Videochiamate hot con Claudio

Posted by admin under Incontri Erotici on mercoledì Feb 8, 2023

Ornella voleva passare alle videochiamate per farsi vedere mentre si masturbava e guardare Claudio che si segava.

Lei lo propose a Claudio che doveva ancora installare l’app e poi si sarebbero potuti vedere attraverso lo smarthphone.

Si diedero appuntamento per il pomeriggio. Ornella si mise tranquilla in camera seduta sul letto con la fica che vedeva con la videocamera dello smarthphone, poi sullo schermo comparve il cazzo in erezione di Claudio.

Lui le disse che era eccitato dall’idea di vederla mentre si toccava e udire i suoi orgasmi.

Ornella rispose che le piaceva vedere un uomo che si sega e moltissimo la sborra come aveva scoperto con videochiamate con altri uomini, con cui poi aveva chiuso.

Lei guardava Claudio che si segava e lei si masturbava guardando la sua fica sullo smartphone e gemeva, gemeva fino a venire con degli strani grugniti che erano i suoi orgasmi.

Lei venne più volte poiché era multi orgasmica.

Ornella fece vedere a Claudio la mano piena dei suoi umori e come aveva bagnato il letto.

Lei gli disse che avrebbe voluto fargli vedere il culo mentre si toccava messa alla pecorina, posizione in cui veniva molto di più forse perché inseguiva le sue fantasie, lasciandosi andare di brutto.

Ornella venne molte volte e Claudio le disse che era fantastica, che il suo cazzo non era mai stato così grosso e che l’ aspettava per farle vedere la sborra.

Così lei cambiò posizione e si mise a sedere e si godette l’abbondante sborra di Claudio, che lei avrebbe voluto leccare tutta.

Inoltre, lei avrebbe voluto lucidargli il cazzo con la lingua.

Lui disse che amava la sua fica ben sviluppata ed anche il suo clitoride cicciuto, tutto da succhiare.

Ornella rispose che avrebbe voluto essere trombata in tutti i modi possibili tranne il missionario che odiava perché in quella posizione non sentiva nulla.

Claudio disse che con lui avrebbe goduto anche in quella posizione grazie alle sue spinte vigorose e al suo desiderio.

I due erano molto eccitati e Ornella in mancanza di un vibratore (che voleva comprare al più presto), prese una grossa zucchina su cui mise dell’olio dell’oliva e se la infilò nella fica immaginando che fosse l’attrezzo di Claudio.

Lui ribatté che il suo cazzo era più grosso e lei ammise che era vero, ma che non era abituata ai cazzi grossi poiché quello del marito non lo era.

Lei godette molto nel sentire la struttura rigida della zucchina lungo le pareti della sua fica e avrebbe voluto che Claudio fosse lì con lei.

Venne più volte mentre Claudio sborrò altre due volte.

A lei rivenne una voglia furiosa, si masturbò ancora con la zucchina finché non la spappolò e la buttò nella spazzatura.

I due si scambiarono delle foto così da potersi masturbare da soli guardandole.

Claudio le spiegò che era molto tempo che non veniva tre volte di seguito. Lei disse che avrebbe comprato un vibratore per godere ancora di più.

Ornella ribadì a Claudio che amava la sua sborra abbondante e cremosa tanto che avrebbe voluto essere con lui per spalmarsela da tutte le parti e leccarla.

Gli disse che avrebbe acquistato al più presto un vibratore, così si mise a guardare un sito di sex toys, avrebbe voluto un grosso vibratore, ma c’era scritto che non era adatto ai principianti come lei.

Era indecisa e alla fine scelse un vibratore wanda a forma di microfono in grado di far godere uomini o donne con le sue vibrazioni.

Ornella doveva imparare con quello per poter passare al suo sogno cioè un vibratore XXL.

Lei acquistò anche un dildo vale a dire un cazzo realistico senza vibrazione di 17,5 cm e con una circonferenza di cinque.

Un giorno le arrivò a casa anche un pacco che non aveva ordinato in cui c’erano palline vaginali senza il telecomando wireless di dotazione.

Claudio le telefonò e le disse che il telecomando l’aveva lui, così che la potesse veder venire, mentre erano in videochiamata.

Lei non vedeva l’ora di farla e si inserì le palline nella fica da sdraiata e lui le disse che le aveva messe alla velocità tre su una scala che arrivava a dieci.

Lei era piacevolmente sorpresa dalla vibrazione che riteneva abbastanza potente, poi lui l’aumentò a cinque e lei inizio a gemere.

Lui la mise ad otto e lei ebbe diversi orgasmi di seguito tanto che Claudio ebbe una grossa erezione, si segò e venne con un’abbondante sborrata.

Lui disse che la reazione delle palline in lei lo aveva eccitato come non mai e che aveva avuto una grandissima idea a mandargliele.

Ornella non era ancora sazia di orgasmi e gli volle far vedere il dildo che si infilò nella fica fino ad arrivare in fondo e lo faceva entrare e uscire, gemendo finché non ebbe un potente orgasmo.

Era così concentrata su se stessa che non aveva guardato Claudio che si segava, ma vide che aveva sborrato ancora.

Lui disse che non ne aveva potuto farne a meno, anche se, era rimasto un po’ male che non l’avesse guardato.

Claudio disse che era stata una bomba e che avrebbe voluto essere li a infilarle il dildo.

Le spiegò che ne esistevano anche di più pratici col manico, ma lei ribatté che ne voleva uno che assomigliasse ad un vero cazzo e quelli col manico non ci assomigliavano.

Ornella aveva ancora voglia, si mise a pecorina e mise lo smartphone ad inquadrare il culo, mise sopra la fica il vibratore wanda fino a che venne con un grido selvaggio.

Anche Claudio era venuto ancora come testimoniava la sua sborra.

Le disse che era fantastica, sensuale e che suo marito era un pazzo a non fare del sesso con lei.

