Cedo alla tentazione

– Lo sai che le stelle che vediamo sono la minima parte di quelle che esistono nell’universo?-  Dice mentre guardiamo il cielo stellato.

Ci siamo solo noi due sulla spiaggia. Lei è stesa accanto a me. Ha i capelli ancora bagnati e sporchi di sabbia.

– Mi sento così calda… – dice – …forse sto male… senti, senti il mio cuore come batte… –

Mi prende la mano e se la mette sul petto, più sul seno che sul petto. È così morbido e accogliente. Sotto ai pantaloni larghi, al buio, non vedrà La mia erezione. 

Tasta tutto il suo petto con la mia mano.

– Dove sono malata, dottore? Qui, qui o… qui!?! – E nell’ultima battuta mi strattona il braccio e mette la mia mano proprio sulla sua vulva. Vuole indurmi in tentazione, facendomi distogliere da tutti i miei sani principi. Questa è una prova del demonio che devo superare.

Muove la sua mano sopra la mia cercando di infilarsi le mie grossa dita dentro. Mugola come una gattina in calore, mette il broncio, si lamenta. 

– Papino, mi dai il tuo cannolo? – brontola. – Dai, papino, senti come sono bagnata per te, sgocciolo. – 

Devo tirar via la mano, devo resistere… ma voglio sentire ancora un po’ il tepore e la consistenza di quella carne calda e umida. Finché tengo la mano sopra al vestito è come se la toccassi accidentalmente. Non è peccato. 

Spinge le mie dita più a fondo, ora sono completamente dentro: le due dita e la stoffa del sul vestito bianco. Sento che il cotone si sta impregnando dei suoi umori. Pulsa forte il mio pene tra le cosce. 

Un brivido mi attraversa il corpo dalla mano fino alla schiena, mentre lei afferrando saldamente  il mio polso, si infila e si sfila le mie dita nella fica. 

– Dai papino, fammi sentire le tue possenti dita trapanarmi… sfondami come una maiala, aprimi! – 

Questa situazione è una vera e propria tortura, una tentazione del diavolo che mi sta seducendo con la sua lussuria.

Ma sarò più forte di lui, sarò più forte di ogni istinto sessuale. Sarò più forte di ogni fame, di ogni mia debolezza; come quando ho iniziato a mangiare solo verdure di origine biologica e ho detto definitivamente no ai prodotti di origine animale. Io non contribuirò a questo sterminio, io non diventerò un assassino.

Mi tira dal braccio e ben presto sono carponi su di lei. Sento la punta del mio pene che è a pochi centimetri dall’entrata della sua vulva. Tutto ben isolato dai nostri vestiti. Mi prende le mani e se le mette sulle sue. 

– Ho voglia di te, ho voglia che tu mi faccia sentire una donna. esaudiscimi. – mi supplica. 

–  Ti ho già detto che non possiamo prima del matrimonio…- 

– Allora sposami. Sposami qui e adesso su questa spiaggia, e poi penetrami con forza e vigore fino in fondo, fino alla fine. Fino a farmi sentire tutto il piacere del creato. – 

– Sarebbe bello, ma non ci conosciamo abbastanza. Dovrò valutare l’eventualità di creare una coppia stabile con te, essere sicuro che siamo fatti l’una per l’altro prima di impegnarmi a costruire una relazione.- le spiego. 

 Continua a mugolare.

– Papi tu non mi vuoi… Prendimi! –  Mi afferra per la testa stringendomi i capelli e mi soffoca nella sua vagina. Sento l’odore forte dei suoi anfratti.

– Non fiesko fiù a paffafe…- dico senza riuscire a parlare.

-Ohhh sì, così papi! Fallo ancora! – Urla di piacere mentre mi spinge la testa più a fondo. È calda, è umida, vibra e la sento godere sotto le mie labbra.  Velocemente, con furia, solleva il vestito. Ora sono a diretto contatto con la sua vulva. Senza filtri, senza impedimenti.

Tipica mossa del demonio. Sicuramente sarà posseduta da un demonio. Non c’è altra spiegazione.

Mi avvolge un odore penetrante che mi entra nelle narici e va fin sopra al cervello provocandomi un leggero capogiro. Avvolto dalle sue gambe strette non riesco a muovermi. Provo a parlare. 

– Laffiami, non fespifo… – dico ottenendo il risultato contrario.

Mi spinge ancora più giù, affogandomi nei suoi umori. È un succo dolce e acido allo stesso tempo. Non ho mai assaggiato un sapore come questo. Sento il mio pisello che pulsa e sta per schizzare. 

Devo resistere. Se eiaculo, con molta probabilità, il mio seme verrà sciupato su questa spiaggia, e c’è la possibilità che la donna venga fecondata, seppur indirettamente. Devo fare attenzione, devo resistere. Le vene delle mie tempie si gonfiano, mentre mi stritola nella nella sua presa mortale. 

– LAFFIAMI TI DIFO! – e mi strattono via, distante. Apro la bocca, prendo un respiro profondo. Mi tira di nuovo a sé con forza, e finisco per morderle accidentalmente le labbra. Le labbra, quelle là sotto, non quelle sopra, della bocca.

Inizia a sanguinare.

– Scusami non volevo farti male… – le dico.

Lei non capisce bene cosa succede e in preda all’orgasmo, completamente posseduta dal demone sessuale che la abita, infila di nuovo la mia testa fra le gambe. 

Riesco a sentire il sapore del suo sangue, la consistenza delle sue labbra così carnose e prelibate. Mi ritornano alla mente i ricordi di quando masticavo la carne, succulenta. Inizio così, a mordicchiarle senza freni, senza riuscire a fermarmi.

I morsi diventano sempre più ampi e profondi, i denti si serrano intorno alla sua carne. Stringo forte, l’addento e la mangio. Continuo strappando la carne della sua vagina a mozzichi, posseduto dal demonio, che adesso ha preso anche me. Alla fine ho ceduto. Non sono stato abbastanza forte. E ora mi domina e si serve di me. Tenendola stretta per i polsi, chino su di lei, consumo il lauto banchetto. 

Urla miste di piacere e sofferenza. Si dimena ma continuo a cibarmi del suo sesso. Strappo via la carne a vigorosi morsi, tra guizzi di sangue e saliva, lasciandole solo una crepa deforme fra le sue cosce. Le onde arrivano a lavar via il sangue che scorre sul suo corpo inerme.

Note finali:

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