Io e il padrone-bull Fabio

Posted by admin under Incontri Erotici on lunedì Mar 6, 2023

Chiedo a Fabio: “Dove è andato mio marito?”

Lui tranquillamente risponde: “Gli ho chiesto di tornare a casa, per il resto del week- end resterai con me perché devi imparare ad essere una sub e in futuro una schiava, perché so che lo vuoi, anche se lo neghi a te stessa.”

Io gli dico: “Voglio tornare a casa.”

Lui mi dice: “Torna pure a casa tua, ma tuo marito ti riporterà da me.”

Mi dice: “Ci siamo accordati in tal senso. E’ un uomo che capisce le tue esigenze, anche se è rattristato che non sia lui, a poterti soddisfare come hai bisogno.”

Io dico: “Va bene, vedremo cosa verrà fuori.”

Lui mi dice: “La risposta non va bene, devi aggiungere alla tua frase padrone, ricordatelo per dopo.”

Io rispondo: “Sì padrone. Padrone, potrei dormire, sono stanca?”

Lui mi dice: “Ti faccio lo zabaione così recupererai le forze, anche se me lo dovresti fare tu a me.”

Io rispondo: “Non l’ho mai fatto, padrone. Fammi vedere come lo fai, così imparerò.”

Lui dice: “Brava sub, è così che si parla.”

Lui mi fa vedere come fa lo zabaione, lo mangio è delizioso e ricostituente.

Lo faccio a lui, che mi dice: “Non male, per essere la prima volta che lo fai, ma lo puoi fare anche meglio grandissima troia che non sei altro.”

Io rispondo: “Sì padrone.”

Lui mi chiede: “Hai ancora voglia di andare a letto, a questo punto?”

Io rispondo: “Ho tante energie, padrone.”

Lui mi dice: “Ho voglia di farlo all’aperto, tanto non passa mai nessuno a parte il postino, ma oggi è sabato e non passa.”

Io rispondo: “Va bene, padrone.”
Andiamo fuori, l’aria è un po’ fresca sui nostri corpi ancora sudati per tutto ciò che abbiamo fatto.

Lui mi fa sdraiare su un tavolino, si mette le gambe sulle spalle e senza parlare inizia a scoparmi con spinte vigorose, mentre mi dici: “Godi troia.”

Io non rispondo perché sto gemendo, lui mi dice: “Non dici nulla al tuo padrone, troia?”

Io rispondo: “Sì padrone, grazie padrone di sbattermi così e farmi godere tantissimo.”

Siamo lì impegnati, quando sentiamo una voce.

E’ l’ex moglie di Fabio, che mi spiega che è ancora gelosissima di lui, anche se sono divorziati da anni.

Mi dice di scappare e nascondermi nel bagno al piano superiore.

Lui parlerà con l’ex moglie Michela fuori.

Lei non si stupirà di trovarlo nudo perché sa che gli piace moltissimo masturbarsi.

Azzurra sente che i due parlano, ma non riesce a distinguere le parole che dicono. Fabio la deve aver trattata male, perché sente la donna piangere e poi un’auto che velocemente se ne va.

Fabio viene di sopra e mi dice cosa ha detto all’ex moglie: “Vedi questo cazzo, non è più tuo e non mi devi rompere più il cazzo.”

L’ex moglie non ha detto una parola, si è messa a piangere ed è scappata via.

Fabio mi dice che deve telefonarle, per scusarsi di essere stato così stronzo.

Lei non risponde, butta giù a tutte le chiamate.

Alla fine, lei risponde e gli dice che aveva voglia di lui, ma evidentemente non è così per lui.

Fabio gli dice che è così, si scusa per come l’ha trattata, ma deve capire che non lo deve cercare più.

La loro storia è finita, se lo deve mettere in testa una volta per tutte.

Lui mi guarda e mi dice, poiché ha visto che ho lo smarthphone in mano: “Troia, che stai facendo?”

Mi mette la mano sulla fica, la sente bagnata e mi chiede: “Cosa stavi guardando troia?”

Io gli faccio vedere il video, che è un video di masturbazione maschile con tre uomini, uno con le calze e i tacchi a spilli, che mi ha eccitato da morire.

Lui mi chiede: “Ti piacciono queste porcate?”

Io gli dico: “E’ la prima volta che vedo un video del genere, è nel gruppo telegram dove pubblico i miei racconti.”

E lui mi dice: “E tu vedi tutto ciò che è in quel sito?”

