Da sola al telefono

Michele, Michele, non riesco a pensare ad altro che a Michele.

Dopo il caffè, mi sono rivestita in fretta, l’ho salutato e sono uscita quasi come una ladra dall’appartamento. Non oso neppure guardare l’aspetto che ho, in metropolitana qualcuno mi guarda, anche se poi distoglie subito gli occhi. Devo arrivare a casa mia, devo chiudermi qualche ora in bagno, devo dormire, devo ricostruirmi, perché mi sento assolutamente sfinita, distrutta.

Ma Michele rimane al centro della mente, Debra anche, ma è più a contorno. Non mi aveva mai preso nessuno così. Forse è merito di Debra, sarà stata la situazione, diciamo alternativa, sarà stata la novità, forse la trasgressione… Ma non si può nello stesso giorno fare per la prima volta l’amore con una donna e poi, la sera, prenderle il marito…

Devo ricostruirmi, devo riprendere le mie funzioni cerebrali, così sono del tutto fuori di me…

Entro in casa, ma tutto mi ricorda ancora il pomeriggio precedente, il letto è disfatto, in bagno ci sono tracce del suo passaggio. Mi sembra di sentire ancora il suo odore. Rivedo la scena, prima di abbandonarmi sul divano a riprendere fiato. Ma me la vedo ancora qui, le lunghe gambe mentre le sfilo i pantaloni. Ora so a cosa pensava, ora so quello che voleva. È stata grande, ha diretto le cose in modo ineccepibile, mi ha fatto fare esattamente quello che aveva voluto già dall’inizio.

Non gliene voglio per questo, anzi l’ammiro. E poi Michele… che regalo!

Il bagno caldo che mi concedo me lo faccio durare quasi tutta la mattina, non so quanto: poi, quando ormai ho la pelle arricciata per la lunga esposizione all’acqua, ne esco e finalmente mi dispongo allo specchio per vedere di ricreare una normalità. Alla fine sono così stanca e rilassata che vado un po’ a dormire, staccando il telefono e spegnendo il cellulare. Non esisto per il mondo.

Mi sveglio verso le tre del pomeriggio. Michele sarà certamente al lavoro, Debra cosa starà facendo? Decido di chiamarla.

– Pronto, ciao! Dove sei, cosa fai?

– Ciao, Matilde! Che bello risentirti, mi dispiace non averti salutata questa mattina…

– Non importa, intanto ci vediamo presto. Dove sei ora?

– Sono a casa, ancora. Ho messo a posto un po’ di cose e adesso stavo scrivendo un messaggino a Michele. Volevo dirgli quanto lo amo e che lo sto pensando.

– Io ho dormito un po’ ma non ho fatto altro che pensare a lui… Avevi ragione, è proprio caro.

– E poi scopa come un dio, ammettilo…

– Sì, certo, però adesso non volevo riportare il discorso ancora sul sesso…

– E perché no? Io gli sto scrivendo un messaggino, ma non è quello di un’educanda… Gli voglio dire che l’amo, ma anche che il suo cazzo è stato come al solito meraviglioso e che con te è stato bravissimo. Che ne ho ancora voglia… Anzi, perché non gli scrivi qualcosa anche tu? Se ne riceve due, il poveretto sballa di nuovo.

– Beh, per scrivergli devo sentirne il desiderio. Per tutto il giorno sono stata in coma e ora vedo: se mi riprendo un po’, magari gli scrivo.

Ma intanto dentro di me covo un’idea. Scrivergli un messaggino, fa tanto complice. Con Franco, con gli altri, non lo facevo mai… Con Michele potrebbe essere intrigante. Debra ha ragione. E concludo: – Va bene, senti, ora è presto. Casomai ci sentiamo più tardi, magari mi sapete dire che fate.

– OK, ciao. Ti amo.

– Ciao! Anch’io ti amo.

Chiusa la conversazione, mi accorgo che non riesco a pensare ad altro. Perciò decido di farlo, ma prima mi metto comoda e sdraiata sul letto. Ancora una volta sono vestita solo degli slip. Poi prendo il telefonino e comincio a comporre (e ben evidente nel mio cervello c’è che Michele è un uomo sposato).

1. Io sono sul letto e ti penso, mentre infilo il dito dentro gli slip sono già bagnata; tu arrivi, mi guardi, m’infili la lingua in bocca e mi baci con eccitazione. Mi

2. tocchi la figa, ti sborro sulla mano, tu adori quando godo. Togli la mano, scendi con la bocca, mi succhi e mi lecchi e io godo ancora. Ti voglio, scopami, tu

3. non vuoi. Continui a leccarmi. Io mi giro, ti prendo il cazzo in bocca e ti faccio morire con la lingua. Ora sei tu che vuoi scopare e io voglio farti morire.

4. Io continuo, tu non resisti e mi sborri in bocca. Io sono felice, rimaniamo sdraiati vicino, ricominciamo, passo la mia mano sul tuo cazzo, è già duro, sento la tua

5. sborrina, mi succhio le dita, ti guardo. Ti salgo sopra. Inizia una scopata stupenda. Ci dichiariamo il nostro amore. Godiamo insieme. Siamo felici. Quando arrivi…?

6. Ti amo e ti desidero da troia.

Sono stanca di scrivere, mi fa quasi male la mano. Appoggio entrambe le braccia sul lenzuolo. In quel momento arriva l’avviso di ricezione, vedo che è lui. Eccitata, vado a leggere il testo, che dice:

– Che belle cose mi hai scritto… Ma mentre le scrivevi, ti toccavi? Sicuramente sì, ma come? Dimmelo per favore, mandami ancora l’ultimo messaggio, ti prego.

