Il corso antincendio

Posted by admin under Incontri Erotici on mercoledì Mar 1, 2023

Mi chiamo Anna, ho 43 anni. Sono una donna assolutamente normale, non mi vesto in maniera vistosa o sexy, amo le scarpe basse, sono sposata con Mario, che ha la mia stessa età. Abbiamo messo al mondo un figlio, ormai grande, e insieme amiamo molto godere dei piaceri del sesso, ma senza trasgressioni o fantasie varie: scopiamo ogni volta che ne abbiamo la possibilità o voglia. Lui è un bel maschio e a letto ci sa fare. Mi eccita tanto, mi lascia godere, e quando non ne posso più, lo cavalco e mi godo il piacere, che mi fa provare il suo cazzo, assolutamente normale e vi assicuro che, alla fine, mi sento veramente appagata. Ho tenuto a fare questa precisazione, perché quello che mi è capitato ha di fatto cambiato la mia vita. Lavoro come dipendente statale, cioè lavoro in una scuola, come impiegata. Assieme a me ci lavorano anche altre persone. Dipendiamo da un direttore che è un vero bastardo, specie nei miei confronti, per il semplice motivo che non gli lecco il culo, come fanno altre colleghe. Ovvio, non lo fa in maniera esplicita ad esser bastardo con me, ma in modi e tempi in cui lui riesce a farmi delle vere e proprie carognate, ogni volta che se ne presenta l’occasione. L’ultima, due giorni addietro. Appena rientrata, da tre giorni di ferie, mi vedo assegnata al corso antincendio. Protesto, affermando che non trovo alcuna utilità frequentare quel corso dal momento che ho paura anche di una sigaretta. La sua risposta, elargita con un sorriso ironico, da vero bastardo, è che il ministero ha emanato una circolare, in cui si chiede di addestrare del personale al corso antincendio e, poi che tutte le altre, sono impegnate in altri corsi, questo spetterebbe a me. Ovvio, le altre si son fatte assegnare a corsi più semplici, meno impegnativi, mentre io che non lo riverisco e non mi faccio palpare il culo, come fanno le altre, mi tocca l’antincendio. Puntuale, alle nove mi presento presso un centro congressi di un noto albergo, dove si tiene il corso, che ci impegnerà tutto il giorno. Scopro di non essere l’unica incazzata per il corso, ma siamo circa una trentina, fra uomini e donne, che si devono, in ogni caso, spupazzare questa gran rottura. Quando vediamo entrare i tre Vigili del fuoco, che ci faranno il corso, mi viene un vero e proprio tuffo al cuore. Mi trovo davanti Lucio e Roberto, due ragazzi che ho conosciuto tanti anni addietro, di cui ero innamorata. Il terzo non lo conosco, è il loro capo, un bell’uomo sulla cinquantina ben portati. Se è vero, che ci son donne che subiscono il fascino della divisa, io sono fra quelle. Me li ricordavo ragazzi. Avevo diciassette anni, e Lucio e Roberto, appena diciotto. Due brevi storie del passato, che mi son subito tornate in mente, perché non è che ci siamo lasciati per un qualche motivo, ma semplicemente perché essi son partiti, dopo il concorso nel corpo dei Vigili del fuoco e, da allora, non li ho più visti fino ad oggi. Bastano poche occhiate e subito loro mi riconoscono e, quando mi danno i vari fogli, con tutto quello che ci spiegheranno, Lucio mi passa vicino e mi saluta.

«Ciao, Anna, che bello rivederti: ne è passata di acqua sotto i ponti, da allora?! Come stai?»

Lo guardo, sono sorpresa dal suo fisico splendido. L’anno che ha più di me gli fornisce una forma fisica eccezionale: alto, asciutto, braccia molto robuste, guardandolo ricevo la sensazione che, se mi stringessero, potrei solo averne un piacere infinito. Anche Roberto mi ha riconosciuta e mi saluta con un bel sorriso. Mi sento uno strano languore in corpo. Che mi succede? Sono una donna sposata, una madre esemplare, una moglie fedele, amo mio marito, ma, per tutte le prime due ore di corso, i nostri sguardi si sono incrociati di continuo, sia con uno che con l’altro. Alla pausa sigaretta e caffè, mi sono intorno. Andiamo al bar del centro congressi e mi subissano di domande. Sono affiatati, lavorano nella stessa squadra, Lucio è il capo, mentre Roberto è l’autista anziano del gruppo. Mentre mi trattengo con loro, apprendo che sono sposati, che le loro mogli si frequentano perché amiche, hanno un maschio ed una femmina ciascuno e, fra di loro, l’amicizia ed il rispetto è molto forte. Mi piace discorrere con loro, anche se avverto le farfalle allo stomaco. Mi hanno tremato le gambe, quando mi hanno abbracciato e dato un bacio sulla guancia. Avrei mille domande con me stessa, ma non trovo risposte valide. Continuiamo il corso e, per tutto il resto delle due ore successive, non mi levano gli occhi di dosso. Noto che fra loro è uno scambio continuo di occhiate e cenni che, in ogni caso, mi riguardano. Spesso, noto che parlano sottovoce ed annuire subito dopo. Finite le varie spiegazioni, ci forniscono dei moduli quiz su quanto esposto: non ricordo una mazza di tutto quanto detto, Roberto mi si avvicina, finge di controllare le mie risposte, ma, in realtà, è lui che mi suggerisce cosa devo rispondere. Alla fine, mi fa un sorriso compiaciuto, e se ne torna con gli altri. Per tutto il tempo che è stato vicino a me, ho avuto il respiro piuttosto irregolare, il cuore mi batteva, come quando, da ragazzina, lo baciavo. Mi son sentita una stupida, ma non ho trovato nessun motivo per non esserlo. Finita la parte teorica, si passa a quella pratica. Per fare questo ci dobbiamo spostare nella loro caserma e il capo ci comunica che, chi vuole, può usufruire della loro mensa per un pasto veloce. Sto per accettare, quando Lucio mi trascina da parte e mi dice che non serve: noi tre pranzeremo insieme, fuori della caserma. Mentre tutti si spostano in caserma, noi ci fermiamo in un piccolo ristorante lì vicino e mi ritrovo con loro seduti accanto a me. Ho la sensazione che mi sto eccitando ad essere tra loro due e questo, per una donna semplice e tranquilla come me, non va bene. Mi chiedono di mio marito, mi parlano delle loro mogli, ma ho sempre i loro occhi addosso, seppure non indosso nulla di sexy o provocante.

«Ti ricordi quando stavamo insieme? Sei sempre la bella ragazza acqua e sapone di allora.»

Guardo Lucio che mi ha fatto questo complimento.

«Lascia perdere, mi stai adulando inutilmente, ho avuto una gravidanza, ho quarantatré anni e tu mi dici che sembro ancora una ragazza? Mi vuoi prendere in giro? Non attacca. Piuttosto che tipo è tua moglie?»

Loro si danno uno sguardo d’intesa, poi lui mi risponde.

«Le nostre mogli sono amiche da sempre. Lavorano insieme, con turni uguali, come noi, di conseguenza passiamo insieme molto tempo; abitiamo in una villetta bifamigliare, in pratica siamo sempre insieme.»