Io rispondo: “No, ma sono molto curiosa riguardo al sesso in tutte le sue forme. Non credo che mi piacerebbe essere li a masturbare uno di quei cazzi anche se sono belli.”

Lui mi dice: “Troia, non devi parlare di altri cazzi in mia presenza. Tu devi solo pensare al mio cazzo. Non lo trovi bello? Non ti ha fatto godere moltissimo, troia?”

Io rispondo: “Scusa padrone. Hai ragione padrone. Padrone non potrò più vedere video porno? Mi piacciono molto quelli lesbo, quelli etero.”

Lui mi risponde: “Sì li puoi guardare mia sub e masturbarci sopra e poi fare un video per me, troia. Li usi per masturbarti non è vero?”

Io rispondo: “Sì padrone, li uso per masturbarmi.”

Lui mi dice: “Troia, vedrai che ti masturberai meno, perché lo faremo in tutte le posizioni e ti soddisferò.”

Io dico: “Lo spero vivamente, padrone.”

Lui mi dice: “Andiamo in camera da letto, che ho voglia di fare un 69.”

Io dico: “Sì padrone, andiamo.”

Lo facciamo con me sdraiata sul letto, lui mi dà il cazzo in faccia e si mette a brucare nella mia fica. Mi dice che i miei succhi sono deliziosi.

Mi rimprovera: “Troia, succhia il mio cazzo, voglio che il cazzo sia nella tua bocca.”

Io gli dico: “Cambiamo posizione è meglio padrone, così ti potrò succhiare il cazzo come vorrai.”

Lui mi risponde: “Troia hai ragione per questa volta.”

Cambiamo posizione io sono sopra di lui, mi fiondo sul suo cazzo, lui ha la mia fica sulla faccia e sento leccare avidamente.

Mi dice: “Brava troia, stai succhiando proprio bene. La prossima volta troia, voglio che porti un rossetto rosso da troia quale sia. Non ti devi vergognare di essere troia con me. Se non eri una troia, non ci saremmo mai conosciuti.”

Io gli dico: “Va bene padrone, comprerò il rossetto per te.”

Lui mi dice: “Mi raccomando, ricordatelo troia.”

Io rispondo: “Sì padrone.”

Lui mi dice: “Troia sto per venire. Vuoi la sborra in bocca o sulle tette?”

Io rispondo: “Padrone, la voglio sulle tette.”

Mi metto col seno davanti a lui e lui mi spruzza sei abbondanti getti di sborra calda.”

Lui mi dice: “Prendila con le mani e leccala, troia e fammi sentire e vedere quanto la trovi gustosa.”

Io lo faccio mugolando dal piacere.

Fabio dice: “Che troia che sei, sub.”

Io sono stranamente felice anche se mi ha chiamato sub.

Gli dico: “Padrone, sono appiccicata, mi vorrei un po’ lavare.”

Lui mi risponde: “Più tardi, faremo la doccia insieme troia. L’hai mai fatta con tuo marito?”

Io rispondo: “No padrone.”

Lui non dice nulla. Mi prende e mi bacia in bocca con passione, io mi sciolgo con un bacio così. Sento bagnarmi.

Fabio mi chiede: “Ti sei bagnata, troia?”

E io: “Sì padrone tanto.”

Lui mi tocca lì e inizia a masturbarmi prima delicatamente, poi con sempre maggiore velocità, facendomi gemere e godere come una troia, cosa che puntualizza di dirmi.

Io gli dico: “Padrone vorrei che d’ora in poi, mi chiamassi sub e non troia.”

Lui mi chiede: “Sei sicura sub?”.

E io: “Sì padrone.”

Mi ordina: “Mettiti con la faccia sul letto e il culo all’insù in fondo al letto, sub.”

Io mi ci metto e lui mi inumidisce la zona anale, poi ci infila due dita, poi sento qualcosa, ma non capisco cosa sia, me lo infila lentamente tutto.

Gli chiedo: “Cosa mi hai infilato, padrone?”

E lui: “Una zucchina, ti piace sub?”

E io: “Sì, moltissimo, muovila padrone.”

Lui la muove, sento un po’ di dolore e molto piacere, specie quando me la sfila e infila di prepotenza il suo cazzo.

Inizia a scoparmi senza pietà, incurante delle mie grida di dolore.

Io gli dico: “Mi fai male, padrone, per favore smettila.”

E lui: “No, perché meriti di soffrire, sub.”

Io: “Perché?”

Lui: “Devi provare il dolore, per apprezzare di più il piacere.”

