Il club privé

Posted by admin under Incontri Erotici on lunedì Nov 21, 2022

Avevo conosciuto Diego su un sito Bdsm. Io 25 anni, lui 40.
Ero alle prime armi con certe esperienze, ma lui sapeva che potevo spingermi più in là…così una sera mi porta in un club per scambisti.

L’ambiente è molto buio, al centro della stanza un palo per la lap dance, poco più in là un piccolo bancone.
Ci accoglie una coppia sulla cinquantina, ci dicono essere i proprietari. Chiacchieriamo, ci offrono da bere e iniziamo a sciogliere la tensione.
Usciamo in giardino a fumare una sigaretta e ci si avvicina una coppia, anche loro di mezza età.
Lui un uomo normale, lei una bellissima ragazza bionda, probabilmente russa.
Iniziamo a presentarci senza però dare troppi dettagli di noi. Raccontiamo che è la nostra prima volta lì, ci spiegano come funziona e ci invitano a bere un altro drink. Io bevo pochissimo, in genere, quindi con un paio di mojito sono già brilla e decisamente più disinibita. Inizio a togliere la giacca, sotto solo una canotta di seta nera con delle trasparenze sul seno.

L’uomo della coppia inizia a toccarmi ovunque, finché mi ficca la lingua in bocca.
Lei guarda divertita..il mio compagno mi fa un cenno di consenso. Quindi anche io inizio a sbottonargli i pantaloni.
Ci tocchiamo, mi inginocchio e inizio a succhiarglielo.. lì, al bancone del bar. In quel momento non esiste niente altro…non mi rendo conto di dove sia e cosa stia facendo, mi sento dentro ad una bolla.
L’uomo mi prende per mano e mi trascina al piano di sopra, in una stanza da letto. Diego ci segue e si mette in un angolo a guardare. Il letto è strano, nero, rivestito con un cellophane per ovvi motivi. Una volta finito, le coppie gettano il cellophane e così il letto rimane pulito per chi verrà dopo.
La stanza non ha la porta, ma solo una corda che la chiude simbolicamente.
Il mio nuovo compagno di giochi mi spiega che se la chiudiamo, significa che non vogliamo entrino altre persone. E io decido per quell’opzione.

Mi fa sdraiare e aprire le gambe e inizia a leccarmi la figa come nessuno aveva mai fatto prima…poi un dito, il secondo, un terzo… finché mi infila tutta la mano. Godo e schizzo ovunque, sono totalmente assuefatta dalla situazione.
Alzo lo sguardo e vedo diversi cazzi infilati nei buchi della parete della nostra stanza.. quegli uomini ci stavano guardando e ce l’avevano duro per noi.
L’uomo mi chiede se volessi succhiarli, così mi alzo e uno alla volta lì assaggio tutti.
Poi guardo il mio compagno, ancora composto nell’angolo, che osserva divertito la scena.
Gli chiedo se posso, e lui capisce già a cosa mi riferisca.
Vado verso la porta, e tolgo la corda.

All’improvviso mi ritrovo nella stanza con 8/10/12 uomini, non riesco a quantificarli. Mi fanno di nuovo stendere a letto e sono ovunque intorno e sopra di me.
Inizio a segarne un paio, uno me lo mette in bocca, gli altri si segano vicino a noi.
Il rumore della plastica di un preservativo che si apre, mi provoca un forte brivido, perché capisco che qualcuno sta per penetrarmi.
Due secondi dopo un colpo secco, deciso, un grosso cazzo dentro di me. Sussulto.
Inizia a scoparmi forte, con le mani piantate sulle mie cosce avvolte dalle autoreggenti.
Sono un lago, i miei gemiti si fanno sempre più forti.
Dopo pochi colpi, ma decisi, si ferma, si sposta e ce n’è già un altro pronto.
Li vedo tutti intorno a me, eccitati come tori.
Il secondo uomo mi scopa forte e viene subito, così un altro mi prende per mano, mi fa alzare, si sdraia sul letto e mi fa mettere sopra di lui.
Mi infila dentro il cazzo e io inizio a cavalcarlo.
Da dietro, qualcuno mi entra nel culo.
Per me la doppia penetrazione è l’apoteosi del piacere..
Urlo, mi sentono tutti, sulla porta continuano ad arrivare altre persone. Ci sono anche un paio di donne che mi guardano mentre i loro mariti mi scopano.
Sento lingue in bocca, sulla pancia, sulle tette… mani che mi accarezzano, che mi prendono per i capelli… non capisco più niente.
Tutti i presenti mi scopano a turno, per poi lasciare posto a quello dopo.
Ad un certo punto mi ritrovo da sola, stesa sul letto, e tutti intorno a me si segano. Uno alla volta mi riempiono di sborra, sulla faccia, sulle tette, sulla figa… ovunque.