Nel pronunciare le ultime parole si son guardati in maniera complice. Vorrei replicare, ma ci portano i piatti che abbiamo ordinato e mangiamo velocemente. Quando arriviamo in caserma, gli altri sono già nel piazzale per la prova pratica e non abbiamo tempo nemmeno per un caffè. Mi rendo subito conto che le cose che dovrò fare mi sembrano molto difficili, ma è Roberto che, intuita la mia paura, mi tranquillizza. Osservo i primi tre che eseguono quanto richiesto, poi è la mia volta. Con Roberto di fianco, indosso il loro pesante giaccone, poi il casco, eseguo le cose che mi chiedono sempre con lui che mi incoraggia e, quando prendo l’estintore a polvere per spegnere il piccolo incendio che essi stessi hanno creato, me ne spruzzo un po’ anche dentro il giaccone. Nonostante questo piccolo inconveniente, supero la prova. Mi spoglio di casco e giaccone, loro mi portano nello spogliatoio per darmi una ripulita. Mi sfilo il maglioncino che indosso e il mio seno, compresso nelle coppe, si mostra in tutta la sua procacia. Per un attimo restiamo immobili, poi come d’incanto li sento vicini a me e le loro labbra sui lati del mio collo. Mi baciano e le loro mani sui miei seni mi fanno impazzire di piacere. Allungo le mani e sento che si sono aperti i pantaloni, hanno estratto due verghe dure e vogliose. Le stringo e, dopo un istante, mi fanno inginocchiare. Di colpo li rivedo belli e duri come erano un tempo, quando a Lucio ho fatto il mio primo pompino, mentre Roberto mi ha leccato la fica la prima volta in un 69 da urlo. Li annuso, mi piace il loro odore e li prendo in bocca. Lecco e succhio senza pensare a nulla, solo al fatto che adesso li voglio entrambi. Sembrano leggermi nel pensiero, mi sollevano e, due passi più in là, dove fra due file di armadietti c’è una panca, mia adagiano e subito dopo mi spogliano. Lucio mi lecca la fica, mentre Roberto mi infila il suo cazzo in gola. Gemo a bocca piena e poi sento che una bollente cappella forza lo spacco della mia fica, che gronda umori come un fiume in piena. Lucio mi penetra fino in fondo. Lo sento scivolare dentro di me, allargando le pareti che, bagnate dai miei umori copiosi, lo fanno scivolare fino in fondo e, quando sbatte sul collo dell’utero, mi provoca un misto di dolore/piacere che mi fa giungere al primo di una lunga serie di orgasmi. Tremo, scossa dal piacere, mentre Lucio mi pompa con decisione. Improvvisamente mi abbraccia, mi solleva e si distende sulla panca trascinando il mio corpo su di lui. Roberto, che ha sfilato il cazzo dalla mia bocca, ora mi lubrifica il forellino anale e con la saliva, che sento scorrere lungo il solco delle natiche, fin quando la sua cappella si appoggia al buchetto posteriore. Vorrei protestare perché quella per me è una posizione nuova, mai provata; non che sia vergine di culo, ma non ho mai fatto una doppia e, adesso, credo che questa sia la loro intenzione. Cerco di parlare, ma la bocca di Lucio che mi bacia, me lo impedisce, mentre sento che Roberto spinge dentro di me il suo cazzo, che mi penetra inesorabilmente. Mi sento aprire dietro, come un coltello che taglia del burro. Non sento dolore, forse solo un leggero fastidio e, quando lui mi ha inculato fino in fondo, cominciano a pomparmi con un sincronismo perfetto: uno entra e l’altro esce. Godo e vengo da pazzi. Mi fanno sentire i loro cazzi fin dentro il cervello. Urlo il mio piacere e godo tantissimo. Sfinita, mi distendo sul corpo di Lucio, che mi abbraccia, mentre mi scopa in maniera stupenda. Li sento aumentare il ritmo e, in un barlume di lucidità, gli chiedo di non venirmi dentro, gli dico che non son protetta, ma non è vero: lo dico solo per non tornare a casa con lo sperma che mi cola dalla fica, in quanto mio marito sarà già rientrato e potrebbe avere dei sospetti. Loro si danno uno sguardo d’intesa e poi, dopo l’ennesimo mio orgasmo, si sfilano e si inginocchiano ai lati della panca e mi presentano i loro cazzi davanti alla bocca, che li accoglie, ricevendone le loro copiose sborrate. Mi inondano la gola, succhio e bevo ogni goccia del loro piacere, fin quando, sfiniti, si siedono e, per un momento, il silenzio regna sovrano. Poi Lucio apre un armadietto e mi porge un asciugamano e mi indica un lavandino sul fondo. Mi alzo sfinita e malferma sulle gambe, mi do una rinfrescata e loro mi restituiscono i miei vestiti, che indosso velocemente, per poi uscire dallo spogliatoio. Lungo il corridoio, mi offrono un caffè al distributore automatico e poi sentiamo un applauso provenire da fuori; quando usciamo, tutti hanno sostenuto la prova pratica. Ci radunano nella loro mensa e il comandante ci consegna gli attestati che determinano il superamento del corso. Il mio è l’ultimo ad essere consegnato e, quando lo fa, ci sono Lucio e Roberto al mio fianco.

«Complimenti signora, anche lei ha superato le prove egregiamente e, devo ammettere, che è sicuramente stata una delle migliori. Se ripassa qui, ci venga a trovare, che le diamo una ripassata sulle procedure.»

Mentre parla, guarda in maniera ammiccante i miei amici, che sorridono sornioni. Poi mi accompagnano all’uscita, verso il parcheggio. Lucio mi chiede il cellulare, e quando gli invio il numero, mi manda tre foto di me che spengo l’incendio. Ridiamo divertiti ed io scatto una foto di loro due assieme.

«Ci piacerebbe conoscere tuo marito, uscire qualche sera assieme alle nostre mogli.»

Li guardo e la mia risposta è alquanto seccata.

«Per fare cosa? Volete deriderlo per il fatto che, oggi, vi siete scopati sua moglie? E poi, che voleva dire il vostro capo con quella battuta? Sicuramente è al corrente che mi avete scopato nello spogliatoio. Ho sbagliato a lasciarmi andare»

Si danno uno sguardo che denota profonda delusione. Lucio mi risponde con un tono pacato, ma dispiaciuto.

«Ti sbagli. Non abbiamo nessuna intenzione di prenderci gioco di tuo marito. Come ti abbiamo detto, io e lui, siamo molto amici e pure le nostre mogli che si conoscono fin dall’asilo. Amiamo condividere il piacere di far sesso insieme, ci piacerebbe conoscerlo, per valutare se anche a voi può far piacere esser dei nostri. Chissà che anche a lui non piaccia lo scambio. Tu, oggi, ci sei piaciuta tantissimo e Moreno, il nostro capo, che è vedovo da sei anni, è uno di noi. Spesso si unisce a noi nelle nostre serate di scambio e, credimi, lui sì che è un vero super dotato. Pensaci! Il mio numero ce l’hai.»

Salgo in auto e me ne vado; guardo l’orologio, e vedo che son già le diciannove, mio marito sarà già a casa. Quando entro, trovo che sta parlando con mio figlio su Skype, mi salutano, gli mostro le foto. Sono stanca e sfinita; lo guardo e gli dico che non mi va di cenare a casa; piuttosto mi piacerebbe una pizza, cosa che lui accetta. Mi faccio una breve doccia. Sento l’acqua scorrere sul mio corpo e, per un momento, mi prende un forte senso di colpa. Ripenso a tutto quello che ho fatto ed il risultato è che non mi sento fiera di averlo tradito. Quando siamo al ristorante, lui mi chiede del corso e gli racconto quasi tutto, anche del fatto che ho ritrovato due amici che non vedevo da tempo. Lui sembra incuriosito e, quando gli dico che essi vorrebbero conoscerlo, lui accetta di buon grado. A letto, la sera, sono stanca, lui si addormenta subito, mentre io ripenso a tutta la vicenda. L’indomani mando un messaggio a Lucio, dicendo che, per noi, una pizza insieme a loro andrebbe benissimo. La risposta è più di quando mi aspettassi. Ci invitano ad un barbecue a casa loro, per il sabato successivo. I giorni passano velocemente ed arriva il sabato. Puntuali, ci presentiamo a casa loro, con tre bottiglie di vino e siamo accolti da Lucio, che quando apre la porta, mi abbraccia, poi prende mio marito sotto braccio e ci porta attraverso il salone fin all’altro lato della casa, direttamente in giardino, dove si trovano sia Roberto che le loro mogli. Facciamo le presentazioni: Rita è la moglie di Lucio, mentre Monica e quella di Roberto. Rita è più magra di Monica, ma sono entrambe due belle donne. Il seno di Rita è più grosso di tutte, il culo di Monica è decisamente il più bello. La serata scorre piacevolmente. Mi trovo subito in sintonia con loro, mentre i nostri mariti sembra si conoscano da sempre. Parlano di calcio, sono tifosi della stessa squadra, politica e lavoro, mentre noi prepariamo in cucina una bella insalata mista, parliamo dei nostri figli, ormai grandi e indipendenti, poi Rita mi chiede dei loro mariti, di quando erano giovani e stavano con me. Le guardo, rispondo che erano due magnifici maschi, che ero innamorata di entrambi e non sapevo chi scegliere. Ci mettiamo a tavola. La carne cotta alla brace si rivela buonissima, si mangia e beve allegramente, poi è Mario che fa la domanda che mi aspettavo arrivasse.

«Che tipo era Anna, da giovane?»

Loro si guardano, Lucio risponde dopo aver sorseggiato del vino.

«Anna era una gran bella ragazza, ne eravamo innamorati tutti e due, anzi, ne aveva di corteggiatori, ma lei amava stare con noi. Eravamo troppo amici e nessuno dei due si decideva a lasciarla all’altro, così, quando è arrivata la chiamata per il concorso nei Vigili del Fuoco, l’abbiamo lasciata così, senza una spiegazione, da veri vigliacchi. Ritrovarsela davanti, al corso e vedere che bella donna è diventata, è stato davvero un piacere. Ci fa anche piacere vederla con un uomo dalle tue qualità, diversamente ci sarebbe dispiaciuto, ed è per questo che le abbiamo chiesto di conoscerti. Abbiamo fiducia che la nostra diventi una bella amicizia, ci troviamo bene con te e lei e, da quanto sembra, anche alle nostre mogli la compagnia di Anna sembra piacere.»

Nel finir la frase, guarda sia mio marito, che le due donne, che annuiscono compiaciute. Restiamo tutti un momento in silenzio, poi Mario alza il bicchiere, e propone un brindisi, a questa nuova amicizia. La serata prosegue allegramente, poi ce ne torniamo a casa. Lungo il tragitto restiamo in silenzio, quando siamo a letto, lui non ha voglia di dormire. Mi stringe a sé, mi bacia, poi mi fa la domanda che supponevo mi avrebbe fatto.

«Quando ti ho conosciuto eri vergine, ma certi lavoretti di bocca li sapevi fare: chi dei due ti ha insegnato?»

Lo guardo in silenzio e decido che è ora di dirgli tutto.

«Lucio, mi ha insegnato a succhiarlo, mentre Roberto è stato il primo a farmi godere con un 69.»