Io non rispondo nulla perché sto provando un po’ di piacere, ma sto zitta, non voglio gemere, non voglio che il mio padrone, capisca che quello che mi fa, mi fa piacere.

Lui mi chiede: “Provi piacere, adesso sub? Rispondi con sincerità.”

Io: “Sì padrone, provo piacere, ma non te lo volevo dire.”

Lui arrabbiato: “Tu devi essere sempre sincera con me, hai capito? Altrimenti, non mi vedrai più. E’ questo che vuoi, sub?”

Io rispondo: “No padrone, non voglio questo. Non ti voglio perdere, adesso che ti ho appena trovato.”

Lui: “Ok sub, questa è la risposta esatta.”

Lui si sfila il cazzo e io ho un ultimo gemito di piacere. Gli dico: “Voglio masturbarmi, padrone, posso?”

Lui: “Sì e fammi vedere bene come lo fai.”

Io mi masturbo con due dita della mano sinistra sul clitoride, in senso anti-orario, in posizione seduta, così che lui veda bene all’interno della fica.

Lui: “Hai una bella fica, sub non c’è che dire.”

Io mi masturbo con più foga, a queste parole.

Vengo per il mio padrone e glielo dico.

Lui dice: “Grazie sub, stai imparando, che il mio piacere è anche il tuo piacere. Stai imparando che il tuo padrone ti porterà a vette di piacere mai provate. Sei pronta a fare tutto quello che ti dirà di fare il tuo padrone?”

E io: “Sì padrone, farò tutto quello che mi dirai.”

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Da sciattona a lolita

Posted by admin under Incontri Erotici on sabato Mar 4, 2023

Io vorrei solo arrivare alla pensione in serenità ma purtroppo ciclicamente qualche zoccolina decide di rovinarmi la vita. Credevo di aver imparato la lezione, ho dovuto persino separarmi e cambiare scuola, ma non ci riesco. Le ragazzine mi eccitano troppo. Ma non le timide e bruttine, non ancora consapevoli della loro femminilità, sarebbe davvero inquietante e morboso. A me intrigano quelle che per il fatto di aver compiuto la maggiore età si sentono grandi donne, come la Mazzetti ad esempio. Di tutte le mie studentesse è la più eccitante: biondina, un corpo asciutto ma stuzzicante, specie quelle due tettine che non vedo l’ora prima di mordicchiare e poi ricoprire di sborra. Però è sempre sciatta, con quello stile da ragazza alternativa che non mi eccita del tutto. Inoltre non sembra essere interessata né alla mia materia né tanto meno al sottoscritto, non come altre sgallettate della scuola. Infatti pur non essendo molto attraente, c’è sempre qualche ragazzetta con conflitti paterni irrisolti che mi guarda con interesse. Ma dopo il casino di qualche anno fa, avevo detto stop con le studentesse, però lei non riesco a levarmela dalla testa e soprattutto non vedo l’ora di piegarla ai miei desideri. Il mio piano è iniziato già da un mesetto, durante l’assemblea con genitori. Ho rimarcato l’importanza del voti di maturità, in quanto al giorno d’oggi visto la scarsità di posti di lavoro importanti la selezione è molto rigida, quindi nel curriculum ogni singolo dettaglio è rilevante, persino il voto del diploma. Il papà di quella zoccolina sembrava essere molto colpito. Dopodiché ho iniziato ad abbassarle deliberatamente i voti di qualche punto, ma in maniera impercettibile, in modo che lei potesse pensare che fosse dovuto a sue mancanze e non a un mio capriccio. Ed eccola qui implorante, con due occhioni da cerbiatta a supplicare per delle ripetizioni private. Troppo facile così, prima di accettare l’ho lasciata cuocere nel suo brodo per qualche giorno, aspettando una sua qualche reazione. Probabilmente non ha ancora capito dove voglio andare a parare, ma ci arriverà.

Eccoci alla nostra prima lezione a due: solo io e lei in classe, dopo le lezioni. È sciatta come al solito: felpa e pantaloni di tuta come una tossica della stazione. Però non riesco a staccare gli occhi da quella pancia piatta ornata da un piercing e soprattutto le gambe. Anche se i pantaloni non sono molto aderenti si intuiscono quelle coscine tutte da mordere. Ahhh, come la leccherei tutta dal piercing alla punta dei piedini. Devo avere un po’ esagerato con gli sguardi, infatti la sua espressione cambia, inizia a essere un po’ nervosa e a disagio, ma non lo vuole dare a vedere. Anzi finge disinvoltura spalancando “sbadatamente” quelle belle coscette. Purtroppo con quel tipo di pantaloni posso solo immaginare quale stuzzicante frutto esotico ci sia lì in mezzo, ma credo che il messaggio sia stato recepito. I giorni successivi in classe è pensierosa, con la testa tra le nuvole, sembra che stia metabolizzando qualcosa. Poi il cambiamento: da sciattona a lolita in erba.