Quando sono tutti venuti, riprendo le forze e mi alzo, per vedere Diego. Sta sempre nel suo angolo, con un’espressione soddisfatta. Mi viene vicino e mi bacia.
Gli altri si rivestono ed escono e rimaniamo soli…mi aiuta a sistemarmi, chiede se posso fare una doccia.
Mi accompagna in bagno e mentre mi faccio la doccia mi prende e mi tira forte per i capelli e mi dice “ora tocca a me”.
Appoggiata al muro con le mani in avanti, lo sento entrarmi nel culo.
Mi scopa con violenza, con cattiveria, quasi rabbia..ma con tanta soddisfazione.
Viene, mi abbraccia da dietro, l’acqua calda ci scorre addosso… siamo sfiniti.
Ci asciughiamo, ci rivestiamo, scendiamo al piano di sotto… beviamo un altro drink, ridendo e chiacchierando con i presenti.
Come nulla fosse.
Alle 4 salutiamo tutti e usciamo, mi rendo conto di essere stata dentro ad una bolla per ore.. non riesco neanche a capire dove sono, che giorno è, cosa sia successo.
Torniamo a casa, una doccia e ci mettiamo a letto. Senza dire niente, crolliamo abbracciati.

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La vicina di casa.

Posted by admin under Incontri Erotici on domenica Nov 13, 2022

I vicini dell’appartamento accanto avevano litigato per una buona ora. Niente di grave se non fossero state le 7 del mattino. Andrea era uscito sul balcone per fumare una sigaretta, un vizio che aveva preso nell’ultimo anno con l’inizio dell’università.

         «Ti abbiamo svegliato, vero? Mi dispiace!».

         «Non c’è problema, capita!».

I balconi con le ringhiere in ferro dei due appartamenti adiacenti erano quasi continui; c’era solo uno spazio di circa una spanna a dividerli. La giovane donna dell’altra abitazione era uscita sul balcone a prendere fiato. Era scossa e aveva gli occhi lucidi. Indossava ancora quelli che erano gli indumenti della notte, un paio di calzoncini cortissimi (nemmeno a mezza coscia) e una canotta che nascondeva a malapena il suo seno. Andrea poté notare di sfuggita i capezzoli che premevano sul tessuto bianco. Non portava il reggiseno e quella canotta faticava a contenere la sua quarta.

         «Ne vuoi una? Sembri averne bisogno!».

Andrea aveva un tono fermo e disinteressato, che andava in contrasto con il suo offrire una sigaretta alla donna.

         «Non dovrei. Ho smesso da poco!».

         «Allora…».

         «Solo una. Grazie!».

Non aveva resistito molto. Il ragazzo passò l’accendino e i due ripresero a fumare in silenzio.

         «Comunque mi chiamo Elena, non ci siamo ancora presentati.».

         «Andrea, piacere.».

I due si strinsero una mano dai rispettivi balconi e tornarono a fumare in silenzio.

Lei lo continuava a fissare. Era uscito appena alzato dal letto e non aveva pensato di mettersi una maglietta. Aveva un bel fisico, scolpito da tre allenamenti settimanali in piscina. Non aveva nemmeno pensato di mettere un paio di boxer; tant’è che, da sotto i pantaloncini del pigiama, si poteva notare il profilo del suo membro a riposo.

Elena lo aveva notato, ma non aveva avuto il coraggio di dire nulla. Lo fissava quando lui non guardava verso di lei.

Rischiò di essere beccata, quando il ragazzo si girò di scatto verso la portafinestra ruotando il corpo e mostrando un bel movimento del suo membro da sotto i pantaloncini.

I due si salutarono così. A quella però seguirono altre “riunioni” sul balcone. Elena aveva ripreso a fumare e quando si incontravano, la mattina soprattutto il rituale era sempre lo stesso. Sigaretta e guardatina reciproca; lui ai seni e lei al membro.

La donna aveva 27 anni e si era sposata molto giovane con un uomo che aveva dieci anni più di lei. Aveva confessato in un attimo di sconforto di non essere molto felice. Il suo matrimonio era diventata una gabbia dorata per lei; il marito non le permetteva di accettare lavori più remunerativi del suo e a stare in casa si annoiava a morte.

I due piano piano prendevano sempre più confidenza e così Andrea fece la sua mossa.

Era un lunedì mattina e Diego, il marito di lei, era uscito per andare a lavoro. Quella mattina Andrea non si presentò sul balcone, ma lasciò sotto la porta d’ingresso un bigliettino con una scritta: “Se vuoi vedere di più devi solo chiedere!”. Sotto la scritta era riportato il numero di telefono del ragazzo.

Si era accorto degli sguardi interessati di Elena e aveva agito di conseguenza.

La donna era indecisa sul da farsi. Il bigliettino l’aveva completamente spiazzata, ma al tempo stesso provava una nuova eccitazione mai vissuta prima. Si prese la mattinata per decidere, anche se in realtà cercava solo il coraggio di scrivere.

“Voglio vedere di più! Immagino non sia gratis!”.

La risposta non si fece attendere.

“Vuoi dire che dovrei farmi pagare per vedere?”.

Il volto di Elena si tinse di rosso.

“No, no. Pensavo solo di dover fare qualcosa per meritarmelo”.

“Per ora devi solo venire sul balcone domattina. Al resto si vedrà.”.

Quando la mattina dopo la giovane uscì sul balcone ebbe la sorpresa tanto agognata. Andrea era sul suo balcone, sigaretta alla bocca, senza maglia con la pancia piatta illuminata dal sole; indossava un paio di slip molto stretti che lasciavano davvero poco alla fantasia. Il giovane si sporse verso Elena le accese la sigaretta.

         «Se vuoi anche toccare dovrai venire da questa parte!».

Il volto di Elena si illuminò.

         «Dovrei scavalcare?!».

Chiese perplessa.