Le cose erano così che lei si proponeva al marito solo quando la voglia di cazzo aveva il sopravvento su tutto.

Lei avrebbe voluto un marito che facesse l’amore con passione con lei e anche a dirla tutta con un cazzo più grosso.

Questi erano desideri che non realizzabili per cui si procurava piacere masturbandosi e con le videochiamate con Claudio.

Avrebbe voluto fare sesso e godere con lui che l’avrebbe sbattuta senza pietà.

Ornella voleva godere con un uomo che apprezzasse il suo essere donna senza vergogna.

D’altronde se non puoi dire a tuo marito i tuoi desideri sessuali, a chi li devi dire?

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Insieme nella trasgressione

Posted by admin under Incontri Erotici on sabato Feb 4, 2023

Mi chiamo Sandro, sono alto 1,75, capelli neri corti e un po’ di barba sul viso, che tengo sempre corta. Fisicamente sono abbastanza robusto, ma non grasso. Son sposato da due anni con Sara. Sessualmente parlando, ho un cazzo nella media, abbastanza grosso, ma non eccessivamente lungo. Ci fidanzammo nel lontano 2008, poi siamo stati conviventi dal 2010, per infine sposarci ed aver messo al mondo due figli. Sara è una bella donna, con un seno favoloso, una 4ª bella piena che, dopo le gravidanze è diventata ancora più abbondante. I suoi fianchi sono tondi, il suo corpo è morbido e burroso e le sue cosce, bianche, sono davvero stupende. Ha una bella fica larga e carnosa, che a me piace molto scopare. Lei è nata in un altro paese europeo, ma, da piccola, è venuta a vivere nella mia città. Quando ci siamo conosciuti ed abbiamo iniziato la nostra storia, lei aveva già avuto, del resto come me, le sue brave esperienze. Mi ha raccontato che il suo approccio al sesso è avvenuto verso i 14 anni, la sua prima esperienza l’ha fatta con la sua migliore amica. Un giorno che erano rimaste da sole in casa ed hanno iniziato a raccontarsi, a scoprirsi e leccarsi tra di loro, la mia attuale moglie e l’allora sua amichetta riuscirono addirittura a godersi un bellissimo 69, raggiungendo il loro primo travolgente orgasmo. Sempre nello stesso periodo, si era invaghita di un suo compagno: ogni pomeriggio, dopo la scuola, andavano in camporella, sotto un albero, dove ebbe modo di iniziare a far i primi pompini.

«Dai, Sara, impara a succhiarmelo.»

Lei, ben presto, seguendo i suoi insegnamenti, iniziò a succhiare il cazzo del suo amico. Le piaceva moltissimo sentirlo scivolare nella sua bocca e gonfiarsi di piacere. Quando, poi, era prossimo all’orgasmo, lei se lo sfilava dalla bocca e si lasciava sborrare sul seno, che era già grosso e voluminoso. Provava una sensazione bellissima a sentire quella crema calda sulle sue tette.
Un giorno furono beccati da altri tre ragazzi. Fu una cosa proprio improvvisa quando lei ed il suo amico si trovarono circondati da quegli altri ragazzi.

«Caspita! La tua amica è proprio una bella succhiacazzi! Dai, puttanella, succhia anche i nostri! Adesso, o lo succhi anche a noi, oppure andremo in giro per il paese a raccontare che ti abbiamo beccato a succhiare il cazzo al nostro amico.»

Naturalmente lei, sotto la minaccia del turpe ricatto, dovette provvedere a succhiare il cazzo a tutti e quattro. La cosa, nel suo insieme, non era poi tanto drammatica, ma l’unica cosa che le dava particolarmente fastidio, era che, quando sborravano, le tenevano la testa bloccata con la mano, costringendola ad ingoiare la sborra, cosa che a lei non era mai piaciuto fare, preferendo riceverla sulle tette. Dopo quella esperienza, col passare degli anni, aveva avuto anche altri fidanzati, che le avevano fatto migliorare di molto la tecnica del pompino, così come era diventata brava a baciare e, soprattutto, far delle buone seghe. Dopo i 18 anni, era ancora vergine, sia di figa e di culo e, un giorno, un nuovo fidanzato, la portò in una casa in campagna e le regalò dei perizomi. Nell’occasione, lei si spogliò, li indossò e fece una sfilata per lui. Così, mezza nuda, si mise in ginocchio a succhiar lui, seduto sul divano, fino a farlo godere. Più o meno nello stesso suo periodo, anch’io avevo avuto le mie prime esperienze sessuali, iniziate da giovincello con rapporti bisex. Le avevo fatte con un amico vicino di casa, di qualche anno più grande di me: un pomeriggio, dopo la chiusura dell’officina del padre, mi fece incuriosire a guardare un giornaletto porno. All’ epoca era una novità assoluta per me. Accettai e ci trovammo dentro l’officina a guardare immagini porno, che mi fecero eccitare nel vedere tutti quei corpi nudi.

«Ti piacerebbe vedere il mio cazzo?»,

È quanto mi propone ad un certo punto.

Essendo di qualche anno più grande di me e già bene sviluppato, accettai e lui lo tirò fuori e mi invitò dapprima ad accarezzarglielo.

«Ti piace? Lo senti come è grosso e duro! Accarezzalo dai, che vedo che ti piace sentire come è caldo e palpitante.»

