Sci di fondo

Posted by admin under Incontri Erotici on mercoledì Feb 22, 2023

Che giornata fantastica, sole, neve fresca, cielo azzurro, panorama che solo le dolomiti riescono a regalare.

Arranco dietro di te, che sembri volare elegante su quegli sci sottili.

È la prima volta che faccio sci di fondo, mentre tu lo pratichi da sempre e la differenza si vede. Mi hai detto: “Non vestirti da sci, piuttosto come per correre o fare una camminata nella neve!” e così ho fatto, ma non ho mai sudato tanto per camminare.

Tu invece ti sei presentata con dei leggins termici che ti fasciano come un guanto il tuo fantastico culo e le tue gambe lunghissime, una giacchetta stretta che sembra esplodere sul seno, uno zainetto sulla schiena e una fascia di lana sulla fronte.

Abbiamo abbandonato la spianata del passo e la confusione, ci stiamo inoltrando nel bosco, il silenzio è impressionante, si sente solo lo scivolare degli sci e il rumore delle bacchette. Ogni tanto ci fermiamo a guardare il panorama, il bosco immobile, le montagne innevate che brillano al sole.

“Bellissimo!”

“Grazie!”

“Scemo, il panorama!”

“Uff dovevo immaginarlo!” Mi sorridi felice, luminosa.

Mi scivoli vicino e mi dai un bacio veloce, poi riparti, io preso alla sprovvista mi sbilancio, cerco di ripartire ma sfarfallo con le bacchette in alto prima di dare una culata storica. La tua risata cristallina si spande nella valle, mentre io cerco in tutti i modi di tornare in piedi e riconquistare un po’ di dignità.

“Dai tirati su che la strada è ancora lunga!”

“Ci sono! Ci sono! Partiamo!”

Seguo l’ondeggiare del tuo culo per un’altra ora buona, sono caduto solo altre due volte. Passiamo davanti ad un rifugio, una decina di coppie di sci sono appoggiati alla staccionata, un buon profumo nell’aria, sembra accogliente, caldo… Ci avviciniamo veloci, ma tu non ti fermi e sfili via lungo la pista.

“Ma…”

“Tranquillo tra un po’ ci fermiamo a riposarci anche noi!”

“Ma io ho fame!”

“Dopo mangiamo”

“Dopo quando?!”

“Dopo questa!” Davanti a noi una salita impressionante, tu sei già partita veloce, gli sci larghi a spina di pesce.

“Oh porca…” Arranco a fatica, cado un paio di volte ma non cedo, potrei togliermi gli sci e salire a piedi, ma sono troppo orgoglioso.

Ti vedo in cima alla salita che mi aspetti, il sole disegna la tua siluette, sei bellissima, ma non devo distrarmi, devo salire, senza fermarmi, altrimenti lo so che scivolo in dietro e faccio un altro capitombolo, quindi testa bassa e spingere.

Arrivo in cima senza quasi accorgermene, se non fosse che sono sfinito e completamente sudato. Ti trovo seduta ad un tavolino da picnic, gli sci piantati nella neve lì affianco, le gambe lunghe distese, i gomiti sul tavolo e il viso disteso verso il sole, ti sei sfilata la giacchetta, sotto indossi una maglietta termica che ti fascia le curve di quel corpo fantastico.

Arranco fino a te, mi tolgo gli sci rischiando nuovamente di scivolare, poi mi lascio cadere sfinito sulla panca al tuo fianco. Hai un sorrisino compiaciuto, ti diverte mettermi in difficoltà.

Si sta davvero bene qui, il sole scalda, il panorama è bellissimo davvero e non si sente un rumore, solo il mio ansimare che piano piano scompare. Mi sfilo la giacchetta e resto con la maglia termica a maniche lunghe, il sole asciuga il mio sudore. Chiudo gli occhi e mi godo il sole come te, in silenzio.

Sento il rumore di una zip, ti guardo incuriosito, hai abbassato la cerniera della tua maglia per quanto è possibile, arrivi fino a poco sotto il seno, allarghi il colletto per gustarti il più possibile il sole. Resto incantato dal tuo seno, come ogni volta, vorrei allungare le mani o affondarci la faccia, ma non voglio disturbarti, mi rimetto calmo a prendere il sole.