         «Fai il giro dalla porta!».

In un attimo era sul balcone affianco.

         «Hai proprio voglia di toccarlo, vedo.».

La donna annuì senza parlare.

         «Questo avrà un prezzo, però.».

         «Quale?».

         «Dovrai giocare con me! Ci lanceremo delle sfide a turno e l’altro dovrà affrontarle per forza. Ci stai?».

         «Che tipo di sfide?».

         «Stai per afferrarmi il cazzo. Secondo te?».

Elena era davvero indecisa. Fu Andre a darle lo scossone che le serviva; le prese la mano e la guidò sul suo slip. Il suo membro divenne presto barzotto.

         «Sei annoiata e la tua vita matrimoniale è una prigione per te. Me lo hai detto tu. Credi che un po’ di svago sia così terribile?».

La donna non tolse la mano dal suo pacco, nemmeno dopo che lui l’ebbe lasciata.

         «E’ sbagliato. Sono sposata e … è sbagliato!».

         «Non conta questo. La domanda è: ti rende felice? Se sì, devi farlo.».

La mano di Elena si muoveva e accarezzava il membro sempre più duro.

         «La tua mano ha già dato la sua risposta. Tu cosa mi dici?».

         «Sì! Ci sto!».

La sua mano voleva entrare negli slip, ma Andrea la fermò.

         «Non funziona così il gioco. Devi lanciare la tua sfida.».

         «Pensavo, che potremmo iniziare da domani e oggi… festeggiare il nostro gioco?».

Andrea sorrise.

         «Vuoi proprio scopare eh?! D’accordo. Entriamo e festeggiamo!».

Elena sorrise. Prese il ragazzo per le spalle e lo portò dentro. Lo spinse contro la parete che confinava con la sua abitazione e iniziò a baciarlo. Le loro lingue si attorcigliavano e si assaporavano a vicenda.

Faceva caldo. Era la prima settimana di luglio e i due corpi erano già madidi di sudore ancora prima di entrare nel vivo dell’azione.

Elena scese velocemente in ginocchio davanti agli slip di Andrea che erano in procinto di esplodere. Senza fare complimenti li abbassò di colpo e, dopo aver afferrato il membro duro con una mano, se lo infilò in bocca. Il ragazzo vedeva il suo cazzo entrare ed uscire dalla bocca della donna, e ad ogni affondo lo sentiva andare sempre più in profondità. L’afferrò per i capelli castani e guidò il ritmo degli affondi. Andrea sentiva la saliva calda che avvolgeva la sua asta e colava sui suoi testicoli. Una sensazione stupenda.

         «Ora tocca a me!» disse tirandola su per i capelli e spingendola sul letto.

Le tolse i pantaloncini e le allargò le gambe.

         «E questo triangolino di pelo sopra il clitoride?».

         «Serve a mio marito per indicare dove si trova!».

I due scoppiarono a ridere.

         «E a me cosa indica?».

         «La fontanella per dissetarti?!».

Andrea capì l’invito e in un attimo si tuffò in mezzo alla sue gambe.

La sua lingua esplorava la fessurina fradicia della vicina di casa a cui dava un piacere enorme.

         «Sei fantastico!».

Andrea continuava a leccare la passerina di Elena che in breve tempo raggiunse un orgasmo.

         «Sbagliamo fino in fondo?» chiese.

Si mise a quattro zampe sul letto; un chiaro invito a scoparla. Invito che Andrea non si fece ripetere. Puntò il suo membro duro sulla sua fessurina e con un colpo di reni entrò in lei.

Il ritmo degli affondi era prima lento poi via via più veloce e più rude.

Elena ansimava e incitava il ragazzo ad andare più forte. Lui la prese per i capelli e la tirava a sé, mentre lei continuava a stimolarsi il clitoride con una mano.

Andrea era al limite, ma lei non voleva ancora che venisse.

Si tolse da lui, lo fece sdraiare e salì a cavalcioni sopra di lui. Iniziò letteralmente a cavalcarlo. Si tolse la canotta, liberando la sua quarta soda che si muoveva sotto i colpi della cavalcata. Andrea da sotto si godeva il piacere che le dava la donna e la vista mozzafiato dei suoi seni perfetti.

Ogni volta che lui stava per raggiungere l’orgasmo lei, che aveva già goduto, si fermava e cambiava posizione. Fu allora che, preso dall’eccitazione del momento, Andrea la spinse sul letto con forza, le infilò il cazzo nella sua fessurina bagnata e, aggrappato con entrambe le braccia ad una gamba, iniziò a penetrarla con foga animalesca.

         «Siii! Continua! Più forte!».

La donna ansimava e gemeva. Il sudore rendeva lucida la sua pelle morbida. Era bella. Perfetta. In quel momento fu solo uno il desiderio del giovane. Lasciò la gambe e, senza smettere di penetrarla, avvicinò la sua bocca a quella di Elena.

         «Posso venire dentro di te?» le chiese con dolcezza.

         «Devi.».

I due si baciarono e, mentre le loro lingue si attorcigliavano nelle loro bocche, il seme abbondante di Andrea si faceva strada nel Sacro Tempio di Elena.

I due si lasciarono andare sfiniti. A breve sarebbero tornati ognuno alla propria abitazione e si sarebbero sentiti solo l’indomani per iniziare finalmente il loro gioco.

