Il sogno
Posted by admin on martedì Gen 24, 2023 Under Incontri EroticiI miei sonni in questo periodo sono molto tranquilli. Non mi capita spesso di sognare cose importanti, o magari eccitanti, contrariamente ad altri momenti del passato. Magari sogno molto, ma non con quella forza che poi costringe al ricordo, piacevole o spiacevole. Non so dire se sia meglio o peggio, però so che non è male alternare, non va bene essere sempre in attività onirica acuta.
Così questa notte, di particolare stanchezza fisica, di completa sazietà sessuale, la regola si rompe e nel bel mezzo della notte, di primissimo mattino, faccio un sogno dirompente, di forza speciale.
Sono una bella ragazza, una bella figa. L’uomo è con me in stanza e mi comporto come non ci fosse, ma so che c’è.
Sono vestita in modo semplice ma sexy: poi esco dal bagno in slip neri e con il mio amatissimo top zebrato, ai piedi porto scarpe da footing senza calze. Sono splendida e sorridente.
– Do as I was not here, as you were alone – mi dice. Ma questo è Michele! Mi sdraio sul lettino e allungo le gambe, lo guardo di sottecchi sorniona e gli chiedo: – Really, as you were not here?
– Yes, please.
– If I was alone, I wouldn’t be sure you like to see what I would do…
– Don’t worry, please… I would like to see everything you would do – risponde con voce persuasiva.
Ormai è fatta, penso, a questo piace guardare, io sono esibizionista e gli farò vedere cose da ricordare per sempre, senza alcuna morale. Nel frattempo ho tirato fuori da una cartella una copia di Penthouse e, sdraiata sul letto, con le gambe appena dischiuse e ben rilassate, mi sono accomodata su due guanciali. Gli slip sono in realtà un costumino da bagno che lascia una meravigliosa fessura d’aria orlata proprio dove dovrebbe esserci il contatto con l’inguine e la parte alta della coscia.
Lui guarda mentre leggo e sfoglio la rivista, davvero come se lui non ci fosse. Mi soffermo a lungo su foto artistiche ma abbastanza esplicite, poi su una lettera che rileggo subito dopo.
Nel frattempo, con i piedi, mi libero dalle scarpe, sembra che mi voglia mettere ancora più comoda, ma poi d’improvviso mi aggiusto con sapienza gli slip e riprendo a leggere.
Una mano comincia ad appoggiarsi, trova la sua strada tra la pelle e gli slip; poi passa lentamente sulla figa. Vedo il mio stesso petto alzarsi e abbassarsi vistosamente. Mi sto eccitando a leggere, lui non sa cosa, e di certo gli sembro ormai decisa ad andare avanti. Quando ormai sono davvero eccitata e respiro forte, oltre il punto di non ritorno, lui si avvicina.
– Is this what you would do alone?
Senza smettere di accarezzarmi mi lascio guardare con aria di sfida complice e gli dico: – Yes, this is exactly what I would do. E intanto tiro su gli slip in modo che la sottile stoffa vada a incastonarsi profonda nell’inguine e nel solco della figa.
– But you are doing it…
– Yes, and I like it, I like you see me masturbate…
– What are you reading?
– It is a letter in which husband and wife try to live what before was only a fantasy of theirs, a threesome with a friend of her. I never did it with a woman, but that is my ultimate fantasy. I dreamed so long about it.
– Any girl or some friend of yours?
– Any girl… this is a fantasy – gli rispondo sorridendo e mostrandomi intenzionata a chiudere per il momento il discorso e dedicarmi a fondo allo show che gli sto proponendo.
Ormai mi sono liberata degli slip e il mio dito medio va su e giù per la figa, che vedo già luccicante di umido. Mi muovo sul letto, mi rigiro con il culo per aria per essere sicura di essere ben vista: e mugolo frasi in inglese un po’ sconnesse. La rivista è caduta a terra.
– I am coming, I am coming… for you… please lick my pussy, please…
– But you were supposed to be alone…
– If I was alone I would take my dildo… so please take it for me.
Cerca in bagno di prenderlo, lo cerca agitato, lo trova, lo accende, torna in stanza dove io mi sto masturbando furiosamente un po’ con un dito un po’ con due.
– It’s so goooood… I am coming again, please lick me, lick my cunt… Yes, honey, that’s good… You know how to please a girl… Yes, like that… Please impale me with that dildo, please! I am coming again…
Con decisione e dolcezza m’infila il vibratore nella figa, io me lo prendo e me lo gestisco a piacimento con gemiti continui. Vedo il monte di Venere che mi si agita, leggere contorsioni delle gambe, il bacino che tende ad alzarsi in un’offerta meravigliosamente sguaiata, senza pudore. Sono una gran figa e mi piace esserlo, sono orgogliosa d’essere in questo momento la sua figa. Che è così fradicia da avere del tutto appiccicoso quel poco pelo che mi tengo, quindi ancora più modellato per far risaltare la figa con il cazzo dentro, nel modo migliore…
– Please, masturbate yourself… for me, please…
Non se lo fa ripetere due volte, in un momento è accanto alla mia bocca, con il cazzo in mano. Ma intanto sbircia la mia, di mano, e le mie dita che si muovono frenetiche ai bordi della figa ingombra…
– Yes, let me see how a man like you masturbates himself. What are you thinking about? Are you thinking that I am a whore? Tell me yes, please.
