La Chatroom

Duriamo un secolo ma ogni secondo

ci sentiamo soli come Garcia Marquez a Macondo

Caro Vittorio, di tempo ne è passato dall’ultima volta che ci siamo sentiti via messaggio, spero che questo non abbia insabbiato, o ancor peggio cancellato la nostra un tempo fraterna amicizia.
Ho deciso di scriverti su di un foglio di carta e non tramite messaggio poiché ho riscoperto solo da poco il piacere che si prova nello scrivere a mano.
Due anni, due anni amico mio, dal nostro ultimo contatto, ricordo quel nostro scambio di pareri e in particolare mi ricordo di quello che mi dicesti: -Se continui così passerai la tua intera vita solo, senza provare il calore di una donna-.
Lì per lì non diedi molto peso a quelle parole, ma gli anni passano per tutti e dai diciassette anni ti ritrovi ad averne diciannove ed il non aver mai avuto esperienze, anzi l’avere addirittura paura nel parlare con una ragazza che potrebbe essere una tua potenziale partner, ti rendono ai tuoi occhi prima ancora di quelli del mondo: sbagliato, storto, rotto.
Quell’osservazione la ricordo a distanza di anni e questo ti deve dare una tara di quanto, con quelle parole, tu avessi inciso quel nervo scoperto che all’epoca era solo una piccola ferita nemmeno sanguinante.
Dopo aver riletto per caso quei ricordi mi è ritornata alla mente l’esperienza personalissima che qualche giorno addietro mi è successa, così prendo coraggio e inizio a scriverti sperando che tu abbia voglia di leggermi.

Era domenica, il quando non ha importanza, una domenica come le altre i miei genitori erano fuori per negozi, mio fratello fuori con amici ed io ero come sempre chiuso in camera mia a vedere un film.
Era davvero un bel film ma a metà la natura mi chiamò ed il desiderio crebbe, così misi in pausa il film e dopo essermi andato a lavare le mani cercai un video che soddisfacesse le mie esigenze momentanee.
Come sai, almeno credo, i siti internet in particolare pornografici, sono ricolmi di pop-up che spuntano fuori a decine a tratti facendoti perdere anche il filo dell’eccitazione.
Di pop-up in pop-up arrivai in una chat con quella che pareva essere una vera ragazza. Ora di chat che ti fan pensare di star parlando con una ragazza quando in realtà sono una sequenza di frasi ve ne sono molte, mi è accaduto diverse volte di imbattermi in queste palesi bugie, e questa non pareva essere diversa, ma questa volta decisi, per strana coincidenza di scriverle dopo il suo -ciao-
-Ciao-
-Vuoi attivare la cam?-
-Inizia tu- quelle prime frasi potevano tranquillamente essere standard, lanciate dall’applicativo indipendentemente dalla mia risposta, e forse qualcuno di poco avveduto l’avrebbe davvero accesa.

Pensavo che in quel momento mi avrebbe mandato un link dove vedere i suoi nudi, oppure avrebbe mandato un video in chat, qualcosa di preregistrato, invece si attivò un riquadro dove comparve la sua figura in una stanza della quale potei vedere solo pochi elementi, un letto ed un armadio.
In quel momento iniziai a tremare e a sentire il respiro affannoso perché era qualcosa di nuovo per me, mai sperimentato.
-Puoi salutarmi con la mano?- domandai io lei sorrise. Il mento infatti era l’unica cosa che si vedeva dall’intero volto. Lo fece, mi salutò, per poi scrivere -Va bene? Ti ho convinto che sono umana?-
-Mi hai convinto- le risposi
-Allora vogliamo continuare?-
-Va bene-
-Quanti anni hai?- mi domandò forse per sciogliere il ghiaccio.
-19. E tu?-
-20- scrisse -Sei più piccolo di me… Va bene, allora adesso accendi la webcam?- Attesi qualche attimo prima di scrivere infatti conoscendo le mie fattezze fisiche non proprio da modello ero piuttosto restio a farmi vedere, così inventai che -Scusa ma la mia webcam non funziona. Sai ho un pc piuttosto vecchio-
-Ho capito- mi rispose -è un peccato non poterti vedere, almeno hai il microfono?- domandò lei
-Tu?- le risposi volendo io espormi il meno possibile. So bene si tratti di codardia dettata dall’insicurezza che ho di non piacere.
-Si- mi disse con la sua voce. Una voce davvero dolce da quello che potei sentire -Adesso tu-
‘La voce la potrò concedere’ mi dissi, così accesi il microfono e dissi -Mi senti?-
-Ti sento- disse sorridendo. Era un sorriso caldo, dolce, di quelli che ti potrebbero con il loro peso togliere da tutti gli impicci e far svanire tutte le pene accumulate in una giornata.
-Che bel sorriso- dissi involontariamente
-E’ la prima volta che mi fanno i complimenti per il mio sorriso-
-Da tanto fai questo?-
-No, volevo provare a vedere cosa succedeva con un solo ragazzo prima di buttarmi nelle dirette con centinaia di persone- era piuttosto sicura che avrebbe fatto successo in questo settore, e come darle torto, con il corpo che aveva
-Allora… Vuoi che mi spogli?- mi chiese
-Certamente- le risposi, e lei sorrise, quindi allontanò la sedia di modo che potessi vederla per intero dal mento in giù, mentre io seduto sulla sedia tremavo come una foglia spaventato dalla novità che mi era in quel momento capitata.
Lei iniziò a spogliarsi muovendo i fianchi a destra e sinistra, rimanendo in intimo -Allora?-
-Sei fantastica- dissi e lo pensavo davvero.
-Grazie- mi disse sorridendo -Vuoi che continui? Magari posso farti vedere qualcosa di più “interessante”-
-Oh mi farai venire- le risposi accorgendomi dopo della stupida frase che avevo pronunciato
-Non è ancora il momento. Prima voglio che tu mi veda, che io possa toccarmi pensandoti, immaginandoti-
‘Se lo facessi’ pensai ‘smetteresti anche di parlarmi’ -Ora mi tolgo il reggiseno- questa frase venne condita con un ansimare e dei gemiti che continuarono anche dopo che si fu tolta l’indumento, reggendosi il seno con le mani. Era prosperosa -Ti piacciono? Mi fanno sempre i complimenti per queste-
-Di sicuro non le disdegno- dissi
-Questa però- disse alzandosi dalla sedia -questa piace a tutti-
-Allora piacerà anche a me- mi stupivo della capacità che avevo dimostrato, forse perché non ne avevo mai avuto possibilità o forse perché mi trovavo davanti ad uno schermo ora ero davvero sciolto anche se impacciato nella voce
-Va bene, sei pronto?- disse lei
-Si- risposi
Stava per togliersi quelle mutandine di pizzo nero quando il nero piombò sullo schermo e fuori iniziarono a suonare degli allarmi, i lampioni per strada si erano spenti, tutto il mondo aveva cessato di aver la luce artificiale.
Per cinque minuti, per dieci, per venti. Tutto era finito.
Quando la luce tornò provai ai ripristinare le pagine, ma queste non erano più rintracciabili dato che avevo fatto la ricerca nella modalità in incognito.
Rimasi solo e silenzioso in quella stanza buia.

Bene, ho terminato, spero che tu stia bene e che riceva questa lettera, attendo tue notizie.

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