Un espediente per studiare
Posted by admin on sabato Dic 31, 2022 Under Incontri EroticiMio figlio non va bene a scuola. È svogliato. Io non so cosa fare per indurlo allo studio. Il mio lavoro di imprenditrice mi occupa molto tempo e il padre è latitante da alcuni anni. Mi sforzo di capire di cosa posso interessarlo affinché poi studi. L’altra sera è rincasato tardi, erano circa le 2, e nel silenzio della nostra villetta ho sentito la sua auto arrivare nel cortile. Dopo poco entrava in casa. Lo accolgo furiosa: – Dove troverai il tempo per dormire visto che domattina dovrai andare a scuola? –
– Non rompere i maroni mamma, a scuola andrò due ore dopo –
– Perché cosa fai di notte, si può sapere? –
– Non preoccuparti mamma che qualcosa combino – mi risponde spavaldamente. Io non so più cosa dire e torno a letto. L’indomani, quando mio figlio è a scuola, avendo io molto lavoro da sbrigare a casa, vado a frugare nella sua camera, in cerca di qualche traccia della sua vita. Da un cassetto emerge un diario. Me ne rendo conto subito, le pagine sono fitte di scrittura e non sono certo scolastiche:
“Caro diario” comincio a leggere ”da qualche settimana ho conosciuto una ragazza, Luisa, della classe inferiore alla mia. E’ bellissima e l’ho invitata a una festa. Non ci crederai, caro diario, ma lei non solo ha accettato l’invito ma, una volta alla festa, non si è sottratta ai miei baci, anzi corrispondeva. Da qualche giorno ci siamo messi insieme e, 6 giorni fa, mi ha permesso di accarezzarle la patatina.. E’ stato magnifico! In aggiunta, nei giorni successivi, al riparo dai suoi genitori, che non possono entrare nella sua stanza, mi ha fatto un lavoro con la bocca. Sono venuto quasi subito e abbiamo passato la serata nudi e abbracciati. Da quello che deduco ha avuto molti ragazzi prima di me e perciò è molto esperta nell’arte dell’amore. Farei di tutto per lei. Non riesco più a studiare perché penso continuamente a lei e alla sua sapienza nel sesso”
Così si concludeva l’ultima pagina del diario di un mio figlio.
Fui pervasa da una sorta di nebbia interiore. Dunque mio figlio trascurava gli studi per le abbozzate arti amatorie di una sciacquina. L’unica soluzione mi fu presto chiara: dovevo trovargli una donna più matura di lui, capace di soddisfarlo ma anche di guidarlo nella sua vita. Una donna più grande magari.
Chi avrebbe potuto? Una delle mie amiche? Abbandonai subito l’idea. Difficilmente avrebbero accettato di sedurre un ragazzo di 20 anni più giovane di loro.
Dopo averci pensato molto nelle giornate successive, ero ancora indecisa su quale modo avrei dovuto usare per distogliere l’attenzione di mio figlio da quella insulsa ragazzina. la soluzione mi arriva inaspettata. Dimenticavo di dirvi che io sono quello che viene chiamata una milf, una bella donna sui 40 anni, fisico curato, maturo, con un bel seno, due belle chiappe, le cosce formose, e un volto molto avvenente che ho trasmesso per via genetica anche a mio figlio. Un giorno, mentre sono accanto a lui nel tentativo di farlo studiare, lui guarda l’orologio e mi dice che deve andare. Probabilmente dalla sua ragazza, penso io. A quel punto ho un lampo di genio, d’istinto gli chiedo: – Cosa farà mai la tua ragazza per interessarti tanto, la ami? –
– No mamma, non la amo ancora però mi attrae fisicamente. Non ho mai incontrato una ragazza come lei. – mi risponde lui
– Beh cosa ti farà mai – indago
– Ma mamma mi vergogno a dirtelo, tu non potresti capire
Io insisto – Credi che tua madre sia nata ieri? Su, confidati – e nel dire questo gli metto le mani sul pacco.
– Ma mamma cosa fai? –
– Non aver paura, lascia fare alla tua mamma. Lei ti tocca così? –
– Sì – risponde lui – sento che il suo diavoletto si sta gonfiando nei jeans.