Si presenta alla nostra “lezione privata” in camicetta e gonnellina. Mentre spiego, mordicchia la penna come se fosse un mio dito e appena può spalanca le sue fantastiche gambe lasciandomi intravedere l’intimo da brava bambina, uno slippino a fiorellini semplice, come se fosse una scolaretta innocente. Ma questo è solo l’antipasto. Un pomeriggio decide di giocare l’artiglieria pesante e me la trovo faccia a faccia appoggiata alla mia cattedra. Gli occhioni grandi grandi, la voce piagnucolante, le tettine in bella vista che ormai da giorni non vedono più un reggiseno.

«Ma perché proprio non riesco a farmele entrare dentro?».

Se tutto andrà secondo i miei piani, entrerà qualcos’altro altro in lei, ma per ora è meglio recitare la parte del vecchio porco ingenuo. Con una mano riesco a prenderle quel faccino da pompinara e parto con la mia recita, come se non stessi aspettando già da un po’ questo atteggiamento.

«Ma cosa vuoi, tu, da me…?».

Eccola che prende coraggio, come una gattina che impara a cacciare.

«Prof, io vorrei solo diplomarmi con 100… e per farlo mi servono i suoi voti… E sono davvero disposta a tutto, per raggiungere quel cento alla maturità…».

Ecco quando fanno così inizio seriamente a perdere il controllo, soprattutto mentre si fa ancora più vicina per sussurrarmi ulteriormente “tutto tutto”. Quanto vorrei sbatterla sulla cattedra e mordicchiare quei bei bottoncini, ma lei si stacca e se ne va, con quell’atteggiamento da monella che inizia a rapirmi. Di sicuro domani succederà qualcosa, ma nel frattempo passo una notte inquieta, immaginando appunto cosa potrebbe accadere. Durante la lezione è senza controllo: quella bic ormai potrebbe essere tranquillamente il mio cazzo e appena può con la scusa di farsi aria mette nuovamente in vista le sue ciliegine. Inoltre trova mille pretesti per alzarsi, sculettando su e giù per l’aula, facendo cadere oggetti e chinarsi per mostrarmi che oggi le mutandine sono rosa. Non so come faccio a contenermi davanti alla classe. Quelle due ore sembrano una tortura senza fine, ma eccoci nuovamente noi due soli.

Appena cala la quiete nella scuola la gattina tira nuovamente fuori gli artigli e questa volta non ha intenzione di giocare. Eccola in piedi al mio fianco, con lo sguardo da monella. Fa camminare due dita sulla cattedra, che “inavvertitamente” atterranno sulla mia patta. Ormai sono al limite e se ne accorge, sembra contenta di come il mio corpo reagisce. Per quanto voglia mantenere la lucidità riesco solo a pensare a come cercherà di farmi divertire, sta dicendo qualcosa riguardo i voti ma io riesco solo ad avvertire il sollievo di quando finalmente mi libera il pacco e prende il mio uccello in mano. Mi ha in pugno in tutti i sensi, lo sa e si diverte. So che dovrei fare più attenzione alla porta ma chi se ne frega, ora voglio solo godermi il momento. Parte piano piano, lo sguardo da civettuolo si fa quello di una predatrice.

«Per esempio… già questo potrebbe valere un sette».

Fosse per me le darei pure un dieci, ma non voglio mostrarmi totalmente inerme, quindi mi prendo il mio tempo per scriverlo. Controlla con quegli occhietti da piccola strega che sia tutto in ordine e poi finalmente aumenta il ritmo. Non so quanto sia durato, mi sentivo totalmente assoggettato da quello sguardo famelico e autoritario, tanto da non riuscirlo più a sostenere ed esplodere all’improvviso sulla sua mano e sui miei pantaloni. Non ho neanche il tempo di riprendermi e dire qualcosa che lei è già alla porta, tutta giuliva e innocente. Peccato che non si sia accorta che il registro su cui ho scritto il voto sia finto. Devo stare attento o quella mi mangerà vivo.