Nel silenzio sento il rumore di uno sciatore che si avvicina, forse sono due, ti guardo, non hai mosso un muscolo, dovrei avvisarti? Possibile non ti sia accorta che sta arrivando qualcuno!? No è impossibile. Ti guardo bene, sei bellissima, rilassata, felice, in effetti non sei così scabrosa, si vede solamente il bordo del reggiseno che contiene il tuo seno, certo maestoso ed invitante. Una scelta curiosa il reggiseno di pizzo per fare fondo, ma conoscendoti… nulla è dato dal caso. Ok chiudo gli occhi e mi godo il sole come te. Sento il rumore degli sci sempre più vicino, tu non ti muovi, io neppure.

Sono quasi alla fine della salita. Il primo arriva e si ferma ad aspettare l’altro rimasto un po’ in dietro. Lo sento a pochi metri da noi, ma non apro gi occhi, non voglio vedere se sta guardando te, non voglio sapere neppure se è una donna o un uomo, aspetto paziente. Arriva anche il secondo, li saluti educatamente, sono due uomini, li sento scivolare via e le loro voci che scherzano e ridono in lontananza.

Non apro gli occhi si sta troppo bene, ma sento la tua mano sfiorarmi, stringermi l’eccitazione evidente, mi stringi con forza l’uccello di marmo eccitato duro teso. Sei rimasta immobile, solo la mano su di me si è mossa ed è comparso quel sorrisino che ben conosco sul tuo viso. Sei tremenda, ti lascio fare, mi rilasso e chiudo nuovamente gli occhi, mi godo il sole, mi godo la tua mano fredda che entra nei pantaloni e mi sega lentamente. Mi sbottoni, esponi il mio uccello al freddo dell’aria, al sole caldo, la tua mano continua il suo lavoro.

Sento in lontananza il rumore di altri sci, la tua mano non da segni di voler smettere. Sento delle voci e il rumore di qualcuno che ha iniziato la salita. Mi fido di te, ti lascio fare, aumenti il ritmo, questo gioco ti piace, vai sempre più veloce, sei eccitata tanto quanto me, sento gli sci e le voci sempre più vicini, poi improvvisamente ti fermi, mi togli la berretta e la usi per coprirmi. Non apro gli occhi, sento delle persone scivolare davanti a noi, mi sembra appena passata l’ultima che mi lanci via il berretto e sento la tua bocca calda su di me. Spalanco gli occhi e mi guardo attorno allarmato, giusto in tempo per vedere l’ultima persona sparire dietro la curva, vedo la tua testa agitarsi tra le mie gambe, sento il caldo della tua bocca avvolgere completamente il mio uccello. Sei assatanata, sei eccitata, stai ingoiando il mio uccello come se da questo dipendesse la tua vita.

Mi guardo attorno, silenzio, calma, bianco, natura…

Ti guardo, passione, calore, frenesia, colore…

Ti prendo per i capelli e lentamente ti sfilo dal mio uccello, fai resistenza, è come staccare una ventosa, mi guardi ansimante, la bocca aperta, dei sottili fili di bava ci collegano, gli occhi enormi, un misto di desiderio e paura.

“Arriva qualcuno!?”

“No!”

Mi alzo e ti costringo a fare lo stesso, ci guardiamo qualche secondo negli occhi poi ti costringo a girarti, ti faccio chinare sul tavolo, strattono i leggins stretti, faccio fatica, te li abbasso con forza, cadi in ginocchio sulla panca, sotto hai un filo sottile rosso, le “mutande” di capo d’anno, le scosto e spingo il mio uccello dentro di te.

Un lungo sospiro accompagna lungo la strada il mio uccello.

Resto qualche secondo immobile a godermi il silenzio, la pace.

Poi senza alcun preavviso inizio a pomparti con forza, un urletto di sorpresa poi assecondi i miei colpi, mi vieni in contro, ne vuoi sempre di più.

Mi guardo attorno, cerco di tener d’occhio la pista, cerco di tenere le orecchie aperte, ma tu inizi a fare un leggero grugnito per ogni colpo, il rumore dello schiaffo della mia pancia sul tuo culo.

