Ensemble finale

A guardarla di giorno, Esther sembra una di quelle giovani avvocatesse di successo da film americano. Sempre elegante, mai scontata. Quando veste in tailleur scuro porta sempre un accessorio particolare che rimanda ai colori tradizionali del suo Congo. Poi la sua pettinatura afro, quella pelle nera che sembra di velluto, gli occhiali neri sul naso camuso. 

A guardarla di giorno, Esther, non diresti mai che è la stessa persona che un attimo fa mi ha regalato l’orgasmo probabilmente più intenso della mia vita, e che ora è in ginocchio davanti a dei buchi nel muro da dove spuntano dei cazzi che proprio lei ha “pescato”.

“Ti vuoi divertire?” mi ha detto. Io sono ancora qui che raccolgo le forze, mentre lei è già all’opera. Con una mano masturba un cazzo appartenente a chissà chi, un cazzo che probabilmente non sarà particolarmente grande, considerando che il movimento della sua mano si limita quasi solo alla cappella.

Tre dita della mano opposta, invece, sono all’interno di un altro buco dal quale esce un altro cazzo che sta succhiando con evidente piacere, mentre con la punta di quelle dita gli solletica i testicoli.

Christian, il mio ragazzo, è ancora seduto dal lato opposto della stanza, nudo sta guardando la scena e me, che sembro per un attimo smarrita. Sto davvero per cedere e andare verso quei buchi a giocare con dei cazzi di sconosciuti?

Il suo pollice in su è il suo benestare, che in un certo senso mi rasserena. 

Fabio, il compagno cinquantenne di Esther, si sta già segando mentre guarda la sua donna impegnata in quei gloryhole. Lui sapeva benissimo dove ci stava conducendo. Non aspettava altro. E ora guarda me, impaziente che io mi decida.

Muovo così un paio di passi restando in ginocchio, verso la mia coinquilina. Le accarezzo il sedere sodo e nero e lei si scosta da quel cazzo misterioso che sembra piacerle tanto.

In quel punto la stanza fa angolo, quindi di fatto siamo molto vicine. I nostri sederi si toccano, mentre entrambe studiamo quei membri che sbucano dai buchi. 

Davanti a me se ne palesano due, molto diversi tra loro. Uno è dritto e venoso, con una cappella a fungo rossa e abbondante. L’altro ha una dimensione più modesta, e curva leggermente verso destra. Inizio a segarli entrambi contemporaneamente. 

Mi è capitato di vedere un gloryhole solo nei porno o nel video di una rockband americana. Mai dal vivo. E mai avrei immaginato che avrei avuto la possibilità di provarlo. Ammetto però che l’idea mi ha sempre molto stuzzicata. Pensare di non sapere chi c’è dall’altra parte, quell’aria di mistero che si crea. È tutto molto eccitante. 

Faccio cadere su entrambi quei membri un po’ di saliva e decido di assaggiare per primo il cazzo nerboruto e dalla grossa cappella. Sembra quasi sproporzionata, ma da vedere lo trovo nel complesso più bello dell’altro.

Appiattisco la mia lingua il più possibile per cercare di leccare tutta quell’asta e di risalire fino in punta. Arrivata lì inizio a succhiare. Il sapore di quell’uomo inizia a sciogliersi nella mia bocca ed è quasi come una pozione magica che mi accende di desiderio. Sono di nuovo eccitatissima. 

Mi stacco da quel cazzo e passo all’altro, masturbando con ritmo deciso quello che intanto ho lasciato orfano delle mie attenzioni. 

Questo è più complicato da gestire. Riesco a prendere facilmente in bocca la punta e a scendere un po’, ma quella curvatura rende più difficile poter fare di più. Devo muovere la testa in modo innaturale, per riuscire a prenderlo tutto in bocca.

Sposto lo sguardo verso Esther, che sembra aver deciso quale dei suoi due cazzi è il preferito, perché quello più piccolo lo sta segando e basta. Non gli dona neanche un attimo di quelle labbra carnose.

Nonostante questo, però, quel cazzetto sembra accontentarsi e dopo poco lascia colare qualche fiotto di sperma nella mano della mia amica. Finito il gioco si allontana lasciando il foro libero.

Io succhio il cazzo a banana mentre sego l’altro e viceversa. Ho scelto anch’io il mio preferito, ma non mi sembra carino non dare lo stesso piacere ad entrambi. 

Così, mentre la mia bocca passa da uno all’altro, entrambe le mie mani si muovono su quelle aste umide della mia saliva. 

D’un tratto la porta della stanzetta si apre. Ci voltiamo tutti, ed ecco entrare Martina e Marko. Sono entrambi stretti negli accappatoi bianchi. 