Lo sento respirare profondamente. Mi stringe a sé, mi bacia con passione. Le sue mani scorrono lungo il mio corpo, ben presto sento le sue dita insinuarsi fra le pieghe della mia fica, che si bagna per l’eccitazione. Lo sento premere, con la sua erezione contro il mio fianco, mi giro, glielo prendo in bocca. È duro, eccitato, mi sale sopra, mi scopa con passione. Mi pompa sempre più forte, con impeto, e quando ho raggiunto il mio primo orgasmo, mi gira di lato e mi mette due dita in bocca.

«Succhia e pensa che sono loro che ti stanno scopando in due.»

Resto per un momento sbalordita. È come se mi avesse letto nel pensiero, poi mi rendo conto che si è eccitato ad una simile fantasia e decido di assecondarlo.

«Porci, scopatemi, e tu? Che aspetti a mettermelo in bocca? Si voglio tre cazzi, tutti per me. Dai, sfondatemi.»

Godo e lui mi scopa sempre più forte, fin quando abbiamo un orgasmo devastante, entrambi nello stesso momento. È qualcosa di travolgente quando mi inonda il ventre. Stremati, ci distendiamo di lato, restando abbracciati. Lo bacio e lui mi stringe a sé. Poi, quando i nostri respiri son tornati quasi normali, mi parla lentamente, con un tono pacato e dolce, ma risoluto.

«Dimmi la verità, te li sei scopati tutti e due? Da quanto dura la storia?»

Lo guardo e decido che lo amo e devo esser sincera con lui, costi quel che costi.

«Non me li ricordavo nemmeno, fin quando non lì ho rivisti al corso. Mi hanno detto che fra loro si scambiano le donne e che gli sarebbe piaciuto che anche noi stessimo al gioco. E non dura da niente: me li son scopati entrambi nella loro caserma, il giorno del corso, insieme, proprio come hai immaginato tu. Lo so che ti ho tradito, che sono una moglie ingrata, ma non ti so spiegare quello che mi è preso quel giorno, ero come impazzita o, forse, li volevo da tanto. Decidi tu quello che vorrai fare, io accetterò ogni tua decisione, anche l’eventuale fine del nostro rapporto. Sono stata una stupida e son pronta a pagarne le conseguenze.»

Si gira di scatto, mi guarda e, per un momento, mi mette paura davvero, poi mi abbraccia e mi bacia con molta passione. La sua lingua entra dentro la mia bocca e limona la mia.

«Non dire cazzate, lo avevo capito che doveva esserci stato qualcosa fra voi, ma volevo che fossi tu a confessarlo. Se ti fa piacere, ci possiamo provare a giocare con loro; da tempo avrei voluto che fossi un po’ più troia, forse così di colpo è un tantino troppo, ma due, in una botta sola, non scherzi per niente. Mi sta bene. Le loro mogli mi piacciono, come tu piaci a loro. Dal loro modo di fare, ho capito che c’è intesa e questo mi piace. Organizza e poi vediamo.»

Detto questo si gira e si addormenta, mentre io resto sveglia, cercando di assorbire le forti emozioni che ho provato negli ultimi giorni. Due giorni dopo, passo a Città Mercato per dei saldi che desidero vedere. Mi sento chiamare, mi giro e vedo Rita, che mi saluta con un bacio sulla guancia. Ci mettiamo sedute davanti ad un bar e, dietro due caffè, ci mettiamo a parlare come due vecchie amiche. Lei è curiosa, vuole sapere del passato di suo marito e della nostra scopata in caserma. La sera, quando son tornati, erano eccitati ed euforici, al punto tale che le hanno scopate in piedi, una appoggiata all’altra. Soddisfo tutte le sue curiosità, poi è la mia volta di chiedere. Voglio sapere come si son conosciuti e di come sia cominciato il loro insolito rapporto e poi del comandante della caserma. Lei mi racconta che li hanno conosciuti appena finito il corso e si sono sposati dopo il trasferimento nella nostra città, dove avevano inaugurato una nuova caserma e il comandante, che li conosceva da sempre, essendo stato il loro capo squadra, li ha fatti trasferire sotto il suo comando. Sono amici da sempre e gli è molto dispiaciuto quando, sei anni fa, la moglie del comandante è morta per leucemia.

«Noi quattro già giocavamo allo scambio. Lo abbiamo fatto praticamente da subito, appena sposati. La prima estate siamo andati in vacanza in campeggio e, sotto la tenda, la seconda sera, scopavamo vicini, gli uni agli altri e, poiché fra me e Monica, già si giocava a leccarci un po’, è stato naturale che, alla fine, ci siamo scambiati i mariti. La cosa ci è piaciuta al punto che, quando abbiamo deciso di metter al mondo un figlio, non abbiamo prestato molta attenzione a chi ci inondava la vagina, anche se, devo dire la sincera verità, in quel periodo, ci scopavano in doppia entrambi davanti e, quando venivano, era un vero fiume di sborra che ci riempiva l’utero. Quando è morta la moglie di Moreno, il comandante, tutti ne siamo rimasti addolorati e, dopo un anno, al compleanno di Lucio, lo abbiamo invitato alla festa a casa nostra. Fu una bella bisboccia che, una volta finita, eravamo tutti brilli e, complice l’alcool, ci siamo lasciati andare. Alla fine, anche lui si è trovato nudo a scopare con noi e, credimi, di cazzi ne ho visti, ma come quello di Moreno è difficile trovarne. Dammi il tuo polso, ecco, vedi che le mie dita non lo cingono, il cazzo di Moreno è grosso come il tuo polso. Quando lo senti dentro, ti sfonda che è una meraviglia.»

La guardo un poco stupita, poi lei mi dice che, insieme a Monica, hanno fantasticato di potersi fare una bella leccata con me. Ridendo le comunico che mio marito ha accettato l’idea di una bella serata a scopare insieme. Fa un salto di gioia ed afferma che non me ne pentirò. Il sabato successivo, ci troviamo tutti a casa loro e c’è anche Moreno. Quando mi vede, mi bacia e mi sussurra che non vede l’ora di scoparmi, poiché non gli è riuscito in caserma. La serata si svolge con molta allegria e, tra uno stuzzichino ed una bevuta, ben presto ci troviamo tutti nudi, in una camera, su un letto matrimoniale. Io mi ritrovo fra le braccia delle due donne che mantengono quanto promesso. Il primo orgasmo sono loro a farmelo provare, leccandomi tutta e poi si dedicano, insieme a mio marito, che si ritrova con due puttane scatenate, che lo leccano e succhiano, fin quando non se le scopa ripetutamente. Per me, invece, la cosa si fa più complessa. Ben presto, mi ritrovo con Lucio in culo, Roberto in bocca e Moreno che mi osserva e poi, lentamente, mi pianta la sua trave davanti. Vi giuro che mi son sentita squartare la fica! Godo e urlo a bocca piena, guardando mio marito che si gira e mi fa un sorriso compiaciuto. Mi scopano lentamente e, quando vengo di nuovo, cambiano posizione. Moreno si distende supino e loro mi fanno mettere di culo sul suo cazzo, che svetta come un palo enorme, mi sfonda anche il culo. Mi sento aprire e sventrare l’intestino, li supplico di far piano, ma loro non demordono.

«Zitta, che poi vedrai, ti piacerà. Sentirai come ti sfondiamo.»

Lo sento entrare fin dentro lo stomaco, ma il bello viene quando Roberto mi penetra davanti. Li sento che mi sfondano e, quasi senza che me ne accorgessi, li incito a far di più. Mi scopano con un sincronismo perfetto che mi fa godere, quasi svengo dal piacere che provo. Giro il capo e vedo che Lucio e mio marito scopano in doppia Rita, che gode, mentre lecca la fica di Monica. Lo vedo che gode come un porco, anche lui. Il primo ad arrivarmi dentro è Roberto, che mi inonda la fica con un grido di piacere. Sento che riversa dentro di me getti di sborra caldi, poi, esausto, si sfila e subito viene rimpiazzato da Lucio, che ha tolto il cazzo da Rita e lo pianta dentro di me. Mi pompa con impeto, mentre Roberto se lo fa leccare da Rita e Monica. Lo sento che è quasi al culmine, mi guarda, mi sorride e poi sborra, ma non lo lascia tutto dentro, lo sfila e me lo pianta in gola.

«Bevi che, se eri una meraviglia allora a succhiare il cazzo, figuriamoci ora. Bella bocchinara, succhia e ingoia.»

Godo e lecco senza tregua, mentre sento anche il grido di mio marito che inonda la fica di Monica, che non se lo lascia scappare. Poi Moreno mi rigira e mi mette a pecora. Posizionato dietro di me, mi pompa il culo come un toro scatenato. Mi tiene per i fianchi, poi, con una mano, mi tira i capelli, per farmi inarcare il bacino così da prenderlo meglio. Godo e urlo di piacere, mentre lui mi squassa il culo. Ho un orgasmo anale sconvolgente.

«Vengo. Mi fai venire di culo. Dai, ancora più forte.»

Lui non se lo fa ripetere due volte e mi sfonda il culo, me lo spana con quella trave che si ritrova fra le gambe.