Poi, volle mettermelo in bocca e così mi trovai a fare il primo pompino della mia vita. Inutile dire che mi è piaciuto un sacco ed abbiamo continuato a vederci per anni, anche da fidanzati prima, e sposati poi. Naturalmente queste non sono state solo le uniche mie esperienze sessuali, ho anche dato seguito al mio appetito e prurito sessuale, come altri adolescenti. Un giorno, ero solo a casa e, mosso da una certa curiosità, mi son ritrovato a frugare tra le cose di mamma, trovando un po’ di biancheria intima, autoreggenti, baby doll, perizomi e, per ultimo, un grosso fallo di plastica. In quel momento mi si è aperto un mondo, non immaginavo che lei potesse metter in pratica o avere cose legate all’eros ed al sesso. Ho iniziato a spiarla in bagno, quando ne avevo l’occasione, ed è stato un autentico spettacolo per me. Alta 1.70, forme morbide e tonde, una 5^ di seno, bel culetto e figa con un po’ di pelo. Avevo trovato un buon punto d’osservazione dal sottoscala, dove vi era una scarpiera, attraverso il quale riuscivo a vederla in tutta tranquillità. Era molto eccitante per me spiarla, perché questo faceva impazzire i miei ormoni giovanili che andavano a 1000! L’ho vista in tanti modi; a pecora, mentre, tutta nuda, faceva lo shampoo, con labbra di figa e culo in bella vista, mentre, dentro la vasca si insaponava tutto il corpo e, infine, mentre si sciacquava, per poi scappare via a masturbarmi, come un ladro. Nel contempo avevo fatto amicizia con un ragazzo mio coetaneo e sua sorella. Eravamo subito diventati molto amici, in specie con il ragazzo. Spesso andavo a casa sua per far i compiti e, anche lì, abbiamo iniziato a raccontarci, a scoprici e spiare sua mamma adottiva in bagno, per poi proseguire tra noi ad eccitarci. Questo ragazzo era super dotato: aveva un cazzo grosso e lungo, ricurvo verso sinistra. Non vi dico che gran goduria quando ci masturbavamo a vicenda. Ovviamente, lo spiare mamma, mi portava a parlare e confidarmi anche con il mio amico, quello del giornaletto porno, per dopo, assieme, confrontarci fino a trovarci belli nudi a segarci, succhiarci, fino a quando, un giorno, mi prese da dietro dandomi tanto dolore, ma anche non poca goduria. Dopo qualche tempo, alla festa del paese, incontrai Sara. Iniziammo a dialogare e scoprimmo che avevamo una certa attrazione reciproca; si scherzava, fino al giorno in cui, rimasti soli, mi diede del gay: ovviamente quella sua mi era apparsa come una sfida, per cui provai subito a baciarla e lei ricambiò. Da quel momento ci mettemmo assieme. Lo stesso giorno siamo andati nella seconda casa dei miei, dove ci siamo spogliati ed abbiamo preso ad esplorare i nostri corpi, mentre limonavamo. Ad un tratto vedo lei che afferra il mio cazzo ed inizia a farmi una sega. Poi, dopo, lo prende in bocca, senza che io le dicessi niente ed inizia a farmi un pompino con i fiocchi. Subito mi son reso conto che lei era abbastanza esperta e, da quanto scoperto in seguito, ne ho avuto conferma. Unica cosa: era vergine sia di figa che di culo; mi ha stupito, ma mi ha fatto piacere d’esser stato il primo a penetrare quei suoi buchetti. Il fidanzamento tra noi andava bene. Ci trovavamo quasi tutti i pomeriggi a limonare, succhiarci fino al giorno che ho preso la sua verginità, in entrambi i canali. Eravamo, come al solito, nella seconda casa dei miei e, mentre ero disteso sotto di lei che si godeva il mio cazzo in bocca, improvvisamente, si è sistemata per bene su di me, lo ha afferrato e, dopo averlo appoggiato fra le labbra ben lubrificate dai suoi stessi umori, si è lasciata andare, impalandosi con facilità. Per un solo attimo ho visto sul suo viso una smorfia di dolore, ma poi, quasi subito, ha assunto l’espressione dell’estasi. Dopo aver goduto diverse volte, si è girata e, messa a pecora, mi ha offerto anche l’altro buco.

«Dai, completa l’opera! Sfondami anche il culo!»

Ho messo un po’ di saliva nel buco, così che, quando ho preso a dilatarlo con la punta del cazzo, ha opposto una lieve resistenza. Mi son fermato per paura di farle male, ma lei mi ha incitato a spingere senza remore.

«No, non ti fermare! Spingimelo tutto dentro. Lo voglio sentire tutto, fino in fondo»