– E poi cosa fa la ragazzina? –
– Mi accarezza e poi mi slaccia i pantaloni –
– Bravo – rispondo io – lascia che tua mamma provi a fare altrettanto –
– Ma mamma, io… –
– Zitto lascia fare a me – gli intimo cominciando a sbottonarlo.
Arrivo alle mutande tese e gonfie. Gli abbasso l’elastico e il cazzo salta fuori come una molla
– E dopo cosa ti fa la squinzia? – continuo
– Me…me…me lo mena – mi risponde lui balbettando
– Così? –
-Sì così –
Comincio ad andare su e giù con la mano lungo la sua spada di carne che, devo dire, non è neanche piccola
– C’è qualcosa che sbaglio? – lo incalzo
– N… no mamma –
– Sicuro sicuro? Proprio come la tua puttanella? –
– No mamma è… è diverso –
– Come diverso? meglio o peggio? –
– Me… meglio mamma –
Segno mentalmente un punto a mio favore mentre continuo a scorrere la mano sulla verga. Pur imbarazzato lui inizia involontariamente ad ansimare. – Allora se lo vuoi sapere penso che tu sia un ingordo ma io per stavolta ti asseconderò –
– Certo che la mia mano scivolerebbe meglio se ci fosse un po’ di lubrificante. Cosa dici, vuoi che mi sputi sulla mano, o che mi sputi tu, o utilizziamo quella bella gocciolina trasparente che si sta formando sulla punta del tuo pisello? – Lui non ha più parole per rispondere
– Allora faccio io. Ho un metodo personale per lubrificare le minchiette estrose –
Mi chino e lentamente gli avvolgo le labbra attorno al glande lucido per l’estrema enfiatura. Com’è dolce e aspro allo stesso momento.
– Ti piace così caro? Vado bene? Sono all’altezza della tua ragazza? –
– Sì mamma, ma ho paura…-
– E di che diamine? –
– Di…di venire – sfiata lui
– Ah! Ma non sia mai, voglio dire è troppo presto. Allora smetto con questa diciamo lubrificazione e ti lecco un po’ i tesorini, poi con la lingua ti scorrerò sotto il pisello, ma senza prendertelo in bocca. Va bene caro? Adesso eseguo -. Così gli prendo in bocca i testicoli succhiandoli dolcemente per poi abbandonarli e risalire con la lingua lungo il membro.
Giunta alla punta mi imbatto nella ciprigna che ormai copiosa gli esce dall’uretra, la assaporo e la deglutisco.
– Va meglio adesso, ti senti di venire? –
– Non…non più –
– Ma davvero? Lei ti fa altrettanto? Ah la birichina, faremo così allora. Tu ti trasferirai sul divano e io ti siederò vicino, così potrò assisterti come lei ti ha abituato. –
Il mio ragazzo fa come chiedo e va a sedersi, il cazzo ballonzolante, sul divano. Io mi siedo accanto e glielo prendo in mano.
-Dunque, dove eravamo rimasti? –
– Che me lo prende in bocca –
– Ah, e tu ora vorresti che il tuo pisellone finisca ancora una volta nella bocca mia. Non credi di chiedere troppo? –
– Dimmelo tu mamma –
– Meno male, perché abbiamo ancora molte cose da fare insieme. Intanto togliamo del tutto i jeans e gli slip che non servono – dico continuando a menarlo.
Poi: – E adesso cosa ti fa la tua santarellina? –
– Sì… si spoglia un poco alla volta – risponde mio figlio con un filo di voce
– Ebbene, anche tua madre farà altrettanto- così mi sfilo il pullover e il reggiseno. Le mie tette sono ancora floride sebbene non così turgide come quelle di una diciottenne. – E poi, una volta snudate le tette, cosa fate?? –
– Gliele… gliele lecco-
– E allora cosa aspetti, lecca anche le mie.
– Ma posso leccarle come faccio con lei?
– Certo caro, anzi ti insegnerò a farlo molto meglio. Tanto per cominciare, inizia non direttamente ma tutto intorno al capezzolo e nel contempo massaggiami i seni.
Il pensiero che il mio ragazzo lecchi quelle stesse tette che lo avevano allattato fa eccitare anche me.