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Il guasto meccanico

Posted by admin under Incontri Erotici on giovedì Nov 10, 2022

Sono Giulia, ho 39 anni e sono sposata con Alfredo da oltre vent’anni. Sono considerata una bella donna, mora, occhi scuri, un bel seno, un bel culo che, forse, è un po’ troppo grosso ed una bella bocca ampia, con labbra carnose. Mio marito è un bell’uomo e, come ho potuto constatare spesso, quando gli capita l’occasione non disdegna di fare qualche scopata extra, specie se occasionale. All’inizio mi sentivo offesa dal suo comportamento, poi, un giorno, mentre ero al lavoro, ho sentito una collega che, parlando al telefono, precisava alla persona, con cui stava comunicando, che per lei valeva l’adagio “Occhio per occhio”.

Ci ho messo un po’ di tempo per giungere anch’io a questa conclusione e così, quando mi capita l’occasione, non disdegno di pareggiare in qualche modo il conto. Mi piace così tanto cornificare mio marito che credo che, a questo punto, sono io quella che ha collezionato più scopate extraconiugali. L’ultima è avvenuta casualmente, circa due settimane fa. Per lavoro, dovevo recarmi ad un incontro d’affari e, per l’occasione, mi ero messa particolarmente in tiro. Dovendo confrontarmi con una decina di maschi, che sapevo già molto porci e volendo ottenere il risultato che mi ero prefissa, avevo indossato una mini gonna nera, camicetta bianca e l’intimo bianco, che modellava ulteriormente il mio seno. Indossavo anche una giacca dello stesso colore della gonna, inoltre autoreggenti e tacco alto, completavano il mio outfit. Avevo passato sulle labbra una matita scura e il rossetto amaranto, che le hanno rese cariche di promettenti voluttà. Per due ore sono stata l’oggetto del desiderio dei maschi presenti alla riunione e, quando me ne sono andata, avevo le mie mutandine completamente fradicie. Mi ero eccitata moltissimo a leggere, nei loro sguardi, tutto il desiderio che quei maschi nutrivano per me: mi avrebbero senz’altro sbattuta sul tavolo e scopata fino allo stremo delle forze. Risalita in auto, stavo tornando verso casa, quando, improvvisamente, ho avuto un guasto meccanico: il motore si è spento e non è stato possibile poterlo riavviare. Ciliegina sulla torta, è scoppiato un terribile temporale ed il cellulare non aveva campo. Quando sono uscita fuori, mi sono bagnata tutta. Rientrata in auto, avevo la camicetta completamente inzuppata, così l’ho tolta assieme al reggiseno, da strizzare per quanto era bagnato. Ho indossato la sola giacca e, quando per qualche minuto il temporale è cessato, sono scesa di nuovo, cercando di attirare l’attenzione delle auto che passavano per poter ricevere un aiuto. Ad un tratto si è fermato un furgone e due persone sono scese e sono venute verso di me. Gli ho spiegato che la mia auto era in panne e proprio non sapevo come tornare a casa. Erano due bei maschi, apparentemente sulla quarantina. Quello che sembrava il più anziano, ha detto di chiamarsi Lucio, mentre quello un po’ più giovane si è presentato come Michele. Hanno accertato che non vi era nessuna possibilità di riavviare il motore, quindi abbiamo accostato l’auto in uno spazio fuori dalla carreggiata e mi hanno invitato a salire con loro sul furgone, onde raggiungere la più vicina officina meccanica. Appena salita bordo, mi sono trovata seduta fra loro due. Dentro di me, avevo ancora tutta l’eccitazione provata durante la riunione e, vedendo questi due uomini che subito hanno preso a scrutarmi, ho deciso che potevo anche trarre qualche beneficio da questa disavventura. Ho preso ad accavallare le gambe, mentre i miei seni ballonzavano liberi da costrizioni e seguiti, nel loro agitarsi, con la coda dell’occhio dei due uomini. Seduta in mezzo a loro, non avevo bisogno di voltare la testa per capire quello che essi stavano guardando, né di allungare le mani: nei loro calzoni, qualcosa si stava attivando, diventando duro, sempre più duro. Ad un tratto, ho scavallato le gambe ed allargato un po’ le cosce. La gonna, già di per sé corta, è salita vertiginosamente verso l’inguine a seguito di una buca sul fondo stradale, che ci ha fatto sobbalzare. Poi il veicolo è stato costretto a fermarsi perché il traffico era completamente bloccato. Me li sono ritrovati addosso, con due bocche avide che mi baciavano tra spalle e capelli, e quattro mani che esploravano sotto le mutandine, fica, cosce e zinne.

«Calma ragazzi! Questo non è il posto adatto per divertirci con calma e per bene. Fatemi chiamare l’officina e poi andremo a casa mia, perché voglio che mi sfondiate tutti i buchi, ma al riparo da sguardi indiscreti.»

Circa una ventina di minuti dopo, siamo giunti a casa mia. Durante il resto del tragitto, le loro mani hanno continuato ad esplorare il mio corpo. Le dita hanno indugiato a lungo fra le pieghe della mia fica, che si è rivelata essere un vero lago. Entrati in casa, ci siamo rapidamente spogliati e subito Michele si è disteso a terra ed io, con la sorca più che irrorata, sono scesa a smorzacandela sul suo cazzo, mentre spompinavo l’altro, centimetro dopo centimetro, facendolo arrivare alle tonsille. Entrambi ne hanno gioito.