«Bella troiona! Lo avrei già fatto, ma, in caserma, mi sei sfuggita. Adesso ti sfondo e poi te lo riempio di sborra.»

Lo sento irrigidirsi e subito dopo, come un fiume in piena, mi riversa dentro il retto una quantità industriale di sborra bollente, che mi sembra arrivare fin dentro lo stomaco. Godo e cado sfinita sul letto, mentre lui si sfila: devo aver il culo ridotto ad un cratere, perché avverto come una sensazione di fresco e, subito dopo, mi cola tutto dal culo. Mentre resto distesa, sfinita e sfondata, le calde labbra di Rita mi leccano il martoriato culetto e detergono tutto quello che ne esce. Il resto della serata è tutto dedicato a succhiare e bere altra sborra, che sembra non finir mai di sgorgare dalle palle dei nostri instancabili tori, che ci sfondano a più riprese. Dopo quella sera, sono cambiate diverse cose. Il mio guardaroba è totalmente rinnovato. Via pantaloni e scarpe basse e dentro tutto ciò che serve per esser conturbante e troia. Mio marito ed i miei amici sono diventati inseparabili e non perdono occasioni per sfondarci tutti i buchi. Sul lavoro è cambiato il direttore, che se né andato in pensione con il rammarico delle mie colleghe. Al suo posto è arrivata una donna che, dopo due giorni, già mi leccava assieme ai miei amici. Una vacca più vacca di noi tre messe insieme, che si è presa Moreno e mio marito insieme, in doppia, in fica, a cui ho raccontato come si comportavano le mie colleghe che, adesso, devono subire le sue e mie angherie. Grazie al corso antincendio, adesso so come spegnere il fuoco della lussuria che si è acceso dentro di me.

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Mia sorella Giorgia

Posted by admin under Incontri Erotici on martedì Feb 28, 2023

Mi chiamo Luca, ho 43 anni, attualmente sono single, aggiungerei felicemente, perché dopo varie storie piuttosto lunghe mi sono proprio scocciato di avere vicino qualcuna che passa più tempo a rompere il cazzo piuttosto che a succhiarlo.

Mia sorella Giorgia ha 4 anni meno di me e invece lei si è sposata con Carlo e hanno avuto un figlio.

Da adolescenti, in casa dei nostri genitori, ci siamo sempre comportati da normali fratello-sorella, con anche frequenti litigate tipo quando lei occupava a lungo l’unico bagno a disposizione. Qualche volta, quando sapevo che eravamo da soli in casa e la sentivo andare in bagno per farsi la doccia, l’ho spiata dal buco della serratura e devo ammettere che era proprio un bel vedere: mia sorella è sempre stata carina e all’epoca aveva un corpo curvy, normale di tette ma con un bel culo tondo, io preferisco le ragazze così piuttosto che troppo magre come va di moda adesso.

Col tempo si è smagrita un po’, ma il sedere gli è rimasto formoso e soprattutto non ha perso il suo viso da zoccola che mi ha sempre fatto sesso: un bel nasino sottile, begli occhi scuri e una bella bocca da pompini che mi ha fatto fantasticare un sacco su come potesse stare un cazzo tra le sue labbra. Non ho mai avuto il coraggio di provarci a quell’età perché pensavo fosse una cosa impossibile da realizzare fare sesso con la propria sorella e così mi sono accontentato di masturbarmi qualche volta pensando a lei. Tra l’altro lei ha sempre avuto attorno fidanzatini da adolescente e quando anch’io ho trovato la morosa me la sono un po’ messa via.

Il desiderio di farmela però non è mai scomparso del tutto, anche perché ogni tanto lei metteva in FB foto che risvegliavano la mia attrazione nei suoi confronti (tipo quella mentre stava ballando con una sua amica, entrambe belle alticce, mia sorella con una faccia da porca che neanche una pornostar avrebbe), e questa voglia è rimasta latente finché dopo tanti anni sono tornato single. Le occasioni di scopare adesso non mi mancano, c’è una mia collega che avendo il marito che non la tromba più ha iniziato a darci dentro con me, ma ovviamente non riusciamo a incontrarci tutte le volte che vorremmo.

Ho quindi ricominciato a pensare anche a mia sorella, soprattutto dopo aver fatto un bel sogno con lei protagonista. Mi sono svegliato quella mattina con il cazzo in tiro e con un bel sorriso stampato in faccia, mi ricordavo molti particolari del sogno: io e mia sorella eravamo in una casetta che dava su una spiaggia e tra pompini, leccate, scopate e orgasmi vari avevamo fatto tanto di quel sesso da consumarmi il pisello. Non potevo andare al lavoro con l’erezione che avevo, mi sono dovuto fare una sega per scaricarmi e ovviamente mi sono ispirato al sogno appena fatto. Che orgasmo intenso! In ufficio non ho reso molto quel giorno, continuavo a ripensare al sogno e a mia sorella, e ad un certo punto mi son convinto che dovevo dirglielo.

Non era certo una cosa facile, però avevo deciso intanto di parlarle del sogno e vedere come l’avrebbe presa, così un giorno le scrissi di aver fatto uno strano sogno, senza entrare nei particolari, e che ne volevo parlare con lei. L’ho raggiunta a casa sua per un caffè dopo pranzo, lei lavora solo alla mattina e io mi ero preso un giorno di permesso, eravamo da soli perché mio cognato era al lavoro e mio nipote all’asilo.

E’ stato complicato iniziare il discorso, ma poi ho trovato il coraggio.

“Ehm… è sembrato strano anche a me, ma l’altra notte ho sognato che io e te facevamo sesso. Non so come mai…”

Mia sorella mi sorprese con una risatina, non so se di imbarazzo o per l’orgoglio di sentirsi desiderata sessualmente.

“L’avevo capito che ti riferivi a questo quando mi hai scritto di aver fatto uno strano sogno…”

“A te è mai capitata una cosa del genere?”

“No, non mi è mai successa… ma perché hai sognato proprio me?”

“Non lo so. In ‘sto periodo sono un po’ in astinenza e forse gli ormoni mi hanno fatto uno scherzo”

“Non sarai mica innamorato di me?!”

Volevo risponderle che le volevo bene ma che ero innamorato solo del suo viso e del suo culo, però mi trattenni.

Fu lei a riprendere il discorso.

“So che nei sogni quello che succede ha quasi sempre un secondo significato”

Appunto, “quasi sempre” pensai io.

“Luca, ti suggerisco di andare da uno psicologo così ti spiega il significato del tuo sogno, è l’unica soluzione”

Quel giorno non andai oltre, la ringraziai per il consiglio e andai via. Già in macchina ripensavo alla tutina attillata che indossava e che le metteva in risalto la forma tonda del culo mentre era di spalle a preparare il caffè, arrivato a casa non potei evitare di dedicarle una sega.

Nei giorni successivi mia sorella mi incalzava per sapere se ero andato dallo psicologo, ma io non ne avevo nessuna intenzione, sapevo benissimo cosa provavo e più o meno esplicitamente le ho fatto capire che mi sarebbe piaciuto fare qualcosa con lei, anche senza arrivare al sesso completo. In fin dei conti saremmo stati due adulti consenzienti che si davano piacere a vicenda, che male c’era? Non facevamo male a nessuno! Lei mi disse di piantarla con questi discorsi e allora provai a fare leva sulla sua porcaggine inviandole una foto del mio cazzo in tiro (non sono preso male ad attrezzatura) e scrivendole che avevo bisogno di una mano per risolvere il problema, magari vedendo il mio pisellone si sarebbe sciolta. Invece mia sorella mi scrisse che non avrei dovuto mandarle quella foto e di finirla con questa storia una volta per tutte. A quel punto mi arresi, le dissi che se avesse cambiato idea sarei stato sempre disponibile, cancellai dalla chat foto e messaggini e ci misi una pietra sopra, non troppo pesante però. Intanto le avevo messo la pulce nell’orecchio, non si sa mai, la speranza è l’ultima a morire.

**********

Chissà perché tutta questa attrazione nei miei confronti… non mi sembra di averlo mai provocato neanche quando eravamo adolescenti. Anch’io l’ho sempre visto come un bel ragazzo, ma caspita è mio fratello, non posso lasciarmi andare! Però ha proprio un bel cazzo, fortuna che sono riuscita a salvare la foto che mi ha mandato prima che la cancellasse. Mi sento la patata tutta bagnata, più delle altre volte che abbiamo parlato delle sue voglie, quasi quasi adesso mi faccio un bel ditalino guardando il suo cazzo duro sullo schermo…

E pensare che a mio marito, da un bel po’ ormai, non gli si drizza più, eppure mi hanno sempre detto tutti i ragazzi con cui sono stata che sono una pompinara eccezionale e che farei arrapare anche un morto, è proprio vero: chi ha il pane non ha i denti e chi ha i denti non ha il pane!

A meno che… Ne abbiamo parlato spesso ultimamente io e mio marito di provare a dare una scossa alla nostra sessualità, magari in una situazione un po’ più porca potrebbe eccitarsi e tornare prestante come quando l’ho conosciuto.

