nello sforzo. Lei rideva.

“Anche lui me l’ha detto…”

“Troia…”

“Anche questo… e mi scopava proprio come stai provando a fare tu…”

Erano troppe queste provocazioni. Non resistetti e sborrai grugnendo di piacere e spingendomi più che potevo dentro di lei. Poi crollai sfiancato al suo fianco. Lei mi guardava con aria divertita e solo parzialmente soddisfatta. Senza distogliere lo sguardo dai miei occhi cominciò a masturbarsi a bocca aperta.

Dopo qualche minuto giunse ad un orgasmo intenso. Chiuse gli occhi e buttò la testa all’indietro, urlando a bocca aperta. Dalla sua fica uscirono degli schizzi di liquido che andarono a macchiare ulteriormente il lenzuolo.

“Allora vedi che sai squirtare anche da sola…” dissi provocandola mentre lei era ancora ansimante.

“Cosa vuoi dire?”

“Che forse eri da sola anche prima che io arrivassi…”

Mi guardò di sottecchi con una espressione indecifrabile. Poi le venne fuori un sorrisetto a mezza bocca.

“Davvero non hai sentito nessun sapore strano mentre mi leccavi?”

Chiusi gli occhi piegando la testa e mordendomi le labbra.

“Cazzo…” sibilai.

Lei col piede andò a toccarmi proprio il mio cazzo che si era di nuovo rizzato.

“Non riesco a capire se preferisci l’ipotesi che mi stessi masturbando da sola in attesa vogliosa di essere scopata dal mio maritino… oppure se ti eccita di più l’idea che abbia passato il pomeriggio a farmi scopare da un altro…”

“Smettila…” bofonchiai.

“Eh? Non mi vuoi togliere questo dubbio? Eh, amore? Preferisci una mogliettina fedele e vogliosa o una infedele e ancora più vogliosa?”

Non le risposi. Le bloccai con la mano la caviglia perché il suo piede che strusciava sul mio cazzo mi stava già riportando vicino all’orgasmo. O meglio erano le sue parole a farlo. E solo il fatto che l’espormi quel suo dubbio fosse per me così eccitante era una chiara risposta implicita.

“Forse c’è un modo per te di scoprire la verità.” mi disse maliziosa.

“Quale?” domandai cadendo nella sua trappola.

Si girò e si mise a quattro zampe con il culo rivolto verso di me.

“Prova a controllare il buchetto dietro, prova a sentire se ti sembra usato…”

“Potresti aver usato uno dei cazzi finti che ti ho regalato…” provai a trovare una scappatoia all’essere messo di fronte alla verità.

“Li vedi qui in giro?” mi chiese e io non stetti neanche a controllare.

Non usai lingua o dita per saggiare la consistenza dell’ano di mia moglie. Ci appoggiai direttamente il cazzo. E spinsi. Era quello che voleva lei, con quella sua ulteriore provocazione. Entrai facilmente. Segno che non aspettava altro. Oppure segno che aveva il buco del culo già ben dilatato dal suo amante? Questo pensiero non mi fece durare molto, nonostante fossi venuto pochi minuti prima.

Note finali:

Se vi piace lo stile continuerò a pubblicarne, ma intanto sul mio sito ne trovati altri.

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