Pacco natalizio per la zia australiana

Posted by admin under Incontri Erotici on domenica Dic 25, 2022

Nell’immaginario comune le zie ai pranzi di Natale sono quelle noiose e petulanti che ti riempiono di domande scomode. La più noiosa per un ragazzo di 18 anni single è “Ma ce l’hai la fidanzatina?”, soprattutto se vi siete lasciati qualche settimana prima perché ha deciso di aprire le gambe per uno dei tuoi migliori amici. Ma questa è una storia diversa e molto meno piacevole di quella che sto per raccontarvi.

Si chiama Angela ed è la moglie dell’unico fratello di mio padre. Loro vivono in Australia, lei originaria di là, e tornano in Italia per festeggiare il Natale in famiglia.

Non è molto alta, capelli neri e occhi castani. Ha dei bei fianchi larghi e due tette burrose veramente enormi. Confesso che ho perso qualche diottria pensando a lei nella solitudine di camera mia.

Lei e lo zio arrivano qualche giorno prima di Natale e si accomodano nella stanza degli ospiti. La nostra avventura inizia quasi per caso quando mia zia entra in bagno mentre sto facendo la doccia. Si scusa e scappa, ma ho notato lo sguardo fisso sul mio membro. Non sono uno dei fighi spaziali che si vedono nei film, ma fisicamente mi tengo in forma e i miei genitori sono stati generosi per quanto riguarda le doti naturali. Penso che abbia apprezzato la vista, almeno lo spero.

Quella sera stessa mentre la zia fa la doccia, vedo il suo telefono che continua a ricevere notifiche. Il codice è l’anno di nascita, banale. Non resisto e sbircio. Quello che scopro è che la tanto brava e tanto bella zia Angela in realtà è una gran zoccola. Sono almeno 5 le chat in cui si scambia foto, video e messaggi zozzi con uomini che chiaramente non sono lo zio e che ricambiano con foto di membri eretti di discrete dimensioni.

Faccio qualcosa di assolutamente irrazionale: invio anche una foto del mio. “Così lo vedi meglio, in bagno è stato troppo veloce!” come commento.

La risposta di zia arriva a notte fonda. Mi aspetto una ramanzina e invece ricevo un breve video dove lei è in intimo, gambe aperte e la sua mano che massaggia il suo sesso. La reazione istintiva è un durello quasi doloroso. Il commento: “Resisti fino a Natale!”.

La notte di Natale lo zio e mio padre vanno a messa a mezzanotte. Mia madre dorme e la zia è da sola nella dependance. “Vieni!”, è il messaggio che ricevo.

Scendo di corsa e vado da Angela.

Busso.

         «Entra e chiudi a chiave!».

         «Zia…».

La vedo sdraiata a pancia in giù sul letto. Completamente nuda e con gli occhi bendati.

         «Sei stato intraprendente con la foto… vediamo come te la cavi se lascio fare a te!».

Mi spoglia al volo. Il mio membro è già bello barzotto, per non dire già in erezione. Salgo sul letto e gattono sopra la zia, fino a che il mio pene non sfiora le sue natiche generose e la mia bocca non è vicino al suo orecchio.

         «Zia senti che effetto mi fai!».

E dicendo così premo la mia erezione nel solco tra le sue natiche.

         «Sei già duro! Con o senza?».

         «Dimmelo tu, zia!».

         «Senza!».

Punto la mia cappella sulla fessurina rosa già bagnata. E con un colpo di reni entro in lei. La penetro lentamente. In questa posizione, con le gambe distese e strette tra loro, lo sento stretto dentro di lei. È calda e umida. Il paradiso.

Inizio ad aumentare sempre di più il ritmo degli affondi, e sento il suo respiro farsi più affannato.

         «Più forte, nipotino!».

Inizio ad affondare dentro di lei con più foga, più veloce ma anche meno delicato. Ma dai gemiti sembra quello che gradisce di più.

         «Zia… sto per…».

         «Fermo ed esci.».

Mi blocco di colpo.

Angela si gira supina e si toglie la benda. Vedo le goccioline di sudore che si fanno strada attraverso quei seni grandi e morbidi.

         «Se vieni dentro di me, lo fai guardandomi negli occhi.».

Punto ancora una volta la sua passera e stavolta inizio a penetrarla con forza.

Vedo il suo sguardo carico di eccitazione, la sua bocca socchiusa che prende aria e i suoi seni che ballano una danza frenetica sotto i colpi… sarò volgare, sotto i colpi della mia minchia.

Le nostre bocche sono vicine, le labbra si sfiorano senza però chiudersi tra loro. Il sudore ci scivola addosso e i nostri respiri si mischiano sulle nostre labbra.

Il momento in cui le nostre labbra si incontrano e le nostre lingue si attorcigliano è anche l’istante in cui il mio seme schizza copioso e caldo dentro il suo ventre.

         «Non è mica finita sai?».

Appena esco da lei la zia mi afferra per l’asta barzotta e l’avvicina alla sua bocca.

Inizia a succhiarmi il cazzo misto del mio seme e dei suoi umori.

         «Angela tu non ami più lo zio?».

Si stacca dal mio pene.

         «Ti sembra una domanda da fare mentre ti faccio un pompino?».

Torna a succhiarmelo e leccarmi le palle.

         «Ecco ora sei pronto per il tuo regalo di Natale.».

La vedo mettersi a quattro zampe.

         «Sei mai entrato dietro ad una ragazza?».

Scuoto la testa.

         «Oggi lo farai!».

Il mio membro è duro e tutto bagnato dalla saliva della zia, mentre il suo buchetto viene lubrificato con un gel apposta.

In questa posizione vedo che è bello morbido. Mi viene da pensare a quanti l’hanno inculata prima di me. Ma in fondo non importa, è la mia prima inculata. Punto sul suo buchetto e lentamente spingo. Sento una leggera resistenza, ma non faccio fatica. La mia asta entra dentro il suo ano e la cosa piace alla zia.

         «Com’è?». Mi chiede.

         «Più stretto! Stupendo!».

         «Sii delicato, mi raccomando!».

Mentre entro ed esco da lei, sento il suo anellino posteriore che stringe il mio membro. Una sensazione stupenda. Un piacere diverso, ma irresistibile che però non dura molto perché stimolato così vengo dentro il suo culo più velocemente di quanto voglia ammettere.

         «Bravo ragazzo!».

         «Scusa.».

         «E di cosa? La prima volta ci sta venire presto. È più stretto, più stimolante per te.».

Ci sdraiamo uno accanto all’altra.

         «Buon Natale nipotino!».

         «Buon Natale zia!».

Ci sono tante altre esperienze fatte con la zia Angela, sia in Italia sia durante il mio periodo in Australia. Ma oggi concludo con un augurio a tutti voi.

Buon Natale e che questo magico giorno possa portarvi tanti ed intensi piacere!

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Ho disinibito mia moglie.

Posted by admin under Incontri Erotici on mercoledì Dic 21, 2022

Mi chiamo Marco ho 50 anni e sono sposato con Valeria da 30 anni. Abbiamo 2 splendidi figli, un maschio, Andrea, di 29 anni e la femmina, Lucia, di 27. Valeria ha la mia stessa età, è magra, bruna, occhi scuri, un bel seno che riempie una 4ª misura, un bel culo tondo e sodo, ama molto esser fine ed elegante. Da ragazza ha avuto un’educazione molto rigida e solo con me si è lasciata un po’ andare ai piaceri della vita. In effetti la nostra vita sessuale non ha grandi sconvolgimenti, perché a lei piace molto la classica scopata alla missionaria, raramente lo prende in bocca o se lo lascia infilare nel suo splendido culetto. Lavoro come dipendente di una grande azienda produttrice di energia elettrica, mentre lei, dopo aver lavorato molti anni come segretaria d’azienda, ora fa la casalinga, perché quell’azienda è finita in fallimento. Abbiamo avuto, fino ad oggi, una vita molto tranquilla, senza scossoni, ma ultimamente avverto, dentro di me, il forte desiderio di cambiare il nostro monotono modo di far sesso. Ho voglia di apportare dei cambiamenti e, soprattutto, desidero disinibire questa donna, che mi sembra, dopo la perdita del lavoro, si sia lasciata un po’ andare. Per realizzare questo mio progetto, ho deciso che, dopo tanto tempo, in occasione delle feste di Natale, di regalarle un po’ di intimo particolare. Sono andato in un negozio specifico e, con molta serenità ed oculatezza ho scelto dei capi più idonei per lei. Arrivato a casa, la notte della vigilia, una volta rimasti soli, scartammo i regali. Alla vista dell’intimo, lei si è missa a ridere e ha detto che non aveva più l’età per quelle cose. Le avevo regalato uno slip nero con i bordini di pizzo, completamente trasparente, un paio di autoreggenti e un reggicalze perfettamente coordinato, oltre ad un reggiseno sempre di colore nero, ma con del pizzo finissimo trasparente, che modellava il suo meraviglioso seno. Le ho chiesto di indossarli, ma ha risposto che era troppo tardi e siamo andati a dormire. Nel letto proseguimmo a parlare e fui richiesto come mai avessi pensato a regalarle un intimo così spinto.

«Amore, scusa, ma perché mi hai regalato queste cose tanto particolari che mi farebbero sentire a disagio ad averle addosso.»