“Zitta che non sento se arriva qualcuno!” Il grugnito diventa un mugolio appena più forte.

“Vuoi che qualcuno passi di qui e ti veda mentre ti scopo con forza!?” Il suono sale di intensità

“E’ così allora, vuoi essere vista, vuoi che la gente veda quanto ti piace scopare, quanto ti piace il mio cazzo?!” Aumento il ritmo, aumento la forza, il mugolio diventa un urletto ad ogni botta che ricevi, ti schiaccio il busto sul tavolo coperto di neve, urli per il freddo del contatto, urli per i colpi che ricevi.

Vedo in lontananza un puntino che si avvicina.

“Arriva qualcuno davvero!” Ti contrai tutta, mi vieni in contro con forza mentre ti aggrappi al tavolo.

“Lo vedo, sta per iniziare la salita!” Ti metto una mano sulla bocca per coprire l’urlo dell’orgasmo che ti attraversa mentre mi scarico dentro di te con tre, quattro spruzzi violenti.

“E’ a metà della salita! E’ veloce” te lo dico con fatica mentre mi scarico dentro di te.

Ti sollevi velocissima e ti sistemi i pantaloni, mentre il mio uccello spruzza ancora il suo seme nell’aria. Faccio in tempo a dare le spalle alla pista che sento lo sciatore passare. Ti guardo, hai il decolleté rosso per il contatto con la neve che ti è rimasta nel reggiseno, tra le tette, il viso è rosso pure lui, stravolto ancora eccitato, i capelli scarmigliati, chissà cosa ha pensato vedendoti in questo stato.

Scoppiamo a ridere come due ragazzini, ma mi blocco subito quando riprendi il mio uccello in bocca per pulirmi, ti guardo stupito, hai ancora voglia, questa sveltina è stato solo l’antipasto.

Mi guardi dal basso con gli occhioni spalancati.

“Io ho fame!”

Scoppiamo a ridere poi ci ricomponiamo e mangiamo i nostri panini, continuando a guardarci e sghignazzando.

Dopo pranzo, è la pace dopo la tempesta, nessun rumore solo la meraviglia della natura, la tua bellezza assorta nei pensieri, nel panorama, ti sei ricomposta, ma rimani bellissima.

Mi domando se veramente ti sarebbe piaciuto essere scoperta, essere vista, l’eccitazione è stata massima, ma poi all’ultimo secondo sei scappata. Io avrei continuato?! Sarei rimasto a scopare mentre quella persona sciava affianco a noi!? Si forse si, ma sono un’incosciente, il rischio di una denuncia è altissimo, eppure solo il pensiero me l’ha fatto tornare duro.

“Riprendiamo la pista?!” la tua voce mi strappa dai miei pensieri.

“Ok anche perché non vedo l’ora di provare la sauna che ho adocchiato in albergo!”

Mentre mi aggancio gli sci vedo passare il solito sorrisetto sul tuo viso poi ti volti, ti sistemi i leggins tirandoli su, fino a tendere la stoffa al massimo, il tuo culo fantastico fasciato e stretto è uno spettacolo incredibile, allungo una mano ma tu riparti veloce senza aspettarmi, sento la tua risata cristallina in lontananza mentre arranco cercando di raggiungerti.

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Scopata nel mio giardino da una verga nera.

Posted by admin under Incontri Erotici on lunedì Dic 19, 2022

Come dicevo alla fine del primo capitolo, dopo quella grande scopata con Saliou, salivo in macchina completamente esausta per fare ritorno a casa. Dai messaggi vocali lasciati da mio marito Pierluigi, capii che era già rientrato a casa e mi stava aspettando per la cena. Entrai in casa tranquillamente.

“Ciao Pier, ero fuori per fare un po’ di shopping, scusami il ritardo, mamma mia che caldo la fuori”.