«Accidenti! Questa vacca ha davvero la fica in fiamme!», cui l’altro ha aggiunto:

«Dovresti sentire la bocca! Mi sta ingoiando il cazzo fino in fondo!»

Sentirmi sfondata dal basso e chiavata in bocca dall’alto, mi ha provocato un fortissimo orgasmo. Ormai in pieno delirio di godimento, mi giro verso Lucio e lo imploro di farmi godere ancor di più.

«Presto, ficcami qualcosa nelle chiappe! Un cazzo! Si, voglio il tuo cazzo! Dai piantamelo nel culo!»

Lui mi fa distendere sopra Michele e, dopo essersi posizionato dietro di me, mi spinge dentro tutto il suo cazzo, con un affondo ben deciso.

«Cazzo, che meraviglia! Questa vacca ha il culo così aperto che per un attimo ho creduto di essere entrato nella fica. Dai, facciamola godere! Una vacca così deve essere montata fino allo sfinimento.»

Mi sbattono all’unisono. Godo e urlo il mio piacere, mentre essi continuano a pomparmi con un ritmo molto sostenuto. Si scambiano anche di posto e mi ritrovo il cazzo di Lucio, che è più grosso di quello di Michele, dentro la fica che viene sottoposta ad una maggiore dilatazione. Michele invece mi pompa il culo, sempre più in fretta. Urlo un ennesimo orgasmo, per poi sentire che Michele mi sta letteralmente riempiendo il culo.

«Troia stupenda! Senti come ti sto riempiendo il culo?»

Un’ondata di calore, mi riempie l’intestino, mentre Lucio, da sotto, adesso mi scopa con più forza. Michele si sfila da me e, in piedi, mi presenta il suo cazzo davanti alla bocca.

«Succhiacazzi! Prendilo tutto in bocca, perché voglio ancora godere con una troia come te.»

Allungo le mani e la bocca verso la nerchia grondante e, senza ritegno, ne slinguo avida lo sperma. Il mio seno sobbalza su e giù ad ogni affondo di Lucio che, quando vede il cazzo del suo amico tornato bello duro, si sfila da sotto e, mentre l’altro mi sdraia a cosce all’aria e mi penetra di nuovo con forza, lui me lo fa succhiare ancora un po’. Godo e urlo quando raggiungo un altro orgasmo, poi cambiamo di nuovo posizione. Ora sono impalata sul cazzo di Michele e Lucio afferra i miei seni, li stringe con forza fra le mani, facendomi ancora godere, poi lascia i seni e appoggia una mano sulla mia testa, mentre con l’altra impugna con forza il suo cazzo e se lo mena velocemente davanti alla mia bocca.

«Troia, apri la bocca! Apri questa fogna di bocca, perché adesso te la voglio riempire di sborra!»

Un attimo dopo, una serie di schizzi incontrollabili cominciano a colpire il mio viso. Alcuni vanno in bocca, altri sulle guance, altri ancora sul collo, sui seni, mentre anche Michele mi scarica nella fica un’ennesima sborrata.

«Cazzo, che maiala! Guarda come la stai coprendo di sborra! Adesso completo l’opera: le sborro anch’io nella fica!»

Mi pompa ancora velocemente e poi mi scarica dentro altra sborra. Ho appena finito di leccare il cazzo di Lucio che Michele mi presenta anche il suo da pulire fino all’ultima goccia. Alla fine i due, soddisfatti, mi salutano lasciandomi un loro recapito telefonico. Resto seduta, sfinita, con la testa appoggiata al divano e senza rendermene conto mi assopisco. Sono destata dalle parole di mio marito.

«Sapevo che eri una troia, ma vederti così, coperta di sborra, mi fa pensare che ti sei scopata un plotone di soldati!»

Lo guardo stupita con un certo terrore per essermi fatta sorprendere in quello stato, ma subito mi rendo conto che lui non è affatto arrabbiato e, anzi, un attimo dopo mi trovo in bocca il suo cazzo.

«Succhialo e ingoialo tutto, maiala!»

Me lo tiene piantato in gola, mentre mi blocca il capo e mi scopa in bocca. Non resiste molto e improvvisamente mi riempie la gola del suo piacere.

«Ingoialo tutto, troia! Succhia fino all’ultima goccia! Perché da oggi in poi, si cambia: da oggi, andremo a scopare insieme, perché mi fa impazzire l’idea di vederti come ti ho vista oggi: magnificamente coperta di sborra!»

Sento un fremito scorrere lungo tutto il mio corpo al solo pensiero di poter scopare con altri maschi sotto gli occhi di mio marito e, dentro di me, benedico il fatto che la mia auto abbia avuto quel guasto.

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Il culo di Adele per il mio migliore amico.