– Bravo così caro spargi la saliva sui miei capezzoli. Mi piace sentire la tua lingua calda. Fallo sia sull’una che sull’altra. Bravo così –
– Mamma i tuoi seni sono meravigliosi, non così turgidi come quelli della mia ragazza ma molto più pieni e floridi –
– E non è finita- risposi – non sai ancora cosa ti aspetta. Oltre a questo, cosa fai con la tua fidanzatina?
– Beh- risponde mio figlio – dopo scendo con la lingua lungo il suo ventre finché non giungo alla cinta dei pantaloni.
– E questi pantaloni non se li toglie? –
– Sì, ma devo ogni volta pregarla, perché è timida –
– Bene, figlio mio, anima mia, tua madre ti offrirà qualcosa di più accessibile di quello della tua ragazzina ritrosa. Intanto fai così anche con me, comincia a scendere con la lingua, ma prima indugia un po’ in mezzo ai seni. –
Obbediente, mio figlio comincia a leccarmi tra i seni poi piano si sposta lungo lo sterno fino a raggiungere la dolce carne che lo conduce all’ombelico e per poi proseguire.
– Ah caro, sei proprio bravino, ecco, sei arrivato alla cinta della mia gonna. E’ qui che quella svampitella si intimidisce? –
– Sì mamma –
– Io invece ti offrirò due strade. Puoi slacciarmi la gonna e proseguire oltre come una lumachina oppure puoi staccarti e ricominciare da più in basso, dalle mie ginocchia e poi salirmi su su fino a dove vedrai finire le calze. Cosa preferisci? –
– Non saprei mamma, vorrei fare tutt’e due le cose –
– Ma non è possibile caro o l’una o l’altra. Per aiutarti a schiarire le idee lascia che ti massaggi il cazzo che è un po’ che ti trascuro. Senti come è duro! E lacrima continuamente quella ciprigna che ora ti spargo uniformemente ovunque. Ti piace così? –
-S…sì –
– Guarda, in aggiunta, ti accarezzo anche un poco i testicoli nella loro calda borsa di carne. Gli faccio il solletico. Allora, hai deciso che sentiero vuoi percorrere? Vuoi scendere dalla cintola o intrufolarti sotto la gonna?
– Voglio scendere dall’alto verso il basso – decide mio figlio
– Allora mi dovrò slacciare la gonna, così potrai vedere le mutandine che ho messo per te –
Mi alzo in piedi e me la sfilo.
Mio figlio strabuzza gli occhi quando mi vede compiere questo gesto, e per poter vedere per intero le mie morbide cosce fasciate dalle calze.
– Ecco fatto – gli dico io – ti piacciono le mie mutandine? –
Lui strabuzza gli occhi su un perizoma semi-trasparente di colore grigio fumé. So bene che attraverso si intravedono i miei peli intimi.
– La tua ragazza così sexy ha delle mutandine così? – lo provoco
– Veramente no – risponde mio figlio, stupefatto – lei a degli slip di cotone bianco
– Vedi che tua madre ti sorprende sempre? E ora figlio mio andiamo avanti. Mi hai detto che la tua ragazza, la poverina, finisce per slacciarsi i pantaloni. E poi cosa fate? Su rispondimi senza indugiare, sii franco –
– Dopo le stampo un bacio sulle mutandine. –
– Ma bravo il mio ragazzo, e perché non gliele togli? –
– Perché mi piace pregustare il momento in cui gliele toglierò –
– Ah, raffinato. E così immagino che ne percepirai tutto l’afrore, è così? –
– Sì è così, aspiro profondamente e poi le lecco i bordi delle mutande –
– Bene allora, così, farai anche a me, vedremo se troverai meglio la passerina matura di tua madre o quella specie di fessura mezzo cresciuta. –
Mio figlio si accosta al mio pube velato. Io con una mano lo accarezzo e me lo schiaccio addosso.
Sento il calore del suo respiro affannoso attraverso il leggero tessuto. Debbo dire che questa sensazione mi eccita non poco e sento crearsi dentro di me un umidore preoccupante.