Mi sentivo ancora addosso l’inebriante odore selvatico di maschio africano, così corsi sotto la doccia, cercando se possibile di lavarmi anche dai miei peccati. Completamente rilassata dalla doccia e da quei 4 pazzeschi orgasmi, mi coricai sul divano solo con un baby doll. Osservando Pierluigi intento a preparare la cena, nutrivo per lui un mix di sentimenti: dal pentimento alla rabbia, perché lo consideravo colpevole per avermi indirettamente spinto a tradirlo, ma ormai era successo e la situazione era irreversibile ed inconsciamente sapevo che non si trattava solo di una semplice scappatella. Ero sicura che passati alcuni giorni di tranquillità, sarebbero inesorabilmente arrivati quei giorni di estremo desiderio sessuale e sarei ritornata da Saliou. Quell’africano mi aveva fatto godere troppo, nessun partner avuto in passato mi aveva fatto provare nemmeno un decimo del piacere provato oggi. Cenai abbastanza silenziosa, poi uscii ad innaffiare un po’ il giardino. Pierluigi trascorse la serata incollato al telefono, immerso nel suo lavoro e di nulla sospettò. Andai a dormire tranquillamente verso le 23, la mia povera figa aveva le labbra stragonfie ma finalmente aveva ripreso l’attività. Passai 3-4 giorni lontana da cattivi pensieri, concentrata sul mio lavoro e sulle faccende di casa, ma poi, in una calda notte in cui non riuscivo a prendere sonno, le mie voglie sessuali ritornarono con la forza di uno tsunami. Un po’ di dolci moine non furono sufficienti a svegliare Pierluigi, ma forse meglio così, almeno avevo una scusa a cui aggrapparmi per correre più leggiadra da Saliou. Nella mia fame di cazzo le mie mutandine si bagnavano al solo pensiero di quell’africano. Tanti lettori mi giudicheranno come una troia in cerca di cazzo, ma non era solo il suo cazzone nero e duro che mi faceva impazzire, era la sua impietosa maniera di fottermi, di come mi possedeva nel letto, negli occhi di Saliou vedevo il suo piacere nel farmi godere, Saliou godeva nel farmi godere. Per tutti questi motivi decisi di ritornare nel negozio africano e Saliou, fu di nuovo fantastico, un amante meraviglioso. L’appetito vien mangiando ed io non ero mai sazia, volevo quel cazzo dentro la mia figa il più possibile. Così gli incontri non si fermarono lì. Ce ne furono ancora, andavo anche a casa sua, una pessima abitazione, in una orrenda periferia, frequentata da facce indescrivibili. Saliou instancabilmente lo aveva sempre duro e mi sfondava la figa facendomi sempre godere a ripetizione come una porca. Un giorno decisi di non fargli usare nemmeno più il preservativo, volevo che le sue enormi palle ricche di sperma scaricassero dentro di me tutta la sua passione. Il rapporto con mio marito invece era sempre uguale, lo definirei splendido in quasi tutto ed un disastro totale a livello sessuale. Per mio marito ero completamente trasparente, se ne fregava altamente delle mie esigenze e la cosa che mi faceva più arrabbiare era, che Pierluigi mi evitava proprio, preferiva lavorare che farsi una scopata con me. Non capivo veramente dove mio marito volesse arrivare con questa storia di negarmi il sesso, perché, se anche avesse mai avuto un’altra donna, credo che una sporadica scopata con me ogni tanto l’avrebbe fatta. Fatto sta, che più si negava, più io mi incazzavo e più mi incazzavo, più lo punivo aprendo le cosce per Saliou. Verso fine agosto, dopo alcuni giorni di ferie, mio marito Pierluigi, come spesso accadeva andò a lavorare in Svizzera, io me ne rimanevo sola per più di una settimana. Nelle mie illimitate fantasie sessuali, ne avevo una un po’ rischiosa da realizzare: volevo essere scopata da Saliou qui a casa mia e precisamente all’aria aperta, nel mio spazio preferito, il giardino. Scopare a casa di Saliou di positivo aveva che, essendo veramente brutta la zona, non correvo alcun rischio di essere vista da qualche conoscente di mio marito, ma portarlo a casa mia comportava veramente il rischio di essere scoperta, specialmente avendo di fronte a casa dei vicini parecchio curiosi. Probabilmente in quel periodo, ragionavo solo con la figa e vicini o non vicini, rischi o non rischi, approfittai dell’assenza di mio marito per portarmi Saliou a casa. In un sabato sera di fine agosto, lo andai a prendere in macchina verso le 22 e lo feci scendere solo dentro il garage, anche se il sole era già tramontato. Lo feci accomodare su una comoda sedia in giardino, offrendogli acqua e thè freddo.
“Aspettami qui, che io vado a preparami, se hai caldo puoi incominciare a spogliarti e se vuoi fare un bagno nella piscina vai pure”.
Feci una bella doccia, poi partii all’attacco con un completino in pizzo nero, reggiseno, perizoma, autoreggenti e tacchi alti. Saliou è già nudo in giardino che mi aspettava. Lo presi per mano.
“Seguimi!”.
Lui obbedì senza fiatare e mi seguì probabilmente già con la bava alla bocca. Lo portai in una zona del giardino dove avevo già steso sull’erba una grossa coperta e mi coricai a pancia in giù. Saliou mi massaggiava tutta, poi mi girò supina, mi sfilò gentilmente il perizoma ed incominci a leccarmela dolcemente. La sua lingua passionale mi faceva gemere di piacere. Mi fece sedere, lui si alzò in piedi davanti a me con quelle cosce muscolose e mi infilò in bocca il suo cazzo durissimo. Ero innamorata del cazzo di Saliou, non lunghissimo che può infastidire nel rapporto ma bello tozzo, grosso in circonferenza che mi riempiva. Era un po’ ricurvo all’insù che facilitava la penetrazione e poi aveva questo colore unico, nero pece che per me era una novità assoluta. Mi dava sensazioni incredibili, lo avrei tenuto ore tra le mie mani. Io mi coricai supina, Saliou mi venne sopra, aprii le mie cosce e la mia figa fradicia ed accogliente era già dilatata a dismisura dall’entrata di quel cazzone. Saliou mi fotteva tremendamente bene, io ansimando e gemendo come una troia, gli piantavo le mie unghie nella sua possente schiena. Saliou si mise in ginocchio, lasciandomi supina, si mise le mie gambe sulle spalle e mi scopò con forza in questa posizione in cui godevo con ogni millimetro del suo cazzo.
“Fottimi, fottimi, fottimi che sto godendo…godoooooo!!!”.
Quel fantastico orgasmo che mi faceva tremare il ventre era solo l’inizio.