Note finali:

Spero che il punto di vista del professore vi abbia eccitato tanto quanto quello della studentessa…

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Obiettivo: 100

Posted by admin under Incontri Erotici on sabato Mar 4, 2023

Mio papà certe volte sa essere davvero un rompipalle. Non ha mai fatto storie, riuscivo sempre ad ottenere tutto quello che volevo, non so come gli venne in mente, quel ricatto.

La mia vacanza ad Ibiza con le amiche era già tutta programmata, quando se ne uscì con “ci vai solo se ti diplomi con 100”. Ma che vuol dire?! 

Secondo me sperava in cuor suo che non ce l’avrei mai fatta. O forse era un modo per spronarmi a fare sempre meglio. 

Dopotutto, a scuola non andavo male. La mia media era piuttosto alta, e per tutto l’anno sono stata furba abbastanza da non farmi mai beccare a fare cose che avrebbero potuto intaccare la mia condotta. L’unico neo sulla mia pagella era colpa di quel vecchio stronzo del prof di matematica, che sembrava odiarmi a prescindere.

Ho provato in tutti i modi, ho studiato da sola, mi sono esercitata con gli amici più bravi, niente. L’algebra proprio non mi entrava in testa. 

Così un giorno ho deciso di chiedere aiuto proprio allo stronzo. Chissà, speravo che magari avrebbe in qualche modo migliorato il nostro rapporto e di conseguenza i miei voti.

“Prof, io ho proprio voglia di migliorare la mia situazione nella sua materia…” gli dissi. “Devo assolutamente diplomarmi con 100, sarebbe disposto a darmi qualche ripetizione? Potrei rimanere qui a scuola un paio d’ore in più, se fosse disponibile…”

Mi toccò insistere non poco. Diceva che non si sentiva a suo agio, che avrebbe dovuto chiedere al preside. 

E se invece le voci sul suo conto fossero state vere?

Tra i corridoi si diceva che il prof viveva da solo, dopo che la moglie lo aveva mollato alcuni anni fa. Pare avesse avuto una tresca con una studentessa. 

La cosa mi sembrava assurda, considerando il suo aspetto decisamente poco affascinante. Stiamo parlando di un uomo sui sessant’anni, capelli sul grigio-bianco, barbetta, viso spigoloso, di altezza medio-bassa, direi qualcosa sotto il metro e settanta.

Qualche compagno di classe giurava di averlo visto guardare il culo di alcune di noi.

Comunque, alla fine accettò. Così, un martedì, come concordato, rimasi in classe dopo il suono della campanella a farmi rispiegare le cose che non avevo capito.

Quel giorno indossavo dei pantaloni da tuta grigi abbastanza comodi ed una felpa col cappuccio che mi lasciava scoperto il piercing sull’ombelico piatto. I capelli biondi erano legati in una coda alta dietro la testa.

Ero seduta al banco di fronte alla cattedra, ascoltavo la spiegazione del prof e provavo ad eseguire le esercitazioni che mi dava. Invano.

Ogni tanto alzavo lo sguardo, mentre sommersa tra i pensieri mordicchiavo il tappo della Bic blu, e lo scorgevo a guardare sotto il mio banco. Poi subito distoglieva lo sguardo. All’inizio pensai volesse solo controllare se avevo appunti, invece mi convinsi subito che mi stava guardando le gambe.

“ ‘Sto vecchio porco…Ma hai sessant’anni, cosa guardi?!” pensavo tra me. Ma feci finta di niente.

In realtà ogni tanto cercavo di studiare la situazione, solo per averne conferma, e allora magari aprivo le gambe un po’ di più e cercavo di capire se guardava. E ogni volta guardava.

Alla fine delle due ore lo ringraziai e tornai a casa. Mi sentivo sporca. Violata. Non mi ero mai accorta di quegli sguardi morbosi. Ovviamente dal giorno dopo provai a farci più caso ed effettivamente mi accorsi di quanto fosse sua abitudine guardare i fondoschiena di alcune mie compagne, di quanto i suoi occhi fossero sempre attratti dalle forme dei seni sotto le magliette. 

Fu in quel momento che mi balenò in testa il pensiero che forse avrei potuto sfruttare la cosa a mio vantaggio.

Così iniziai ad indossare gonne, camicette, magliettine attillate senza reggiseno, in modo che i miei capezzolini fossero visibili sotto la stoffa.

I suoi occhi erano attratti come calamite. Stavo ottenendo il risultato che speravo. Ormai della sua materia non me ne fregava più nulla, ero una gatta affamata di voti e lui il topolino con cui giocare.