“No, vabbè, sto male…” dice lei ridendo, guardando la scena che le si presta davanti. 

Viene verso di noi, si appoggia al muro, guarda i cazzi che escono dai fori, ride, ci guarda mentre li spompiniamo, divertite anche noi.

Christian si alza e ci raggiunge. Pare voglia giocare anche lui. Si appoggia con la schiena all’angolo tra i due muri, col suo cazzo dritto che punta verso di noi. 

Esther non si fa pregare e continuando a segare il cazzo dell’uomo misterioso dietro il muro, inizia a spompinare quello del mio ragazzo. La guardo, guardo lui, e se da un lato c’è un pizzico di gelosia che mi pervade, dall’altra la trovo una cosa molto eccitante. 

Io ed Esther siamo praticamente a quattro zampe rivolte verso due muri che fanno angolo. I nostri sederi sono bene in vista agli altri presenti nella stanza e a quelle sagome che da dietro i vetri a specchio spiano quello che facciamo.

Così, mentre noi siamo impegnate a spompinare rivolte verso il muro, ci sentiamo entrambe sfiorare. 

Mi stacco dal cazzo a banana e mi volto. 

Marko, il ragazzo di Martina, è dietro di me che mi accarezza le chiappette. Ha aperto l’accappatoio sul suo petto muscoloso e il suo membro svetta duro puntando verso di me. Mi accarezza il sedere e mi separa le natiche, schiudendo ai suoi occhi entrambi i miei buchi.

Martina gli prende quindi il cazzo dalla base e lo lascia entrare dentro di me. Il suo ragazzo mi scopa la passera con colpi decisi prendendomi per i fianchi. Lei è accanto a lui che gli accarezza i testicoli e lo bacia sulle labbra. Esther, che ora sta segando il mio ragazzo e spompina il cazzo nel muro, è invece scopata nel culo senza ritegno da quel porco di Fabio.

È a tutti gli effetti un’ammucchiata di corpi che si intrecciano. Io sono fradicia e vengo rapita da un orgasmo, grazie alle dita di Martina, che mentre il suo uomo mi scopa, è scesa a sgrillettarmi. Urlo e ansimo con la bocca piena del cazzo nerboruto.

Mi stacco per guardarmi indietro con gli occhi colmi di desiderio. Il ritmo delle mie mani aumenta. Li sento entrambi indurirsi e decido di dare loro un’ultima succhiata, prima che sia troppo tardi.

Il primo a schizzare è il cazzo curvo, che mi viene tra le mani e sulle braccia. Pochi secondi dopo ecco sborrare anche l’altro, che pulsa da quelle vene e mi esplode sul viso e sulle tettine. Lo bacio sulla cappella, come a voler sottolineare quale dei due fosse il mio preferito. Ha un sapore dolce. Per un attimo penso che mi piacerebbe vedere la faccia del suo proprietario.

Marko si muove ancora dentro di me facendomi godere come una porca, sotto gli occhi del mio ragazzo e della mia coinquilina coi dread. Esce dalla mia figa fradicia e avvicina quel bel cazzone al mio viso sporco di sborra. Martina lo raggiunge e mentre mi infila la sua lingua in bocca lui viene, schizzando il suo sperma caldo sui nostri volti. Le nostre lingue si muovono in un bacio languido al sapore di sperma. Mi sento ricoperta di nettare di due uomini, è una sensazione che adoro.

Passano pochi secondi e sento Fabio rantolare, così mi volto verso l’altro trio della stanza. 

Lo guardo tirarsi fuori dal culone nero di Esther e schizzarle copiosamente sulla schiena. 

Esther ansima mentre non accenna a fermare quel pompino al mio uomo. È bellissimo, mentre gode. Lo guardo stringere gli occhi e inarcare la schiena e in un attimo eccolo schizzare tutto sul viso e sugli occhiali di Esther. 

Manca il cazzo misterioso.

La mia coinquilina congolese sembra insaziabile. Neanche il tempo di godersi la sborrata di Christian che torna a succhiare quello nel buco, cercando di prenderlo in bocca più possibile. La guardiamo staccarsi, sollevarsi sulle ginocchia e offrire le sue tettone all’orgasmo dell’uomo misterioso.

Siamo stravolte. Siamo tutti distrutti. Io ed Esther, in più, siamo ricoperte da litri di sborra. 

Se non fosse accaduto davvero sarebbe la trama perfetta per un porno. Restiamo lì ancora un po’. Tutti che coccolano tutti, in silenzio. 

Christian mi accarezza la testolina bionda “sei bellissima…” dice. Nonostante io abbia il trucco sciolto e sia ricoperta da due sborrate di cui nemmeno una è sua.
Se non è amore questo…

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