– Yes, you are a big whore and I like you. You aroused me and I am going to come all over you, baby…
– That would be so outrageous… but, please, save it! I know that you did not say the truth… you want to fuck me, is n’t?
– Yes, I want to fuck your brain out.
– Michele, I am coming again… that’s unbelievable… I am coming for you again.
E mentre lo dico inarco il bacino e mi scuoto in un orgasmo ancora più violento dei precedenti. Poi mi lascio andare per un poco, lascio che il dildo mi esca dalla figa, mi sembro sfinita e gli sorrido.
– Now it is your turn…
– Prima ti devo ancora leccare la figa – mi dice in italiano – perché a me piace leccare la figa, specie quella fradicia come la tua, mi fa credere onnipotente sentire la figa che si scioglie sulla lingua e sulle labbra.
E senza complimenti mi ficca la lingua dentro, dolce e deciso, la lavora anche con il naso, con un dito mi accarezza il buchino del culo, che comunque è fradicio anche lui e pronto a essere usato.
– Mi piaci, troietta – mormora con la voce soffocata dallo struscio sulla figa – mi piace come fai la troia, come godi. Non vedo l’ora di sbatterti il cazzo dentro e di farti sborrare come non hai ancora fatto così…
– Please, what are you saying, please… don’t exclude me, this is highly erotic, I want to live with you everything…
– I told you are a whore, and I want to fuck you as it would be no to-morrow… you are fantastic with me, you are my whore…
Ci abbracciamo con furia, ci baciamo, ci stringiamo accarezzandoci. Ho due tette sode, con due capezzoli che sembrano di pietra scura. È sopra di me e con la punta del cazzo mi cerca la figa, una figa fradicia che è ancora più vogliosa di prima di prenderlo fino in fondo: è un attimo ed è il paradiso, quella sensazione meravigliosa di prendere possesso del più bel dono della terra, sentire quanto l’uomo sia fatto per la donna e viceversa. L’idea di spingerselo fino all’utero, fino a sentire tua la sua pancia intera tra le cosce, e la bocca che scambia con te la saliva degli amanti veri. Poi ancora quegli ooh strascicati, quel respiro fuori tempo: lo incito a occhi chiusi – so, like this, you are fantastic, honey. Give me your cock, faster, please, faster. Come with me, honey, come in me, give me your sperm, fuck me, fuck me, yesss, yesss, I am coming… come with me, love… I am coming…
A quel punto molla tutto, cinque o sei colpi tenendo tra le mani il mio culo, fino a sfondarmi… poi sborra con una violenza rara, mi riempie la figa e glielo dico, mentre il mio orgasmo continua e io urlo – aah, aaah – fino a che mi crolla addosso con tutto il suo peso, affondando nel mio profumo e nel nostro odore di figa e di sborra.
– Amore mio! – gli dico in italiano.
Mi sveglio assai agitata da questo sogno così vivo e reale da essere, oltre che molto piacevole, quasi pauroso. Perché io inglese? Cosa ho a che fare con una ragazza inglese che sogna di essere in stanza da sola con Michele e fa sesso con lui? Senza conoscerlo, poi.
Già qualche altra volta mi era capitato di sognare in inglese, e sempre per cose che mi riguardavano nel profondo, che ho capito ben dopo dovevano andare in un certo modo.
Che sia la parte più intima di me che mi parla, che vuole Michele subito come spettatore del mio esibizionismo poi partner appassionato? E non è davvero andata così? Debra e io ci siamo esibite per lui.
Michele mi piace, forse Debra non ha torto a voler tentare un esperimento. Il sogno sembra dirmi che non dovrei soffrirci se qualcosa andasse storto. In fondo cosa ho da perdere? Meglio Debra con Michele che niente…
Accanto a me Debra dorme ancora della grossa, mezza coperta e mezza nuda. Ma Michele non c’è, me ne accorgo solo ora. Mi rigiro sulla pancia e assaporo l’odore delle lenzuola e del corpo di Debra vicino. Qualche minuto dopo Michele si affaccia con cautela dalla porta socchiusa. Mi fa cenno di alzarmi e di seguirlo in cucina. Ha preparato il caffè, ora sento l’odore.
Mi alzo, non mi curo di coprirmi e vado in cucina. Michele mi abbraccia con dolcezza e mi dà il buongiorno, poi mi indica la tazza di caffè fumante.
– Ti va un po’ di caffè?