«Te le ho regalate perché ti trovo ancora bella e sensuale e vorrei che la nostra vita sessuale avesse un po’ di pepe in più. Da quando hai lasciato il lavoro, ho come l’impressione che tu ti sia lasciata andare. Non che ti trascuri personalmente, ma ti sento spenta, come se il sesso non fosse più fra i tuoi interessi. Ho voglia di risvegliare la tua passione che, anche se non è mai stata molto intensa, ora mi manca. Mi piacerebbe che domani tu indossassi quelle cose in occasione del pranzo di Natale con tutti gli amici e parenti.»

Lei mi ha risposto che voleva pensarci. La mattina dopo ci siamo svegliati sul tardi e, fatta colazione, poiché dovevamo stare a pranzo fuori, indugiamo ancora un po’ nel letto, per poi iniziare a prepararci. Quando lo fece lei, il mio cuore prese a batter forte, ma vidi che, nel vestirsi, indossò uno slip semplice, allora la ripresi, sostenendo che non mi piaceva.

«Dai, amore, metti queste!»

Lei mi rivolge uno sguardo meravigliato e ribatte:

«Ma sei pazzo? Saremo insieme a parenti ed amici, come potrei indossare cose così spregiudicate e particolari?»

Io le rimandai uno sguardo sorridente e continuai ad insistere.

«Ma dai, tanto lo so solo io; chi dovrebbe vederti? Sarà un nostro piccolo segreto, una nostra lieve complicità.»

Fece un sospiro di autocompiacimento e, lentamente, iniziò a mettersi gli slip regalati, dopo le autoreggenti e infine, sul reggicalze, iniziò a titubare.

«Coraggio, che stai benissimo! Sei veramente stupenda!»

Lei mi accontentò e, prima che indossasse la gonna, l’ho presa per mano e l’ho portata in bagno e, dopo averla fatta sedere sullo sgabello, le ho detto di lasciarmi fare. Mi son inginocchiato fra le sue cosce e, utilizzando il mio rasoio, le ho aggiustato il pelo sotto gli slip. Ero tremendamente eccitato al solo sapere che lei indossava quell’intimo così ricercato e lei non nascondeva di esser imbarazzata. Quegli slip non nascondevano i suoi glutei che, alla sua età, erano ancora così sodi e lisci. Sopra indossò una gonna nera, con un leggero spacchetto laterale che le arrivava fino al ginocchio. Completò il tutto con un leggero filo di trucco ed un paio di scarpe con tacco non troppo alto.
Arrivammo al ristorante, salutammo tutti e ci scambiammo i vari saluti; lei era seduta assieme a mia sorella e sua cognata e, mentre si rideva e scherzava, lei non si era accorta di aver leggermente divaricato le gambe e, di fronte, c’era Walter, il fratello di mio cognato, che subito puntò gli occhi su di lei. Egli è un bel maschio di 45 anni, con un certo fascino, ha sempre scherzato con mia moglie e, in più occasioni, l’ha sempre corteggiata in maniera discreta ma insistente. Io ero eccitatissimo. Era chiaro che, dal posto dove era seduto, riusciva a vedere tutto e, sicuramente, non si sarebbe lasciato sfuggire l’occasione di ammirare le sue splendide cosce. Infatti ho visto che si abbassò per raccogliere il tovagliolo e guardò in mezzo alle gambe di mia moglie, che non si era accorta di nulla.

Avrei voluto intervenire, ma il gioco mi piaceva troppo: anch’io riuscivo a vedere la trasparenza dello slip, poi lei si alzò e tutto finì li. Ero al culmine del piacere e della gelosia: mia moglie, così seria ed elegante, che veniva guardata da un altro uomo. Mi allontanai per andare in bagno. Uscito, trovai Walter che si era seduto lì vicino; feci finta di nulla, però mi accorsi che i suoi occhi non si staccavano dal corpo di mia moglie. Lei continuava ad esser ignara di tutto. Ritornai al tavolo e, nel mettermi seduto, notai che Walter si era seduto di fronte a lei. Eravamo presi a ridere e scherzare, ma notai che, più di una volta, si abbassò per allacciarsi le scarpe: mi erano chiare le sue intenzioni. Non riuscivo a credere che, l’idea che un altro uomo potesse desiderare mia moglie, mi eccitasse così tanto. Finimmo di mangiare e mia sorella ci chiese di andare a casa con altri parenti, per giocare a carte: noi accettammo. Appena arrivati, mentre salivamo le scale, finsi di aver dimenticato qualcosa in auto e, quindi, li lasciai che salivano: mia sorella davanti, poi Tania, la moglie di Walter e, davanti a lui, mia moglie. Arrivando immediatamente dietro di loro, ho percepito l’imbarazzo di mia moglie che cercava di mettersi quanto più defilata possibile, ma, nonostante ciò, era evidente che lei cercava di abbassarsi la gonna, ma le autoreggenti ed il perizoma erano anche fin troppo visibili. Quando giungemmo quasi in cima alle scale, lui si è girato verso di me e ci siamo scambiati un’occhiata, consapevoli del fatto che entrambi avevamo visto tutto quello che c’era da vedere. Nessuno di noi due disse nulla, entrammo in casa e ci mettemmo comodi. Avevo il membro durissimo: mia moglie, vestita così, mi aveva riacceso tutte le sensazioni possibili. Poi, mentre stavamo giocando, Walter si era messo seduto davanti a lei e, in più di un’occasione, ho notato che spesso si abbassava per raccogliere sempre qualcosa da terra e, in un paio di occasioni, anch’io mi son abbassato ed ho visto che sbirciava fra le cosce di mia moglie, che lei teneva divaricate sotto il tavolo. La serata finì sul tardi e, mentre si tornava a casa, io e lei, in auto, parlavamo dei fatti salienti che avevano movimentato la giornata. Giunti in camera, lei è andata in bagno a togliere il trucco: io sono entrato e le ho detto che avevo molto apprezzato per come era vestita, ma lei ha risposto che, invece, a lei era sembrato un po’ troppo esagerato. Le ho alzato la gonna e le ho passato le dita sulla vagina: ero troppo eccitato. Le ho confessato che, nel salire le scale, si era visto tutto e che, pure Walter, aveva visto tutto.

«Accidenti, che pessima figura ho fatto! Chissà cosa penserà di me?»

Il tono della sua voce era incerto ed era alquanto arrossita, ma io le ho spostato gli slip ed ho notato con stupore che era già umida. Ho iniziato a masturbarla e lei ha chiuso gli occhi; io, preso dall’eccitazione, ho ripreso a parlare, mentre proseguivo a masturbarla.

«Sicuramente Walter avrà visto tutto e mi è sembrato anche molto interessato alle tue splendide cosce, al punto che, per tutto il pomeriggio, quando eri seduta al ristorante, avevi un po’ aperto le gambe e ti si vedeva la fica tra gli slip trasparenti. È stata una cosa incredibilmente eccitante.»

Lei non ha risposto, ha continuato a tenere gli occhi chiusi, ma la sentivo ansimare, sentivo i suoi umori riempire abbondantemente le mie dita, che ora la masturbavano più vigorosamente. Mi son accorto che era particolarmente eccitata. Per il passato non avevamo mai avuto rapporti sessuali molto intensi, lei si mostrava sempre più che inibita per certe cose, ma, quella sera, stranamente, la sentivo particolarmente languida e lasciva. Le ho slacciato il vestito e, completamente nuda, con indosso solo l’intimo che le avevo regalato, ho potuto constatare che il sottile reggiseno mostrava i suoi capezzoli durissimi ed anche il suo respiro era alquanto accelerato. Continuando a masturbarla, ho ripreso a sussurrarle ciò che avevo visto.

«Walter non si è perso nulla dello spettacolo che gli hai offerto oggi, con le tue cosce spalancate e la fica in bella mostra. Era anche molto interessato al tuo culetto e, in più di un’occasione, ho notato come te lo ammirava, desideroso di profanarlo.»

Mentre parlavo, con l’altra mano le ho passato un dito sul buchetto e lei ha iniziato a gemere e spingere il suo corpo verso il mio e poi, con una mano ha afferrato la mia verga dura ed ha iniziato a segarmi da sopra la stoffa dei pantaloni. Continuando a baciarla, siamo usciti dal bagno e ci siamo ritrovati sul letto della nostra camera. Mi sono inginocchiato fra le sue cosce ed l’ho trovata completamente bagnata. Ero eccitatissimo, ho iniziato a baciarla, leccando i suoi umori attraverso il pizzo delle mutandine e lei ha ripreso a gemere. Mentre continuo a farla godere con la lingua, mi sono slacciato i pantaloni e, preso da un forte desiderio, mi son allungato su di lei e, con un affondo secco e netto, gliel’ho infilato tutto dentro, fino in fondo. Ha avuto un orgasmo all’istante e, quando lo ha esternato, sono rimasto alquanto sorpreso, perché, di solito, gode in silenzio.

«Ooohhh! Sì! Ancora! Dai, amore, che vengo!»

In quell’occasione, mi son reso conto che qualcosa la stava veramente eccitando e son giunto alla conclusione che non poteva non trattarsi del fatto di essersi mostrata, anche involontariamente, agli occhi di Walter. Preso dalla forte eccitazione, non son riuscito a resistere molto e, dopo averla sentita godere ancora una volta, ho iniziato a schizzare dentro di lei, riempiendola.

«Amore, vengo! Sto sborrando!»

Ho sentito il suo corpo fremere, mentre le riversavo dentro tre generose schizzate, poi mi sono sfilato ed ho presentato alla sua bocca il mio cazzo ancora gocciolante. Inizialmente e solo per un attimo, ha cercato di evitare di imboccarlo.