Mio figlio annusa a pieni polmoni. Lo stacco spingendolo sulla fronte. – Allora? Ho passato l’esame? Qual è meglio?
– La tua, mamma –
-Così mi piaci figlio mio. E poi cosa fate tu e la farfallina? Le togli finalmente le mutandine? –
– Sì alla fine gliele tolgo, o meglio, se le toglie lei –
Mi alzo in piedi e mi prendo con due dita l’elastico.
– Lo fa lentamente o velocemente, da quella sciattona che è? –
– Velocemente –
– Senza grazia allora. Invece guarda come faccio io – mi sfilo lentamente, con consumata arte l’elastico. Gli occhi di mio figlio si accendono spalancandosi. Finalmente può vedere la passera di sua madre. Lentamente mi sfilo la biancheria dai piedi, poi mi pongo in piedi di fronte a lui.
– Ecco – gli dico solennemente, passandomi un dito tra i peli. – Tu sei nato da qui –
Mio figlio, seduto sul divano, ha un pisello duro come un piolo.
– Posso…posso toccarla? – implora
– Dipende figliolo. Noi siamo qui per rifare le azioni di quella espertona della tua filarina. Lei cosa ti fa fare? –
Senza più voce mio figlio risponde: – Se la fa titillare e leccare contemporaneamente. –
– Così che tu non possa fare bene nessuna delle due cose. Bene, noi faremo così: Prima mi siederò accanto a te, così potrai agevolmente passarmi una mano tra le cosce. Ti insegnerò come si fa allora. Poi, se lo vorrai, io aprirò piano piano le gambe e potrai proseguire con la lingua. Ti va il progetto? –
– Mi…mi va bene –
– Allora cominciamo. Ecco, io mi siedo accanto a te alla tua sinistra. Con la mano più vicino al mio corpo cingimi la vita, mentre con la destra comincia a carezzarmi l’interno coscia –
Mio figlio esegue.
– Che bravo, vedo che impari in fretta. Adesso con le dita accarezzami piano le grandi labbra. Bravo così. E’ venuto il momento di titillarmi il cappuccio, mentre io riprenderò a menartelo, ma piano, in modo da non farti venire sulla coscia e mi sporchi la calza. Anzi sarà tua accortezza avvisami qualora non potessi più trattenerti, e io smetterò immediatamente.. –
Le dita di mio figlio si insinuano lentamente nella fessura e cominciano il massaggio più intimo. Sento che anch’io comincio a bagnarmi là dove da un po’ di tempo non succedeva.
– Adesso infilami due dita dentro non prima però di essertele leccate – Le dita entrano titubanti, poi acquistano sicurezza e cominciano ad andare avanti e indietro.
– Bravo il mio ragazzo procedi così, e sarai veramente bravo se col pollice continuerai a trastullarmi il cappuccio, che a quanto sento si sta inturgidendo non poco –
Mio figlio esegue volonteroso.
Cominciamo così a masturbarci a vicenda.
– C’è un’altra cosa che si potrebbe aggiungere, figliolo. Con la tua ragazza non ti baci? –
-Si che lo faccio –
– Allora lo farai anche con tua madre. Su, scambiamoci le lingue. Solo un poco però, perché dopo dovrai tornare a succhiarmi il seno, mi è piaciuto proprio quando me lo hai fatto –
Lui prima mi infila la lingua in bocca, ci scambiamo un po’ di saliva, poi torna a slinguarmi i capezzoli.
– Bene, caro, la cosa sta procedendo bene. Ora, come promesso, visto che ti stai comportando magnificamente, avrai accesso a una delle mie parti più importanti. Potrai spostare la tua lingua impertinente sempre più giù lungo il mio corpo fino a che non incontrerai quello che sai. Intanto io mi preparo al tuo arrivo. Metterò un piede sul divano e l’altro sul pavimento, e appoggerò la schiena al bracciolo del divano. Così mi potrai raggiungere facilmente –
Sento la lingua di mio figlio scorrere lentamente lungo la carne della mia pancia. Ecco, la sento tra i peli, si insinua tiepida tra le grandi labbra, raggiunge il grilletto.
Un’ondata di piacere mi sale dal ventre. Non credevo mi avrebbe fatto un effetto così intenso.