Lui era goffo, impacciato, ma non riusciva mai a distogliere gli occhi da me. Certe volte mentre ero seduta al banco di fronte a lui, a far finta di risolvere le sue maledette equazioni, spalancavo le gambe in modo che potesse guardarmi sotto la gonna.

Un giorno mi alzai e andai da lui alla cattedra. Restando in piedi posai i gomiti sul suo registro e piagnucolai “ma perché proprio non riesco a farmele entrare dentro…” mentre lo guardavo con occhi da cucciola indifesa e la camicia aperta quel tanto in più da consentirgli di notare i miei capezzoli nudi sotto di essa.

Mi prese il viso dolcemente con una mano ed io abbandonai la testa sulla sua mano. “Ma cosa vuoi, tu, da me…?” mi chiese.

“Prof, io vorrei solo diplomarmi con 100… e per farlo mi servono i suoi voti… e sono davvero disposta a tutto, per raggiungere quel cento alla maturità…” gli spiegai con la vocina. 

“Tutto tutto…” sussurrai guardandolo in viso.

Mi voltai e tornai al mio banco lasciandolo lì, visibilmente scosso. 

La mattina dopo avevo matematica le ultime due ore. Poi sarei dovuta restare in classe per le ripetizioni. Per tutto il tempo della sua lezione ho giocato a fare la troietta per stuzzicarlo. Ora mi mostravo accaldata, ora mi facevo guardare mentre ciucciavo il tappo della penna, ora mi alzavo cercando di sculettare quel tanto in più. 

Era nelle mie mani e io già pregustavo la mia vacanza. 

Nelle due ore delle ripetizioni private, mi assicurai il primo voto alto. Andai da lui alla cattedra. Mi misi in piedi dal lato corto, sempre piegata ad angolo retto e poggiata sui gomiti. 

“Quando hai detto che… insomma… sei disposta a tutto… cosa…” balbettò.

La classe era vuota. La porta socchiusa dava sul corridoio deserto. Con un movimento lento feci camminare due dita sulla cattedra fino a farle scivolare all’altezza della patta dei suoi pantaloni marroni. Lasciai scivolare i polpastrelli su quell’accenno di erezione e mi finsi impressionata con lo sguardo, sebbene non fosse chissà cosa.

“Prof… io posso provare a studiare, ma sappiamo entrambi che non otterremo risultati…” gli mormorai piano. “Oppure… posso darle qualcosa in cambio dei suoi voti…” le mie dita slacciarono la sua cintura, sbottonarono e abbassarono la cerniera. 

Il suo respiro si fece affannato, mentre si reggeva forte ai braccioli della sedia. Guardava un po’ me e la mia mano, un po’ di più la porta. 

Io gli afferrai il cazzo mentre con l’altra mano mi reggevo il viso, restando sempre piegata sulla cattedra. Iniziai a segarlo con movimenti lentissimi. 

“Per esempio… già questo potrebbe valere un sette?” chiesi come una gattina mentre stringevo appena la mia mano sulla sua cappella nuda.

“Ohhh… oh Gesù… Oh Dio…” mugugnava il vecchio porco. “Sette…va bene…”

Sorrisi e aumentai il ritmo. “Lo scriviamo sul registro?” gli suggerii. “Così poi si può godere questa bella sborrata…” 

Aveva il respiro affannato, sembrava stesse quasi per avere un infarto. Prende la sua penna con non poche difficoltà e mise un 7 accanto al mio nome. 

“Bravo Prof… ora si rilassi…” gli dissi. I movimenti della mia mano divennero sempre più decisi e cadenzati. Lui non riusciva più a stare fermo, non sapeva dove guardare. Ad un tratto sgranò gli occhi e serrò la bocca per esplodere in un orgasmo silenzioso, tutto nella mia mano e sui suoi pantaloni. Io mollai la presa e sorrisi, guardandomi la mano impiastricciata dalla sua sborra. Lui sembrò quasi svenuto, intontito, abbandonato sulla sua sedia.

“Ci vediamo domani, Prof?” dissi sorridendo mentre raccattai le mie cose con una mano ed uscii dalla stanza, andando verso i bagni. 

Il mio piano stava andando come speravo. 

Già mi vedevo sulle spiagge di Ibiza.

Note finali:

Continua…

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Una pazzia col giovane vicino

Posted by admin under Incontri Erotici on giovedì Mar 2, 2023

E’ estate sono al computer a scrivere, sono davanti alla finestra aperta quando d’improvviso mi viene voglia di masturbarmi.

Non penso alla finestra, al fatto che mi possano vedere, anche se le mie gambe sono nascoste sotto al tavolino, a cui è appoggiato il computer.