«No dai… Ti prego, lo sai che…»

Vista la mia decisione, ha aperto le labbra ed io gliel’ho infilato tutto in bocca. Anche in questo caso, non ha reagito negativamente: ha preso a leccarlo e succhiarlo, fino a raccogliere anche l’ultima goccia della sborra, che ancora sgorgava dal mio membro. Stanchi, ci siamo addormentati e, per il resto dei giorni che ci separavano dal Capodanno, non siamo tornati sull’argomento, ma abbiamo fatto sesso un’altra volta, in maniera molto intensa ed ho avvertito che era eccitata e vogliosa più del solito. Per festeggiare l’arrivo dell’anno nuovo, ci siamo accordati, insieme a mia sorella Paola e suo marito Stefano, a Walter e Tania, per trascorrere la serata in un ristorante che, oltre al cenone, offriva la possibilità di un’ampia pista da ballo, per festeggiare degnamente l’arrivo dell’anno nuovo. La sera di Capodanno ci siamo trovati davanti al ristorante, tutti e sei insieme. Valeria indossava un abito aderente in maglina che le arrivava al ginocchio e ne modellava splendidamente il corpo. Sotto aveva indossato le sue calze autoreggenti, senza che io le dicessi nulla e sapevo che, con quel particolare vestito, il micro perizoma, di colore inevitabilmente rosso in segno di augurio, che le avevo regalato, era sicuramente infilato nel solco delle sue natiche. Nella parte superiore, l’avevo vista indossare un reggiseno di colore rosso sottilissimo, quasi invisibile. Ai piedi calzava scarpe in pelle décolleté nere, con tacco 10, a spillo. Anche le altre due donne, indossavano vestiti rossi. Mia sorella aveva un abito a trapezio plissettato, che le arrivava appena sopra il ginocchio ed anche lei indossava scarpe in pelle décolleté nere, con tacco 10 a spillo, mentre la più audace delle tre era sicuramente Tania, che indossava un abito aderente, con scollo profondo, che metteva in mostra il suo splendido seno. Ai piedi, scarpe di vernice nera con tacco altissimo, a stiletto. Subito ho notato che Walter non staccava mai gli occhi dal corpo di Valeria. Ci siamo seduti al tavolo, di forma rotonda, ed ho notato che Walter si è seduto proprio davanti a mia moglie. Ogni tanto si scambiavano qualche occhiata, mentre la cena procedeva tranquillamente, in maniera allegra e divertente. Una buona orchestrina suonava musica che istigava a ballare e, fra di noi, ci si alternava a far ballare le nostre donne. Non sempre si ballava con la propria compagna, anzi, a seconda della musica, ci si scambiava di partner. In effetti a me e Valeria piace molto ballare sia il liscio che i ritmi latino-americani, mentre mia sorella e suo marito amano molto il rock e i balli di gruppo, infine Walter e sua moglie preferiscono il tango e, in particolare a Tania, piace molto il latino-americano. Quando mancava circa un’ora alla mezzanotte, Walter ha preso a ballare quasi sempre con Valeria. Mentre io e mio cognato ci alternavamo a ballare con Tania o mia sorella. Ad un tratto mi sono accorto che, per tre brani di seguito, non avevano smesso di ballare e, poiché al tavolo ero rimasto solo con mia sorella, che era intenta a smanettare sul suo cellulare per scambiare messaggi di auguri con i vari amici, mi son alzato discretamente ed ho fatto il giro della sala, alla ricerca di Valeria e Walter. Quando sono giunto quasi all’altezza del bar, li ho visti che ballavano in una zona un po’ meno illuminata del salone. Più che ballare, sembrava quasi che si strusciassero i corpi l’uno contro l’altro, lui teneva la sua faccia vicino alla guancia di Valeria e, ogni tanto, lei rideva. Non potevo sentire cosa si dicessero, ma era chiaro che lui la stava insidiando facendola ridere e, ogni tanto, lei si scostava e lo guardava sorridendo, a volte annuendo, altre scuotendo la testa in segno negativo. Durante una di queste volte, li ho visti di profilo ed ho notato che lui aveva il pacco gonfio e, quando ha di nuovo stretto mia moglie a sé, mi son reso conto che lei non ha fatto nulla per tenersi distante da quella presa così decisa. Ad un tratto, dopo che la musica è finita, mia moglie è tornata al nostro tavolo e, così, anch’io son ritornato al mio posto. Una volta giuntovi, lei era seduta ed aveva il viso arrossato e, quando mi ha visto, ha preso un tovagliolo e lo ha usato come ventaglio, dichiarando che aveva molto caldo. Walter fingeva indifferenza, tenendo il cellulare in mano e, ad un tratto, Valeria ha detto che sarebbe andata in bagno a spruzzarsi dell’acqua fresca sul viso. Quando lei si è alzata, Tania e mio cognato hanno continuato a ballare, mia sorella a messaggiare con il suo cellulare, poi, improvvisamente, anche Walter si è alzato e ha attraversato la pista da ballo. L’ho seguito con lo sguardo e, discretamente, mi sono alzato e mi sono incamminato in senso opposto al suo. Quando è giunto in prossimità del bagno, ho notato che lui si è dato un’occhiata intorno per vedere se qualcuno di noi lo stesse osservando e, di punto in bianco, ha superato la porta del bagno. Quel locale era munito di una porta che immetteva in un antibagno, al cui interno si trovavano le porte che immettevano in due bagni veri e propri, riservati, uno alle signore ed un altro ai maschi, ed entrambi strutturati in modo da poter ospitare un disabile. Ho osservato la scena di lui che entrava e, mentre la porta dell’antibagno si chiudeva lentamente, ho visto mia moglie uscire dal bagno delle signore e lui, dopo averla presa per un braccio, l‘ha spinta di nuovo dentro, chiudendo la porta dietro di sé. Silenziosamente son subito entrato anch’io, occupando quello adiacente destinato agli uomini. Ho notato che il divisorio non raggiungeva il soffitto, quindi, approfittando della presenza di un piccolo sgabello, ci son salito sopra e così ho potuto scrutare quanto succedeva dentro, senza esser visto. Nello stesso tempo ho silenziato il mio cellulare e, sistematolo in modalità video, ho iniziato a riprendere mia moglie che stava parlando con Walter. Egli voleva baciarla, ma lei opponeva una lieve resistenza.

«No, dai ti prego… Andiamo di là, che sicuramente ci cercano… Dai, non è possibile.»

Lui però le aveva messo il braccio sinistro intorno al collo e, attirandola a sé, ha incollato la sua bocca a quella di mia moglie. Subito hanno preso a limonare intensamente, mentre la mano destra di lui ha stretto con forza il seno di Valeria, facendola gemere. Poi, rapidamente, la sua mano è scesa verso il basso e si è infilata sotto il vestito, iniziando a masturbarla. Ho visto lei fingere una qualche resistenza, ma poi, anziché togliere la mano infilata fra le sue cosce, ha allungato la sua sul pacco duro di Walter ed ha iniziato a masturbarlo da sopra i pantaloni. Egli deve averla fatta godere, perché, ad un tratto, lei ha emesso un mugolio di piacere, mentre continuava a baciarlo. Walter le ha tolto il braccio dal collo e, continuando a baciarla, con la mano sinistra ha aperto la patta dei pantaloni ed ha estratto un bel sesso, già teso e duro. Lei lo ha afferrato ed ha iniziato a segarlo, ma lui, infoiato, l’ha spinta a sedere sul grosso water e subito gli ha presentato il suo cazzo davanti alla bocca.

«Succhiamelo! Prendilo tutto in bocca, perché non resisto! È dal giorno di Natale che ti desidero, da quando ho ammirato le tue splendide cosce: per tutto il giorno non ho fatto altro che desiderare di poterti infilare il cazzo in bocca!»

Lei ha cercato di dissuaderlo, ma in maniera assolutamente poco convincente.

«No, dai, ti prego, non abbiamo tempo.»

Lui non ha sentito ragioni e, dopo averle appoggiato il cazzo fra le labbra, con entrambe le mani appoggiate sulla sua testa, glielo ha spinto direttamente tutto in gola. Ho visto mia moglie prendere quella discreta mazza tranquillamente in bocca, senza nessuna remora e questo mi ha, in qualche modo, dato fastidio, anche se ero tremendamente eccitato. Lui la scopava in bocca, soddisfatto del piacere che provava.

«Ci avrei giurato che eri una magnifica pompinara!»

L’ha scopata velocemente per un po’, poi, di colpo, l’ha fatta sollevare, voltare e piegare a 90°, cosa che lei ha eseguito senza opporre nessuna resistenza. Le ha sollevato velocemente il vestito e, spostato con un dito il filo del micro perizoma, le ha infilato di colpo il cazzo tutto dentro, fino in fondo.

«Che meraviglia! Che bella fica calda, che hai! Sei una zoccola stupenda!»

Lei ha preso a godere ed ha avuto subito un orgasmo che ha esternato apertamente, senza alcun ritegno.

«Sì, dai, continua! Dai, scopami più forte, che vengo!»

Lui ha preso a stantuffarla come un pazzo scatenato, mentre continuava ad insultarla.

«Certo che ti scopo! Ti avrei scopato il giorno di Natale, sopra il tavolo, davanti a tutti! Ma adesso ti spacco la fica e te la riempio, come un bignè!»

