La foresta nera

[…] A un tratto vengo interrotto. Sento dei gemiti dietro i cespugli. Sembra qualcuno sia coinvolto in un atto sessuale e si sta impegnando parecchio. Ci sono altri uomini oltre a me in questa foresta? E se fosse qualcuno di quegli stronzi che mi ha maltrattato, cosa potrebbero farmi? …O cosa potrei fargli io adesso con questo nuovo corpo? 

Spavaldo come non lo sono mai stato, mi affaccio dal cespuglio e guardo di nascosto. 

Riconoscerei quelle gambe muscolose e abbronzate far mille, forse perché sono le prime cose che ho visto quando sono arrivato qui. È il nerboruto che mi ha salvato che sta spingendo il suo pisellone con vigore nel buco di un tronco di un albero. SI lascia sfuggire dei gridolini di piacere senza curarsi troppo di chi potrebbe udirlo. – Se la sta proprio godendo – penso.

Vorrei avvicinarmi per vedere meglio. Il mio pene si accende come un allarme, diventa rosso e inizia a pulsare. Spiare questa scena da dietro un cespuglio sapendo di non essere visto mi eccita parecchio e avvicino la mano al pisello. Lo tengo saldo fra le dita ma non lo muovo, continuo ad osservare quell’uomo incuriosito.

Geme di piacere mentre con impegno penetra l’orifizio. Tiene salda la presa, con le mani sul tronco e si è sollevato un poco sulle punte dei piedi per scoparlo al meglio. Avanzo un po’ senza fare rumore, col fiato sospeso. Adesso nella posizione in cui mi trovo riesco a vedere i suoi glutei contrarsi e il pene entrare e uscire dal buco. Mi sento eccitato e vibrante. La voglia mi assale e vorrei fare come lui. Continua a gemere e ad ansimare sempre più forte, fra una spinta e l’altra. 

– Avvicinati… se vuoi… vedere meglio…- dice ad un tratto. 

C’è l’ha con me? Sta parlando con me? Non capisco, come ha fatto a sentirmi? 

Poi continua – Vieni… qui vicino potrai vedermi meglio… – ingoia la saliva e spinge il cazzo più in fondo.

Il mio corpo si muove da solo senza esitazioni sono già a un passo da lui. Mi abbasso, ora posso osservare chiaramente il pisello penetrare il  buco nella corteccia dell’albero. Intriso di una linfa appiccicosa che facilita l’atto sessuale.  

– Mi piace se guardi,… mi fa sentire… ancora più eccitato… e il cazzo si gonfia… – dice fra i gemiti  alzando il tono della voce. Come se le sue parole contribuissero al suo piacere. Sono ipnotizzato.

 – Forza, che aspetti, voglio vedere anche te che scopi come me questo albero! – parla mentre spinge.  – …sarebbe ancora più eccitante – . Non aspettavo altro. Guardo il tronco, leggermente a destra ci sono più buchi, come quello che sta usando lui. stanno gocciolando. Pronti per essere ficcati. Ne scelgo uno all’altezza del mio inguine poco distante da quello già occupato e gli infilo con decisione il cazzo dentro, che combacia come un incastro perfetto. Sento accogliere il mio pene con fermezza.

Mi appoggio al tronco e inizio a spingere energicamente. Guardo a sinistra e vedo il suo volto sudato. E’ concentrato. Osserva il suo pene entrare e uscire dal buco. Si è accorto che ho fatto come mi ha detto. Sento un’eccitazione mai provata prima, condividere a questo modo un momento sessuale con qualcun altro non mi era mai capitato, men che meno scopando con un albero. 

– Lo stai ficcando dentro,… ti sento, spingi in fondo finché puoi,… dobbiamo nutrire questa foresta,… è quello che vuole … – mi dice senza staccare lo sguardo dal suo pene.  Io continuo a scoparmi il buco cercando di mantenere il ritmo che il mio vicino scandisce a stantuffate. Ora siamo sincronizzati, entriamo e usciamo dal tronco contemporaneamente. io come lui e lui come me. Aumentiamo la velocità, mi sollevo sulle punte come fa lui per avere più portata con le anche, e infilo il pene più in fondo possibile. 

Poi lo guardo, è come se fossi allo specchio, stiamo facendo esattamente la stessa cosa nella stessa identica posizione, con lo stesso simile corpo. questo mi fa eccitare da pazzi e il mio cazzo si ingrossa sempre di più. Incrocia il mio sguardo, un micro sorriso  di intesa fra la fatica dello sforzo e il sudore. Il mio cazzo in un erezione infinita  riempie il buco nella corteccia, lo allarga, lo deforma dall’interno, lo sento pulsare sulle parete come se scavasse un tunnel. Lo sento più grosso, aspirato e carico per eiaculare ancora. L’affanno simultaneo sale, poggiamo le mani sul tronco. iniziamo ad ansimare con forti lamenti, io sento la sua voce godere e lui sente la mia. Le nostre dita bagnate si sfiorano, avverto la sua energia attraversarmi il corpo e tornare da lui, sento che sta per venire e io con lui. In un urlo liberatorio schizziamo nell’albero e lo sperma caldo dilaga nell’orifizio. In quel momento mi guarda soddisfatto. Ha la fronte imperlata di sudore. Mi sorride compiaciuto come se fossimo arrivati sulla cima della montagna dopo una lunga e faticosa scalata.

Note finali:

Estratto da LA FORESTA NERA – sceneggiaturexporno.wordpress.com

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