L’allieva Imbranata

L’allieva Imbranata

Ciao sono Alessio e da un po’ di tempo faccio l’infermiere presso la clinica De Luca, un posto molto particolare. Per ottenere un’appuntamento con la primaria, la dottoressa Giulia Botrugno, devo affrontare delle prove e me ne sono capitate di tutte i colori, come essere violentato da dei manutentori o dominato dalla caposala. Dopo aver sottomesso una dottoressa e un’autista di ambulanza, le cose per qualche tempo si sono fatte tranquille: si lavora e basta. Sono imboscato nei sotterranei durante la pausa, per fumarmi una sigaretta in santa pace, quando vedo tre allieve che aggrediscono una loro compagna. La vittima è una ragazza robusta, viene tenuta ferma contro il muro da due, mentre la terza la prende a pugni in pancia.
“Te ne devi andare sei inutile, nessuno ti vuole!”
“Guarda come è rossa in faccia, non è che si sta eccitando?”
La ragazza tirapugni fa per abbassarle i pantaloni della divisa, quando decido d’intervenire
“Ma che cazzo state facendo? Di che reparto siete?”
Le tre appena mi vedono scappano, ma la loro leader sibila alla ragazza-vittima
“Se racconti qualcosa, sei morta”
Una volta libera, si accascia a terra e scoppia a piangere.
È una una ragazza grande e grossa, dai lineamenti poco attraenti: capelli lunghi e neri raccolti in una treccia, ha anche un paio di occhiali spessi. Insomma non il top della bellezza ma in quel momento mi fa tanta tenerezza. 
“Tutto bene? Ti hanno fatto male?”
“No solo qualche livido, ma niente di che, ora devo tornare in reparto…”
“Aspetta, se hai bisogno di qualcuno con cui sfogarti, io ci sono…”
Le brillano gli occhi, sembra che aspettasse solo che dicessi quelle parole magiche.
Mi racconta tutto, di come le sue compagne di corso e gli infermieri del reparto in cui fa il tirocinio la maltrattino perché sia molto impacciata nel lavoro, degli scherzi e dei soprusi che deve soffrire, non solo in reparto, ma anche a scuola e nel convitto. Deve restare chiusa nella sua stanza tutto il tempo, con la paura che trovino un modo per entrare pure lì…
“Forse sei semplicemente nel posto sbagliato, che ne diresti di provare a cambiare aria?”
La porto in reparto con me e dopo un colloquio con la caposala e gli insegnanti del corso di infermieristica, Milena viene trasferita nel nostro reparto.
Pur essendo molto preparata dal punto di vista teorico è una ragazza che si agita molto facilmente e commette tanti errori stupidi, ma io e i miei colleghi cerchiamo di darle fiducia e farle capire che crediamo in lei, infatti migliora giorno dopo giorno. Divento il suo mentore e lavoriamo sempre insieme, inizia a crearsi una certa complicità. Scopro che è una ragazza intelligente e piena di interessi, non sono attratto da lei ma la sua compagnia rende i turni di lavoro molto più leggeri. Arriva il periodo degli esami e non la vedo per qualche tempo, inizio a pensare a lei e a chiedermi come se la stia passando, ma visto che non ho il suo contatto posso solo sperare che sia tutto ok. Poi una sera, rientrato da un turno di pomeriggio trovo una sorpresa nel mio letto: Milena nuda sotto le coperte.
“Hai fatto così tanto per me e non riesco a smettere di pensarti…”
Accendo le luci, scosto le lenzuola: lei si copre il viso e l’inguine imbarazzata.
“Fai piano, è la mia prima volta…”
A vederla così è molto più attraente di quello che credevo: è robusta, ma anche molto ben proporzionata. Il contrasto tra il corpo giunonico e l’atteggiamento timido e imbarazzato sono un mix irresistibile. Inizio a baciarla e accarezzarla, percepisco il suo alternarsi tra nervosismo ed eccitazione. Sono un po’ agitato anch’io, l’ultima volta che ho fatto l’amore con una ragazza senza esperienza fu con la mia fidanzatina di quando avevo 17 anni e pure io ero vergine, sento un po’ il peso della responsabilità. Devo cercare di regalargli una nottata memorabile. Inizio a baciarla lì sotto con dolcezza, molto lentamente, in modo che possa sentirsi a suo agio. Quando sento che si sta bagnando accelero il ritmo con la lingua, ansima sempre di più fino a quando non la sento sussurrare:

“Ti prego entra 🙏

Quelle parole mi fanno scattare qualcosa dentro. Mi sale un desiderio di scoparla e umiliarla nel peggiore dei modi, ma è solo un momento, mi basta incrociare il suo sguardo ed è tutto subito dimenticato. Mi faccio contagiare da quel sentimento romantico, simile a quello che mi aveva trasmesso Ramona ma molto più ingenuo e inesperto. Mi sembra di essere tornato ragazzino. Sono dentro, lo facciamo dolcemente, in poco tempo i gemiti di dolore diventano di piacere. Andiamo avanti per non so quanto tempo, potrebbero essere ore come minuti, stretti in un’abbraccio che culmina nel mio orgasmo. Mi sfilo il preservativo e stiamo per un po’ abbracciati senza dire nulla, poi si rialza di scatto.
“Devo andare, domani ho l’esame finale del primo anno, questo è il mio numero, grazie di tutto ❤️
Ed eccomi lì, per l’ennesima volta in stato confusionale.

Cosa voglio per davvero?

Note finali:

LA CLINICA DELL’AMORE 10
LA DOTTORESSA SADICA

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