Gli andai sopra io, prima faccia a faccia baciandolo con ardore, poi sempre sopra, lo scopai girandogli la schiena, adoravo questa posizione. Il cazzo di Saliou era duro come l’acciaio, mi sembrava di cavalcare un trave d’ebano:
“Dio mio Saliou che cosa ha il tuo cazzo? Mi sta facendo venire di nuovo! Sto venendo ! Ahhh ahhhh ahhhh Vengoooo!”.
Mi dovetti sfilare da quella posizione. Avevo il tremore alle gambe e mi misi alla pecorina. Saliou non mi faceba rifiatare nemmeno un’attimo e come un feroce predatore, mi prendeva da dietro, sbattendomi con forza il suo cazzo che mi faceva strillare di piacere. Ero all’apice del godimento, le mie mani incontrollate si aggrappavano alla coperta e quasi la strappai.
“Cazzo come godo!!! Così mi fai venire ancora!”.
“Mia bella signora guarda come scopo la tua figa! Senti come è duro? Adesso ti riempio la figa di sborra”.
Saliou farfugliava qualcosa nella sua lingua, mentre mi veniva dentro, innondadomi la figa e facendo automaticamente venire anche a me.
Ero distrutta ed era già passata la mezzanotte.
“Saliou, io devo fare una videochiamata a mio marito, ci diamo solo la buonanotte, tu vai pure a fare un bagno in piscina, 5 minuti e ti raggiungo.”.
Come sempre quando mio marito lavorava fuori, ci videochiamavamo per darci la buonanotte. Mi ricomposi un po’ e mi tolsi il sexy completino. Ero avvolta in una comoda vestaglia rosa da notte e chiamavo Pierluigi. Svuotata mentalmente da quei 3 straordinari orgasmi, non avevo la minima pazienza di stare a sentire i soliti discorsi di mio marito al telefono e tagliai corto la chiamata. Dopo 10 minuti ero di ritorno in giardino. Saliou stava facendo il bagno in piscina.
“Mio marito dice che gli manco, ma a me manca già il mio toro africano”.
Mi misi seduta sul bordo della piscina con i piedi dentro l’acqua, alzai solo un po’ la vestaglia perché non si bagnasse e fissavo Saliou che si avvicinava. Mi sollevò una gamba dall’acqua e incominciò a baciarmi e a leccarmi un piede. Adoravo quella situazione di sua sottomissione, mi eccitava e avevo di nuovo voglia.