Pensavamo di provare a farlo in tre, con un’altra donna o con un altro uomo. Lui, tra le due possibilità, preferirebbe prima tentare col vedermi lesbicare con un’altra donna e poi se dovesse tirargli aggiungersi alla mischia, ma a chi potrei chiedere? Una prostituta è fuori discussione per paura delle malattie e una mia amica single prima o poi potrebbe lasciarsi scappare qualche particolare e sputtanarci anche senza volerlo. Oppure farlo in tre con un altro uomo, è sempre stata una mia fantasia che non ho ancora realizzato, una bella doppia penetrazione, dev’essere fantastico sentire due cazzi dentro di me, uno nella figa, l’altro nel culo, che mi pompano per bene… Osservandomi all’inizio in azione con un altro uomo, Carlo potrebbe sbloccarsi e unirsi alla scopata.

E perché non approfittare quindi di mio fratello? So già che mi scoperebbe subito, è uno che conosciamo e potrebbe anche non usare il preservativo se mi assicura che è a posto, non lo direbbe a nessuno perché anche per lui sarebbe un segreto da conservare e il suo bel cazzo nella foto non riesco a togliermelo dalla testa. Sì, appena torna ne parlo con Carlo e vediamo che ne pensa, spero che sia d’accordo, intanto adesso mi faccio contenta…

**********

Mi era arrivato un messaggino di mia sorella, con scritto che aveva bisogno di parlarmi. Pensai “Cacchio, che mi vorrà dire? Che sia ancora incazzata dall’altra volta che ci ho provato?”

Questa volta venne lei a casa mia, era vestita con dei normali jeans e un maglioncino girocollo, ma aveva su degli stivaletti niente male che mi avevano già fatto imbarzottire il pisello appena la vidi. Mentre preparavo il caffè, mi disse che in quel periodo era un po’ giù.

“Come mai?”

“Al lavoro siamo incasinati e quando arrivo a casa non riesco a rilassarmi come vorrei…”

E mi ha guardato con uno sguardo strano, solo in quel momento notai che si era truccata più del solito, i suoi occhi scuri avevano una malizia mai vista prima.

“Carlo non ti dà una mano con la casa?”

“Sì, però mi piacerebbe che facesse anche altro”

“Ad esempio?”

“Beh… hai capito, ultimamente mi trascura, ma non per colpa sua, diciamo che non riesce a fare quello che dovrebbe fare”

Stavo capendo bene o stavo fraintendendo a causa della mia voglia di lei? Mi stava dicendo che non scopava col marito perché a lui non tirava? Voleva chiedermi di prendere il suo posto?

“Ecco, io… noi avremmo pensato di provare a ravvivare il nostro rapporto coinvolgendo un’altra persona, sperando che magari lui si sblocchi in una situazione eccitante”

“Mi stai dicendo che volete tentare una cosa a tre?”

“Sì, tu cosa ne pensi?”

Peccato, speravo che mi chiedesse di fare sesso con lei al posto di suo marito.

“Non sono un esperto, ma penso che potrebbe funzionare, tentar non nuoce. Avete già in mente a che donna chiedere?”

“Veramente vorremmo iniziare con un uomo…”

In quel momento mi son sentito sbiancare, probabilmente perché tutto il mio sangue è andato a inturgidirmi il cazzo.

“Posso candidarmi?” dissi in tono scherzoso.

“In realtà lei signore sarebbe già stato selezionato, se è d’accordo”

Evvai! Incredibile! Penso che vincere alla lotteria darebbe meno emozioni. Ci siamo sorrisi e mi sono avvicinato a mia sorella con i pantaloni ormai strettissimi, lei ha notato l’erezione e non sapeva se guardarmi il pacco o in faccia. Ero in piedi ormai di fronte a lei che era seduta e ho cominciato a tirare giù la zip dei miei jeans.

“Aspetta, che fai?”

“Come che faccio? Entro nella parte!”

“Calmati, sono qui solo per capire cosa ne pensi della proposta”

“Non ti sembra chiara la risposta? Se sei venuta a tastare il terreno, tasta questo”

Le presi una mano e gliela misi sopra i miei pantaloni, a lei brillarono gli occhi e si morse leggermente il labbro inferiore.

“Direi che non si può fraintendere, ti confesso che mi fa proprio voglia il tuo bel pacco, però sono d’accordo con Carlo che oggi ne avremmo solo parlato”

“Dai… fammi almeno una sega così verifichi che sia tutto a posto, consideralo un controllo qualità”

Ridendo mi disse che preferiva avere il permesso a procedere, quindi mandò un sms al marito chiedendogli se intanto poteva masturbarmi, visto che io ero ben contento di aiutarli. Nel frattempo io mi ero tirato fuori il cazzo durissimo e me lo segavo piano di fronte a lei, e lei dopo essersi calata jeans e mutande aveva cominciato a toccarsi il clitoride.

Che bella la figa di mia sorella, depilata quasi completamente a parte una strisciolina verticale di peli sopra lo spacco. Quando arrivò il messaggio di risposta, me lo fece leggere perché ancora non ci credevo che volessero fare ‘sta cosa, mi sembrava troppo bello per essere vero: “Ok, fagli pure un pompino se ne avete voglia, ma aspetta a scopartelo perché vorrei esserci anch’io quando ti penetrerà”.

Neanche si fosse spento il semaforo rosso al via di un gran premio, le cacciai il mio cazzo in bocca e cominciai a muoverlo avanti e indietro, lei all’inizio fu presa alla sprovvista ma poi cominciò ad assecondarmi e ad usare la lingua attorno alla mia cappella quando ero dentro. Mi gustavo quella splendida sensazione, intanto lei mi mise le mani dietro le chiappe e mi accompagnava nelle spinte, a quel punto smisi di scoparle la bocca e lasciai fare a lei, iniziò ad accarezzarmi le palle con la sinistra e a segarmi con la destra la parte di cazzo che in quel momento era fuori dalla sua bocca, guardandomi negli occhi, uno dei pompini ragnati e segati più belli della mia vita.

“Aaahhh siiiii Giorgia, sei fantastica, sei proprio una pompinara nata”

Al che lei mi fece l’occhiolino continuando a succhiarmelo con gusto, chissà quanti gliel’avranno detto… Di solito duro abbastanza, ma quella volta non riuscii a resistere a lungo, avevo troppa voglia di sborrare con lei.

“Sto per venire, dove mi fai schizzare?”

Se lo tolse un attimo di bocca, continuando col lavoro di mani.

“Tu dove vorresti? A me la sborra piace prenderla dappertutto”

“Allora inizia in faccia e poi apri la bocca che finisco dentro così la assaggi”

Diede gli ultimi colpi e sentendo che ormai c’ero diresse la punta del mio cazzo verso il suo viso e cominciò a ricevere gli schizzi sorridendo, spostava l’uccello di qua e di là come fosse un idrante per spegnere la sua voglia di cazzo, gli ultimi li fece finire in bocca. Non riusciva ad aprire gli occhi perché erano imbrattati di sperma, era bellissima e sexy, ingoiò quello che le era entrato nella bocca e la aprì per farmi vedere che lì non era rimasto niente.

“Che buona la tua sborra, Luca, ma quanta ne avevi? E’ da tanto che aspettavi questo momento, vero?”

Io non riuscivo a parlare, facevo fatica anche a stare in piedi da quanto avevo goduto, nel frattempo lei si toglieva lo sperma dalle palpebre con le dita e se le leccava.

“Direi che il controllo qualità è stato brillantemente superato”

Continua…

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Io e Veronica con il “padrone” Orlando

Posted by admin under Incontri Erotici on martedì Feb 28, 2023

Arrivata a casa, telefono a Orlando per dirgli che il giorno successivo non ci possiamo vedere, lui mi chiede cosa sia successo e io gli mento dicendogli che mio marito ha il giorno libero.

Lui mi chiede con calore quando possiamo rivederci e io gli rispondo che non lo so perché mi sento in colpa per aver tradito mio marito.

Orlando mi dice che non ci crede, che sono una troia che desidera moltissimo il cazzo.

Io non so che fare, sono alle strette, così gli racconto cosa è accaduto nell’ambulatorio.

Mi dice che quel dottore è stato proprio uno stronzo, ma che possiamo vederci senza fare l’anale.

Io gli rispondo che non ne ho voglia e che per qualche giorno, vorrei stare tranquilla a casa mia da sola.

Lui mi dice che appena mi passa, vuole rivedermi.

Io rispondo di sì, ma lo avverto che non so quanto tempo ci vorrà.

Mi dice che vuole rivedermi e io gli rispondo che gli telefonerò al più presto.

Vado a farmi la doccia per scacciare la sensazione di sporcizia che mi ha lasciato il dottor Ferretti.

Per fortuna Veronica, mi ha dato l’unguento per il buchino, me lo do e aspetto che asciughi.

E’ quasi ora di cena, mi debbo sbrigare a farla.

Non ne ho voglia, sono stanca, mi limiterò a cuocere delle bistecche di maiale e a fare una rapida insalata.

Mio marito è strano, mi bacia, cerca il contatto fisico, mi dice che vuole fare l’amore, io gli rispondo che sono stanca e che sa che preferisco farlo alla mattina.

Lui mi dice che lo faremo il giorno dopo, io rispondo di sì, sperando che se ne dimentichi.

Mangiamo, mi metto a dormire sul divano e resto li fino alla mattina successiva perché non voglio alcun contatto con lui.