Posted by admin under Incontri Erotici on martedì Nov 1, 2022

Mi chiamo Piero, ho 47 anni e sono sposato da 26 anni con Adele, che ha la mia stessa età. Siamo una bella coppia, di bell’aspetto. Io sono alto, bel fisico, occhi marroni, capelli scuri e, sessualmente parlando, ho anche una discreta dotazione. Adele è una di quelle mogli esemplari, con una squisita educazione, molto carina ed educata, con un viso da ragazza ingenua, ma che denota una certa malizia. Ha occhi grandi e allungati, di colore verde, labbra attraenti e un corpo fatto per il sesso. Ha una vita molto stretta, che esalta i fianchi larghi e un sedere che fa impazzire chiunque, soprattutto per il modo in cui si muove. Porta sempre i tacchi alti e sa muoversi con quell’aria che la rende attraente solo a guardarla. In tutti questi anni di matrimonio, ha sempre messo in conto l’idea di ritrovarmi cornuto, così ho deciso di correre ai ripari. Da tempo io e lei amiamo frequentare amici per trascorrere serate diverse: non parlo solamente di una cena al ristorante o di un drink al bar, bensì di scopate fatte da mia moglie con singoli, mentre io mi masturbo. Adoro veder la mia donna mentre è sbattuta su un letto o su un divano, addirittura, una volta, anche dentro la cabina di un tir, provando anche quel tipo di esperienza. Abbiamo raggiunto questa splendida intesa, dopo lunghi dialoghi, durante i quali io mi sono aperto con lei e le ho esternato sia le mie paure, che i miei desideri. Lei ha riflettuto a lungo e, all’inizio, era molto titubante sull’esito positivo della cosa, ma, col tempo, abbiamo raggiunto un’intesa perfetta. Sono sempre io a scegliere la persona con cui lei può accompagnarsi, mentre lei sceglie la location e, soprattutto, sceglie anche come e quando deve avvenire. Una delle ultime volte che è successo, è stato quando Adele ha incontrato il mio amico Daniele. Io e lui ci si conoscevamo da una vita. Lo considero sicuramente uno dei miei migliori amici, sicuramente uno dei più fidati. Purtroppo, per lavoro, vive in una città abbastanza distante da noi. Quando l’ho chiamato, ho parlato a lungo con lui e gli ho confessato delle nostre divagazioni e, visto che non è fidanzato, mi ha detto che gli sarebbe piaciuto partecipare a qualcuna di queste occasioni, poiché si ricordava bene che bella donna fosse Adele ed il suo meraviglioso culo. Così ci siamo dati appuntamento in una città, a metà strada tra la sua e la nostra, dove avevamo prenotato una stanza per la notte per tutti e tre. In questa maniera avremmo potuto spassarcela tutta la sera e, dopo una buona cena, risposarci per partire il giorno seguente e ritornare a casa. Quella sera Adele aveva indossato un paio di leggings stretti di colore bianco, che lasciavano intravedere il suo intimo, mentre sopra aveva una camicetta leggera con un motivo floreale, sbottonata sul suo splendido seno (una 4ª abbondante). Io e Daniele, invece, indossavamo semplicemente un paio di jeans ed una camicia. Dopo i saluti e quant’altro, ci siamo recati nel locale che aveva riservato proprio Adele, perché, come ho già detto, a lei piace scegliere la località degli incontri, visto che io mi ero occupato del maschio che l’avrebbe scopata sotto i miei occhi. Durante la cena, Daniele è rimasto affascinato da Adele. Se la ricordava bella, ma non così affascinante e sexy: era particolarmente attratto dal suo splendido culetto.

Al momento del caffè, Adele si è alzata per andare in bagno ed allora Daniele ha colto l’occasione per farmi due domande:

«Senti Piero, non vorrei apparire troppo invadente, ma alla tua donna posso far di tutto?»

«Certo, altrimenti che divertimento sarebbe? È proprio questo il bello del gioco, durante il quale ognuno di noi da fondo alle proprie fantasie.»

«Va bene, questo l’ho capito, ma posso anche scegliere di scoparla là dietro? Ha un culo da paura, la tua donna!»

L’ho guardato felice della sua affermazione.

«Mi fa piacere sentire apprezzamenti sul suo culo! Non puoi immaginare quante volte l’ho presa a sculacciate lì, mentre me la scopavo!»

«Quindi lo prendo per un sì! Cambiamo discorso che sta arrivando!»

«Certo, ma sta tranquillo! A lei piace godere anche in quel modo.»

Una volta usciti dal locale, abbiamo fatto una passeggiata e poi ci siamo avviati a piedi verso il residence scelto da Adele. Non era niente di che, ma perfetto per trascorrere una nottata di divertimento e far riposare i nostri corpi spossati dalle fatiche erotiche. Una volta prese le chiavi e arrivati in camera, ci siamo accomodati nella stanza ed io ho individuato subito una poltroncina da utilizzare come postazione ideale per godermi la performance di Adele. Daniele, intanto, dopo essersi tolto le scarpe, si è sistemato sdraiato sul letto. L’ho osservato soddisfatto, perché ricordavo che fosse ben dotato e, nel vedere quel suo grosso bozzo, ben evidente e pronto a sfasciare il culo ad Adele, mi ha fatto subito eccitare.

Adele è uscita scalza dal bagno e, con la sua voce languida e sensuale, mi ha chiesto:

«Allora, vogliamo dar inizio ai nostri giochi, Piero?»

Ho guardato mia moglie con ammirazione ed ho risposto:

«Certo, tesoro; io mi metterò qui comodo ad ammirarti»

Poi lei si è girata verso di lui, si è passata la lingua sulle labbra, compiaciuta nel rimirare il notevole rigonfiamento che aspettava d’esser scoperto.

«Daniele, tu sei pronto?»

«Sì, Adele, viene pure qua, che ho proprio voglia di scoparti!»