Ho aderito alla sua richiesta e sono affondato dentro di lei. che ha avuto un sussulto e poi ha preso, man mano, a godere anche da quel buco. L’estate successiva è tornata nel suo paese di origine e i suoi genitori, di quelli di vecchio stampo, volevano che la figlia sposasse un uomo scelto da loro. In quella circostanza, la obbligano a lasciare me e mettersi con un ragazzo per un matrimonio combinato anni prima. Lei, sebbene titubante, accetta e va subito a convivere con lui. Lui la scopa tutti i giorni e lei scopre che il cazzo del giovane, a detta di Sara, non era tanto più lungo, ma di certo più grosso del mio e questo le piaceva molto. Il tipo era molto rude, la trattava un po’ da puttana, se lo faceva succhiare, la scopava a pelle e le veniva dentro. Lei si faceva scopare alla missionaria oppure a smorza candela, ma lui non sembrava mai sazio; dopo un pompino, come preliminare, lui la penetrava senza tanti riguardi e lei godeva tra le braccia del tipo; un paio di volte si era anche fatta inculare con tanto di farcitura del culo, ma quel rapporto non dura a lungo. Dopo circa una quarantina di giorni, lui inizia ad esser violento e lei decide di lasciarlo. Quando ritornò da me, io mi sentivo un po’ ferito e risentito, perché ero stato scaricato senza motivo, ma adesso che si era resa conto che lui era uno stronzo, mi riviene a cercare? Dopo che lei ebbe ad assicurarmi che quanto successo non era nelle sue intenzioni, ma aveva fatto in modo da compiacere i genitori, per poi rendersi conto del grave errore, decidemmo di rimetterci assieme. Nel frattempo avevo trovato un lavoro al nord e decidemmo di andare a convivere in un posto dove nessuno ci conosceva. Iniziò così la nostra vita di coppia. Ben presto mi resi conto che entrambi avevamo delle fantasie che sorgono gradualmente, mentre ci raccontiamo la vita vissuta prima di conoscerci. Io, gran porco, cerco di coinvolgerla, di parlarle, di sapere cosa ha fatto, quali esperienze ha vissuto e se ha desideri irrealizzati. Cerco anche di capire se le nostre esperienze ci hanno lasciato ancora la voglia di sperimentare e/o vivere nuove emozioni. Nel confrontarci, emerge il suo desiderio di esser presa tra due uomini e, ovviamente, le propongo di farlo, ma lei conserva qualche reticenza e, quindi, cerco di esortarla gradualmente. Per cominciare, un pomeriggio, ci rechiamo in un posto particolare, un sexy shop, rassicurandola che poteva fidarsi di me, che non sarebbe successo nulla che non volesse, che eravamo in una grande città dove nessuno poteva conoscerci. Entriamo e guardiamo dei vestitini, della lingerie che, dopo aver ammirato quella di mamma, ne ero stato sempre attratto e lo sono ancora oggi. Scegliamo qualcosa e poi vengo attratto da un vibratore: prendiamo anche quello, paghiamo e andiamo via. Arrivati a casa, dopo una bella doccia, la invito a provare i nuovi acquisti, cosa che lei fa molto volentieri. Inizio a fare qualche foto e le propongo di registrarci su A69, giusto per guardarci intono. Un giorno, mentre curiosavamo, ci siamo imbattuti in un trans, con cui, tramite webcam, abbiamo avuto la nostra prima esperienza con una terza persona, anche se non dal vivo: la tipa aveva un bel cazzone che faceva gola a Sara. Mentre lei ci guardava, abbiamo limonato, ci siamo succhiati e leccati per poi finire a scopare con la nostra amica che ci incitava e si segava.
«Bravo! Leccale anche il culo! Dai che la voglio sentire mentre gode! E tu, cara, succhiagli il cazzo!»
È stata davvero una bella esperienza che ci ha permesso di rompere un po’ il ghiaccio e spingerci ad intraprendere la fase successiva. Per un po’ abbiamo scopato sull’onda delle emozioni provate, mentre io cercavo di andare oltre, così si è dato il via ad un tira/molla. Lo facciamo, non lo facciamo, fino a quando si è convinta ed abbiamo incontrato, per la prima volta, il nostro singolo. Dopo aver fatto la sua conoscenza davanti ad un caffè in un bar e scambiato due chiacchiere, siamo andati a casa nostra. Appena in camera da letto, si siamo spogliati e Sara si è subito scaraventata sul tipo, iniziando un goloso pompino. Io mi sono trovato dapprima a guardare, pervaso da un sentimento misto di gelosia ed eccitazione. Vedere lei giocare con un altro, vederla scopata alla missionaria, per poi passare alla pecorina, dove potevo ammirare le sue tettone sobbalzare ad ogni colpo, non ho resistito oltre ed ho provveduto a infilarle il mio cazzo in bocca. Poi lei ha fatto stendere supino l’amico, gli è salita sopra scopando nella sua posizione preferita: lì, ha provato pure la doppia vaginale, fino ad esplodere in un orgasmo squassante. Poi le ho proposto:

«Allungati su di lui, che voglio infilarti il mio cazzo anche nel culo! Dai, godi, troia sfondata!»

Mi sono inginocchiato dietro di lei e gliel’ho spinto a fondo, con l’idea di incularla, ma è scivolato più in basso e lei ha sperimentato una doppia vaginale che l’ha fatta davvero godere.

«Ooohhh SI! MI SFONDI! VENGO! Mi fai impazzire!»

Dopo aver goduto due orgasmi molto intensi, ci siamo divisi e, mentre io la scopavo alla missionaria, la mia maialina, che non ama la sborra in bocca, ha succhiato il tipo fino alla fine, per poi farsi sborrare sulle sue fantastiche tettone. Quando il tipo è andato via, ci siamo raccontati le sensazioni che avevamo provato in quella esperienza. Le ho chiesto come mai si fosse lasciata andare con lui, ma mi ha risposto di esser stata spronata solo da un sentimento di cortesia e di ospitalità. Nonostante il piacere provato, abbiamo preso a scopare di nuovo. Nelle settimane successive, quel fatto si è rivelato un ottimo stimolo, che ci portava a scopare ancora, con sommo piacere.
Nei mesi successivi, lei si è dimostrata sempre più pronta ad osare. In occasione del viaggio di ritorno dalle ferie, partiti di sera dal piccolo paese dove avevamo soggiornato, lei si era esibita in pose a volte molto osé, mentre eravamo in auto e, per tutto il viaggio, abbiamo parlato di “porcate” varie, io le ho toccato di continuo le tette e quel gioco mi ha eccitato così tanto che, alla fine, ho dovuto ricorrere ad un bel pompino. Ai primi di ottobre, siamo andati in un parco giochi e, al ritorno, in autostrada, lei con tette al vento, ha provocato tutti i camionisti che sorpassavamo.
Nel frattempo abbiamo cambiato casa, quindi solito tran tran, seconda gravidanza, poi arrivo del covid; conosciamo un vecchietto nel palazzo con cui a volte vado a pescare. Ben presto fra me e lui si instaura una simpatica amicizia ed un bel rapporto confidenziale. Ci si trova a bere una birra o un caffè, ed anche Sara partecipa alle discussioni attivamente, con anche battute e doppi sensi. Il tizio maturo ci racconta che, a suo tempo, bucava anche il muro da quanto gli veniva duro. Sara ovviamente lo sfotteva perché, alla sua età, over settanta, di sicuro non gli veniva più duro. Poi lui ha avuto dei problemi di salute ed aveva bisogno di una badante, così ha chiesto aiuto a mia moglie. Lei ha iniziato a prendersi cura di lui e, quando lo spogliava nudo per lavarlo, gli ha preso il cazzo in mano, scappellandolo e agitandolo un paio di volte e lui le ha sorriso, perché, anche se non perfettamente duro, era evidente che, a sentirlo nella sua mano, era una cosa che gli faceva molto piacere e lei, un giorno che si sentiva particolarmente troia, gli ha permesso di farsi toccare le tette e lui ha avuto un sussulto di piacere non indifferente. In seguito lei gli ha preso il cazzo in bocca e ancora non gli è venuto duro, ma lui ha emesso un gemito di piacere e le ha detto: “Sara, sei la migliore!” A me lui non ha mai detto nulla ed io mi son sentito felice del fatto che quella zoccola di mia moglie aveva regalato un attimo di felicità a lui, che le è sempre rimasto infinitamente grato.