Il giorno dopo lui si sveglia speranzoso di fare sesso, ma gli dico che ho un tremendo mal di testa, cosa per altro vera.

Lui ci rimane male, ma gli faccio vedere che non riesco a stare in piedi e l’unica cosa che voglio è stare sdraiata sul divano a occhi chiusi.

Dopo che se ne è andato, mi alzo con fatica per fare il minimo indispensabile in casa.

Mi rimetto sul divano e ricevo la telefonata di Veronica che mi dice se voglio venire l’ambulatorio dove troverò lei con un’amica dolcissima e bellissima.

Io le rispondo che ho mal di testa e le chiedo un po’ arrabbiata quante amiche abbia.

Lei mi dice che non le ha contate, che l’importante per lei, è vivere e godere al massimo.

Io le ribadisco che mi sente la testa, lei si mostra dispiaciuta e mi dice che mi ritelefonerà stasera per sapere come è andata la giornata.

Io le rispondo che è meglio che la chiami io prima che torni mio marito dal lavoro.

Lei mi dice che va bene e chiudiamo la chiamata.

Mio marito mi chiama che non torna per pranzo e io penso tanto meglio, così potrò mangiare affettati e formaggi, senza dover cucinare.

All’ora di pranzo, mangio cosa avevo pensato.

Prima di fare la cena, telefono a Veronica e le dico che ho trascorso una giornata tranquilla davanti alla televisione.

Lei dice che dentro di me alberga una pensionata e io le rispondo che può essere vero, visto che mio marito è un pensionato dentro, anche se lavora.

Chiudo la chiamata appena in tempo, visto che sento il cancello che si apre, è mio marito che è tornato prima del previsto.

Mi chiede con chi parlavo e io come se nulla fosse, gli dico che era una televendita, che non so perché abbia risposto, visto che di solito blocco il numero.

Lui sembra crederci, preparo rapidamente cena, mangiamo, io mi addormento sul divano, lui va a letto.

La mattina dopo, mio marito ha voglia, ha già il cazzo in erezione e non posso tirarmi indietro.

Facciamo l’amore come sempre, stessi gesti, in maniera noiosa, non passionale.

Io sono stufa, mio marito come sempre, ad un certo punto, mi chiede se abbia voglia.

Io mi arrabbio, gli dico perché mi deve dire così, io avrei voglia e finalmente gli dico, che vorrei altri gesti e più passione.

Non gli dico che vorrei un altro cazzo sennò la cosa degenererebbe.

Finiamo di fare l’amore, lui fa colazione e va al lavoro.

Io sono contenta che se ne vada e sono triste per come è andata.

Ho bisogno di sesso arrapante, di godere, chiamo Veronica, le spiego la situazione e mi dice che possiamo vederci all’appartamento di fronte all’ambulatorio alle 13:30.

Le domando se ci sarà anche un’altra persona, lei mi risponde che sarà una sorpresa.

La mattina trascorre velocemente nell’attesa del momento, in cui finalmente vedrò Veronica.

Mi metto un completino sexy, lo smalto alle unghie, un rossetto rosso fuoco che ho comprato per l’occasione e un nuovo profumo.

Vado, mi apre Veronica vestita con un vestito molto sexy, con una profonda scollatura che valorizza il suo seno.

Dietro di lei, c’è Orlando, noi rimaniamo un attimo imbarazzati. Veronica ci chiede se ci conosciamo e noi rispondiamo che ci conosciamo molto bene, lasciando intendere che abbiamo già fatto sesso.

Veronica si dice felice della situazione, così non ci saranno imbarazzi.

Orlando poi sa già che non deve trombarmi il culo.

Mi chiede in maniera premurosa se sto bene e io rispondo che sto meglio ora che li vedo entrambi.

Chiedo se Bianca sia al corrente della situazione e Orlando mi risponde che sono una coppia aperta.

Lei ha le sue amiche e anche lui e alle volte queste amiche coincidono.

Ci spogliamo tutti e tre rapidamente.

Orlando mi dice che vuole baciarmi e lo fa in maniera appassionata mentre Veronica ci abbraccia entrambi e ci bacia sulla bocca.

Lei scende dalla mia bocca al mio seno e si mette a succhiare i capezzoli.

Orlando va dietro a Veronica, si mette ad accarezzarle il culo, le dice che è bellissimo, che lo vuole, lei gli risponde che non è ancora abbastanza “calda”.

Lui mi ordina di leccare la fica a Veronica quindi ci sdraiamo sul letto, lei a gambe larghe e io che ficco il viso sulla sua fica leccando come una forsennata.

A Veronica scappano dei gemiti e io sono contenta perché glieli procuro io.

Mi bagno un po’ a dire la verità, poi sul letto ci si mette Orlando che finora era in piedi a guardarci e a menarsi il cazzo.

Dice a Veronica di mettersi alla pecorina e io sdraiata da sotto devo continuare a leccarle la fica.

Lui chiede a Veronica se è pronta per il suo cazzo, lei gli dà un unguento, lui lo spalma, poi entra in maniera rapida nel suo culo, lei grida, ma si è eccitata dati i succhi che mi appresto a succhiare.

Lui si muove, lei geme, a me viene voglia di masturbarmi e muovo la mano sinistra per farlo.

Orlando mi vede, mi comanda di non farlo e di continuare a leccare Veronica.

Io gli dico che non mi va di essere comandata, che non capisco perché oggi voglia fare il padrone.

Lui mi dice che è Veronica che vuole così oggi e gli dico che lei non me l’aveva detto.

Continuo a leccare la fica di Veronica, mentre lei grida dal piacere che le dà il cazzo di Orlando nel suo culo.

Lui le sborra dentro e mi ordina di leccarla, io vado a farlo, sono contenta, mi piace la sborra.

Sento le mani di Orlando sul mio corpo, si soffermano sui seni, che impasta, tocca i capezzoli duri e dritti.

Mi dice: “Sei una maiala.”

Io gli rispondo: “Tu sei un porco.”

Lui mi dice: “Per me porco è un complimento, anche tu devi prendere maiala come un complimento e non come un insulto.”

Io gli dico: “E’ difficile visto che voi uomini dite maiala come un insulto, come qualcosa che ci degrada.”

Orlando risponde: “Io non sono come tutti gli uomini e dovresti saperlo bene.”

Veronica sta zitta e ci dice di smetterla, non siamo lì per disquisire sulla parola maiala, ma per fare sesso sporco, per divertirci come non mai.

Io finisco di leccare, Orlando mi sdraia sul letto, il suo cazzo è ancora eretto e si infila nella mia fica con colpi vigorosi, facendomi godere come non mai.

Ordina a Veronica di succhiarmi i capezzoli, lei lo fa volentieri e mi dice che sono meravigliosi.

Poi dice a Veronica: “Sdraiati accanto ad Azzurra e baciatevi come due porche, parlate e decidete chi debbo continuare a trombare”:

Io dico a Veronica: “Voglio che Orlando continui con la tua fica.”

Lei ribatte: “Ti ha trombato poco, è meglio che continui con te.”

Orlando quindi continua a trombarmi mentre Veronica mi bacia in bocca.

Ad un certo punto, lui vorrebbe passare al culo, io gli grido: “No.”

Lui si spazientisce e dice: “Scusa me l’ero dimenticato, è solo che nella foga del momento, entrare nel tuo culo, sarebbe stato meraviglioso. Allora entrerò nella tua bocca, su cui hai messo un rossetto da puttana.”

Lui scosta Veronica, io alzo il mio viso e lui mi entra col cazzo in bocca e inizia a scoparmela.

Io gli dico che vorrei succhiarlo, ma lui ribatte di lasciarlo fare, che ha voglia di dominarmi, che oggi gli va così.

Orlando continua a sbattermelo in bocca, fino alla gola, io resisto quanto più posso, ma poi mi sento soffocare, glielo faccio capire, lui mi dà modo di respirare un po’, poi lo rimette ancora e ancora fino alla gola finché senza tanti complimenti mi sborra li.

Sono costretta a ingoiare e gli dico che è stato uno stronzo perché mi poteva avvertire.

Lui nel ruolo dello stronzo dominatore mi dice: “Io non ti devo avvertire perché tu sei la mia schiava e la schiava deve fare tutto ciò che dà piacere al padrone.”

Io gli rispondo: “Questo gioco non mi è piaciuto e non so se lo voglio più fare. Mi è piaciuto fare sesso con te a casa mia- Oggi mi sembri un’altra persona.”

Veronica mi dice: “Sono io che ho voluto che agisse così perché tutti possiamo essere persone differenti dal solito, anche tuo marito.”

Io le rispondo che per mio marito non c’è speranza alcuna, che si comporti in modo differente a letto.

Orlando mi dice: “Dovresti lasciarlo.”

Io gli rispondo: “Ho paura e non sono affari tuoi.”

Lui mi dice: “Scusa di averti turbato con il mio comportamento, ma Veronica mi ha detto che eri d’accordo. Se avessi saputo che non sapevi, non avrei fatto il padrone.”

Dico a Veronica: “Sei una stronza e non ti voglio più vedere. Me ne sarei dovuta già andare quando lui mi ha detto che eri stata tu a volere che lui agisse da padrone.”