Lei ha avuto un altro orgasmo, poi si è girata e lo ha supplicato di non sborrarle dentro.

«No, ti prego, dentro no! Non mi sborrare dentro, non sono protetta, e poi, per tutto il resto della serata, continuerebbe a colarmi fra le mie cosce. Dai, ti prego, esci: te lo prendo in bocca.»

In quel momento, mi sembrava di esser stato catapultato in un altro universo. Quella che stava scopando, dall’altro lato del muro, tutto sembrava, tranne che la donna che, in tutti questi anni, ha scopato con me, nel nostro letto. Provavo una forte gelosia, ma anche una tremenda eccitazione, il tutto condito da una certa rabbia che stava montando in me sempre più. Lui ha continuato a chiavarla ancora per un po’, poi l’ha girata di colpo, facendola mettere di nuovo seduta. Lei ha afferrato, con entrambe le mani, quel cazzo che l’aveva fatta godere già per due volte, lo ha portato alla bocca e, senza alcuna remora, si è lasciata riempire la bocca dalla copiosa sborrata che lui vi ha riversato dentro.

«Brava, zoccola! Ingoiala tutta! Fino all’ultima goccia!»

È stato troppo. Silenziosamente, son sceso e sono uscito, ed ho deciso che era ora di tirare una bastardata. Ho aperto e fatto volutamente rumore, iniziando a chiamare mia moglie.

«Amore, dove sei? Amore, sei ancora in bagno? Dai, che mancano pochi minuti alla mezzanotte e ci aspettano tutti per il brindisi.»

Ho preso a tamburellare con le nocche sulla porta del bagno delle signore e lei, con voce roca, mi ha risposto:

«Sì, amore, arrivo subito, dai aspettami al tavolo, che ti raggiungo subito.»

Io ho insistito, sostenendo che mancavano pochissimi minuti e, quindi, era ora che uscisse. Lei ha aperto la porta ed è uscita con l’aria alquanto tesa e preoccupata, poi ha chiuso immediatamente la porta dietro di sé, mi ha preso il braccio ed ha cercato di guadagnare l’uscita. Aveva il viso stravolto e così mi son divertito un po’ con lei.

«Amore, che succede? Hai l’aria un po’ sbattuta! Stai bene?»

Lei ha abbassato lo sguardo ed ha semplicemente detto che c’era troppo caldo e mi ha quasi trascinato fuori dal bagno. Io però, appena uscito, fatti solo due passi, mi son fermato ed ho preso il cellulare in mano e, fingendo di controllare un messaggio, ho guardato l’inizio del video per accertarmi che fosse venuto perfetto. Lei, un po’ incuriosita, si è avvicinata, ma io ho subito chiuso la ripresa e, nello stesso tempo, in quel preciso momento, dietro di noi, alla spicciolata, è uscito Walter che, quando ci ha trovato fermi davanti alla porta, si è defilato verso il bar, fingendo di non averci visto. Entrambi ci siamo dati un’occhiata, perché sia io che lei, lo abbiamo visto benissimo e, sul viso di mia moglie si è subito resa evidente la sua preoccupazione, ma io, senza aggiungere alcunché, l’ho presa per mano e siam tornati al nostro tavolo. Poco dopo è arrivato anche Walter, che si è seduto senza dir nulla. Poi il solito rituale, la conta dei secondi, i tappi di spumante che saltano, i calici che vengono riempiti, i brindisi, i baci e gli abbracci, ma, quando Valeria si è avvicinata a me per darmi un bacio, io mi sono leggermente spostato di lato e, accostata la bocca al suo orecchio, le ho sussurrato una cosa che l’ha lasciata decisamente basita.

«Prima di darmi un bacio in bocca, bevi un po’ di prosecco, così elimini il sapore della sborra di Walter!»

Se le avessi dato una coltellata in quel momento, non sarebbe uscita una goccia di sangue, per quanto è rimasta raggelata dalle mie parole. Subito l’orchestra ha iniziato a suonare e tutti hanno iniziato a fare il classico trenino, compresi i nostri commensali, mentre noi due siamo rimasti seduti al tavolo, rifiutando l’invito di partecipare. Lei mi ha guardato senza proferir parola, io le ho sorriso e, con voce pacata, le ho detto:

«Tranquilla, va tutto bene; ne riparleremo a tempo debito!»

Lei ha provato a balbettare qualcosa, ma io non le ho dato tempo e, in un momento in cui il trenino di persone ci passava vicino, mi son alzato di scatto e mi son infilato immediatamente dietro le spalle di Tania, che stava appoggiata a mio cognato che, a sua volta era appoggiato a mia sorella, con davanti a sé, Walter. Dopo qualche minuto di baraonda, l’orchestra ha iniziato ad eseguire un tango ed io, che avevo Tania fra le mani, l’ho guardata, lei mi ha sorriso compiaciuta ed ha accettato di ballare con me. Immediatamente il suo corpo ha aderito al mio e, poiché ero ancora molto eccitato, ho letto lo stupore nei suoi occhi, quando il suo ventre è entrato in contatto con il mio membro duro. Per un attimo siamo rimasti a guardarci, poi lei mi ha fatto un sorrisetto malizioso e per tutta la durata del ballo, il suo corpo non ha smesso di strusciarsi sul mio cazzo. Terminato il ballo, siamo tornati verso il tavolo, dove c’erano gli altri quattro, che, però, erano tutti indaffarati a scambiare messaggi di auguri con i vari amici e, poiché l’orchestra ha ripreso a suonare, stavolta con una samba, Tania, senza alcuna esitazione, mi ha preso per mano e mi ha trascinato di nuovo in pista. Anche durante questo ballo il suo corpo, in particolare il suo splendido culetto, ha continuato a dimenarsi contro il mio pacco, sempre più duro. Tania è una bella donna, alta, snella, con una 3ª di seno ed un culo a mandolino, che è un vero spettacolo. Avendo poi tacchi alti, risultava ancor più evidenziato nella sua pomposità e, quindi, strofinare il mio cazzo contro quelle splendide natiche, mi ha procurato ancora una più forte eccitazione, al punto da farmi male. Finito di ballare, stavamo per tornare verso il nostro tavolo, quando l’orchestra ha ripreso con una magica e, quanto mai opportuna, lambada. C’è bastato guardarci negli occhi e subito lei ha iniziato a strusciare il suo corpo sul mio. Non stavamo ballando, stavamo semplicemente mimando un amplesso con i nostri due corpi a strofinarsi l’uno contro l’altro. Al termine di questa ulteriore musica, siamo rimasti un attimo abbracciati e lei ha scherzato:

«Accidenti! Se non finiva la musica, non so come sarebbe andata a finire!»

Io l’ho guardata ed ho sorriso.

«Te lo dico io come sarebbe andata a finire: che avresti visto una sontuosa macchia di bagnato sui miei pantaloni!»

Abbiamo riso entrambi e, dato uno sguardo in giro verso gli amici che, seduti al tavolo, erano tutti presi con i loro cellulari, mentre iniziava un nuovo motivo, ho preso Tania per mano e, poiché eravamo ad un passo dal bagno, ci son entrato dentro e, senza indugio, l’ho infilata nel bagno degli uomini. Appena chiusa la porta dietro di me, lei si è inginocchiata, mi ha aperto la patta dei pantaloni ed ha estratto la mia verga, dura all’impossibile.

«Wow! Che bel cazzo, che hai? Me ne ero accorta mentre ballavamo, ma trovarmelo fra le mani, è tutta un’altra cosa.»

Senza aggiungere altro, se l’è infilato quasi tutto in gola, dimostrando di esser una provetta pompinara. Per un po’, ho lasciato che assaporasse la mia verga, poi l’ho sollevata e l’ho messa appoggiata al water, l’ho fatta piegare in avanti e, dopo averle sollevato il vestito e scostato il filo del perizoma, con un solo affondo, gliel’ho infilato tutto dentro, facendola sussultare e gemere nello stesso tempo.

«Oh, sì. Spingimelo tutto dentro! Dai scopami forte, che mi piace da morire il tuo cazzo! Ecco, cazzo, sto per venire!»

Effettivamente il suo corpo ha preso subito a tremare di piacere, mentre io la sbattevo come un pazzo scatenato

.
«Certo che te lo spingo tutto dentro, puttanona. Te la voglio sfondare tutta questa fica goduriosa, per poi riempirtela tutta del mio sperma: godi, vacca!»

Lei è stata scossa da un altro orgasmo, mentre io continuavo a chiavarla sempre più velocemente, poi si è girata e mi ha pregato di sborrarle in bocca.

«Non mi sborrare dentro altrimenti poi mi cola tutto lungo le cosce. Inoltre un bel cazzo come il tuo, voglio sentirlo svuotare nella mia bocca. Dai, chiavami ancora un po’ e poi, fammi bere!»

Non potevo esimermi dal soddisfare una così succulenta richiesta. Le ho dato ancora qualche altro colpo, poi mi son sfilato, lei si è inginocchiata davanti a me e spalancate le fauci, lo ha letteralmente fagocitato tutto fino all’ultima goccia. Le ho lasciato assaporare la mia verga per un po’, poi ne ho sfilato ina buona parte e lei lo ha stretto con entrambe le mani, mentre serrava ancora le labbra intorno alla punta e, con la lingua, mi torturava la cappella.

«Eccomi, dai, bevi, troia! Ingoiala tutta, fino all’ultima goccia!»