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Tra moglie e marito

Posted by admin under Incontri Erotici on mercoledì Feb 1, 2023

Da quando ho cambiato lavoro, mi ritrovo con due ore di pausa pranzo, troppe per mangiare qualcosa in un
bar qua vicino e tornare in ufficio, troppo poche per tornare a casa e mangiare come si deve.
Fortuna che c’è questo parco, ogni tanto se ho voglia mi cambio in auto e mi faccio una corsetta oppure semplicemente mi stendo all’ombra di questo albero, un po’ defilato e leggo i miei amati libri, in entrambi i casi mi rilasso e mi ricarico prima di tornare in ufficio.
Con il passare delle settimane ho iniziato a conoscere le persone che animano questo parco a quest’ora, non certo un ora da mamme con i bambini, quelle sono tutte a casa a mangiare e far fare il sonnellino ai
bimbi.
Ci sono gli studenti rumorosi di un vicino liceo, dai quali preferisco tenermi alla larga, troppo casino.
Ci sono i padroni con i cani che si dirigono verso lo sgambatoio, come il signore distinto con il doberman o la ragazza in tuta e mollettone nei capelli con il setter, deve essere una studentessa sotto sessione.
Poi ci sono gli sportivi, le signore con i bastoncini da nord walking e i corridori.
Tra i corridori, mi ha subito colpito una ragazza, con un bel passo, cadenzato e costante, aiutata da un paio di gambe lunghissime, un culo scolpito e un seno che fatica a fermare con i reggiseni sportivi, i capelli lunghi legati in una coda alta che si muovono ipnotici.
Ecco solo a pensarci mi eccito, un paio di volte le ho corso dietro mantenendo il suo passo, ma non è facile, il movimento del suo culo mi distrae e l’erezione inevitabile mi rende difficile la corsa… molto meglio fare l’anello del parco al contrario, i pochi secondi in cui la incrocio sono memorabili, con quel davanzale che balla e vuole scappare via.
Vorrei attaccare bottone dirgli qualcosa, ma…sono molto timido e poi c’è anche un altro piccolo problema, non corre mai da sola…
Corre sempre con un uomo, non so se è il suo personal trainer o suo marito, hanno entrambi la fede e tra di loro sembra esserci un bel feeling, parlano sempre, a volte seri altre ridendo, anche lui è un bell’uomo alto e atletico, ma forse non abbastanza per essere un allenatore, più probabile il marito o perché no l’amante.
Con il tempo però abbiamo iniziato a salutarci, quando non corro passano vicino al mio albero facendo ciao ciao con la mano.
L’altro giorno mi sono cambiato per correre, ma poi arrivato al parco mi sono reso subito conto che era davvero troppo caldo, un’afa insopportabile, sono andato a stendermi sotto il mio solito albero e guardavo i pochi pazzi che cercavano di fare sport.
Poco dopo passa la mia coppia preferita salutano felici, ancora freschi, ma al secondo giro sono completamente sudati e sfatti, lei si ferma a pochi metri da me con le mani sulle ginocchia ansimando.
Il seno racchiuso solamente dal reggiseno sportivo imperlato di sudore pende davanti ai miei occhi sgranati.
“È troppo caldo, se volete vi offro un po’ della mia ombra privata!”
Lui mi sorride mentre lei mi guarda stupita, poi fa due passi verso di me e si accascia sull’erba all’ombra, si rigira con lo sguardo fisso tra le fronde del albero.
“Io te l’avevo detto che oggi era troppo caldo!”

Ci mettiamo a chiacchierare, io e lui, lei non da segni di vita, se non fosse per il seno che si alza e si abbassa con il respiro. Scopro che sono davvero marito e moglie e che quello è l’unico momento che hanno di libertà dal lavoro e i figli e che a lei è venuta questa idea di essere troppo grassa e di dover dimagrire prima di andare in vacanza al mare. Solo immaginarla in costume mi causa un’erezione, che cerco di coprire alla meno peggio, ma credo che lui abbia visto qualcosa. “Secondo me comunque la prova costume la passi senza problemi, anzi…”. Lei si rigira su se stessa e mi guarda negli occhi, io mantengo lo sguardo qualche secondo poi inevitabilmente il mio sguardo cade un poco più sotto proprio tra quei seni che tanto desidero. Quando rialzo lo sguardo lo faccio con vergogna arrossendo, ma lei mi sorride: “Grazie!”. Li vedo scambiarsi uno sguardo veloce, un sorrisino, poi lei si alza: “Dai vieni, andiamo!”. Li seguo e mi ritrovo in una parte del parco poco frequentata, loro sanno benissimo dove andare e scompaiono tra due cespugli, mi infilo anche io nella piccola apertura e mi ritrovo in uno spazio d’erba ristretto e coperto da cespugli fitti, un posto nascosto e riservato, stranamente pulito, ecco dove sparivano quando li perdevo di vista. Ci guardiamo negli occhi qualche secondo poi lei con un movimento fluido e veloce si sfila il reggiseno sportivo, i suoi seni esplodono letteralmente, mai visto un seno del genere dal vivo, faccio in tempo a notare che non ha segni di abbronzatura quando lei mi viene in contro e mi mette la lingua in bocca, rimango impietrito mentre allarmato con lo sguardo cerco lui. Lui si è tolto la maglietta, ha davvero un gran bel fisico anche lui, si avvicina e ci accarezza la schiena, una mano sulla sua una sulla mia ad alzarmi la maglia, me la sfila e finalmente sento il suo seno sulla mia pelle, è caldo morbido tosto, vorrei affondarci la faccia, ma lui continua ad accarezzarci la schiena a tenerci l’uno contro l’altra. Poi lo sento accarezzarmi le chiappe, mi spinge contro di lei a farle sentire la mia erezione, entra nei miei calzoncini da dietro e me li abbassa mentre mi accarezza. Il mio uccello teso è contro la stoffa dei suoi leggins mentre lui è inginocchiato dietro di me, mi accarezza le chiappe, la schiena, le gambe. “Ti da fastidio!?” me lo bisbiglia nell’orecchio lei mentre me lo esplora con la lingua. “No tutt’altro!” non è certo la prima volta che un uomo mi accarezza. Lei mi sorride e si allontana un po’, mi guarda mentre lui da dietro continua ad accarezzarmi e con una mano passa davanti ad impossessarsi della mia verga, mi piace ha un tocco delicato. Lei guarda il mio uccello maneggiato da suo marito, lo guarda con desiderio, si inumidisce le labbra e si inginocchia davanti a me, poi delicatamente allontana la mano di lui ed inizia a leccarlo con passione. Sembra una affamata che non mangia da giorni, me lo sta divorando, mentre lui con dolcezza ha iniziato a baciarmi, mordicchiarmi, leccarmi le chiappe.