Lei ha finto di esser meravigliata, ma era chiaro che stava già pregustando ciò che sarebbe successo a breve.

«Ah, sicché? Vai subito al sodo tu? Allora vediamo che cosa sei in grado di fare e se riuscirai a stupirmi!»

Quindi, si è portata in ginocchio sul letto e subito hanno preso a baciarsi, mentre lui ha iniziato a sbottonarle la camicetta.

Io, nello stesso momento, ho iniziato pian piano a sbottonarmi i jeans e calare leggermente gli slip, così da tenere a portata di mano cazzo e palle che già iniziavano a bollire. A quel punto, lui ha preso a baciarle i seni, dopo averle sfilato completamente il reggiseno e, nel mentre, anche lei è scesa con le mani sui suoi jeans, carezzandogli il cazzo che, oramai, si vedeva già gonfio dentro quelle mutande. Allora lei si è chinata su di lui ed iniziò a fargli un sontuoso pompino davanti ai miei occhi. Mi è subito sfuggito un apprezzamento nei suoi confronti.

«Brava, amore mio! Fa sentire al nostro amico quanto sei brava a succhiare il cazzo!»

Lei ha si è voltata un attimo verso di me ed ha sorriso, poi ha preso a leccare la cappella e l’asta in tiro e lui non ha potuto far a meno di gemere dal piacere.

A quel punto, Adele, se lo è preso in bocca, guardandolo dritto negli occhi per continuare a farlo eccitare. Nel sentire la sua bocca calda avviluppare la sua verga, lui ha preso a gemere ed a complimentarsi con lei.

«Che spettacolo! Ha una bocca che sembra un vulcano! La lingua poi è fantastica! Brava, continua a succhiare! Amico mio, tua moglie è una perfetta pompinara!»

Ho visto Daniele che era davvero preso da lei. Si lasciava ciucciare il cazzo beatamente. Io lo guardavo e già immaginavo quando l’avrebbe scopata, e, soprattutto quando quella verga fosse sprofondata nel culo di Adele, visto che era una cosa desiderata da entrambi. A quel punto, lui l’ha fatta fermare e mettere carponi con lo sguardo rivolto verso il muro, affinché io avessi la perfetta visione del suo culo. Le ha sfilato i leggings bianchi e poi ha iniziato a sculacciarla, prima su una chiappa e poi sull’altra, lasciandole dei bei segni rossi su entrambe le chiappe. Dopodiché, ha messo due dita nella fica, facendola godere allo spasimo. Lei ha gradito il gioco e lo incitava ancor più in quanto era molto bagnata ed eccitata.

«Sì, così! Muoviti più velocemente, dai, che vengo! Vengo!»

Quando ha raggiunto il massimo del piacere si è girata verso di me che le sorridevo soddisfatto. Dopo averla fatta godere con le mani, Daniele si è avvicinato a lei ed ha appoggiato la cappella fra le labbra della sua fica e, tenendola per i fianchi, con una spinta decisa è affondato tutto dentro di lei. Ho visto il corpo di Adele inarcarsi per reggere la forte spinta con cui lui l’ha penetrata. Dopo esser rimasto un attimo immobile, ha preso a stantuffarla sempre più velocemente.

«Che meraviglia! Che fica calda e bollente! Sei fantastica! Adesso ti sfondo tutta!»

Adele ha preso a godere in abbondanza. Lui le ha assestato una pacca sul culo, e poi le ha ordinato di masturbarsi. Lei in preda al raptus erotico, lo ha assecondato e ha portato la sua mano sotto di sé, così da titillarsi il bottoncino, giungendo subito ad un nuovo orgasmo.

«Bellissimo! Mi stai sfondando! Continua più forte! Spaccami tutta! E tu, cornuto, guardami! Guarda come il tuo amico sta facendo godere questa vacca di tua moglie! Sei un cornuto! Meravigliosamente cornuto! Ti amo da impazzire!»

Daniele la stava sbattendo come un forsennato. Le ha lasciato assaporare ancora questo orgasmo, poi si è allungato su di lei ed ha afferrato i suoi seni, per farla sollevare. Quindi si è ritrovata inginocchiata davanti a lui, che la sbatteva con più forza e, mentre impastava i suoi seni, la trattava da vera zoccola.

«Sei una troia, una puttana, una zoccola tutta sfondata! Per ora ti sfondo la fica per il piacere del mio amico che è un gran cornuto, poi ti rompo anche il culo!»

Adele ha preso a godere un orgasmo dopo l’altro, senza soluzione di continuità. Le ha fatto cambiare anche posizione e l’ha scopata tenendola sotto di lui, con le gambe alzate e anche stesa di lato. Vedevo quella grossa verga sfondare la fica di mia moglie e la gioia che mi prendeva mi lasciava estasiato. Lui le ha sussurrato qualcosa, lei si è girata verso di me e, all’unisono, mi hanno fatto il gesto delle corna, facendomi sborrare all’istante.

«Amore, sei un cornuto!»

È stato un momento di profonda libidine. Poi lui le ha fatto di nuovo cambiare posizione. L’ha fatta mettere a quattro zampe, facendo in modo che io avessi una completa visuale su quello che avrebbe fatto. Quindi Daniele le ha fatto colare della saliva sul buco del culo ed ha preso a puntarle la cappella sul buchetto.