Lei mi risponde: ”Azzurra scusami oggi mi andava così e le mie amiche si sono sempre divertite molto con Orlando come padrone.”

Io le rispondo che non siamo tutte uguali.

Mi vesto rapidamente e me ne vado profondamente turbata e arrabbiata con Veronica. Non so se voglio rivedere sia lei che Orlando.

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Doppio bacio

Posted by admin under Incontri Erotici on lunedì Feb 27, 2023

Rientrammo in casa tardi dopo una serata in un ristorante per una festa organizzata dall’azienda dove lavorava mia moglie. Lei indossava un vestito che arrivava appena sopra al ginocchio e che le fasciava quel corpo da quarantenne in gran forma che aveva. Era bellissima. Aveva i capelli raccolti anche se ora un po’ spettinati dopo la serata in cui aveva anche un po’ ballato. Era un po’ ubriaca. Io invece mi ero contenuto nel bere dovendo poi guidare fino a casa. Salimmo le scale con lei scalza e le scarpe col tacco in mano, altrimenti non ce l’avrebbe fatta dopo tutte quelle ore su quei tacchi altissimi.

Ci preparammo velocemente per andare a letto e appena stesi, nudi come sempre, lei scivolò su di me. Insinuò una gamba fra le mie, appoggiò la testa sulla mia spalla e un braccio sul mio petto. Poi scese con la mano e cercò il mio cazzo, anzi si soffermò più sulle mie palle, massaggiandole e giocandoci con le dita mentre il mio cazzo si induriva del tutto.

“Sono eccitata.” mi sussurrò nell’orecchio.

“Lo so.” risposi.

“Come lo sai?”

“L’ho visto, ti conosco. Me ne accorgo subito quando sei così. Ti ho osservato questa sera.”

“Ah sì? Quindi secondo te ero eccitata anche prima di venire qui a letto con te?”

“Sì.”

“E sai anche perché sono eccitata?”

“Sì, perché non hai fatto altro che farti ammirare tutta la sera, hai attirato gli sguardi di tanti uomini, quelli invidiosi delle loro mogli, e hai flirtato con chiunque ti rivolgesse la parola.”

“Davvero? Ti sei accorto di uomini che ci hanno provato con me?”

“Sì.”

“E perché non li hai fermati? Perché non sei intervenuto?” queste domande le accompagnò con un movimento della mano verso il basso, le sue dita smisero di giocare con le mie palle e cominciarono a sfiorarmi la zona tra quelle e l’ano, andando anche a stimolarlo un po’.

“Lo sai perché.” le risposi.

“Sì, ma voglio sentirtelo dire.”

Lasciai andare un gemito, per come mi stava provocando mentalmente e fisicamente col dito che premeva per infilarsi nel mio culo.

“Perché mi piace quando ti fai corteggiare da altri uomini, mi piace vedere quanto piaci e quanto li ecciti…”

“Solo questo?”

“E anche sapere che anche tu ti ecciti a provocarli.”

“Sei un porco…” mi sussurrò mentre il suo dito medio andava in cerca della mia prostata. “Quindi ti piace se tua moglie fa un po’ la puttana con altri?”

“Sì… ma…”

“Ma cosa?”

“Ma tanto lo so che gliela fai solo annusare… poveretti, pensano che tu sia una che ci sta e poi li mandi in bianco…”

“Ah sì? Come sai che non potrei concedermi a uno di loro?”

“Perché finora hai sempre fatto così, li illudi, li provochi, con qualcuno ci sei anche uscita a cena e poi niente…”

“Forse perché finora nessuno mi ha intrigato abbastanza, nessuno mi ha fatto una qualche proposta interessante…”

Mia moglie insinuò la lingua nel mio orecchio mentre la sua mano aveva abbandonato la zona del mio ano e ora afferrava con forza il mio cazzo durissimo.

“Finora… fino a stasera…” aggiunse poco dopo.

“Cosa vuoi dire?”

“Non ti sei accorto di nulla? Allora non mi stavi guardando con attenzione.”

“Di cosa mi sarei dovuto accorgere?”

Non mi rispose. Proseguì con la lingua nell’orecchio, poi a momenti baci sul collo o sulla spalla, e con la mano attorno al mio cazzo.

“Stasera ho ricevuto una proposta intrigante…” disse dopo un po’.

“Che proposta?” chiesi io super curioso.

“Non mi hai visto mentre parlavo con quei due?”

“Quei due quali?”

“Ma dove stavi guardando? Stavi guardando un’altra?” mi chiese stringendo minacciosamente il mio cazzo con un tono di gelosia abbastanza fuori luogo vista la conversazione che stavamo avendo.

“Chi erano?”

“Non importa chi erano…”

“E cosa importa, allora?”

“Non ti chiedi come mai io sia così eccitata stasera?”

“Te l’ho detto, perché hai flirtato tutta sera e perché sei un po’ troppo ubriaca…”

“No, non è per questo… è perché mi è successa una cosa che finora non mi era mai capitata…”

“Cosa?”

“Essere corteggiata da due uomini.”

“Ma che dici? Non è certo la prima sera che con te ci prova in più di uno.”

“Sì, ma non insieme.”

“Cioè ci stavano provando nello stesso momento, in pratica lottando fra loro per catturare la tua attenzione e fare su di te una impressione migliore dell’altro?”

“No. Non così.”

“E come allora?”

“Ci stavamo provando insieme, collaborando fra loro.”

“In che senso?”

“Non lo hai capito? Volevano fare una cosa a tre.”

“Ma cosa dici? Come possono due avvicinare una donna, così, e pensare che lei sia disponibile per una cosa del genere? Ma li conoscevi già?”

“Un po’ sì. Colleghi con cui ho avuto a che fare qualche volta.”

“E tu hai fatto capire loro che ci potevi stare?”

“Credo di sì…”

“E… e tu ci potresti stare veramente?”

Mia moglie si tirò su. Si sedette sulle mie cosce e usò entrambe le mani sul mio cazzo. Anzi una attorno al cazzo e con l’altra tornò a giocare col mio ano. Mi fissò negli occhi. Sembrava assatanata.

“Secondo te?” mi chiese mentre dava una stretta al cazzo e infilava due dita dietro.

Io non capii più niente… e cominciai a schizzare ed avere convulsioni inondandomi la pancia di sborra. Mia moglie ridacchiò soddisfatta per la reazione che era riuscita ad ottenere. Poi quando io mi calmai iniziò a masturbarsi senza mai togliere il suo sguardo dal mio. Giocava col suo clitoride con una mano, mentre l’altra l’aveva portata dietro di sé. Non la vedevo ma era chiaro che stesse stimolandosi anche l’ano.

“Due uomini tutti per me… io tutta per due uomini… lo sai che è il mio sogno erotico…”

“Lo so ma… non l’hai mai voluto fare…”

“Te l’ho già detto: è una cosa che mi ispira ma… non insieme a mio marito… è una cosa così da puttana… non posso essere così puttana insieme a mio marito…”

“Sì che puoi…” mormorai mentre il mio cazzo stava già riprendendo vigore nell’assistere allo spettacolo di mia moglie che si masturbava e nel sentire le porcate che pronunciava.

“Forse posso… ma prima voglio farlo con due senza di te… e quei due mi sembrano giusti, mi sembrano saperci fare, lo hanno già fatto…”

“Davvero? Te l’hanno detto?”

“Sì, per convincermi…”

“E ti hanno convinto?”

“Forse sì…”

“Ma sapevano che eri lì con tuo marito?”

“Non lo so… forse avranno visto dopo che sono andata via con te.”

“Dunque ho fatto la figura del cornuto, del marito ignaro di una moglie così puttana da attirare due che vogliono scoparsela insieme e lei sembra anche starci…”

“Ti dispiace?”

Non risposi. Lei guardò il mio cazzo. Era di nuovo durissimo.

“Direi di no…” ridacchiò poco prima di giungere anche lei ad un orgasmo che le sconquassò il corpo.

Crollò su di me mentre ancora si agitava per le scariche di piacere che la attraversavano. La aiutai a prolungarlo portando le mie mani sul suo culo e cercando con le dita il buchetto che lei nel cadere su di me aveva lasciato orfano.

————-

“Davvero lo stai facendo?” le chiesi mentre ero appoggiato allo stipite della porta del bagno. Mia moglie era piegata verso lo specchio, stava truccandosi gli occhi. Per il resto era ancora svestita a parte un paio di autoreggenti intonate alle mutande e al reggiseno.

Si girò verso di me sorridendomi, con la matita per il trucco in una mano.

“Sì, ma tranquillo, stasera non succederà niente. Voglio solo gustarmi per un po’ questi due maschi che le provano tutte per convincere una femmina a farsi scopare da loro.”

“Cazzo…” bofonchiai sistemandomi meglio il cazzo nelle mutande dopo aver sentito mia moglie parlare in quel modo. “Quindi anche questa volta gliela farai solo annusare? In realtà la tua è la solita fantasia? Non finirai veramente a letto con loro.”

Tornò a guardarsi allo specchio per rifinire la riga sopra all’occhio.

“Mi riferivo a stasera. Stasera li provocherò e basta. Ma credo proprio che prima o poi lo farò con loro.”