Davanti la passione dietro la dolcezza. Mi allarga le chiappe e sento quella lingua esperta leccarmi il buchetto, fantastico, quando all’improvviso lei si rialza, si spoglia veloce e si stende a gambe larghe sull’erba. “Dai vieni!”. La scena è così irreale e cruda che quasi mi da fastidio, se non fosse per il trattamento che mi sta facendo il marito… è bravissimo, sono eccitato sopra ogni limite. Risale con la lingua lungo tutta la spina dorsale facendomi venire la pelle d’oca dall’eccitazione, si appoggia a me, lo sento contro il mio corpo. “Dai ti aiuto io!” bisbiglia, poi mi prende l’uccello tra le mani e mi spinge da lei. Affondo lentamente in lei fino in fondo, poi lui mi prende le chiappe e mi detta il ritmo. Lei ha gli occhi fuori dalle orbite e dice parole senza senso intramezzate da parolacce, non sono abituato a questi modi, le parolacce mi danno fastidio, ma devo dire che è davvero bellissima e vedere queste tette ballare è incredibile, quasi ipnotico. Lui che fine ha fatto!? Lo cerco con gli occhi. Si è spogliato completamente e ci sta guardando da vicino segandosi lentamente, ha un bellissimo uccello venato e leggermente curvato a sinistra, una bella cappella. Mi ha visto che lo guardo e mi sorride. Si avvicina e lo porge alle labbra di sua moglie che lo ingoia felice, finalmente sta zitta. Lui mi sorride credo abbia intuito i miei pensieri, poi allunga una mano e mi accarezza la schiena, non mi spinge, ma mi viene naturale abbassarmi, per farmi accarezzare meglio, mi abbasso e finisco vicino a quella bocca piena di lui. Lecco quello che lei mi lascia libero, mentre la sua mano mi accarezza le chiappe, mi da il ritmo, mi spinge mi esplora. Allargo le gambe per facilitarlo, la sua mano scende a prendermi le palle, le stringe le massaggia, poi scende ancora, accarezza dove la mia carne si mischia a quella di lei, si bagnano dei suoi liquidi, affondano in lei assieme a me, lei urla, fortuna ha la bocca piena, mi viene da ridere. Quelle dita bagnate stanno tornando su fino a fermarsi sul mio ano, le sento bagnate, viscide, ne sento entrare una con facilità, poi due. Lo guardo, ha gli occhi puntati nei miei, occhi carichi di desiderio, occhi dolcissimi, gli sorrido e gli faccio un segno impercettibile, sorride e si stacca dalla sua bocca, quando passa affianco a me gli do una bella leccata, è davvero un bel cazzo. Lei con la bocca di nuovo libera, che riprende nella sua litania di

“No, così è troppo!” le metto una mano sulla bocca e la zittisco “Basta! Hai rotto il cazzo! Sei molto più bella quando stai zitta!!” Lui incomincia ridere e io con lui, ma smetto subito quando sento spingere la cappella. La sento entrare, lentamente, mi sento riempire, dopo un attimo di pausa spinge dentro tutto il resto, è grosso dentro di me, non è certo la prima volta ma il suo uccello mi riempie completamente, glielo faccio capire. Stiamo fermi immobili per tanto tempo, quando sento di essermi abituato a lui, mi muovo e lo invito a fare altrettanto, sembrava non aspettare altro, inizia a muoversi a dare il tempo a scoparci entrambi, ogni sua spinta si propagava fino a lei, ogni sua spinta contro di me è una spinta contro di lei, prima lentamente per trovare la coordinazione, poi piano piano aumenta la velocità sempre più veloce fino a che lei non urla mordendo la mia mano, lo sguardo di sfida e rabbia, ma lui continua fino a darmi un’ultima spinta e ben piantato dentro di me mi riempie di caldo liquido. Resta fermo qualche secondo a godersi la sensazione poi si sfila e si stende accanto a noi. Manco solo io, esco da lei che oramai è un lago e non sento più nulla, prendo in mano il mio uccello gonfio, umido di lei e mi sego guardando il suo corpo perfetto, le sue tette meravigliose e quelle labbra gonfie e finalmente silenziose. Esplodo in mille getti, le inondo le tette, il viso, le labbra, poi mi alzo in piedi e guardo compiaciuto la mia opera. È davvero bellissima. Lui si avvicina, mi pulisce l’uccello oramai moscio, poi mi sorride. Osservo lui che è passato a pulire lei, lentamente con la lingua, mentre lei lo guarda in silenzio con occhi pieni d’amore. Sono di troppo. Mi rivesto, li lascio soli, poco prima di uscire dal cespuglio mi volto a guardarli, ancora non credo a quello che mi è successo, mi stropiccio un po’ gli occhi come i bambini… E’ ora di tornare al lavoro.