E allora riprendo in mano il cellulare e scrivo il settimo testo:

7. Ho sborrato infilandomi uno dei miei giocattoli nella figa, pensando che poi saresti arrivato tu con il tuo. Sono venuta mentre ti scrivevo.

Non passa molto che sento i familiari squilli di ricezione messaggio. Ne arrivano più d’uno, tutti insieme, come se qualcuno me li stesse inoltrando. Non può che essere Michele: e invece…

1. Caro Michele, ho ricevuto i messaggini di Matilde che mi hai inoltrato. Sono meravigliosi, mi hanno fatta bagnare di emozione, e tu sei il mio uomo scopone

2. amoroso come ti ho sempre cercato, mi fai sentire così figa e troia nello stesso momento. Mi piace da morire il tuo odore, forse è per questo che funziona

3. in questa maniera così passionale tra noi. La voglia di averti è sempre molto forte e quella di far godere il tuo cervello sempre di più. Sono felice e ti amo. Debra.

4. Sapevo che sei l’uomo tutto sesso, quello che mi fa bagnare la figa solo parlandomi normalmente, immaginati quando mi metti la lingua in bocca e capisco che

5. vuoi scopare. Mentre ti scrivo mi sono aperta i pantaloni, ho infilato il mio dito dentro gli slip, entro nella mia figa, è morbida e bagnata come tu sai.

6. Mi sditalino pensando alla sborra del tuo cazzo, mi piace da morire, godo, poi ancora. I miei capezzoli vogliono essere succhiati dalla tua bocca, cerco il mio cazzo

7. finto, apro le gambe e lo metto dentro e continuo a toccarmi i capezzoli. Mi sento così troia che posso godere pensando a te mentre mi guardi e ti tiri una bella

8. sega; mi metti la lingua in bocca, stai sborrando come piace a me, ti voglio ancora, ti lecco le palle fradice della nostra sborrata, t’infilo la lingua nel culo.

9. Il tuo cazzo ritorna duro, ti prendo il dito, lo succhio e lo metto nel mio culo. Tu aspetti, muovi il tuo dito, mi senti tremare, godo: tu non resisti più,

10. levi il tuo dito e piano m’infili il tuo adorato; ti fermi per darmi la possibilità di godere di questa sensazione stupenda, il tuo cazzo è perfetto per il mio culo. Inizi

11. con movimenti così dolci e passionali, sento la tua cappella gonfia di sborra e d’amore. Io comincio la nostra danza, tu muovi il cazzo, non possiamo

12. resistere, dobbiamo per forza godere, ti sento la sborra, mi cola lungo le gambe. Siamo felici ed esausti. Ti amo e ti desidero. Debra.

13. Pensami, e intanto inoltra questi messaggi a Matilde…

In tutto questo messaggiarsi si è fatto tardi, Debra mi richiama per dirmi che questa sera Michele è impegnato e avrà una cena di lavoro. Decidiamo di starcene tranquille, ognuna a casa nostra. Ma verso le dieci non resisto più e la richiamo, vedere se ha voglia di parlare con me e se un po’ mi sta pensando.

Mi sono piaciuti i tuoi messaggini a Michele… quando gli hai scritto quelle cose come ti toccavi?
E tu come lo hai fatto? Dai, poi ti racconto come l’ho fatto io.
Io? sdraiata sul letto, con su gli slip.
Una mia fantasia è farlo in un luogo pubblico di nascosto…
Anche a me piacerebbe.
… in un cinema o in treno… una volta ho avuto il coraggio in un treno, di quelli con gli scompartimenti, sulla linea Milano-Udine-Tarvisio… verso Tarvisio non c’era più nessuno. Ero sola in scompartimento.
Cosa hai fatto?
Non ho resistito… e una manina è finita sotto la gonna, che era di quelle corte e larghe… L’ho alzata un po’ sulle cosce e ho scostato le mutandine.
Hai goduto?
Come non mai. Quando sono scesa alla stazione mi tremavano ancora le gambe per l’orgasmo… ti stai eccitando?
Certo che sì… tu anche?
Sì, e ho certe idee…
Io non mi sono mai masturbata in un luogo pubblico… però ci penso anch’io, come fantasia non è male!
Dove ti piacerebbe?
In un bar, seduta al tavolino, cercando di non farmi vedere…
Mmhh… non dovresti avere le mutandine… te le devi sfilare da sotto la gonna.
Tu cosa pensi sia meglio, andarci dentro o stare fuori?
Beh, tutti e due i sistemi vanno bene: a un tavolino però rimarrei fuori, per dare meno nell’occhio.

Dai adesso tocca a te… qualcosa di forte…
Una volta ero senza dildo e ho usato una candela.
Quanto sei entrata?
Non ricordo… al momento ti giuro mi sembrava abbastanza!
A me piace da impazzire farmi leccare la figa.
Mmhh… anch’io lo adoro.
Sia dentro che fuori?
Sìì… mi piace sentir la lingua spingere dentro… e ti dico anche una cosa… sto iniziando a toccarmi!
Anch’io…
Io adesso vado a letto e mi tocco…
Penso che anch’io… tra poco…
Dai facciamo le brave. Allora, ciao!

Ciao, buona notte!

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