La sagra
Posted by admin on lunedì Ott 17, 2022 Under Incontri Erotici“Andiamo alla sagra di…?”
Io odio i posti troppo affollati e odio quella fila di bancarelle di cose inutili… odio le sagre e le feste di paese!
Ma a mia moglie piacciono tanto, quindi ci prepariamo ed usciamo, lei per farmi un po’ felice (sa bene con che sforzo la accompagno) si è messa uno dei miei vestiti preferiti, un vestitino verde, leggero, corto, che si alza al minimo alito di vento, con una scollatura generosa ma non esagerata.
Lungo la strada come al solito allungo le mani e non stacco la mia mano destra dalle sue cosce fino a che non devo parcheggiare. Il parcheggio è un prato enorme, già mezzo pieno, troviamo posto su un lato, tra altre auto in fila.
Come previsto c’è un sacco di gente, si fa fatica a camminare e le bancarelle mi paiono più brutte del solito, ma lei è felice, gli piace vedere quel misto di cibo tradizionale, “opere d’arte” fatte da artigiani locali, prodotti per la casa e cinesate varie, le piacciono le luci, la confusione.
“Andiamo in cima al paese a respirare un po’ e a vedere il panorama!?”
Non mi pare vero uscire da quella bolgia e stare un po’ da solo con lei.
In cima c’è un bellissimo terrazzo poco illuminato per permettere una vista migliore sulle luci del paese in festa.
La guardo è bellissima, con le sue gambe lunghe e quel seno strepitoso che si muove per il fiatone della salita, ma soprattutto il suo sorriso, è felice!
La bacio e la stringo a me.
Lei si volta a guardare il paesaggio appoggiata al muretto e io mi metto dietro di lei, la stringo e …le faccio sentire la mia gioia che sta perfettamente tra le sue chiappe.
Le mie carezze diventano sempre più audaci, le stringo un seno e la sento ansimare, le bacio il collo, mentre con l’altra mano le accarezzo una coscia.
Mi allontano un attimo da lei per guardarla meglio, le accarezzo le chiappe e la schiena, attorno non c’è nessuno, le solevo appena la gonna, le accarezzo le chiappe e gioco con le sue mutande poi con uno strattone gliele abbasso fino a metà coscia. Lei pare svegliarsi come da un sogno e si guarda attorno allarmata, vede che le poche persone che ci sono sono lontane e non badano a noi, anzi sembra abbiano le nostre stesse intenzioni, allora muove le gambe e fa cadere le mutande a terra poi alza un piede poi l’altro, mentre mi guarda con un sorriso furbetto.
Agguanto le sue mutande e me le infilo in tasca, torno da lei e ci baciamo con passione mentre le mie mani esplorano le sue chiappe nude. Sto pensando a come fare per.. quando arriva un gruppo di famigliole vocianti con bambini al seguito, lei mi guarda seriamente: “Andiamo a casa!” è un ordine non una richiesta.
Per arrivare alla macchina però dobbiamo riattraversare la festa, se prima c’era tanta gente ora è tantissima, in alcuni punti è difficile camminare e ci si ritrova schiacciati gli uni agli altri, normalmente sarei andato fuori d testa per una situazione del genere, ma in questo caso ne approfitto per allungare le mani sotto la sua gonna o per fargli sentire la mia verga tra le chiappe. Nella confusione incontriamo anche conoscenti ed amici, lei sarebbe voluta andare avanti salutando appena, ma io mi fermo volutamente a salutare e chiacchierare con tutti, sono socievole come non lo sono mai stato, ma sempre senza staccare una mano dalle sue chiappe, lei è evidentemente a disagio un misto tra l’eccitato e il preoccupato della brutta figura, ha le guance arrossate e il fiato corto.
Quando finalmente arriviamo al parcheggio ci guardiamo ridendo e corriamo fino alla macchina, la schiaccio contro la portiera e la bacio, le sollevo una gamba e la accarezzo, non resisto, mi inginocchio e infilo la testa sotto la sua gonna, ma siamo in un parcheggio e per quanto poco illuminato… “andiamo dai non resisto così!”
Entriamo in macchina, ha il fiatone per l’eccitazione, le guardo quel seno che si alza e si abbassa, io non resisto più, le abbasso le spalline del vestito e le slaccio il reggiseno facendo esplodere il suo seno abbondante, rimango un attimo incantato dallo spettacolo poi mi ci tuffo dentro.
Non capiamo più niente, abbasso il suo sedile e gli sono sopra, ha il vestito arrotolato sui fianchi, praticamene è nuda, più la guardo più la vedo bella, la riempio di baci e leccatine ovunque, lei mi tiene le mani sulla testa tirandomi i capelli e dirigendomi nei posti giusti. Il primo orgasmo lo raggiunge così, con la mia testa tra le sue gambe. Poi mi guarda seria.
“Facciamo cambio posto!”
Mi ritrovo steso sul sedile con lei che armeggia con i miei calzoni, li tira giù assieme alle mutande e nella foga per poco non si porta via anche l’uccello. Quando lo vede sorride, gli da un bel bacio sulla cappella poi piano piano lo prende in bocca più che può, mi guarda, si ferma: “No! Lo voglio io!”
Si mette in ginocchio sul sedile e si impala su di me, vederla cavalcare è uno spettacolo, con quel seno che danza a ritmo e i capelli ce le coprono il viso ma non quei magnifici occhi verdi.
Io sono abbagliato da lei, non mi rendo conto di dove sono, mi dimentico che la luce che la illumina è quella dei lampioni della strada e che quei lampi di luce sono i fari delle auto in movimento. Lei ogni tanto si guarda attorno e in alcuni momenti si abbassa su di me a baciarmi o a coprirsi senza mai smettere di muovere le chiappe. Ad un certo puto vedo che fissa qualcosa, si abbassa come aveva già fatto altre volte questa volta senza però smettere di guardare fuori, i suoi movimenti sono più violenti, come stesse guardando qualcosa che.. non so, sembra fuori di se, veniamo insieme urlando uno nella bocca dell’altra le mie mani strette sulle sue chiappe aperte
Quando ci riprendiamo, ci tiriamo su e ci ricomponiamo, noto che il parcheggio è oramai mezzo vuoto e le macchine attorno a noi sono andate via, lei capisce il mio pensiero, mi sorride, scrolla le spalle e si riveste. Se non fossi ancora stravolto da quello che è appena successo, questo unico gesto, mi sarebbe bastato per saltargli addosso di nuovo.
Chissà cosa ha visto mentre scopavamo, chissà cosa hanno visto i proprietari della auto vicine, chissà cosa ha visto alla fine per fargli perdere la testa così. Non gliel’ho mai chiesto e non credo lo farò mai.