Lo disse con tono neutro, come se mi stesse parlando di normali attività di cui qualsiasi moglie parla col marito. Invece mi stava parlando del fare sesso in tre con due conoscenti. E si può dire che fossi stato io a spingerla a farlo, incitandola ad usare le sue arti seduttorie in ogni occasione possibile, perché mi eccitava pensarla così desiderata e pensare che lei desiderasse fare sesso con altri. L’avevo fatto pensando che alla fine non l’avrebbe mai fatto? In realtà non lo so. C’era in me una certa sicurezza nel sapere che lei avrebbe difficilmente trovato qualcuno che la intrigasse fino a quel punto. Però mi eccitavo anche all’idea che alla fine mi avrebbe tradito. Quindi in me c’era un conflitto il cui vincitore di solito era determinato da quanto il mio cazzo fosse duro. In quel momento lo era tantissimo. Mia moglie stava per uscire, vestita sexy, con due uomini che la volevano scopare. Ma non avrebbe scopato. Almeno per quella sera.

Quando indossò i tacchi alti e il vestito che la copriva fino ad appena sotto all’elastico delle autoreggenti il mio desiderio virò decisamente verso la prospettiva reale che si facesse veramente scopare da quei due. E capii che il messaggio che avrebbe lanciato loro era quello e che loro avrebbero passato la serata col cazzo duro come il mio.

————-

“Allora?” guardavo mia moglie che appena rientrata in casa si era quasi stesa sul divano, con aria stanca e maliziosa.

“Allora cosa?” fece la finta tonta.

“Non mi vuoi dire cosa hai fatto stasera?”

“No…” mormorò roteando gli occhi e portandosi un dito alla bocca sorridente.

“E cosa vuoi fare allora?” le risposi un po’ stizzito.

“Voglio… che mi scopi.” rispose dopo una pausa ad effetto.

“Vuoi che ti scopi? Quindi stasera non hai fatto niente, non ti sei tolta nessuna voglia?” chiesi con un misto di speranza e delusione.

“Oppure… lo sai, si dice che più lo si fa più se ne ha voglia, no?”

“Smettila, troia. Dimmi cosa hai fatto.” dissi seccamente.

“Scoprilo da solo…” mi rispose allargando in quel momento le gambe. Sotto la gonna cortissima scorsi la sua fica nuda. Non era uscita senza mutande quella sera. Se le era tolte ad un certo punto, ma quando? Quando era con loro o poco prima di rientrare per provocarmi?

Mi chinai sentendomi totalmente in suo controllo e mi avvicinai molto titubante. Timoroso di avere risposte non gradite, pur non sapendo bene quali fossero quelle gradite e quelle no. Lei si posizionò in modo da offrirmi totalmente alla mia vista la sua fica nuda.

“Allora? Ti sembra una fica usata questa?”

Mi avvicinai per esaminarla da vicino. Era rossa, aperta, lucida.

“Sicuramente è una fica eccitata…” risposi.

“Prova ad annusarla…” mi disse usando un piede per spingermi dalla nuca in modo che mi avvicinassi ancora di più. “Senti qualche odore strano?”

“Sento…” bofonchiai mentre il mio naso si immergeva tra le sue labbra.

“Senti odore di fica scopata? Senti odore di preservativi? Oppure… ti sembra di sentire addirittura odore di sborra?”

Non ero in grado di percepire nulla. Sentivo tutti gli odori e nessuno. Volevo sentirli e non volevo sentirli.

“Allora?” insistette lei premendomi ancora di più la faccia contro il suo sesso.

“No… non lo so… non mi sembra… non riesco a capire…”

“Ah no? Forse assaggiando potresti capirlo… prova con la lingua…” io iniziai ubbidiente a leccare. “Oppure puoi provare a controllare l’altro buco, magari da quello capisci.”

Io mi staccai un attimo e la guardai negli occhi. Speravo di capirlo da quello, ma nei suoi occhi vidi solo la lussuria che però non sapevo che origine avesse, se una serata di sesso o se la provocazione al suo uomo.

Mi riabbassai e le sollevai le gambe per poterle scrutare per bene il suo buco del culo. Sembrava il solito buchetto. Stretto e in ordine. Non sembrava arrossato, non sembrava usato da poco. Ma non potevo esserne sicuro. Lo odorai e profumava. Lo leccai. Sembrava un buco vergine, solo riguardo a quella sera, ovviamente.

“Secondo me non hai scopato stasera.” dissi quasi trionfante, per nascondere una latente delusione.

“Ah no?” mi chiese lei facendomi venire subito qualche dubbio. “Magari se non lo capisci tu potrebbe riuscire a capirlo il tuo cazzo.”

Colsi il suggerimento e mi posizionai col mio cazzo che era già bello duro e pronto.

“Potrei infilartelo qui.” dissi appoggiando la punta sul suo ano. “Senza tanta preparazione. Se entra facile vuol dire che questo buco stasera è già stato ammorbidito.”

“E se invece no? Mi farai male.” mi provocò lei.

“Sì, ti farò male e sarebbe una giusta punizione.” le risposi crudelmente.

“Punizione?” chiese lei stupita.

“Sì…” dissi io capendo però che in un certo senso mi ero tradito, mi ero incastrato da solo.

“Ah, è così tu vorresti punire la tua mogliettina perché NON si è fatta scopare, e non il contrario… interessante.”

“Zitta, troia.” le dissi non sapendo come controbattere. E iniziai a spingere. Ed entrai. Senza troppa resistenza. Quasi come se quel buco fosse già bello pronto.

“Allora?” mi chiese lei quando il mio cazzo era ormai entrato tutto.

“Allora cosa?”

“Ti sembra un culo usato di fresco? O ti sembra che io mi stia lamentando del male che mi fai?”

Non sapevo cosa rispondere. Avevo sensazioni contrastanti. Ero sicuro che non si fosse fatta scopare. Anche se… le mie certezze vacillavano, forse spinte anche dai miei veri desideri perversi.

“Forse non hai considerato una terza ipotesi.” mi disse lei nell’orecchio mentre io la scopavo nel culo.

“Cioè?”

“Cioè che hai una moglie così troia che lo prende in culo come niente, perché già troppo eccitata per quello che ha fatto e che non ha fatto.”

“E cosa hai fatto che ti ha eccitato così tanto?”

“Prima ti dico cosa non ho fatto. Non ho scopato. Nessun cazzo ha neanche sfiorato la mia fica o il mio culo. Neanche la mia mano o la mia bocca.”

“E allora cosa hai fatto di così eccitante?”

“Mi sono fatta corteggiare da due uomini allupati tutta la sera, facendomi dire tutto quello che avrebbero voluto farmi…”

“Tutto qua?”

“No…”

“E cos’altro allora?”

Ansimò e mugolo prima di riprendere a parlarmi. Sentii l’ano pulsare attorno al mio cazzo mentre lei aveva un orgasmo, indotto forse dal ricordo di quello che stava per raccontarmi.

“Eravamo in un locale. Io in mezzo e loro uno da una parte e uno dall’altra. Non passavamo inosservati, forse grazie anche a come ero vestita. Parlavamo. Flirtavamo. Era abbastanza evidente. Ma ad un certo punto ho fatto una cosa che avrà tolto il dubbio a chiunque ci stesse guardando.”

“Che cosa? Che dubbio?”

“Il dubbio di cosa ci facesse una donna in mezzo a due uomini. Quali fossero le mie intenzioni. Se stavo con uno o con l’altro. Se mi piaceva uno o l’altro.”

“E quindi? Cosa hai fatto?” chiesi con impazienza, volevo che me lo dicesse prima di arrivare io stesso all’orgasmo.

“Mi sono girata alla mia destra e mi sono chinata verso uno di loro. L’ho baciato. L’ho limonato con passione per tanti, lunghissimi secondi. Poi mi sono girata dall’altra parte e ho fatto lo stesso col secondo. Mi hanno visto tutti. Hanno capito tutti che ero così troia da volermeli fare entrambi. Ho avuto un orgasmo in quel momento. Pensando a quanto dovessi sembrare troia. Ho pensato anche a te.”

“A me?”

“Sì, avrei voluto che tu ci fossi per vedere quella scena. Poi siamo usciti e sicuramente tutti hanno pensato che stessi andando a farmi scopare da loro due. Ho goduto anche lì, mentre camminavo fuori.”

“Probabilmente lo pensavano anche loro. E invece non lo hai fatto. Perché? Ci saranno rimasti male.”

“No, lo sapevano già. Avevo messo le cose in chiaro. Che questa sera non l’avremmo fatto.”

“Hai specificato QUESTA sera?”

“Sì.”

“Quindi lo farai?”

“Secondo te?”

Le risposi sborrandole nel culo tutta la mia voglia che quel gioco perverso continuasse e tutta la mia felicità che lei lo stesso conducendo così bene e anche senza affrettare i tempi. Rendeva il tutto ancora più desiderabile.

Mentre venivo mi allungai per arrivare a baciarla in bocca, con passione, come aveva fatto con quegli altri due. Era un ulteriore modo per farle capire che apprezzavo le sue mosse. E quando le nostre lingue si intrecciarono sentii gli spasmi di un altro orgasmo che le pervadevano il corpo, dalla testa al culo.

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