Aprii la vestaglia divaricando le cosce, gli presi una mano e gli feci sentire quanto era bagnata la mia figa. Saliou sempre dentro l’acqua si alzò in piedi, il suo cazzo arrivava all’altezza del bordo della piscina, giustamente davanti alla mia figa spalancata. Lo segai un po’ e me lo misi dentro. Lui mi scopava delicatamente, ma questo già bastava a farmi gemere come una troia ad ogni colpo. Avevo un’eccitazione pazzesca nel vedere quel cazzo nero, diventare bello lucido perché bagnato dai miei umori. Saliou stringendomi le gambe con le sue forti braccia, mi faceva sentire quel cazzo così largo e duro che mi dilatava tutte le pareti interne della figa, facendomi delirare di piacere. Stavo quasi per venire quando Saliou mi fa scendere nella scaletta in cemento della piscina lasciandomi uno gradino più in alto. Entrambi in piedi, mi girò di schiena e così da dietro, mi fotteva selvaggiamente afferrando i seni con le sue mani.
“Hehehehe, vivi in questa bella casa ma per godere hai bisogno del mio cazzo ehehe”.
Saliou era forsennato e spingeva come una locomotiva, impossibile resistere.
“Godooooo!!!!!!!!!!!”.
Ebbi un orgasmo spaventoso, mai provato una cosa del genere, nemmeno mai immaginato di poter godere così. Ero quasi imbambolata, ma volevo premiare Saliou, sempre nella stessa posizione, mi sfilai solo un po’ e…
“Saliou, con calma mettimelo nel culo, ma solo la cappella”.
Rilassatissima da tutti questi orgasmi, con un po’ di cremina e molta attenzione, Saliou riuscì ad infilarmelo.
“Wowwww cazzo se è grosso!! Spingi piano”.
Questo senegalese era fantastico. Nonostante quel cazzone, riusciva a scoparmi il culo bene ed in maniera delicata, facendomi godere senza dolore. Quando Saliou perse la delicatezza e spinse più forte, capii che stava per venire. Il suo cazzo sembrava ancora più gonfio e duro, ma prima di sborrare mi diede il tempo di venire ancora, la quinta della nottata.
Continua…

Note finali:

Sarò molto lieta di rispondere a tutte le persone che, con educazione commenteranno sia nel bene che nel male o avranno domande da pormi sul racconto. Bacioni

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7.5 : Gita al lago con Ramona

Posted by admin under Incontri Erotici on lunedì Ott 17, 2022

Ciao sono Alessio, da sei mesi circa faccio l’infermiere presso la Clinica De Luca, un posto molto particolare. La primaria, Giulia Botrugno ha iniziato a farmi delle avances, ma per ottenere un’uscita con lei devo affrontare delle prove. Da quel momento mi è capitato di tutto: sono stato abusato da dei manutentori, fatto sesso con una paziente a fine vita, vissuto 24 ore di passione con una mia collega e stato dominato dalla caposala.