– Ah, sì bravo continua, sii volonteroso, io ho fatto altrettanto con il tuo pisellino e ora tu me lo stai restituendo. Così, bravo, sempre più velocemente, dai, fai contenta la mamma. Ogni tanto slinguami anche l’interno coscia e nel frattempo non mi fare mancare te tue dita. Non lasciarmi tregua. Ah si, sento che sto per venire…bloccati! Non è ancora il momento. Intanto lecca tutta la mia ciprigna e mandala giù, piano, per non esasperare i miei sensi –
Mettiti seduto diritto adesso, e togliti il maglione.
Mio figlio esegue e rimane completamente nudo di fianco a me. Piano mi avvicino e comincio a leccargli i capezzoli.
– Questo quella sventatella te lo fa? –
– No mamma, non me lo ha mai fatto –
– Così è la prima volta, bene, imparerai che anche agli uomini piace che ci si prenda cura dei loro capezzoli –
Glielo faccio prima sull’uno poi sull’altro, mordendoli dolcemente.
Intanto decido di continuare a lucidargli il pisello.
– Sputami sulla mano ragazzo mio, poi ci sputerò io, e con le nostre salive unite la mia mano sarà pronta per darti nuovamente piacere –
Eseguiamo e finalmente comincio a ripassare il suo membro.
Il mio ragazzo è al settimo cielo.
– Ti piace che ti faccia così, vero? Che scorra la mia mano giù lungo il tuo tarello, e poi su e poi giù di nuovo? –
– Sì mamma mi piace molto – mi confida il poverello
Bene, allora continuerò. Devo dire che non era necessaria la saliva sulla mano, hai talmente tanto liquidino lubrificante da poterne fare tranquillamente a meno. Del resto. Questo però non mi impedirà di torturarti un poco i marroni. Ti piace se li pizzico? Si? E se alterno il pizzico con un altra lisciata al tuo tubo?
Il mio ragazzo annuisce sollecito.
– Bene allora continuerò. Frattanto è giunto il momento di venire, che ne dici? –
Mio figlio annuisce un’altra volta, incapace di parlare.
– E’ vero che la tua mamma non è ancora venuta, ma presto lo farà anche lei. Intanto a te va la precedenza. Sento che il tuo pisellino sta per scoppiare. Su, sii un po’ romantico. Mentre vieni di a tua mamma che le vuoi bene, prima però…- e detto questo interrompo l’operazione – devi farmi una promessa –
Mio figlio mi guarda interrogativo.
– Hai fatto i compiti oggi? –
– Non ancora mamma –
– E hai già in progetto di non farli per correre dalla scervellata non è vero? –
Lui fa cenno di sì con la testa.
– Bene, ma la tua mamma non continua a prendersi cura di te se tu non le dici che non puoi andarla a trovare oggi – gli tengo la mano sul pene senza muoverla – Allora, cosa devo fare? –
– Ti prego mamma continua –
– Allora promesso? –
– Promesso –
Ricomincio a masturbarlo, gli mordo i capezzoli e lo slinguo in bocca.
– Sì mamma sì…sì…sì –
– Mentre vieni dì lo giuro –
– Lo giuro…lo giuro mamma ahhh! –
I testicoli gli si strizzano come due limoni mentre tre sbotti di seme uno dopo l’altro superano i venti centimetri di gittata ricadendo sulla mia mano e sull’avambraccio.
Mio figlio si abbandona esausto allo schienale del divanetto.
– Presto allora, rivestiamoci, vatti a dare una rinfrescata e subito dopo telefona a quella cretina che non vai all’appuntamento. Tua madre andrà a ripulirsi di tutto quel miele con cui l’hai imbrattata e ti preparerà un po’ di merenda. Quando ritorno voglio vederti seduto al tuo tavolo a studiare –
Feci come avevo detto. Effettivamente lo ritrovai al suo tavolo con un libro aperto davanti.
– Cosa studi?- gli faccio mettendogli le mani sulle spalle
– Storia –
– Ah bravo. Studia – Scendo con una mano sul pacco e gli lecco un orecchio
– Se a scuola otterrai dei buoni voti, ti prometto che per te ci sarà una sorpresa –
Fine prima puntata