Mi tolgo i pantaloncini e le mutandine e mi masturbo, godendo forte.

Il problema è che dopo un po’, mi accorgo di essere osservata da un giovane alla finestra di fronte.

Invece di fare come avrei fatto altre volte ossia chiudere finestra e persiana, continuo come nulla fosse, anzi sposto la sedia così che lui possa osservare la mia fica e inoltre mi tolgo rapidamente anche la maglietta e reggiseno.

Non so perché lo faccio o meglio so che mi eccita da morire che mi guardi un giovane di bell’aspetto, che non si limita a guardare, ma si accarezza il cazzo al di sopra dei bermuda che indossa.

Io non so come riesco a fargli capire con gli occhi, che vorrei tanto vedere il suo cazzo e lui si butta giù la cerniera e il membro viene fuori in uno scatto, bello grosso, lungo, in erezione.

Io gli faccio ok con le dita e lui inizia a segarsi mentre io continuo a masturbarmi.

Mi chiama a bassa voce: “Ehi tu” e io gli rispondo “Che c’è?”

Lui mi chiede: “Posso venire a casa tua?”

Io dico: “No,”

Lui ci rimane male e gli dico: “Mi piacerebbe, ma tra poco torna mio marito.”

Lui mi chiede: “Quando posso venire da te, allora?”

Io gli rispondo: “Oggi pomeriggio alle 14:30.”

Lui mi fa ok con le dita e mi dice: “Non smettere di masturbarti per favore, sei troppo bella. Hai visto come ce l’ho grosso?”

Io gli faccio ok con le dita e continuo ad accarezzarmi la fica, a tenerla bella aperta perché lui la possa guardare bene, mentre io ammiro il suo cazzo.

Io vengo diverse volte come mi succede sempre, poi vado a rivestirmi in bagno e chiudo la finestra, accendo l’aria condizionata e faccio rapidamente la pasta per il pranzo.

Non so, come mio marito non abbia potuto accorgersi di nulla, ero parecchio distratta, ma d’altronde anche lui lo è spesso.

Io sono da un lato contenta che il giovane vicino venga, d’altronde come faccio ad avvertirlo che ci ho ripensato?

Lui è più giovane di me, temo che vedendomi se ne scappi.

Oltre a questo, i vicini se ne accorgeranno.

Non mi interessa, voglio scoparlo, voglio divertirmi con lui, non voglio pensare a nulla.

Alle 14 e 30 suona il campanello, è lui.

Lui che si presenta come Marco, è meno giovane di quanto sembrava dalla finestra avrà trentacinque anni.

Io gli dico che mi chiamo Sara.

Mi dice se andiamo in camera da letto, ci andiamo, ci spogliamo, lui non perde tempo a parlare, mi bacia in bocca, mi palpa tutta e mi dice che vuole fare un 69.

Io mi metto a cavalcioni su di lui, con la mia fica sopra il suo viso mentre io non credo ai miei occhi, nell’avere lì quel cazzo che provvedo subito a mettere in bocca.

Lui mi dice di non avere fretta e allora prendo a leccarlo come un meraviglioso cono gelato.

Lui mi lecca, mi dice che ho una fica fantastica, che sono già molto bagnata e che adora leccare i miei succhi.

Io gli dico che voglio in bocca il suo cazzo, lui dice che vuole scoparmi e allora io porto il mio culo davanti e inizio a cavalcarlo senza girarmi così che lui vede la mia schiena.

Lui mi dice che sono una maiala meravigliosa mentre con le sue mani mi tocca il culo polposo.

Mi chiama: “Puledra mia” e io continuo a cavalcarlo con vigore fino a che ho il primo orgasmo e rallento un po’.

Gli dico che vorrei baciarlo in bocca e che vorrei mettermi con il viso verso di lui.

Lui mi dice che lo farò dopo, che a lui piace vedere il mio culo, che non vede l’ora di entrarci dentro con il suo cazzo.

Lui è impaziente e mi dice che lo vuole fare adesso.

Lui si va a mettere in piedi sul pavimento in fondo al letto mentre io mi metto con la testa sul letto e il culo in alto.

Lui mi inumidisce la zona con la sua lingua, mi chiede se ho un unguento per la zona anale, glielo vado a prendere in bagno, lui me lo spalma e in modo lento mi entra dentro.

Io provo un po’ di dolore, ma a questo si mischia il piacere quando si muove e io gemo dal piacere fino a che ho un orgasmo che mi fa tremare tutta.

