La prima donna dei miei sogni erotici

Anni fa mi arrivò una email da una sconosciuta, cominciammo a parlare e sentimmo fin da subito una forte sintonia. Ci sentivamo quasi ogni giorno. In quel periodo lavoravo come segretaria d’azienda quindi avevo sempre la posta elettronica aperta davanti. Dopo un po’ di tempo, i messaggi cominciarono a diventare più maliziosi e lei mi confessò di essere bisessuale. Per me fu strano, venendo da un piccolo paese, quella parola mi era sconosciuta. Mi aprì un mondo. Cominciai a capire che forse lo ero anche io. In quel momento diedi il termine esatto a quello che provavo mentre guardavo le altre donne. Mi ritrovavo a osservarle e a soffermarmi su alcuni dettagli: le labbra, il seno, il culo, le gambe.

Col passare del tempo, mi lasciai andare. Ci mandammo delle foto per sapere che aspetto avevamo. Lei era bellissima, magra ma con le forme prorompenti. Aveva il seno più piccolo del mio ma il culo era così invitante che avevo voglia di entrare nello schermo del computer per affondarci le mani e la faccia. Mi feci trasportare da uno strano calore: le sue email erano così maliziose e mi ritrovavo sempre con le mutandine bagnate.

Cominciammo a inviarci foto più spinte, mi sentivo in imbarazzo ad essere giudicata da una donna. Con gli uomini ero più abituata.

>Tu non ci crederai ma per quello che posso vedere hai esattamente le tette (ma tutto, forma, grandezza, colore e larghezza delle areole, capezzoli…) a cui penso quando mi immagino scene Lesbo per eccitarmi…

Le parole mi imbarazzarono, ma mi eccitarono anche tanto. Non le dissi nulla all’inizio. Poi cominciammo a parlare delle nostre esperienze sessuali con gli altri e cosa ci piaceva fare e ricevere. Era così diretta e non lasciava nulla all’immaginazione. Le sue parole e le sue foto mi fecero impazzire. Una notte sognai di incontrarla, di averla in piedi davanti a me, nuda con soltanto delle scarpe rosse col tacco. Sognai di toccare le sue gambe infinite e lisce, così morbide sotto le mie mani, il suo ventre caldo sotto le mie labbra. Sognai il suo respiro corto e desideroso di avere le mie labbra ovunque. Sognai di farla stendere sul letto, aprirle le gambe e godermi il suo sapore. Il mattino dopo mi svegliai eccitata al massimo, avevo le mutandine bagnatissime. Mi accarezzai pensando al sogno. Pensando a lei nuda con me e la mia bocca su di lei. Pensando alle sue mani sul mio corpo. Percorsi con le mani tutto il tragitto che fece lei nel sogno, mi inumidii le dita tra le mutandine e le labbra e poi dentro. Inarcai la schiena, le dita dentro, una mano sul capezzolo, la bocca socchiusa, gli occhi chiusi. Gemetti. Andai più in fondo con le dita. Affondai le dita dell’altra mano sul seno, come per afferrarlo e portarlo dare a qualcuno. Mi pizzicai i capezzoli turgidi. Continuai così intensamente fino a raggiungere l’orgasmo. Sudata e stanca, mi accasciai sul letto. Ero felice e pensierosa. Era la prima volta che mi masturbavo per una donna.

Da quella mattina ne seguirono altre umidicce e bollenti, proprio come le email che ci scambiavamo.

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