Non ne ha perso nemmeno una stilla. Lo ha ingoiato tutto fino all’ultima goccia ed ha leccato e pulito il mio cazzo in maniera perfetta! Poi ci siamo ricomposti velocemente e siamo usciti. Non vedevo il nostro tavolo, di conseguenza, per non destare sospetti anziché andare verso il tavolo, siamo andati verso il bar e ci siam fatti servire due calici di prosecco e con i bicchieri in mano siam tornati verso il nostro tavolo. Quando ci siamo arrivati, ho trovato solo mia moglie e mio cognato, mentre mia sorella ballava con Walter; mio cognato ha preso subito Tania e l’ha portata a ballare con lui. Valeria mi ha guardato un attimo e mi ha chiesto che fine avessi fatto. Io ho solo sollevato il calice indicando che eravamo andati a bere. È rimasta per un attimo perplessa, poi ha lasciato cadere qualsiasi altra richiesta di spiegazioni. Siamo rimasti circa un’altra oretta, poi tutti stanchi abbiamo deciso che la serata poteva finire lì. Nel salutare gli amici, ho visto Walter avvicinarsi a Valeria e sussurrarle qualcosa e, subito dopo, lei lo ha guardato con aria sdegnata, mentre io mi sono avvicinato a Tania e, fingendo di rinnovarle gli auguri, le ho sussurrato che ciò che era successo nel bagno era solo l’antipasto e lei mi ha risposto che era a mia completa disposizione, in qualunque momento avessi voluto un pranzo completo. Durante il viaggio di ritorno, Valeria è rimasta in silenzio; anche se avrei voluto chiedere diverse spiegazioni, nessuno di noi ha proferito parola. Giunti in casa nostra, sdraiati nel letto, ognuno di noi si è girato dal proprio lato e ci siamo addormentati. All’alba sono stato svegliato da una piacevole sensazione e, aperti gli occhi, ho notato che mia moglie mi stava succhiando il cazzo, che era già diventato bello duro. Ha sollevato lo sguardo, trovandomi piacevolmente sorpreso da quell’insolita iniziativa e, senza dir nulla, dopo avermi sorriso un po’ maliziosamente, è salita su di me e si è impalata sul mio cazzo. In silenzio ho sollevato le mani, ho afferrato i suoi seni e li ho impastati facendola godere, mentre dopo aver inarcato le gambe ho preso a sbatterla con forza dal basso, facendola godere. Con me non ha esternato il suo piacere, ma solo un lungo gemito mi ha fatto capire che aveva raggiunto l’orgasmo. Indispettito l’ho girata di lato ed ho continuato a scoparla con più forza, facendola godere di nuovo e, anche in questo caso, lei si è messa a gemere godendo quasi in silenzio. Allora mi sono sfilato da lei e l’ho fatta girare carponi, mi sono inginocchiato fra le sue cosce e, dopo aver appoggiato la punta del cazzo fra le labbra della sua fica, all’ultimo istante, prima di spingerglielo dentro, ho sollevato un po’ la punta e, senza nessun preavviso, l’ho infilato tutto nel culo con un solo affondo. Lei ha emesso un grido di dolore, cercando di sottrarsi a quella dolorosa penetrazione.

«Ahi, mi fai male! Fa piano, mi fai male! Lo sai che non lo voglio nel culo! Mi stai facendo malissimo: togliti per favore!»

Io ho continuato a rimaner piantato dentro di lei e la mia voce aveva un tono severo ed alquanto sadico.

«Ti faccio male? Senti dolore? Allora siamo pari, perché è lo stesso dolore che ho sentito io nel vederti scopare con Walter.»

Lei si è girata e mi ha guardato, cercando di negare.

«Guarda che non è come pensi… Io, cioè, volevo… Cioè no, io non… Non puoi dirmi, una cosa del genere!»

Io, rimanendo piantato nel suo culo, mi son allungato fino al mio comodino ed ho preso il cellulare. Un attimo dopo ho avviato il video che le avevo fatto, mentre scopava con Walter. Lei è letteralmente sbiancata. Mi ha guardato ed ha cercato di farfugliare qualcosa, delle inutili scuse, ma io le ho parlato con tono duro, che non ammetteva nessuna replica.

«Tranquilla, va tutto bene! Visto che ti piace far la zoccola, adesso si cambia! A partire da questo momento, voglio che tu esaudisci ogni mio desiderio, ogni mia fantasia; qualunque cosa ti chiederò di fare, tu dovrai obbedire ciecamente, altrimenti prendo questa registrazione e vado da un avvocato, affinché ognuno vada per la sua strada. Voglio subito una risposta, giusto il tempo che impiegherò a sborrare, perché se non mi avrai risposto prima, nel momento in cui ti schizzerò in bocca, sarai così piena di sborra che non potrai assolutamente aprirla. Decidi in fretta, perché ho voglia di sborrare.»

Senza aggiungere altro, ho preso a stantuffarle il culo con forza, facendola davvero soffrire. Ho sentito i suoi lamenti e le sue lacrime che, lentamente, si son trasformate in gemiti di piacere e, quando mi son reso conto che stava per godere, le ho assestato due sonore sculacciate, facendola sussultare ancora.

«Urla, vacca! Se stai godendo, lo devi urlare! Ho visto che con Walter non ti sei fatta nessuna remora ad urlare il tuo piacere. E poi ho anche altre cose da chiederti, ma questo lo farò dopo: adesso voglio solo sfondarti il culo ed avere una tua risposta!»

Mentre le dicevo questo, ho continuato a pomparle il culo sempre più forte e, ad un tratto, lei si è lasciata andare.

«Sì, dai, spaccami il culo! Fammi godere come una troia! Mi è sempre piaciuto molto prenderlo nel culo, ma ho avuto sempre paura di accettare questa cosa, perché non sei stato tu il primo a farmelo. Per tre anni sono stata la puttana del mio capo, che impazziva di piacere nel riempirmi il culo con le sue abbondanti sborrate! Sì, ti ho fatto cornuto per diverso tempo. Ora fai pure quello che vuoi, ma ti prego, continua a sfondarmi il culo!»

Ho sborrato all’istante. Sapere di esser cornuto, mi ha fatto ingelosire in una maniera pazzesca, ma, nello stesso tempo, anche sborrare come un fiume in piena. Dopo i primi schizzi, l’ho sfilato dal culo e, senza tanti convenevoli, gliel’ho presentato alle labbra: lei ha aperto la bocca e lo ha ingoiato tutto, fino alla radice. In quel momento mi son reso conto che mia moglie era veramente una zoccola: mentre, per tutto questo tempo, mi ero fatto l’idea che fosse una donna timida e rispettosa, adesso prendevo atto che, in realtà, avevo fra le mani una puttana viziosa, tutta da godere. Lei ha pulito per bene il mio cazzo, fino all’ultima goccia di sborra, poi si è allungata su di me e la sua bocca si è avvicinata alla mia e, prima di baciarmi, mi ha guardato con un sorrisetto alquanto ironico.

«Allora? Chi è più brava a far bocchini: io o Tania?»

L’ho guardata cercando di fingere di non capire, ma lei ha continuato con il suo sorriso ironico.

«Vi ho visti uscire dal bagno e sicuramente non eravate andati lì per fare pipì, quindi penso che, come minimo, un bocchino deve avertelo fatto. Ma non importa: a me sta bene anche così, solo che adesso ho voglia di baciarti, di farti sentire il sapore della tua sborra in bocca. Spero che imparerai in fretta ad apprezzare questo sapore, perché intendo fartelo assaggiare ancora altre volte e con un sapore sempre diverso.»

Il mio cazzo è diventato di nuovo duro all’istante. L’ho baciata con vera passione, mentre le infilavo di nuovo il cazzo nella fica ed ho ripreso a scoparla con forza, facendola godere di nuovo.
Nella mia mente ho fatto un rapido consuntivo di quanto accaduto: ero finalmente felice di avere una moglie puttana, proprio come avevo sempre desiderato.

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Scopata nel mio giardino da una verga nera.

Posted by admin under Incontri Erotici on lunedì Dic 19, 2022

Come dicevo alla fine del primo capitolo, dopo quella grande scopata con Saliou, salivo in macchina completamente esausta per fare ritorno a casa. Dai messaggi vocali lasciati da mio marito Pierluigi, capii che era già rientrato a casa e mi stava aspettando per la cena. Entrai in casa tranquillamente.

“Ciao Pier, ero fuori per fare un po’ di shopping, scusami il ritardo, mamma mia che caldo la fuori”.