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Il mio amico Amir

Posted by admin under Incontri Erotici on martedì Gen 31, 2023

Mi chiamo Antonio e sono di una regione del Nord Italia. Ho cinquantacinque anni e son sposato da trenta con Simona, che di anni ne ha quarantanove. Abbiamo due figli grandi, che lavorano all’estero. Possiedo una bella fattoria con animali da carne e da latte. Sessualmente parlando, con Simona le cose sono sempre andate bene. Facciamo sesso in maniera sempre soddisfacente, anche se, da tempo mi sento eccitato al pensiero di esser cornuto e, finalmente, ho potuto realizzare questo desiderio. Questa mia particolare ossessione è nata qualche anno fa, quando, d’estate, mentre raccoglievamo il fieno per l’inverno, ho visto uno dei braccianti, che stagionalmente lavorano per noi, che guardava con insistenza il culo di mia moglie. Stranamente mi sono eccitato e da allora, dentro di me, è sempre più aumentato il desiderio di vederla scopata da un altro maschio. Una volta ne ho anche parlato con lei, ma mi ha guardato convinta che stessi scherzando; non mi ha detto nulla e, poiché eravamo a letto, ho allungato una mano fra le sue cosce e l’ho trovata completamente fradicia. La scorsa estate, il comune dove abitiamo ha accolto una decina di ragazzi che scappavano dal loro paese a causa di guerra e fame in cerca di un futuro migliore. Il sindaco ci ha chiesto se potevamo ospitare qualcuno di questi ragazzi e farli lavorare. Noi abbiamo accettato e ci siamo trovati in casa un ragazzo tunisino di ventotto anni. Un bel ragazzo, alto, moro, muscoloso, uno di quelli che per vivere si adattano a fare tutti i lavori che capitano. Amir, questo è il suo nome, è risultato essere un ragazzo per bene, educato, molto tranquillo e volenteroso. Ben presto si è instaurata una bella relazione di amicizia e confidenza, che mi ha portato a fantasticare su di lui e mia moglie, che naturalmente era ignara di tutto. Amir e Simona sono entrati subito in sintonia ed io mi sono accorto di come lui spesso la guardava, cercando di sbirciare nella scollatura o tra le gambe, quando lei si abbassava in cucina per prendere qualche cosa dal mobile. Ho anche notato che mia moglie, ogni qual volta Amir veniva a casa, si faceva trovare sempre truccata, carina e sorridente. Spesso, con la scusa di dover prendere qualcosa nella stalla, mi allontanavo e li lasciavo soli. È stato in uno di questi momenti che, sbirciando in cucina attraverso la finestra aperta, ho potuto sentire i complimenti che Amir rivolgeva a mia moglie, dicendole che, nonostante l’età, era una gran bella donna, sensuale, molto meglio di tante altre italiane che aveva conosciuto e mia moglie, ricambiando il complimento ricevuto con una carezza sulla guancia, gli risponde che anche lui è un bel ragazzo. Dopo aver pronunciato queste parole, vedo Amir bloccare mia moglie contro il frigo e portare la sua bocca alla ricerca di quella di lei. I due si baciano appassionatamente, vedo distintamente le loro lingue che si cercano. Amir continuerebbe cosi per molto tempo, ma lei lo blocca.

«No! Dai, fermati, ti prego! Sono sposata e qui fuori c’è mio marito che potrebbe rientrare da un momento all’altro.»

Così si siedono e io, dopo qualche secondo, facendo un po’ di rumore li raggiungo, facendo finta di niente, senza omettere di notare la patta gonfia di Amir. Doveva avere proprio un bel cazzo, cosa che di sicuro non è sfuggita neanche a mia moglie. Si sa, le donne sono particolarmente brave in queste osservazioni. Ormai la cosa era fatta. Dovevo solo sgombrare il campo per qualche ora e lasciarli soli, ma come fare? L’occasione si presentò durante la fiera annuale tenuta nella festa del patrono. Con Amir andammo alla fiera e, fra un brindisi e l’altro, tornammo a casa che eravamo tutti alquanto brilli. Ci mettemmo seduti sotto il portico ad aspettare i fuochi di artificio. Ad ogni scoppio dei fuochi, esprimevamo la nostra gioia con salti, abbracciandoci e baciandoci. Lasciavo che Amir si strusciasse a mia moglie, per farle sentire tutto il calore del suo corpo. Finiti i fuochi, dissi loro che sarei uscito per far festa con gli amici e che, sicuramente, avrei fatto tardi. Chiesi ad Amir se voleva venir con me, ma lui mi rispose che sarebbe andato a dormire, perché era stanco per la dura giornata di lavoro. Lo salutai con un cenno della mano, baciai mia moglie sulla guancia e feci finta di uscire, sicuro che qualcosa sarebbe successo. Feci un breve giro e, dopo qualche minuto, in silenzio, ritornai sui miei passi. Dopo aver attraversato il giardino, coperto dalle piante, mi appostai alla finestra semi aperta per spiare all’interno. Fu uno spettacolo meraviglioso! Avevano già ripreso quel bacio, interrotto per causa mia. Le mani si frugavano a vicenda, alla ricerca di cazzo e fica. In un minuto mia moglie era già seminuda: Amir le sfilò gli slip, si abbassò tra le sue gambe e prese a leccare con avidità le grandi labbra di mia moglie che implorava e mugolava come una troia, mentre si carezzava il seno.

«humhum… Continua ti prego! Non ti fermare! Non ti fermare!»

