L’amico di chat 4

Stefania era molto confusa, Marco la considerava unicamente una donna da sbattere e lei non si vedeva così. Probabilmente, lei pensava alla sua autostima già molto bassa. Doveva ammettere con sé stessa quanta voglia di cazzo e quanta voglia di essere scopata per bene avesse. Era una lotta tra istinto ossia l’essere sbattuta e la razionalità ossia il fatto di considerarsi una donna perbene. Stefania non sapeva ancora chi avrebbe vinto tra i due.

Sentiva che lui al di là del gioco di dominazione aveva un carattere forte e aveva paura di rimanerne schiacciata, se l’avesse incontrato. Lei aveva una paura folle, ma lui non la capiva. Probabilmente, anzi certamente, sarebbe stato meglio che lei smettesse di avere a che fare con lui, perché non gliel’aveva detto, ma come una cretina, aveva anche pianto per cose che lui le aveva scritto. Non era possibile stare male per uno, di cui non conosceva neanche la faccia.

Era meglio per la sua tranquillità smettere di avere a che fare con lui e sapeva già cosa avrebbe risposto lui: le avrebbe confermato che era uno struzzo con la testa sotto la sabbia, come già le aveva detto.

Non era possibile che tutti, non solo lui, avessero da ridire sul suo carattere. Era colpa sua che diceva troppo, mentre nella sua esperienza con gli amici di chat, loro erano piuttosto abbottonati, l’unica cosa che gli interessava era vederla masturbarsi. Lo sapeva, quello era uno spettacolo bello, con lei che veniva più volte e si abbandonava e non era più la donna perennemente impaurita. Il suo problema era che non riusciva ad accettare la sua natura di porca. Altro problema era che i porci avevano tutti un carattere molto forte e lei aveva paura, come si usa dire, di lasciarci le penne.

Marco le avrebbe anche detto che sfuggiva alla sua natura, che prima o poi l’avrebbe fatto con un porco peggiore di lui. Le fumava il cervello e non vedeva l’ora che passasse il week end per poter abbandonare definitivamente Marco. Lei immaginava che, lui se ne sarebbe fregato di lei, avendo già avuto altri “abbandoni” con altri uomini in chat. Stefania che non era disinvolta e che ripetiamo, aveva pianto diverse volte per cose scritte da lui. Lei che non capiva che da rapporti del genere non poteva nascere l’amore. Era una povera illusa, una di cinquantun’anni senza una scorza dura che la proteggesse, senza aver vissuto, ecco cosa era. Alla sua età, aveva molti rimpianti per cose non fatte in tutti i campi. In una parola, lei non aveva vissuto e temeva che Marco avrebbe puntato il dito su questo.

Il cervello le turbinava e poi magari lui non avrebbe neanche risposto e magari l’avrebbe anche bloccata su telegram per non avere più a che fare con lei. Si sarebbe scusata per avergli fatto perdere tempo. Lui le aveva detto che era l’uomo ha dover avere esperienza in campo sessuale (cosa che suo marito evidentemente non aveva) e che lei doveva dare con passione tutti i suoi buchi e non essere una passiva, uno stoccafisso, come aveva scritto lui. Stefania, se ci pensava, a darsi a lui, si eccitava molto e ci sarebbe andata anche subito, però la sua parte razionale era prevalente e per lei era impossibile andare via di casa per due giorni. Marco le aveva scritto che se ne doveva fregare del marito e della sua suocera e andare un week end da lui per vivere una buona volta.

Si poteva fidare di lui?

Il marito la definiva una “polla”, una che crede a tutto, che non è smaliziata, che non comprende le persone, non le riesce a capire subito e neanche dopo. Pensava che una donna fosse sempre in posizione debole rispetto ad un uomo. Lei non era esperta di rapporti con uomini sul serio, non era disinvolta come l’amica, di cui lui le aveva parlato. Stefania poteva capire che Marco la volesse vedere al più presto, solo per levarsi lo sfizio di fare sesso con una che doveva fare tutto, a parte la posizione del missionario e quella con lei sopra. Marco le aveva scritto che l’eccitava moltissimo il fatto che lei ad esempio non avesse mai avuto un rapporto anale e che perciò lui sarebbe stato il primo.

Stefania non voleva essere solo uno sfizio sessuale, ma capiva che per lui sarebbe stata solo quello e temeva che dopo si sarebbe sentita una puttana, con autostima che da bassa sarebbe andata sotto zero.

Doveva far passare il week end il più tranquillamente possibile, ma era difficile con tutti i pensieri che le rimbombavano per la testa. Si diceva che sarebbe stato meglio che avesse già smesso con Marco, ma l’attirava che fosse un uomo su per giù della sua età e molto esperto di sesso, a differenza sua. Aveva bisogno di un insegnante di sesso. Marco le aveva scritto che con un uomo “normale” non porco come lui, non sarebbe mai stata soddisfatta.

Accidenti, gli uomini come lui, erano tutti molto determinati.

L’ideale, impossibile, visto che non esisteva, sarebbe stato, per lei, un porco dal carattere gentile. Nella realtà, i porci sono tutti determinati e magari anche stronzi, mentre quelli gentili, a letto non è che ci sappiano fare. Stefania avrebbe quasi preferito non avere alcun desiderio sessuale, visto lo sconvolgimento che le creava. Lei doveva accettare di essere una porca, ma il suo carattere non era da porca. Il carattere timido, remissivo avrebbe semplicemente dovuto scomparire per fare emergere il fatto di essere una porca di prima categoria.

Era ciò che davvero voleva?

Lei sapeva solo che il desiderio sessuale, in certi momenti era acutissimo, ma non voleva certo darsi al primo arrivato oppure diventare una puttana che passava da un uomo all’altro. Lei era una brava donna, una donna seria che però aveva fantasie e desideri da porca. Era un anno che combatteva tutto ciò. Sì, riusciva in certi periodi a non avere amici di chat, ma poi ci ricadeva perché era troppo eccitante farsi vedere, mentre si masturbava con gli uomini che a loro volta si eccitavano. Era una porca perché adorava i bei cazzi grossi e possibilmente con cappella rossa incandescente.

Il week end era passato e lei scrisse a Marco che non voleva più avere a che fare con lui e che non le rivolgesse epiteti pesanti. Si scusava per avergli fatto perdere tempo e anche per essere paurosa e uno struzzo, come si definiva lei. Lui aveva solo dato il saluto del buongiorno e risposto che andava bene. Lei da un lato era sollevata, perché lui non aveva fatto questioni, ma dall’altro lato si rendeva conto che a Marco di lei non importava proprio nulla e che la voleva solo portare a letto.

La chat tra i due è terminata così, senza strascichi, per fortuna.

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