Lui si sfila dolcemente, viene nel letto con me, mi prende tra le braccia, mi bacia e mi dice che vuole vedermi masturbare.

Io gli domando se vuole vedermi masturbare alla pecorina, lui mi risponde di sì molto entusiasta.

Io mi metto in posizione, lui si mette in piedi di fronte a me per vedere le mie espressioni di piacere e non resiste, inizia a toccarsi il cazzo sgonfio.

Io gli chiedo se abbia ancora voglia, lui mi dice che gliela faccio venire io e che ci vuole poco perché il cazzo si rigonfi.

Io gli chiedo quale sia il suo massimo di scopate di seguito e lui mi risponde tre.

Lui mi chiede se mi bastano. E io rispondo che in caso contrario mi posso sempre masturbare o usare il dildo.

Lui mi dice che vuole vedermi col dildo, lo prendo, mi metto a sedere e me lo infilo nella fica.

Mi dice che l’ha comprato alla sua fidanzata, ma che si vergogna ad usarlo davanti a lui.

Mi dice che lo fa impazzire una donna col dildo e che lo faccio impazzire io.

Mi dice che non gli sembravo il tipo da masturbarsi completamente nuda per uno sconosciuto, come è successo questa mattina.

Gli dico che la situazione mi ha eccitato da morire e che non ho pensato che mi potessero vedere altri.

Io gli domando se gli fosse successo prima una situazione come quella di stamani.

Lui mi dice che sì una volta gli era successo al mare, ma che la ragazza è rimasta una sconosciuta.

Mi chiede se può infilarmi lui il dildo perché non l’ha mai fatto.

Io gli dico di sì e lui me lo infila e lo toglie lentamente, poi aumenta il ritmo che diventa sempre più veloce finché infila il suo cazzo e inizia a pomparmi di brutto fino a venirmi dentro

in maniera torrenziale.

Gli dico che aveva tanta sborra da tirare fuori.

Lui mi fa vedere le palle che non sono totalmente svuotate e mi dice che ce la fa a fare un’altra sborrata o addirittura due.

Io gli dico che non mi deve più sborrare in fica e vado in bagno per farmi un rapido bidet.

Lui si alza in piedi, si mette davanti allo specchio, si guarda, lo ritrovo così quando torno dal bagno.

Mi dice che vuole farlo lì davanti perché si eccita molto di più.

Io gli dico che anche per me è così.

Mi dice di prendere una sedia, la prendo, lui ci si mette a sedere, io su di lui e mi infilo il suo cazzo già duro dentro la mia fica ingorda.

Lui ogni tanto guarda verso lo specchio e mi dice che trova magnifico il mio culo.

Io mi muovo, lui si infila un mio capezzolo in bocca e inizia a succhiare, mentre io continuo a muovermi, gemendo.

Lui smette di succhiarmi il capezzolo e mi bacia in bocca.

Mi dice di alzarmi in piedi, io mi metto davanti a lui, lui mi fa inarcare la schiena e mi prende alla pecorina, con il mio viso vicinissimo allo specchio così che vedo tutte le mie espressioni di piacere estremo.

Marco mi chiede se mi piaccia vedermi e io gli rispondo che la cosa mi ha eccitato moltissimo, anche se la posizione non è molto comoda.

Marco mi dice di andare nel letto, ci potremmo guardare con gli specchi dell’armadio

Mi fa mettere ancora a pecorina di profilo, così vedo con la coda dell’occhio gli affondi di Marco sul mio culo.

Gli chiedo perché lo faccia eccitare, visto che sono più vecchia di lui e lui mi risponde: “Perché sei una vecchia maiala.”

La risposta non mi piace e gli chiedo se la sua fidanzata sia una santa.

Marco mi risponde di no, ma io sono molto più sensuale di lei che ha appena venticinque anni.

Io mi sono raffreddata, gli dico che voglio smettere, che se ne vada, tanto credo di averlo soddisfatto non poco per quel giorno.

Lui mi chiede di farlo sborrare e poi se ne andrà.

Mi chiede se voglio ingoiare ed io anche se sono arrabbiata, gli rispondo di sì.

Lui mi viene davanti, io prendo il cazzo in bocca e lui mi lancia cinque getti di sperma che io come una porca ingoio con piacere.

Lui mi chiede se possiamo vederci ancora, ma io gli rispondo che è meglio di no.

E’ stato bellissimo, ma sono sposata e non voglio farmi scoprire da mio marito.

Lui mi dice solo che se ci ripenso, so dove trovarlo.

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