Il mio sogno si stava realizzando. Ero felicemente cornuto e arrapato. Amir la leccò per circa dieci minuti.
Poi si alzò in piedi e riprese a baciare mia moglie. Si tolse la maglietta ed abbassò la testa di mia moglie all’altezza del cazzo. Lei, inginocchiata ed a gambe aperte, accarezzava il corpo di Amir dal torace alle gambe, strusciando la bocca sull’enorme cazzo ancora avvolto nei jeans. Erano bellissimi. Ad ogni carezza di mia moglie, Amir chiudeva gli occhi e ansimava dal piacere.

«Sì, brava, continua! Sei stupenda! Ti voglio!»

Lei gli slacciò la cintura e, abbassati pantaloni e slip, tirò fuori, in tutta la sua maestosità, un cazzo con nervature che sembravano scolpite. Mia moglie cominciò a leccare dalle palle. Leccava come un’assatanata. Risaliva con la lingua tutta l’asta per poi avvolgere completamente la grossa cappella, facendola sparire nella sua bocca. Amir era in estasi ed io pure. Quel fantastico bocchino durò per minuti. Mia moglie leccava e succhiava come una puttana, passandosi ogni tanto la mano sulla fica fradicia e lasciando colare dalla bocca al mento la saliva che produceva. Poi Amir si sedette sul divanetto, tenendo il cazzo fermo con la mano sinistra e mia moglie gli si mise sopra cavalcioni, accogliendo nella fica quella grossa mazza che le strappò un sospiro di piacere.

«OOH! Sì! Lo sento tutto! Sì, tutto!»

Simona si godeva Amir, mentre lui la esortava a muoversi come le puttane che era abituato a fottere.

«Sì, troia, sentilo tutto dentro! Ti sfondo la fica! Sei una zoccola e voglio farti godere da matti!»

Lei, con grande maestria, alternava colpi di bacino a baci appassionati. Poi Amir la volle a pecorina. Lui in piedi e lei con una gamba distesa sul divano. Dalla mia posizione potevo vedere distintamente il cazzo che entrava e usciva dalla sua fica, ormai dilatata e slabbrata. Quel cazzo era ben grosso, irrorato degli umori di mia moglie e lei, sotto, godeva e incitava a proseguire.

«Continua, Amir, più forte! Sfondami tutta e fammi godere! Vengo! Ora!»

Amir continuò a scoparla così intensamente per circa dieci minuti, facendola venire diverse volte, poi tirò fuori il cazzo e le punto la cappella sul buco del culo.

«Rilassati, troia, che adesso ti apro anche il culo!»

Era più che chiara l’intenzione del maschio e, con un sorriso di piacere, allungò la mano sul cazzo per agevolare il lavoro di Amir, che, delicatamente, cominciò a farlo penetrar dentro sino alle palle.

«Sì, da bravo, sfondami anche il culo! Mi piace nel culo!»

Sinceramente non pensavo potesse riuscirci, ma lei lo aiutò molto, allargandosi le chiappe il più possibile con le mani, mentre emetteva mugoli più di piacere che di dolore, anche perché, ormai, entrava e usciva senza alcuna difficoltà.

«Bravo! Così mi piace! Dai, non ti fermare!»

Amir alternò culo e figa per una mezzoretta, finché lei si accorse che era pronto a venire.

«Aspetta, non mi sborrare dentro. Ti voglio in bocca. Voglio berti tutto!»

Con una mano se lo sfilò delicatamente, si inginocchiò e cominciò a succhiarlo, finché Amir non esplose un fiume di sborra che riempì la bocca di mia moglie. Era talmente abbondante che fuoriusciva e colava sul mento di Simona, sino al collo e sulle tette. Senza rendermene conto, mentre li guardavo, mi stavo segando e, proprio in quel momento, venni anch’io. Fu bellissimo, ma ancor più bello fu veder mia moglie che continuava a tener quel cazzo in bocca per pulirlo di tutti gli umori rimasti e lo fece finche’ non se lo ritrovò moscio; gli diede un bacio come avrebbe fatto se fosse stato un bambino, guardando Amir con un sorriso di soddisfazione. Da allora le cose sono completamente cambiate. Esco spesso la sera e torno tardi. Mi invento sempre impegni di lavoro per dare la possibilità ad Amir di fottere mia moglie, mentre io resto alla finestra a guardare. Poi, una sera, Simona se n’è accorta. Si è girata verso la finestra e mi ha visto. Per un attimo ho pensato che sarebbe scoppiato un casino. Lei è subito corsa in camera e Amir, nel vedermi, è sbiancato. Sono entrato in casa e lui mi ha guardato stravolto.

«Tranquillo, va tutto bene! Vieni con me!»

Lui, ancora mezzo nudo, mi ha seguito in silenzio e, insieme, siamo entrati in camera da letto, dove mia moglie stava seduta sul letto con la testa fra le mani.

«Tranquilla, amore, va tutto bene! Sono stato io che l’ho spinto fra le tue cosce e non ne sono affatto pentito! Non me ne frega niente di quello che può pensare la gente: quello che voglio è che lui continui a fotterti ed a farti godere, come e quando ti va. Sono un gran cornuto e mi piace esserlo, perché non ti ho mai visto così felice da quando lui ti scopa. Se vuoi, adesso, lo facciamo insieme, ma ti prego: smetti di esser preoccupata. Ti amo e voglio solo la tua, ma anche nostra felicità!»

Lei ha sollevato lo sguardo, io l’ho abbracciata e stretta a me, poi mi son girato verso di lui.

«Dai, continuate! Non ti fermare, fa finta che io non ci sia. Starò a guardarvi e, se ne ho voglia, mi unisco a voi, ma tu, adesso, falla godere! Scopala e falla impazzire!»

Da quella sera siamo tutti e tre come una famiglia. Lui dorme con noi nel nostro letto e, a volte, li lascio da soli e vado io a dormire nella sua cameretta; li sento scopare e lei godere. È tutto quello che mi serve per apprezzare la mia condizione di “cornuto” e in questo, per me, consiste la vera felicità.

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