Per quanto la dottoressa Giulia mi attiri molto, tutte queste esperienze mi stanno facendo male dentro, non so se voglio continuare. Oggi è il mio ultimo giorno di riposo, quindi decido di fare un escursione nei boschi: infatti lì c’è un fantastico lago poco frequentato, posto perfetto per rilassarsi e riflettere. Sono seduto su una roccia a riva, assorto nei miei pensieri, quando vengo travolto da uno spruzzo d’acqua
“Hey! È così una bella giornata per essere tristi!”
A schizzarmi è stata  ragazza sulla trentina. Bionda, capelli lunghi e ricci, vivaci occhi castani. E’ minuta, ma ha un fisico sportivo, fasciato da un costume intero aderente che lascia poco spazio all’immaginazione: un seno piccolo e sodo, pancia piatta, braccia e gambe toniche, un’abbronzatura non da solarium ma dovuta a tante ore passate all’aria aperta.
“Al posto di stare lì con il muso lungo, ti va di farti una nuotata?”
Mi vendico tuffandomi a bomba, facciamo delle piccole gare di nuoto, iniziamo a schizzarci e giocare. A un certo punto me la ritrovo tra le braccia, faccia a faccia.
“Ho una bottiglia di vino e qualcosa da sgranocchiare ti va di farmi compagnia?”

Mentre beviamo sdraiati a riva mi racconta un po’ di lei: si chiama Ramona, di lavoro fa la scrittrice: racconta dei suoi viaggi, ma scrive anche romanzi erotici. Quando me lo dice, un po’ per il vino, un po’ perché ho bisogno di sfogarmi le racconto della dottoressa Giulia e delle sue assurde prove, scoppio a piangere. Si avvicina ancora di più, mi accarezza il viso e asciuga le lacrime.
“Quando avevo 18 anni persi la verginità con un personaggio simile che mi introdusse a un gioco perverso. Però grazie a una persona speciale capii che tutto ciò non faceva per me. Fortunatamente grazie a quella esperienza, imparai molto sulla mia sessualità e su chi volevo essere. Tu invece hai capito cosa vuoi per davvero? Non devi pensare agli altri, il tuo mondo finisce con te. Vuoi essere libero oppure dominato? O magari entrambe le cose? È solo una tua scelta…”

Sto per replicare quando me la ritrovo a cavalcioni, il suo viso si avvicina con sicurezza al mio e iniziamo a baciarci. Si struscia sui boxer da bagno, sfilo le spalline del costume, ammiro le sue tettine piccole e perfette, mi spinge la testa sul petto, inizio a baciarle delicatamente, poi a mordicchiarle. All’improvviso si alza e sfila il costume: è bella come avevo immaginato. Con il piede inizia ad accarezzarmi i boxer, quando sono pronto me li sfila e inizia a stuzzicarmi con i piedi. Inizio a fare versi di piacere, mi piazza il suo culetto di marmo in faccia e lo prende in bocca: parte un 69 fantastico, riesco a non venire subito solo perché sono impegnato a leccare i suoi due fantastici buchetti. Quando è bagnata a sufficienza, si stacca nuovamente e inizia a cavalcarmi, guardandomi dritto negli occhi. Il suo sguardo è malizioso ma anche rassicurante, mi accarezza il petto con movimenti lenti e seducenti, io sono perso. Parte piano poi sempre più veloce, quando sono quasi al climax si ferma. Mi sorride e si stende all’indietro, dandomi la possibilità di stare sopra. Mi prende nuovamente il viso tra le mani e mi bacia, stringendo le gambe intorno al mio corpo. L’abbraccio come non ho mai fatto con nessuna e pompo il più forte possibile, non duro molto, ma raggiungiamo l’orgasmo contemporaneamente, lo capisco mentre ci guardiamo dritti negli occhi. Ci addormentiamo poco dopo, protetti solo da una coperta. Quando mi sveglio è già mattina, lei è affianco a me che mi guarda e mi sorride.

“Io ora devo proseguire il mio viaggio, ma prima volevo salutarti e soprattutto darti il mio numero. Scrivimi quando hai bisogno di sfogarti. Forse non l’hai ancora capito ma sei una persona fantastica, devi fare solo chiarezza dentro di te”.
Ci salutiamo con un ultimo bacio, dopodiché mi avvio di corsa verso il convitto perché tra qualche ora ho il turno del pomeriggio.
Ora mi sento molto più tranquillo, pronto ad affrontare nuove prove.

Se volete scoprire le avventure di Ramona diciottenne leggetevi la mia serie precedente “L’estate di Ramona”
PROSSIMA PUNTATA
LA CLINICA DELL’AMORE 8.5 : TRASFERIMENTO IN AMBULANZA  

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