Mi sentivo ancora addosso l’inebriante odore selvatico di maschio africano, così corsi sotto la doccia, cercando se possibile di lavarmi anche dai miei peccati. Completamente rilassata dalla doccia e da quei 4 pazzeschi orgasmi, mi coricai sul divano solo con un baby doll. Osservando Pierluigi intento a preparare la cena, nutrivo per lui un mix di sentimenti: dal pentimento alla rabbia, perché lo consideravo colpevole per avermi indirettamente spinto a tradirlo, ma ormai era successo e la situazione era irreversibile ed inconsciamente sapevo che non si trattava solo di una semplice scappatella. Ero sicura che passati alcuni giorni di tranquillità, sarebbero inesorabilmente arrivati quei giorni di estremo desiderio sessuale e sarei ritornata da Saliou. Quell’africano mi aveva fatto godere troppo, nessun partner avuto in passato mi aveva fatto provare nemmeno un decimo del piacere provato oggi. Cenai abbastanza silenziosa, poi uscii ad innaffiare un po’ il giardino. Pierluigi trascorse la serata incollato al telefono, immerso nel suo lavoro e di nulla sospettò. Andai a dormire tranquillamente verso le 23, la mia povera figa aveva le labbra stragonfie ma finalmente aveva ripreso l’attività. Passai 3-4 giorni lontana da cattivi pensieri, concentrata sul mio lavoro e sulle faccende di casa, ma poi, in una calda notte in cui non riuscivo a prendere sonno, le mie voglie sessuali ritornarono con la forza di uno tsunami. Un po’ di dolci moine non furono sufficienti a svegliare Pierluigi, ma forse meglio così, almeno avevo una scusa a cui aggrapparmi per correre più leggiadra da Saliou. Nella mia fame di cazzo le mie mutandine si bagnavano al solo pensiero di quell’africano. Tanti lettori mi giudicheranno come una troia in cerca di cazzo, ma non era solo il suo cazzone nero e duro che mi faceva impazzire, era la sua impietosa maniera di fottermi, di come mi possedeva nel letto, negli occhi di Saliou vedevo il suo piacere nel farmi godere, Saliou godeva nel farmi godere. Per tutti questi motivi decisi di ritornare nel negozio africano e Saliou, fu di nuovo fantastico, un amante meraviglioso. L’appetito vien mangiando ed io non ero mai sazia, volevo quel cazzo dentro la mia figa il più possibile. Così gli incontri non si fermarono lì. Ce ne furono ancora, andavo anche a casa sua, una pessima abitazione, in una orrenda periferia, frequentata da facce indescrivibili. Saliou instancabilmente lo aveva sempre duro e mi sfondava la figa facendomi sempre godere a ripetizione come una porca. Un giorno decisi di non fargli usare nemmeno più il preservativo, volevo che le sue enormi palle ricche di sperma scaricassero dentro di me tutta la sua passione. Il rapporto con mio marito invece era sempre uguale, lo definirei splendido in quasi tutto ed un disastro totale a livello sessuale. Per mio marito ero completamente trasparente, se ne fregava altamente delle mie esigenze e la cosa che mi faceva più arrabbiare era, che Pierluigi mi evitava proprio, preferiva lavorare che farsi una scopata con me. Non capivo veramente dove mio marito volesse arrivare con questa storia di negarmi il sesso, perché, se anche avesse mai avuto un’altra donna, credo che una sporadica scopata con me ogni tanto l’avrebbe fatta. Fatto sta, che più si negava, più io mi incazzavo e più mi incazzavo, più lo punivo aprendo le cosce per Saliou. Verso fine agosto, dopo alcuni giorni di ferie, mio marito Pierluigi, come spesso accadeva andò a lavorare in Svizzera, io me ne rimanevo sola per più di una settimana. Nelle mie illimitate fantasie sessuali, ne avevo una un po’ rischiosa da realizzare: volevo essere scopata da Saliou qui a casa mia e precisamente all’aria aperta, nel mio spazio preferito, il giardino. Scopare a casa di Saliou di positivo aveva che, essendo veramente brutta la zona, non correvo alcun rischio di essere vista da qualche conoscente di mio marito, ma portarlo a casa mia comportava veramente il rischio di essere scoperta, specialmente avendo di fronte a casa dei vicini parecchio curiosi. Probabilmente in quel periodo, ragionavo solo con la figa e vicini o non vicini, rischi o non rischi, approfittai dell’assenza di mio marito per portarmi Saliou a casa. In un sabato sera di fine agosto, lo andai a prendere in macchina verso le 22 e lo feci scendere solo dentro il garage, anche se il sole era già tramontato. Lo feci accomodare su una comoda sedia in giardino, offrendogli acqua e thè freddo.
“Aspettami qui, che io vado a preparami, se hai caldo puoi incominciare a spogliarti e se vuoi fare un bagno nella piscina vai pure”.
Feci una bella doccia, poi partii all’attacco con un completino in pizzo nero, reggiseno, perizoma, autoreggenti e tacchi alti. Saliou è già nudo in giardino che mi aspettava. Lo presi per mano.
“Seguimi!”.
Lui obbedì senza fiatare e mi seguì probabilmente già con la bava alla bocca. Lo portai in una zona del giardino dove avevo già steso sull’erba una grossa coperta e mi coricai a pancia in giù. Saliou mi massaggiava tutta, poi mi girò supina, mi sfilò gentilmente il perizoma ed incominci a leccarmela dolcemente. La sua lingua passionale mi faceva gemere di piacere. Mi fece sedere, lui si alzò in piedi davanti a me con quelle cosce muscolose e mi infilò in bocca il suo cazzo durissimo. Ero innamorata del cazzo di Saliou, non lunghissimo che può infastidire nel rapporto ma bello tozzo, grosso in circonferenza che mi riempiva. Era un po’ ricurvo all’insù che facilitava la penetrazione e poi aveva questo colore unico, nero pece che per me era una novità assoluta. Mi dava sensazioni incredibili, lo avrei tenuto ore tra le mie mani. Io mi coricai supina, Saliou mi venne sopra, aprii le mie cosce e la mia figa fradicia ed accogliente era già dilatata a dismisura dall’entrata di quel cazzone. Saliou mi fotteva tremendamente bene, io ansimando e gemendo come una troia, gli piantavo le mie unghie nella sua possente schiena. Saliou si mise in ginocchio, lasciandomi supina, si mise le mie gambe sulle spalle e mi scopò con forza in questa posizione in cui godevo con ogni millimetro del suo cazzo.
“Fottimi, fottimi, fottimi che sto godendo…godoooooo!!!”.
Quel fantastico orgasmo che mi faceva tremare il ventre era solo l’inizio.

Gli andai sopra io, prima faccia a faccia baciandolo con ardore, poi sempre sopra, lo scopai girandogli la schiena, adoravo questa posizione. Il cazzo di Saliou era duro come l’acciaio, mi sembrava di cavalcare un trave d’ebano:
“Dio mio Saliou che cosa ha il tuo cazzo? Mi sta facendo venire di nuovo! Sto venendo ! Ahhh ahhhh ahhhh Vengoooo!”.
Mi dovetti sfilare da quella posizione. Avevo il tremore alle gambe e mi misi alla pecorina. Saliou non mi faceba rifiatare nemmeno un’attimo e come un feroce predatore, mi prendeva da dietro, sbattendomi con forza il suo cazzo che mi faceva strillare di piacere. Ero all’apice del godimento, le mie mani incontrollate si aggrappavano alla coperta e quasi la strappai.
“Cazzo come godo!!! Così mi fai venire ancora!”.
“Mia bella signora guarda come scopo la tua figa! Senti come è duro? Adesso ti riempio la figa di sborra”.
Saliou farfugliava qualcosa nella sua lingua, mentre mi veniva dentro, innondadomi la figa e facendo automaticamente venire anche a me.
Ero distrutta ed era già passata la mezzanotte.
“Saliou, io devo fare una videochiamata a mio marito, ci diamo solo la buonanotte, tu vai pure a fare un bagno in piscina, 5 minuti e ti raggiungo.”.
Come sempre quando mio marito lavorava fuori, ci videochiamavamo per darci la buonanotte. Mi ricomposi un po’ e mi tolsi il sexy completino. Ero avvolta in una comoda vestaglia rosa da notte e chiamavo Pierluigi. Svuotata mentalmente da quei 3 straordinari orgasmi, non avevo la minima pazienza di stare a sentire i soliti discorsi di mio marito al telefono e tagliai corto la chiamata. Dopo 10 minuti ero di ritorno in giardino. Saliou stava facendo il bagno in piscina.
“Mio marito dice che gli manco, ma a me manca già il mio toro africano”.
Mi misi seduta sul bordo della piscina con i piedi dentro l’acqua, alzai solo un po’ la vestaglia perché non si bagnasse e fissavo Saliou che si avvicinava. Mi sollevò una gamba dall’acqua e incominciò a baciarmi e a leccarmi un piede. Adoravo quella situazione di sua sottomissione, mi eccitava e avevo di nuovo voglia.

Aprii la vestaglia divaricando le cosce, gli presi una mano e gli feci sentire quanto era bagnata la mia figa. Saliou sempre dentro l’acqua si alzò in piedi, il suo cazzo arrivava all’altezza del bordo della piscina, giustamente davanti alla mia figa spalancata. Lo segai un po’ e me lo misi dentro. Lui mi scopava delicatamente, ma questo già bastava a farmi gemere come una troia ad ogni colpo. Avevo un’eccitazione pazzesca nel vedere quel cazzo nero, diventare bello lucido perché bagnato dai miei umori. Saliou stringendomi le gambe con le sue forti braccia, mi faceva sentire quel cazzo così largo e duro che mi dilatava tutte le pareti interne della figa, facendomi delirare di piacere. Stavo quasi per venire quando Saliou mi fa scendere nella scaletta in cemento della piscina lasciandomi uno gradino più in alto. Entrambi in piedi, mi girò di schiena e così da dietro, mi fotteva selvaggiamente afferrando i seni con le sue mani.
“Hehehehe, vivi in questa bella casa ma per godere hai bisogno del mio cazzo ehehe”.
Saliou era forsennato e spingeva come una locomotiva, impossibile resistere.
“Godooooo!!!!!!!!!!!”.
Ebbi un orgasmo spaventoso, mai provato una cosa del genere, nemmeno mai immaginato di poter godere così. Ero quasi imbambolata, ma volevo premiare Saliou, sempre nella stessa posizione, mi sfilai solo un po’ e…
“Saliou, con calma mettimelo nel culo, ma solo la cappella”.
Rilassatissima da tutti questi orgasmi, con un po’ di cremina e molta attenzione, Saliou riuscì ad infilarmelo.
“Wowwww cazzo se è grosso!! Spingi piano”.
Questo senegalese era fantastico. Nonostante quel cazzone, riusciva a scoparmi il culo bene ed in maniera delicata, facendomi godere senza dolore. Quando Saliou perse la delicatezza e spinse più forte, capii che stava per venire. Il suo cazzo sembrava ancora più gonfio e duro, ma prima di sborrare mi diede il tempo di venire ancora, la quinta della nottata.
Continua…

Note finali:

Sarò molto lieta di rispondere a tutte le persone che, con educazione commenteranno sia nel bene che nel male o avranno domande da pormi sul racconto. Bacioni

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Sofia e il dentista.