Io, intanto, mi stavo masturbando il cazzo e, nonostante avessi da poco sborrato, ce l’avevo ancora molto duro. Sentivo che il piacere affiorava con irruenza. Poi, ho avvertito un brivido lungo la schiena non appena ho visto quel suo enorme cazzo penetrare nel culo di lei. Lui si è girato verso di me e mi ha chiesto di avvicinarmi.

«Gran cornuto! Vieni a vedere come sfondo il culo a questa vacca di tua moglie!»

Mi son avvicinato, mi son inginocchiato di lato a lui ed ho avuto la completa visione di ciò che stava facendo. Egli, però, non era ancora soddisfatto e mi ha rivolto una ulteriore richiesta.

«Così non va bene. Devi sdraiarti sotto di lei e leccarle la fica, mentre assisti a questa particolare operazione che sto eseguendo su tua moglie.»

Un attimo dopo era sdraiato sotto di lei che, immobile, accoglieva dentro il suo culo quel palo di carne umana. Era qualcosa di fantastico veder sfondare il culo di mia moglie, qualcosa che desideravo da tempo. Non che lei non me lo concedesse, ma vederla così squassata da quell’enorme verga, era ancor più eccitante di quando ero io stesso ad incularla. Dopo esser penetrato, ha iniziato a muoversi lentamente, limando sapientemente quel buco di culo. Lo faceva scorrere tutto fuori, per poi affondarlo di nuovo tutto dentro di lei. Lei sembrava un mantice dal troppo ansimare ed emetteva uggiolii quasi stesse soffrendo.

«Fa’ piano, ti prego! Sei enorme! Mi stai spaccando il culo! Piano, che me lo sfondi!»

Daniele non ha badato alle sue parole, ma ha continuato a scoparla con sempre più vigore, addirittura afferrandole i capelli e tirandola un po’ a sé.

«Zitta, troia! Ti sfondo il culo a mio piacimento! Te lo voglio ridurre ad una voragine! Sei una troia tutta da godere e sfondare! E tu, cornuto, stai osservando con attenzione a come le sto spaccando il culo?»

Ho risposto con un gemito, perché in realtà stavo leccando il torrente di umori che colava dalla fica di mia moglie. Stava veramente godendo nel sentirsi sfondare dal mio amico. Lui l’ha afferrata per i fianchi ed ha preso a limare quel buco con colpi molto forti e ben assestati. Lei ha avuto un orgasmo ed io mi sono preso in bocca tutto il suo piacere, mentre ora lo incitava a scoparla più forte.

«Sei fantastico! Più forte! Daniele, scopami più forte! Dai, spaccami il culo! Fai vedere al mio adorabile cornuto, come si rompe il culo a quella vacca di sua moglie!»

Quale amante si sarebbe trattenuto dall’ignorare le suppliche che provenivano dalla donna che stava chiavando? E, quindi, anche lui ha preso a sbatterla con forza; le appioppava dei colpi così forti che il suo seno ne era scosso facendolo ballonzolare, ed io ero al massimo dell’eccitazione. Ho sollevato il bacino e il mio cazzo duro era proprio davanti alle labbra di Adele che, dopo aver urlato un altro orgasmo, ha spalancato la bocca e se l’è infilato tutto in gola. Anche Daniele era sul punto di venire e, ad un tratto, gliene ha infilato solo la metà nel culo: si era bloccato, immobile, perché glielo stava riempiendo di sborra.

«Eccomi, vacca! Sborro! Sto sborrando! Adesso te lo riempio!»

Ho assistito alle contrazioni del suo cazzo, mentre farciva il culo di Adele. Poi lo ha sfilato velocemente e le ha sborrato lungo il solco delle natiche, facendo colare tutta la sua sborra tra le chiappe e sulla figa arrossata dalla vigorosa chiavata. Anch’io in quell’istante son venuto in bocca ad Adele. Lei ha ingoiato tutto, mentre Daniele mi impartiva un ennesimo ordine.

«Cornuto, lecca! Lecca tutta la sborra che sta colando!»

Ho allungato un po’ il collo e mi sono trovato con la bocca proprio lungo il taglio della fica di mia moglie, con, al di sopra, il suo culo da cui promanava un lungo rivolo di sbroda quale conseguenza di quanto egli le aveva iniettato all’interno. Ho leccato avidamente fino all’ultima goccia, mentre lui, dopo aver spremuto il cazzo su di lei, l’ha presentato alla sua bocca per farselo pulire.

«Puttana! Lecca e ripulisci tutto, mentre lui sta raccogliendo tutto quello che ti ho schizzato dentro!»

Vedevo il buco del culo largo di mia moglie ed ho leccato tutta la sborra di Daniele, considerandola come un premio. Poi mi son sfilato da sotto di lei e, avendo anche lei finito di pulire quella verga che tanto l’aveva fatta godere, ci siamo guardati tutti e tre negli occhi e, abbracciatici, siamo scoppiati a ridere.

Lui è rimasto oltremodo contento per l’esperienza vissuta e lo stesso è stato per me e mia moglie, così adesso ogni volta che ne abbiamo voglia, ci incontriamo per passare dei momenti stupendi, ma, soprattutto, per vedere con quanto piacere lui sfonda il culo di Adele, che non smette mai di ringraziarmi per averle donato la dotazione del mio amico più caro.

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