Posted by admin under Incontri Erotici on domenica Dic 18, 2022

Sono da poco passate le 13:00, quando entro in quel piccolo ristorante che c’è in questa nuova immensa area industriale e finanziaria. Quando sto per mettermi in fila, per prendere alcune pietanze, mi sento chiamare:

«Massimo!»

Mi giro e vedo venir verso di me Sofia. Lei e suo marito Luciano, sono due persone che conosco da tanti anni, ma che non vedo da almeno cinque. Mi viene incontro, lasciando al tavolo i suoi due commensali.

“Accidenti! Ma da quanto tempo è che non ci vediamo?”

La guardo: è bellissima! Sofia è una di quelle donne che sicuramente non passa inosservata. Di media statura, bionda, con degli splendidi occhi azzurri, un bel seno, sicuramente una 4ª piena, una bella bocca ampia con labbra carnose, il ventre piatto, un culo da favola e due cosce davvero stupende: è una di quelle donne che sanno come farsi notare.

«Ciao, Sofia. Ma sei sempre più bella? Con te il trascorrere del tempo è sempre stato molto generoso. Guardati! Dopo 5 anni, sei ancor più bella di come ti ricordassi!»

Ci scambiamo qualche convenevole e scopro che la sua azienda ha aperto un nuovo ufficio proprio in questa zona. Mi chiede di me e le racconto che, dopo aver passato tanto tempo giù nella capitale, ho deciso di tornare in questa città e di aprire, insieme ad altri due soci, uno studio dentistico.

Lei mi guarda e subito mi chiede ulteriori dettagli.

«Capiti veramente a proposito. Il mio vecchio dentista è andato in pensione, dopo aver preso il Covid, ed io son due anni che non faccio una pulizia ai denti fatta per bene. Inoltre ho un piccolo problema di cui vorrei parlarti, ma in privato. Possiamo fissare un appuntamento?»

Le lascio immediatamente il mio numero e lei mi dà il suo; le prometto che la contatterò a breve. Lei torna a sedersi insieme alle altre due persone che, per un attimo, si sono girati verso di me ed io, dopo aver preso un primo e un contorno, mi siedo in modo da poterla continuare ad osservare. Durante tutto il pranzo, è un continuo scambiarsi di occhiate e piccoli sorrisi alquanto maliziosi, che lei mi rivolge di continuo. Quando si alza per uscire, passa vicino al mio tavolo.

«Allora? Ci conto! Ho proprio bisogno del tuo prezioso lavoro, perché a me la bocca serve perfettamente efficiente!»

Le sorrido e rispondo che la sua splendida bocca e sicuramente al centro dei miei pensieri. Lei sorride, perché ha capito che ho compreso per bene il suo doppio senso e le ho risposto su quello stesso tono. Mi ha contattato nel pomeriggio con un messaggino e lei, dopo qualche istante, mi chiama:

«Massimo, come dicevo ho un piccolo problema ad un dente. Ci dev’essere qualcosa che graffia, perché, se ci passo sopra un dito, lo percepisco appena, ma, se ci passo sopra cose molto più sensibili, come la lingua, oppure qualcosa di ancor più delicato, mi accorgo che graffia. Non so se riesci a capire quanto possa darmi fastidio sentirmi dire che “graffio.”»

La sento parlare con un tono di voce alquanto languida e decido di giocare un po’ con lei.

«Così, su due piedi, non riesco a capire cosa tu abbia in bocca che possa graffiare. Inoltre, mi stupisce ciò che dici: cioè, toccando la parte con un dito, non senti nulla, mentre lo percepisci con cose molto più delicate. Va da sé che i denti son fatti per mordere e frantumare, quindi, se la lingua è abbastanza sensibile da sentirlo, mi domando cosa ci sia di tanto delicato da sentirsi “graffiato”.»

La sento sorridere dall’altro lato del filo e mi dice che non me lo può spiegare al telefono, ma che, in ogni caso, appena avrà la possibilità di farmi vedere la sua bocca, di sicuro riuscirò a capire dov’è il problema. Fissiamo un appuntamento per il giorno successivo alle 18:30 e lei si mostra molto contenta. Il giorno successivo, a metà mattinata, mi manda un messaggio e mi dice che, per l’ennesima volta, è stata ripresa per aver “rigato “qualcosa di molto sensibile.

Io le rispondo dicendo che son molto curioso di capire cosa possa aver in bocca che “stria” qualcosa di molto sensibile. Puntualissima arriva all’orario concordato. È bellissima, indossa uno splendido vestito che le arriva a metà coscia e, nella parte alta, uno spacco trapezoidale mette in mostra il solco dei suoi splendidi seni. Tacchi abbastanza alti le slanciano lo splendido culo che è il naturale termine di due cosce fasciate da calze autoreggenti. Mentre la faccio accomodare nel mio studio, lungo il corridoio, lei incontra i miei due soci.

«Ragazzi, permettetemi di presentarvi questa mia amica: Sofia, loro sono Luca e Marco, i medici con cui condivido questo studio.»

Loro la guardano con ammirazione, perché, come me, amano molto le belle donne ed anche lei rivolge loro uno sguardo alquanto compiaciuto. In effetti i miei soci sono due splendidi maschi. Appena seduta sul lettino, la sollevo e la faccio distendere. Lei accavalla leggermente la gamba destra e quel movimento fa risalire un po’ il vestito, così da metter in mostra le sue cosce: ora posso ammirare la balza di pizzo delle sue calze. Il mio pacco prende a gonfiarsi ed è proprio all’altezza del suo viso; lei lo nota e mi guarda, con un sorriso di compiacimento. Le chiedo dove ha il problema e le faccio aprire la bocca. Dopo un attento esame, scopro che, nell’arcata inferiore destra, fra uno dei suoi molari, le è spuntato, stranamente, un dente del giudizio.

«Scusa, Sofia, ma, da ultimo, non hai avuto dolore ai denti?»

Lei ci pensa un attimo e mi dice che qualche volta ha sentito un po’ di dolore, ma niente di che, tanto da poterlo alleviare con un semplice antidolorifico. Allora le spiego in cosa consisti il suo problema.

«Hai un piccolo dente del giudizio che si è creato fra due molari. È cresciuto in maniera così anomala che, probabilmente, senza che tu te ne sia accorta, si è leggermente scheggiato ed è questo che produce la “rigatura” quando prendi in bocca qualcosa di particolarmente sensibile.»

Lei mi guarda stupita e poi mi dice che, in ogni caso, dovremo far qualcosa per ovviare a quel fastidio. Immediatamente mi organizzo e, con una piccola fresa, dalla punta molto sottile, passo a limare leggermente quella scheggiatura.

«Credo di aver già risolto il tuo problema, ma, per sicurezza, passaci sopra la lingua e dimmi se senti che graffi ancora.»

Lei passa ripetutamente la lingua sul dente e si mostra soddisfatta.

«Credo di sì. Così, al momento, mi sembra che vada bene.»

La guardo e continuo a scherzare un po’ con lei.

«Certo, andrebbe fatto un lavoro più accurato e, soprattutto, anche un controllo più approfondito, utilizzando “cose molto sensibili.»

Lei mi guarda e, per un attimo, sembra riflettere, poi guarda l’orologio e mi dice che, purtroppo, per un controllo più approfondito non c’è tempo.

«Lo farei volentieri, ma questa sera vado molto di fretta, perché più tardi ho un appuntamento durante il quale, sicuramente, potrò verificare se abbiamo ovviato al disturbo.»

Mentre scende dal lettino, fa in maniera di aprire le sue cosce e mi mostra il nero del suo perizoma. È stato un gesto alquanto voluto e lei stessa ha potuto constatare l’effetto che ha avuto su di me: il mio pacco si è ulteriormente ingrossato. Mi guarda compiaciuta e, con malizia, mi chiede come dobbiamo procedere per risolvere definitivamente quel suo problema.

«A mio avviso dobbiamo estrarre questo dente cresciuto in maniera anomala. Andrebbe fatta anche un’accurata igiene orale. Restiamo in contatto, fissiamo un appuntamento.»

Lei mi disse che mi avrebbe richiamato l’indomani, dopo aver consultato la sua agenda e controllato quando sarà libera per fare tutto quanto necessario. Il giorno dopo, in tarda mattinata, mi manda un messaggio, alquanto disperato.

«Massimo, non ci siamo per niente. Continuo ancora a rigare!»

La chiamo e lei mi spiega che ha fatto una accurata verifica, ma il problema persiste.

«Massimo, sono disperata. Come faccio?! Non posso assolutamente continuare così. A me la bocca serve perfettamente efficiente e funzionante. Mi devi trovare una soluzione quanto più rapida possibile!»

Rifletto un attimo e le propongo di vederci questa sera, sempre alla stessa ora. Lei accetta e mi dice che sarà puntualissima. All’ora prestabilita la vedo arrivare più bella che mai. Indossa una gonna abbastanza corta, con un leggero spacco laterale, una camicetta bianca sotto cui si intravede un reggiseno in pizzo dello stesso colore e, ai piedi, delle scarpe con il tacco molto sottile e alto. La faccio accomodare sul lettino e poi chiedo a Luca di raggiungermi. Insieme esaminiamo il suo problema. Luca, dopo un attento esame, mi dice che ha lui la soluzione. Va nel suo studio e torna; utilizzando un particolare trapano con una fresa molto delicata, accarezza a lungo il dente da me smerigliato.

«Ora, signora, provi a passar la lingua e senta se avverte ancora qualche punto ruvido.»

Lei mi guarda con occhi maliziosi, mentre, tenendo le gambe aperte, ci ha fatto vedere che indossa un perizoma di color bianco, che è parzialmente infilato nello spacco della sua fica stupenda. Lei passa ripetutamente la lingua in maniera molto sensuale, sia sul dente, che sulle labbra. Io guardo Luca e poi azzardo una battuta.

«Questa volta sarebbe opportuno fare un controllo più accurato, facendo passare sul dente qualcosa di “molto sensibile”.»

Lei ci guarda, sorride e, nella posizione in cui si trova, sdraiata e con la testa reclinata indietro, all’altezza dei nostri pacchi già gonfi, riesce a notare le nostre rispettive verghe già dure che premono contro la stoffa dei jeans. Solleva un attimo la mano destra e la appoggia il mio pacco.

«Allora, vediamo se avete fatto un buon lavoro!»

In un attimo tirò fuori il mio membro già teso e duro. Anche Luca, rapidamente, fa lo stesso. Lei si trova davanti alla faccia due verghe di ottime proporzioni, sia in lunghezza, ma soprattutto in circonferenza.

«Caspita! Se l’avessi saputo, mi sarei fatta controllare già da un pezzo!»

Avvicino la punta del mio cazzo alla sua bocca, mentre lei con la mano sinistra impugna quello di Luca. Delicatamente le spingo il mio cazzo in gola e subito la sua lingua incomincia a lavorarlo a dovere. Lentamente le scopo la bocca, sento che non provo alcun fastidio nello strusciarlo sui denti. La mano di Luca Intanto si abbassa e si infila sotto la gonna, prendendo subito a masturbarla. Lei inizia a mugolare a bocca piena.

«Bravo, Luca! Fai scaldare questa troia. Intanto fa un controllo anche tu per verificare se ancora i suoi denti rigano il cazzo!»

Le sfilo il mio cazzo dalla bocca e subito viene sostituito da quello di Luca che, essendo ancor più grosso in spessore, lei riesce a ingoiarne solo una minima parte. I suoi gemiti riempiono la stanza e attirano l’attenzione di Marco che, avendo ormai completato il suo ciclo di appuntamenti, si avvicina al mio studio e, quando vede che siamo intenti a farla godere, si avvicina e subito si inginocchia fra le sue cosce, le sfila il perizoma già fradicio e inizia a leccarla.

«Accidenti, ragazzi! Questa troia è già fradicia! Ma?!… È già… cioè è già piena di sborra?!»

A sentire quelle parole, ci voltiamo entrambi verso di lui, per poi tornare a guardare lei. Valeria si sfila il cazzo di Luca dalla bocca e poi, con aria quasi serafica ci dà la sua spiegazione.

«Ragazzi, che volete? Ho un marito a casa, cui piace leccare la moglie dopo che è stata ben riempita, quindi, non sapendo che ora voi tre avreste contribuito a riempirmi ancora di più, ho provveduto a farlo fare ad uno dei miei capi. Anzi, oggi, tutto sommato, è andata anche male, perché generalmente mi scopano in due insieme.»

Marco la guarda e poi, senza nessuna esitazione, si apre i pantaloni e subito appoggia la sua verga fra quelle labbra di figa vogliose. Rispetto a noi, Marco è quello più dotato sia in lunghezza, che in circonferenza e, con un affondo deciso, glielo pianta tutto dentro. Lei ha un sussulto, il suo corpo si inarca leggermente verso l’alto per reggere la spinta, mentre torna ad infilarsi in gola il mio cazzo.

«Per la miseria, questa puttana è così piena, che il mio cazzo scivola che è una meraviglia!»

La sbatte subito con una certa violenza e lei, rapidamente, raggiunge un orgasmo. Il suo corpo trema, mentre viene scosso dal piacere di sentirsi la bocca piena e il ventre carico di questa splendida mazza. Poi Luca chiede a Marco di far cambio.

«Dai, fai chiavare un po’ anche me questa vacca!»

La fanno sollevare e Luca si sdraia sulla poltrona; la tira su di sé, facendola impalare nella sua verga. Subito Sofia inizia a provar piacere, nel sentirsi sbattere da Luca. Io guardo Marco e, con un lieve cenno della testa gli indico il culo di Sofia, che ora ondeggia sul palo di Luca per meglio ricevere le spinte che le imprime dal basso. Fa sollevare leggermente la poltrona, portandola ad un’altezza tale da trovarsi perfettamente in linea con le sue chiappe e, dopo averle afferrato le natiche ed averle aperte, ha poggiato la sua verga contro quel foro e, con una spinta decisa, le è entrato tutto dentro. Sofia emette un lieve lamento dovuto alla troppa irruenza.

«Piano! Fa piano, che quel porco del mio capo oggi l’ha voluto usare più volte! Va pazzo a scoparmi il culo!»

Marco solleva lo sguardo e mi guarda un po’ incredulo.

«Ma… effettivamente questa troia è tutta sfondata?!»

Ora la scopano con forza entrambi in perfetto sincronismo ed io, per completare l’opera, le infilo il mio cazzo in bocca.

«Brava, Sofia. Adesso che stai godendo, vediamo se ancora, mentre succhi il mio cazzo, i tuoi denti mi fanno il rigatino!»

Solleva lo sguardo ed i suoi occhi sprizzano compiacimento. I miei colleghi la sfondano con colpi sempre più forti e il primo ad arrivare è Marco, che le inonda il culo.

«Eccomi, sborro! Adesso ti aggiungo una dose extra per il tuo cornuto!»

Si svuota dentro di lei e poi, quando si sfila, ci scambiamo di posto, ma è Luca che mi chiede di infilarla nel culo. Lui si alza e io ne prendo il posto, e così lei si siede di spalle sul mio cazzo, che ospita allegramente nel culo. Luca la fa sdraiare su di me e le entra davanti, senza nessuna difficoltà. Le solleva le gambe e, mentre lei accoglie il cazzo di Marco in bocca, ancora turgido e completamente ricoperto dei suoi umori, affonda nella sua fica completamente dilatata. Anche Luca si muove freneticamente e, ben presto, si svuota in lei.

«Eccoti anche la mia dose di sborra per il cornuto!»

Lascio che lui si svuoti dentro di lei e poi anche lui si sfila e si fa ripulire il cazzo da Sofia. Ora sono io che voglio sborrare nel suo culo, ma lei gira e mi guarda.

«Scusami, Massimo. Sono talmente stanca che mi piacerebbe avere la tua sborrata direttamente in bocca.»

La capisco e le sorrido, l’aiuto a sollevarsi da me e subito lei si inginocchia e mi prende il cazzo in bocca, succhiandomelo in maniera davvero sublime. È molto brava e mi porta vicino al piacere e poi, con un sorriso malizioso, si ferma. Io gemo e la guardo, cercando di capire il suo gioco. Lei sorride ancora e riprende a succhiarmi il cazzo. Siamo ancora intenti a scambiarci il nostro piacere, quando, dietro di noi, si materializzano Marco e Luca che, dopo aver sborrato, si erano allontanati.

«Scusate, ragazzi, ma abbiamo un impegno. È stato un vero piacere, Sofia, godere con te. Se ti riesce, facci sapere se il tuo cornuto ha apprezzato il regalo che gli abbiamo fatto.»

Lei sorride loro e fa un cenno del capo, poi riprende a succhiare il mio cazzo e ben presto mi porta ad esplodere nella sua bocca. Le riverso in gola tutto il mio piacere, che lei raccoglie meticolosamente, senza lasciare neanche una goccia. Poi si rialza, si ricompone e mi guarda con aria stanca.

«Accidenti! Ora sono proprio sfinita. Oggi, ridendo e scherzando, mi sono presa quattro cazzi di tutto rispetto. E, anche se ci sono abituata, ho preso anche quello del mio capo, che è un bel porco non meno di voi tre. In ogni caso, ora che vi ho conosciuto, verrò più spesso a far controlli o per una buona igiene orale. Avete degli spazzolini davvero importanti, per non parlare di quanto sia buono il vostro collutorio!»

Ci facciamo una bella risata su quell’evidente doppio senso. Poi lei se ne va ed io mi soffermo a pensare quanto la vita possa esser strana: ero convinto che Sofia fosse una moglie fedele, invece ho dovuto prendere atto che è una gran troia. Nel mio intimo, mi rallegro per questa scoperta.

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